Nell’oscurità tutti i colori si somigliano. I colori più intensi però si tingono grazie alle emozioni. Nella tavolozza dei colori si esprimono i concetti più disparati ma mai scontati. Il verde non viene scelto necessariamente per colorare lo stelo di un fiore, come il blu non si caratterizza necessariamente per l’interpretazione di un cielo. Il colore esprime solitamente lo stato d’animo dell’artista. Così si presenta l’arte di Alfredo Centofanti, dove la purezza delle sue emozioni celebra l’altruismo. Un’altruismo che espande sulle sue tele la costruzione del piacere nella sua minuzia e nella sua intensità. Centofanti nasce da una cultura orafa, sperimentandosi inizialmente nel mondo con i suoi preziosi dal design davvero contemporaneo.
Si eleva poi nella cura eclettica delle sua composizioni floreali fino ad arrivare alle installazioni e agli interiors, approdando infine alla pittura contemporanea. Tutte discipline che in qualche modo si legano tra loro e dove l’attenzione del particolare trasmette la magia dello spettacolo visivo in ogni sua realizzazione, dettata dal movimento e dalla staticità delle forme e dei colori. Un connubio che lo fa divenire oggi uno degli artisti emergenti d’eccellenza, caratterizzando gran parte delle sue opere. Un impulso creativo vero e proprio il suo , che non si appesantisce di alcun limite ma che ama fluttuare semplicemente nel suo colore, al ritmo incessante di ciò che la sua sensibilità più autentica gli sussurra.
Il suo è un linguaggio originale perché assolutamente in linea con la smania di offrire a se stesso e a coloro che davvero sapranno interpretare la sua arte assolutamente naturale, nella sua evoluzione più spontanea e altamente creativa. Lui, originario delle montagne d’Abruzzo, si abbandona spesso alla sua gioiosa solitudine, nella quale estrapola nell’immaginazione più soave della sua anima le ispirazioni più caratterizzanti che gli appartengono nella sua introspezione più preziosa. Per questo bouquet di esperienze, meditazione, capacità di interpretare un’etica sentimentale d’eccellenza quasi antica, Alfredo Centofanti riesce a dipingere la sua arte con colori ora delicati, ora forti , osando un gioco di forme e messaggi di estrema libertà interpretativa, tali da incantare i suoi spettatori , rendendoli assolutamente affini ad un’empatia curiosa che con estrema naturalezza lui riesce a rappresentare.
L’accostamento dei suoi colori si esprime come una magia sopita che esplode a seconda degli stati d’animo, ora forti, ora soavi, mescolando così un insieme di palpabili sensazioni che scoppiano alla luce di uno spettacolo che non annoia mai, ma che al contrario diviene altalenante nel suo linguaggio più eclettico, il più reale ed emozionante, Tanti quadri in un quadro, tante emozioni in un solo sbaffo di colore. Un’energia parlante nella quale specchiarsi e giocare.
Alfredo Centofanti presenterà le sue opere nell’inaugurazione della sua personale che si terrà presso 515 Creative Shop in via Giuseppe Mazzini, 40 a Torino il 20.03.2025 – orario : 18.00/22.00 www.515.it centofanti.art@gmail.com
MONICA DI MARIA CHIUSANO










RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA
Oppure che Ingrid Bergman era estremamente affabile. Parola di Antonio Monda che le vendette un paio di scarpe quando, giovanissimo maturando, ebbe in premio un viaggio negli Stati Uniti; per mantenersi lavorò come umile garzone in un negozio di calzature sulla Madison Avenue a New York. Lì un bel giorno entrò la diva, splendida 65enne, che lo promosse suo commesso personale e con lui parlò dell’amata Italia.
Il libro è a metà tra saggio e romanzo; del primo ha la precisione e la ricostruzione dei dettagli, del secondo la meravigliosa immaginazione. Una narrazione incantevole della vita e dell’opera dell’autrice di uno dei romanzi più inquietanti e famosi della letteratura mondiale.
C’è molta natura in questo romanzo della scrittrice e sceneggiatrice neozelandese, inclusa tra i 20 Best of Young British Writers di “Granta”. Al centro della narrazione c’è Birnam Wood, collettivo di orticoltori militanti in Nuova Zelanda. Attraverso atti di “guerrilla gardening” vorrebbero sviluppare un radicale e durevole cambiamento sociale e fare capire quanta terra viene sacrificata e sprecata quotidianamente.
L’isola di Liten, a metà strada tra Svezia e Danimarca, sembra proprio un luogo tranquillo; e invece no. E’ l’epicentro del secondo romanzo, pubblicato sotto pseudonimo da uno scrittore italiano -che vuole restare anonimo- ed ambienta una serie di gialli scandinavi originalissimi.
