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FESTIVAL MUSICALE, CON BIRRA ARTIGIANALE E STREET FOOD
CONCERTI DALLE ORE 21
Prosegue “Montaud Festival – Una collina di eventi”: una rassegna musicale che nasce dalla collaborazione tra due realtà punto di riferimento nel chierese per gli eventi, il buon cibo e il buon bere: La Nave dei Folli, e il birrificio Grado Plato. Durante l’evento sarà possibile infatti apprezzare lo street food del rinomato food-truck “Rustycone” e degustare le numerose (e pluripremiate) birre del birrificio. Tutti i concerti saranno ad ingresso gratuito.
Proprio nella sede dello storico birrificio piemontese Grado Plato, a Montaldo Torinese (Via Bardassano,8), si avvicenderanno sul palco gruppi di diversi generi musicali: dal rock, al jazz, passando per il blues, l’indie, il jazz e la musica cantautoriale. I concerti iniziano alle ore 21.
Venerdì 7 giugno ci sarà la “Notte dei cantautori”, uno straordinario progetto musicale che mette sul palco alcuni successi dei cantautori italiani, seguito, sabato 8 giugno dai Liltone Brothers e i Valentine base. Il duo acustico Liltone Brothers, composto da Stefano Fenoglio (voce/chitarra) e Lorenzo Finelli (voce/chitarra solista), propone musica internazionale e italiana, per condurre gli ascoltatori attraverso un’autentica unplugged experience. I Valentine Base (recupero del concerto per pioggia) si esibiranno in una carrellata di cover dei classici del rock.
Domenica 9 giugno sul palco i Son Machito. Il loro viaggio parte dalle radici: danzón, son mambo, cha cha cha e naturalmente salsa, ricordando gli artisti che rappresentano oppure hanno rappresentato la musica latino americana nel mondo.
Giovedì 13 si esibiscono gli Ultimo Treno, che propongono cover dei classici del rock, mentre venerdì 14 giugno, Stefano Casetta seguito dai Spell of Ducks.
Stefano Casetta è un cantautore e musicista classe ’01 della provincia di Torino. Si avvicina alla musica, e in particolare alla chitarra e al canto, da autodidatta, per proseguire poi la sua ricerca e i suoi studi presso l’Accademia Lizard di Torino. Ad oggi si è esibito ovunque sul territorio torinese (aprendo, tra le altre cose, il concerto de IlTre e dei Santi Francesi sul palco di Ritmika) preparando se stesso e il suo pubblico all’uscita del primo inedito. Tra pop, folk, rap, R&B e fingerstyle music, Stefano si muove come l’underdog della città, in una continua gavetta e puntando sempre più in alto.I l suo stile subito riconoscibile è frutto della sua indissolubile simbiosi con la chitarra e della mano esperta dei suoi produttori: Tony de Gruttola e Daniel Bestonzo.
Il live degli Spell of Ducks fa parte del tour di presentazione del loro nuovo album “L’autostrada dei fiori” uscito ad aprile 2024. Band indie-folk di Torino oggi composta da 6 elementi: voce, chitarra, banjo/tastiere, basso, batteria, violino.
Nel 2017 diventano “Artisti Del Mese” di MTV Italia e partecipano ad Italia’s Got Talent con l’approvazione di tutti i giudici. L’anno successivo salgono sul palco di Zelig a Milano e del Teatro Ariston a Sanremo, in occasione delle finali di Openstage e di Fiat Music.
Il 2020 è l’anno di “Ci vediamo a casa”, il loro nuovo disco in italiano e nel frattempo “Sailor Man” diventa la colonna sonora di un cortometraggio che li porta alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Inoltre, altre 5 canzoni del loro repertorio entrano nella soundtrack di “Per tutta la vita”, film di Paolo Costella, uscito al cinema in tutta Italia.
Nel 2022: esce la trilogia “Facciamonotte” e a fine 2023 cominciano le registrazioni del nuovo disco “L’autostrada dei fiori”, in uscita ad Aprile 2024.
Giovedì 27, venerdì 28 e sabato 29 giugno è il momento del “Montaud Jazz Festival”: Nella prima serata si esibirà il Mario Poletti Trio, mentre il 28 tocca all’Orchestra Eleven’s Band. Chiude, sabato 29, Flavio Boltro con Fabio Giachino.
Mario Poletti Trio. Progetto del mandolinista Mario Poletti che, elaborando le esperienze maturate con alcune delle migliori formazioni della scena folk rock italiana, Lou Dalfin, Teres Aoutes String band, e contaminandole con i linguaggi della musica afroamericana, blues, funky, jazz, latin, propone un repertorio di brani originali e non che, con il contributo dello strumento nostrano per eccellenza, il mandolino, sono caratterizzati dalla ricerca di un suono popolare e italiano dove confluiscono passato e presente e tradizione e modernità.
Formazione
Mario Poletti – mandolino
Marco Piovano – basso elettrico
Daniele Bianciotto – batteria
Eleven’s Band. Un gruppo di amici, insegnanti e allievi di musica che grazie agli ambienti della Filarmonica Chierese, con esperienze musicali eterogenee hanno deciso di dar vita ad un nuovo progetto musicale. Una big band composta da 11 elementi che spazierà dallo swing al pop ed altri svariati generi, con un sound che “strizza l’occhio” alle migliori Big Band Americane.
Flavio Boltro con Fabio Giachino. Un incontro straordinario caratterizzato da una carica espressiva dialtissimo livello alternata a momenti di profonda intensità artistica in un repertorio che si muove liberamente tra composizioni originali e standard jazz.
Flavio Boltro tromba di riferimento del jazz italiano insieme a Fabio Giachino, tra i più virtuosi giovani pianisti italiani, danno vita a “Things to say”, il nuovo lavoro discografico prodotto da Cam Jazz che uscirà nel 2021.
I due artisti hanno condiviso insieme numerose esperienze musicali giungendo ad una intimità artistica che trova la sua massima espressività in questo lavoro in cui le cose da dire sono molte, ma sono soprattutto intense ed uniche.
Oltre alle illustri collaborazioni internazionali tra cui spiccano i nomi di Michel Petrucciani, Freddie Hubbard, Marcus Miller, Cedar Walton, Danilo Rea, Gino Paoli e molti altri, Flavio Boltro è stato citato da Winton Marsalis sul “Down Beat” tra i dieci trombettisti migliori al mondo.
Fabio Giachino è tra le figure più interessanti della nuova generazione di pianisti, si è aggiudicato numerosi premi internazionali (tra cui Premio M.Urbani 211, C.Bettinardi 2011) e ha collaborato con artisti del calibro di Randy Brecker, Dave Liebman, Gavino Murgia, Javier Girotto.
Informazioni al numero: 333 621 08 14
Resume programma di giugno:
7 giugno – Notte dei cantautori (Miotello e co)
8 giugno – Liltone Brothers + Valentine base
9 giugno – Son Machito
13 giugno – Ultimo treno
14 giugno – Stefano Casetta (opening gratis) + Spell of Ducks
27-28-29 Jazz Festival:
27 giugno – Mario Poletti Trio
28 giugno – Orchestra Eleven’s Band
29 giugno – Flavio Boltro e Fabio Giachino
BIOGRAFIE
La Notte dei Cantautori è uno straordinario progetto musicale che mette sul palco alcuni successi dei cantautori italiani, le canzoni che tutti amiamo e conosciamo a memoria. Brani che ci hanno fatto innamorare, gioire, piangere, commuovere, che ci hanno unito ai nostri amici attorno ad una tavola o ad un falò in spiaggia.
La musica d’autore italiana moderna, che nasce con Domenico Modugno, e che trova nei cambiamenti sociali degli anni 70 il suo trampolino di lancio per arrivare fino ad oggi, ha introdotto temi e testi di indubbio valore simbolico, emotivo e letterario. Una rivoluzione che è passata dall’arte, dalla musica e dalle parole di autori che avevano l’esigenza di raccontare le loro storie, regalando all’Italia un patrimonio collettivo importantissimo.
Costruire uno spettacolo su questo tesoro è stato il vero scoglio della band, proprio perché il dilemma è “chi non mettere in scaletta, che brani non suonare”; la scelta quindi, assolutamente soggettiva, è stata quella di cercare di fare una “fotografia sonora” del nostro Paese. Un repertorio suonato con passione ed energia, con brani arrangiati in maniera originale senza tuttavia stravolgere le intenzioni degli autori. Uno spettacolo condito da racconti a aneddoti per imparare a conoscere meglio le personalità degli artisti, di alcune loro caratteristiche e peculiarità.
La grandissima esperienza dei componenti della band garantisce uno spettacolo di qualità, in grado di coinvolgere il pubblico fino a farlo diventare il vero protagonista della serata, con i suoi cori, le parole e le emozioni che si riversano sul palco.
La band è composta da: Marco D’Angeli (voce), Francesco Lannocca (tastiere e cori), Maurizio Miotello (chitarre e cori) Antonio Filigno (basso), Angelo Cannarozzo (batteria).
Son Machito
Il nostro viaggio parte dalle radici : danzón, son mambo, cha cha cha e naturalmente salsa, ricordando gli artisti che rappresentano oppure hanno rappresentato la musica latino americana nel mondo.
Un vero e proprio fenomeno culturale del Caribe, il cui popolo dal temperamento fiero e tenace è sempre pronto a contrapporre ad ogni avversità la musica, la danza e l’allegria.
Marzia Savoiardo – voce solista
Max Brizio – voce, synth e piano
Totò Giunta – voce e basso
Mario Bracco – congas
Maurizio Plancher – timbales
Spell of Ducks
Band indie-folk di Torino oggi composta da 6 elementi: voce, chitarra, banjo/tastiere, basso, batteria, violino.
Nel 2017 diventano “Artisti Del Mese” di MTV Italia e partecipano ad Italia’s Got Talent con l’approvazione di tutti i giudici. L’anno successivo salgono sul palco di Zelig a Milano e del Teatro Ariston a Sanremo, in occasione delle finali di Openstage e di Fiat Music.
Il 2020 è l’anno di “Ci vediamo a casa”, il loro nuovo disco in italiano e nel frattempo “Sailor Man” diventa la colonna sonora di un cortometraggio che li porta alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Inoltre, altre 5 canzoni del loro repertorio entrano nella soundtrack di “Per tutta la vita”, film di Paolo Costella, uscito al cinema in tutta Italia.
Nel 2022: esce la trilogia “Facciamonotte” e a fine 2023 cominciano le registrazioni del nuovo disco “L’autostrada dei fiori”, in uscita ad Aprile 2024.
Flavio Boltro con Fabio Giachino. Un incontro straordinario caratterizzato da una carica espressiva di altissimo livello alternata a momenti di profonda intensità artistica in un repertorio che si muove liberamente tra composizioni originali e standard jazz.
Flavio Boltro tromba di riferimento del jazz italiano insieme a Fabio Giachino, tra i più virtuosi giovani pianisti italiani, danno vita a “Things to say”, il nuovo lavoro discografico prodotto da Cam Jazz che uscirà nel 2021.
I due artisti hanno condiviso insieme numerose esperienze musicali giungendo ad una intimità artistica che trova la sua massima espressività in questo lavoro in cui le cose da dire sono molte, ma sono soprattutto intense ed uniche.
Oltre alle illustri collaborazioni internazionali tra cui spiccano i nomi di Michel Petrucciani, Freddie Hubbard, Marcus Miller, Cedar Walton, Danilo Rea, Gino Paoli e molti altri, Flavio Boltro è stato citato da Winton Marsalis sul “Down Beat” tra i dieci trombettisti migliori al mondo.
Fabio Giachino è tra le figure più interessanti della nuova generazione di pianisti, si è aggiudicato numerosi premi internazionali (tra cui Premio M.Urbani 211, C.Bettinardi 2011) e ha collaborato con artisti del calibro di Randy Brecker, Dave Liebman, Gavino Murgia, Javier Girotto.
Eleven’s Band. Un gruppo di amici, insegnanti e allievi di musica che grazie agli ambienti della Filarmonica Chierese, con esperienze musicali eterogenee hanno deciso di dar vita ad un nuovo progetto musicale. Una big band composta da 11 elementi che spazierà dallo swing al pop ed altri svariati generi, con un sound che “strizza l’occhio” alle migliori Big Band Americane
VENERDI 7 GIUGNO
Venerdì 7 giugno ore 18
PERDIZIONE – prima nazionale
MAO – performance nell’ambito del festival Interplay
Una performance site specific di e con Stefania Tansini adattata appositamente per il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino, realizzata per la prima volta in forma di studio per gli spazi della Fondazione 1563 nel Palazzo Einaudi.
Il corpo si pone come elemento di passaggio in ascolto verso quello che offre l’attimo, il luogo, il suono. Sfugge e lascia una traccia. Un abbandono alla contingenza e al piacere del movimento. Un cambiamento di forme e dinamiche a partire dalla sensibilità della presenza in una costante ricerca di autenticità. La coreografia si sviluppa in parallelo all’andamento sonoro e accoglie le caratteristiche del luogo. Apre possibilità di esistenza inaspettate a partire dall’attenzione minimale del gesto. Corpo e suono sono attivatori di accadimenti effimeri: stanno, agiscono, rimangono, abbandonano.
Ingresso €10. I biglietti sono disponibili in prevendita su Ticketone e in biglietteria il giorno dell’evento.
STEFANIA TANSINI. Danzatrice e coreografa, è diplomata all’Accademia Paolo Grassi. Ha lavorato per Romeo Castellucci, Cindy Van Acker, Simona Bertozzi, Luca Veggetti, Enzo Cosimi, Ariella Vidach, Motus. Ha intrapreso un percorso di ricerca sul corpo che porta avanti attraverso progetti coreografici e performativi. È vincitrice del premio UBU 2022 nella categoria “miglior performer under 35” ed è artista associata alla Fondazione Teatro Grande di Brescia. I lavori di Stefania Tansini sono stati presentati in numerosi festival, tra cui Romaeuropa Festival, Festival FOG di Milano, Festival di Sant’Arcangelo, Festival Gender Bender di Bologna, Festival La democrazia del corpo di Firenze, Festival Interplay. Stefania è stata vincitrice nel 2023 del Bando Air per L’ombelico dei limbi, nel 2022 Premio UBU miglior attrice/performer under 35 e nel 2021 Premio rete e critica per La grazia del terribile, per citarne alcuni.
SABATO 8 GIUGNO
Sabato 8 e domenica 9 giugno ore 10 – 17
LE ROSE
Palazzo Madama – workshop di acquerello botanico con Angela Petrini
Osserveremo la grande varietà di rose presenti nel giardino di Palazzo Madama: la rosa gallica, la rosa alba, la rosa damascena (di Damasco) colpiscono il visitatore con i colori dei petali e le forme delle corolle, a cui si accompagna l’intensità del profumo che da loro sprigiona.
L’osservazione delle caratteristiche botaniche si tradurrà nel disegno, a cui darà vita il colore studiato nelle sue possibili miscele e modalità di applicazione. Ai più esperti si proporranno, tra l’altro, più elaborate costruzioni compositive come la rappresentazione del fiore bianco.
Il corso ha una durata di 12 ore ed è accreditato per l’aggiornamento degli insegnanti (legge 170 del 21/03/2016 art. 1.5).
Angela Petrini, affermata acquerellista botanica, ha ottenuto il Diploma con lode in disegno e acquerello botanico dalla Society of Botanical Artists nel Regno Unito nel 2010, tra i suoi riconoscimenti più significativi la Golden Medal ricevuta dalla eminente Royal Horticultural Society al RHS London Orchid & Botanical Art Show 2018.
Materiale occorrente: acquerelli; pennelli tondi a punta fine numeri 4, 2, 0; matita HB; gomma morbida; carta liscia satinata 300 gr. formato 30×40 circa. A chi non avesse il materiale l’insegnante può fornire carta, pennelli e colori necessari per lo svolgimento del seminario al costo di 5 €. È necessario segnalarlo al servizio prenotazioni.
Costo: € 140 / ogni incontro
Posti disponibili per ogni appuntamento: 8
Prenotazione obbligatoria: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it
Sabato 8 giugno ore 14:30, 15:30 e 16:30
UNA VALIGIA DI SOGNI. STORIE DI VIAGGI E DI GRANDI AVVENTURE
MAO – attività per famiglie in collaborazione con Comune di Torino, Crescere Leggendo e Centro di documentazione e biblioteca pedagogica
Un appuntamento dedicato alle bambine, ai bambini e alle loro famiglie, alla scoperta dell’Asia, della sua storia, all’interno degli spazi espositivi del MAO Museo d’Arte Orientale, accompagnati da letture di storie di viaggi.
Ingresso libero. Prenotazione obbligatoria a: maodidattica@fondazionetorinomusei.it – 0114436928
Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO. Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com |
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html
Domenica 9 giugno, la compagnia e casa di produzione Di Tutto un Po Artists porta in scena il testo di Stefania De Ruvo al Teatro Borgonuovo di Rivoli in Via Roma 149C.
Cosa succederebbe se il tradimento avvenisse alla luce del sole? Se invece di nascondersi si vivesse apertamente una storia d’amore con moglie e amante, o fidanzata uno e fidanzata due? Non sto parlando di peccaminosi ménage à trois o di famiglie poliamorose dove tutti si amano e sono felici. Parlo di accettare che il nostro partner abbia un altro, o un’altra, senza nasconderlo. Se il tradimento è sport assai praticato, che almeno sia noto a tutte le parti, cosicché queste possano accettarlo o applicare il teorema di Raffaella Carrà: se non ti sta bene, trova un altro più bello.
Ad indagare la tematica è Stefania De Ruvo, autrice teatrale le cui opere sono state portate in scena in teatri italiani e spagnoli, con la commedia brillante In Tre Sotto il Letto. A dar vita ai tre personaggi decisamente sopra le righe sono Angela Di Tria, Rosy Fiorillo e Marco Sapino, attori e produttori di quella che è una vera e propria società di produzione di spettacoli che loro hanno chiamato Di Tutto un Po Artists. E attenzione, si scrive Po e non Po’, come il nostro fiume, per sottolineare e omaggiare la terra da cui provengono.
Ho provato a intervistarli e non è stato semplice. Angela, Rosy e Marco sono un vulcano che esplode e ti travolge con l’entusiasmo di chi ama ciò che fa e lo racconta con passione. Uno finisce la frase dell’altra, gli argomenti si intrecciano e spesso devi chiedere loro di rallentare. Provo a dipanare una matassa assai ingarbugliata, ma divertente.
Cominciamo dalle presentazioni. Chi siete e come siete nati artisticamente?
Marco: io sono un farmacista e provengo da una famiglia che lavora in ambito medico. Ma la voglia di fare l’attore non si è mai assopita. Così ho studiato e fatto teatro a livello amatoriale. Poi all’accademia Attori di Torino ho conosciuto Rosy e Angela e ho capito subito che condividevamo la stessa visione e lo stesso percorso.
Mi state dicendo che portate avanti due carriere parallele? Questo spesso non è ben visto dalla società. O sei farmacista o attore.
Rosy: e ti dirò di più. Io ho lavorato anche nelle risorse umane. Spesso i curricula con tante esperienze diverse venivano cestinati. Invece di assumere qualcuno che dimostra di essere versatile o intercambiabile, si scarta perché “quello non si sa bene cosa faccia”.
E dire che ci sono molti casi di persone che hanno abbracciato più mestieri. Il grande Enzo Jannacci era un ottimo medico e un musicista meraviglioso.
Marco: esatto, e noi, a un certo punto, ci siamo resi conto che avevamo bisogno di portare avanti i nostri progetti artistici. E invece di fondare una compagnia abbiamo dato vita a una vera e propria società di produzione.
Angela: Di tutto un Po Artists si occupa infatti di produrre e anche scrivere progetti teatrali e culturali. Stiamo lavorando a un progetto intitolato Omnia: tre personaggi che rappresentano vita amore e passione all’incontro col quarto, il destino. In omnia c’è l’arte a 360° con canto, chitarra, poesia ma anche tecnologia.
Fermi. Ritorniamo al vostro profilo. Anche tu Rosy provieni dall’Accademia Attori e…?
Rosy: Lavoro per un’azienda di moda e insegno yoga. Ma ho scelto di fare l’attrice per assecondare la mia natura. Sai, son sempre stata quella che passa per essere sopra le righe. Non fraintendermi. In azienda sto bene, ma ho anche bisogno di esprimermi e la recitazione mi fornisce la scusa giusta.
Angela: ed è un’ex atleta. Una pallavolista.
Rosy: si e sono sempre stata molto motivata. Quando mi metto a fare una cosa, mi ci impegno. Certo non ho figli e mi rendo conto di potermelo permettere.
Ho perso il conto dei mestieri e ho quasi paura a chiedere: e tu Angela?
Angela: lavoro in un’azienda di materiali edili e artisticamente arrivo dal mondo della danza, a partire da quella classica.
Marco: Angela è un’ottima regista. Sua è infatti la regia di In Tre Sotto il Letto. E pensa che non sapeva nemmeno di volerlo fare.
Angela: sono stati loro a spingermi e si, mi piace dirigere. Quando ci siamo conosciuti io ero molto stressata, tant’è che non mi presero subito in considerazione.
Marco: l’occasione arrivò con uno spettacolo all’imbarco Perosino. L’abbiamo coinvolta e spinta a cantare e recitare.
Rosy: angela canta da molti anni e ha una voce bellissima. Sua la voce che si sentirà in Omnia.
Possiamo dire che questa commedia vede Eva contro Eva litigarsi il bell’Adamo?
Rosy: non proprio.
Angela: le due sanno e accettano inizialmente la loro situazione. Le loro giornate sono ben suddivise sino a quando…
Ferma! Non voglio sapere troppo. Quindi non parliamo di rivalità. Ma almeno possiamo dire che, personalmente, se vengo tradita, io non voglio saperlo?
Rosy: e qui sta il punto o fammi dire l’ipocrisia. Tutti tradiscono e chi tradisce spesso lo scopre, ma fa finta di non sapere. Non credi che si vivrebbe meglio se lo facessimo con più leggerezza? Ecco, la commedia cerca di aprire un tavolo di discussione. Si vuole instillare il dubbio su quella che è spesso l’ipocrisia di cui un rapporto è intriso. Il testo vuole farci ragionare. Come quando una coppia non si separa per i figli, senza considerare che magari i figli starebbero meglio dopo. E se anche un solo spettatore esce e ne discute, noi abbiamo raggiunto il nostro obiettivo.
Marco: sai che spesso il nostro pubblico ci scrive per dirci cosa ha provato durante un nostro spettacolo? È successo per La Verità di Freud, sempre della De Ruvo, un lavoro che abbiamo portato anche nelle scuole.
Un’altra produzione…
Rosy: e avevamo paura che i trecento o quattrocento ragazzi in auditorium non ci seguissero. E invece no, non è volata una mosca e alla fine ci hanno scritto per raccontarci cosa avevano provato.
Marco: a me scrivono tutt’ora. Abbiamo iniziato quest’avventura pensando di aprire un’associazione culturale. Invece poi abbiamo dato vita a una vera e propria società che si occupa di produrre ma anche di fare workshop. Il riscontro del pubblico è arrivato subito. Abbiamo anche scritto uno spettacolo per il compleanno di una onlus di farmacisti di cui sono volontario.
Anche il volontariato?
Marco: si, faccio parte di questa onlus, che in realtà oggi si chiama Odv, organizzazione di volontariato. L’A.p.p.a, questo il nome, comprende farmacisti che vanno in paesi africani o in altre parti del mondo a insegnare le preparazioni. Quest’anno, in occasione del ventennale della fondazione, A.p.p.a ci ha chiesto uno spettacolo da mettere in scena durante la cena a Villa Sassi. Abbiamo prima intervistato i farmacisti e poi scritto un copione trasponendo la loro visione della professione in spettacolo teatrale.
Questa è un’altra bellissima storia che meriterebbe un articolo a parte. Non sapevo di questa organizzazione.
Marco: Quando vuoi… Come vedi, la nostra società di produzione ci permette di muoverci a tutto tondo, non vogliamo solo recitare, vogliamo dare spazio a progetti artistici e culturali. Vogliamo maggiore libertà. E a settembre inizieremo anche i corsi di formazione.
Piano piano si delineano i ruoli in un terzetto che si completa e si compensa. Se Marco propone, Rosy asseconda e Angela pondera. Marco sembra una creatura a metà tra il pigmalione e il talent scout. Lui riesce a vedere attitudini che il diretto interessato sembra non sapere di avere. Rosy è la partner in crime perfetta per Marco, entusiasta e folle al punto giusto. L’eterea Angela osserva, rallenta i compagni d’avventura ma allo stesso tempo si lascia trascinare.
Dal loro incontro mi porto a casa due cose. Intanto che non tutti sono definibili con una sola etichetta: il medico, l’insegnante, il commesso, l’attore, la ballerina. C’è chi si divide tra più passioni e finisce per portare avanti più mestieri.
E poi che abbiamo bisogno di amare e di essere amati da chi è in grado di condividere quei mestieri e quelle passioni. Credo sia questo a cui dobbiamo ambire. Persone che ci permettono di essere noi stessi o la versione migliore di noi stessi. Che ci sostengono, ci nutrono e ci aiutano a evolvere. Non so se sia possibile vivere una relazione dove si condivide lo stesso partner. Ma so che si può vivere un’amicizia dove due o più anime costruiscono, aiutano e si lasciano aiutare per scoprirsi e piacersi. O meglio, sono quelle le amicizie a cui si può e si deve ambire. Dopotutto, l’amore, non quello erotico, ma quello con la A maiuscola, universale, non si divide, si moltiplica.
A proposito, come finisce la commedia teatrale? Non ne ho idea, lo scoprirò domenica 9 alle 21 al Teatro Borgonuovo di Rivoli. I biglietti potete richiederli al n. 339/2827542
Ci vediamo lì, tra il pubblico. Ma non in quel letto che pare un po’ troppo affollato.
In Tre Sotto il Letto
con la compagnia Di Tutto un Po Artists
Domenica 9 Giugno
Teatro Borgonuovo di Rivoli
Via Roma 149/c
Biglietti:
intero 15 euro, ridotto 12 euro (under 12/over 65)
disponibili contattando il n. 339/2827542
Lori Barozzino
Chiude lunedì 10 giugno 2024 la mostra, LIBERTY. Torino capitale allestita nella Sala Senato di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino, che sta raggiungendo il traguardo di 90.000 visitatori in circa 7 mesi di apertura al pubblico, con una media giornaliera di 460 persone.
Per l’occasione, venerdì 7 giugno alle ore 15:45 e alle 17:00 il Direttore di Palazzo MadamaGiovanni Carlo Federico Villa sarà lieto di accompagnare i visitatori in due visite guidate speciali e gratuite.
L’esposizione, a cura di Palazzo Madama e della SIAT – Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino con la collaborazione di MondoMostre racconta con un centinaio di opere il fondamentale ruolo di Torino per l’affermarsi del Liberty, un’arte che nella capitale sabauda diviene il fulcro di una storia che travolge ogni aspetto della vita e della società, definendo un’esperienza architettonica e artistica che dalle suggestioni torinesi si diffonderà in tutto il mondo.
La mostra è articolata in cinque sezioni con un allestimento emozionante e coinvolgente, che affronta ogni aspetto delle manifestazioni artistiche del Liberty, consentendo al visitatore di comprendere i meccanismi della creazione architettonica ed estetica, siano esse di architettura, di design d’interni, pitture, sculture, lavori grafici o di decorazione, oggetti d’uso, testi letterari, poesia o musica, tutti lavori caratterizzati dalla particolarissima linea strutturale della natura, generatrice eterna di forme.
Chi non avesse ancora avuto l’opportunità di visitare la mostra può farlo in quest’ultima settimana.
Visite guidate speciali a cura del Direttore di Palazzo Madama Giovanni Carlo Federico Villa:
Venerdì 7 giugno ore 15:45 e 17:00
Visita guidata gratuita
Ingresso alla mostra secondo regolamento
Prenotazione obbligatoria: tel. 011 4429629 e-mail:madamadidattica@fondazionetorinomusei.it
A cura di piemonteitalia.eu
Leggi l’articolo ⤵️
https://www.piemonteitalia.eu/it/cultura/fortificazioni/bardonecchia-forte-bramafam
Il Gobetti (gremitissimo) come un’oasi di pace e di serenità, di voglia di fare e ritrovarsi. Tranquillità, tutto fila liscio, lontana l’aria di contestazione che ha disturbato la presentazione della stagione del confratello romano nei giorni scorsi. I titoli degli spettacoli inseriti nel cartellone dello Stabile torinese per la prossima stagione accompagnano il chi abbraccia chi, i blabla annuali e rituali delle autorità e dei grandi sostenitori, il sindaco Lo Russo trova il tempo d’inserire una di quelle vane frasi ad effetto che suona “gli artisti sono l’anima e il cuore dell’attività teatrale” che con “la necessità di puntare sulla cultura” e il ringraziamento fatto all’assessora Purchia onnipresente punto di sostegno e con la reclamizzazione dei progetti della Cavallerizza e degli avviati lavori della Biblioteca Civica (“diventerà la biblioteca più grande d’Italia”) che avrà accanto un teatro “in fase di cantierizzazione” sanno un po’ di passeggiata elettorale dell’ultima ora: o meglio, il dubbio è quasi lecito. Poi c’è l’insediamento ufficiale del nuovo presidente Alessandro Bianchi, ci sono gli addii alla stazione, chi rimane e chi resta, Filippo Dini che lascia per andare a dirigere il Teatro Stabile Veneto (“qui lascio un pezzo di cuore e un bel carico della mia gratitudine”) e Valerio Binasco confermato direttore artistico sino a tutto il 2027 (ci mancheranno tra un anno i loro amichevoli bisticci, la compostezza di Dini, e l’irruenza caotica di Binasco, il loro abbraccio finale che segnerà speriamo altre collaborazioni).
Tempo di anniversari, anche. L’anno prossimo ci saranno settanta candeline a festeggiare il lungo cammino (“e non a caso settanta sono i titoli che popolano la nostra stagione, un felicissimo rimando”, conteggia il direttore Fonsatti) del nostro Stabile, cinquanta gli anni che vedono il sempre maggior peso del Centro Studi. “Citando un filosofo come Umberto Galimberti – ancora Fonsatti -, nella nostra stagione può risuonare la sua “etica del viandante”, intesa come ricerca continua sul rapporto tra il genere umano e il mondo che lo circonda. La declinazione pratica di questi intendimenti programmatici si articola in un cartellone di quasi cinquecento recite per sessantasei titoli, di cui oltre la metà scritti da drammaturghi viventi – ovvero sfatiamo la convinzione che se non sei morto da almeno cent’anni non ti mettono in scena! – a riprova della presa diretta del TST sul mondo contemporaneo e del tentativo di elaborare in una forma estetica e poetica i temi dolorosi o gioiosi della condizione umana.”
Un mondo contemporaneo a cui s’affacciano – e lo si deve sottolineare con vera felicità – quei giovani che hanno frequentato o frequentano la Scuola di recitazione, affidata in toto a Leonardo Lidi, guidati non soltanto alla prova finale – il prossimo “Prato inglese” sarà il loro esame d’ammissione al mondo teatrale – ma a guardare oltre. Alcuni ripercorreranno il percorso dei “Sei personaggi” pirandelliani proposto da Binasco nel 2023, altri soprattutto affronteranno prove che ne mostreranno aspetti da verificare o sfide mai affrontate. Diego Pleuteri, appena ventiseienne, “siamo lieti di investire sul suo giovane talento, coinvolgendolo come drammaturgo in diversi progetti”, riproporrà “Come nei giorni migliori”, per la regia di Lidi, e presenterà nel prossimo febbraio “Madri” con la regia di Alice Senigaglia, testo che ha già ricevuto segnalazioni e premi. Mentre a gennaio Marta Cortellazzo Wiel, trentenne uscita anche lei dal vivaio, sarà l’interprete e regista di “Prima facie”, un testo “urticante” scritto da Suzie Miller, grande successo londinese e ora proposto nei principali teatri europei, portatore di un tema e di una ferita con cui dobbiamo fare i conti ormai quotidianamente, la vicenda di Tessa Ensler, avvocata di successo, specializzata nei casi più spinosi, come la difesa di chi è accusato di violenza sessuale, rigida osservante del sistema giudiziario e delle sue regole: fino al giorno in cui subirà uno stupro, ritrovandosi a scoprire la vera natura delle regole in cui ha sempre creduto.
“Atto unico” è il titolo posto all’insegna dell’intera stagione, sembrerebbe andare verso una sola direzione, invece abbraccia la pluralità di segni e di sogni, di realistici intenti, di riferimenti, di progetti da maturare e affermare. Sta sotto lo sguardo e le parole dell’autore che deve essere divenuto il faro, il punto di riferimento del direttore artistico Binasco, quel Jan Fosse premio Nobel da cui si continua ad attingere: “L’arte, la buona arte, riesce, in modo meraviglioso, a coniugare l’assolutamente unico con l’universale… La guerra e l’arte sono opposti, proprio come lo sono la guerra e la pace. È semplicemente così. L’arte è pace”. E di questi tempi non è male ribadirlo. Per cui, ad immagine della stagione, appare una ragazza dai tratti botticelliani ad imbracciare un mitra, innocuamente di plastica verde, rivestito di una copertura fatta all’uncinetto, da cui spunta un fiore rosso: più pace di così.
Pace con il fiore rosso, un cartellone dai molteplici sguardi, anche un panorama che cambia all’interno dello Stabile. Un rinnovato Consiglio d’Amministrazione, con la conferma per Binasco di cui s’è detto, con Lidi che assume il ruolo di regista residente, con la nuova squadra di artisti associati formata da Kriszta Székely, Liv Ferracchiati e Silvia Gribaudi: ai quali si dovranno rispettivamente la messinscena del “Costruttore Solness” di Ibsen, la riproposta – con un nuovo cast e con un allestimento completamente rinnovato – di “Stabat Mater”, un progetto che “tratta tematiche politicamente e socialmente centrali come l’autodeterminazione e la libertà d’espressione identitaria”, e “Suspended Chorus”, in prima nazionale in maggio alla Fonderie Limone, un legame più stretto tra prosa e danza, che dovrebbe segnare le prossime stagioni, uno spettacolo in cui Gribaudi sente “il bisogno di rinnovare il proprio dialogo con il pubblico e riflettere sul modo con il quale guardiamo il corpo dell’altro/a e su come possiamo rivoluzionare il nostro sguardo.” La danza, ancora affidata ad Anna Cremonini (sino al 2027), con altri appuntamenti all’interno della stagione di prosa: il 28 novembre la prima nazionale di “Taverna Miresia” del giovane e promettente greco- albanese Mario Banishi, di “Coup Fatal” di Alain Platel e di “Works and Days” del collettivo Belga FC Bergman.
La stagione si aprirà il 7 ottobre con “Cose che so essere vere” di Andrew Bovell, pluripremiato scrittore e drammaturgo australiano (di lui applaudito nell’aprile di due anni fa “When the rain stops falling”), regia e interpretazione di Binasco, con Giuliana De Sio, Giovanni Drago e Giordana Faggiano, storia di quattro fratelli, i meccanismi domestici e matrimoniali, la continua lotta a definire se stessi al di là dell’amore e delle aspettative dei genitori. Poi Lidi con “La gatta sul tetto che scotta” di Tennessee Williams e il capitolo finale della sua trilogia cecoviana, in prima a Spoleto, “Il giardino dei ciliegi”: ma sarà una festa per quanti hanno nel cuore lo scrittore russo dividersi nella giornata del 30 novembre, nella sala del Carignano, in una maratona che vede “Il gabbiano” (ore 11,30), “Zio Vanja” (ore 15) e “Il giardino” (ore 18,30). Punte di diamante nelle coproduzioni, “I parenti terribili”, Filippo Dini regista, odi e passioni e scandali targati Jean Cocteau, “Fred!” nelle feste natalizie, Brachetti regista e Matthias Martelli autore e interprete, e “Le baccanti”, da Euripide, artefice ancora una volta Marco Isidori (“contaminazione per penna affilata”), ulteriore prova d’invenzione per Daniela Dal Cin, Paolo Oricco e Maria Luisa Abate tra gli interpreti, festa per il quarantennale dell’avventura artistica dei Marcido Marcidorjs.
Tra le tante ospitalità che accrescono la ricchezza del cartellone, Toni Servillo, tra Baudelaire Dante e i Greci, “La locandiera” con Sonia Bergamasco, Alessandro Haber pronto a cimentarsi con il mal di vivere di Zeno Cosini nella “Coscienza” di Svevo, Neil Simon sdoganato a classico con gli inossidabili Orsini e Branciaroli nei “Ragazzi irresistibili” (un altro Simon, “Capitolo due”, lo propone Massimiliano Civica con il Teatro di Napoli), Gabriele Lavia che affronta O’Neill e il suo “Lungo viaggio verso la notte”, Roberto Andò per l’ultimo Ingmar Bergman di “Sarabanda”, e poi Battiston e Maddalena Crippa e Giorgio Pasotti diretto da Alessandro Gassmann, “Natale in casa Cupiello”, un Eduardo per attore e pupazzi: sino all’atteso “La morte a Venezia”, dal romanzo di Mann, scritto e diretto da Liv Ferracchiati, una macchina fotografica su un treppiede e uno scrittore che muore su una spiaggia, un incontro di parola danza e video, al centro von Aschenbach con Tadzio e la morte, sottotitolo “Libera interpretazione di un dialogo tra sguardi”.
Elio Rabbione
Nelle immagini: una scena dei “Sei personaggi” e Valerio Binasco, Giuliana De Sio, Sonia Bergamasco nella “Locandiera”, “I ragazzi irresistibili” con Orsini e Branciaroli.
Riprendono a Rivoli gli appuntamenti mensili dedicati alla grande Collezione privata di Francesco Federico Cerruti
Giovedì 6 giugno, dalle 18 alle 19,30
Rivoli (Torino)
L’occasione è davvero ghiotta per chi ancora non l’avesse fatto. Cosa? Visitare, appena fuori porta, una Collezione privata di altissimo livello, qual è la “Collezione Cerruti”, Polo del “Castello di Rivoli” aperto al pubblico dal maggio del 2019 e comprendente quasi 300 opere di pittura e scultura, tappeti preziosi, libri antichi, legature di pregio e mobili dei più celebri ebanisti che spaziano dal Medioevo al Contemporaneo.
Con il nuovo titolo “Collezione dal vivo” sono infatti ripresi gli appuntamenti mensili di approfondimento alla “Collezione” della Villa di Vicolo dei Fiori 5, a Rivoli (Torino). Anche quest’anno, dunque, storici dell’arte e studiosi di altri ambiti disciplinari presenteranno al pubblico, nella “Sala delle Orchidee”, un’opera o un ciclo di opere appartenenti alla “Collezione Cerruti”. Non solo. Da quest’anno, infatti, le conferenze si alterneranno ad appuntamenti dedicati alla musica dal vivo, in forma di “lezioni-concerto”, a cura di Mario Calisi, pianista, compositore e direttore d’orchestra.
E proprio Calisi sarà protagonista del prossimo appuntamento, in agenda per giovedì 6 giugno(18/19,30), con una lezione-concerto a tema “Gli affetti”. Docente al Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi” a Milano e “pianista dal suono diamantino” (come ebbe a definirlo il musicologo W. Stettler), Mario Calisi, al pianoforte, accompagnato da Lorenzo Fazzini, primo flauto dell’“Orchestra Filarmonica Campana” eseguiranno brani di Franz Benda, Johann Nepomuk Hummel e Raffaele Galli.
Seguirà una visita speciale che condurrà il pubblico alla scoperta di opere, nuclei collezionistici e storie legate al tema prescelto.
L’offerta sarà ampia e particolarmente suggestiva.
La “Collezione”, iniziata a metà degli anni Sessanta, annovera, fra gli altri, capolavori che vanno dalle opere di Bernardo Daddi e Pontormo a quelle di Renoir, Modigliani, Kandinskij, Klee, Boccioni, Balla e Magritte, per arrivare a Bacon, Burri, Warhol, De Dominicis e Paolini, ed è il frutto della passione e della sensibilità artistica di Francesco Federico Cerruti (Genova, 1922 – Torino, 2015), figura esemplare di imprenditore e collezionista scomparso all’età di 93 anni.
Il “Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea”, in virtù di un accordo firmato nel luglio 2017 con la “Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte”, proprietaria delle opere, è il primo “Museo d’arte contemporanea” che grazie alla sua Collezione poliedrica e ricca di sfaccettature getta un “ponte dialogico” tra il presente e il passato. L’intenzione è di creare un “modello nuovo” di Museo, in cui l’arte del passato è osservata da prospettive contemporanee dando vita a un vero e proprio scambio vitale tra Collezioni, artisti d’oggi e capolavori del passato.
Dopo l’incontro con i Maestri Calisi e Fazzini, il prossimo appuntamento a “Villa Cerruti” si terrà giovedì 25 luglio (18/19,30) con lo storico e critico d’arte Claudio Zambianchi, grande esperto dell’opera di Monet, che illustrerà “La Falaise et la Port d’Aval”, 1885, di Claude Monet, dipinto del “Museum Barberini” di Potsdam, ospitato a “Villa Cerruti” fino al 18 agosto, all’interno di un progetto internazionale di “scambi culturali” avviati di recente dal “Castello di Rivoli”.
Per partecipare agli incontri è necessario prenotare e acquistare il biglietto alla pagina https://www.castellodirivoli.org/tickets/# .
Il costo del biglietto è di 10 Euro e l’acquisto è consentito solamente on-line per un massimo di 20 partecipanti. La navetta di collegamentoalla “Collezione Cerruti” parte alle 17,55 dal piazzale antistante al “Castello di Rivoli”.
Per ulteriori info: Villa Cerruti, Vicolo dei Fiori 5, Rivoli (Torino); tel. 011/9565222 o www.castellodirivoli.org
Gianni Milani
Nelle foto: Villa Cerruti, Mario Calisi e Lorenzo Fazzini
IL CIRCOLO DEI LETTORI DI TORINO SI COLORA DI GIALLO
Continua il tour letterario di Saverio Grave.
Il 6 giugno alle ore 18:00, il Circolo dei Lettori, in collaborazione con Hangar del Libro, si colorerà di giallo con la presentazione della seconda indagine del misantropo Saverio Grave di Saliceto, personaggio uscito dalla penna della scrittrice torinese Laura Graziano.
Il romanzo, “Saverio Grave – Delitto al buio” è pubblicato da Lisianthus Editore.
Autrice e editrice, Laura Graziano scrive per riviste nazionali e internazionali, ha vinto diversi riconoscimenti letterari ed è membro della giuria del premio letterario nazionale “Il Paliotto”. Nel 2010 ha ricevuto un riconoscimento dal critico letterario Aldo Albani “per la sua alta valenza estetica di scrittrice contemporanea”. Oggi ci parla della sua serie di libri gialli ambientati nelle Langhe piemontesi.
Com’è nata la decisione di scrivere una serie di libri di genere mystery?
È stata una decisione maturata nel tempo. La struttura a enigmi necessita di profonde ricerche e la costruzione di personaggi e trama non può essere lasciata al solo sentimento. I mystery mi hanno sempre affascinata e ho deciso di iniziare a scrivere una serie di gialli dove i personaggi crescono e si mostrano per ciò che sono a poco a poco, senza fretta. Nel frattempo, ovviamente, risolvono omicidi.
Saverio Grave è un misantropo dal passato coinvolgente. Lo vogliamo conoscere sempre più, libro dopo libro. Qual è il vero mistero che nasconde quest’uomo?
Non posso rivelarlo senza essere accusata di “spoiler”! Saverio Grave è un uomo che ha deciso di isolarsi perché ha un trauma da superare.
“Delitto al buio” è la seconda indagine di Saverio Grave e segue “Delitto sulla terra rossa” pubblicato da Lisianthus Editore nel 2021. L’obiettivo è quello di far appassionare il lettore non solo alla trama, ma anche ai personaggi. Saverio Grave è il centro dell’azione, ma il suo magnetismo mette in luce tutti i personaggi che lo circondano. La tranquillità della campagna dovrebbe aiutarlo e invece…
I gialli sono ambientati nelle Langhe – Patrimonio Mondiale Unesco – che cosa hanno di magico questi luoghi e perché Saverio Grave sceglie Saliceto?
Saliceto è il paese dove andavo in vacanza da bambina insieme ai miei nonni. È un posto che conosco bene e a cui sono molto affezionata. La casa di Saverio esiste davvero e si trova proprio nella frazione di San Michele, come descritto nei libri. Dal canto suo, Saverio decide di isolarsi a Saliceto perché è un luogo a lui molto caro e spera che il cuore aiuti a curare il corpo e l’anima.
“Delitto al buio”. Che cosa ci attende e perché leggerlo.
È un crescendo di emozioni. Saverio Grave raggiunge un vecchio amico e compagno di avventure, il colonnello Gustavo del Venchi, per trascorrere il fine settimana nella sua maestosa villa tra le colline. Lì, insieme a personaggi curiosi e intriganti, si trova coinvolto in una tragedia e inizia un’indagine ricca di colpi di scena.
È in lavorazione la terza avventura di Saverio Grave. Che cosa ci dobbiamo aspettare?
Ci sarà sempre un’emozione di fondo a guidare tutto il romanzo, ma in questa terza indagine le cose si complicheranno parecchio per Saverio che si troverà di fronte un delitto ben costruito e quasi perfetto. Sarà dura venirne a capo.
Di questo e di molto altro ci parlerà Laura Graziano in una serata che sarà condotta dal dott. Federico Audisio di Somma, scrittore e vincitore del Premio Bancarella nel 2002. Un incontro che ci farà innamorare, ancora una volta e ancora di più, dell’affascinante mondo di Saverio Grave e della letteratura mystery in tutta la sua completezza.
Vi aspettiamo numerosi il 6 giugno 2024 alle ore 18:00 al Circolo dei Lettori in via Bogino n. 9, Torino.
MARA MARTELLOTTA