Cosa succede in città- Pagina 84

Il CASO KAUFMANN al teatro Carignano con protagonista di eccezione Franco Branciaroli

In scena da martedì 31 ottobre prossimo debutterà nel teatro torinese

 

Martedì 31 ottobre, alle ore 19.30, importante debutto al teatro Carignano de IL CASO KAUFMANN di Giovanni Grasso, protagonista Franco Branciaroli per la regia di Piero Maccarinelli.

Il CASO KAUFMANN vede protagonisti, oltre a Franco Branciaroli, Graziano Piazza, Viola Graziosi insieme a Franca Penone, Piergiorgio Fasolo, Alessandro Albertin, Andrea Bonella. Le scene sono di Domenico Franchi, le luci di Cesare Agoni, le musiche di Antonio Di Pofi e i costumi di Gianluca Sbicca.

Il CASO KAUFMANN è prodotto dal Teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale con il Centro Teatrale Bresciano, Fondazione Atlantide, teatro Stabile di Roma e i Parioli. Verrà replicato fino al 5 novembre prossimo.

Un condannato a morte ebreo chiede di poter vedere il cappellano del carcere perché pronto a convertirsi. Leo Kaufmann, interpretato da Franco Branciaroli, ha un altro scopo. Il sacerdote, incuriosito dalla sua tragica vicenda, accetta di restare con lui in cella per le sue ultime ore. IL CASO KAUFMANN è ispirato a una storia vera ed è la trasposizione teatrale dell’omonimo romanzo di Giovanni Grasso, vincitore nel 2019 di numerosi riconoscimenti teatrali, tra cui il Premio Capalbio per il romanzo storico. Racconta la sovversiva storia d’amore di un anziano commerciante ebreo e una giovane ariana nella Germania nazista degli anni Trenta.

“Molti sono I testi – spiega il regista Piero Maccarinelli nelle sue note di regia – che ci hanno parlato di quello che è successo al popolo ebraico dopo il 1933 in Germania e dopo il ’38 in Italia e in tutta Europa. Non sono mai abbastanza per ricordare e non dimenticare l’orrore di quella persecuzione razziale. Ancora oggi in molti Paesi lo spettro dell’antisemitismo si presenta in molte forme variegate. La scelta di Giovanni Grasso è quella della banalità del male nella delazione quotidiana, nella fabbricazione di prove inesistenti, nel sadismo di fatti mai accaduti, dove una semplice carezza da padre a figlia viene trasformata in una seduzione orrenda contro natura. Irene, ariana, viene mandata da Kaufmann, che è il migliore amico del padre, perché lui la possa aiutare con il lavoro. Da questo semplice scambio di favori tra un ebreo e un ariano si genera una macchina terribile di delazioni e sospetti che porteranno l’innocente Kaufmann a una condanna a morte. Credo che queste storie vadano raccontate senza sosta per non dimenticare e per capire quanto banale possa essere il male”.

A sconvolgere infatti l’esistenza cupa e afflitta di Lehamann Kaufmann è una lettera scritta nel dicembre del 1933, in cui il suo migliore amico gli chiedeva di prendersi cura della figlia Irene e di aiutarla a stabilirsi a Norimberga. Ha vent’anni, è bella, determinata e tra i due si instaura un rapporto speciale fatto di stima e di affetto, ma anche di desiderio. Però la ragazza è ariana e le leggi razziali stabiliscono che il popolo ebreo è nemico della Germania. Di qui nascono diffidenza e ostilità, che prendono il posto a sorrisi e rispetto. La giustizia, nelle mani dello spietato giudice Rothenberg, si trasforma in un mostro nazista e per la verità non c’è più scampo.

Mara Martellotta

L’omaggio all’artista catalano, dal titolo Mirò a Torino, in mostra al Mastio della Cittadella

Dal 28 ottobre a 14 gennaio

Achille Bonito Oliva, Maïthé Vallès-Bled e Vincenzo Sanfo curano l’esposizione 

organizzata da Navigare srl che raccoglie quasi 200 opere, tra collezioni private e prestiti dei Musei francesi. 

 

           Torino, 2023 – Presentata  al Museo Storico Nazionale d’Artiglieria al Mastio della Cittadella a Torino, la mostra antologica dedicata all’artista catalano Mirò. A quarant’anni dalla sua scomparsa l’esposizione, che comprende quasi 200 opere, celebra la sua prolifica arte improntata alla joie de vivre con una raccolta di opere datate 1924 – 1981, la maggior parte delle quali mai esposte al pubblico poiché appartenenti a privati e prestate grazie alla collaborazione delle gallerie francesi Lelong, Tamenaga, de la Présidence, e della svizzera Bailly.

La mostra, in programma dal 28 ottobre al 14 gennaio 2024, è prodotta da Navigare srl con la curatela affidata ad Achille Bonito Oliva con la collaborazione di Maïthé Vallès-Bled e di Vincenzo Sanfo, e patrocinata da Città di Torino, Regione Piemonte e dal Consolato di Spagna a Torino. Per numero della opere e per la completezza delle esposizioni, che rappresentano l’intero periodo artistico ed evolutivo dell’artista, si pone come la mostra più importante mai presentata in Italia sul pittore spagnolo.

           Parte preponderante dell’esposizione è composta da Litografie e altre opere grafiche, presenti anche nell’area dedicata alla Poesia, ai Manifesti per le mostre dell’artista e alla rivista Derriére le Miroir, mentre le aree Pittura e Musica presentano opere a tecnica mista, ceramiche dipinte e disegni. Un focus specifico ripercorre, poi, la trasformazione dei linguaggi pittorici sviluppata dall’artista catalano negli anni ’20.

       Esplosioni di colore, segni in libertà e una spiccata attitudine alla sperimentazione mantengono Mirò sempre in bilico tra figurazione e astrattismo, in un mondo fantastico che caratterizza ogni sua opera, come le 23 litografie (1950-1980), stampate da Fernand Mourlot al quale si devono anche le prestigiose stampe litografiche dei manifesti per le mostre di Mirò, oggetto di culto per i collezionisti. La mostra torinese ne presenta 11 (1968-1980), insieme a 7 litografie realizzate per la rinomata rivista d’arte francese Derrière le Miroir attiva dal 1946 al 1982. Le opere di Mirò per la rivista rappresentano un unicum, di grande lirismo, in cui l’artista di Barcellona, misurandosi con la dimensione del foglio litografico, deve contenere la sua esuberanza creativa in uno spazio predefinito.

        Mirò è stato un importante illustratore per libri di poesia e di racconti, traducendo la parola in colore e forma in una perfetta fusione. Dalla sua passione per le poesie di Tristan Tzara, tra i fondatori del movimento Dadaista, nascono le 16 bellissime illustrazioni in stampa litografica per la raccolta di versi Parler Seul (1950).

Di Mirò pittore, la mostra propone 27 opere a tecnica mista su carta, con acquerello, guazzo, carboncino, matita, olio, ma anche quella a inchiostro cinese e pastello a cera per il disegno Ubu Roi, il personaggio dell’opera teatrale di Alfred Jarry. Nella stessa sezione, anche 12 ceramiche, tra vasi e piatti, dipinti da Mirò.

 

Anche la musica è stata una intensa passione dell’artista. In esposizione ci saranno 18 bozzetti, disegni in facsimile, realizzati per la Biennale di Venezia 1980, dove Mirò fu invitato a realizzare scene e costumi per l’opera L’uccello Luce con musica di Silvano Bussotti. Completa il percorso una serie di fotografie, alcune delle quali realizzate da Man Ray, che ritraggono Joan Mirò in momenti di vita privata.

 

Mirò a Torino è co-prodotta da AICS – Comitato Provinciale Torino, e Diffusione Cultura Srl in collaborazione con Museo Storico Nazionale dell’Artiglieria – Mastio della Cittadella, Difesa Servizi, Art Book Web. Da un accordo di partnership tra Navigare srl e Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta, tutti i possessori della card accederanno alla mostra in forma gratuita. Vettore ufficiale: Trenitalia. Orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle ore 9:30 alle ore 19:30; sabato, domenica e festivi dalle ore 9:30 alle ore 20:30. Biglietti online: ticketone.it. Sito internet: navigaresrl.com

Contemporary Cello Week. EstOvest Festival 2023 al Museo Ettore Fico

Gesti. in collaborazione con Compagnia Simona Bertozzi-Nexus

sabato 28 ottobre 2023, ore 19.00
Museo Ettore Fico, Torino

Arianna Brugiolo, Rafael Candela, Valentina Foschi, creazione e danza

Simona Bertozzi, sguardo e cura coreografica

Annie Jacobs-Perkins, violoncello

Iannis Xenakis, Kottos per violoncello solo
Benjamin Britten, Suite n 1 per violoncello solo
Maurizio Azzan, where the here and now of nowhere is* per violoncello ed elettronica

*prima esecuzione assoluta (nuova versione)

Negli spazi del Museo Ettore Fico nascerà un nuovo episodio di confluenza tra musica e danza. Il progetto, posto nel cuore della Contemporary Cello Week e denominato Gesti, coinvolgerà la strumentista in residence EstOvest Festival 2023, lâ americana Annie Jacobs-Perkins, e tre giovani danzatori italiani in altrettanti quadri coreografici. In collaborazione con Nexus-Compagnia Simona Bertozzi, lâ appuntamento vuole rappresentare un approdo per significative creazioni musicali e nuove visioni coreutiche. Attraverso lâ utilizzo di brani musicali per strumento a solo mai accostati in precedenza alla danza, emergeranno nuove prospettive, nuovi Gesti.

Ingresso 9,00€
Gratuito con abbonamento musei.

MEF – Museo Ettore Fico, via Cigna 114, Torino

A CioccolaTò Francesco La Rocca presenta “Le Perifantaferìe” con Petunia Ollister

LE PERIFERIE DI TORINO RACCONTATE… DOLCEMENTE!

Venerdì 27 ottobre, ore 20. Casa CioccolaTò, piazza San Carlo

Cartella stampa completa scaricabile QUI

Le storie di Mirafiori, Lingotto, Barriera e Vanchiglia si ispirano a dicerie misteriose, leggende metropolitane, finti documenti storici; parlano di luoghi che potrebbero esistere, ma anche no…

Le periferie di Torino arrivano nel cuore della città, in piazza San Carlo, per l’appuntamento Dolci Letture, il format letterario di CioccolaTò, la grande kermesse dedicata al cioccolato in programma dal 27 ottobre al 5 novembre. A raccontarle in modo audace e creativo, venerdì 27 ottobre alle ore 20 a Casa Cioccolatò, è il giovane autore torinese Francesco La Rocca con il suo Le Perifantaferìe, un esperimento letterario che risponde al bisogno delle periferie di essere raccontate fuori dalla cronaca. Un viaggio che conduce il lettore in un gioco fantastico alla riscoperta della bellezza sorprendente che si nasconde in tutti i luoghi vissuti e amati, in qualsiasi città del mondo.

Ad accompagnare l’autore nella presentazione di queste cronache dell’assurdo in forma narrativa c’è la bookblogger Stefania Soma, conosciuta sul web come Petunia Ollister (nella foto).

L’appuntamento di Dolci Letture con Francesco La Rocca è ad ingresso libero fino ad esaurimento posti.

www.cioccola-to.events

Gli appuntamenti culturali della Fondazione Torino Musei

27 ottobre – 2 novembre 2023
SABATO 28 OTTOBRE 

Sabato 28 ottobre ore 10 – 13 e 14 – 17

ERBARIO IN BLU

Palazzo Madama – workshop di cianotipia

Il workshop, a cura di Giulia Gentilcore e Irene Lupia (in arte I Lupi Gentili), mette in rapporto arte e natura attraverso le possibilità della tecnica della cianotipia, un’antica tecnica di stampa fotografica che permette di realizzare immagini sui toni del caratteristico colore blu di Prussia, a seguito dell’esposizione di un supporto ai raggi UV.

Il laboratorio è aperto a tutti. Non richiede alcuna conoscenza fotografica o di legatoria; è dedicato a chi si approccia a queste tecniche per la prima volta e desidera scoprirne utilizzi e potenzialità, ama l’arte e la natura.

Gli esemplari vegetali raccolti nel giardino botanico di Palazzo Madama serviranno per realizzare stampe di piccole dimensioni utilizzando la luce solare, che verranno infine assemblate e confezionate attraverso una semplice legatura in un personale erbario.

Dopo una breve introduzione teorica e la visione di alcuni esempi, si inizierà con l’allestimento del laboratorio, preparando i chimici e rendendo le carte fotosensibili. Durante l’asciugatura delle carte si raccoglieranno piante e fiori nel giardino botanico di Palazzo Madama, che serviranno per creare le composizioni botaniche in cianotipia da finalizzare alla realizzazione di un erbario personale. Le stampe verranno assemblate in una struttura editoriale a fisarmonica che conterrà l’erbario, arricchito da appunti e disegni.

 

Giulia Gentilcore e Irene Lupia (I Lupi Gentili) sono due artiste visive specializzate in grafica d’arte presso le Accademie di Belle Arti di Brera e di Torino. Durante gli anni della formazione hanno deciso di creare un laboratorio dove poter seguire la comune vocazione. “La tana dei lupi gentili” è il nome del progetto, un gioco di parole che smentisce lo stereotipo del lupo, considerato da molti come l’animale cattivo per eccellenza, e nato dall’incontro dei cognomi delle due artiste. La loro attività ruota attorno alla grafica e alla stampa d’arte, mirando però ad aprirsi a diversi linguaggi artistici senza porsi troppi limiti. Entrambe vivono e lavorano tra il Lago Maggiore e il Lago d’Orta, con sede presso gli spazi di un’ex officina meccanica nel centro storico di Borgo Ticino, in provincia di Novara.

 

Durata: dalle ore 10.00-13 e 14-17.00 (6 ore)

Costo: 120 € (materiali inclusi)

Prenotazione obbligatoria: t. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

DOMENICA 29 OTTOBRE

 

Domenica 29 ottobre 16.30

TERRIFICHE PARVENZE. Divinità irate nelle collezioni del MAO

MAO – visita tematica speciale

Ghirlande di teste umane, cadaveri come seggi e calotte craniche che fungono da ciotole sono solamente alcuni fra gli innumerevoli simboli apparentemente macabri che costellano l’immaginario tantrico buddhista e induista. Attraverso una selezione di opere d’arte indiana e himalayana, l’itinerario si sofferma su immagini e simboli strettamente connessi alla morte che, molto spesso, si trovano in associazione a divinità dalle fattezze terrifiche, illustrandone i particolari significati e funzioni, in un totale rovesciamento di prospettiva nel quale anche parvenze feroci e mostruose sono strumenti per allontanarsi dalle angosce del samsara.

Costo: 6€ a partecipante; costi aggiuntivi: ingresso alla mostra temporanea (gratuito per possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte)

Info e prenotazioni: t. 011.5211788, prenotazioni ftm@arteintorino.com

 

 

MARTEDI 31 OTTOBRE

 

martedì 31 ottobre ore 18

MOSTRA GIANNI CARAVAGGIO. Per analogiam

GAM – inaugurazione nuova mostra

 

MERCOLEDI 1 NOVEMBRE

 

Dal 1 novembre

GIANNI CARAVAGGIO. Per analogiam

1 novembre 2023 – 17 marzo 2024 (inaugurazione 31 ottobre)

a cura di Elena Volpato

GAM – nuova mostra

La GAM presenta la mostra antologica di Gianni Caravaggio, artista entrato a far parte della collezione del museo sin dal 2001. L’esposizione si compone di un nucleo di opere realizzate nell’arco di quasi trent’anni di lavoro, dal 1995 ad oggi. Cinque nuove opere sono state prodotte per l’occasione.

Una di queste, una foglia di marmo nero, intitolata Quando nessuno mi vede, è stata collocata nel giardino del museo, all’ombra di un cespuglio. All’interno le fa eco una scultura di marmo verde, speculare alla prima, intitolata Alla luce del sole. Altre opere si rispondono l’un l’altra nel percorso, tracciando relazioni e rispecchiamenti.

Dall’intera mostra emerge il potere evocativo delle opere e delle immagini che, nel presentare se stesse, rimandano sempre anche a ulteriori immagini e ad ulteriori significati. Il pensiero che riconosce tali rimandi è il pensiero per analogiam, dove ogni forma è anche metafora e dove in ogni granello di materia si può riconoscere inscritto l’emblema del tutto. Il pensiero per analogia trova nel finito la memoria dell’infinito e nella più piccola realtà la presenza di quanto ci sovrasta: i visitatori troveranno tra le opere un panno posato a terra, una coperta nera ricamata di stelle bianche, disposte in un preciso ordine. Il loro disegno ripeterà la posizione delle costellazioni sopra Torino il 31 ottobre alle sei della sera, giorno e orario di inizio dell’inaugurazione. I visitatori si troveranno così inclusi in un perfetto rispecchiamento tra il microcosmo del ricamo e il cielo sopra il museo.

Info: https://www.gamtorino.it/it/evento/gianni-caravaggio-per-analogiam/

 

Mercoledì 1 novembre ore 12

RICONOSCERE I SANTI

Palazzo Madama – visita guidata tematica

In coincidenza della festa di Tutti i Santi, Palazzo Madama anche quest’anno propone un appuntamento dedicato. Un’occasione per soffermarsi insieme sugli attributi e gli atteggiamenti che la Chiesa, mediante l’opera degli artisti, ha voluto conferire a santi e sante della liturgia dell’anno, senza tralasciare i cambiamenti apportati nella devozione e nell’arte dallo spirito della Controriforma.

Attraverso una selezione di opere del museo di diversa epoca e impiego di materiali il percorso prenderà avvio da esempi lignei del 1200 per passare alle raffigurazioni su tavola del XV secolo di Gandolfino da Roreto, Macrino d’Alba e Gaudenzio Ferrari, opere in cui   primeggia l’impiego dell’oro per evidenziare il carattere divino dei Santi raffigurati. Il percorso procede con curiosi esempi di oreficeria fiamminga, come il piatto offertorio con testa del Battista del 1500 e suggestive raffigurazioni come il San Michele Arcangelo realizzato dal Bronzino. Tappa dopo tappa il percorso visivo permetterà ai partecipanti di creare una personale Biblia pauperum.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Mercoledì 1 novembre ore 16.30

TERRIFICHE PARVENZE. Divinità irate nelle collezioni del MAO

MAO – visita tematica speciale

Ghirlande di teste umane, cadaveri come seggi e calotte craniche che fungono da ciotole sono solamente alcuni fra gli innumerevoli simboli apparentemente macabri che costellano l’immaginario tantrico buddhista e induista. Attraverso una selezione di opere d’arte indiana e himalayana, l’itinerario si sofferma su immagini e simboli strettamente connessi alla morte che, molto spesso, si trovano in associazione a divinità dalle fattezze terrifiche, illustrandone i particolari significati e funzioni, in un totale rovesciamento di prospettiva nel quale anche parvenze feroci e mostruose sono strumenti per allontanarsi dalle angosce del samsara.

Costo: 6€ a partecipante; costi aggiuntivi: ingresso alla mostra temporanea (gratuito per possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte)

Info e prenotazioni: t. 011.5211788, prenotazioni ftm@arteintorino.com

 


Theatrum Sabaudiae
 propone visite guidate in museo
alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.comhttps://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Torino capitale del Liberty trionfa a palazzo Madama in una grande mostra 

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Liberty Torino Capitale è il titolo della mostra che inaugura l’autunno espositivo a Palazzo Madama, Museo Civico di Arte Antica, nella sala del Senato dal 26 ottobre 2023 fino al 10 giugno 2024.

Curata da Palazzo Madama e dalla SIAT, Società degli Ingegneri e Architetti in Torino, in collaborazione con MondoMostre, l’esposizione raccoglie un centinaio di opere, che evidenziano il ruolo fondamentale che Torino ha avuto nell’affermazIone dello stile Liberty, un’arte che nella capitale sabauda travolse ogni aspetto della vita e della società, definendo un’esperienza tanto artistica, quanto architettonica , destinata a diffondersi con le sue suggestioni in tutto il mondo.

L’allestimento offre una prospettiva inedita sulle manifestazioni artistiche del Liberty e i visitatori avranno l’opportunità di comprendere I meccanismi di creazione architettonica e estetica, percependo il processo creativo di opere che spaziano dall’architettura al design di interni, dalle pitture alle sculture, lavor

rafico alla decorazione, dagli oggetti d’uso ai testi letterari, dalla poesia alla musica.

Tutti questi lavori sono caratterizzati dalla particolarità strutturale della natura, eterna generatrice di forme.

Durante i quaranta anni della Belle Epoque vi fu una fiducia illimitata nella scienza e un mondo senza più confini trovava la sua espressione in un nuovo movimento artistico filosofico capace di connettere ogni aspetto della vita con l’eleganza decorativa. La massima espressione a Torino, che ne diventa capitale, sarà raggiunta dal Parco del Valentino quale cornice ideale per esibire la produzione italiana in campo agricolo, artistico e industriale.

Il concetto sul quale la mostra di palazzo Madama si concentra è quello di metamorfosi, presentando una stagione europea di ricche trasformazione. Il passaggio tra l’Ottocento e il Novecento può essere, infatti, considerato un processo di trasformazione di natura estetica, sociale e geopolitica.

Cinque sono le sezioni in cui si articola la mostra, di cui l’esordio è consacrato all’eterno femminile, vale a dire all’immagine della donna che, al passaggio tra Otto e Novecento, emerge per potenza visiva e assume un nuovo ruolo sociale che l’esposizione ricolloca in una dimensione di eccezionalità. Lo dimostrano le opere di Boldini e Bistolfi, Corcos e Canonica. Da qui si passerà nell’ambiente privato della Casa Moderna, accolti dal bow window della palazzina Turbiglio, dove si potrà apprezzare la novità prorompente dell’elemento architettonico del panorama del Liberty torinese. Si potranno ammirare gli abiti di grande eleganza di un tempo, i complementi di arredo e gli accessori illuminati da un lampadario della Officina Mazzucotelli, prendendo coscienza del ruolo della danza e del movimento grazie a immagini quali il magnifico vaso portafortuna di Leonardo Bistolfi.

Da questo interno si è poi proiettati nelle vie e nei quartieri torinesi, città capace di applicare il Liberty a ogni tipologia edilizia. La Gran Via rappresenta il cuore dell’esposizione Internazionale del 1902, rievocato con opere originali allora esposte e i corrispondenti impianti iconografici, che non soltanto testimoniano i fermenti culturali del tempo, ma soprattutto indicano l’essenza della rivoluzione Liberty torinese.

Solo Torino è in grado di declinare questa storia nell’ambito dell’edificare, poiché il Liberty connota scuole e fabbriche, case popolari e eleganti ville, bagni pubblici e oltre cinquecento capolavori distribuiti su tutto il territorio cittadino

La quarta sezione, che si intitola “Nuovi linguaggi per una nuova società “, concentra la sua attenzione sull’industria dell’arredamento e degli interni e spazia dall’editoria scolastica alla grafica pubblicitaria e alle riviste, in un Liberty che diventa linguaggio unificante di un Paese e di una società, trovando il suo massimo esponente in Leonardo Bistolfi, protagonista assoluto dell’ultima sala intitolata “Dalla Sfinge a Città del Messico” percorso emozionante nel meccanismo della creazione artistica, che permette di seguire il farsi dell’idea dal primo schizzo al disegno, dal bozzetto al modello e al gesso preparatorio, dal marmo al bronzo dell’opera compiuta seguendo lo scultore nella genesi di alcuni suoi grandi capolavori.

Nel quarantennio della cosiddetta Belle Epoque, nei decenni di fiducia sconfinata nel progresso sicuramente diventa simbolo di quest’epoca il parco del Valentino. Con l’Esposizione Generale italiana del 1898 si crea la Fontana dei Mesi, una cascata di oltre 600 litri d’acqua al secondo, con due pennacchi lanciati a 20 metri di altezza. Carlo Ceppi, con una scenografia del tutto sorprendente rispetto al rigore della città sabauda, concepisce una fontana di forma neosettecentesca, in grado di conciliare nostalgie rococò a spunti Liberty, utilizzando il moderno cemento. A essa lavorano Luigi Contratti, Giacomo Cometti, Cesare Reduzzi e Edoardo Rubino, scultori protagonisti della grande stagione del Liberty, di cui Torino diviene la capitale indiscussa, riconosciuta per l’Esposizione Internazionale di Arte Decorativa moderna, che si tenne tra l’aprile e il novembre del 1902, capaci di dare spazio ai massimi protagonisti dell’art nouveau in Italia e in Europa.

Torino sarà anche in grado di innestare sul suo territorio settecentesco una straordinaria avventura urbana e sociale, con l’arte del Liberty che ridefinisce la quotidianità della città.

L’architetto ingegnere Pietro Fenoglio crea capolavori quali Villa Scott, protagonista del film di Dario Argento ‘Profondo Rosso’, e Casa Fenoglio La Fleur ove tutto, dai telai delle finestre ai caloriferi in ghisa, dagli stipiti in legno alle maniglie delle porte, è stato disegnato dall’architetto.

Secondo Rossana Bossaglia “la casa Fenoglio-La Fleur resta per noi forse il più bell’esempio di architettura Liberty in Italia, certo il più puro nel senso di art nouveau”. Fenoglio progettò l’edificio come propria abitazione concedendosi, secondo il gusto francese dell’epoca, di farne una “casa-studio”, favorendo la massima espressione del suo spirito creativo, celando probabilmente l’intenzione di realizzare un vero e proprio modello estetico, nel pieno della gloriosa stagione del Liberty torinese.

Queste costruzioni introducono a un vasto insieme di ville nobiliari e palazzi destinati alla borghesia, che saranno il preludio per esperienze estremamente originali quali la realizzazione del villaggio Leumann, nato nel solco dello spirito del Nord Europa, fino ai caseggiati nei quartieri popolari, operai, artigiani e impiegatizi di Barriera di Milano, San Paolo fino ai bagni pubblici.

Le tecniche, i nuovi materiali quali il litocemento e le forme sinuose si applicano ad ogni contesto con grazia e semplicità. Il sistema decorativo conosce una ridefinizione sia nell’ambito delle dimore private, sia dello spazio urbano. Un esempio su tutti il monumento, esemplare del gusto dell’epoca, ad Amedeo di Savoia duca d’Aosta, posto all’ingresso del parco del Valentino nel 1902, con cui Calandra costruisce un capolavoro del Liberty come lo volle intendere nella rivista ‘L’arte decorativa moderna’, da lui fondata con Leonardo Bistolfi, Enrico Reycend, Enrico Thovez e Giorgio Ceragioli. Una rivista capace di sottolineare con la contemporanea Esposizione torinese, l’affermarsi di un nuovo stile.

La parola chiave intorno alla quale ruota la mostra di Palazzo Madama è metamorfosi. Il passaggio tra Otto e Novecento può essere considerato quale un grande passaggio di transizione estetica, sociale e geopolitica.

La mostra si avvale anche del contributo dato dalla campagna fotografica svolta dall’architetto Pino Dell’Aquila.

Liberty . Torino capitale 26 ottobre 2023- 10 giugno 2024

Palazzo Madama- Museo Civico d’arte Antica. Sala del Senato. Piazza Castello Torino

Mara Martellotta

Nanni Moretti al suo esordio come regista teatrale firma Diari d’amore

In prima nazionale al Teatro Stabile di Torino. Fino al 29 ottobre al Teatro Carignano

 

La stagione del Teatro Stabile di Torino si è aperta al Teatro Carignano con il tanto atteso esordio di Nanni Moretti in veste di regista teatrale. Ha scelto di firmare Diari d’amore, il dittico di atti unici di Natalia Ginzburg, Dialogo e Fragola e panna, scritti tra il 1966 e il 1970. Paradossale il fatto che la Ginzburg, subito dopo aver dichiarato di non sentirsi a suo agio con la drammaturgia teatrale, abbia deciso di scrivere diverse commedie, la maggior parte nel periodo intercorso tra la pubblicazione di Lessico famigliare, che le valse il Premio Strega nel 1963, e il romanzo successivo Caro Michele dieci anni dopo. Matrimoni che si trascinano o vanno a rotoli, donne fragili, disorientate e sole, mariti narcisi e anaffettivi, rapporti dolorosi, case claustrofobiche, questi i temi ricorrenti delle sue opere teatrali.

In Dialogo, testo prediletto dall’autrice dopo Ti ho sposato per allegria scritto nel 1970, entriamo nella dimensione più intima della coppia Francesco e Marta, sotto le coperte del loro letto matrimoniale al risveglio una mattina come tante. Chiacchierano fitto fitto tirando in ballo parenti, amici, i cani degli amici, le suocere, la figlia, il lavoro, le debolezze di ognuno. Francesco,interpretato da un Valerio Binasco funambolico con quei saliscendi dei toni, cambia continuamente posizione, tarantolato, sembra non trovare pace nel letto. È il ritratto dell’instabilità, rincorre una carriera di scrittore che sembra non decollare mai, oscilla di continuo tra slanci amorosi e giudizi poco lusinghieri verso la moglie quando insiste sulle scarse doti di casalinga svelando un atteggiamento maschilista. La moglie Marta,interpretata da Alessia Giuliani, ogni tanto riesce a insinuarsi tra le parole-fiume del marito e quando lo fa con più fermezza perché si è decisa a dare una notizia importante al marito, incrina la brillante partitura sonora facendo virare il registro comico verso uno più drammatico e dall’ilarità si passa al riso amaro. Moretti ha saputo far sgorgare il testo senza invasioni di campo, svelando l’autentico respiro del testo che pur nella staticità dell’azione è pervaso di vivacità, quella infusa dall’inquietudine dei personaggi che rimandano continuamente ad un mondo esterno da cui siamo incuriositi e alla minaccia che incombe sulle sorti della coppia. La luce di Pasquale Mari sa creare un ottimo gioco tra l’interno e l’esterno che viene continuamente evocato, anche in Fragola e panna, invitandoci in un mondo molto più complesso e articolato di quello che abbiamo sotto gli occhi.

Fragola e panna, pubblicata nel 1966, è stata la più sfortunata delle commedie perché non è mai stata allestita a teatro ed è approdata in televisione una sola volta nel 1975. Si può sintetizzare con le parole che la stessa autrice ha usato per definire il suo canovaccio ricorrente nelle opere teatrali: “C’è una donna che corre sempre, una che sta ferma e una che cammina.” C’è Flaminia (la donna che sta ferma), interpretata ancora dalla Giuliani, il prototipo della borghese infelice che vive in una specie di incantesimo, isolata nella sua casa in campagna dove le giornate scorrono una identica all’altra aspettando Cesare (di nuovo Binasco), il marito fedifrago che le è toccato in sorte. In questo castello inespugnabile avvolto dalla neve e circondato da una fitta boscaglia che si intuisce nel meraviglioso fondale retroilluminato, creato dalle sapienti mani di Sergio Tramonti, fa irruzione Barbara, incarnata da Arianna Pozzoli, una diciottenne scappata di casa (la donna che corre) che fugge dal marito, dalla suocera e da un bambino piccolo in cerca dell’amante Cesare presentandosi alla serva come la cugina. Il confronto fra la moglie e l’amante è pacifico. Flaminia è al corrente delle malefatte del marito e si è ormai rassegnata ad un rapporto inesistente, la confessione della giovane donna non le svela niente di nuovo, semplicemente la costringe ad uscire dal suo stato di ipnosi, le rivela la propria infelicità e solitudine in modo inappellabile. La invita ad uscire da sé stessa riconoscendosi nell’altra al punto da interrogarsi sull’avvenire della ragazza una volta uscita da casa sua. Come contrappesi qui abbiamo due donne che camminano: la prima è la stralunata Tosca, impersonata da una meravigliosaDaria Deflorian, che ogni tanto irrompe sulla scena sempre fuori tempo con i suoi tormentoni “i giovani sbagliano” e “non mi trovo”, come una sorta di ricetrasmittente del disorientamento e del malessere che la circonda. La seconda è la sorella Letizia, interpretata da Giorgia Senesi, che interviene in modo garbato con il suo arido perbenismo senza un coinvolgimento vero e proprio.

Cesare comparirà solo nel secondo atto presentandosi per quel che è, un “uomo da niente” che vede in Barbara l’ennesimo capriccio di cui sbarazzarsi e con la proposta di una crociera spera di liquidare il problema e ricominciare da capo. Anche qui come in Dialogo si sta in bilico tra comicità e tragedia e cala il sipario sui puntini di sospensione. A spettacolo finito è come se si rimanesse impigliati nelle vite dei protagonisti e ci si chiede quale destino li attende.

Nanni Moretti e l’ottimo cast hanno saputo valorizzare lo stile e l’universo poetico della Ginzburg dagli echi malinconici checoviani con una fedeltà maniacale al testo, al ritmo e alla musicalità dell’inconfondibile voce dell’autrice.

GIULIANA PRESTIPINO 

Foto Luigi De Palma

 

 

TOURNÉE

 

Torino, Teatro Carignano dal 9 al 29 ottobre 2023

Bologna, Arena del Sole dal 31 ottobre al 5 novembre 2023

Modena, Teatro Storchi dall’ 8 al 12 novembre 2023

Milano, Piccolo Teatro Grassi dal 14 al 26 novembre 2023

Villeurbanne – Francia, Théâtre National Pupulaire dal 30 novembre al 7 dicembre 2023

Toulon – Francia, Théâtre Liberté dal 12 al 13 dicembre 2023

Marseille – Francia, La Criée dal 15 al 17 dicembre 2023

Lugano – Svizzera, LAC dal 20 al 21 dicembre 2023

Napoli, Teatro Mercadante dal 10 al 21 gennaio 2024

Amiens – Francia, Maison de la Culture dal 25 al 26 gennaio 2024

Roma, Teatro Argentina dal 23 maggio al 2 giugno 2024

Parigi – Francia, Théâtre de l’Athénée dal 6 al 16 giugno 2024

Una straordinaria mostra dedicata al genio del colore Marc Chagall a palazzo Barolo

Ritorno della grande arte a palazzo Barolo dopo il successo dell’ultima mostra dal titolo “Da Monet a Picasso”. Dal 25 novembre al 25 febbraio 2024 sarà visitabile una mostra tutta dedicata al genio di Marc Chagall pittore del colore, dal titolo “Marc Chagall, gli stati dell’anima”. Il progetto espositivo torinese raccoglie alcuni dei capolavori del pittore di origine bielorussa, naturalizzato francese, che gli valsero il soprannome di “pittore poeta”, a partire dalle illustrazioni per le Favole di Jean de la Fontaine fino alle litografie dai colori vibranti. Si tratta di oltre settanta opere  legate tra loro dal tema dominante dell’amore, in tutte le sue espressioni e contraddizioni.

Nel percorso espositivo si possono riconoscere iconografie estrapolate  dalle fiabe popolari russe e dalla letteratura ebraica, animate da uomini e donne volanti , capre, cavalli, pesci e uccelli.

Marc Chagall, a differenza di altre correnti a lui coeve, non si interessò all’inconscio, ma rivolse la propria attenzione alla bellezza mistica, alla memoria, al mondo interiore e alla storia del suo popolo. Di origine ebraica chassidica, Chagall visse l’orrore della seconda guerra mondiale riproponendo nelle sue opere una marcata  gioia di vivere sia nei temi trattati, sia nei colori sgargianti utilizzati.

La mostra, prodotta da Next Exhibition, in collaborazione con Associazione Culturale  Dreams e il patrocinio della Città Metropolitana di Torino, accoglie numerose opere dell’artista, da “Maternità Suite” ai “Sette peccati capitali”, a “Le lettere invernali” e “Le Favole di La Fontaine”, per approdare ad opere ancora di maggior pregio quali “Daphnis e Chloe”, “La storia di Exodus” e “Celui qui dit les choses sans rien dire”.

La collezione esposta a palazzo Barolo è  la serie sicuramente di taglio più femminile del pittore, che ritrae donne forti e con personalità, che sono amate e che amano.

 

Dal 25 novembre al 25febbraio 2024. Orario 10-18.30.

Dal martedì al venerdì dalle 10 alle 17.30. Sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 18.30.

Lunedì chiuso

 

Mara Martellotta

Dal 25 al 29 ottobre a Torino torna Buonissima

Virgilio Martinez, Ferran Adrià, René Redzepi, Massimiliano Alajmo, Niko Romito, Matteo Baronetto, i grandi cuochi e osti dal mondo, dall’Italia e dal Piemonte nella cinque giorni torinese che unisce cibo, arte e bellezza.

Mercoledì 25 ottobre ore 16.30
LA CENTRALE NUVOLA LAVAZZA

Via Ancona 11/A – Torino

inaugurazione

PREMIO BOB NOTO
terza edizione 
a
RENÉ REDZEPI
chef del NOMA di Copenaghen

a seguire
TALK “LA CREATIVITÀ IN CUCINA”
con Ferran Adrià, Massimiliano Alajmo e René Redzepi

A questo link la cartella stampa completa della terza edizione di BUONISSIMA

Il programma della terza edizione di BUONISSIMA si apre mercoledì 25 ottobre alla Centrale Nuvola Lavazza con l’inaugurazione e l’atteso momento della proclamazione del vincitore del Premio Bob Noto, dedicato al rivoluzionario gourmet e fotografo di food torinese scomparso nel 2017.
Obiettivo del Premio è ricordare i meriti di Bob Noto in ambito artistico e gastronomico e viene quindi assegnato al cuoco, o ai cuochi, che abbiano dimostrano capacità e doti particolari, nonché qualità ulteriori affini al carattere di Bob Noto quali ironia, senso estetico, irriverenza. Per questo, ogni anno, viene stabilito un tema, o meglio ancora, una caratteristica unica, che rende unico il vincitore.

Dopo quelli consegnati ad Andoni Luis Aduriz per l’irriverenza e a Massimiliano e Raffaele Alajmo per l’ironia, quest’anno il Premio è attribuito dalla Giuria di cui fanno parte Ferran Adrià e Antonella Fassio moglie di Bob Noto, Matteo Bolasco, Paolo Griffa, Sara Peirone, Davide Scabin e BUONISSIMA con Matteo Baronetto, Stefano Cavallito e Luca Iaccarino a René Redzepi chef del Noma di Copenaghen per la creatività.

Per indagare i territori della creatività contemporanea in cucina il premiato René Redzepi con Ferran Adrià e Massimiliano Alajmo saranno protagonisti, dopo la cerimonia di consegna del Premio Bob Noto, di un talk straordinario intitolato “La creatività in cucina”. Cos’è, come nasce, come si alimenta, come si diffonde la cucina creativa?
Chiude l’appuntamento l’anteprima del documentario su Bob Noto diretto da Francesco Catarinolo.

“Michele Tocca. Repoussoir” In mostra alla “GAM” di Torino, le opere del pittore romano

 “Cornice” (“Repoussoir”) e marginalità sono fulcro visivo del dipinto

Fino al 5 novembre

“Repoussoir” è un progetto d’arte che dà il titolo alla mostra, ospitata fino a domenica 5 novembre, negli spazi della “Wunderkammer” della torinese “GAM”, ed è anche il titolo di un’opera specifica presente nella stessa mostra, “Repoussoir (Muffa)”, olio su lino del 2016, a firma del pittore di Subiaco, classe ’83, Michele Tocca, vincitore con tal progetto del cosiddetto “PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea”, promosso dalla “Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura”. L’esposizione, a cura di Elena Volpato, nasce dalla volontà del Museo torinese di via Magenta di acquisire un gruppo di opere del pittore romano formatosi fra Italia, Belgio e Inghilterra dove completa i suoi studi presso il “Royal College of Art, Painting Department” di Londra. Tocca é “un pittore – sottolinea Elena Volpato – capace di porsi all’osservazione del mondo con l’immediatezza di una interiore “first-timeness”: con il candore di uno sguardo che sa vedere tutto come fosse la prima volta, eppure coltiva una profonda conoscenza dei meccanismi della visione, delle strutture di pensiero e delle eredità che l’arte ci tramanda”. Proprio in tal senso, il termine “Repoussoir”( termine che appartiene alla storia della pittura di paesaggio e che vuole solitamente indicare un elemento posto in primo piano “con lo scopo di rappresentare un ostacolo, una cornice, una quinta all’aperta visione”), assume invece nei dipinti di Tocca il senso di “ostacolo al positivo”, capace di rilanciare in profondità lo sguardo per arrivare al fulcro visivo del dipinto. Marginalità che è percorso perfetto per arrivare all’essenza profonda, la più vera, delle cose. E che sa tenere insieme il candore e la schiettezza di una pittura che parla linguaggi attuali pur non disconoscendo la grande lezione della storia. Per questo motivo, nell’allestimento della mostra, pochi, meditati, studi pittorici di piccole dimensioni, realizzati direttamente sulla natura da artisti del passato, come Antonio FontanesiMassimo d’Azeglio e Giovanni Battista De Gubernatis (tratti dalla collezione dell’Ottocento della “GAM”) sono stati disposti in alto sulle pareti, come fossero degli “appunti ideali”, mentre le serie pittoriche di Michele Tocca scorrono sulla linea di visione. E anche una distinzione cromatica separa sulla parete la pittura del presente da quella ottocentesca, “così come nella mente dell’artista, talvolta, una sfumatura più o meno intensa di colore, la prospettiva un poco più ravvicinata sull’oggetto o la sintesi più o meno spinta di una pennellata, separa il suo proprio fare dalla memoria viva di quanto i ‘plenairists’ andavano scoprendo tra Sette e Ottocento, dando campo a vere rivoluzioni dello sguardo e all’emergere della consapevolezza storica del paesaggio”. Particolarmente interessante, nel percorso espositivo, la serie delle “Giacche da pioggia del pittore”, messe lì ad asciugare dopo una piovosa giornata di pittura all’aperto e che, al primo impatto non ci rappresentano null’altro che semplici accessori, mentre nella visione di Tocca (condivisibile, a ben pensarci) sono veri e propri “autoritratti”, dipinti dalle gocce di pioggia e dalle inevitabili macchioline di colore ad olio cadute durante il lavoro. “Il pittore – conclude la Volpato – ritraendo di spalle la propria giacca da lavoro fa di se stesso un ‘repoussoir’, un dispositivo della visione pittorica, e della sua opera una riflessione sull’‘attualità’ fisica e metaforica tra la pittura e i fenomeni”.

Gianni Milani

“Michele Tocca. Repoussoir”

GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea”, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it

Fino al 5 novembre

Orari: da mart. a dom. 10/18. Chiuso il lunedì

Nelle foto:

–       Michele Tocca: “La giacca da pioggia del pittore”, olio su lino, 2020, Ph. Perottino

–       Michele Tocca: “Repoussoir (Muffa)”, olio su lino, 2016, Ph. Sebastiano Luciano

–       Michele Tocca: “Cantiere – corda”, 2021, Ph. Sebastiano Luciano