

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA
Mercoledì. All’Osteria Rabezzana suona il quartetto di Valentina Nicolotti. Al Blah Blah si esibisce la cantautrici Mille.
Giovedì. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena Violante Placido con il suo trio con il concerto-spettacolo “Femmes Fatales”. Alla Divina Commedia suonano i Revenge. Al Blah Blah è di scena il collettivo sonoro Linda Collins. Allo Spazio 211 è di scena Daniel Norgren. Al Magazzino sul Po si esibiscono i Santinumi. Allo Ziggy sono di scena Onyricon, Swanz, Bosco Charleville.
Venerdì. Al Kontiki suonano i Black Notes. Allo Ziggy sono di scena La Sindrome di Peter Punk+ Flatmates 205. Al Blah Blah si esibiscono gli Inchiuvatu+ Agghiastru. Al Folk Club è di scena Peppe Voltarelli con Luca Ciarla. Al Capolinea 8 suona il trio di Gigi Cifarelli.
Sabato. Al Blah Blah suonano i Fluxus. Al Folk Club suona Fabio Treves con Alex Kid Gariazzo. Al Capolinea 8 si esibisce Lil Darling in quartetto.
Pier Luigi Fuggetta
Che Torino sia una città dedita alla Danza è documento dalla storia.
Fin dal XVIII sec. la famiglia Savoia introdusse i balletti a corte , nel 1740 Carlo Emanuele III volle la scuola danza nei prestigiosi locali del Teatro Regio..la Regina Margherita consorte di Umberto I fu una grande sostenitrice delle arti, danza compresa.
A noi giungono infinite scuole ma quelle che garantiscono una continuità professionale avendo una compagnia alle spalle si contano sulle dita di una mano, sicuramente per longevità vanno ricordate la scuola e I balletti di Susanna Egri e la compagnia Teatro di Torino di Loredana Furno ,( sua allieva) , ma poi ci sono scuole di danza Moderna, di Jazz , di Afro.
Il Tango importato direttamente dall’ Argentina ha avuto un revival negli anni 90 mentre più di nicchia ma non per questo meno affascinante la danza orientale. Il Centro AZIZA nasce a Torino nel 1996, vede l’apprendimento della Danza Orientale come arricchimento del patrimonio culturale individuale attraverso l’organizzazione di corsi , stage, conferenze, spettacoli e viaggi studio, un opportunità unica per avvicinarsi all’espressione culturale ed artistica del mondo arabo, e si può iniziare ad ogni età.
GABRIELLA DAGHERO
rubrica Torino Over
Nove artisti e tredici tecniche fotografiche differenti sono in mostra, a partire dal 28 settembre fino al 13 ottobre prossimi, all’interno dello Spazio Musa, in via della Consolata 11/E, a Torino, dove si svolge la mostra dal titolo “Fotografia Alchemica”. Si tratta di una collettiva a cura di Lucrezia Nardi con nove artisti che proporranno proprie opere realizzate con antiche tecniche di stampa fotografica. In questa occasione il visitatore avrà modo di conoscere e apprezzare, attraverso oltre 100 opere di artisti italiani, l’unicità dei risultati estetici che stanno alla base delle diverse tecniche di stampa, con un viaggio a ritroso nel tempo in cui le tecniche sono state ideate e studiate a partire dal 1847, anno in cui Louis Blanquart – Evrard ha elaborato la carta d’albume, al 1855, anno in cui Alphonse Poitevin descrisse la stampa all’olio, fino al 1864, quando Joseph Swan brevettò la tecnica di stampa al carbone, e ancora al 1873, che vide la nascita, grazie a William Willis, della tecnica di stampa con ai sali di platino e palladio, e così per molte altre tecniche utilizzate nelle opere esposte. Lo scopo principale dell’evento non vuole essere una semplice rassegna di carattere storico, ma illustrare come la fotografia digitale sia divenuta oggi un prezioso supporto, creando con queste tecniche un rapporto sinergico che ne facilità la realizzazione.
In mostra le opere di Massimo Badolato, nato a Torino, dove vive e lavora, che sin dagli anni 70 non ha mai abbandonato le luci della camera oscura, ma le ha coniugate con quelle della camera chiara. Dalla stampa argentica del primo periodo è passato negli ultimi anni a quella dei sali di platino e palladio. In epoca recente ha sperimentato la stampa al carbone in bianco e nero con pigmenti di varia natura. Un altro artista in mostra è Andrea Baldi, fotografo amatoriale con la passione per la fotografia in bianco e nero e i processi di stampa storici alternativi. Si è formato presso la scuola di fotografia Ettore Rolli, a Roma, e si è appassionato alla stampa a contatto, utilizzando negativi in vetro d’epoca provenienti da una collezione di famiglia ritrovata tra gli oggetti dei nonni. Ha esplorato la stampa analogica ai sali d’argento e si è poi cimentato con tecniche di stampa antica, come la cianotipia, il Van Dyke e il palladio.
Di recente si è avvicinato alle stampa a più negativi utilizzando passaggi multipli con meticolosa messa a registro, creando stampe a colori con la tecnica della gomma bicromata, e monocromatiche per migliorarne la gamma. Un’altra fotografa in mostra è Letizia Caddeo, di nascita romana, che ha dimostrato la capacità di immortalare un istante, la luce, un frammento di realtà a cui altri potrebbero essere indifferenti; la sua sensibilità si è evoluta attraverso l’arte fotografica. Frequentato un master di fotografia, e dopo varie esperienze professionali, ha deciso di esplorare la cianotipia come autodidatta, una tecnica di stampa fotografica antica che ha permesso di stampare le sue fotografie e di toccarle. Nei suoi scatti traspare una ricerca di pace e solitudine, paesaggi umani abbandonati insieme a dettagli intimi di persone ed oggetti che vengono riproposti nel suo piccolo microcosmo, questa volta in blu. Un altro artista che si è avvicinato alla fotografia negli anni 80, e ha cominciato a lavorare a progetti nel 1992, è Cesare Di Liborio.
La soglia per lui è un segno particolare, intesa come passaggio non solo materiale, anche mentale. Le sue “Colonne d’Ercole” rappresentano il nostro limite tra reale e irreale, tra conosciuto e sconosciuto, tra vita e morte. Negli anni seguenti il suo lavoro è stato improntato sull’idea del limite, del passaggio, dando vita ai lavori su “Labyrinthos I” e “Labyrinthos II”. Negli ultimi anni la sua ricerca si è concentrata oltre il limite che ha caratterizzato il suo cammino. Da questo impulso nascono “Ade” e “Wandering Souls”. Utilizza varie tecniche contaminandole tra loro aggiungendo anche fiori, tessuti e pigmenti ottenendo immagini uniche e irriproducibili. Molto interessante è il lavoro dell’architetto romano Alessandro Iazeolla, appartenente anche all’Ordine professionale e al ruolo dei periti e degli esperti in fotografia d’arte presso la C.C.I.A.A. di Roma. Si occupa di fotografia del 1973, operando con camera oscura e laboratorio per la sperimentazione di procedimenti storici quali cianotipia, Van Dyck, cliché verre e gomma bicromata. Collabora attivamente con le testate di arte e cultura contemporanea Artribune e Exibart.
Dei Paesi Bassi è la fotografa Margrieta Jeltelma. I suoi lavori comprendono poesia e scultura, ma il suo mezzo principale d’espressione è la fotografia, una passione trasmessa dal padre che, per primo, le insegnò a usare la macchina fotografica e la camera oscura. I suoi lavori hanno ricevuto molti premi e sono stati esposti in mostre internazionali. Roberto Lavini, fotografo professionista, studia storia e tecnica della fotografia. Ama sperimentare antichi processi fotografici approfondendo la loro storia e la loro evoluzione. È fondatore, insieme a Maria Rosaria Urano, del Centro di Ricerca Fotografica chiamata “CameraCreativa.it”.
Luigi Menozzi ha focalizzato la sua attenzione sulla natura e l’ambiente naturale, dapprima soffermandosi sul paesaggio, in seguito con ricerche e progetti più delineati e circoscritti. Ricerca e privilegia gli aspetti più artigianali della produzione fotografica e utilizza prevalentemente negativi analogici di grande formato. Stampa su carta baritata ai sali d’argento e con le tecniche del platino, palladio e del carbone.
Ultimo artista in mostra, ma non meno importante dei precedenti, è Michele Pero, ex fotografo di guerra e fotografo professionista dal 1992. Maestro di stampa analogica in bianco e nero muove i primi passi in camera oscura dal 1984, attraversando tutta l’epoca del computer e delle tecnologie digitali che usa per il suo lavoro. Michele Pero si ispira all’umanesimo francese, in particolare al movimento della Straight Photography.
Di recente ha fatto ritorno alla fotografia analogica con stampa su carta salata, la fotografia al collodio umido, rappresentata in mostra, e altre tecniche antiche di fotografia. Gestisce un blocco di tecniche fotografiche sia sul proprio sito che su quello della Scuola di Fotografia da lui fondata “The Darkroom Academy”.
Spazio Musa
Via della Consolata 11E, Torino
Orari dal martedì al venerdì 14.30-19.30; sabato e domenica dalle 16 alle 20.
Mara Martellotta
Per la regia di Gabriele Vacis, con gli attori di PoEM
Viene riportato in scena, a trent’anni dal debutto, “Novecento” di Alessandro Baricco, con Gabriele Vacis come regista e gli attori di PoEM (Potenziali evocati multimediali). Questo debutto avviene a due anni di distanza dalla scomparsa di Eugenio Allegri, suo storico interprete. Si tratterà di una lettura corale che vedrà in scena Lucia Corna, Pietro Maccabei, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera e Gabriele Vacis. La scenografia e gli ambienti sono di Roberto Tarasco, il suono di Riccardo Di Gianni. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale, in collaborazione con PoEM Impresa Sociale, sarà replicato per la stagione dello Stabile fino a domenica 13 ottobre. “Novecento” debutta ad Asti nell’estate del 1994, scritto per l’attore Eugenio Allegri e il regista Gabriele Vacis da Alessandro Baricco. Da allora ha preso a camminare sulle sue gambe e si è trasfigurato in un film, in una canzone, in un fumetto di Topolino. Da quell’estate, Eugenio Allegri non ha mai smesso di prestarglila voce e il cuore e lo ha sempre accompagnato con l’amore della prima volta per i teatri di tutta Europa.
“Qualche mese prima di andarsene – dichiara la Compagnia – era in scena a Torino nella sala di Alfa Teatro, e noi, giovani attori di PoEM eravamo seduti a guardare uno spettacolo che era leggenda, felici e ignari del fatto che stessimo assistendo a una delle ultime esibizioni di Eugenio, nostro maestro. Trent’anni dopo il debutto del monologo, a due anni di distanza dalla sua scomparsa, diretti da Gabriele Vacis, porteremo in scena una lettura corale di Novecento, arricchita di ricordi e racconti di questo spettacolo che ha fatto storia”.
La vita di “Novecento” continua, e la poesia e il divertimento che questo testo evoca troveranno nuove espressioni nell’interpretazione e nella regia, ma anche nelle scenografie e gli ambienti di Roberto Tarasco, e nei suoni di Riccardo Di Gianni. Il regista privilegia la relazione con gli spettatori, mettendo in scena spettacoli a luce accesa.
Info e biglietteria: Teatro Carignano, piazza Carignano 6 – tel: 011 5169555
Prezzo biglietti: Intero 28€ – Ridotto 25€
Mara Martellotta
Al “Magazzino sul Po” di Torino, l’anteprima del “Festival delle Arti Popolari” e in via Bava sarà grande “movida”
Sabato 28 e domenica 29 settembre
Organizzato da “Casa Fools” (Compagnia Teatrale associata “Arci”, con sede a Torino in via Bava, nell’ex “Teatro della Caduta”), con il contributo di “Fondazione Compagnia San Paolo”, ritorna a Torino, per la sua seconda edizione, il “Festival delle Arti Popolari”, l’evento che ha dato il nome al “Premio Letterario” dedicato a Torino “per narrare il reale ed esplorare il possibile”. Sottotitolato “La città che vorrei”, il “Festival” sarà presentato sabato 28 settembre (ore 19) al “Magazzino sul Po” (Murazzi del Po Ferdinando Buscaglione, 18), dove si terrà anche la premiazione del “Concorso Letterario”, organizzato in collaborazione con la Casa Editrice “Sui Generis”.
Al Concorso hanno partecipato oltre 100 racconti che “hanno esplorato la città sotto molteplici prospettive, sondando le sue caratteristiche e trasmettendo le esperienze personali e le aspirazioni per il futuro”.
Il vincitore indicato dalla Giuria tecnica (composta da “Casa Fools”, Maria Giulia Brizio per “Salone Internazionale del Libro”, Carola Messina per “Circolo dei Lettori”, Lorenza Patriarca per “Comune di Torino”, Stefania Soma – in arte Petunia Ollister, Oriana Conte di “Sui Generis”, Luca Detoni di “Libreria Libra”, Alice Graziano per “Arci Torino”) verrà premiato con la realizzazione di un podcast e due “ingressi omaggio” alla stagione “Consonanze” di “Casa Fools”.
L’anteprima si chiude alle 21 con il concerto di “Fusai Fusa”, ensemble musicale, formatosi in Italia nel 2019, che si muove fra sonorità mediorientali e “afro-beat”, ritmi maghrebini ed elettronica, “sufismo” e cultura tradizionale sub-sahariana. Il Gruppo è nato al “Locomotiv Club” di Bologna ed è composto dal cantante Ali Belazi (tunisino), Ashti Abdo (polistrumentista curdo-siriano) e Taha Ennouri, percussionista e producer elettronico tunisino.
Il giorno successivo, domenica 29 settembre, il “Festival delle Arti Popolari” porterà in via Bava, nel cuore della movida di Vanchiglia, performance di strada, incursioni di teatro e opera lirica pop, laboratori, concerti, mostre, spettacoli circensi e giochi. L’obiettivo, dicono gli organizzatori, “è quello di celebrare il teatro nella sua forma più popolare e libera e allo stesso tempo diffondere l’arte tra le persone”.
“Casa Fools” (Luigi, Roberta e Stefano) è una Compagnia nata a Roma nel 2005, formata da attori, performer e musicisti, che da sempre si occupa di ideare e produrre spettacoli dal vivo. Nel 2007 vince il Premio “Nuove sensibilità” come “Miglior Compagnia Emergente” al “Teatro Festival Italia”. Dal 2008 al 2010 cura la Direzione artistica ed organizzativa del “Teatro Sala Pintor” di Roma ed organizza e produce il “Festival Grafie”.
Durante la stagione 2012/2013, decide di spostare tutte le attività a Torino, vincendo nel 2013 il Premio “TeatrOfficina” per il Miglior Spettacolo con “Le allegre signore di Windsor”. Dal 2013 al 2016 è fra i CoDirettori artistici e gli organizzatori del “Torino Fringe Festival”. Nel 2015/16 nasce la “Fools Factory – Scuola di Arti Performative”, l’“Accademia Teatrale” dei “Fools”.
Il 29 settembre 2018, nasce “Casa Fools”, in via Bava 39, a Torino (tel.392/3406259 o www.casafools.it) , rilevando gli spazi dell’ex “Teatro della Caduta”, uno dei più importanti dell’underground teatrale subalpina. “Una Casa con un Teatro dentro” dicono della loro “Casa” Luigi, Roberta e Stefano. “Un luogo informale e accogliente dove gli avventori non sono clienti, ma amici”. E proclamano con impagabile entusiasmo: “Vi aspettiamo a Casa, non per aprirvi le porte, ma per darvi le chiavi”.
G.m.
Nelle foto di Lucrezia Ficetti: immagini di repertorio
Sabato 28 settembre dalle 18.30 in Via San Donato per il lancio della rassegna “Il Cuore del Teatro”
Presentazione a Casa BIT del nuovo progetto vincitore del bando “Circoscrizioni, che spettacolo… dal vivo! 2024”. E a seguire Alice in Wonderland opera pop rock. Iniziative volte a diffondere la cultura teatrale nelle circoscrizioni e ad avvicinare i giovani
Da ottobre a dicembre prende il via a Torino la rassegna Il Cuore del Teatro, ideata e realizzata da Compagnia BIT e SONICS nell’ambito del bando Circoscrizioni, che spettacolo… dal vivo! 2024. In occasione della sua presentazione al pubblico, sabato 28 settembre alle 18.30 va in scena in Via San Donato una spettacolare parata che vede protagonisti gli artisti delle due compagnie che coloreranno la via con favolosi costumi, danze e musica. Un evento che promette di coinvolgere e incuriosire il pubblico, anticipando la ricca programmazione di spettacoli e attività offerte nel contesto del progetto “Il Cuore del Teatro” che si propone di democratizzare l’accesso al teatro portandolo nelle periferie, al fine di coinvolgere in attività culturali (spettacoli, reading in musica, letture,…) una platea eterogenea e diversificata non solo in teatro, ma anche in luogo di aggregazioni.
La partecipazione alla parata è aperta a tutti, a ingresso libero. La sfilata partirà da Via San Donato 70 alle 18.30 e dopo circa una mezz’ora raggiungerà il cortile di Casa BIT, residenza della compagnia al civico 92 dove è previsto il momento istituzionale di presentazione della rassegna, del cartellone delle numerose iniziative a corollario.
A seguire, presso il Teatro di Casa BIT andrà in scena Alice in Wonderland opera pop rock, restituzione del laboratorio di formazione artistica BIT Musical Academy per giovani under 35. Per quest’ultimo evento, sempre a ingresso gratuito, è consigliata la prenotazione al numero 328.4640092 o via mail scrivendo a ilcuoredelteatro@gmail.com.
Se al momento della notifica dell’Atto Giudiziario il messo notificatore non troverà nessuno, lascerà un avviso nella cassetta delle lettere del destinatario contenete tutte le istruzioni per poter ricevere i documenti direttamente nella propria casella di posta elettronica in formato PDF.
Basterà scansionare con la fotocamera dello smartphone il QR-Code riportato sull’avviso per essere indirizzati al sito www.spike.epress della società incaricata dalla Polizia Locale per la consegna degli Atti Giudiziari. Qui, attraverso una procedura guidata, sarà possibile compilare la richiesta per ricevere digitalmente gli atti. Inviata con successo la richiesta, i documenti arriveranno direttamente al destinatario con un link che riceverà tramite sms e e-mail. Il servizio sarà attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, anche nei giorni festivi.
Naturalmente chi non vorrà usufruire del servizio di ritiro digitale potrà continuare a ritirare gli atti di persona agli sportelli indicati nell’avviso.
TORINO CLICK
A Palazzo Madama, sino al 18 novembre
Nel più ampio panorama di “Change! ieri, oggi, domani. Il Po”, si ritaglia un suo ben preciso e curiosissimo spazio il progetto espositivo “Memorie d’acqua. Parole e immagini”, a cura di Matteo Rivoira e della Redazione dell’Atlante Linguistico Italiano, Università degli Studi di Torino, a Palazzo Madama – Piccola Guardaroba e Gabinetto Cinese – sino al 18 novembre. Dovendosi qui in primo luogo sgombrare il campo dei dubbi di una mostra per pochi eletti, per studiosi raffinati, per portatori d’argomenti non sempre semplici e facilmente fruibili: oltre le tematiche affrontate da “Change!”, vi è “la lente interpretativa della lingua, della cultura popolare e della memoria collettiva” che le irrobustisce, “da quello della gestione dell’acqua secondo criteri di sostenibilità propri degli usi preindustriali, a quello della costruzione e cura del paesaggio come elemento vitale, sino al parallelo tra la biodiversità – rappresentata dalle svariate specie animali e vegetali – e la ricchezza terminologica dialettale documentata dall’Atlante Linguistico Italiano”.
L’Atlante è un patrimonio di cinque milioni di schede dialettali e di circa 9000 fotografie etnografiche, a cui s’uniscono una raccolta di carte geografiche che portano impresse la differenti traduzioni dialettali di un concetto o nozione o frase, sempre raccolte dalla viva voce delle persone intervistate: eccellente materiale che per quarant’anni sette raccoglitori, il primo fu Ugo Pellis (1882 – 1943), elencarono con l’aiuto degli “informatori” nei loro viaggi a volte avventurosi, ponendo domande, mostrando oggetti, sottoponendo illustrazioni e schizzando quanto ritrovato negli itinerari.
Un lavoro prezioso: “ogni richiesta è corredata da numerose informazioni che vanno dal modo in cui è stata posta la domanda (ad esempio se mostrando una figura o facendo un gesto), ai giorni esatti dell’inchiesta, alle caratteristiche socio-culturali dell’informatore”, materiale di studio trascritto e pubblicato nel 1995 in due volumi. Un materiale ricavato con passione da quelle agendine che ora riempiono le vetrine di cui è arricchita la mostra, autentici diari di viaggio del Pellis, “che quotidianamente annotava nel dettaglio notizie relative ai suoi spostamenti, ai soggiorni, alle difficoltà pratiche e organizzative che incontrava”: il tutto ad arricchire la memoria di un’Italia rigorosamente in bianco e nero della prima metà del Novecento, un’Italia fatta di borghi, soprattutto rurale, di strade poco trafficate, di nuclei familiari, di uomini e di donne che faticano, di casolari, di oggetti di uso quotidiano, di piante e di pesci, di parole e di dialetti che qualcuno ha provveduto a non disperdere.
Disseminati nelle carte geografiche, riscopriamo i “valori” e i significati del “martin pescatore” come del “pioppo” (“àlbera” e “albra”, “albrùn” e “albret” e “albaréla”, una catena che giunge tra l’altro a “tërmu” e “piopa”, e molti altri termini ancora), percorrendo idealmente le sponde e le campagne attorno al Po. Guardiamo ad altri corsi d’acqua, in un documento dell’agosto 1937, abbiamo l’immagine di un “batèl”, la imbarcazione più caratteristica del lago di Como, quella di manzoniana memoria, un “gozzetto” o “barca da pesca” che ha i tre semicerchi legnosi nella sua parte superiore, uniti da un travetto longitudinale utile a stendere un telo per riparare gli occupanti dal sole, senza i quali è chiamata semplicemente “barca”. C’è un’altra versione, la “Lucia”, dal momento che nella tradizione popolare la giovane protagonista dei “Promessi sposi” prese proprio questo tipo d’imbarcazione per raggiungere Fra’ Cristoforo a Pescarenico. Come in altra immagine si scorge, nelle acque di Porto Corsini (oggi Marina di Ravenna), in un documento del marzo 1928, una rete del tipo a bilancia, denominata “padlòn”, una rete da pesca formata da una pezza unica di forma generalmente quadrata; come dal Porto di Mantova, Porta Catena esattamente, con un documento del novembre 1928, arriva l’immagine di tre “batèi”, “batèl” al singolare, anch’essi imbarcazioni da pesca, e più in fondo un “bürcc”, un burchio, grande imbarcazione a remi, vela o alzaia (una fune per il traino controcorrente) per il trasporto di merci, con il fondo piatto per poter navigare con facilità sui bassi fondali di fiumi, canali e lagune. Come località del Piemonte ci riportano i termini degli antichi lavatoi, da “lavàur” o “lavàu” (Centallo, luglio 1941) o gli oggetti legati al bucato, il “baciàs” che è la vasca, il “segelìn” che è la seccia di rame, la “sibërtè” che è il mastello da bucato. Tutti termini che ricordano ancora oggi, al visitatore della mostra, la gente e i luoghi di Meana di Susa, in un documento del marzo 1936.
Elio Rabbione
Nelle immagini: Candia Canavese (To), 9 maggio 1936, fotografia n. 4405, punto di inchiesta 40; Cavazuccherina, Jesolo dal 1930 (Ve), 16 marzo 1931, fotografia n. 1575, punto di inchiesta 265; Cozzo (Pv), 23 febbraio 1938, fotografia n. 5594.
Dopo aver vinto la 76ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Salerno con La chiocciola (uscito al cinema quest’anno e ora disponibile su Prime Video), a fine mese torna sul set il regista indipendente Roberto Gasparro, con il nuovo Chi sono io. Le riprese si svolgeranno a Montaldo Torinese, toccando anche Moncalvo, comune coinvolto grazie alla rete regionale di Film Commission Torino Piemonte. Prodotto dalla torinese 35MM, realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e Accademia delle Belle Arti di Torino, il film ripropone collaborazioni con le più importanti realtà commerciali del territorio, un modello che il regista aveva già sperimentato con successo nei suoi lavori precedenti. Main sponsor saranno Borello Supermercati, che metterà a disposizione delle riprese una location riservata di sua proprietà, e MFGA – Make Fashion Great Again, che fornirà tutti gli abiti di scena.
Dopo aver raccontato nel film precedente la realtà degli hikikomori, il regista e sceneggiatore torinese si affaccia ora sul mondo sfuggente di OnlyFans e sulle infinite identità virtuali che il web consente di assumere. Nel cast Massimiliano Rossi, Stefania De Francesco, Vittoria Chiolero, Max Cavallari, Tony Sperandeo, Gianni Parisi e Fabio Fulco. Distribuito da 35MM Produzioni S.r.l., Chi sono io uscirà in sala nel 2025, per poi approdare su Prime Video Italia, USA, Gran Bretagna, Germania e Giappone.
Gli spettatori potranno seguire giorno per giorno la lavorazione del film in diretta streaming sull’app 35MM (scaricabile gratuitamente da Apple Store e Play Store). È il primo caso in Italia di un’applicazione lanciata da una casa di produzione cinematografica.
La presentazione di Chi sono io è in programma giovedì 26 settembre alle 11 nella sala Paolo Tenna di Film Commission Torino Piemonte, in via Buscalioni 34. Verrà preceduta da coffee break offerto dal biscottificio artigianale Alla vecchia maniera di via Lanzo 76/c.
CHI SONO IO
Regia e sceneggiatura
Roberto Gasparro
Cast
Massimiliano Rossi (Il cattivo poeta di Gianluca Jodice, Comandante di Edoardo De Angelis, Diabolik – Chi sei? dei Manetti Bros.)
Stefania De Francesco (Luna rossa di Antonio Capuano, Il resto di niente di Antonietta De Lillo, Don Matteo)
Vittoria Chiolero (Stessi battiti e La chiocciola di Roberto Gasparro)
Max Cavallari (Fichi d’India, Zelig, Pinocchio di Roberto Benigni)
Tony Sperandeo (David di Donatello per I cento passi di Marco Tullio Giordana, Kaos e Il sole anche di notte di Paolo e Vittorio Taviani, Il siciliano di Michael Cimino, Ragazzi fuori, Nel continente nero e Il muro di gomma di Marco Risi, Johnny Stecchino di Roberto Benigni, L’uomo delle stelle e Baaria di Giuseppe Tornatore, La scorta di Ricky Tognazzi)
Gianni Parisi (Maccheroni di Ettore Scola, Febbre da cavallo – La mandrakata di Carlo Vanzina, L’oro di Scampia di Marco Pontecorvo, Sono solo fantasmi di Christian e Brando De Sica, Freaks Out di Gabriele Mainetti, Falla girare di Giampaolo Morelli)
Fabio Fulco (Un tè con Mussolini di Franco Zeffirelli, Le ragazze di Miss Italia di Dino Risi, Il sogno del maratoneta di Leone Pompucci)
Fotografia
Fabio Lanciotti (Nuovo cinema Paradiso, Stanno tutti bene e Una pura formalità di Giuseppe Tornatore, La voce della luna di Federico Fellini, Tolgo il disturbo di Dino Risi, L’anno del terrore di John Frankenheimer)
Scenografia e costumi
Elisabetta Ajani (I vestiti nuovi dell’imperatore di Alan Taylor, Maria José, l’ultima regina di Carlo Lizzani)
Produttore esecutivo
Alfonsina Filpi (La chiocciola di Roberto Gasparro)
CREDITI NON CONTRATTUALI
SINOSSI
Gli Orsi sono una famiglia alto-borghese che vive in una villa sulle colline del torinese. Giovanni è un noto imprenditore, la moglie Margherita un’aspirante giornalista che scrive per il foglio della parrocchia, la figlia Silvia studia lettere moderne all’università ed è appassionata di Pirandello. In quanto a Rossella, per Silvia è una specie di sorella, che vive in casa loro dopo essersi trasferita in cerca di lavoro da Napoli a Torino. Quello che nessuno sa è che le ragazze sono reginette della piattaforma OnlyFans, su cui si arricchiscono mostrando il proprio corpo, a volte scambiandosi i clienti. Proprio in una di quelle occasioni si crea tra loro una frattura che fa precipitare la situazione. Le due ragazze scopriranno una realtà assai diversa da quella che immaginavano, trovandosi ad affrontare, insieme ai genitori, una lunga catena di bugie, inganni, delusioni.
NOTE DI REGIA
L’idea di questo film ha fatto capolino nella mia testa durante l’ennesima visione di La grande bellezza. Osservando quella borghesia decaduta e svuotata di ogni morale, così come l’ha splendidamente ritratta Sorrentino, mi sono chiesto cos’è cambiato dal 2013. Dov’è oggi quella fetta di società? Quanto oltre è riuscita a spingersi in questi 11 anni? Dove li ha portati il continuo bisogno di novità e trasgressione – ma anche di comprensione e accettazione? Come sono cambiate le perversioni della nostra società in questo lasso di tempo? Seneca definiva perverso tutto ciò che è troppo, e la deriva del troppo oggi è OnlyFans. Una sorta di Far West senza regole, con frontiere labili e in continuo movimento, un non-luogo in cui si muovono i personaggi di Chi sono io (senza punto interrogativo). Al riparo del web, due amiche e una famiglia in fuga dalle regole muteranno identità fino a smarrirsi, inghiottite in un gorgo di segreti e menzogne.
Roberto Gasparro
IL REGISTA
ROBERTO GASPARRO è nato a Moncalieri e vive tra Torino e il Cilento. Dal 2015 al 2018 scrive un centinaio di puntate di sitcom e collabora con vari comici di Zelig, tra cui Franco Neri, con cui realizza il suo primo lungometraggio Il cielo guarda sotto. Nel 2019, con il secondo film Qui non si muore (protagonista Tony Sperandeo), vince la 76ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Salerno per la miglior sceneggiatura e il miglior soggetto. Si ripete l’anno successivo come miglior regista per Lui è mio padre, che si aggiudica anche il Vesuvius International Film Fest per la miglior sceneggiatura. Il film è stato in concorso per i David di Donatello. Nel 2023 scrive e dirige La chiocciola, con un cast composto da Enzo Decaro, Tony Sperandeo, Massimiliano Rossi e Max Cavallari. Tutti i suoi film sono in streaming su Prime Video in Europa, America e Asia.
Lungometraggi
Il cielo guarda sotto (2019)
Qui non si muore (2019)
Lui è mio padre (2020)
Stessi battiti (2022)
La chiocciola (2023)
Chi sono io (2025)
LA PRODUZIONE
35MM PRODUZIONI S.r.l. è un’azienda di produzione e distribuzione per il cinema e la televisione, con una vocazione particolare per i giovani talenti e gli esordienti. È iscritta nel registro del Ministero della Cultura ed è accreditata a partecipare a bandi ministeriali selettivi legati a produzione, distribuzione e tax credit. Con un catalogo di 30 film, è una delle poche società in Italia (l’unica in Piemonte) a essere distributrice autorizzata Prime Video, status che le consente di pubblicare in autonomia i propri titoli in tutto il mondo sulla piattaforma di Amazon. È l’unica casa di produzione italiana ad aver rilasciato un’app (disponibile sia su Apple Store che su Play Store), che raggiunge migliaia di utenti, consentendo loro di restare aggiornati sulle attività della società e ad assistere in tempo reale alle riprese sul set. 35MM è presente sul web al sito www.35mmproduzionisrl.it.