CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 134

“Fotografia è donna”…  in 120 scatti “da donna a donna”

In mostra, a “La Castiglia” di Saluzzo e al “Filatoio” di Caraglio, suggestive visioni dell’ “universo femminile”, cristallizzato da dodici donne-fotografe appartenenti alla “Magnum Photos”

Fino al 25 febbraio 2024

Saluzzo (Cuneo)

Donne fotografe e donne fotografate. Donne davanti e donne dietro l’obiettivo. Sono decisamente tutti “scatti d’autore”. Nel complesso 120, pagine di nitida, poetica o delicata o bruciante interpretazione di un “universo femminile” che corre e scorre con tutto il suo carico di affetti, ansie, gioie e paure lungo settant’anni di Storia, dal Dopoguerra ad oggi. Dietro a tutte, un marchio che è assoluta garanzia: quello dell’Agenzia “Magnum Photos”, fra le più importanti agenzie fotografiche del mondo, fondata nel lontano 1947 (dopo vari incontri al ristorante del “Moma” di New York) niente meno che da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger e William Vandivert. Come dire: dal gotha dell’arte fotografica del tempo. E di oggi, ancora. Dodici sono le autrici, ma con loro anche sei autori della “Magnum” appassionati interpreti delle tematiche in gioco, intorno a cui ruota “Fotografia è donna. L’universo femminile in 120 scatti dell’agenzia ‘Magnum Photos’, dal Dopoguerra a oggi”, mostra ospitata fino al 25 febbraio 2024, nelle sale dell’antico Castello, oggi Museo, de “La Castiglia” a Saluzzo (Cuneo).

Curata da Walter Guadagnini (direttore di “CAMERA”) e da Monica Poggi, la rassegna vede l’organizzazione del “Comune di Saluzzo” e di “Fondazione Artea”, in collaborazione con la torinese “CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia”, “Magnum Photos” e “Fondazione Amleto Bertoni”. Sei i nuclei tematici, cui è affidato il compito di descrivere il “Pianeta-Donna”, visto, recepito e fermato nello spazio e nel tempo attraverso molteplici punti di osservazione, in ottiche diverse ma “corali” nella definizione della specifica essenza della condizione femminile, immortalata nei più disparati luoghi del mondo e in epoche temporali assolutamente diverse. “Il contesto famigliare”“La crescita”“L’identità”“I miti della bellezza e della fama”“Le battaglie politiche” e “La guerra”: su questi “passaggi” fondamentali e identificativi ruota un iter espositivo in cui passano e si manifestano i grandi cambiamenti sociali che hanno caratterizzato la seconda metà del XX secolo ed i primi decenni del XXI, in un continuo intreccio di vicende individuali ed episodi di più complessa e larga attualità. Fra le 12 firme al femminile rappresentate in mostra, le prime due “capostipiti” – donne ad essere accolte alla “Magnum Photos”: l’austriaca Inge Morath e l’americana Eve Arnold“Pioniere del protagonismo femminile nella narrazione per immagini della realtà, Inge ed Eve hanno aperto la strada – sottolineano i curatori – a una visione empatica e più attenta alla vita degli esseri umani. In molte ne hanno seguito le orme, smettendo i panni di muse dei grandi artisti dinanzi all’obiettivo e ponendosi invece dietro ad esso, per divenire le testimoni dirette dei mutamenti del loro tempo”.

Fra di esse, le altre dieci raccolte a “La Castiglia”, autrici di fama internazionale e giovani fotografe contemporanee, presenti con reportage realizzati in situazioni anche molto diverse sotto l’aspetto storico e geografico, ma sempre attente a mai sprecare, fino all’ultima carta, le difficoltà e le opportunità di un mestiere scelto in tutto e per tutto. E , in certi casi, nonostante tutto. I loro nomi: le inglesi Olivia Arthur e Marylin SilverstoneMyriam Boulos (Libano), le spagnole Cristina De Middel e Lùa RibeiraBieke Depoorter (Belgio), Nanna Heitmann (Germania), le americane Susan Meiselas e Alessandra Sanguinetti e l’iraniana Newsha Tavakolian. In parete anche i grandi scatti di alcuni celebri fotografi “che hanno saputo dar forma all’identità femminile, contribuendo a denunciare un contesto sociale che ha visto e vede ancora troppo spesso i diritti delle donne messi in discussione”: da Robert Capa (fra i fotografi di guerra più famosi e influenti del XX secolo) a Bruce Davidson ed Elliot Erwitt, per finire con Rafal Milach e gli italiani Paolo Pellegrin e Ferdinando Scianna.

In stretto collegamento con la mostra di Saluzzo, la “Fondazione Artea” propone inoltre al “Filatoio” di Caraglio (Cuneo), sempre fino al 25 febbraio 2024, la monografica “Inge Morath. L’occhio e l’anima” che celebra, nel centenario dalla nascita, la prima fotogiornalista nella storia della “Magnum”, portando oltre 200 delle sue opere nelle sale dello storico opificio.

Gianni Milani

“Fotografia è donna”

“La Castiglia”, piazza Castello 2, Saluzzo (Cn); tel. 0175/240006 o comune.saluzzo.cn.it

Fino al 25 febbraio 2024

Orari: ven. 15/19; sa. Dom. e festivi 10/19

Nelle foto (“Magnum Photos”): Eve Arnold “A baby’s first five minutes”,1959; Inge Morath “Untitled”, 1961; Marilyn Silverstone “Mrs Kennedy and her sister Princess”, 1962; Nanna Heitmann “Anti-war protests in Moscow”, 2022;  Robert Capa “In the middle Simone Segouin French Resistance fighter”, 1944

I libri più letti e commentati: dicembre

Un anno se ne va e quali letture accompagnano il fatidico passaggio? Nel nostro gruppo FB Un Libro Tira L’Altro Ovvero Il Passaparola Dei Libri i titoli più discussi del mese di dicembre sono stati: Le Armi Della Luce, ultimo romanzo di Ken Follett, che senza entusiasmare ha comunque incontrato il giudizio favorevole dei lettori; Giù Nella Valle, di Paolo Cognetti, che ha convinto tutti i lettori;  Apeirogon, di Colum McCann che tratta un argomento tragicamente attuale.

Incontri con gli autori

Questo mese vi invitiamo a conoscere Emanuele Martinuzzipoeta dalla ricca produzione lirica, Marianna Scagliola che esordisce con  Una Famiglia Allargata Cane Compreso(Graus, 2022) ovvero le avventure esilaranti della famiglia Schiattarella; segnaliamo qui anche il nostro speciale su Francesca Ceccherini e la saga di Sofia.

Per questo mese è tutto: vi ricordiamo che se volete partecipare ai nostri confronti, potete venire a trovarci su FB e se volete rimanere aggiornati sulle novità in libreria e gli eventi legati al mondo dei libri e della lettura, visitate il nostro sito ufficiale all’indirizzo www.unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Successo anche per il concerto – bis di Capodanno

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Ottima affluenza di pubblico anche per il secondo concerto di capodanno, in questo caso di musica classica, oggi alle 16,30 in piazza Castello a Torino. “Abbiamo voluto iniziare l’anno scommettendo ancora una volta sulla cultura, celebrando insieme il 2024 e una delle nostre eccellenze, il Museo Egizio, Torino, che entra nell’anno del suo primo bicentenario e a cui è dedicato il programma eseguito sul palco di Piazza Castello”, ha commentato il sindaco di Torino Stefano Lo Russo. Trasmesso  in diretta su SKY Classica HD, il concerto verrà riproposto questa sera su Rete 4 alle 23:45.

Piemontesi di Britannia

Raccontare la storia non è mai un fatto scontato e quando si cerca di superare gli steccati disciplinari, travalicando metodi, aggregando diversi elementi in un disegno composito, l’operazione diventa molto interessante e originale.

E’ il caso di Piemontesi di Britannia, importante libro di Andrea Raimondi sui legami spesso invisibili che intercorrono tra la regione subalpina occidentale e il Regno Unito. Se poi la scrittura mantiene una efficacia comunicativa che si accompagna al rigore della ricerca delle fonti e dell’argomentazione, il risultato può essere piacevolmente sorprendente. Andrea Raimondi, novarese di nascita, laureato in Lingue e Letterature dell’Europa e delle Americhe presso l’Università del Piemonte Orientale e con un dottorato in Italian Studies presso l’irlandese University College Cork, collaboratore della la rivista Savej, impegnatissima a divulgare la cultura piemontese, si era già segnato per l’impegno di ricerca su diversi temi. Tra le sue pubblicazioni più note si segnalano Il multilinguismo degli scrittori piemontesi – Da Cesare Pavese a Benito Mazzi (Edizioni Grossi, Domodossola) e Emigrazione piemontese – Una storia che si ripete, in Rapporto Italiani nel Mondo 2017, a cura di Delfina Licata per la Fondazione Migrantes. Nel poderoso volume Piemontesi di Britannia si sofferma su aspetti che spesso vengono scarsamente considerati dalla storiografia generale come se non avessero la dignità che meritano le indagini sugli scambi e rapporti individuali, le contaminazioni culturali che influiscono nel corso del tempo tra Stati, Imperi e regioni. Raimondi si è posto l’obiettivo di affrontare una prospettiva storiografica capace di mettere in rilievo i molteplici rapporti tra entità territoriali differenti, prendendo come riferimento le relazioni “speciali” che nei secoli hanno avvicinato il Regno Unito all’attuale regione piemontese. Le ragioni che spiegano i motivi di questa originale e antica “amicizia” sono seguite da dieci capitoli dedicati ad altrettanti personaggi (incluso un personaggio particolare: il Vercelli Book, conosciuto anche come Codex Vercellensis, uno dei quattro antichissimi manoscritti in lingua anglosassone, datato intorno al 975) che, in modo diverso, hanno contribuito a tracciare e irrobustire il ponte che idealmente unisce le isole britanniche al Piemonte. Per parecchi dei personaggi trattati (come il cardinale Guala Bicchieri, il musicista Felice Giardini, il pittore vigezzino Giuseppe Mattia Borgnis e sir James Hudson, ultimo rappresentante britannico nel Regno di Sardegna) non esistono biografie aggiornate, mentre per Samuel Morland (matematico, inventore e diplomatico ingiustamente dimenticato) sono stati pubblicati profili biografici in lingua inglese, ma mai in italiano. Interessantissimi anche gli altri profili da David Rizzio, politico e compositore, segretario privato di Maria Stuarda, regina di Scozia, al critico e poeta torinese Giuseppe Baretti, noto anche lo pseudonimo di Aristarco Scannabue, dal leggendario maleschese Giovan Maria Salati, autore dell’impresa di attraversamento del canale della Manica a nuoto fino al grande scrittore albese Beppe Fenoglio del quale quest’anno si celebra il centenario della nascita. Gli intrecci  e le dinamiche  delle loro vite si intersecano con la grande storia, accompagnando il lettore alla ricerca dei fili invisibili ma ben saldi che legano il Piemonte dalle dentate e scintillanti vette di carducciana memoria al Regno sul quale sventola l’Union Jack.

Marco Travaglini

“Ivo Saglietti. Lo sguardo nomade”. Al Museo del Risorgimento la prima retrospettiva del grande fotografo

“Nomade” e ribelle, una vita a raccontare gli ultimi del mondo

Fino al 28 gennaio 2024

… Quando si dice … il destino! E nel destino Ivo Saglietti ci credeva. Eccome, se ci credeva! “Ho aperto gli occhi – scriveva – nella luce del Mediterraneo, a Tolone, nel sud  della Francia, dove, se lo guardi a lungo, il sole diventa un cerchio nero. Credo che il primo sguardo determini anche un destino: quasi sicuramente è grazie a questa luce che sono diventato fotografo”. E di “destino” gli parlava anche l’amico scrittore Paolo Rumiz“Amico mio, alla fotografia hai sempre chiesto qualcosa che va molto oltre gli effetti speciali, qualcosa  che si chiama destino”. Già, il destino. Ognuno di noi ha il suo, si dice. Ed è un susseguirsi di eventi che ti accompagnano, senza vie d’uscita, per tutta la vita. E a volta ti giocano anche brutti scherzi che sarebbe bene non accadessero. In forme inaccettabili. Crudeli. Come quella, per un artista, di trasformare l’omaggio di una mostra a lui dedicata nella sua prima “retrospettiva”. La prima mostra del “dopo”. E’ il caso proprio di Ivo Saglietti (Tolone, 1948 – Genova, 2023), scomparso il 2 dicembre scorso, a poco più di una settimana dall’avvio della personale a lui dedicata nella “Manica” della Camera Italiana al “Museo Nazionale del Risorgimento” di Torino.

Personale divenuta dunque (per destino!) “mini-retrospettiva” volta ad omaggiare, fino a domenica 28 gennaio prossimo“la storia professionale dell’artista entrata a titolo definitivo nel Pantheon che raccoglie i grandi fotoreporter del nostro Paese”. Parole accorate, queste di Michele Ruggiero, presidente de “La Porta di Vetro” (impegnata dal 2013 in importanti attività di social engagement) promotrice della mostra – è ormai la quarta – realizzata con la curatela di Tiziana Bonomo (“ArtPhotò”), in collaborazione con il “Consiglio Regionale del Piemonte”, il “Comitato Diritti Umani e Civili” e “Intesa San Paolo”. 53 sono gli scatti esposti, tutti in bianco e nero (cifra linguistica ideale per esaltare i contrasti formali e quell’arsura di luce che impregna a fondo ogni immagine), quasi tutti di piccolo formato all’interno dei passepartout e incorniciati di nero, come la grande “scuola francese” (da Saglietti intensamente amata) ha sempre insegnato.

In parete troviamo un saggio, che va dagli anni ’80 al 2018, di un’importante carriera professionale ((ben tre i “World Press Photo Award” vinti, oltre ad altri numerosi e prestigiosi riconoscimenti) che si srotola per oltre quarant’anni, dall’inizio delle rivolte in Centro America – Cile e Perù – ad Haiti e ancora dal vicino Oriente al “Mar Musa” in Siria, dove Ivo incontra padre Paolo Dall’Oglio con cui stringe un sodalizio importante ed una complicità di idee sfociata in alcune mirabili foto presenti in mostra (“Padre Dall’Oglio sale nella luce verso la montagna”) e nel libro (negli anni ne ha realizzati otto) “Sotto la tenda di Abramo” (Peliti Editore), prima del rapimento nel 2013 del gesuita italiano mai più ricomparso. Si tratta di lavori in assignement come quelli per il “New York Times Magazine”, “Time”, “Der Spiegel”, “Newsweek” e collaborazioni con prestigiose agenzie di fotogiornalismo come “Sipa Press”, “Stern” e “Zeitenspiegel”. Ma ad Ivo non piaceva il lavoro “mordi e fuggi” sottoposto ai ritmi frenetici della cronaca. Da “cavallo solitario” e di gran razza, amava – l’immancabile Leica sempre a portata di scatto – la “lentezza”. Diceva: “La lentezza è un fondamento della fotografia …  Quando arrivo sul luogo del mio lavoro, il primo giorno raramente estraggo la macchina fotografica. Avanzo torno indietro, passeggio, giro intorno, osservo, prendo appunti. Tutto con grande lentezza, lasciandomi penetrare dalle sensazioni, cercando di entrare in sintonia con i luoghi e con le persone”. Mirabili, in questo senso, la foto dei “Braceros” a Cuba o quella dell’infermiera che bacia sulla fronte, sempre a Cuba, un bambino vittima del disastro di Chernobyl o ancora a Srebrenica l’immagine delle due donne vestite di bianco, con il velo sul capo, chinate in preghiera sopra le bare dei propri cari, premio “World Press Photo” 2010. Cristallizzazioni di sofferenze e dolori e tragedie indicibili. Vuote però di rabbia, di urla sguaiate, di esibizionismi rancorosi.

La fotografia, secondo Saglietti, non ha nulla da “dimostrare”, ma tanto da “mostrare”. Scrive Tiziana Bonomo:  “Neri intensi, ombre lunghe, colpi di luce muovono le magie che Saglietti usa per commuoverci. In lui sono inseparabili amore, disperazione e speranza”. E coraggio. Tanto. Quel coraggio “che non si  esprime soltanto – conclude Michele Ruggiero – nella ricerca di un bianco e nero che vuole snidare l’indifferenza dalle nostre coscienze, ma nell’amore che esprime per gli ultimi, che sono anche i più deboli”.

Gianni Milani

 

“Ivo Saglietti. Lo sguardo nomade”

Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, piazza Carlo Alberto 8, Torino; tel. 011/5621147 o www.museorisorgimentotorino.it

Fino al 28 gennaio 2024

Orari: dal mart. alla dom. 10/18

Nelle foto: “Braceros il giorno della paga”, Repubblica Domenicana, 1993; “Padre Dall’Oglio sale nella luce verso la montagna”, Mar Musa – Siria, 2002; “La città dei bambini”, Cuba, 1993; “Due donne piangono dopo aver trovato le bare dei propri cari”, Srebrenica-Potočari (Bosnia ed Erzegovina), 2009

Il “Natale” di Eduardo, un capolavoro di risate anche oggi

Sino al 7 gennaio sul palcoscenico del teatro Alfieri

Dici Eduardo e dici “Natale in casa Cupiello”. L’autore e la “sua” commedia. Dici il groppo in gola, dici il divertimento, dici la risata come pure il dramma di una famiglia che si sta sgretolando, sotto l’occhio non più troppo vigile di quel padre che crede di avere tutti e ogni cosa in pugno ma che al contrario, ora, inciampa in una moglie, Concetta, che dentro quell’aria devota che ha stampata in faccia trova gli spiragli della derisione, in un figlio, Tommaso, fannullone, mariuolo sempre teso a rovistare nelle tasche e nella “robba” altrui, bamboccione ante litteram, pienamente contestatore (“nun me piace ‘o presepio”), in una figlia, Ninuccia, che piomba in casa, la vigilia della festa, a sbandierarti, senza un po’ di pudore, che ha tutta l’intenzione di lasciare quell’uomo ricco che le hanno dato per marito, con la sua fabbrica di bottoni, e di fuggirsene con il bel Vittorio per godersi tutta la vita sua. Una valanga che cala scena dopo scena, sempre più pesante, mentre il capofamiglia si rifugia in quel presepe che va a fatica costruendo, mentre il caso e la disattenzione di qualcuno sono lì pronti a distruggerlo.

Un capolavoro di sentimenti, ormai bacati e tutti sghembi, datato 1931, nato come atto unico che poi, negli anni successivi, in più occasioni, Eduardo ampliò sino a renderlo come oggi lo vediamo. E continuiamo ad ammirare. Vincenzo Salemme – che lo porta a Torino, al teatro Alfieri, sino al 7 gennaio, con una numerosa quanto variopinta compagnia – è nato, era la fine degli anni Settanta, alla scuola del grande autore napoletano, gli si avvicinò un giorno a Cinecittà mentre erano in corso le riprese televisive della commedia. “Aveva sulle spalle lo scialle color vinaccia pallido, un camicione da notte e i mutandoni che finivano dentro i calzettoni di lana”: quello era, per sempre, Luca Cupiello. Una scuola che ha dato i suoi frutti ma che poteva anche avviluppare del tutto, sostituirsi, non lasciare un respiro: invece il Luca di Salemme vive di vita propria, mostra i segni concreti di questo autunno del patriarca, il carattere sbiadito, è quanto di più personale ci si possa aspettare, segue certo la vecchia strada ma attualizzandola la ringiovanisce con convinzione, con spirito inesplorato, con estro decisamente maturo. L’attore accresce in quel personaggio la sbadataggine mentale, i chiaroscuri della vita, tutta la cecità che si porta appresso, il tragico e il tragicomico che lo seguono ad ogni battuta: ne firma la sconfitta, propria e di quella atmosfera natalizia costruita ora dopo ora. Mentre le tragedie si compiono, Luca crede che sia ancora tempo di comparire in scena con le candeline accese e con i mantelli e le corone dei re magi, come se tutto continuasse a essere un gioco.

Nella commedia “più bella, più amara, più divertente, più sentimentale, più intensa, più malinconica, più festosa, più struggente della storia” Salemme ha riversato tutto lo spirito di Eduardo, il suo desiderio di rovistare, anche a costo di ferirsi, all’interno di tanti nuclei familiari, come tutta l’allegria possibile: ne sono prova l’inizio della tournée fatta di tutti esauriti e il debutto a Torino, fitto di risate e applausi ritmati a scena aperta da un pubblico letteralmente e piacevolmente coinvolto. Un successo: di un interprete e regista, di una compagnia tutta in cui ha avuto un proprio giusto spazio la Concetta di Teresa Del Vecchio: l’attrice è stata chiamata da Salemme soltanto il giorno prima del debutto torinese, soltanto un unico giorno di prove per un ruolo che la vede sempre in scena, chiamata a sostituire la collega che sino a quel momento aveva ricoperto il ruolo, impossibilitata per un serio problema di salute che l’aveva costretta al ricovero in ospedale. Sostituzione eccellente, con la messa a fuoco di un carattere pieno di concretezza e di realismo, del pragmatismo vissuto tra le quattro mura, ma pure delle difficoltà, dei segreti tenuti per sé, delle quotidianità da portare come un grosso peso. Una bella prova, di grande sicurezza, anch’essa rimarcata dagli applausi finali del pubblico che riempiva la sala come di rado s’è visto.

Elio Rabbione

Da Capodanno all’Epifania nei musei di Torino

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Una visita ai musei di Torino, occasione di passare le feste all’insegna della cultura

A dicembre e gennaio, in occasione delle Festività, i Musei Reali sono aperti con il consueto orario, da martedì a domenica, unica chiusura anticipata il 24/12 alle ore 16 (biglietteria 9-15).

 

Domenica 31/12 dalle ore 16, in occasione del concerto che avrà luogo in piazza Castello, l’ingresso sarà consentito esclusivamente da piazza San Giovanni 4 (accanto al campanile del Duomo).

 

In occasione delle festività il Museo Nazionale del Cinema propone una serie di aperture straordinarie e variazioni d’orario:

tutti i sabati apertura  fino alle 22

 

domenica 31 dicembre apertura dalle 9 alle 18

lunedì 1 gennaio apertura dalle 14 alle 19

martedì 2 gennaio apertura dalle 9 alle 19

sabato 6 gennaio apertura  fino alle 22

La biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo.

Il Museo prevede per tutto il periodo natalizio una serie di eventi e visite legate alla mostra  Il Mondo di Tim Burton.

Al piano accoglienza della Mole Antonelliana si può ammirare un Albero di Natale alto quattro metri, appositamente realizzato dalle Scuole Tecniche San Carlo in linea con l’estetica dei più celebri film burtoniani.

 

Mercoledì 6 gennaio ore 17
VOLA VOLA LA BEFANA! – LABORATORIO DI TRUCCHI ED EFFETTI SPECIALI

Al cinema nulla è impossibile: volare sulla scopa come la befana, animare oggetti o creare una perfetta copia di sé! Un laboratorio per sperimentare la magia degli effetti speciali e dei trucchi cinematografici. I partecipanti riceveranno il video realizzato durante il laboratorio. Per bambini dagli 8 anni.
Durata 1ora e 30 minuti – costo € 6 + ingresso ridotto al Museo

Inoltre, tutte le domeniche e, dal 24 dicembre al 7 gennaio, tutti i giorni alle ore 15:

ALLA SCOPERTA DEL MUSEO DEL CINEMA | Visita guidata
Per conoscere il Museo del Cinema e le sue meraviglie, dal teatro d’ombre ai fratelli Lumière fino ai grandi protagonisti della storia del cinema.
Durata 1ora e 30 minuti – costo € 6 + ingresso ridotto al Museo – max 15 partecipanti – prenotazioni a questo LINK

e tutti  i Sabati e  le  domeniche alle ore 10.20,  14.00 e 16.40

SALITA A PIEDI ALLA CUPOLA DELLA MOLE ANTONELLIANA

Visita guidata alle meraviglie architettoniche e ai luoghi mai visti della Mole Antonelliana. Un percorso a piedi, dal piano terra fino alla Terrazza Panoramica a 85 metri di altezza, lungo le scale dell’intercapedine della Cupola.

La visita alla Cupola è sconsigliata ai visitatori affetti da difficoltà motorie, gravi difetti della vista o dell’udito, cardiopatie o patologie polmonari, claustrofobia, sindromi da disorientamento (labirintite, vertigini, ecc.).
La visita alla Cupola non è consentita ai bambini di età inferiore a 6 anni.
Durata 1h – Costo € 10 a persona
MERCHANDISING XMAS EDITION

Per tutto il mese di dicembre e fino al 7 gennaio 2024, il merchandising della mostra si arricchisce con diverse christmas baubles limited edition, in acquisto presso il bookshop del Museo. Per coloro che vorranno condividere la magia della mostra con i propri cari, sarà disponibile per la prima volta la formula “A Natale regala Tim Burton”: alle casse della Mole si potrà acquistare il pack che include due biglietti per la mostra e una pallina di Natale componibile in limited edition: una vera chicca per gli appassionati e i collezionisti.

Costo bambini: € 8 (biglietto di ingresso alla mostra gratuito per i bambini fino a 5 anni);

Costo adulti accompagnatori: biglietto di ingresso alla mostra ridotto; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei

Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

Prenotazione obbligatoria e pagamento online

 

Il Museo Nazionale del Risorgimento  sarà aperto con il consueto orario:
dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso ore 17).

Chiusure:
24-25 dicembre e 1° gennaio.

Visite guidate
Sono previste visite guidate al percorso espositivo del museo nei giorni 26-30 e 31 dicembre e 6 gennaio, con partenza alle ore 15.30. Prenotazione telefonica obbligatoria al numero 011 5621147 (biglietto di ingresso al museo + 4 euro per visita guidata; per possessori di Abbonamento Musei e Torino+Piemonte Card solo 4 euro per la visita guidata).

 

MAUTO Museo Nazionale dell’Automobile:

Domenica  31 dicembre

Dalle 10:00 alle 14:00

Lunedì  1 gennaio 2024
Dalle 14:00 alle 19:00

In tutti gli altri giorni il Museo osserva i consueti orari di apertura.

 

La Galleria della Scrittura al Museo Egizio

Dopo lavori di consolidamento e restauro, riapre il terzo piano del Museo che amplia così il percorso espositivo con un nuovo allestimento: la Galleria della Scrittura.
Si tratta di mille metri quadrati che ospitano 248 reperti, un viaggio in 10 sezioni all’origine delle scritture dell’antico Egitto, a ritroso nel tempo di 4000 anni.

Non solo geroglifici e l’avventura che nei secoli portò alla loro decifrazione e alla nascita dell’Egittologia, ma anche lo ieratico, il demotico e poi il copto. Raccontare la storia della scrittura antica, nelle sue varianti ed evoluzioni significa anche descrivere la società, le articolazioni dello stato e in ultimo la figura dello scriba, custode della memoria storica dell’antica civiltà egizia e depositario di un saper fare, che affonda le sue origini nel mito ed è avvolto da un’aura quasi sacra.

Il progetto espositivo è a cura di Paolo Marini, Federico Poole e Susanne Toepfer, quest’ultima responsabile della Papiroteca del Museo Egizio.

 

 

Cioccolata calda per tutti al concerto di Capodanno in piazza Castello

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L’inizio dell’anno a Torino sarà all’insegna dell’armonia e della dolcezza, con la cioccolata calda offerta gratuitamente ai tutti i partecipanti del concerto che si terrà il primo gennaio alle 16.30 in piazza Castello. L’iniziativa, nata da un’idea dell’assessora alla Cultura Rosanna Purchia, ha subito trovato l’appoggio dell’assessorato al Commercio, delle associazioni dei commercianti e di Iren, main partner del concerto.

“Siamo grati a Confesercenti, Ascom Confcommercio e Iren per il loro contributo, che ha reso possibile questa bella iniziativa” – dichiarano gli assessori Purchia e Chiavarino -. “Invitiamo tutte e tutti a partecipare numerosi a questo concerto e a godersi la magia della musica classica, arricchita dalla cioccolata calda gratuita a tutti i presenti.”

Il primo gennaio, sul palco di piazza Castello, salirà l’Orchestra Filarmonica di Torino, guidata da Giampaolo Pretto, che eseguirà una scelta di brani studiata per celebrare il bicentenario del Museo Egizio. Tra i solisti, voci di spicco del panorama nazionale e internazionale: Daniela Cappiello, Marta Torbidoni, Franco Vassallo, Angelo Villari e il giovane violinista Giovanni Andrea Zanon. Sullo sfondo, video installazioni con le coreografie del collettivo di ballerini spagnoli Kor’sia, registrate negli spazi del Museo Egizio. La serata sarà presentata da Alba Parietti e Paolo Gavazzeni, direttore artistico di Classica HD (Sky, canale 136).

Il concerto del primo gennaio è un progetto della Città di Torino, realizzato con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e il contributo di Fondazione CRT e Iren. La direzione artistica è di Piero Maranghi, editore e direttore di Classica HD, e Paolo Gavazzeni. L’evento sarà trasmesso in diretta su Classica HD, il canale televisivo interamente dedicato alla musica classica.

Il concerto è gratuito, con ingresso libero fino al raggiungimento della capienza massima, di circa ottomila persone. Sono previsti soltanto posti in piedi.

Note di Classica. Il duo Shoji-Cascioli, Riccardo Muti e Enrico Dindo, le “stelle” di Gennaio

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Giovedì 4 alle 20 per la stagione del teatro Regio, debutto di Roberto Bolle & Friends. Repliche venerdì 5 e domenica 7. Giovedì 11 alle 20.30 e venerdì 12 alle 20 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Michele Mariotti e con Ettore Pagano al violoncello, eseguirà musiche di Cajkovskij, Chacaturian e Stravinskij.  Sabato 13 alle 20 al teatro Vittoria per l’Unione Musicale, il Trio Pantoum eseguirà musiche di Suk e Dvorak. Lunedì 15 alle 20 al teatro Vittoria, Dramatodìa eseguirà brani da opere di Azzaiolo, Caccini, Mainero e musiche popolari cinquecentesche. Mercoledì 17 alle 18 al teatro Regio per la stagione d’opera, debutto del “Don Pasquale” di Doninzetti. Dramma buffo in 3 atti. L’Orchestra del teatro Regio sarà diretta da Alessandro De Marchi. Repliche fino a giovedì primo febbraio. Sempre mercoledì 17 alle 20.30 al conservatorio per l’Unione Musicale, Sayaka Shoji violino e Gianluca Cascioli al pianoforte, eseguiranno musiche di C:P.E Bach, Mozart, C.Schumann e Beethoven. Giovedì 18 alle 20.30 e venerdì 19 alle 20 all’auditorium Toscanini l’Orchestra Rai diretta da Andrès Orozco-Estrada eseguirà musiche di Mozart e Richard Strauss. Domenica 21 alle 18.30 per Polincontri Classica nell’aula magna del politecnico, Andrea Bernardoni relatore e Silvia Bonino arpa, eseguiranno un programma dal titolo “le macchine di Leonardo”. Mercoledì 24 alle 20.30 al conservatorio per l’Unione Musicale, Patricia Kopatchinskaja violino e Polina Leschenko pianoforte, eseguiranno musiche di Enescu, Debussy, Patkop, Faurè. Giovedì 25 alle 20.30 e venerdì 26 alle 20 all’auditorium Toscanini, concerto per il Giorno della Memoria con l’Orchestra Rai diretta da Dmitry Matvienko impegnata ad eseguire  musiche di Messiaen e Sostakovic.

Venerdì 26 alle 20.30 per Lingottomusica all’auditorium Agnelli, la Chicago Symphony Orchestra diretta da Riccardo Muti, eseguirà musiche di Glass, Mendelssohn e Richard Strauss. Sabato 27 alle 18 al teatro Vittoria, Gioele Pierro Violino, Gabriele Marchese violoncello, , Maria Josè Palla pianoforte e con Antonio Valentino, proporrà il decimo episodio “Il Romanticismo” de I Sentimenti. Domenica 28 alle 16.30 al teatro Vittoria per l’Unione Musicale, Fabrizio von Arx violino e Kit Armstrong pianoforte, eseguiranno musiche di Bach, Bird, Bloch, Franck, Saint-Saens, Liszt-Paganini e Sarasate. Lunedì 29 alle 18.30 per PolincontriClassica al Politecnico, Matthias Lingenfelder violino e Oliver Triendl pianoforte, eseguiranno musiche di Schumann/Dietrich/Brahms, David, Joachim, Brahms. Martedì 30 alle 20 al teatro Vittoria Leo Vertunni sitar, Manish Madankar tabla e Valeria Vespaziani danza, eseguiranno musiche e danza classica indiane. Mercoledì 31 alle 20 e giovedì primo gennaio alle 20.30 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Andris Poga e con Enrico Dindo al violoncello, eseguirà musiche di Boulanger, Weinberg e Stravinskij. Sempre mercoledì 31 alle 20.30 al conservatorio per l’Unione Musicale, Jean-Guihen Queyras violoncello e Krystian Bezuidenhout pianoforte, eseguiranno musiche di Mendelssohn.

Pier Luigi Fuggetta

“Winter Festival”, alla “Tenda” Capodanno e non solo

Una nuova location, “LA TENDA Theatre”, che si ispira a format internazionali itineranti organizzati nei periodi più iconici dell’anno, da Halloween a Capodanno.

Nel piazzale in Corso Pastrengo 51 a Collegnogià noto per molti festival estivi – una produzione Dimensione Eventi, con il patrocinio della Città di Collegno, che ha accolto con entusiasmo una proposta di spettacoli variegata capace di divertire ed emozionare il pubblico di ogni età.

A dare letteralmente il via alle danze l’evento speciale di Capodanno, con il brand “Vita a 30 anni, nuovo format di successo nazionale che coinvolge un pubblico compreso tra i 25 e i 35 anni. Il Capodanno ideale per i Millenials (nati tra 1981 e il 1996) che si sentono molto più “boomer” di quanto lo siano anagraficamente: gli svogliati, i perennemente stanchi, quelli che preferiscono stare chiusi in casa a guardare la tv piuttosto che uscire.

E allora, come dicono i creatori del format: “Che senso ha uscire tutti i week-end quando puoi farlo per una sola volta valida per tutto l’anno?”. In una notte verranno rivissuti infatti i momenti catartici di Halloween, Natale, Capodanno, Carnevale e Ferragosto, con distribuzione di gadget, animazioni a tema, visual e musica coordinata, per una escalation di momenti irriverenti e goliardici. Una serata unica con dj set, ballerine e coinvolgimento

on-stage del pubblico.

Il format è caratterizzato da diversi generi musicali: dalla dance anni ’90 e 2000 al rock italiano e inglese, dal pop alla musica italiana, dalle sigle dei cartoni animati e delle serie televisive alle hit del momento.

Tickets in vendita con la dinamica dell’early bird, ossia una quantità di biglietti in promozione per un limitato periodo di tempo per chi acquista con buon anticipo rispetto agli altri utenti.

La sera dell’evento apertura porte alle ore 23 e musica fino alle 4 del mattino.

Il primo giorno del nuovo anno, invece, spazio al Gran Concerto di Capodanno – La musica classica dei grandi compositori, con un appuntamento pomeridiano alle ore17.

Sul palco un’orchestra di dodici elementi (quattro violini, viola, violoncello, contrabbasso, flauto, clarinetto, oboe, pianoforte, percussioni) con un presentatore ad introdurre al meglio i brani e due ballerini ad accompagnare con la danza alcune delle musiche eseguite.

Direttore dorchestra l’enfant prodige Luca Vacchetti, piemontese di soli ventitre anni, che ha già incantato le platee italiane ed estere.

Direzione artistica a cura di Milena Punzi ed Eliana Grasso, che ha già collaborato per le produzioni di Dimensione Eventi, come Direttrice Artistica Musicale del Circolo degli Artisti di Torino e docente del Conservatorio di Alessandria.

Repertorio classico in stile capodanno viennese, con brani famosissimi, come la Marcia di Radetsky, il Can Can dall’”Orfeo all’inferno” di Offenbach, la TritschTratschPolka, il Kaiser Valzer, il Preludio de la “Carmen” di Bizet e il Brindisi de “La Traviata” di Verdi.

Giovedì 4 gennaio, alle ore 21, si ride a crepapelle con gli amici o con tutta la famiglia con “Comedy Friends”, in compagnia del duo comico de “I PanPers”, che, dopo essere stati presentatori di programmi di successo come “Colorado Cafè” e “Only Fans”, sono ora padroni di casa a “LA TENDA Theatre”.

Si esibiranno con i loro amici, tutte stelle del firmamento comico italiano.

Paolo Migone, il celebre “occhio nero” di Zelig, con la sua inimitabile mordacità toscana e il suo argomento preferito: l’eterno gioco tra uomini e donne, raccontato dal suo punto di vista che crea un clima surreale e si illumina con trovate verbali e lampi di improvvisazione.

Gianluca Impastato, protagonista di “Colorado Cafè” prima e di “Enjoy – Ridere fa bene” poi, coinvolgerà il pubblico con i suoi personaggi più noti, dall’enologo Chicco d’Oliva all’uomo dei misteri Mariello Prapapappo.

Dopo l’incredibile successo della parodia di “Mare Fuori” diventata a Torino “Cisti Mirafiori”l’irriverente duo composto da Davide D’Urso e Luca Bartolino. Entrambi si esibiranno anche in singolo: Davide con il suo “comico dei quartieri torinesi” e Luca con la sua parodia di Salt Bae, spargendo sale benaugurante sul pubblico per il nuovo anno.

Venerdì 5 gennaio, alle ore 21, il pubblico torinese potrà vedere per la prima volta dal vivo la coppia più divertente del web, CASA ABIS.

Attori, comici e content creator Stella Falchi e Gabriele Abis coppia nella vita e nella carriera artistica, dopo essersi formati come attori teatraliora stanno insieme da sei anni sia fuori che sul palco. Si sono incontrati a teatro e da lì hanno creato la loro realtà con spettacoli e corsi di recitazione. Nel 2021 decidono di mettere in rete le loro scene comiche ironizzando e giocando sulle dinamiche che si creano nella quotidianità della vita di coppia, raggiungendo in poco tempo quasi un milione di iscritti ai loro canali social, con video da oltre 23 milioni di visualizzazioni.

Come in un film che parla della propria vita, Gabriele e Stella vivono i momenti significativi della propria convivenza cercando di capire quale sia il trucco per vivere insieme felicemente. Passeranno dalle esperienze personali alle esperienze di grandi coppie del passato, mettendo in scena le proprie dinamiche e meravigliandosi per primi di quanto queste siano una consuetudine delle dinamiche tra uomo e donna sin dalla notte dei tempi.

Come passiamo il tempo insieme? Come lo passavano Penelope e Ulisse? E di cosa parlavano che ancora oggi è argomento di conflitto di coppia?

Un viaggio, un film, un prontuario che si districa tra le pieghe della quotidianità, alla ricerca dell’amore, che non è essere sempre d’accordo, ma fa essere sempre dalla stessa parte.

Facendolo scopriranno che nella storia umana Casa Abis c’è sempre stata perché anche oggi tutti noi, nel nostro quotidiano, siamo un po’ gli Abis.

A chiudere la rassegna il 6 gennaio, alle ore 16, LUCILLA, l’idolo del momento per i più piccoli. Amatissima anche dai genitori, la star di Youtube con oltre trecento milioni di visualizzazioni, arriva live con il suo spettacolo, per salutare le vacanze natalizie con il sorriso perché “Lucilla viene dal sole portando raggi di felicità per giocare e cantare con i bambini!”. 

Uno show divertente, coinvolgente ed interattivo, pensato per stupire i bambini e portare allegria a tutta la famiglia con canzoni, coreografie da ballare col pubblico e tante sorprese. 

Uno spettacolo ricreativo e al contempo educativo che si basa sui concetti base del primo apprendimento come numeri, lettere e suoni, grazie all’esperienza di Lucilla, laureata in scienze dell’educazione. 

 

 

INFO e TICKETS

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Per maggiori informazioni sullo spettacolo, contattare gli uffici di DIMENSIONE EVENTI al numero 011/19214730

dal lunedì al venerdì

dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.30

 

Tutte le informazioni sull’evento:

sito www.dimensioneeventi.it

FB /dimensioneeventi

IG @dimensioneeventi

Biglietti in vendita a partire da sabato 18 novembrecon il circuito Ticket One (www.ticketone.it) per tutti gli eventi e anche sul circuito XCeed(www.xceed.me) per la serata di Capodanno.