La competizione tra Scuole superiori di tutto il mondo porterà in città 150 studenti di tutta Europa
Un torneo tra studenti delle scuole superiori di tutto il mondo che si sfidano nella programmazione degli Spheres, piccoli satelliti sferici ospitati all’interno della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). La Zero Robotics Competition (http://zerorobotics.mit.edu/), organizzata per l’Europa da Politecnico di Torino, ASI, Università degli studi di Padova, Ufficio scolastico regionale del Piemonte e Rete Robotica a scuola, si concluderà quest’anno proprio al Politecnico, che ospiterà 150 dei ragazzi arrivati in finale, tra i quali anche gli alunni di tre scuole piemontesi. Gli studenti assisteranno in diretta all’ultimo torneo della competizione, che si svolgerà a bordo della Stazione Spaziale Internazionale e in collegamento con il MIT di Boston e con l’Università di Sidney, dove si troveranno per assistere alla finale gli studenti provenienti da Stati Uniti e Australia. La finale torinese è organizzata da Politecnico di Torino insieme ad AMMA, Camera di commercio di Torino, ITS Mobilità sostenibile Aerospazio Meccatronica, Unione Industriale di Torino, Turismo Torino e provincia.
Aula Magna “G.Agnelli”, Politecnico di Torino, Corso Duca degli Abruzzi 24 – 11 gennaio 2018, ore 13.00

Fratelli d’Italia attacca la sindaca di Torino per i botti di Capodanno. “Appendino vuol battere Napoli. Torino è medaglia d’ argento dei disastri di Capodanno. Chiediamo le dimissioni dell’assessore Finardi. 
Patrizia Alessi, capogruppo FDI Circoscrizione 7: “Ero in centro con amici ieri sera. Piazza San Carlo presidiata da due macchine di vigili era abbastanza accettabile a parte qualche abusivo, ma da via Roma fino a piazza Castello e Piazzetta Reale un vero disastro: abusivi con carretti pieni di bottiglie di vetro, postazioni di vendita botti e altre merci varie, botti fortissimi x almeno un’ora, un cestino di quelli grandi scoppiato, e per finire un ragazzo ferito con una bottigliata in testa portato via in ambulanza. E i botti anche in
circoscrizione 7 sono stati fortissimi, i miei gatti hanno passato un brutto momento! Ieri mattina a Porta Palazzo e in altri mercati vendevano un sacco di botti più o meno grandi. E i controlli?” 

vanno oltre quella che fu la propria cinta daziaria.Un cattivo segno anche per il nuovo anno 2018 che dovrà ancora probabilmente vedere amministratori di tal fatta.
L’eleganza tipografica a Torino
Gualtiero Marchesi senza miti
averlo frequentato e conosciuto.Bastino per tutti i “monelli”di Albenga,come vengono chiamati,quelli che, a 70 anni suonati, giocano ancora con le fionde. Vanno ,in ogni caso, distinti Gualtiero Marchesi e i marchesiani,gli allievi o i sedicenti allievi che dopo la morte del maestro si contenderanno il primato nel proseguire il suo lavoro. Marchesi era comunque un uomo pieno di creatività , i marchesiani sono spesso solo presuntuosi,banali,scontati. Loro cercano le stelle Michelin e la visibilità televisiva. Basta leggere un’intervista di Bosonetto,ad esempio,per rendersene conto, senza necessariamente andare a cena nei loro locali. Anzi, molti di loro mettono la loro immagine a servizio della pubblicità delle cucine e persino delle patatine fritte. Troppi sono gli imitatori di Marchesi. Ricordo nel 1986 che un buon ristorante sul lago di Avigliana improvvisò un menu di “nouvelle cousine” dopo aver raggiunto il successo con una cucina tradizionale .Fu un disastro e locale dovette chiudere. Un vero fuoriclasse sarebbe inimitabile. E’ un’osservazione sulla quale riflettere. Parlando d’altro, un po’ la differenza tra Norberto Bobbio e i bobbiani. Il filosofo torinese ebbe il merito di non voler creare una scuola dopo di lui e chi si richiama a lui si rivela inadeguato a seguirne la strada,vuole solo inseguirne la notorietà.
La massoneria e il Risorgimento
Luraghi, un maestro
LETTERE
motivo per cui c’è stato l’ammanco. Basterebbe un buon ragioniere per capire dove sono finiti quei soldi. Lo stesso Chiamparino è diplomato ragioniere.
Cibrario e la Fondazione Musei
Al via una campagna di sensibilizzazione lanciata dall’Amministrazione comunale per richiamare l’attenzione, sulla pericolosità di petardi, mortaretti, fuochi d’artificio e altro materiale pirotecnico, ai danni degli animali.
di Enzo Biffi Gentili
dell’opposizione. Ristabilire quindi differenti ruoli e posizioni, pur su obbiettivi comuni di rilancio e ripresa, è fondamentale per uscire da un “sistema Torino” eccessivamente “poroso” in passato, e sovente proprio per quanto riguarda le relazioni e rapporti tra pubblico e privato, tra missioni istituzionali e interessi economici e commerciali. Pare se ne renda ben conto, per quanto di sua competenza, l’Assessora alla Cultura della Regione, Antonella Parigi, che alle prese con il delicato problema del disavanzo della Fondazione per il Libro -altro caso, tra molti, emblematico di un’acritica trascorsa ottimistica “narrazione”- e delle incertezze operative e gestionali che riguardano o prossimi Saloni ha auspicato “una forte discontinuità rispetto al passato”.
il Circolo dei Lettori o la Fondazione per la Cultura, che dovranno essere legalmente chiarite da uno studio specializzato in diritto amministrativo, Merani Vivani e Associati. Insomma, si è di fronte a una preziosa occasione per ristabilire la necessaria, netta distinzione tra enti e personaggi istituiti o nominati da organismi di diritto pubblico per rispondere a esigenze di interesse generale, nel caso culturale, e senza fini di lucro ed altri che coltivano un pur legittimo interesse privato. La questione, prima che giuridica, è politica: più volte nelle assemblee elettive, a partire da membri del Movimento 5 Stelle, ci si è lamentati di un sistema Torino che oltre dalla “porosità” testimoniata da un certo interscambio delle funzioni, come tra Enti locali e Fondazioni, sembrava pure caratterizzato da qualche ambiguità nelle procedure amministrative adottate. Insomma, non raccontiamocela più: fatti, non pugnette, come si direbbe in Romagna.
Torna grande richiesta il ballerino italiano più famoso al mondo: Roberto Bolle, che chiude il 2017 con uno degli appuntamenti più attesti della Stagione. I tre appuntamenti in programma sono sold out
“Prima abitavamo in un condominio e quindi lo facevamo interno e nettamente più piccolo. Chi sta portando avanti da anni questa tradizione è mio padre, Giuseppe Mazza, che ha tramandato questa passione da mio nonno. Da 4 anni (prima eravamo solo io e mio papà a fare il presepe) mio zio, Fernando D’Amato (ex poliziotto in pensione) ha deciso di aiutarci e ha iniziato a comporre autentici capolavori (sono casette in polistirene e legno). Solo le statue sono comprate, il resto è fatto tutto a mano da mio zio. Quindi siamo noi tre gli artefici dell’opera (Francesco Mazza, Giuseppe Mazza e Fernando D’Amato). La novità di quest’anno è la cascata con l’acqua che parte dalla montagna – che rappresenta il Monviso e quindi il Po- e che scende fino a valle. Il nostro presepe rappresenta atti di vita quotidiana e contadina
ricordando un po’ le tradizioni piemontesi, calabresi, campane e lucane: mio papà è calabrese,
mio zio campano e mia mamma lucana. Sono 24 metri quadri di presepe, ci sono voluti 8 giorni di lavoro per concluderlo, tutte le casette sono illuminate come si può vedere dalle foto”.
stato artificiale ,tenuto insieme dalla dittatura comunista di Tito, la Jugoslavia.
Umberto II
furono “L’Italia innanzi tutto “ e “Autogoverno di popolo e giustizia sociale “.Essi indicano quale fosse la sua idea di monarchia. Non sostenne neppure i diversi partiti monarchici,volle sempre restare al di sopra della mischia, persino al referendum del 2 giugno, quando ‘ andò a votare scheda bianca. Scelse come suo ministro Falcone Lucifero, in gioventù ,socialista matteottiano.
resta in me indelebile, malgrado gli anni. Un gran signore che non ostento’ mai nulla e seppe portare con se’il grande dolore dell’esilio e della solitudine anche famigliare.
Torino e viene nominato prefetto senza una sede di destinazione operativa, il che significa, quasi certamente, in servizio al ministero degli interni.
Natale a Savona
stato anche un evento musicale con i canti del Natale, forse guastati da qualche canzone americana di troppo ,anche se e’ stato cantato “Adeste fideles “.
Prefetto, si sono distinti nell’accoglienza dei profughi e migranti in una provincia largamente turistica e quindi con difficoltà ad accogliere. Ma il presepe in prefettura e’ un segnale di coraggio che dovrebbe servire a tanti presidi tremebondi che non osano festeggiare il Natale a scuola perché temono di offendere i musulmani. Ci sono occasioni come il Natale ,in cui non possiamo non dirci cristiani. La laicità dello Stat o non è certo compromessa da un bambinello infreddolito posto in una mangiatoia.
diventato anche ristorante. Forse resiste solo da Michele che è attiva dal 1870. Con solo due pizze sul menu a garanzia della qualità. Perché va anche detto che le pizze condite con gli ingredienti più fantasiosi hanno di fatto perso la loro identità.A Torino è sempre più difficile trovare una buona pizza. Tra i pochi resiste il mio ex compagno di liceo classico Antonio De Martino “Spiga d’oro” in Borgo San Paolo.Ci andavo da studente, ogni tanto ci torno con mio nipote che studia al Politecnico.La pizza al padellino mi piace e anche la farinata è buona.Nel borgo più rosso di Torino il proprietario tiene sul bancone “Il giornale” fin dai tempi di Montanelli. Un coraggio notevole unito alla bravura e alla semplicità di un locale che è passato di padre in figlio.Una tradizione che vive nel tempo.
tutte le convinzioni.Ha pero’ragione l’assessore alla sanità della Regione Piemonte Antonio Saitta ad esigere il rispetto della nuova legge a tutte le strutture sanitarie .Saitta e’ un cattolico convinto,con una lunga militanza nella Dc,ma si è rivelato un laico rispettoso delle leggi dello Stato con la stessa sensibilità di De Gasperi. Io lo stimavo molto già da presidente della Provincia di Torino ,in questa occasione ha dimostrato le sue qualità di pubblico amministratore.
La Venere di Botticelli dei Musei Reali di Torino torna all’interno del percorso di visita della Galleria Sabauda, pronta a farsi ammirare dai visitatori per le feste natalizie all’interno della sala del primo piano dedicata ai grandi capolavori.
Billi scriveva che l’artista dipingeva bellissime donne nude e Giorgio Vasari, nelle sue Vite, confermava la testimonianza con queste parole: “Per la città, in diverse case fece tondi di sua mano, e femmine ignude assai”. Solo tre Veneri sopravvivono, attribuibili a Sandro o alla sua bottega: la Venere di Berlino, quella di Torino e una già in collezione privata a Ginevra. Le prime due sono state esposte entrambe ai Musei Reali in occasione della prima edizione di Confronti, nel 2016. Si tratta di nudi monumentali, che possono essere annoverati tra i primi dipinti profani dell’Europa postclassica e che trovano ispirazione in un modello antico che conosciamo come Venere de’ Medici, o Venere pudica, dove la Dea è sorpresa a coprirsi con le mani il seno e il pube.
STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
nei loro appositi spazi. Ci siamo confrontati con la Municipalità di Milano, anche se le problematiche erano diverse. E qui a Torino? Qui la preoccupazione diventa paura profonda. Che cosa hanno previsto i nostri amministratori? Da quello che si vede ora poco o nulla. Indagheremo. Per ora gli utenti che lasciano dove capita la bici non sembrano edotti di eventuali sanzioni previste. Poi merita un capitolo a parte chi butta le bici in acqua. Vandali? Non solo, ma puntano a mandare in tilt il sistema di controllo per non consentire di risalire a chi ha utilizzato la bici, mi ha spiegato chi se ne intende. Netta l’impressione che ne abbiamo tratto. Nella nostra città poco é stato previsto a proposito delle conseguenze di un arbitrario servizio. Eppure l’iniziativa di per se é particolarmente lodevole. Anzi, i presupposti sono all’inizio particolarmente positivi, visto che ad esempio sono anche finalizzati a decongestionate il traffico privato. Ma appunto rischiano di vanificare i presupposti iniziali stessi, ricadendo nella ingovernabilità del sistema del traffico pedonale e delle biciclette. Una citta più civile é anche una città organizzata. E almeno per adesso le bici lasciate casualmente non sono indice di organizzazione. Un ricordo personale. 30 anni fa per lavoro sono stato a Copenaghen. La stazione ferroviaria é al centro della città e mi sono stupito della moltitudine di biciclette parteggiare davanti. E mi hanno fatto notare che sarebbe stato impossibile sostenere il parcheggio di altrettante auto oltre all inquinamento procurato. Ma le bici erano ordinatamente parcheggiate. E si sposava l’ interesse del singolo ciclista con le compatibilità collettive, organizzando il sistema attraverso delle regole ed eventuali sanzioni. A Torino non mi sembra che si inizi per il verso giusto.