Cosa succede in città- Pagina 67

Nel giorno in cui nacque la creatrice Germana Erba il Liceo si fa ancora più bello

Con la realizzazione dell’insegna dipinta nei caratteri ‘G.E.T.’ sulla facciata

Nella data di nascita di Germana Erba, il 12 marzo, il Liceo Germana Erba, che porta il suo nome per volontà (e autonoma raccolta firme!) degli studenti si fa ancora più bello nella nuova sede in corso Moncalieri 203 a Torino dove occupa un edificio anni ’50 di architettura razionale con grandi e luminose finestrature affacciate da un lato sul corso e dall’altro sul verde della collina.

Infatti, onorati tutti i passaggi e i tempi burocratici che caratterizzano il mondo delle insegne (soprattutto in contesto contiguo alla collina!), È IL MOMENTO DELLA REALIZZAZIONE della scritta-logo dipinta sulla facciata.

Il compito è affidato alla Gerograf I.R.A, storicissima ditta specializzata in insegne addirittura dal 1919 e, in particolare a Enrico Guidetti e Leonardo Maiorano.

La data non è casuale e ha contribuito a determinarla anche il meteo degli scorsi dieci giorni…

E‘ il secondo anno scolastico di vita della nuova sede per questa Scuola di eccellenza, il primo Liceo italiano per danzatori, attori, cantanti e performer di musical, una realtà formativa stimata a livello nazionale, vitalissima „Saranno famosi“ con 30 anni di attività.
Già dal settembre del 2022 residenti, negozianti e passanti restavano colpiti dai giovani studenti-artisti che popolano il corso rendendolo speciale con chignon da danzatrice, note di musica classica o emozioni da musical, così come una scena shakespeariana o goldoniana accennata uscendo da scuola … adesso il sogno si realizza e il nome del LICEO GERMANA ERBA campeggerà in facciata con i caratteri del fortunato brand „Germana Erba’s Talents“ a indicare dove si trova la fucina di talenti delle arti performative, quel progetto in cui l’architetto-docente-ricercatrice Germana Erba seppe credere e per cui si batté sempre fino a dare pari dignità alle materie dello spettacolo, sempre saldamente unite a una solida formazione culturale.

Il Liceo Paritario Germana Erba per attori-danzatori-cantanti, gestito dall’ETS Fondazione Germana Erba, si caratterizza infatti per la formazione culturale e professionale di giovani con attitudini per la danza, il teatro, il musical, l’arte, la scenografia e lo spettacolo in tutte le sue forme. Insieme a una regolare istruzione di II grado, il corso di studi fornisce una specifica preparazione nelle discipline artistiche prescelte, creando figure professionali dotate di buone basi per un inserimento diretto nel mondo del lavoro in qualità di danzatori, attori, cantanti, conduttori, registi, coreografi e addetti alla comunicazione e per l’accesso a qualsiasi Facoltà Universitaria, agli Istituti AFAM (Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica) e alle Accademie di Belle Arti. Il Liceo Germana Erba, che nel 1995 ha ottenuto dal MIUR il riconoscimento della prima sperimentazione coreutica e nel 1998 di quella teatrale, e dal 2000 è Scuola Paritaria, offre l’Indirizzo Coreutico, primo e “pioniere” in Italia, che si avvale della metodologia della Scuola Nazionale di Cuba, ed è convenzionato con l’Accademia Nazionale di Danza e l’Indirizzo Teatrale, unico in Italia, che collabora con il Teatro Stabile Privato “Torino Spettacoli”. I diplomati sono 800 e lavorano in tutto il mondo.

Per incontrare i G.E.T. in teatro: Galà di arti performative al Teatro Colosseo (Torino, via Madama Cristina 71) sabato 25 maggio ore 21. Informazioni e prevendite:  Teatro Colosseo Torino

Uova e Bottega Solidale, la Pasqua buona di Paideia

Due modi per sostenere i bimbi con disabilità e le loro famiglie

 

È in arrivo il momento dell’anno che profuma di cioccolato e colora le giornate di tonalità pastello.

Con Paideia la Pasqua fa rima con solidarietà e diventa l’occasione per aiutare i bambini con disabilità e le loro famiglie che, quotidianamente, la Fondazione supporta con le sue tante attività.

Ci sono due modi per dare il proprio contributo: scegliere l’Uovo di cioccolato Paideia e dedicarsi allo shopping di primavera in Bottega Paideia, il negozio dal cuore solidale alle spalle della Gran Madre a Torino (Via Villa della Regina 9/D), che riapre le sue porte con tante novità e idee regalo.

 

Uovo di Cioccolato Paideia.

Fondente o al latte, il cioccolato Paideia ha una carica in più, quella della solidarietà!

Dolce pensiero per grandi e piccini, le uova Paideia sono disponibili nella variante di cioccolato finissimo al latte o fondente extra al 60%. Ogni uovo è confezionato singolarmente in un incarto colorato e contiene una sorpresa pensata per tutti i bambini e le bambine.

Scegliendo l’uovo solidale si contribuisce a garantire ore di terapia per i bambini con disabilità, supporto sociale e psicologico per le mamme e i papà, sostegno economico straordinario per le famiglie più fragili, ma anche materiale per le attività ricreative dedicate a tutta la famiglia, per vivere insieme momenti felici, nonostante le difficoltà quotidiane.

Peso: 200 g

Offerta a partire da 15 euro cad.

Puoi trovare le uova di Pasqua presso il Centro Paideia (Via Moncalvo 1, Torino) dall’11 al 29 marzo (orario: dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19; sabato, dalle 10 alle 18; è possibile prenotare le uova scrivendo a sostenitori@fondazionepaideia.it e ritirarle presso il Centro Paideia), all’Ospedale Koelliker nelle giornate del 19, 20 e 21 marzo (dalle 9.30 alle 13.00), alla Libreria Therese (Corso Belgio 49, Torino) dall’11 marzo e alla libreria L’ibrida Bottega (Corso Casale 10, Torino) dal 18 marzo.

 

Bottega Paideia.

La Pasqua è arrivata anche in Bottega Paideia, in via Villa della Regina 9/D a Torino! Il negozio dal cuore solidale alle spalle della Gran Madre riapre le proprie porte (dal 7 al 29 marzo) con un nuovo elegante allestimento primaverile. Oggetti per la casa e per la tavola, prodotti per la cura della persona, bijoux, abbigliamento e le specialità stagionali della Fattoria Paideia: miele, succhi, marmellate… E poi ancora giocattoli, piccola tecnologia e tante idee regalo benefiche e selezionate con cura e amore. Tra gli scaffali trovano posto centinaia di prodotti di design, raffinati, originali e per tutte le tasche, da regalare e da regalarsi, frutto di una ricerca accurata in giro per il mondo.

 

Ogni acquisto fatto in bottega è importante, perché contribuisce a regalare momenti di gioia alle famiglie che frequentano il Centro Paideia ogni giorno.

La selezione della Bottega Paideia è anche (parzialmente) on line – www.bottegapaideia.it – ma il giro in Via Villa della Regina è senza dubbio speciale!

 

Matematica, come impararla a teatro

Dal 13 al 15 marzo a Spazio BAC, tre giorni di spettacoli, workshop e laboratori per imparare la matematica attraverso il teatro

– Dal 13 al 15 marzo, Spazio BAC accoglie la prima edizione del Festival di Teatro e Matematica dal titolo “La Matematica è per Tutt!”. Rivolto alle Scuole Primarie e Secondarie di Torino e Provincia, l’evento coinvolgerà 10 istituti e più di 400 studenti con spettacoli teatrali, workshop e laboratori dedicati all’apprendimento della matematica attraverso l’utilizzo del teatro.

Il festival, cofinanziato dalla Fondazione CRT e organizzato da Social Community Theatre Centre, Spazio BAC e Compagnia Il Melarancio, nasce in risposta all’urgenza di contrastare la dispersione scolastica, specialmente nei contesti socio-economici complessi.

Con un focus, proprio sui quartieri periferici di Torino, La matematica è per tutt! promuove l’uso del Teatro Sociale e di Comunità come strumento educativo e innovativo capace di abbattere le barriere dell’apprendimento e incentivare le future giovani donne allo studio delle materie scientifiche.

Perché un Festival di Teatro e Matematica

Il recente report Invalsi 2023 rivela che la metà degli studenti italiani esce dalle superiori con competenze insufficienti in italiano e matematica. La problematica si estende alla scuola primaria, con segnali precoci di dispersione scolastica, soprattutto in contesti socio-economici svantaggiati.

A risentirne sono soprattutto le performance scolastiche in italiano e matematica, come indicato dal Rapporto Ires 2022. In particolare, alle medie, 4 su 10 studenti non raggiungono i livelli minimi in matematica. Il rapporto Save the Children “Alla ricerca del tempo perduto”– pubblicato nel 2023  evidenzia che la privazione educativa è strettamente legata a quella materiale, colpendo maggiormente gli studenti provenienti da famiglie a basso reddito.

Altro punto critico è il persistente divario di genere nelle materie scientifiche alimentato da stereotipi culturali, che influenza le scelte degli studenti, limitando le opportunità per le ragazze.

“La matematica è per tutt!” nasce quindi con l’obiettivo di coinvolgere maggiormente i quartieri e gli Istituti Scolastici che risiedono in contesti periferici della Città di Torino. Come ad esempio, il quartiere Aurora,  sede del centro  culturale promotore, Spazio BAC,  noto per la sua multiculturalità, innovazione, ma anche per sfide significative come dispersione scolastica, povertà familiare e ostacoli nei processi di integrazione scolastica.

Teatro Sociale e di Comunità. Uno strumento efficace per migliorare l’apprendimento

La connessione tra teatro e matematica si rivela promettente per affrontare le sfide educative nelle discipline STEM. Ricerche e studi dimostrano l’impatto positivo del teatro in diverse aree, dalla promozione delle life skills al potenziamento della resilienza e della gestione dello stress, suggerendo che un approccio che unisca arte e didattica potrebbe essere la chiave per superare le sfide educative

La Direttrice di SCT Centre, Alessandra Rossi Ghiglione, sottolinea come la metodologia del Teatro Sociale e di Comunità costituisca una preziosa pratica di formazione: “Il Teatro Sociale di Comunità è una risorsa unica nel panorama educativo. La sua capacità di costruire competenze, promuovere l’inclusione sociale e affrontare le sfide attuali lo rende un contributo straordinario al benessere delle nostre comunità. Il coinvolgimento attivo degli studenti, unito all’approccio artistico, crea un ambiente didattico cooperativo che migliora significativamente l’apprendimento.”

Il programma del Festival

Il Festival si svolgerà a Spazio BAC, via Cottolengo 24 bis, a Torino. Le giornate del  13 e 14 marzo vedranno due repliche alle 9.15 e alle 11.00 di  “Math Scare Boom – Una strana lezione contro il mal di matematica”, risultato del progetto europeo Erasmus + “TIM Theatre in Mathematics”, lo spettacolo, tratta con ironia il ruolo della paura, nell’apprendimento della matematica.

Il 15 marzo, alle 9.15 e alle 11.00 sarà la volta di “CONTACI! La matematica e le donne”, vincitore del Bando Miur 2021 con il progetto Matemact. Questo spettacolo mette in luce il divario di genere nelle materie scientifiche, offrendo uno spaccato significativo delle sfide e delle opportunità che le donne affrontano in questo campo, sostenendo la bambine ad intraprendere un percorso di studi di questo tipo.

Tutti i pomeriggi, alle 13.30 e alle 15 si terranno i workshop di MathemARt

– “Insegnare La Matematica nel Laboratorio Teatrale”. Un’occasione unica per avvicinarsi alla matematica in modo ludico e coinvolgente, attraverso la metodologia del Teatro Sociale e di Comunità. Saranno momenti di apprendimento interattivo, che permetteranno ai partecipanti di esplorare la matematica in modo creativo e divertente.

 Le scuole interessate possono scrivere a organizzazione@socialcommunitytheatre.com

Approda a Torino Comics l’attore Peter Gadiot

A Torino Comics approda l’attore Peter Gadiot, interprete di Shanks nella serie One Piece. Dopo Steven John Word lo scorso dicembre, un altro pirata approda a Torino. L’ospite d’onore della XXVIII edizione di Torino Comics, in programma dal 12 al 14 aprile al Lingotto Fiere, sarà, infatti, Peter Gadiot, interprete del personaggio di Shanks nella serie One Piece.

Nato nel 1985 a East Grinstead, a Sud di Londra, Gadiot debutta sul grande schermo nel 2010, interpretando Stephen Moore nel film “13Hrs”. Nello stesso anno interpreta il ruolo di Tony Falconi nella serie TV “My Spy Family”. È divenuto famoso nel 2013 per il ruolo di Cyrus, nella serie TV della ABC, “C’era una volta nel Paese delle Meraviglie”, per poi diventare nel 2016 uno dei personaggi principali della serie “Regina del Sud”. Nell’universo di One Piece, il celeberrimo manga, poi diventato anche anime e nel 2023 serie TV live action, ideato dal giapponese Eeichiro Oda, Shanks è il capitano dei pirati del Mar Rosso e uno dei quattro imperatori, uno dei quattro pirati più forti del mondo, che ha perso il braccio sinistro in lotta contro un Re del mare per salvare Rufy. Ha tre cicatrici sull’occhio sinistro e indossa una camicia bianca sbottonata, un mantello nero e pantaloni con un motivo floreale.

Peter Gadiot porta sullo schermo un carisma irresistibile e un talento che cattura l’essenza del personaggio in modo magistrale. L’attore sarà presente sabato 13 e domenica 14 aprile a disposizione del pubblico per autografi, foto e dediche, protagonista di due conferenze sul main stage. Al suo fianco sul palco Renato Novara, il doppiatore italiano che gli presta la voce nella serie One Piece.

Torino Comics, giunto alla sua XXVIII edizione, si terrà al Lingotto Fiere, in via Nizza 280, da venerdì 12 a domenica 14 aprile prossimi.

 

Mara Martellotta

Il concorso fotografico Libertyamo a palazzo Madama

A Palazzo Madama si terrà dal 15 marzo al 15 aprile il concorso fotografico per la mostra “Liberty. Torino capitale”, dal titolo “Libertyamo”.

Palazzo madama propone un concorso fotografico per favorire la conoscenza del patrimonio architettonico liberty presente sul territorio della città di Torino. La fotografia sarà l’occhio con cui i partecipanti sapranno interpretare e comunicare costruzioni e dettagli distanti edifici liberty, case d’abitazione, ville, opifici, botteghe, impianti sportivi e chiese, costruiti tra il 1900 e il 1920 circa diffusi nelle otto Circoscrizioni.

“Ogni quartiere, ogni circoscrizione ogni quadrante di città a Torino ha un solo magnifico comune denominatore, l’architettura e il decoro di una stagione liberty che ha reso la nostra città un capolavoro e un caso quasi unico a livello mondiale – spiega il direttore di palazzo Madama Giovanni Carlo Federico Villa. Questo concorso desidera far raccontare questa straordinaria avventura dello sguardo di ogni cittadino, di ogni età, per riappropriarci tutti della bellezza che ci circonda tramite la sensibilità di chi ci è accanto nel viverla.

Tra i curatori della mostra Beatrice Coda, che ha ribadito come si tratti di un concorso per svelare attraverso l’occhio dei cittadini di Torino il liberty, un modello di civiltà urbana espressione della visione di una élite che ha agito all’unirono livello artistico, sociale, politico, costruendo bellezza tangibile.

Tre le fasce di età per partecipare, floreale dai 6 agli 11 anni, art Nouveau dai 12 ai19 anni e liberty dai 20 anni in su.

La fotografia digitale dovrà avere le seguenti caratteristiche formato rettangolare 3:2, estensione jpg/jpeg, dimensioni massime 5 mega.

Bisognerà dare un titolo alla fotografia e scrivere un breve testi di 500 battute.

Inviare il tutto all’indirizzo mail libertyamo@fondazionetorinomusei.it entro il 15 aprile.

 

Mara Martellotta

Rock Jazz e dintorni a Torino: Cisco e la Lazarus Band

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. All’Imbarchino si esibiscono Roy Werner e Les Halles. Al Colosseo canta Pupo.

Martedì. Al Jazz Club è di scena Matteo Salvadori.

Mercoledì. Al Blah Blah suonano i Black Delta Movement. All’Hiroshima Mon Amour “sold out” per Cisco dei Modena City Ramblers.

Giovedì. Al Peocio di Trofarello è di scena Leon Hendrix fratello del mitico Jimi. Al Blah Blah si esibiscono i Supersuckers. Alla Suoneria di Settimo suona il pianista Thomas Umbaca. All’Imbarchino  si esibisce il duo Pale Moon e i Karamamma.

Venerdì. Al Circolo della Musica di Rivoli suona il duo elettronico Ozomoti, presentando il progetto “Computing Transcendence” con i musicisti della Filarmonica Trt. Al cinema Massimo la Lazarus Band sonorizza il film horror di Robert Wiene “Orlac’s Hande”. Al Magazzino di Gilgamesh blues con il tastierista Bob Malone. Allo Spazio 211 si esibiscono i Voina. Al Blah Blah suonano gli Assalti Frontali. Allo Ziggy sono di scena i This Eternal Decay. Al Folk Club suona il quartetto Naviganti e Sognatori di Daniele Di Bonaventura.

Sabato. All’Istituto Musicale di Rivoli si esibisce Xantonè Blacq.  Da Gilgamesh è di scena J. Forest. Allo Spazio 211 suonano gli Speedy Ortiz. Allo Ziggy hip hop con gli Hard Aquat Crew. Al Capodoglio si esibisce Alex Fernet.  Al Blah Blah suonano gli Hopeless e i Bloody Unicorn.

Domenica. Al Sociale di Pinerolo si esibisce il quartetto del sassofonista Enzo Favata. All’Imbarchino è di scena Atte Elias Kantonen. Al Colosseo lo spettacolo “Shine” della cover band Pink Floyd Legend.

Pier Luigi Fuggetta

Il compleanno di Gipo. “A son peui mach canson”

11 marzo 1934 in una casa di ringhiera di via Cuneo 6 nasceva Giuseppe Farassino, detto Gipo e per ricordarlo Ca’ da studi Piemonteis con il supporto del consiglio regionale ha ristampato un volume con i testi delle sue canzoni dal titolo “a son peui  mach canson”. I testi che letti sembrano poesie raccontano uno spaccato della Torino dal fine guerra agli 60, una Torino molto diversa da quella di oggi. A dieci anni dalla sua morte  Gipo fa ancora “magune’ “…l’autore Giovanni Tesio e il direttore  Albina Malerba aprono le porte del centro studi di via Ottavio Revel 15 per presentare questo libro che è andato a ruba nella sua prima edizione, il giornalista Bruno Quaranta e Mario Congiu con la sua chitarra, ci intratterranno  sui testi e sulle note delle canzoni più famose.

GD

In scena al teatro Regio per l’Anteprima giovani “La fanciulla del West” di Puccini

 

 

Al via giovedì 7 marzo prossimo la vendita per l’Anteprima Giovani dell’opera di Giacomo Puccini, “La fanciulla del West”, che andrà in scena giovedì 21 marzo prossimo alle ore 20 al teatro Regio di Torino.

Mentre i primi film di ambientazione western, molto brevi e muti, facevano furore sul grande schermo, nel 1910 Giacomo Puccini pensò di trasferire una di quelle storie di pistoleri e di disperati sul palcoscenico prestigioso del Metropolitan Opera di New York, nella sua prima rappresentazione il 10 dicembre del 1910. Il risultato fu “La fanciulla del West”, un’opera del tutto originale sia per il soggetto sia per lo stile musicale.

La fanciulla protagonista dell’opera è Minnie, una giovane energica e generosa che gestisce il saloon di un villaggio di cercatori d’oro della California. Di lei è innamorato lo sceriffo Jack Race. La vita di Minnie è sconvolta dall’arrivo del bandito Dick Johnson, che ne conquista il cuore. Nel tentativo di salvarlo dalla forca, la giovane si giocherà la felicità in una partita a poker.

La musica segue il passo dell’azione in un continuo flusso sinfonico, dal quale emergono splendide isole di espansione lirica, come la struggente aria di Johnson “Ch’ella mi creda libero e lontano”. Tra orchestra e palcoscenico è necessaria una stretta collaborazione, che il maestro Francesco Ivan Ciampa è in grado di stabilire con precisione e il nerbo che lo contraddistinguono. Maestro del coro del teatro Regio Ulisse Trabacchin.

Tra il fiasco scaligero di Madama Butterfly e la sua riabilitazione a Brescia nel 1904 La fanciulla del West, andata in scena nel 1910 a New York con Enrico Caruso, Emmy Destinn, Pasquale Amato e Arturo Toscanini sul podio, corrono sei anni durante i quali Puccini, stufo di Bohéme e Butterfly, si pone alla ricerca di un libretto nuovo e originale. Il secolo è appena scaduto, Debussy e Strauss hanno inaugurato il Novecento con Pélleas et Mélisande e Puccini è ormai riconosciuto erede di Verdi, acclamato nei teatri di tutto il mondo, e avverte che è necessario “rinnovarsi o morire” perché l’armonia e l’orchestra non sono più le stesse.

Come già in Tosca, La fanciulla del West ripropone uno scontro all’interno di un triangolo amoroso, confermando un credo irrinunciabile della poetica pucciniana: “non si può sortire da un soggetto passionale, contornato pure da grandi avvenimenti, di folla, di moto, ma ciò che deve campeggiare è la grande passione, la vera, la sublime, la sensuale”.

Sul podio dell’orchestra e del coro del teatro Regio salirà il maestro Francesco Ivan Ciampia; al suo debutto al teatro Regio la regista argentina Valentina Carrasco, che prende spunto dalle suggestioni cinematografiche del libretto e della partitura proponendo un nuovo allestimento che rende omaggio al genere western.

Protagonisti saranno Jennifer Rowley, che debutta nel ruolo di Minnie, Roberto Aronica è il bandito Johnson e Gabriele Viviani lo sceriffo Jack Rance.

Alle 20 avrà inizio l’opera ma il teatro Regio aprirà i battenti prima alle 19.15, in attesa dello spettacolo sono aperti i bar dei foyer.

L’ingresso dell’Anteprima giovani è riservato agli under 30 e ai minori di 14 anni, che devono essere accompagnati da un maggiorenne under 30.

 

MaraMartellotta

“Slavika”. Torna a Torino il Festival delle culture slave

Da mercoledì 13 a domenica 17 marzo

Organizzato dall’Associazione Culturale italo-polacca (con sede a Torino) “Polski Kot”, torna in città (alla sua settima edizione) “Slavika Festival”, il primo Festival italiano dedicato alle culture slave. L’appuntamento è articolato in cinque giornate, da mercoledì 13 a domenica 17 marzo, rese possibili grazie al sostegno di “Fondazione CRT”, del “Consolato della Repubblica di Polonia” in Milano, dell’“Istituto Polacco di Roma” e al contributo di “Arci Torino”.

Nato nel 2015 da un’iniziativa di Alessandro Ajres, presidente del “Circolo Polacco Torinese” fino al 2021, dopo una breve pausa dovuta alla pandemia, dal 2023 il Festival è tornato con la consueta generosa “carrellata” di laboratori, ospiti internazionali, musica e reading. E, fresca novità, con un nuovo simbolo, quello della “Rusałka”, figura mitologica riconducibile al folklore slavo, un essere magico associato a fiumi e laghi che assume la forma femminile accompagnata all’ “ombrello nero”, invitante a distogliere lo sguardo dal suo corpo nudo individuale, che a una lettura pubblica si tramuta nel corpo collettivo di tutte le donne vittime di violazioni dei propri diritti in Polonia e altrove.

“Per questa nuova edizione – spiega Daria Anna Sitek di ‘Polski Kot’ – abbiamo ampliato il programma con un cospicuo numero di workshop artistici e letterari con professionisti e artisti internazionali. L’obiettivo è far conoscere le nuove personalità di spicco della cultura dei Paesi slavi, alcune già acclamate a livello internazionale, altre ancora poco conosciute al pubblico italiano, con l’intento di suscitare interesse e curiosità verso l’universo dei linguaggi, scenari e racconti delle culture slave”.

“Arci Torino – dichiara Luca Bosonetto, responsabile ‘Cultura’ del Comitato territoriale- è felice di sostenere nuovamente ‘Slavika”, ospitando quest’anno in due circoli la parte più consistente delle attività, sempre più in linea con il nostro impegno nella realizzazione di eventi, format e attività transculturali capaci di promuovere, attraverso l’aggregazione, l’arte e lo spettacolo, i valori della pace e la cultura dei diritti”.

Il programma di quest’anno prevede l’arrivo a Torino di ospiti internazionali, provenienti principalmente dall’area balcanica, dalla Russia e dalla Polonia, ma anche dall’Italia. Non mancheranno, come sempre, interessanti workshop artistici e letterari per permettere una partecipazione e un coinvolgimento attivo da parte del pubblico, nonché talk con autori e autrici, presentazioni, proiezioni e concerti. Il tutto, coinvolgendo diverse zone di Torino, la maggior parte all’interno della rete “Arci”. La sede principale del Festival sarà il “Kontiki” di via Cigliano 7B, nuovo circolo (dove iniziano, il 13 marzo, gli incontri festivalieri) nato nel cuore di Vanchiglietta, prima sede di “Fridays for Future Italia”. Le perfomance saranno, invece, ospitate al “Magazzino sul Po”(Murazzi del Po Ferdinando Buscaglione, 18). Il Festival trova casa anche allo “Studio Abra” di via Carlo Goldoni 5, nuovo spazio che è contemporaneamente laboratorio e residenza per gli artisti che transitano a Torino, e al “Circolo dei Lettori” di via Bogino, 9. E proprio qui, giovedì 14 marzo, alle 21, è atteso lo scrittore e reporter polacco di fama internazionale Witold Szabłowski che presenterà il suo ultimo libro “Come sfamare un dittatore” (Keller, 2023), in cui si racconta dei grandi tiranni del ‘900 attraverso lo sguardo (curioso!) dei loro cuochi.  A dialogare con l’autore ci sarà Monica Perosino, giornalista de “La Stampa”.

 

Altri (fra i tanti) appuntamenti da segnalare: sabato 16 marzo, al “Kontiki”,dalle 10, il laboratorio di traduzione letteraria dal polacco all’italiano tenuto dallo slavista Riccardo Campion e dedicato alla traduzione di alcune poesie di Joanna Oparek, (con la quale sarà possibile avere un confronto diretto durante il laboratorio), seguito nel pomeriggio (ore 17,30) dalla proiezione degli ultimi due cortometraggi realizzati da Zulfikar Filandra, regista di “Minotaur” (2020), e membro della commissione di selezione del “Sarajevo Film Festival”. In chiusura, domenica 17 (ore 17,30), sempre al “Kontiki”, la premiazione del vincitore del “Premio Polski Kot”, il primo premio in ambito editoriale dedicato alla traduzione dalle lingue slave all’italiano e le note della chitarra di Liuzzi, cantautore pugliese che, per l’occasione, si esibirà con alcune canzoni italiane tradotte in russo, e viceversa.

Per info: slavika.fest@gmail.com; programma completo: https://linktr.ee/polskikot

g.m.

Nelle foto:

–       “Rusalka”, logo del Festival

–       Witold Szablowski

–       Joanna Oparek

–       Zulfikar Filandra, ph. Nemanja Knezevic

 

Laura Comolli: l’influencer torinese racconta il suo congelamento ovuli. E dà un messaggio importante alle donne

In occasione dell’8 marzo, giornata internazionale della donna e occasione dove più che mai si dà voce ai diritti di tutte le questioni riguardanti il sesso femminile, la redazione de Il Torinese ha intervistato una delle influencer torinesi più rinomate del panorama italiano: Laura Comolli.

Laura ha recentemente raccontato un percorso personale e un tema di grande importanza attraverso i social media: il congelamento degli ovuli. Questo argomento, ancora in parte tabù nel nostro paese, è stato portato alla ribalta grazie al coraggioso percorso di Laura. Il suo messaggio ha raggiunto milioni di donne e uomini, suscitando un interesse notevole che ha trovato riscontro su diverse testate giornalistiche e piattaforme online.

Durante l’intervista con Laura, è stato evidenziando quanto sia importante diffondere informazioni corrette su questa pratica. È fondamentale comprendere che, come molte altre questioni legate alla salute e alla scelta personale, il congelamento degli ovuli è un diritto delle donne e una forma di libertà nella gestione del proprio corpo e della propria vita.

Qui di seguito, vi presentiamo la nostra intervista completa, con l’inviata della redazione Cristina Taverniti e Laura Comolli. Lo scopo di questo incontro è quello di trasmettere informazioni, colmare domande, curiosità emerse e non solo, alle ragazze e alle donne di Torino e di chiunque ci legga.

  • Buongiorno Laura, grazie per averci concesso questa intervista e di condividere con noi la tua esperienza.

Buongiorno, grazie a voi per questa opportunità!

  • Noi sappiamo che sei stata già intervista da diverse fonti importanti, tra cui La Stampa, quando hai iniziato a parlare e condividere sui social il tuo importante percorso personale in merito al congelamento degli ovuli. Quest’oggi noi vorremo approfondire l’argomento, far conoscere in maniera più accurata l’esperienza e, soprattutto, dare qualche risposta a tutte le donne ( e non solo) interessate e curiose di ottenere informazioni, visto che, purtroppo, in Italia, circolano attualmente ancora poche informazioni riguardo il congelamento degli ovuli.”

“Volentieri, sarei lieta di raccontare la mia esperienza e perché no, magari potrebbe essere d’aiuto a qualche altra ragazza o donna che necessità di informazioni o si trova nella condizione di prendere una decisione!”

  • La prima domanda che avremmo piacere di farti è quella riguardante la scelta della clinica. Come l’hai trovata e c’è una ragione particolare per la quale alla fine l’hai scelta per il tuo percorso?

La mia scelta è caduta sul medico che mi ha dato la vita. Mia madre si è sottoposta alla PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) ben 36 anni fa. È stata una delle prime donne in Italia ad intraprendere questo percorso.

Il primo bambino concepito in vitro è nato a Londra nel 1986. Io, invece, sono nata qui in Italia nel 1987. Il medico che ha seguito il percorso di mia madre ha un’esperienza straordinaria di 40 anni in questo campo. La clinica di questo professionista ha sede in Spagna, ma vi sono succursali anche nel nostro paese, inclusa Torino.

La clinica citata è stata la scelta più rassicurante per me poiché, avere dietro casa (possiamo dire cosi) un punto di riferimento rende le cose estremamente comode. Inoltre, se avessi bisogno di ulteriori procedure, potrei sempre farle nella sede principale in Spagna. In Italia, ci sono ancora alcune restrizioni in materia, ma devo dire che personalmente ho avuto un’esperienza migliore rispetto alle strutture spagnole. Il personale medico italiano si è dimostrato estremamente professionale e umano. Mi ha dato una sensazione di tranquillità mentale. Tuttavia, la possibilità di contare su entrambe le realtà, italiana e spagnola, mi offre una sicurezza extra.”

  • Laura quando parli di alcune restrizioni in Italia, in merito alla questione, cosa ti viene in mente subito?

“Mi viene in mente che purtroppo, nel nostro paese per intraprendere il percorso congelamento ovuli, devi dichiarare di essere sposata, oppure avere un partner di fatto e firmare. Tuttavia, essere solo fidanzati può non essere esattamente sufficiente.”

  • Quindi, se una ragazza o una donna single, decidesse di intraprendere questo percorso, le norme italiane potrebbero non concedere il consenso necessario?

“Esatto.”

Un’altra restrizione che mi viene in mente è relativa alla mobilità degli ovuli congelati. Nella mia clinica, posso trasferire i miei ovuli congelati in Spagna in caso di necessità, mentre in Italia questa pratica non è consentita. In alcuni casi, se si riscontrano problemi, lo Stato consente di utilizzare ovuli provenienti da donatrici. Tuttavia, poiché non esiste una banca del dono di ovuli in Italia, è comune importarli dalla Spagna, dove sono già congelati. Ho scelto di non volere limitazioni o dover spiegare perché devo fare certe azioni. Voglio spostarle quando lo dico io, come lo dico io, dove dico io, perché è qualcosa di mio, riguarda me sola e non voglio giustificarmi”.

  • Assolutamente. Infatti un’altra delle mie domande è appunto: Cosa pensi delle norme italiane riguardo a questo percorso?

“Sono molto stringenti in più questioni. In Italia, c’è un limite al numero di ovuli che è possibile impiantare, e questo limite è di tre. Può essere un problema. Ho sentito racconti di altre ragazze che, trovandosi in difficoltà, sono riuscite a ottenere l’impianto di sette ovuli, e fortunatamente uno di essi ha avuto successo. Ognuna di noi è diversa. Rivisitare la restrizione e dare maggiori possibilità, sarebbe davvero giusto.”

  • Discutiamo dell’importanza delle opportunità legate alla conservazione degli ovuli. Piuttosto che considerare questo argomento come un tabù o un tema secondario rispetto a quello della maternità, dovremmo vederlo come un’opportunità preziosa. In particolare, se l’obiettivo nazionale è promuovere l’aumento delle nascite, dovremmo dare maggiore enfasi alla possibilità di congelare gli ovuli.

Certamente, la conservazione degli ovuli rappresenta una strada aggiuntiva per incentivare le nascite, un’opportunità di notevole importanza. Consideriamo il percorso comune delle donne da più o meno i vent’anni in poi: spesso devono dedicare anni agli studi, affermarsi professionalmente parlando, ottenere una posizione sicura, diventare indipendenti e raggiungere una stabilità economica. Tutto ciò mentre cercano anche il partner giusto, non solo qualcuno con cui avere una relazione, ma qualcuno con cui costruire una vita significativa. Questo processo può portare rapidamente ai trent’anni o poco più. Supponiamo che si possa raggiungere tutto questo entro i trent’anni o trentacinque anni , non è detto vi siano le condizioni o lo stato mentale ideale per avere un figlio.”

  • Laura, quando hai pubblicato sui social il tuo percorso sul congelamento degli ovuli, hai notato che c’era ancora un certo pensiero tabù sull’argomento tra gli utenti? (considerando, come già detto, che è ancora un tema poco discusso e forse mal compreso dalla maggior parte delle persone)

Si, da parte degli uomini soprattutto. Almeno nel mio caso personale.

Tra i miei ricordi più brutti in merito, ricordo di aver ricevuto tanti insulti molto offensivi e spiacevoli da parte degli uomini. Ad esempio, uno di loro mi scrisse – il bonus psicologo c’è ancora nel 2024, usalo!– come se io avessi dei gravi problemi psicologici perché sto facendo questa cosa.

Non tutti certo, ma a volte un uomo potrebbe non capire fino in fondo questa scelta, perché loro possono fare figli finché vogliono tendenzialmente. Tuttavia, alla fine ho scelto di non dare troppo peso agli insulti. Quelli purtroppo ci saranno sempre quando ti esponi pubblicamente. Non siamo tutti uguali, in questo caso culturalmente parlando.

Concludo però, dicendo che si, bisognerebbe parlarne maggiormente e abbattere le barriere del tabù !”

  • Ultime domande. Se a 38 anni o a 40 anni si decidesse di fare il congelamento ovuli, si potrebbe fare?

” Tecnicamente è un po’ tardino. Si consiglia di farlo entro i 36 anni. Tuttavia è davvero un discorso soggettivo. Dipende quanto si è fertili. Facendo dei test ed esami in merito nell’arco degli anni si può monitorare la propria situazione. Questo perché, cosi facendo, non si rischia di arrivare ad un punto in cui vi sono scarse o nulle possibilità. Questa considerazione è importante, non lo si dice spesso, ma oltre agli esami del sangue annuali e quant’altro, anche un esame dell’ ormone antimulleriano è essenziale”

  • Ultima domanda: hai avuto delle pressioni sociali o meno parlando di maternità? Oppure pensi che c’è ne siano nei confronti delle donne soprattutto verso i trent’anni?

“Ogni tanto qualche battutina la ricevo. Ma non da parte della mia famiglia. Anzi, da parte dei miei cari ricevo solo sostegno, mi sono stati vicinissimi in questa mia nuova fase della vita e in questa mia scelta del congelamento ovuli. Loro e anche il mio compagno.

Devo dire che le battute degli altri non mi toccano. So che in alcune persone (ma non tutte) c’è l’idea assoluta che una donna debba necessariamente avere figli, e questo può tradursi in commenti o domande dirette sull’argomento non gradevoli. È anche possibile che, a volte, una donna si senta sminuita vedendo gli amici o le persone intorno a lei che iniziano ad avere famiglia e ad affrontare la gravidanza o la maternità.

Tuttavia, sono fermamente convinta che ognuno di noi sia il padrone della propria vita. Nessuno ha il diritto di influenzare le nostre scelte o farci sentire inadeguate. Ognuno ha la propria storia e va bene così. 

La decisione di congelare gli ovuli è stata presa unicamente da me, senza lasciarmi influenzare dalla pressione sociale.”

 

Ringraziamo Laura Comolli per il tempo dedicato al Il Torinese,

Grazie per questa importante discussione. Nella speranza che possa aver dato delle risposte interessanti a molte donne, auguro Buona Festa della Donna,

Oggi e Tutti i Giorni.

 

Cristina Taverniti