Cosa succede in città- Pagina 356

Pista ciclabile: ecco come cambierà via Nizza

La spesa di 300 mila euro a carico di Eataly. La Giunta Comunale, su proposta dell’assessora alla Mobilità Maria Lapietra, ha approvato il progetto esecutivo del nuovo tratto di pista ciclabile bidirezionale che lungo via Nizza da piazza Carducci raggiungerà via Biglieri, nella zona del Lingotto.

L’intervento consentirà di completare il tracciato di uno dei principali percorsi di ingresso in città e a servizio di aree universitarie, ospedali, centro espositivo del Lingotto, grattacielo della Regione e futura Città della Salute, identificato nel Biciplan come la direttrice 4.

Il nuovo tratto, della lunghezza di circa 1 chilometro, avrà una traiettoria pressoché parallela alla via Nizza che si svilupperà inizialmente, tra piazza Carducci e via Tepice, sotto gli alberi per poi spostarsi , proseguendo verso l’esterno della città, sul lato sinistro della via, a ridosso del marciapiede.

Lungo il percorso interessato dall’opera è previsto l’adeguamento degli impianti semaforici e l’inserimento di percorsi tattili per disabili visivi in prossimità degli attraversamenti pedonali con conseguente modifica parziale degli scivoli, ove necessario.

Elementi di arredo urbano e portabiciclette troveranno posto in alcuni spazi liberi e non idonei a ospitare la sosta degli autoveicoli. Altri stalli saranno ricollocati, allontanandoli dal tracciato della pista ciclabile, per garantire la discesa in sicurezza dai veicoli.

“Con l’approvazione del progetto per il nuovo tratto di pista ciclabile facciamo un altro passo avanti verso la trasformazione dell’asse di via Nizza in un viale moderno e funzionale, gradevole da percorrere e più sicuro per tutti gli utenti della strada”, commenta l’assessora alla Mobilità, Maria Lapietra.

La spesa prevista per l’intervento, che dovrebbe concludersi entro la fine del mese di settembre, è di quasi 300mila euro e sarà a carico della società Eataly Real Estate Srl.

Movida, coronavirus e mal vivere

La movida o, meglio, la mala-movida ringrazia il coronavirus; non così i cittadini residenti nella zona di Piazza Vittorio e in San Salvario nelle zone, cioè, destinate all’ampliamento dei dehors ed alla “pedonalizzazione temporanea”.

In via di superamento gli effetti sanitari del coronavirus siamo tutti protesi a riprendere la vita personale e collettiva, a riprendere, finalmente, le attività. Nel corso della quarantena molti sono stati gli appelli a ripensare la qualità della vita, i propositi su una migliore e civile convivenza. Passata la festa, gabbato lo santo … paradossalmente dove non c’è stata festa e nessun santo.

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La quarantena vissuta non viene utilizzata per migliorare la vita collettiva, ma strumentalizzata per ampliare i momenti di disagio per la fascia di torinesi residenti nelle zone della movida. Nei musei si entra col contagocce, limitato il numero dei visitatori nelle sale, i Tribunali praticamente chiusi come le scuole ….non così i locali in zona movida che godono di un trattamento speciale. I locali movida (che pur devono riaprire) potranno ampliare lo spazio finora occupato, saranno chiuse al traffico e pedonalizzate alcune vie per consentire una maggiore occupazione di suolo pubblico ed il libero sciamare degli avventori; naturalmente le ore previste sono quelle del riposo serale e notturno. Insomma, sarà peggiorata la situazione preesistente al coronavirus.

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Per meglio gabbare viene usata la solita tecnica “in via sperimentale e temporanea” ; forse si intende sperimentare gli effetti che tali provvedimenti avranno sulla salute dei residenti . Sulla “temporaneità” il sarcasmo è d’obbligo. C’è di più e di meglio: saranno i titolari dei locali che dovranno occuparsi di contingentare l’arrivo dei frequentatori , non nei loro locali, ma nella zona pedonalizzata (sic!). Questo modo di procedere da parte di chi , per competenza istituzionale, si occupa del problema denota disprezzo nei confronti dei residenti ed incapacità a gestire la vita comunitaria. Si dovrà invocare “Arrridateccci il coronavirus!”.

Elle

Museo del Risparmio: 30 minuti di caccia all’errore con Barbara Alemanni

Secondo appuntamento online mercoledì 10 giugno alle ore 18 con il format  “Un libro in 30 minuti” dedicato ai più tipici “passi falsi” degli investitori e le strategie per minimizzarli

 

Mercoledì 10 giugno alle 18:00 è in programma l’appuntamento online con la seconda puntata del nuovo format “Un libro in 30 minuti“. L’ospite è Barbara Alemanni, Professoressa presso l’Università Bocconi e autrice del saggio “Finanza comportamentale. Scoprire gli errori che ci fanno perdere tempo“.

Nella mezz’ora dedicata all’incontro, si parlerà del comportamento degli investitori nelle scelte di allocazione dei risparmi. Più nello specifico, si cercherà di identificare gli errori che gli investitori individuali e professionali commettono, ma anche di suggerire strategie per minimizzare le conseguenze di questi errori, fino a trasformali in alleati e a sfruttarli per ingenerare comportamenti più virtuosi. Una lettura che offre spunti utili sia per chi svolge l’attività di consulenza finanziaria, sia per gli investitori privati che vogliano migliorare la propria disciplina decisionale e comportamentale.

L’incontro si svolgerà attraverso la piattaforma Webex. Le informazioni per partecipare e collegarsi all’evento sono disponibili sul sito del Museo del Risparmio o all’indirizzo: info@museodelrisparmio.it

“Bonus Piemonte: per chi e per cosa?”

Un lettore ci scrive / Caro Direttore, con enfasi mediatica l’amministrazione regionale, la stessa che doveva consegnare da  diverse settimane la “mascherina” a tutti i Piemontesi (alla mia famiglia non sono mai arrivate ma siamo fiduciosi che il Governatore Cirio ce le farà avere in tempo per il Carnevale 2021) ha lanciato una iniziativa di supporto alle categorie professionali provate dal Covid-19: il bonus Piemonte.

Devo dire che, nella scarsa propensione a elaborare progetti ben studiati e inclusivi delle varie problematiche connesse al sostegno della cittadinanza, il Piemonte è in buona compagnia.

Le iniziative di supporto nazionali sono state elargite senza tenere conto delle sfaccettate e complesse realtà esistenti. Io, e la mia famiglia di 3 persone, ad esempio sopravviviamo con una pensione INPS (664,00 Euro) ma a causa di questa “misera” pensione d’anzianità, quella che mi spetta per avere pagato i contributi INPS per 35 anni, non ho potuto richiedere il bonus di 600 Euro ( e che forse ora diventeranno 800 o 1.000 ) come invece, da quello che leggo, hanno potuto fare camorristi, mafiosi e altre categorie “protette”. In precedenza era stato considerato ostativo all’ottenimento del bonus anche percepire le pensioni di invalidità ma, a fronte della levata di scudi da parte delle associazioni delle persone con disabilità, almeno per questo punto questa la norma è stata emendata. Il percepire una pensione bassa non solo mi impedisce di richiedere il bonus ma, mentre lo stesso non concorre a costituire il reddito tassabile, la mia pensione viene tassata, contribuendo così a finanziare i vari bonus, redditi di cittadinanza e altre brillanti soluzioni con cui alcuni mesi fa è stata “sconfitta la povertà”. E’ una disparità di trattamento ingiusta, in un momento in cui si fa appello, a ogni piè sospinto, alla unità e solidarietà nazionale.
Ma in effetti l’argomento della presente è: il bonus Piemonte. Personalmente ho dato al Covid 19 più di quello che avrei voluto. Mia madre è morta sola a metà Aprile, in una RSA dove era in riabilitazione da fine Gennaio. Il mio lavoro è evaporato e la vita non è certo facile.
Quindi gli 800 Euro del bonus per l’ “attività delle guide e degli accompagnatori turistici” (Codice Ateco 79.90.20) li avrei spesi principalmente per spesa e bollette. Ma il Piemonte non vuole che il bonus venga sprecato per scopi “voluttuari” come nutrirsi! Nel modulo da firmare per ricevere il bonus al punto 4 è precisato:
“…4. che il Bonus Piemonte deve essere utilizzato per l’adeguamento dei locali, l’acquisto di materiali, attrezzature e delle spese accessorie imposte anche dalle nuove esigenze e misure igienico-sanitarie derivanti dall’emergenza COVID-19, secondo quanto previsto dalla specifica normativa regionale che ha istituito il Bonus stesso;…”Ora mi sembra almeno strano che una persona che svolge la sua attività professionale principalmente all’aperto e nel mio caso, in gran parte via da Torino, debba usare il bonus per adeguare dei locali che non utilizza per il proprio lavoro, acquisire dei materiali che non so quali possano essere vista la sua attività (una valigia nuova? un paio di scarpe confortevoli? ), ecc. invece di poterli spendere per tappare i buchi del suo asfittico bilancio visto che da Febbraio, come già segnalato, non incassa un centesimo. Pur nella sua banalità il problema “alimentare” in cui penso, come noi, si dibattono migliaia di famiglie Piemontesi, non ritengo debba essere risolto demandandolo alla carità delle varie onlus e associazioni caritatevoli. Oppure il Governatore vuole riesumare le “Brigate Cirio”? Sono consapevole che si tratta di una battuta di non eccelsa qualità ma sto esaurendo il mio senso dell’umorismo.
Forse molti dei miei colleghi e quanti altri esercitano professioni simili alla mia, non si sono resi conto che l’invio del modulo e il ricevimento degli Euro del Bonus Piemonte, potrebbe dare, per anni, lavoro all’Agenzia delle Entrate e ai Tribunali per recuperare quanto indebitamente speso.
Per chiedere un chiarimento in merito ho chiamato l’URP regionale. Mi è stato detto di rivolgermi alla email: help.bonuspiemonte@regione.piemonte.it  i cui addetti saranno però molto impegnati se dal 05/06 pomeriggio non hanno ancora trovato il tempo di rispondere. Sempre meglio del CSI che ha preso in carico un’altra richiesta il 04/06 e non ha ancora risposto al momento di inviare questa email.
Comunque per chiudere: se lo scopo del Bonus Piemonte era dare sostegno alle imprese e ai lavoratori autonomi sarebbe stato necessario valutare a priori quali categorie e codici Ateco potevano utilizzare i fondi ricevuti nei modi previsti dall’articolato del bando. Come ho precedentemente spiegato le persone che svolgono attività come la mia ben difficilmente potrebbero utilizzare i fondi come richiesto. Quindi i loro codici Ateco non avrebbero dovuto essere inclusi. Oppure dovrebbe esserci, e sarebbe più ragionevole se si vuole aiutare i lavoratori autonomi Piemontesi, una esplicita deroga per quelle professioni che, per la loro natura stessa, non potrebbero utilizzare i fondi come richiesto ma li userebbero per sopravvivere per un po’ sperando che il lavoro riparta.
Magari il Governatore, quando si renderà conto che i suoi canali di comunicazione difettano, vorrà rispondere nel merito chiarendo se posso richiedere il bonus per fare la spesa senza poi finire nel tritacarne amministrativo/fiscale rendendo, magari tra numerosi anni quando il Covid sarà un ricordo sfumato, quanto ricevuto più spese e sanzioni.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.
MM

Save the Food e Banco Alimentare Piemonte Insieme contro lo spreco alimentare

Nella Regione, nel 2019, il progetto ha contribuito a ridistribuire ai bisognosi 124.252 porzioni di cibo. Circa 2.265 tonnellate di alimenti recuperati. A Maggio 2020 tagliato il traguardo di 16 milioni  porzioni salvate dallo spreco su tutto il territorio nazionale

L’emergenza sanitaria che ha funestato l’inizio del 2020 ha messo in ginocchio l’economia di interi Paesi; in Italia, prima nazione occidentale ad essere pesantemente colpita dalla pandemia, a causa del blocco di tutte le attività commerciali e lavorative molte famiglie in più hanno dovuto chiedere aiuto agli enti caritativi per poter sfamare i propri cari e se stessi.

Nel nostro Paese Banco Alimentare  si occupa di combattere lo spreco alimentare, dando al cibo una seconda vita donandolo ai più bisognosi. In collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare, nel 2011, nasce il progetto Cuki Save the Food realizzato da Cuki  per sostenere il programma Siticibo della Onlus, che opera su tutto il territorio nazionale contro lo spreco alimentare e recupera il cibo non servito nelle mense collettive e invenduto nei supermercati della distribuzione organizzata.

In Piemonte Cuki Save the Food, nel 2019, ha contribuito  a recuperare 124.252 porzioni  di cibo (questo è il dato relativo ai piatti pronti che abbiamo pubblicato sul Bilancio Sociale 2019, eventualmente insieme a quello di GDO che è di 2.265 tonnellate), fornendo le vaschette di alluminio per il recupero delle porzioni operato da Banco Alimentare attraverso le Strutture Caritative convenzionate.

ha recuperato 124.252 porzioni di cibo, raccolte dal Banco Alimentare Piemonte che ha potuto contare sulle mense collettive che hanno aderito al progetto nella regione sabauda. In Italia Cuki Save the Food nel solo 2019 ha contribuito a  “salvare” dallo spreco 1.418.000 porzioni di cibo. A maggio di quest’anno, sono oltre 16 milioni le porzioni ridistribuite dal 2011, anno dell’inizio della del progetto.

Un meccanismo trasparente e virtuoso che si basa sulla solidarietà, e sull’impegno di oltre 206 volontari di Banco Alimentare su tutto il territorio regionale e delle centinaia di volontari delle Strutture Caritative convenzionate , che consentono di recuperare il cibo preparato e in eccedenza donandolo, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie alle  persone in difficoltà  sul territorio.

Attraverso il progetto Cuki Save the Food, Cuki, azienda leader per la conservazione dei cibi, ha messo a disposizione degli operatori di Banco Alimentare la sua esperienza  per consentire il perfetto mantenimento del cibo  e farlo  arrivare a chi ne ha bisogno.

Nel corso dei dieci anni di attività di Responsabilità Sociale di Cuki, sono state donate circa 2 milioni di vaschette in alluminio migliaia di Thermobox per conservare, trasportare e ridistribuire le oltre 16 milioni di porzioni che rappresentano un risultato unico nella storia della lotta allo spreco alimentare.

“L’attenzione verso i temi sociali sono sempre stati centrali per il nostro brand, spiega Carlo Bertolino, Direttore Marketing e Comunicazione Cuki La collaborazione con Banco Alimentare ha un valore enorme perché ci consente di realizzare un atto di restituzione: sostenendo la Onlus abbiamo la possibilità di dare una seconda vita al cibo che altrimenti andrebbe sprecato e che va a favore delle fasce più deboli”.

La collaborazione tra Cuki e Banco Alimentare si consolida ulteriormente anche grazie ad un altro progetto nato per contrastare un importante settore che incide sullo spreco alimentare: il cibo sprecato nei ristoranti. Nel 2016 nasce Cuki Save Bag, la “doggy bag” di Cuki, sviluppata in sinergia con 200 studenti del Politecnico di Torino, per portare a casa il cibo non consumato al ristorante, contribuendo in questo modo a combattere lo spreco del cibofuori casa. Hanno aderito al progetto Save Bag i ristoranti Eataly, le osterie Slow Food, il Gruppo CIGIERRE e Just Eat.

Per non perdere Evelina

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Non entro nel merito della conduzione del Museo Egizio che l’allora neo Presidente Evelina Christillin non volle chiamare di Torino, con scelta che ha offeso la città e la sua storia perché quel museo e’ sabaudo e torinese  al cento per cento

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Certamente  il Museo che è sempre stato un’eccellenza italiana e che fu anche presieduto da Alain Elkann, ha rappresentato un successo che è aumentato negli anni forse più per merito del suo direttore Christian  Greco  che della sua presidente. Greco ha saputo valorizzare, direi plasmare il museo con criteri innovativi. La  presidente ha più curato l’immagine “politica” del Museo con dichiarazioni che, a volte, si sono rivelate un po’ demagogiche o con operazioni assai discutibili come il prestito permanente di pezzi del Museo a Catania.
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La dottoressa Christillin è da tanti anni sulla scena pubblica non solo torinese, da quando venne scelta dall’avvocato Agnelli a capo del comitato per le Olimpiadi invernali, per poi passare alla presidenza del Teatro Stabile che durante il suo mandato è  diventato teatro nazionale. Fu lei che volle eliminare lo storico ingresso del teatro Carignano  che venne sostituito da una  orribile struttura in acciaio che dopo alcune proteste venne modificato. Una donna come lei ha tutte le strade e le porte aperte e può disporre come vuole con facilita’. Ha anche la disponibilità economica per agire, mentre altre istituzioni devono lesinare le spese perché i finanziamenti pubblici sono esigui e spesso in ritardo. Stando ai risultati non si può negare che ha ben lavorato, anche se può infastidire il ruolo politico che ha voluto esercitare sempre in sintonia con il Pd. La ricordiamo tutti al Lingotto con Veltroni e poi con Renzi, per non citare il suo speciale rapporto con il sindaco Chiamparino. Qualche volta viene invitata in televisione dalla Gruber come opinionista politica, anche se l’invito è giustificato dalla presidenza del Museo Egizio. La Signora e’ un pezzo di pregio di quello che si chiamava e ancora si chiama “sistema Torino” e che i grillini si ripromettevano di abbattere, mentre si sono lasciati risucchiare dal medesimo. Dopo due mandati la Christillin non poteva, a termini di statuto, essere riconfermata alla presidenza del Museo. Ma sinistra e destra, piuttosto di perderla, hanno deciso di cambiare lo statuto. Si tratta di una decisione clamorosa del tutto “ad personam”, si potrebbe dire con un linguaggio del recente passato. Di norma gli statuti si rispettano o si cambiano perché si rivelano inadeguati al di là delle persone. Può essere discutibile che uno statuto preveda dei limiti di mandato, ma chi lo scrisse e lo approvò avrà avuto qualche valido motivo per stabilire i due mandati. Chi ha fatto bene, di norma, va confermato, anche se lo statuto del Museo si rivelava oggi  inconsapevolmente del tutto in linea con i due mandati tanto cari ai grillini. Ma a ribadirlo e’ rimasta solo la capo gruppo dei 5 Stelle  in Comune. Si pone una domanda d’obbligo: se invece della Christillin  ci fosse stato un altro  presidente, cosa sarebbe accaduto? Una mia cara amica che ricopre ruoli di vertice nell’ambito della cultura italiana mi ha scritto di dubitare che se non ci fosse stato “uno di famiglia”, il trattamento di favore sarebbe stato concesso così facilmente.  Sembra che circoli anche la notizia che la signora Christillin possa essere una candidata sindaco di Torino per il 2021. Vedremo nei prossimi mesi cosa succederà, ma sicuramente è un’ipotesi che non si può escludere. Lei dichiarò  una volta ai giornali che avrebbe aiutato ad attaccare i francobolli per la campagna elettorale del Sindaco Chiamparino. Di strada da allora ne ha fatta tanta e potrebbe adesso ambire a sedersi lei stessa  sulla poltrona più alta di Palazzo civico e,  magari, tra dieci anni ottenere la deroga al limite di mandato per ricandidarsi una terza volta a furor di popolo come sindaca.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Le sardine floreali lanciano Torino Capitale. La gauche caviar rivuole la città

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Di Augusto Grandi / Le sardine non nuotano più. Il distanziamento sociale le ha trasformate in “fiori”, almeno a Torino. Dove la definizione botanica viene utilizzata per indicare i gruppi di lavoro del nuovo soggetto politico della sinistra bobo, la gauche caviar collinare e crocettina che ha dato vita al contenitore “Capitale Torino” destinato, entro fine anno, a trasformarsi in una “nuova forza politica” o ad “occupare una lista civica già esistente”.

Magari per piazzare Mauro Berruto, ex allenatore di pallavolo approdato alla Scuola Holden.

Non è chiaro se per “capitale” intendano la città o i loro soldi da difendere ed incrementare attraverso l’attività politica…

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Le sardine floreali lanciano Capitale Torino. La gauche caviar rivuole la città

Costanza, la app (torinese) per mantenere la distanza

Un badge o braccialetto collegato ad una App per aiutare le aziende a mantenere i dipendenti al sicuro. La torinese Smart Beacon lancia COSTANZA – la App per la distanza. Ad adottarla per i suoi oltre 1000 dipendenti SMAT, la prima azienda in Italia a dotare i propri lavoratori di una App che tuteli la loro salute monitorando costantemente il distanziamento durante lo svolgimento delle quotidiane attività lavorative.

 

Le persone sono la risorsa più importante per qualsiasi organizzazione ed in questo periodo le aziende sono concentrate a trovare soluzioni efficienti per tutelare al meglio i propri dipendenti. Le idee per aiutare il mondo del lavoro a ripartire sono tante. Una delle soluzioni lanciate dal mondo IT, e già attiva per gli oltre 1000 dipendenti SMAT, arriva dall’azienda italiana Smart Beacon che da sempre studia e realizza applicazioni della tecnologia Beacon per il mondo del turismo e delle aziende.

Sfruttando la tecnologia Beacon l’azienda torinese ha creato COSTANZA – La App per la distanza, che consente ai lavoratori di acquisire comportamenti socialmente corretti e all’azienda di implementare e automatizzare il protocollo di distanziamento.

Ogni dipendente è dotato di un badge o braccialetto associato anonimamente ad un numero di matricola. La applicazione installata sul device aziendale avvisa l’utente qualora si trovi troppo vicino ad un altro collega e, nel pieno rispetto della privacy, traccia in maniera anonima i contatti fra i dispositivi consentendone la ricostruzione precisa in caso di contagio.

Il sistema prevede l’utilizzo combinato di uno smartphone e di un dispositivo (Tag BLE) indossato dal lavoratore. Qualora venga meno la prevista distanza di sicurezza di circa 2 metri fra i due devices, il cellulare emetterà un segnale acustico ed una vibrazione. Nel caso in cui un Tag rimanga nel raggio d’azione di uno smartphone per un periodo di tempo prolungato, l’avviso acustico sarà ripetuto ogni 60 secondi e, se il tempo di contatto ravvicinato supererà i 10 minuti, COSTANZA registrerà l’evento. Le registrazioni, che riguarderanno esclusivamente il numero di matricola dei lavoratori entrati in “contatto”, l’identificativo del cellulare, l’eventuale disattivazione dell’APP ed i riferimenti temporali di data e ora, resteranno disponibili per 60 giorni. Le informazioni raccolte consentiranno, nel caso si verificasse un caso di positività Sars-Cov2 tra i lavoratori, di identificare efficacemente e tempestivamente i cosiddetti “contatti stretti”.

“La nuova era post contagio – ha spiegato Simona Caudera di Smart Beacon – ha richiesto di ripensare rapidamente soluzioni per garantire la sicurezza in azienda. Tutti i luoghi di lavoro devono rispettare i protocolli ma esistono situazioni dove è più difficile mantenere la distanza: pensiamo agli ambienti produttivi e ai cantieri. Siamo partiti da questo tipo di esigenza per creare COSTANZA”.

Smart Beacon è da sempre attiva anche nella realizzazione di soluzioni IT per il turismo, come per esempio la APP La Venaria, realizzata per La Venaria Reale in provincia di Torino e sta lavorando anche ad uno sviluppo del progetto in campo turistico, per consentire l’accesso ai musei, alle chiese e ai siti archeologici in tutta sicurezza.

Per guardare video di funzionamento: www.youtube.com/watch?v=F9IJq4totz8

Nuovi treni regionali da Torino alla Liguria

Regione Liguria e Regione Piemonte, in accordo con Trenitalia, hanno predisposto la messa in servizio di nuovi collegamenti ferroviari tra Torino e la Riviera Ligure di Ponente a partire già da questo fine settimana e per tutta la durata dell’estate.

I cosiddetti “Treni del Mare” quindi partiranno sabato 6 giugno, con 2 treni: al mattino il Torino Porta Nuova-Albenga delle 06.55 con arrivo alle 10.05 e al pomeriggio l’Albenga-Torino Porta Nuova delle 18.06 con arrivo nel capoluogo piemontese alle 21.10.

Il giorno dopo, domenica 7 giugno, prenderanno servizio altri 6 treni: Torino Porta Nuova-Imperia delle 06.55 con arrivo alle 10.52 e il ritorno Imperia-Torino Porta Nuova delle 19.14 con arrivo alle 22.50, Torino Porta Nuova-Albenga delle 06.10 con arrivo alle 09.00 e Torino Porta Nuova-Albenga delle 07.50 con arrivo alle 10.50, Albenga-Torino Porta Nuova delle 15.48 con arrivo alle 18.50 e Albenga-Torino Porta Nuova delle 17.05 con arrivo alle 19.55.

A partire dal weekend del 13-14 giugno, con l’aggiunta di altri 2 treni (Torino-Albenga con partenza alle 5.55 e arrivo 8.45 e Albenga-Torino con partenza alle 18.05 e arrivo alle 21.10), l’offerta estiva del fine settimana arriverà ad un totale di 29 treni, di cui 10 sono “Treni del Mare”. Inoltre, sempre dal 14 giugno tornano a circolare i treni sulla linea Cuneo-Ventimiglia: sono programmate le due coppie di treni del servizio ordinario e una ulteriore coppia di treni che circola nei weekend (sabato e festivi).

«Abbiamo voluto avviare il servizio estivo – sottolinea l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi – con un significativo anticipo rispetto al tradizionale orario di metà giugno con l’obiettivo di venire incontro alle necessità di spostamento tra le due regioni, rimaste isolate per mesi. Prevediamo flussi di passeggeri importanti, ma allo stesso tempo i treni hanno una capacità di accoglienza ridotta a causa delle restrizioni per il Covid: per questo motivo abbiamo lavorato con i colleghi della Regione Liguria e con Trenitalia per mettere in servizio più treni possibile e soddisfare così più viaggiatori possibile».

«I turisti sono i benvenuti in Liguria e la ripartenza dei cosiddetti ‘treni del mare’ col Piemonte sono a confermarlo e a smentire chi invece dice il contrario – afferma l’assessore ai Trasporti e al Turismo di Regione Liguria Gianni Berrino – Le nostre spiagge sono pronte ad accogliere i nostri ospiti con la cortesia di sempre e da quest’anno anche con tutti gli accorgimenti sanitari richiesti affinché i soggiorni in Liguria siano sempre piacevoli. Con 29 treni gli amici piemontesi potranno raggiungere la Riviera più facilmente».

Mucche a spasso per la città, intervengono i civich

Questa mattina, gli agenti della Sezione VII (Aurora-Vanchiglia- Madonna del Pilone) sono dovuti intervenire per governare 14 mucche incustodite che vagavano libere sulla carreggiata della piazza Giovanni dalle Bande Nere.

Gli animali, a causa dell’apertura accidentale di un cancello in strada Mongreno, sono usciti dal recinto dove erano custoditi e sono sfuggiti al controllo dei proprietari.

Gli agenti, avvisati da alcuni cittadini, sono riusciti, con non poche difficoltà, ad instradare verso il cimitero di Sassi 10 dei 14 bovini scappati, riuscendo a gestire in totale sicurezza una pericolosa commistione di animali, veicoli stradali e pedoni incuriositi dalla situazione.

Da qui, le mucche sono state prese in consegna dal pastore che le ha condotte al pascolo verso il parco del Meisino, dove ad attenderle c’erano altri 50 bovini, comprese le quattro mucche che mancavano all’appello.