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Il magico mondo dello Studio Ghibli sta vivendo una rinascita digitale, con paesaggi e personaggi reinterpretati attraverso l’intelligenza artificiale. Anche a Torino, creativi e appassionati stanno trasformando angoli della città in illustrazioni che sembrano uscite da Il mio vicino Totoro o La città incantata. Ma non tutti applaudono a questa tendenza: c’è chi la vede come una banalizzazione dell’arte di Miyazaki.
Accanto all’entusiasmo per le immagini generate dall’IA, si è sviluppato un acceso dibattito.
Puristi e fan storici dello Studio Ghibli criticano l’uso massiccio di strumenti come ChatGPT per emulare lo stile del maestro giapponese. “Miyazaki ha dedicato una vita a perfezionare il suo tratto, ogni suo fotogramma è un’opera d’arte unica. Ridurre tutto a un filtro o a un prompt è un insulto al suo lavoro”, commenta Laura, fondatrice di un cineclub torinese dedicato all’animazione giapponese.
Alcuni artisti locali concordano: “L’IA può essere uno strumento, ma non può sostituire la mano dell’uomo e l’emozione che nasce dal disegno tradizionale”, osserva Matteo, illustratore torinese che organizza workshop d’arte di acquerello.
D’altra parte, i sostenitori della tendenza ribattono che si tratta semplicemente di un nuovo modo di esprimere apprezzamento per Miyazaki. “Non vogliamo copiare, ma celebrare la sua estetica applicandola alla nostra realtà”, spiega Ginevra, studentessa di Belle Arti che ha creato una serie di ritratti Ghibli-style dei monumenti torinesi.
OpenAI ha implementato in ChatGPT un generatore di immagini capace di emulare lo stile Ghibli. Basta un prompt come “Crea un’immagine in stile Studio Ghibli di Torino con colline e tetti rossi” per ottenere risultati suggestivi.
Ma come sottolinea Fanpage, il rischio è l’omologazione: molti utenti finiscono per generare immagini molto simili, perdendo l’unicità che caratterizza i veri film di Miyazaki.
Caffè artistici, account Instagram dedicati e non solo, stanno nascendo in città, con artisti locali che sperimentano queste tecnologie per creare opere ibride tra fotografia e animazione. “È un modo per evadere dalla routine e vedere la città con occhi nuovi”, racconta una giovane graphic designer torinese.
Insomma, la febbre Ghibli non accenna a placarsi, e Torino dimostra ancora una volta di essere una città capace di abbracciare le tendenze più creative.
Chissà che Miyazaki, un giorno, non decida di ambientare proprio qui il suo prossimo capolavoro.
“Il punto non è scegliere tra tradizione e innovazione, ma trovare un equilibrio”, riflette Sofia, docente di Storia dell’Arte. “Miyazaki stesso ha sempre sperimentato con nuove tecniche. Forse l’importante è che questa passione porti le persone ad avvicinarsi davvero alla sua poetica, oltre i filtri”.
Per chi vuole cimentarsi senza scadere nella ripetitività, gli esperti suggeriscono:
Studiare l’arte originale (libri, making-of, mostre)
Usare l’IA come spunto, ma aggiungere un tocco personale
Evitare la commercializzazione delle immagini, per rispetto del copyright
Insomma, mentre Torino si popola di Ghibli-style e creature digitali, la discussione resta aperta. Una cosa è certa: l’amore per Miyazaki unisce tutti, pur nelle diverse visioni. E forse, in questo dialogo tra antico e nuovo, si nasconde un po’ della stessa magia che rende speciali i suoi film.
Voi da che parte state? Tradizione o innovazione?
CRISTINA TAVERNITI
Due ore di concerto che spazieranno dai grandi brani della tradizione Gospel, ricchi di spiritualità, alle composizioni più recenti con trascinanti sonorità soul e funky.
Interazione, canto, aggregazione e condivisione sono i temi fondamentali su cui si sviluppa il progetto del Sunshine Gospel MASS Choir che rappresenta una vera e propria esperienza formativa, una possibilità di creare connessioni tra le persone, immergendosi nella cultura gospel più pura e veritiera, in compagnia delle sue eccellenze.
Padrone di casa dell’evento il Sunshine Gospel Choir al gran completo che, dopo aver conquistato il Golden Buzzer di Joe Bastianich nell’edizione 2020 di “Italia’s Got Talent”, è stato eletto nel 2024 il miglior coro d’Europa presso la prestigiosa Royal Albert Hall di Londra, vincendo il concorso “How Sweet The Sound”, uno dei concorsi americani Gospel di maggior prestigio. Oltre ad essere stato protagonista in mondo visione della cerimonia di apertura delle FISU World University Games Winter 2025 e delle Special Olympics World Winter Games.
Sul palco gli immancabili:
Maestro e Minister Alex Negro
la cantante e vocal coach Rosanna Russo
il Bluesman Joe Nicolosi.
Performers speciali dagli Stati Uniti cinque stelle internazionali del gospel:
Noreda Graves, cantante degli Harlem Inspirational
Pastor Edward “Busta” Fields da Filadelfia
“Overseer” Rodney Bradley da New York
Minister Tyree Miller da Filadelfia
Pastor Maryta Fields, vincitrice del concorso “Best Afro-American voice” presso l’iconico Apollo Theatre di New York
Il concerto sarà accompagnato dalla band live composta da Silvano Borgatta e Paolo Gambino al piano e tastiere, Michele Bornengo al basso, Mario Bracco alla batteria e Federico Memme alla chitarra.
Alex Negro, anima e cuore del Sunshine dichiara: “Questi ultimi anni sono stati assolutamente eccezionali per il nostro coro. Abbiamo ricevuto così tanta energia e calore che era doveroso restituirne almeno una parte. Torino è la nostra casa e non potevano che organizzare qui l’evento eccezionale che è il MASSChoir, tra la gente che ci vuole bene, stretti in un grande abbraccio. Il Gospel è condivisione, ha la capacità magica e curativa di creare aggregazione e rete tra le persone, di fare del bene. Per questo abbiamo voluto sposare ancora una volta una causa del cuore devolvendo parte dell’incasso dell’evento all’AITF, Associazione Italiana Trapianti di Fegato. Nel 2015 siamo riusciti ad acquistare grazie al MASS un’ambulanza per la Croce Rossa; quest’anno contiamo di fare meglio, con l’aiuto del nostro pubblico.”
INFO BIGLIETTI
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I biglietti per l’evento sono in vendita:
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Per maggiori informazioni o per la prenotazione di gruppi è possibile scrivere all’indirizzo e-mail info@sunshinegospel.com e consultare il sito ufficiale |
A cura di piemonteitalia.eu
Con l’arrivo della Primavera i ciliegi dai fiori rosa dei Giardini della Reggia rinascono, regalando scenari da sogno tra le geometrie del Parco basso e le montagne.
Leggi l’articolo:
https://www.piemonteitalia.eu/it/esperienze/all%E2%80%99ombra-dei-ciliegi-fiore
Le assaggiatrici – Drammatico. Regia di Silvio Soldini, con Elisa Schlott. Autunno 1943. La giovane rosa, in fuga da Berlino colpita dai bombardamenti, raggiunge un piccolo paese isolato vicino al confine orientale. Qui è dove vivono i suoceri e dove il marito, impegnato al fronte, le ha scritto di rifugiarsi in attesa del suo ritorno. Rosa scopre subito che il villaggio, apparentemente tranquillo, nasconde un segreto: all’interno della foresta con cui confina, Hitler ha il suo quartier generale, la Tana del Lupo, Il Führer vede nemici dappertutto, essewre avvelenato è la sua ossessione. Una mattina all’alba Rosa viene prelevata, con altre giovani donne del villaggio, per assaggiare i cibi cucinati per lui. Divise tra la paura di morire e la fame, le assaggiatrici stringeranno tra loro alleanze, amicizie e patti segreti. Da un fatto vero, dal romanzo di Rosella Postorino. (Eliseo Grande, Fratelli Marx sala Groucho, Ideal, Nazionale sala 1 anche V.O., The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)
Berlino estate ’42 – Drammatico. Regia di Andreas Dresen. L’estate del ’42 è stata per Hilde la più bella della sua vita. Ha conosciuto e sposato Hans e ora aspetta un bambino. Ma Hans fa parte di un movimento antinazista clandestino, a cui lei stessa decide di aderire, ed insieme partecipano ad azioni molto rischiose. Catturata dalla Gestapo, dovrà partorire suo figlio in carcere, ma sarà quel bambino a darle forza nei momenti più bui. Durata 124 minuti. (Eliseo)
Biancaneve – Fiabesco. Regia di Marc Webbe, con Rachel Zegler e Gal Gadot. Biancaneve, bellissima principessa, è rimasta sola dopo la morte dei suoi genitori, il Re Buono e la Regina Buona, e deve combattere contro le macchinazioni della Regina Cattiva che vorrebbe vederla morta. Ha l’aiuto dei sette nani, che lavorano in una miniera di diamanti, e del ladro Jonathan. Durata 119 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Lingotto)
Il caso Belle Steiner – Thriller. Regia di Benoît Jacquot, con Guillaume Canet e Charlotte Gainsbourg. Lui, Pierre, è un insegnante di matematica e lei, Cléa, lavora in uno studio d’ottica, non hanno figli, conducono una vita tranquilla in una piccola città. Le loro vite vengono sconvolte quando Belle, la figlia di un’amica e alla quale hanno dato ospitalità, viene trovata uccisa nella sua stanza. L’uomo diventa il principale sospettato dal momento che era l’unico presente in casa nel momento del delitto. Tratto dal romanzo di Simenon “La morte di Belle”. Durata 97 minuti. (Nazionale sala 3)
La città proibita – Drammatico, azione. Regia di Gabriele Mainetti, con Yaxi Liu, Enrico Borello, Sabrina Ferilli, Marco Giallini e Luca Zingaretti. Mei, una misteriosa ragazza cinese, arriva a Roma in cerca della sorella scomparsa. Il cuoco Marcello e la mamma Lorena portano avanti il ristorante di famiglia tra i debiti del padre Alfredo, che li ha abbandonati per fuggire con un’altra donna. Quanto i loro destini s’incrociano, Mei e Marcello combattono antichi pregiudizi culturali e nemici spietati, in una battaglia in cui la vendetta non si può scindere dall’amore. Durata 138 minuti. (Massaua, Ideal)
Il critico – Crimini tra le righe – Commedia drammatica. Regia di Anand Tucker, con Ian McKellen e Gemma Arterton. Jimmy è il temutissimo critico di un quotidiano nella Londra degli anni Trenta, la sua penna senza riguardi se la prende anche con la diva del momento e il suo direttore non è affatto d’accordo. È stato appena licenziato quando la povera Nina Land lo affronta, inviperita, ricevendo al contrario parole di incoraggiamento: tra i due ecco sorgere un legame inatteso. Con una piccola richiesta inattesa. Durata 101 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Fratelli Marx sala Chico, Lux sala 3, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)
FolleMente – Commedia. Regia di Paolo Genovese, con Eduardo Leo e Pilar Fogliati, e con Emanuela Fanelli, Maria Chiara Giannetta, Claudia Pandolfi, Vittoria Puccini, Maurizio Lastrico, Rocco Papaleo, Claudio Santamaria. Dopo l’enorme successo di “Perfetti sconosciuti”, Genovese sceglie di seguire le avventure – e i tanti sentimenti – di Piero e Lara, gli scombussolamenti più intimi che hanno inizio con il primo incontro, fatto per conoscersi meglio. Non devono prendere piede gli aspetti esteriori appunto, ma è necessario entrare nelle teste di ognuno e chiedersi quanto conosciamo davvero di noi stessi quanto prendiamo una decisione? E se dentro di noi esistessero più versioni del nostro IO, ognuna con qualcosa da dire? È uno svelare a poco a poco i pensieri più nascosti e le battagli interiori che tutti siamo portati ad affrontare, la volontà decisionista, e gli aspetti più romantici, le spinte impulsive con le paure e le disillusioni (per la parte femminile), l’idealizzazione e l’Eros e la parte più irrazionale di noi tutti (per la parte maschile). Durata 97 minuti. (Massaua, Eliseo, Ideal, Nazionale sala 4, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)
Lee Miller – Drammatico, biografico. Regia di Ellen Kuras, con Kate Winslet, Alexander Skarsgard, Marion Cotillard e Hosh O’Connor. Lee, ex modella statunitense per Vogue dall’età di 19 anni e grande appassionata di fotografia, parte per l’Europa durante la Seconda Guerra Mondiale in veste di fotoreporter proprio per la celebre rivista. La sua missione sarà quella di documentare le atrocità della guerra e mostrare al mondo il vero volto della Germania nazista. Attraverso i suoi scatti denuncerà i crimini perpetrati nei confronti degli ebrei e delle minoranze nei campi di concentramento. La giornalista produrrà un enorme archivio tra foto e appunti lasciando un’inestimabile testimonianza di quel periodo durissimo in cui lei stessa dovrà fare i conti con alcune verità del suo passato. Durata 116 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Greenwich Village sala 1)
Mickey 17 – Drammatico, Fantasy. Regia di Bong Joon-Ho, con Robert Pattinson, Toni Collette e Mark Ruffalo. Nel 2054, la mancanza di opportunità sulla terra spinge le masse al pellegrinaggio interstellare, che inevitabilmente vuol dire sfruttamento da parte di potenti demagoghi al comando di queste spedizioni. Uno di loro è Kenneth Marshall, politico fallito in cerca di una nuova era per l’umanità su un pianeta inospitale abitato da strane creature. Per sfuggire a dei pericolosi usurai, Mickey Barnes accetta di imbarcarsi sull’astronave firmando un contratto da “expendable”, tuttofare destinati a morire ripetutamente grazie a una tecnologia che consente di “ristampare” un corpo all’infinito mantenendone la coscienza. Durata 106 minuti. (Ideal, Uci Lingotto, Uci Moncalieri)
Nonostante – Drammatico. Regia di e con Valerio Mastandrea, con Dolores Fonzi, Barbara Ronchi e Laura Morante. Un uomo trascorre serenamente le sue giornate in ospedale senza troppe preoccupazioni. È ricoverato da un po’ ma quella condizione sembra il modo migliore per vivere la sua vita, al riparo da tutto e da tutti, senza responsabilità e problemi di alcun genere. Quella preziosa routine scorre senza intoppi fino a quando una nuova persona viene ricoverata nello stesso reparto. È una compagna irrequieta, arrabbiata, non accetta nulla di quella condiziione soprattutto le regole non scritte. Non è disposta ad aspettare, vuole lasciare quel posto migliorando o addirittura peggiorando. Vuole vivere come si deve o morire, come capita a chi finisce lì dentro. Lui viene travolto da quel furore, prima cercando di difendersi e poi accogliendo qualcosa di incomprensibile. Quell’incontro gli servirà ad accettare che se scegli di affrontare veramente il tuo cuore e le tue emozioni, non c’è alcun riparo possibile. Durata 92 minuti. (Romano sala 1)
No Other Land – Documentario. Un premio agli European Film Awards e altre candidature, una regia collettiva di quattro cineasti, per raccontare le immagini di Bazsel Adra, attivista palestinese, che inizia i propri ricordi con l’arresto di suo padre mentre manifestava contro gli espropri voluti dallo Stato di Israele, testimonianze vive, e di Yuval Abraham, giornalista israeliano, prima di una tregua, nei territori invasi dal sangue e dalle morti, tra gli orrori che ogni giorno invadono Israele e Palestina, l’insieme di 19 villaggi della Cisgiordania che è Masafer Yatta, le abitazioni in antiche grotte e un’economia a carattere rurale, esplosioni, bombe su scuole e ospedali, carneficine. Durata 96 minuti. (Fratelli Marx sala Chico V.O.)
Puan – Il professore – Commedia drammatica. Regia di Maria Alche e Benjamìn Naishtat, con Marcelo Subiotto e Leonardo Sbaraglia. Marcelo è un insegnante di filosofia all’Università pubblica di Buenos Aires, quando viene a mancare il suo mentore il posto è vacante: sarebbe lui ad aspirarvi se un nuovo “pretendente”, famoso alle cronache anche per la sua relazione con una famosa attrice. Una vera lotta per la cattedra e con essa la situazione del paese che sta degenerando. Durata 109 minuti. (Centrale anche V.O.)
La storia di Patrice e Michel – Drammatico. Regia di Olivier Casas, con Yvan Attal e Mathieu Kassovitz. 1948. Michel e Patrice, due bambini di 5 e 7 anni, dopo essere stati abbandonati dalla madre in un campo estivo nei pressi di La Rochelle, fuggono nella foresta in seguito alla scoperta del cadavere del proprietario del posto che si è suicidato. Lì sopravvivono per sette anni e affrontano insieme continue avversità che fortificano ancora di più il loro legame. Patrice protegge sempre Michel arrivando pure a digiunare per di far mangiare lui. Trascorrono molti anni. Michel si è sposato, ha due figli, ed è diventato architetto. Patrice in vece è medico ed è direttore di una clinica ma un giorno sparisce. Così Michel molla tutto e lascia lasua famiglia per ritrovare il fratello che si è rifugiato in Canada. I segreti del loro passato continueranno però a tormentarli, anche a distanza di tempo e dall’altra parte del mondo. Durata 106 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Greenwich Village sala 2)
Il seme del fico sacro – Drammatico. Regia di Mohammad Rasoulof. Amin ha finalmente ottenuto, dopo due decenni di lavoro, la promozione che attendeva: è ora addetto agli interrogatori e spetta a lui rinviare dinanzi al giudice gli accusati verso quella condanna che poi verrà eseguita. Ha una moglie devota e due figlie che studiano. La maggiore ha un’amica che è gravemente sfigurata durante una manifestazione. Come aiutarla senza farlo sapere al capo famiglia? Per di più l’arma che è stata consegnata ad Amin al momento della promozione scompare da casa e lui rischia il carcere se non la si trova. Candidato agli Oscar quale miglior film straniero. Film designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani: “Per la capacità di Mohammad Rasoulof di partire da un drammatico evento collettivo, e reale anche nell’utilizzo delle immagini, per giungere a un racconto familiare che è archetipo e metaforico a un tempo, storia di figlie che devono combattere il potere usurato dei padri, con le mura domestiche che amplificano, invece di attenuarle, le contraddizioni e i conflitti insiti nella società”. Durata 167 minuti. (Massimo V.O., Romano sala 3)
Sons – Drammatico. Regia di Gustav Moller, con Sidse Babett Knudsen e Dar Salim. Il film narra la storia della guardia carceraria Eva, la cui professionalità viene messa iun discussione dalla giustizia, dal momento in cui l’assassino di suo figlio viene rinchiuso nella prigione dove lei lavora. La donna chiede di essere trasferita nel reparto dove è detenuto i’omicida, senza rivelare, però, il legame che lei ha con il carcerato. Il desiderio di vendetta di Eva cresce sempre più, fino a mettere in gioco la sua morale e anche il suo stesso futuro. Durata 100 minuti. (Classico)
The last Showgirl – Drammatico. Regia di Gia Coppola, con Pamela Anderson e Jamie Lee Curtis. Shelly ha saputo che lo spettacolo di cui lei era la stella a Las Vegas sta per chiudere: dovrà cercare una sistemazione per vivere, forse dovrà rinunciare alle sue aspirazioni artistiche, pronte ancora per il futuro, sarà necessario per lei rivedere i rapporti con la sua figlia Hannah che ha sempre abitato a Tucson, affidata a conoscenti, una ragazza che vede nella professione della madre il motivo che le ha sottratto affetti e l’abitudine a stare insieme. Davvero è stato “normale” abbandonare tutto questo, per ritrovarsi adesso senza un futuro? Durata 88 minuti. (Massaua, Fratelli Marx sala Harpo, Reposi sala 4, Uci Lingotto, Uci Beinasco, Uci Moncalieri)
The Shrouds – Segreti sepolti – Drammatico. Regia di David Cronenberg, con Vincent Cassel, Diane Kruger e Guy Pearce, Rimasto vedovo di Becca da quattro anni, Karsh ha faticosamente trovato il modo di elaborare il lutto. Grazie ai suoi ingenti mezzi finanziari ha fondato una società, GraveTech, che fabbrica sudari speciali, che permettono di riprendere con videocamere i defunti e di farli osservare post mortem ai congiunti attraverso un dispositivo elettronico. Soprattutto Karsh può così osservare Becca in ogni momento, anche morta. Così facendo, scopre un’anomalia nelle ossa di Becca, come se queste stessero mutando sottoterra. Nel frattempo il cimitero GraveTech, dove ha sepolto la moglie, subisce un atto di vandalismo, apparentemente riconducibile a un gruppo di ecoterroristi islandesi. Maury, cognato di Karsh, e Terry, la sua ex moglie e sorella di Becca, identica a lei tranne che per carattere e acconciatura, pensano che siano coinvolti servizi segreti russi e cinesi, interessati alle potenzialità strategiche offerte dai sistemi GraveTech. Durata 116 minuti. (Massimo V.O., Nazionale sala 2, Uci Lingotto, Uci Moncalieri)
U.S. Palmese – Commedia. Regia dei Manetti Bros., con Rocco Papaleo e Blaise Affonso. Etienne è uno degli astri nascenti del calcio, abbandona la banlieue parigina in cui e cresciuto e cerca il successo a Milano. una grave squalifica può interrompere quella ricerca di progredire: a Palmi, in Calabria, don Vincenzo vede concretizzarsi l’idea di chiamarlo a far parte della squadra di calcio locale. Durata 120 minuti. (Ideal)
La vita da grandi – Commedia drammatica. Regia di Greta Scarano, con Matilda De Angelis, Yuri Tuci, Maria Amelia Monti e Paolo Hendel. Irene sta costruendo una vita regolare a Roma, quando è costretta a tornare a Rimini, la sua città natale, per prendersi cura di Omar, suo fratello autistico di 40 anni. Scoprirà che Omar ha idee chiare sul suo futuro: non vuole in nessun modo vivere con lei una volta che i genitori non ci saranno più. Convince Irene a tenere per lui un corso intensivo di adultità che gli permetta di essere autonomo, ma soprattutto di realizzare i suoi sogni, come partecipare al Talent che lo renderà un cantante famoso. Durata 90 minuti. (Reposi sala 5, Romano sala 2, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)
Oggi venerdì 4 aprile, si inaugura la seconda edizione di Auto Moto Turin Show.
La cerimonia di apertura è alle ore 11 all’AMTS Arena, nel Padiglione 3 di Lingotto Fiere.
Intervengono all’opening
Gabor Ganczer, Amministratore Delegato GL events Italia
Valentino Magazzù, Consigliere Città di Torino
Alberto Scuro, Presidente ASI – Automotoclub Storico Italiano
Roberto Giolito, Head of Stellantis Heritage
Davide Lorenzone, Conservatore Museo Nazionale dell’Automobile
Alberto Ferrari, Club Silencio
Elisabetta Cozzi, Donne e Motori
Ad AMTS – Auto Moto Turin Show, si avrà l’opportunità di esplorare un’ampia varietà di esperienze nel mondo dei motori, ammirare le migliori vetture da collezione, scoprire gli ultimi modelli all’avanguardia e conoscere le innovazioni più recenti nel settore automobilistico. Incontra club storici, associazioni, esperti dealer e prestigiose case automobilistiche che si riuniscono a Lingotto Fiere Torino. Interagisci con produttori e rivenditori di componenti per scoprire le ultime tendenze e tecnologie, vivendo un’esperienza unica nel cuore dell’automotive.
Gli highlights dell’evento
– Padiglione 3: un viaggio nella storia dei motori, dalle grandi vetture del passato alle anteprime di alcuni grandi marchi, con dealer, fondazioni, enti e brand del settore. Concessionari che propongono le novità più interessanti in commercio, partner d’eccezione per il motorismo storico come ASI, Automobile Club Torino e l’ente Eritage di Stellantis.
– Oval: il regno del tuning. Dodicesima edizione di Expo Tuning Torino, con 300 vetture selezionate provenienti da tutta Europa, contest Be bETTer per chi crea auto modificate di altissimo livello e un programma di eventi e show sul palco.
– Area esterna: Pista Sparco con spettacoli e show mozzafiato: drifting, esibizioni acrobatiche, sfilate di auto sportive e storiche e il taxi drift, dove visitatori possono salire a bordo di una vera auto da competizione e affrontare curve spettacolari accanto a un pilota professionista.
Venerdi 4 aprile al Teatro Cardinal Massaia, la compagnia torinese Eleftheria mette in scena “Morte accidentale di un anarchico” di Dario Fo, prima di partire per una tournee in molte altre città d’Italia.
Dopo aver incantato con lo Zoo di Vetro di Tennessee Williams lo scorso anno, la compagnia Eleftheria torna in scena e lo fa con un testo di denuncia sociale e politica. Non è la prima volta che affrontano un mostro sacro come il premio Nobel Dario Fo, e avendo Imparato a conoscere il modo in cui lavorano, c’è da scommettere che lo affronteranno con la meticolosità chirurgica che non lascia spazio al caso.
Gli Eleftheria affrontano con estrema profondità e cura i testi su cui lavorano. Il talento e la bravura sono gli altri due ingredienti che contribuiscono alla notevole qualità dei testi che portano in scena. E questo lo si riscontra facilmente nella risposta del pubblico. Gli Eleftheria sono una realtà tutta torinese che si sta facendo strada a livello nazionale. Morte accidentale di un anarchico parte dal Cardinal Massaia il 4 aprile per poi proseguire il 6 aprile a Rivalta, all’auditorium Franca Rame e poi lascerà il Piemonte con repliche a Forlì, Bologna, e Genova, solo per citare le prime date della tournée.
Abbiamo incontrato Claudio Destino e Federica Tucci, regista e attore in scena il primo, regista la seconda, durante una pausa dalle prove per provare ad assaporare ciò che verrà messo in scena.
Cosa vi ha spinto a mettere in scena “Morte di un anarchico” in questo momento storico?
La nostra curiosità sul testo comincia nel 2019, durante lo studio e l’allestimento di un altro testo di Dario Fo a cura di Franca Rame “Sotto paga non si paga”, e mentre ci addentravamo nello studio delle sue opere e del movimento che hanno creato Fo e Rame, durante quella estate in un viaggio verso la Francia, ci siamo imbattuti in “Morte accidentale di un anarchico”. Da quel periodo, nacque in noi un desiderio di portare prima o poi in scena questa meravigliosa commedia.
Come per magia infatti, come spesso succede in molti dei testi di Fo e Rame, la trama sembra ambientata ai giorni nostri, perché purtroppo alcune tematiche rimangono drammaticamente attuali e questo testo ci ha spiazzati sin da subito. Ci ha stupito intanto l’incredibile lavoro di ricerca di tutti i documenti, testimonianze, atti, etc…che ci fu dietro la scrittura di un testo, di cui Fo non ha avuto di per sé bisogno di inventare poi troppi fatti, in quanto (ed è questa la cosa che ci ha colpito), la farsa si rifà a un fatto storico realmente accaduto nel 1969 a Milano, quando a seguito della strage di Piazza Fontana, la questura di Milano arresta l’anarchico e ferroviere Giuseppe Pinelli poiché sospettato di aver preso parte all’attentato. E a seguito di lungo interrogatorio, il Pinelli volò dalla finestra del quarto piano della questura. Il caso sulla sua morte fu poi archiviato come “malore attivo”, considerando il fatto un “accidente”. Da qui infatti l’idea del titolo a cui fa riferimento in modo ironico e molto provocatorio.
È stato infatti impossibile non sentirci coinvolti da una storia che in qualche modo appartiene a tutti noi, e che abbiamo avuto voglia di raccontare, sposando perfettamente e con entusiasmo la cifra stilistica di Fo, di riportare in scena come un’esperienza quasi corale, ciò che avvenne quel 15 dicembre del ’69 in quella stanza di quella questura di Milano, e attraverso la sua geniale abilità drammaturgica, prendere infine coscienza delle diverse contraddizioni che emersero in seguito alle diverse versioni rilasciate dai questori e commissari presenti quella notte.
Come nasce il cast per questo lavoro?
La scelta del cast inizia già dai casting della scorsa estate. Abbiamo cercato fortemente di individuare soprattutto un gruppo di lavoro, che avesse voglia di mettersi in gioco con un testo così importante, e che potesse condividere una motivazione comune nell’affrontare una commedia sfacciatamente anarchica come questa. E possiamo ritenerci soddisfatti: è un cast giovane, curioso, che ha approcciato allo studio del testo con grande rispetto e voglia di fare bene, di lavorare in modo proattivo sulla scena. E queste caratteristiche per noi erano fondamentali, anche e soprattutto in vista della tournée.
“Morte di un anarchico” affronta temi di abuso di potere e giustizia. Come pensate che il pubblico possa relazionarsi con questi temi oggi?
Noi crediamo che il pubblico sia a conoscenza di questi temi. Anche il pubblico più giovane. Purtroppo però quando si parla di abuso di potere e di giustizia non sempre ci si rende conto da soli, di alcune questioni, anche chi spesso le vive e le subisce, non sempre si accorge ed è cosciente di vivere situazioni in cui il “potere” diventa un’arma, per l’appunto, di cui spesso si abusa e la giustizia certe volte, non arriva o non è poi così “giusta”. Talvolta si ha paura ad affrontare queste situazioni, perché possono in qualche modo diventare pericolose per la nostra quotidianità, dove ad esempio mantenere il proprio lavoro e uno status di vita tranquillo, portare avanti questi ideali è molto difficile. L’abuso di potere in quanto tale, spesso lo si vive nelle sfere anche più private, e risuona ancora di più nel pubblico, dove sentirsi rappresentati e guidati da un riferimento sicuro, non sempre avviene.
Crediamo infatti ad esempio che sempre più i giovani si sentano soli e spaesati, senza una guida forte, che sia essa politica o artistica. E la questione va risvegliata anche e prima di tutto nel mondo artistico, oggi mancano o sono comunque in minoranza le figure e le personalità artistiche che lottano con coraggio come Dario Fo e Franca Rame, che abbiamo la forza di portare avanti certi ideali con autenticità e verità perlopiù le persone più in difficoltà. Si preferisce sempre mettersi dalla parte dei vincenti, perché è più facile. Non è un caso infatti che anche il mercato artistico che parte dall’alto è molto attento ad evitare che possano emergere certi tipi di artisti. È come se si fosse organizzato uno studio preciso per evitare che possa risuccedere. Il pubblico viene educato spesso a nascondersi dietro all’intrattenimento e al divertimento per tornare a casa felici ma vuoti di argomenti, quasi a voler impigrire la nostra voglia di affacciarsi a temi anche scomodi, quasi come se fosse più facile accettarli. In un’era artistica dove quello che sempre più conta sono prima i followers, mentre la qualità e i temi da affrontare passano in secondo piano. Ma è proprio dal teatro che si può ripartire. Il nostro intento infatti è quello di spingere ed invogliare più artisti possibili, ad avere il coraggio di uscire da schemi costruiti e di cominciare a rieducare il pubblico a rivedere l’arte come uno strumento per raccontare quelle verità, che non vengono diffuse. Perché là fuori gli artisti ci sono, abbiamo solo il bisogno di scoprirli.
Qual è, secondo voi, il messaggio principale che questo testo continua a trasmettere oggi?
Il messaggio principale che il testo può trasmettere oggi è lo stesso di ieri. Ma come detto prima, ad oggi, le cose secondo noi stanno peggiorando. Nonostante un’informazione più veloce ed immediata, un’educazione scolastica aperta a tutti, la tecnologia e le medicina che fanno passi da gigante, in realtà ci stiamo impoverendo delle nostre libertà di pensiero e di costruirci un futuro. Sono cambiate le modalità, ma l’abuso di potere e l’informazione spesso distorta che ci viene propinata sono ancora più accanite. Nonostante una formazione universitaria tanto forte oggi, il nostro paese non riesce ad esempio ad oggettivare elementi e fatti storici che oggi stiamo vivendo. Come per esempio la difficoltà a chiamare per nome quello che sta accendendo oggi in Palestina: un genocidio. Eppure la storia la possiamo conoscere tutti. Informarsi è più semplice, ma le verità ad oggi ci fanno paura. Prima c’era più ignoranza e non si sapeva come potersi informare. È come se in un certo senso stessimo tornando indietro anche se all’apparenza andiamo avanti. In questo senso il testo di Fo ci ricorda un messaggio importante, ci esorta a non fermarci alle verità che ci vengono raccontate dalle istituzioni ufficiali, così come accadde per l’anarchico, anche oggi è fondamentale accertarsi, informarsi, scavare più a fondo, spesso in quel fondo in cui non ci vogliono portare. Ci sarebbe da chiedersi perché non ci vogliono portare?
Ci so sono stati elementi del testo originale di Dario Fo che avete sentito la necessità di modernizzare o modificare per meglio inserirli nel contesto storico che stiamo vivendo?
Abbiamo cercato di essere abbastanza fedeli al testo di Fo che di per sé è già molto attuale. Abbiamo solo “rinfrescato” qualche battuta del testo, per inserirlo nel contesto attuale e leggermente snellito in alcuni passaggi per renderli più immediati. Abbiamo inoltre deciso di non iniziare con il prologo, come era solito fare Dario Fo, e di catapultare il pubblico nelle scene iniziali in modo da entrare subito nel vivo della commedia.
Come avete lavorato con gli attori per far emergere la comicità e la tragedia di questa pièce? So che mentre Claudio è in scena a interpretare il matto, Federica è colei che più ha diretto sul palco voi attori.
Il lavoro che abbiamo impostato è stato prima di tutto lo studio e la ricostruzione dei fatti legati al testo, intorno alla vicenda della “morte accidentale” dell’anarchico, ripercorrendo anche il periodo storico in cui avvenne il fatto, studiando quindi le figure dei personaggi, di questori ancora legati agli anni del fascismo, di un governo che temeva l’avanzata delle correnti della politica di sinistra. Rievocando quindi quegli anni, di fermento a livello sociale e di tensioni, che hanno caratterizzato gli anni di Piombo.
La preparazione attoriale è stata una ricerca attenta a ricreare in modo puntuale e originale lo stile della commedia dell’arte, con la creazione di lazzi comici e siparietti inaspettati. Una particolare attenzione è stata rivolta alla caratterizzazione dei personaggi, allo studio dei gesti, in un continuo divenire prova dopo prova. La commedia dell’arte vive di regole precise, che vanno gestite e distribuite in scena, in modo tecnico e preciso.
Cerchiamo come sempre in ogni lavoro di far emergere la parte artistica di ogni attore senza spegnere la propria ispirazione e di tenerlo sui binari che a livello di regia abbiamo deciso di perseguire.
Parliamo del Matto. Qual è il suo ruolo nell’equilibrio tra realtà e assurdità? O meglio, nell’era dei social, in cui la follia e le contraddizioni vengono registrate e pubblicate in tempo reale, ci stupiremmo ancora di lui?
Tutti forse vorremmo essere il Matto nella vita, o averlo come angelo custode. Anche in questi tempi di social, che forse hanno schiacciato ancor di più il nostro coraggio di reagire alle avversità e alle ingiustizie. Il Matto è quella voce che ci urla in faccia le verità. È quella maschera di disperazione che come per magia ha il coraggio di affrontare e raccontare le cose come stanno talvolta spiazzandoci, rispettando perfettamente così l’intento del testo di Fo facendoci ridere e anche arrabbiare.
Nello “Zoo di Vetro” di Tennessee Williams che avete portato in scena proprio al Cardinal Massaia lo scorso anno, e che continuate a riproporre con successo, avete lavorato a un tappeto sonoro che inserisce meglio la scena per renderla più familiare al pubblico italiano. Ci possiamo aspettare un lavoro analogo per questo lavoro?
A livello musicale abbiamo voluto in particolare omaggiare ancora una volta la memoria di Giuseppe Pinelli. Abbiamo scelto la ballata intitolata a suo nome per rappresentare la commedia, quasi come se fosse un simbolo, un’altra presenza in scena. All’inizio con un arrangiamento di Marcello Coco e nel finale con una versione più tradizionale che richiamasse gli anni dell’accaduto.
E come avete pensato alla scenografia e ai costumi per supportare il tono del testo?
Con scenografia e costumi abbiamo voluto “giocare” tra i giorni nostri e gli anni ’70. Come per riportare la vicenda di quegli anni ad oggi. Abbiamo deciso di ricreare la stanza della questura in modo essenziale e pulito, quasi scarna e fredda. E per spostare il focus più sui dialoghi serrati e i contenuti del testo. Abbiamo inoltre deciso di ricreare la finestra come un’ampia cornice, quasi come a rappresentare un simbolo, un passaggio oltre il quale non si torna più indietro.
C’è un’emozione o un pensiero che sperate resti con il pubblico dopo lo spettacolo?
Intanto desideriamo, per chi ancora non la conosce, raccontare attraverso la commedia di Fo, che cos’è accaduto a Giuseppe Pinelli e, al contempo, omaggiare la sua memoria a chi invece ha seguito e vissuto in quegli anni la vicenda. Poi, senza giudizio alcuno, vogliamo ricordare e dedicare questo spettacolo a tutte quelle morti accidentali che purtroppo ancora oggi accadono.
Infine, ci auguriamo di poter lasciare una piccola speranza e dose di coraggio per non farsi schiacciare inesorabilmente dalle ingiustizie che ci circondano quotidianamente anche quando sono dettate dal potere.
Morte Accidentale di un anarchico sarà in scena il
4 aprile h 21 Teatro Cardinal Massaia Via Sospello 32c
6 aprile h 21 Auditorium Franca Rame Via del Cadore 133 Rivalta di Torino
19 aprile h 21 Teatro Garage – Sala Diana Via Paggi 43/b Genova
26 aprile h 21 Teatro del Meloncello Via Eugenio Curiel 22 Bologna
27 aprile h 20,30 Teatro Giovanni Testori Via Amerigo Vespucci 13 Forlì
Interpreti
Simone Ricci
Claudio Destino
Vincenzo Leone
Francesco Savarino
Beatrice Frattini
Regia di:
Claudio Destino
Federica Tucci
Musiche: Marcello Coco e Claudio Destino
Luci: Marcello Coco
Locandina: Giorgia Lalomia
Disegno: Diego Lalomia
Per lo spettacolo teatrale che verrà realizzato venerdì 4 Aprile 2025 al Teatro Cardinal Massaia per effettuare la prenotazione dei biglietti è possibile consultare il seguente link https://teatrocardinalmassaia.com/morte-accidentale-di-un-anarchico/, telefonando in teatro al numero: 011 2216128 oppure inviando una mail a prenotazioni@teatrocardinalmassaia.it.
Per tutte le altre repliche il costo del biglietto è 15€ INTERO 10€ RIDOTTO (Studenti under 26, over 65). E’ possibile prenotare contattando il numero 340 7896306 o inviando una mail a eleftheria.teatro@gmail.com.
Lori Barozzino
Foto Selene Daniele
Torna a Torino il format speciale targato To Be Events che consente di cenare in cinque ristoranti stellati contemporaneamente. Nella cena “Menù a 10 mani” non serve il dono dell’ubiquità: bastano cinque chef, una cucina e una location d’eccezione! Quest’anno ancor più eccezionale, trattandosi della meravigliosa Palazzina di Caccia di Stupinigi, annoverata a pieno diritto come Patrimonio Unesco.
Durante la cena placée vengono serviti cinque piatti, ciascuno preparato da uno chef diverso e abbinato a un grande vino selezionato. In questo modo una brigata di stelle che diversamente non avrebbe mai lavorato insieme può riunirsi intorno agli stessi fornelli e dare vita a un’esperienza unica.
Gli ched protagonisti della serata del 5 aprile a Stupinigi saranno, in un meraviglioso intreccio di sapori che condurrà i presenti in un viaggio gustativo indimenticabile:
CHRISTIAN BALZO – Ristorante Piano 35*
STEFANO SFORZA – Ristorante Opera
MAX CHIESA – Ristorante Kensho
NICCOLO’ GIUGNI – Ristorante Razzo
FABRIZIO RACCA – Pasticceria Fabrizio Racca
L’evento è organizzato in collaborazione con Orticola, in concomitanza con la serata inaugurale della manifestazione “FLOR”.
L’alta cucina questa volta sarà anche unita in un saldo abbraccio alla solidarietà, dal momento che parte del ricavato della cena sarà devoluto a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, per sostenere le attività di cura dell’Istituto di Candiolo – IRCCS.
Insomma, per il pubblico, la possibilità di partecipare ad un evento che fe bene al palato, ma soprattutto al cuore.
INFO BIGLIETTI
I biglietti per questa serata speciale sono in vendita sul sito ufficiale di To Be Events al link https://shop.tobevents.it/event/menu10manistupinigi/ L’accredito è obbligatorio e i posti sono limitati. Ogni tavolo ospiterà da un minimo di 8 a un massimo di 10 persone. Qualora in fase di prenotazione l’acquirente voglia acquistare i posti dell’intero tavolo, tutti i commensali potranno cenare insieme. In caso contrario, il tavolo potrebbe ospitare persone di nuclei familiari diversi. Qualora acquirenti diversi desiderino cenare allo stesso tavolo pur acquistando i biglietti in momenti e con modalità diverse, basterà inviare il prima possibile una mail all’indirizzo accrediti@tobevents.it segnalando i nominativi per essere assegnati allo stesso tavolo. L’organizzazione cercherà, compatibilmente con gli spazi, di soddisfare le richieste di tutti. |
L’evento termina alle ore 23.00 circa. In caso di impossibilità a partecipare all’evento dopo l’acquisto, il biglietto è cedibile a terzi – previa notifica all’indirizzo e-mail accrediti@tobevents.it – ma non è rimborsabile.
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