Far arrivare a tutti il messaggio che Torino e il Piemonte non solo ospitano numerosi eventi musicali, sportivi e di cultura nel corso della primavera-estate 2022, ma sono di per sé uno ‘spettacolo’ da non perdere e da visitare.
Questo l’obiettivo che si pone la campagna di comunicazione “Torino, che spettacolo! L’evento ti emoziona, il Piemonte ti sorprende”, che si declina con l’affissione di 2.800 manifesti su tabelloni pubblicitari e all’interno delle stazioni ferroviarie italiane, oltre nell’aeroporto di Caselle, nella metropolitana, sui mezzi pubblici e in altri spazi cittadini. I messaggi sul palinsesto degli eventi saranno veicolati anche tramite stendardi, mupi, totem e pagine pubblicitarie sugli organi di informazione.
Si mette così in evidenza che la città sarà sì palcoscenico di importanti appuntamenti a livello nazionale e internazionale, iniziando dall’Eurovision Song Contest, ma che gli stessi grandi eventi offrono l’occasione di visitare una città che, per la sua offerta turistica in termini di storia e tradizione, gioielli architettonici, musei, ambiente, enogastronomia e altro ancora, è di per sé uno spettacolo. E lo stesso discorso vale per tutto il resto del Piemonte.
Il progetto è di Città di Torino e Regione Piemonte e viene realizzato con il sostegno di Camera di commercio di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT, mentre Iren è partner tecnico.



Oltre 70 saranno invece i produttori del Piemonte e da tutta Italia attesi nella “settimana diffusa” che, dal 19 al 22 aprile, coinvolgerà ristoranti, enoteche, osterie e trattorie: quattro giorni per portare il rapporto tra il cibo e il vino al centro della tavola in tutta la città. In particolare martedì 19 e mercoledì 20 aprile enoteche e vinerie apriranno le porte a degustazioni varie con approfondimenti e momenti di condivisione, mentre giovedì 21 e venerdì 22 aprile ristoratori e produttori creeranno insieme le proposte nuove e gli abbinamenti speciali – legati sia ai singoli piatti che a menù ad hoc – per valorizzare i prodotti e le etichette presenti al “Salone del Vino”.
E’ la prima mostra organizzata in Italia su un genere particolarissimo di forma d’arte, da secoli estremamente diffusa in Giappone e in tutta l’Asia orientale, dove assume però nomi differenti. Si tratta del cosiddetto kakemono o kakejiku, un rotolo di tessuto prezioso o carta, dipinto o calligrafato e realizzato con lo scopo di essere appeso durante occasioni speciali o utilizzato come decorazione a seconda delle stagoni dell’anno. Ben 125 possono essere oggi ammirati in una rassegna di grande interesse ospitata, fino al 25 aprile dell’anno prossimo, presso gli spazi del “MAO-Museo d’Arte Orientale” di Torino. A cura di Matthi Forrer, professore di “Cultura materiale del Giappone pre-moderno” all’Università di Leida, la rassegna – comprendente anche ventagli dipinti e lacche dorate – è resa possibile grazie ai prestiti arrivati al Museo di via San Domenico dalla “Collezione Claudio Perino”, un’importante raccolta di opere acquisite dal medico collezionista piemontese, fra i principali prestatori e mecenati dello stesso Museo. I “rotoli appesi” sono distintivi della produzione pittorica di Cina, Corea e Vietnam, oltre che del Giappone stesso, e rappresentano il corrispettivo dei nostri classici “quadri”. Con una sostanziale differenza. Mentre, infatti, le nostre tele o tavole sono caratterizzate da una struttura rigida, i “rotoli dipinti” presentano una struttura relativamente morbida e sono pensati per una fruizione limitata nel tempo.
Sempre al “MAO”, è in corso fino al 27 febbraio del prossimo anno la mostra dell’artista spagnolo Fernando Sinaga, dal titolo “Il Libro delle Sorti e dei Mutamenti”, a cura di Begona Martinez e Pedro Medina. Si tratta di un progetto site specific in cui l’installazione di Sinaga dialoga con due importanti volumi, una copia a stampa del classico cinese “Il Libro dei Mutamenti (I Ching / Yijing)” di metà Ottocento, proveniente dalla Biblioteca dell’Università “La Sapienza” di Roma, e un facsimile del “Libro delle Sorti” proveniente dalla “Biblioteca Nazionale Marciana” di Venezia, pregevole riproduzione dell’opera omonima scritta da Lorenzo Spirito nel 1482. Libri senza pagine, quelli dell’artista spagnolo. In parete troviamo buste sigillate e forme e oggetti stilizzati in cui simbolicamente si concentrano improbabili visioni future, attimi del presente segnato dall’incertezza. Che cancella sogni, speranze, previsti accadimenti su cui (soprattutto dopo i tempi imprevisti della pandemia) non è più lecito fare alcun affidamento. All’interno di quei simulacri appesi ristagna un limbo oscuro fatto di attese, “orfane della visione del futuro e abbandonate al loro incerto destino”. La mostra è realizzata con l’appoggio di “Acción Cultural Española” grazie al “Programma di Internazionalizzazione della Cultura Spagnola (PICE)”.





La caserma Monte Grappa, sede del comando della Brigata Alpina Taurinense, ha aperto le sue porte per il pomeriggio di mercoledì 13 aprile ai visitatori.
nell’ambito dei festeggiamenti del 70esimo anniversario di fondazione della Brigata, avvenuto nel 1952, nell’ambito delle Truppe alpine, che si è distinta in tutto questo tempo per il suo impegni in Italia ed in molte, e delicate, missioni all’estero sotto l’egida internazionale.
Infine un appunto personale: chi scrive è tornato dove era giunto da Cuneo in una mattina di fine settembre nel 1986, a bordo di una tradotta militare e qui ha trascorso tutto il suo periodo di leva sino all’inizio di agosto 1987, quando venne congedato.
(poi maresciallo) Giancarlo Pesci e a tutti gli ufficiali e sottufficiali ed ai i miei commilitoni di quell’anno che dedico queste poche righe per il ricordo di un tempo della mia vita che non si è mai cancellato e mai si cancellerà.