Cosa succede in città- Pagina 487

Le minoranze unite contro il bilancio comunale fanno ricorso al Tar

Il Tar è diventato l’ultima risorsa anche per le minoranze di Palazzo Civico a Torino, che ricorrono al Tribunale amministrativo regionale  contro il bilancio preventivo del Comune. Le motivazioni saranno illustrate nel corso di una conferenza stampa,che si terrà sabato mattina, per spiegare  i contenuti del ricorso presentato congiuntamente dai capigruppo di tutti i gruppi consiliari delle minoranze per l’annullamento della delibera ‘Indirizzi per la redazione del Bilancio finanziario triennale 2017 -2019’, che permette “l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione per pagare la spesa corrente”. Per i  capigruppo di opposizione la delibera “approvata dalla maggioranza del M5S nella seduta del 6 marzo 2017 è viziata da gravi irregolarità nelle procedure adottate”.

 

(foto: il Torinese)

Domenica 2 aprile tutti a piedi (o in bici) per la seconda giornata ecologica

Seconda domenica ecologica a Torino, con l’80% circa delle strade chiuso al traffico privato, il 2 aprile, nella lunga fascia dalle 10 alle 18. Saranno aperte al transito alcune delle arterie principali che collegano la città ai Comuni della cintura e alla tangenziale e in alcune zone della precollina. Deroga applicata a chi condividerà l’auto con almeno altre  due persone: ma solo se il veicolo è omologato per il trasporto di minimo quattro persone. Numerose le iniziative, molte in bicicletta. E’ in programma una pedalata collettiva di 12 km, da piazza Astengo a piazza Castello, la pedalata ecologica attraverso Mirafiori. In programma anche le ‘passeggiate sonore’, promosse dall’assessorato all’Ambiente con Arpa e Urban Center, la tradizionale ‘Tutta Dritta’ dalla palazzina di caccia di Stupinigi fino a piazza San Carlo, mercatini di libri, prodotti agricoli, antiquariato e le feste di via in piazza Statuto, corso Raffaello e via Luini.

 

(foto: il Torinese)

100 MUSEI ITALIANI PER UN MODELLO DI ACCOGLIENZA “MADE IN TORINO”

Cento musei italiani per un nuovo modello di accoglienza “made in Torino” dedicato ai visitatori con disabilità o con specifiche necessità. La Fondazione CRT ha ospitato ieri i direttori e i rappresentanti di molte importanti istituzioni museali italiane – come la Pinacoteca di Brera e l’HangarBicocca di Milano, la Fondazione Musei civici di Venezia, le Gallerie dell’Accademia di Firenze, il Museo di Santa Giulia di Brescia, il Museo nazionale di Ravenna, il MACRO-Museo d’Arte Contemporanea di Roma, il MAGA di Gallarate – per un’intera giornata di lavoro sul tema “I Musei verso una cultura dell’accoglienza”.


L’iniziativa, organizzata da Fondazione CRT in partnership con Fondazione Paideia, con la presenza di psicologi, psichiatri, psicoterapeuti, esperti di comunicazione, testimonianze di famiglie in difficoltà e presentazione di case history, ha evidenziato il giusto “mix di ingredienti” in grado di rendere una visita culturale pienamente appagante per tutti i visitatori: accoglienza, attenzione alla comunicazione cura della relazione sono i fattori-chiave al centro di nuovi modelli organizzativi e gestionali, ancor prima che strutturali, per rendere la cultura un’esperienza “per tutti” e “di tutti”.

Approda così su scala nazionale il progetto Operatori museali e disabilità” di Fondazione CRT e Fondazione Paideia Onlus: un’iniziativa unica in Italia, nata a Torino nel 2012 per diffondere e promuovere modelli organizzativi e gestionali capaci di rendere i musei italiani pienamente accessibili a tutti, in primis ai visitatori con bisogni particolari o con disabilità. Il progetto, che ha già formatooltre 600 operatori museali con corsi base e di secondo livello, punta a incrementare le conoscenze e le competenze relazionali di chi lavora a contatto con il pubblico, indipendentemente dal grado gerarchico e dalla funzione ricoperta: dagli addetti alla biglietteria alle guide, dal personale di sala ai referenti delle attività didattiche per bambini, fino ai ruoli di direzione.

“Abbattere le barriere culturali, che sono ingombranti tanto quanto quelle architettoniche, è un passo importante per aprire realmente i luoghi d’arte a tutti – spiega il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia –. La Fondazione CRT, da sempre in prima linea per promuovere i valori della piena accessibilità e dell’inclusione sociale, ha sperimentato sul territorio locale un progetto innovativo di formazione del personale museale che può diventare una buona pratica a livello nazionale: attraverso un cambiamento diffuso di mentalità, tutti i musei possono farcela per accogliere al meglio i visitatori con disabilità”.

Il Direttore della Fondazione Paideia Fabrizio Serra commenta: “A cinque anni dal lancio di ‘Operatori museali e disabilità’, la partecipazione dei direttori di così tanti musei italiani ci rende molto soddisfatti dell’interesse suscitato a livello nazionale dal progetto, che ci auguriamo possa essere replicato anche in altre regioni italiane per favorire sempre di più l’inclusione attraverso la formazione degli operatori e garantire a tutti il diritto alla partecipazione alle attività museali e culturali in generale”.

Secondo i dati evidenziati in occasione del lancio di Bookingable.com, il primo portale italiano dedicato ai turisti con esigenze specifiche sostenuto da Fondazione CRT, le persone con disabilità sono la “terza nazione” al mondo e rappresentano oggi un significativo potenziale mercato. Nei Paesi europei le stime parlano di quasi 50 milioni di viaggiatori con disabilità, pari al 30% delle persone con disabilità. Se si considerano anche anziani, famiglie con bambini, persone con disabilità temporanea o particolari necessità alimentari, si arriva a 145 milioni di turisti con esigenze specifiche.

La nuova edizione 2017 del progetto “Operatori museali e disabilità” di Fondazione CRT e Fondazione Paideia si terrà da maggio a novembre. La sede di Fondazione Paideia, in via San Francesco d’Assisi 42/G a Torino, ospiterà quattro corsi base e intensivi rivolti a operatori provenienti da musei del Piemonte e di tutta Italia, seminari di approfondimento sulle tecniche di progettazione delle attività didattiche, percorsi laboratoriali di secondo livello per l’accoglienza di persone con disabilità.

È disponibile inoltre l’omonimo volume “Operatori museali e disabilità”, realizzato in collaborazione con Fondazione CRT, edito da Carocci Faber e firmato da Fabrizio Serra, Franco Tartaglia e Silvio Venuti, con postfazione di Roberta Caldin e il contributo di Gabriella Damilano. Il libro analizza i risultati e i contenuti del progetto, con uno spazio dedicato alla voce degli operatori dei musei protagonisti dell’esperienza formativa, per fornire un prezioso contributo a tutte le istituzioni museali sul piano dell’organizzazione interna e dell’immagine pubblica.

 

IL QUARTIERE CROCETTA È ‘CARDIO PROTETTO’: OGGI LEZIONE GRATUITA

Per imparare a usare i primi 3 defibrillatori esterni installati a Torino

 

Il quartiere Crocetta di Torino è ‘cardioprotetto’ da tre defibrillatori disponibili per tutti collocati all’esterno di una chiesa e di due farmacie, grazie all’Associazione Crocetta Shopping e alll’Associazione Piemonte Cuore onlus. Si tratta dei primi tre apparecchi esterni installati a Torino.

Per insegnare ai cittadini i gesti salvavita e diffondere la cultura della defibrillazione precoce, è stata organizzata una lezione gratuita di prova aperta al pubblico e agli organi di stampa

lunedì 27 marzo 2017,  dalle ore 17.30 alle ore 19.30

al CENTRO INCONTRO di via Dego, 6 – Torino

 (apertura della sala e registrazione partecipanti a partire dalle 17.00)

Si tratta di un’occasione per imparare a salvare una vita, con gesti fondamentali come la rianimazione cardiopolmonare e l’uso del defibrillatore in caso di arresto cardiocircolatorio.

 Grazie alla raccolta fondi dell’Associazione Crocetta Shopping, sono stati acquistati i primi tre defibrillatori esterni della città di Torino e si trovano fuori dalla Chiesa B.V. delle Grazie  (Corso Einaudi, 21) e dalle farmacie Borgo Crocetta (Corso De Gasperi, 6) e Magno  (via Cristoforo Colombo, 42).

***

In Italia, ogni anno, sono oltre 50 mila i decessi per morte cardiaca improvvisa, che rappresenta oltre il 50% di tutti i decessi dovuti a malattie cardiovascolari (fonte ministero Salute).

Secondo un recente report di ricerca, pubblicato a marzo 2017 da ‘Il Pensiero Scientifico Editore’ dal titolo “La morte cardiaca improvvisa in Italia. Dimensioni, percezioni, politiche e impatto economico-finanziario” (di Mario Del Vecchio, Professore Associato di Economia Aziendale, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi, Firenze e Luigi Padeletti Cattedra di Cardiologia, Istituto di Clinica Medica e Cardiologia, Università degli Studi, Firenze), l’incidenza della morte cardiaca improvvisa è paragonabile a quella determinata dalla somma dei principali tumori conosciuti e 10 volte superiore a quella legata agli incidenti stradali e circa 50 volte superiore rispetto alla mortalità dovuta all’Aids. Duecento morti ogni giorno, uno ogni 8 minuti, molte in giovane età, molte evitabili. La percentuale di sopravvivenza è strettamente legata alla tempestività dell’intervento di soccorso. Per questo, in attesa dell’arrivo del personale sanitario, chi è testimone di un evento drammatico deve essere in grado di intervenire. Non tutti sanno che l’utilizzo entro pochissimi minuti di un defibrillatore semiautomatico esterno (Dae), potrebbe salvare la vita alle persone colpite da arresto cardiaco in almeno il 35% dei casi. Questo significa che in Italia 25 mila persone potrebbero essere salvate, se conoscessimo come iniziare la rianimazione e avessimo un defibrillatore a disposizione.

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

Di Pier Franco Quaglieni

“Oggi la stragrande maggioranza dei giovani non sa chi sia stato l’alpino Battisti, neppure l’Ana odierna l’ha ricordato degnamente nel 2016. Ma forse anche gran parte dei miei compagni di liceo di cinquant’anni fa non lo sapevano .La cosa importante oggi sarebbe bloccare il degrado della  targa inaugurata già nel 1918 subito dopo la vittoria.Per Torino e ‘ un dovere…”

***

Si è dimesso Iacopino,presidente dell’Ordine  Nazionale dei Giornalisti

Scarsa eco hanno avuto a Torino – per il pronto e fermissimo  intervento  del Presidente dell’Ordine piemontese Alberto Sinigaglia con una lettera a “La Stampa”- le clamorose dimissioni da presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti  Enzo Iacopino. Una scelta che non ha precedenti e che dovrebbe far meditare anche perché a Torino non tutto è come dovrebbe essere. Il caso recentissimo dei giornalisti che si sono licenziati perché da mesi erano senza stipendio, va oltre i limiti dell’immaginabile. Le motivazioni di Iacopino  alla base delle dimissioni sono molto aspre e mortificanti :la categoria dei giornalisti ha  perso la sua credibilità e soprattutto sarebbe in atto  <<un gioco perverso e irresponsabile di opposte militanze>> in cui balzano all’occhio <<settarismo, superficialità, urla e volgarità>> tra i giornalisti  e ci sarebbe anche <<chi si compiace di galleggiare tra gelati e patate >>. Accuse forti che forse solo i lettori,i veri padroni dei giornalisti, come diceva Montanelli,possono e devono valutare nel momento in cui decidono di acquistare o meno  un giornale . Chi scrive ha quasi 50 anni di iscrizione all’Ordine  ,ma non si ritiene idoneo a giudicare,anche perché non ha mai voluto  ricoprire incarichi. L’ Ordine di Torino e’ stato privilegiato perché ha avuto quasi sempre, non sempre, dei presidenti capaci e trasparenti da Berardi a Ronchetti, da Miravalle all’attuale.  Il giornalismo piemontese ,invece, difficilmente ritrova oggi i Casalegno, i Borio ,le Poli, i Calcagno, i Bernardelli , i Torre, i Caputo , i Vecchiato -tanto per citare solo qualche nome del passato-che hanno fatto la storia del giornalismo subalpino. Un giornalista torinese come Gino Apostolo che ha dedicato, oltre che alla professione, tantissimi anni all’Ordine Nazionale  come” tesoriere di ferro”, inorridirebbe di fronte alle accuse del presidente Iacopino.

***

Cucina torinese e francobolli 

La barbera d’Asti  e l’Asti  Moscato hanno avuto il loro francobollo. E’ uscito da pochi giorni un francobollo dedicato al Bacalà alla Vicentina, un piatto molto amato non solo in Veneto. Il filosofo torinese Oscar Navarro, grande studioso di Kafka, amava andarlo a gustare ai “Tre visi “ di Vicenza, oggi trasferito in altri locali e totalmente ,purtroppo , assai decaduto. C’è poi l a variante tutta veneziana del Bacalà mantecato da gustare all’Harry’s Bar di  Arrigo Cipriani e da” Altanella” alla Giudecca, dove la famiglia Stradella tiene alto il nome di una tradizione che risale agli albori del secolo scorso. Il Bacalà mantecato  si può assaggiare  anche a Torino dal mitico Sante  Prevarin del”Montecarlo”, che non ha mai tradito le sue origini venete, anche quando è diventato un fotografo di fama. La Regione Veneto è riuscita ad ottenere un riconoscimento per uno dei suoi piatti più tipici, da abbinare alla polenta. Perché non si fa qualcosa per valorizzare un piatto tipico torinese o piemontese, magari la Bagna Cauda ? Un francobollo sarebbe un  bellissimo riconoscimento. Ovviamente la bagna con l’aglio e non ,come si usa fare oggi, mitigando la ricetta,eliminando l’aglio. Il grande Edoardo  Ballone inorridiva al solo pensiero di escluderlo.

***

Barbisio chiude, che tristezza! 

Con il primo d’aprile la storica fabbrica di cappelli Barbisio a Cervo, nei sobborghi di Biella, chiude i battenti. Un vero pesce d’aprile. Pochi giorni fa sono stato al cappellificio ed ho avuto l’amara sorpresa di apprendere che è in liquidazione da qualche mese. Si parla di delocalizzarlo,forse all’estero,f orse in Cina, lasciando le maestranze locali  senza lavoro. Quando andai l’ultima volta in dicembre,  avevo colto un’ombra di tristezza nelle venditrici che ,di norma ,erano sempre allegre e molto gentili. Nessuna di esse mi fece cenno a quello che stavano presagendo. Rifiutavano  i clamori sindacali che, in effetti ,non ci sono stati e  forse si sarebbero rivelati inutili. Neppure i giornali hanno parlato della chiusura di Barbisio . L’amica biellese che mi accompagnava,  e ‘ rimasta di sasso come lo sono stato io, nel constatare la chiusura. Lo storico marchio nato a Sagliano Micca nel 1862 scompare di scena in punta di piedi . Se rinascerà, forse, non sarà più lo stesso. cappelli Barbisio sono i più leggeri del mondo, come l’acqua San Bernardo che ,quand’ero bambino, veniva pubblicizzata come l’acqua più leggera. Ma la leggerezza per  i cappelli Barbisio non è un espediente pubblicitario, è la realtà.  Sono fatti di feltro di pelo e sono frutto di un lungo e paziente lavoro artigianale, anzi, direi artistico. Che pena dover tornare indietro a mani vuote. Terrò i cappelli Barbisio che posseggo, solo per le grandi occasioni.Ero abituato a portarli sempre, preferendoli anche ai Borsalino. Adesso non mi è più consentito:diventano qualcosa di prezioso e di unico, da conservare gelosamente nella naftalina. Un altro pezzo di Piemonte va in frantumi. 

***
Cesare Battisti  e Torino 

La targa in  bronzo   di Cesare Battisti in piazza Carignano ,all’ingresso della Galleria subalpina, sta andando alla malora come tante lapidi e monumenti torinesi. Cesare Battisti venne impiccato al Castello del Buon Consiglio di Trento perché catturato dagli austriaci e considerato disertore, essendo suddito austriaco. Battisti è stato un grande uomo: deputato, giornalista, scienziato, patriota, oratore di grande efficacia. Era l’esponente socialista (di un socialismo riformista che in Italia non è mai attecchito molto ) che Salvemini considerava il possibile futuro leader del movimento in Italia,se non fosse morto. A Torino, che Battisti frequentò assiduamente e dove tenne infiammati discorsi per l’intervento in guerra nel 1914 /15,lo scorso anno non è stato praticamente ricordato,se si eccettua un incontro al Circolo Ufficiali in cui ebbi l’onore di commemorarlo.Lo feci volentieri perché mio nonno era suo amico e nel 1966,come premio, mi portò a Trento a visitare il Castello dove si era immolato per la causa italiana. Alcuni miei zii partirono per il fronte e vi lasciarono la vita. Mio nonno ritornò dalla guerra e volle portare il nipote a ripercorrere le strade della storia. Oggi la stragrande maggioranza dei giovani non sa chi sia stato l’alpino Battisti, neppure l’Ana odierna l’ha ricordato degnamente nel 2016. Ma forse anche gran parte dei miei compagni di liceo di cinquant’anni fa non lo sapevano .La cosa importante oggi sarebbe bloccare il degrado della  targa inaugurata già nel 1918 subito dopo la vittoria. Per Torino e ‘ un dovere.

***

LETTERE  (scrivere a quaglieni@gmail.com)

Come mai non ha scritto nulla delle belle iniziative legate al Cuore di De Amicis promosse nei mesi scorsi al Borgo Medievale ? Lei,così attento alla storia ?

                                                                                     Ugo Cipriani

.

Ho scritto un articolo in dicembre in cui lamentavo l’oblio riservato al Cuore, uscito nel 1886 da Treves. Sono stato troppo pessimista perché al Borgo medievale si sono tenuti ,tra gennaio e febbraio,  eventi molto importanti centrati sul Cuore.Forse sono stati poco considerati dai giornali e quindi  mi sono colpevolmente sfuggiti.Altrimenti ne avrei scritto molto volentieri. Anticipo al lettore ,per farmi perdonare l’errore commesso, l’uscita per il Salone del libro di Torino a maggio di una nuova ricerca di Bruna Bertolo dedicata alle maestre  elementari,dal titoloMaestre d’Italia, un libro che mancava.Un posto di riguardo avrà la maestrina  deamicisiana dalla Penna Rossa,ma Bruna Bertolo,da vera storica qual è,ha scritto  anche della maestra Rosa Maltoni,la  cattolicissima madre di Mussolini  che sposò il fabbro Alessandro, anarco-socialista di Predappio.

pfq

I dipendenti del Mauriziano disegnano l’ospedale ideale

L’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di nuovo apripista, dopo i giardini della salute, su iniziative volte a rendere l’ospedale sempre più umanizzato ed a dimensione di uomo. Infatti in questo percorso si inserisce l’iniziativa che vede coinvolti i professionisti del Dipartimento chirurgico attivarsi direttamente e disegnare il proprio ospedale ideale all’insegna dell’umanizzazione delle Sale operatorie.

Per la prima volta i dipendenti di un ospedale disegnano il proprio ospedale ideale all’insegna dell’umanizzazione per i curati e gli stessi curanti. Sta succedendo all’interno dell’ospedale Mauriziano di Torino, dove un gruppo di dipendenti con senso aziendalista e con un’attività partecipata che parte dai vari professionisti delle Sale operatorie, in accordo con la Direzione Aziendale (dottor Silvio Falco), ha deciso come umanizzare un luogo solitamente anomalo, ovvero il percorso delle sale operatorie.

Sempre più numerose sono le esperienze di arte partecipata che si muovono da una domanda di ben-essere che arriva, non a caso, proprio da chi lavora in ambito sanitario e sociale. È proprio in questi ambienti infatti che si fanno più evidenti i limiti di un approccio solo scientifico alla sofferenza ed alla fragilità in vista della promozione della salute e del ben-essere. Sempre più numerose sono le esperienze, dove arte, partecipazione, socialità e ben-essere stanno producendo saperi innovativi in ambito sanitario. Alcune di questi approcci di arte partecipata che utilizzano la metodologia del Teatro Sociale e di Comunità, (T.S.C.), best practice piemontese, riconosciuta tale in Europa, sono nate da progettualità interamente sviluppatesi nella città di Torino. All’interno di questa innovativa tradizione si inserisce il progetto di T.S.C.:Umanizzazione dei Luoghi di Cura. Costruire luoghi e spazi di ben-essere per curati e curanti nel blocco delle Sale Operatorie Generali dell’ospedale Mauriziano di Torino”.

L’idea progettuale parte da una domanda: che impatto ha, all’interno di un’azienda ospedaliera, un locale, uno spazio, un luogo arredato in un determinato modo con oggetti, materiali e colori sul ben-essere di chi abita quello spazio e lo attraversa come curato e come curante? Ma soprattutto che esperienza vorremmo che fosse? Cosa vorremmo che accadesse a curati e curanti in termini di “ben-essere”? Obiettivo generale del progetto è rendere più accogliente il locale che porta i pazienti all’interno delle sale operatorie utilizzando una modalità progettuale partecipata, i cui protagonisti sono i professionisti stessi del servizio. I linguaggi d’arte scelti per realizzare il progetto sono i colori, le forme simboliche scelte ad hoc dal gruppo di progetto e le immagini fotografiche. Queste ultime, realizzate dai dipendenti stessi, rappresenteranno i visi ed i sorrisi, gli oggetti e le azioni del proprio lavoro quotidiano che sanno accogliere. Verrà richiesto un finaziamento ENEL che ci fornirà un sistema di illuminazione led per valorizzare una serie di foto di presentazione del personale e della struttura. I professionisti si presentano ai curati e li accolgono. Ideatore e referente del progetto Pino Fiumanò, dipendente dell’Azienda che opera nel servizio in oggetto, nonché operatore di T.S.C. Il progetto ha coinvolto e saputo valorizzare le competenze, le professionalità e le risorse interne al servizio ed all’Azienda Ospedaliera nell’ottica di costruire percorsi virtuosi di empowerment tra i dipendenti e di miglioramento in termini di umanizzazione della stessa Azienda. Una progettualità che parte dal basso ed è stata accolta, condivisa e sostenuta dalla Direzione Aziendale.

 

Mirafiori, via la vecchia centrale: il calore si produrrà così

Iren, nellottica del rinnovamento e dellefficientamento energetico degli impianti e dei servizi erogati ai cittadini, ha avviato le operazioni di riconversione della centrale termoelettrica di Mirafiori Nord, ubicata in Corso Salvemini 5 a Torino.

I lavori di riqualificazione dell’area rappresentano il coerente completamento della dismissione dell’impianto, avvenuta in più fasi a partire dal 2007.

E’ iniziato lo smontaggio dei quattro camini della centrale, per poi passare gradualmente allo smantellamento delle restanti parti dell’impianto.

Una volta terminati i lavori, sullo stesso sito sarà realizzato un sistema di accumulo calore, costituito da tre serbatoi in pressione, a servizio della rete di teleriscaldamento torinese, per aumentarne ulteriormente l’affidabilità e consentire di proseguire nel piano di saturazione degli allacciamenti senza ulteriore produzione di energia termica.

“Con questo intervento innovativo alla rete del teleriscaldamento cittadino la distribuzione del calore sarà migliorata spiega la Sindaca Chiara Appendino . E’ una innovazione che favorirà il contesto urbano, con positive ricadute a vantaggio dei residenti anche sotto il profilo dell’impatto degli impianti e nella sostenibilità ambientale”.

L’istallazione di questo nuovo impianto consentirà di risparmiare circa 3 milioni di m3 di gas naturale, pari a circa 2.500 TEP (tonnellate di petrolio equivalenti) e di evitare emissioni in atmosfera pari a circa 3 tonnellate all’anno di ossidi di azoto (NOx) e 8 mila tonnellate all’anno di anidride carbonica (CO2).

Non solo. Nell’ottica della sostenibilità e della valorizzazione ambientale dell’area, Iren ha studiato un progetto che vede l’integrazione del nuovo sistema di accumulo calore con due tecnologie rinnovabili: solare termico e fotovoltaico.

L’impianto solare termico, della potenza di circa 400 kWt, sarà in grado di produrre energia termica pulita a “emissioni zero” da immettere direttamente nella rete di teleriscaldamento a servizio delle utenze cittadine.

L’impianto fotovoltaico, della potenza di circa 35 kWp, produrrà invece energia elettrica per gli ausiliari del sistema di accumulo e verrà installato sul tetto del nuovo edificio. L’energia elettrica così prodotta sarà, quindi, usata in loco per il funzionamento dell’impianto, riducendone sensibilmente il consumo energetico.

Grazie all’integrazione delle fonti rinnovabili si eviterà annualmente l’emissione in atmosfera di circa 80 tonnellate di anidride carbonica.

“Con questa operazione dice il Presidente di Iren Paolo Peverano l’azienda conferma l’attenzione ambientale per il territorio e la sua capacità di creare valore economico anche per il tessuto imprenditoriale locale, investendo circa 10 milioni di euro e avviando un cantiere che a regime occuperà mediamente 50 lavoratori

Info vista Mole nel nuovo punto turistico di via Verdi

Dopo quello di fronte a Porta Nuova un  nuovo punto di informazioni turistiche è stato inaugurato  a Torino in via Verdi, all’angolo con via Montebello, nei pressi della Mole Antonelliana, zona molto frequentata grazie alla presenza dell’Università e del Museo del Cinema. Il nuovo punto informazioni è ecosostenibile e funzionale. La progettazione dello spazio è dello studio di architettura U-Layer,  degli architetti Gian Carlo Tranzatto e Luca Domenichelli, che con Emanuele Guastaferro hanno contribuito alla realizzazione di  ‘Objecto’, il progetto di merchandising ufficiale della Città di Torino, con oggetti quali  la ‘Mole Magica’ e il ‘Touret’ e ‘Gianduiotto’ usb. Presto sarà aperto al pubblico anche il terzo punto informativo, già posizionato al capolinea del bus City Sightseeing Torino, in piazza Castello.

 

(foto: il Torinese)

L’uno-uno-due arriva a Torino. Un unico numero per chiedere aiuto

Il numero sarà attivo 24 ore su 24 e potrà essere contattato da qualsiasi telefono fisso o cellulare

Da domani arriverà anche a Torino il numero unico 112. Il servizio, partito in via sperimentale nel Cuneese, domani approderà anche nel capoluogo piemontese, completando così la copertura del Piemonte che, in questo modo, si adegua al resto d’Europa. Sostanzialmente per i cittadini non cambierà nulla: 112,113,115 e 118 saranno comunque in funzione, con l’unica differenza che a rispondere sarà sempre lo stesso centralino che poi smisterà la telefonata all’autorità più adatta. Il numero sarà attivo 24 ore su 24 e potrà essere contattato da qualsiasi telefono fisso o cellulare. Il personale che risponderà al telefono è stato formato per individuare – con poche domande ed entro un massimo di 40 secondi – se indirizzare la chiamata a polizia, carabinieri, vigili del fuoco o 118.

Arte, bellezza, dialogo: il 21 marzo Torino si sveglia antirazzista

Il 21 marzo di ogni anno ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali, indetta dalle Nazioni Unite per commemorare l’anniversario del massacro avvenuto a Sharpville, Sud Africa, nel 1960, nel corso di una manifestazione contro l’Apartheid e le discriminazioni razziali durante la quale dozzine di civili vennero uccisi dalla polizia. Dal 1966, anno in cui l’evento è stato per la prima volta commemorato su decisione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in tutto il mondo centinaia di organizzazioni non governative, uffici pubblici, partiti politici e associazioni della società civile organizzano migliaia di eventi con l’intento di promuovere la tolleranza, denunciare diverse forme di discriminazioni a sfondo razziale, sensibilizzare l’opinione pubblica contro ogni forma di razzismo.

Dal 2014, l’Associazione Trepuntozero ha lanciato Torino si sveglia antirazzista, una campagna della società civile che mira a portare la difesa dei diritti umani e la lotta alle discriminazioni in piazza, nelle strade, alle persone. Usiamo canali come l’arte, la bellezza, il dialogo per raccontare il nostro messaggio, cerchiamo di essere noi a muoverci verso il nostro pubblico, di farlo riflettere, comprendere, creare empatia. Con le associazioni partner abbiamo costruito percorsi, attività, iniziative che si innestano una sull’altra, si completano e uniscono a vicenda, che compongono un tutt’uno completo e composito – come la nostra società.

 

Per l’anno 2017, Trepuntozero vuole organizzare diversi appuntamenti itineranti che mirano a coinvolgere diversi punti della città. Da Borgo Dora, sede dell’associazione in CasArcobaleno, a Mirafiori passando per il centro, per ogni luogo è stata pensata una attività diversa che riesca a coinvolgere le persone in un percorso di coscienza e abbattimento delle forme di razzismo.

Martedì 21 marzo alle 11.30 in Sala delle Colonne del Comune di Torino si vuole lanciare ufficialmente la serie di eventi durante una conferenza stampa, al termine della quale si svolgerà un flash mob nella adiacente piazza Palazzo di Città: le persone di diversa etnia, religione, genere, orientamento sessuale, disabilità scriveranno su appositi biglietti delle frasi in contrasto alle varie forme di razzismo; i biglietti verranno legati a dei palloncini e liberati in aria.

Venerdì 24 marzo presso la Casa del Parco di  via Panetti 1, insieme all’associazione Giosef Unito, organizzeremo una Biblioteca Vivente. La Biblioteca Vivente nasce in Danimarca nel 2000, punta a costruire uno spazio sicuro di condivisione e confronto, nel quale sia possibile affrontare questioni complesse e delle quali non è magari semplice parlare nella vita di tutti i giorni. L’obiettivo principale della Biblioteca Vivente è porsi come sfida verso qualunque tipo di pregiudizio e/o discriminazione diffusa a livello sociale e culturale, contribuendo quindi a rafforzare il senso di comunità e le pratiche di dialogo intercuturale. La Biblioteca Vivente è una vera e propria biblioteca, nella quale i libri viventi non sono di carta ma persone in carne ed ossa, ognuna delle quali si dà un titolo a partire dalla propria appartenenza a uno o più gruppi sociali che sono in qualche modo soggetti a stigma sociale, pregiudizio e/o discriminazione. La Biblioteca Vivente offre l’opportunità di diventare lettori o lettrici sfogliando le pagine di un libro vivente, a partire dal titolo che il libro si è dato. Le letture/conversazioni sono conversazioni uno a uno e rappresentano l’interazione tra il racconto dell’esperienza personale del libro vivente e le domande che chi legge può fare.

Sabato 25 marzo sarà il giorno termine delle attività di Torino si sveglia antirazzista. Dalle 14.30 alle 16.30 insieme all’associazione Giosef Unito, al Gruppo Formazione/Scuole di Arcigay Torino e ai volontari di Arci Servizio Civile si vuole creare una attività di sensibilizzazione della cittadinanza usando il mezzo che per eccellenza unisce gli estremi geografici di Torino raccogliendo la quotidianità di ogni persona: il tram 4. Durante una corsa del tram, prevista da piazza Derna a piazza Caio Mario, si interagirà con i passeggeri fornendo loro strumenti utili per l’abbattimento di stereotipi e pregiudizi che portano a forme di razzismo.

Alle 17.00 in CasArcobaleno si svolgerà una tavola rotonda sull’intersezionalità i cui partecipanti porteranno le proprie specificità in modo da creare una contaminazione positiva tra le diverse realtà. In serata, apertitivo e festa a cura dell’Associazione Trepuntozero, ospite il cantautore Didie Caria.

 

L’associazione Trepuntozero, attraverso la manifestazione Torino si sveglia antirazzista, vuole condurre dalle attività che siano durature nel tempo, così che il contrasto alle forme di razzismo non siano circoscritte a una data ufficiale, in modo da favorirne la quotidiana lotta contro le discriminazioni.