Designati i tre finalisti del “Premio Fondazione BuonoLopera”, che a “Villa Chiuminatto” esporrà le loro opere
Due torinesi ed una pugliese di Bari. Tutti giovanissimi. In occasione di “Paratissima Talents”, la mostra dei “talenti” emergenti di “Paratissima” (visitabile fino al 2 giugnonelle ex-scuderie della “Cavallerizza”, in via Verdi 5 a Torino), la “Giuria” composta dal fotografo maestro dello “still life” Giulio Buono, Eleonora Innocenti Sedili (sensibile esperta di “Arti Visive Contemporanee”) e Laura Tota (curatrice indipendente di progetti legati alla Fotografia e all’arte contemporanea), ha decretato i nomi dei tre artisti che maggiormente si sono distinti per “talento”, “tecnica” e “contemporaneità di linguaggio”: il torinese Daniele Accossato, la barese Crissi Campanale e Silvia Loi, operante e residente sotto la Mole.
Le opere vincitrici saranno esposte a “Villa Chiuminatto”, sede della “Fondazione BuonoLopera” (che per la prima volta sostiene la “Rassegna” con la costituzione di tre montepremi in denaro), da venerdì 13 a domenica 15 settembre, in occasione dellaterza edizione di “Eclectic Estival”, “il Festival benefico, anticonvenzionale ed eclettico, fin dal nome”, che propone quattro concerti in due giorni.
Sabato 14 settembre è in programma la premiazione dei tre giovani talenti artistici.
Costituita nel dicembre del 2021 per volontà di Stefano Buono e Maribel Lopera Sierra, la “Fondazione BuonoLopera” ha sede in “Villa Chiuminatto” nel cuore della “Crocetta” di Torino, un edificio dallo “stile eclettico” con una storia lunga un secolo, di cui la “Fondazione” vuole essere, allo stesso tempo, portavoce e custode. “Nostro primo obiettivo – sottolineano Stefano Buono e Maribel Lopera Sierra – vuole essere quello di porci come una ‘fucina’ che accoglie e sostiene iniziative ‘no profit’ in campo sociale, artistico, culture e formativo grazie all’erogazione di ‘borse di studio’”. “Un’attenzione particolare – proseguono – è rivolta all’organizzazione di ‘eventi benefici’, mossi dal desiderio di creare momenti di spettacolo e di bellezza vocati alla raccolta fondi nei confronti di progetti sociali particolarmente meritevoli”.
Ma chi sono i tre giovani di “Paratissima Talents 2024”, premiati dalla “Fondazione BuonoLopera”?
Daniele Accossato, scultore, ci propone opere sorprendenti, dissacranti, estrose e “spudoratamente” immaginifiche. “Icone ingabbiate”. I grandi miti, le icone della scultura classica nascono dalle sue mani attraverso “materiali duraturi” (come resine, cemento, bronzo o ceramica) per poi “essere maltrattate, celate, costrette, sacrificate, tirate giù dal piedistallo e messe strettamente, senza pudore, a confronto con l’osservatore”. Accossato crea (e con grande abilità plastica) per poi “distruggere” o “nascondere”. Le sculture vengono infatti esposte “nei loro involucri di trasporto, in casse/gabbie che sono a un tempo protezione e prigione”. La ricerca dell’artista è di continua sperimentazione, ma anche “un gesto di sfida nei confronti della mercificazione dell’arte, anche di quella più ‘sacra’ e intoccabile”.
Crissi Campanale opera, in “Counting time 1.3” unendo “performance” e arte visiva in un improbabile atto meditativo: riportare su carta, secondo dopo secondo, lo scivolare del tempo sotto forma di una serie progressiva di numeri. Atto vano, attraverso il quale “l’artista invita lo spettatore a riappropriarsi della propria esistenza, ribaltando la prospettiva che vuole il tempo come risorsa sempre scarsa, da non sprecare, da impiegare solo in un’ottica di costante produttività”. Perdendo di vista, nel frattempo, l’essenza dell’esserci. “Il qui ed ora”.
“Unrealiable Evidence”. “Prova inaffidabile”. C’è la prova incontrovertibile dell’inaffidabilità e dell’effimero dei nostri “archivi”, del nostro “passato” registrato e catturato in origine per essere “eterno”, eppure “sbriciolato” dallo scorrere del tempo in risultati sempre nuovi e inediti, nelle opere di Silvia Loi. “In ‘Unrealiable Evidence’, il VHS subisce e reca su di sé le perturbazioni del tempo: il suo aspetto interrotto, rovinato, frammentato rimanda ai ricordi d’infanzia, a momenti offuscati simili a vuoti di memoria. I filmati, appartenenti alla famiglia dell’artista, vengono erosi gradualmente dalle nuove esperienze vissute, sfuggendo progressivamente e in modo ineluttabile dalla mente”. Per non tornare più e farsi beffa della memoria.
Gianni Milani
Nelle foto: Villa Chiuminatto, Stefano Buono e Maribel Lopera Sierra; Opera di Daniele Accossato; Opera di Crissi Campanale; Opera di Silvia Loi