Cosa succede in città- Pagina 241

Nasce il Progetto mAmA: il primo sportello di sostegno psicologico per le donne ucraine in gravidanza o puerperio

Presso l’ospedale Sant’Anna di Torino

Si chiamerà Progetto mAmA. Il Servizio di Psicologia Clinica dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino (referente la dottoressa Giovanna Cacciato) attiverà da martedì 3 maggio il primo sportello mAmA di sostegno psicologico per le donne ucraine in gravidanza o puerperio (cha hanno appena partorito da poche settimane), che si trovano nella condizione di rifugiate a Torino e provincia e che stanno subendo le terribili conseguenze della guerra. Si tratta di un Servizio pubblico di supporto psicologico per donne in gravidanza e in puerperio in presenza di un mediatore culturale. Lo sportello sarà aperto il martedì dalle ore 11 alle ore 13, su prenotazione allo 011/3134067 o via mail: psicologiaperinatale@cittadellasalute.to.it, presso l’ambulatorio del Servizio di Psicologia dell’ospedale Sant’Anna (via Ventimiglia 1, primo piano).
Si tratta di uno sportello di accoglienza psicologica gratuita per donne profughe ucraine, in gravidanza o puerperio per sostenere il progetto di maternità e genitorialità in condizioni emotive disagiate. Il Servizio di mediazione culturale metterà a disposizione mediatori di lingua ucraina. Il depliant è stato tradotto anche in lingua ucraina.
Un aiuto psicologico professionale e sostenibile in una condizione emotiva e politica ad elevato impatto sulla salute materna e del nascituro. E’ doveroso, in momenti di grave emergenza come quella del conflitto attuale, mettersi a disposizione e supportare le popolazioni in difficoltà, attraverso iniziative concrete e facilmente accessibili, volte a tutelare le categorie più fragili, quali donne e bambini. In particolare è fondamentale proteggere la gravidanza, la maternità ed il puerperio, non solo nell’ottica della promozione della salute, ma anche della prevenzione del rischio di insorgenza di psicopatologia in età evolutiva.

Percorsi d’autore. Le canzoni di Luigi Antinucci e le pagine di musica dei grandi cantautori italiani

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Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 27 aprile, ore 21.30

 

 

 

“Percorsi d’autore” è l’evento dedicato alla canzone d’autore italiana interpretata dal conduttore radiofonico, ma anche chitarrista e cantautore, Luigi Antinucci, accompagnato da Massimo Camarca al basso, Gianluca Fuiano alla batteria e dalla voce di Raffaella Antinucci.

In scaletta brani tratti dagli album “Io… Robinson”, “Magica Torino” e “Piazza Solferino” e canzoni di Francesco De Gregori, Pino Daniele, Lucio Battisti, Luigi Tenco, Gian Maria Testa, Fabrizio De André, Paolo Conte. Le canzoni del suo repertorio percorrono strade di ricerca estetica e di musicalità anche nella parola; i suoi testi parlano di vita, amore, rapporti sociali, migrazione, del nostro indifferente quotidiano e della solitudine dell’uomo moderno.

 

Luigi Antinucci

 

Cantautore-chitarrista, Luigi Antinucci è autore e produttore di colonne sonore, spot e jingle, conduttore radiofonico, fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Magica Torino, direttore artistico di Radio Life Quality e Radio Reporter Torino e coordinatore artistico di Vitamine Musicali – Ospedale Sant’Anna. Completa la sua ricerca nella musica con sperimentazioni nell’arte figurativa.

Autodidatta, grande osservatore di musica internazionale, incide il suo primo album nel 1981 “Me ne lavo la mente”. Seguono esperienze di viaggi con varie jam session su navi che lo portano dalle isole del Mediterraneo al Brasile, influenzando la sua musica.

Nel 1990 vince un riconoscimento a Recanati Musicultura e viene inserito in varie raccolte di canzoni d’autore in Spagna, Germania e Stati Uniti. Con vari nomi d’arte produce anche alcuni dischi di musica strumentale, sperimentando percorsi che vanno dall’ambient alla new age. Nell’ambito della produzione sonora collabora con Rai, Fiat, Radio Montecarlo, Capital; come compositore vince una Palma d’oro a New York per il docufilm “Civiltà delle macchine”. Conosce anche la famiglia Tenco che, ascoltando alcune sue interpretazioni dal vivo, avalla il suo progetto discografico “Il mio viaggio con Tenco”. Ha diviso il palco con artisti del calibro di Giorgio Conte, Vittorio De Scalzi, Mauro Pagani, Francesco Baccini, Alberto Fortis.

 

Ora di inizio concerto: 21,30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

I Palazzi delle Istituzioni si aprono alla città

In occasione di tre ricorrenze dal profondo valore civico, il 25 aprile (anniversario della Liberazione), il 2 giugno (festa della Repubblica italiana) e il 4 novembre (giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate), cinque istituzioni pubbliche che hanno sede in edifici storici torinesi aprono le loro porte per offrire un percorso insolito, nel cuore della città.

 

L’evento è promosso dalla Città di Torino Presidenza del Consiglio comunale e dalla Prefettura di Torino, con la collaborazione della Città metropolitana di Torino, di Turismo Torino e Provincia, dei Musei Reali e dell’Archivio di Stato di Torino.

 

L’itinerario ha inizio a Palazzo Civico, storica sede del municipio cittadino, inserita nel nucleo originario della Torino di fondazione romana. Il percorso di visita, la cui partenza è prevista dal Cortile d’Onore del Palazzo stesso, di impianto tipicamente barocco, si snoderà attraverso le sue Sale Auliche: lo Scalone d’Onore seicentesco, la neoclassica Sala dei Marmi e il suo loggiato, la Sala delle Congregazioni, la splendida Sala Rossa, cuore della vita amministrativa torinese, per concludersi presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale che, eccezionalmente, aprirà le sue porte ai visitatori.

 

Percorse le vie che collegano il Palazzo di Città con Piazza Castello, si raggiungono i Musei Reali per la visita nelle sale di rappresentanza di Palazzo Reale, centro di comando della dinastia sabauda e prima reggia dell’Italia unita. Si sale al piano nobile attraverso lo Scalone d’Onore, commissionato dal re Vittorio Emanuele II all’architetto Domenico Ferri nel 1861, all’indomani dell’Unità d’Italia, quando per i Savoia si prospettava un ruolo nazionale con Torino capitale del nuovo regno. È un’architettura di gusto eclettico, con una decorazione ispirata a modelli barocchi. Si entra nel grande salone delle Guardie Svizzere, si attraversano numerose sale fastose tra cui quella del trono per giungere nella Galleria Beaumont, che prende il nome dal pittore di corte incaricato di dipingerne la volta. Qui ha sede l’Armeria Reale, che accoglie la raccolta dinastica di armi e armature antiche. Aperta al pubblico nel 1837 è una delle istituzioni culturali che Carlo Alberto promuove insieme alla quadreria di Palazzo Madama, futura Galleria Sabauda, l’Accademia Albertina e la Biblioteca Reale. Al termine lo scalone alfieriano che collega gli appartamenti reali con le costruzioni destinate alle Segreterie di Stato, agli Archivi di Corte e al Teatro.

 

Il Palazzo delle Segreterie, oggi Prefettura, era destinato ad accogliere le funzioni amministrative. Il primo progetto si deve ad Amedeo di Castellamonte ed è contenuto nelle tavole del Theatrum Sabaudiae (1682). Il cantiere fu però interrotto poco dopo l’avvio delle fondazioni, per essere ripreso soltanto nel 1731 da Filippo Juvarra. Il famoso architetto, incaricato da Vittorio Amedeo II, aggiorna il progetto adeguandolo alla nuova funzione dell’edificio, destinato ad accogliere le Segreterie, che costituivano il vertice dell’apparato centrale di governo del sovrano. Nel 1738, due anni dopo la scomparsa di Juvarra, il nuovo architetto regio Benedetto Alfieri assume la direzione della fabbrica, lavorando in continuità col suo predecessore.

La destinazione ministeriale, amministrativa del palazzo rimane tale anche durante la dominazione francese, cosi come durante la restaurazione e nell’epopea risorgimentale.  Dopo l’Unità d’Italia e il trasferimento della capitale nazionale a Firenze, nel 1866, il Palazzo delle Segreterie diviene sede della Prefettura di Torino.

 

La Galleria, ideata da Juvarra ma realizzata da Benedetto Alfieri tra il 1738 e il 1756, è un lungo ambiente di raccordo tra la Galleria Beaumont e gli Archivi di Corte, affacciata sui Giardini Reali. La decorazione della volta risale alla stagione del rinnovamento dei reali palazzi voluto da Carlo Alberto.

 

Dalla Galleria si passa all’aula del Consiglio della Città metropolitana di Torino, già Provincia di Torino.  Nel 1864 Torino non è più capitale. Gli intendenti delle Segreterie vengono sostituiti dai Prefetti ai quali viene collegato un consiglio provinciale. L’ampia sala dedicata alle riunioni del consiglio, con le sue decorazioni, è un’interessante espressione dei modelli eclettici propri del periodo umbertino, ispirati alla tradizione pittorica e architettonica italiana.

 

Dall’aula metropolitana si giunge all’Archivio di Stato le cui sale furono ideate ancora una volta da Juvarra per conservare i documenti dell’Archivio di Corte, tuttora custoditi nelle «guardarobe» che circondano le stanze. Originariamente i Regi Archivi erano uno dei luoghi più segreti dello Stato sabaudo: potevano accedervi solo il re, i suoi ministri e gli archivisti.

L’itinerario attraverso i palazzi delle istituzioni si conclude con la visita della preziosa Biblioteca antica dell’Archivio e termina con lo scalone juvarriano, antica via di accesso e di uscita dalle sale dell’Archivio di Corte.

 

 

Modalità di visita

I gruppi saranno accompagnati nella visita dai volontari delle istituzioni coinvolte, insieme agli studenti dell’Istituto Norberto Bobbio di Carignano impegnati in un progetto di alternanza scuola-lavoro. L’ingresso è gratuito esclusivamente su prenotazione. Per l’accesso in Prefettura è necessario esibire un documento di identità.

 

Informazioni e Prenotazioni: www.turismotorino.org/visite_palazzi_istituzioni

Turno A: partenza da Palazzo Civico ore 14.00; partenza da Palazzo Reale 16.00

Turno B: partenza da Palazzo Civico ore 14.25; partenza da Palazzo Reale 16.15

Turno C: partenza da Palazzo Civico ore 14.50; partenza da Palazzo Reale 16.30

Turno D: partenza da Palazzo Civico ore 15.15; partenza da Palazzo Reale 16.45

Massimo 25 persone per gruppo.

 

Accessibilità

Il percorso è interamente accessibile a persone con disabilità motoria che facciano uso di carrozzina manuale, grazie all’impiego di un montascale cingolato (manovrato da personale dedicato) nello scalone di collegamento tra Armeria Reale e Prefettura. Coloro che utilizzano una carrozzina elettrica possono eventualmente servirsi della carrozzina manuale in dotazione ai Musei Reali. Per coloro che non volessero fare il percorso con la carrozzina e/o con il montascale cingolato, sarà possibile entrare direttamente nella Prefettura, saltando i Musei Reali, che potranno essere visitati in altra data.

Il 25 aprile il Valsusa Filmfest omaggia Carlo Lizzani al Museo Diffuso della Resistenza

A Torino insieme alle proiezioni dei vincitori del concorso Fare Memoria

 

Lunedì 25 aprile 2022 | ore 16:30

Torino – Museo Diffuso della Resistenza

Proiezione opere vincitrici concorso Fare Memoria e proiezione del film “Il partigiano Carlo. Ricordi resistenti di un maestro del cinema” (omaggio a Carlo Lizzani) di Roberto Leggio.

 

Ingresso gratuito – www.valsusafilmfest.it

 

Lunedì 25 aprile Il Valsusa Filmfest si sposta Torino dove, alle ore 16:30 al Museo Diffuso della Resistenza di Torino – Polo del ‘900 e in collaborazione con le sezioni ANPI della Valle di Susa verranno presentati il film “Il partigiano Carlo. Ricordi resistenti di un maestro del cinema”, un bellissimo omaggio a Carlo Lizzani ad opera di Roberto Leggio, oltre al filmato vincitore e il filmato che ha ottenuto la menzione speciale nella sezione di concorso Fare Memoria.

 

“Il partigiano Carlo – Ricordi resistenti di un maestro del cinema”

Prodotto da Roberto leggio e Jakub Zielinsky

Con Carlo Lizzani e Mario Fiorentini

Scritto da Roberto Leggio

Immagini e montaggio di Jakub Zielinski

Musiche di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni

Sinossi: A settanta anni dalla fine della Liberazione, Carlo Lizzani racconta della sua attività di partigiano durante l’occupazione di Roma. Un omaggio, diverso ad un grande maestro del cinema attraverso i ricordi suoi e quelli dell’amico Mario Fiorentini, partigiano gappista, che svela la loro settantennale amicizia, divisa tra lotta politica, arte, cultura e cinema.

 

L’opera vincitrice della sezione di concorso Fare Memoria è “La vera storia della partita di nascondino più grande del mondo” dei registi Paolo Bonfadini, Irene Cotroneo e Davide Morando (durata 10’ 42”; Anno 2021)

Sinossi: Un breve conto alla rovescia e si parte: a Serravalle Langhe inizia la settantaseiesima edizione della partita di nascondino più¹ grande del mondo. Edo, il Cercatore di quest’anno, deve trovare ognuno dei 300 abitanti del paese. 299, in realtà: l’ultimo concorrente sfuggito al Cercatore sarà il vincitore della Nocciola d’Oro. La competizione, che ha fruttato a Serravalle ben due Guinness World Record, è particolarmente sentita da tutta la comunità e rappresenta un’avventurosa occasione per spezzare la quotidianità e trascorrere qualche giorno lontano dalla routine. Grazie al suo tradizionale legame con la Storia, il nascondino di Serravalle Langhe è al contempo una preziosa occasione per riflettere e fare memoria: attraverso il gioco, la comunità ricorda le vicende della Resistenza partigiana, che tanto ha caratterizzato i comuni dell’Alta Langa durante la Seconda Guerra Mondiale.

Motivazione della giuria
per il messaggio universale saputo dare con leggerezza nonostante la serietà della tematica; per la capacità evocativa che rende il filmato coinvolgente. Coinvolgente grazie alla partecipazione corale dell’intera comunità del piccolo paese della Langhe dove è ambientata la storia.

 

La menzione speciale della sezione Fare Memoria è stata destinata a “Il nostro fiume” dei registi di Isabella Valenti, Chiara Maccagni e alunni (Durata15’ 00”, anno 2021).

Sinossi: Tre parole chiave: “Resistenza”, “Memoria”, “Solidarietà “, per definire l’anima di questo luogo. Alfonsine si racconta con gli occhi dei ragazzi, attraverso la letteratura, la storia e le impronte indelebili che la seconda guerra mondiale ha lasciato sul territorio, lo spirito di solidarietà che è nato durante la ricostruzione del paese in macerie e continua ancora oggi, il Fiume che recupera la memoria collettiva e intraprende un percorso di rinascita passando il testimone di generazione in generazione, senza soluzione di continuità.

Motivazione della giuria
Per aver saputo unire generazioni differenti in un’unica narrazione di memoria e territorio.

 

 

IL XXVI VALSUSA FILMFEST

 

Il Valsusa Filmfest è un festival itinerante che nel corso degli anni è diventato un importante presidio culturale per il territorio – grazie al coinvolgimento di scuole, associazioni, cooperative e tante singole persone – con l’obiettivo di promuovere cultura e di dare ampio spazio alle nuove generazioni e ad eventi che aiutino a riflettere e a cogliere i cambiamenti sociali, culturali e politici della contemporaneità.

 

In coerenza con la sua storia e i suoi valori di riferimento, ritenendo che l’essenza di una manifestazione culturale sia data principalmente dalla sua capacità di creare condivisione, socialità, vicinanza, senso di comunità e appartenenza tra tutte le persone coinvolte – organizzatori e pubblico insieme – il tema portante scelto per questa edizione è quello delle COMUNITA’, intese come “modello da seguire per restituirci la capacità di pensare a un modo differente di convivere, per riabituarci a sognare un altro mondo possibile” [cit. Carlo Petrini] o come “grande antidoto agli individualismi che caratterizzano il nostro tempo, a quella tendenza diffusa oggi in Occidente a concepirsi e a vivere in solitudine” [cit. Papa Francesco].

 

 

Negli eventi in programma tra il 29 aprile e il 7 maggio sono in programma altre proiezioni delle opere selezionate nella sezione de concorso cinematografico “Fare Memoria”, presentazioni fuori concorso di film di Nicolò BongiornoDaniele Gaglianone e Gabriele Vacis, con la presenza dei registi, e proiezioni di film sul tema della montagna per la rassegna Cinema in Verticale.

 

Rock Jazz e dintorni: Samuele Bersani e James Senese

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

 

Lunedì. Allo Ziggy si esibisce Matteo Castellano. Allo Spazio 211 Radio Ohm celebra il 25 aprile con vari artisti fra cui Dueventicontro, Roncea, LeChuck,Protto, Vea, Ella e Anna Castiglia.

Martedì. Al Jazz Club suona il trio Malamore. All’Otium Pea Club si esibisce il quintetto Hard Bop Reunion di Marco Tardito.

Mercoledì. Alla Cascina Bellaria di Sezzadio sono di scena i Trialogos.

Giovedì. Al Cafè Neruda suona il quartetto di Valerio Signetto. Al Jazz Club si esibisce il quintetto del pianista Emanuele Francesconi. All’Off Topic è di scena Tropico. All’Hiroshima Mon Amour suonano i La Sad.

Venerdì. Raf & Umberto Tozzi si esibiscono al Palais di Saint-Vincent. Al Cafè Neruda incrocio tra jazz e canzone d’autore con Federico Bagnasco e Carlo Pestelli. All’Off Topic canta Erica Mou. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena Shabazz Palaces. Allo Spazio 211 si esibisce Caterina Cropelli con The Bastard Sons Of Dioniso. Al Coccia di Novara recital di Claudio Baglioni. Al Jazz Club suona il quartetto di Max Gallo con l’organista Hammond Yazen Greselin. All’Hiroshima si esibisce Ensi. Al Blah Blah sono di scena i Fasti.

Sabato. Al Phenomenon di Fontaneto D’Agogna gli “storici” del “progressive” Van Der Graaf Generator. Al Teatro Colosseo Samuele Bersani presenta il suo nuovo album “Cinema Samuele”.Alla Suoneria di Settimo arriva James Senese. Al Folk Club è di scena Chris Jagger (fratello minore di Mick). Al Blah Blah suonano gli Hangarvain.

 

Pier Luigi Fuggetta

 

“Incipit Grand Tour”. Se il giro d’Italia si fa in sella a una “Vespa-libreria”

Riprende lo strano viaggio per tutt’ Italia dello chef – scrittore – libraio – editore e quant’altro Fabio Mendolicchio

Dal 27 aprile al 7 maggio

Lui si presenta come Mendo aka (alias) Fabio Mendolicchio. E scrive di sé: “Sono del 1973 e ho un percorso formativo lungo trent’anni. Mi sono diplomato all’‘Istituto Alberghiero” di Torino e ho lavorato per vent’anni fra alberghi, ristoranti – fra cui il ‘De Amicis’, primo ristorante di ‘Libera contro le mafie’ – e vari progetti strani”. Alcuni: musicista, grafico, dj, scrittore con “Siamo tutti allenatori” per “CartaCanta Editore”. E lui stesso editore con “Miraggi”, casa editrice fondata (con Alessandro De Vito e Davide Reina) a Torino in via Mazzini, nel 2010, “per fare libri che altri non fanno” e vera e propria fucina o tsunami di strane, geniali e improbabili “pensate” legate al mondo della lettura, come “L’IBRIda CENA” (trasformando le librerie in ristoranti per una sera) e l’“Incipit Grand Tour”. Come dire, girare tutta l’Italia con una Vespa 200 GT, attrezzata, in un afflato di magica follia, come libreria viaggiante. E da giorni la Vespa e Fabio “Mendo” stanno scalpitando, in attesa della nuova partenza per il secondo (l’anno scorso il primo) viaggio “letterario”. Con lo stesso mezzo (medaglia d’oro alla povera Vespa! Ma anche a Mendo!) utilizzato per portare quotidianamente i libri alle librerie torinesi. Questo, in cifre, il tour 2022: 4mila chilometri in 11 giorni, dal 27 aprile al 7 maggio, con una media di 363 chilometri al giorno per raggiungere 54 librerie e Biblioteche d’Italia.

Ad ogni tappa, una lettura ad alta voce. Ad ogni presentazione un gioco con le 54 carte del gioco letterario “Incipit Offresi” per indovinare un grande classico e vincere un libro a dimostrare che sempre “vince chi legge”. “Un po’ come Nanni Moretti in ‘Caro Diario’ – spiega Fabio – un po’ Forrest Gump: quando ci si mette in viaggio, ci si mette in gioco. Per questo motivo con la nostra casa editrice abbiamo deciso di partire in Vespa e girare l’Italia a colpi di ‘Incipit’ per portare i nostri libri a spasso per lo Stivale, raccontandoli, vivendoli come compagni di viaggio, facendoli conoscere laddove spesso non trovano spazio e rendendoli protagonisti veri e propri di questa follia”.

Tante tappe, tanti libri, tanti personaggi e tanti librai e lettori da incontrare. Il viaggio parte da Ivrea, “Capitale Italiana del Libro 2022”, attraversa Arona, Novara e arriva a Verbania, da “Alberti Libraio”. Si sconfina quindi in Svizzera, a Locarno, Lugano e poi Como, Milano alla “Libreria Covo della Ladra” e da “Anarres Libreria Bristrot”, si prosegue per Bergamo e Brescia fino a raggiungere la “Libreria Muratori” di Capriolo per incontrare Alan Poloni “libraio di provincia e narratore di periferia”. Il terzo giorno si riparte passando per Mantova, verso la tappa di Vicenza; l’appuntamento è alle ore 18,30 alla “Libreria Traverso” per il firmacopie con l’autrice di “Casadolcecasa” ( libro edito da “Miraggi” nel 2021) e in audiolibro da “Il Narratore”: Antonella Bukovaz, originaria di Topolò-Topolove, borgo sul confine italo-sloveno, che si dedica alla poesia e alle interazioni  tra parola, suono e immagine in forma di lettura, videopoesia e video-audioinstallazione. A Treviso l’incontro è con la “libraia controcorrente” della “Ubik Clara Abatangelo” e a Udine, alla “Libreria Moderna”, con Luca Quarin, al suo secondo romanzo “Di sangue e di ferro” con “Miraggi Edizioni”. Domenica 1° maggio la Vespa di Mendolicchio attraverserà Venezia e Ferrara, per approdare alla “Libreria Atlantide” di Castel San Pietro Terme (Bologna) con Alberto Alberici. Si prosegue ancora per Urbino, Ascoli Piceno con tappa alla “Libreria Rinascita”, Norcia, L’Aquila, Montesilvano alla “Libreria On the Road”, Foggia alla “Libreria Ubik” e infine alla Biblioteca di Trani, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura della Città di Trani, per incontrare Rosanna Gaeta, inventrice e guida dei “Dialoghi di Trani”. Il 5 maggio si riparte dalla “Libreria 101” di Bari, si attraversa Matera e si continua per San Giorgio a Cremano (Napoli) alla Libreria “La Bottega delle Parole”. E il viaggio geografico-letterario continua. Dalla “Libreria Eli” a Roma per un insolito pranzo con i lettori, ci si sposta a Firenze da “Alice&Co.”, per poi approdare il 7 maggio alle 10,30 al “Museo Piaggio” di Pontedera (Pisa), il più grande museo motociclistico d’Italia, e tornare a Torino non prima di aver visitato la Biblioteca sul mare “Fascie Rossi” di Sestri Levante e la Libreria “L’Amico Ritrovato” di Genova. L’intero viaggio sarà raccontato attraverso foto e video su tutti i social networks di “Miraggi Edizioni” e “Lettura Day”. Una domanda. Ritornati a casa, sotto la Mole, della povera Vespa 200 GT che ne sarà? E di “Mendo”? Almeno un anno di sacrosanto riposo ci vuole. E’ il minimo!

Gianni Milani

Foto in Gioco! Il mondo dei giochi di piazza e dello spettacolo all’aperto

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Alla Reggia di Venaria

La mostra presenta il mondo dei giochi di piazza e dello spettacolo all’aperto visto attraverso l’obiettivo di 18 celebri fotografi italiani che documentano la trasformazione delle tante modalità di giocare e divertirsi dal secondo dopoguerra fino alla nascita della moderna industria dell’intrattenimento.
Contestualmente evidenzia come la fotografia sia cambiata nel tempo dal periodo Neorealista fino ad una raffigurazione più ambientale che sfocia negli anni Ottanta e Novanta in una dimensione impersonale e priva di socialità.

Ideata da Giangavino Pazzola, curatore di CAMERA, la mostra include oltre 120 fotografie a colori e in bianco e nero che hanno come soggetto persone di tutte le età intente a praticare diverse attività ludiche, oltre ad abitudini, professioni e luoghi che hanno delineato una nuova relazione delle persone con il concetto di tempo libero.

Circus, © Roselena Ramistella, 2021


A cura di Giangavino Pazzola
Organizzata con Camera – Centro Italiano per la Fotografia di Torino
Allestimento di Peter Bottazzi

DOVE
Sale delle Arti, I piano
QUANDO
da Sabato, 09 Aprile 2022 a Domenica, 18 Settembre 2022
COME

Ingresso:
biglietto per la mostra e biglietto “Tutto in una Reggia“.

Consigliata la prenotazione on line.

Per informazioni: tel. +39 011 4992333

Sacrario militare della Gran Madre, apertura straordinaria il 25 aprile

Lunedì 25 aprile Assoarma Torino apre ai visitatori il Sacrario militare della Gran Madre di Dio di Torino dal suo accesso laterale al piano stradale di via Villa della Regina.Orario di apertura 10 – 12 e 1418

Nel Sacrario sono custoditi 3.851 Caduti torinesi della Prima Guerra Mondiale, che, avvolti nel tricolore, il 27 giugno 1932 vi furono trasferiti dal Cimitero Monumentale su 48 autocarri militari che attraversarono solennemente le vie della città.

Il Sacrario è rimasto chiuso per tutto il periodo del Covid ma sono in corso intese ed accordi tra il Comune di Torino, il Ministero della Difesa, Commissariato Generale Onoranze ai Caduti, e il Consiglio Permanente dei Presidenti delle Associazioni d’Arma torinesi di Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato (ASSOARMA Torino) per una prossima apertura più stabile e rispettosa di un ambiente di particolare sacralità e suggestione emotiva per molti aspetti ancora poco noto agli stessi Torinesi.

Come anteprima, il 25 aprile in occasione delle celebrazionidella Liberazione, i Volontari delle Associazioni d’Arma, che già dal 2018 provvedevano ad una apertura mensile delSacrario e che si sono offerti per custodirlo in futuro, offronoai familiari e agli interessati l’opportunità di onorare i Caduti e di visitare i silenziosi e austeri locali della storica cripta, che occupa il lato Nord del tempio neoclassico superiore,eretto per ricordare il ritorno a Torino dei Savoia nel 1814. Il Sacrario fu realizzato agli inizi degli anni Trenta dall’architetto Giovanni Ricci, modificando il delicato basamento in palafitta della chiesa soprastante.

Nel grande atrio a livello marciapiede pieno di nicchie e statue, con al centro una pregiata Vittoria alata, accolgono i visitatori la suggestiva Madonna Addolorata e l’accorato saluto “Mamma non piangere, vado e torno.

Lungo le pareti completamente in marmo, che attraverso alcuni gradini scendono nell’ossario vero e proprio a formare due ampi corridoi circolari, le formelle funerarie corrono in una successione che pare interminabile con incisi grado, nome e cognome in ordine alfabetico dei tanti Soldati torinesi caduti sul campo di battaglia del ’15-18.

Al centro, un grande altare in marmo funerario sotto una luminosa e alta cupola circolare bianca con i simboli della pietas sacrale invita al raccoglimento e alla preghiera. Qui, il 4 novembre di ogni anno la Città e le Forze Armate onorano i loro Caduti con una corona d’alloro e una benedizione.

La visita è ad accesso libero ma con mascherina indossata

Per informazioni e prenotazioni Telefono 011.5613059,Mobile 347.4054810 e E-mail: prolocotorino@email.it dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18

Generale Franco Cravarezza E-mail assoarma.torino@gmail.com 

Re Vittorio accompagna i visitatori alla mostra storica di Stupinigi

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Palazzina di Caccia di Stupinigi Sabato 23 aprile

Visite guidate animate alla mostra Maria Adelaide d’Asburgo Lorena

Un angelo sul trono di Sardegna

Guidati da Vittorio Emanuele II, Maria Adelaide d’Asburgo Lorena, Maria Vittoria del Pozzo della Cisterna e Amedeo di Savoia duca d’Aosta, sabato 23 aprile alle 10,30 – 12 – 14,30 e 16, si visiterà in esclusiva la mostra “Maria Adelaide d’Asburgo Lorena. Un angelo sul trono di Sardegna”.

Nell’anno del bicentenario della nascita, la mostra alla Palazzina di Caccia di Stupinigi ripercorre la vita e la storia della “non regina d’Italia”, in quanto sposa devota di Vittorio Emanuele II che divenne Re d’Italia solo nel 1861, sei anni dopo la sua prematura scomparsa a soli 32 anni.

Scrisse di lei Costanza d’Azeglio: “Principessa che tutti ammiravano per la sua bellezza e che conquistava i cuori per qualche cosa di angelico negli sguardi, nei gesti e nelle parole che ne rivelavano l’animo”.

L’esposizione, organizzata dal Centro Studi Vittorio Emanuele II, è allestita nella Galleria di Ponente e rientra nel percorso di visita alla Palazzina di Caccia di Stupinigi. La visita guidata animata è organizzata in collaborazione con il Gruppo Dal Pozzo della Cisterna Coordinamento Sabaudo.

MARIA ADELAIDE D’ASBURGO LORENA

12 aprile 1842: nella cappella reale della Palazzina di Caccia di Stupinigi vengono celebrate le nozze tra Vittorio Emanuele II, allora principe ereditario, e l’arciduchessa Maria Adelaide D’Asburgo, cugina dello sposo e figlia secondogenita di Ranieri d’Asburgo, vicerè del Lombardo Veneto e di Maria Elisabetta di Savoia Carignano.

Maria Adelaide Raniera Francesca Elisabetta Clotilde nasce a Milano il 3 giugno 1822. Intelligente e perspicace cresce con un’ottima educazione, parla correttamente 5 lingue oltre a conoscere il latino e il greco. È di salute cagionevole, ma mette comunque al mondo 8 figli, tre dei quali muoiono in tenera età.

Il marito, che la chiamava Suzi o Suzette, pur attestandole stima, la tradisce ripetutamente, in particolar modo con Rosa Vercellana, la “Bela Rosin”. Donna caritatevole e devota, Maria Adelaide si dedica all’educazione dei figli, al cucito, alle pratiche religiose e alle opere pie.

Segnata dalle otto gravidanze, comincia a perdere prima i capelli e poi i denti, è incapace di reggersi sulle gambe e il suo volto, pallido e smunto, si riempie di precoci rughe. Nel 1855, dopo aver partecipato al funerale della suocera Maria Teresa d’Asburgo Toscana, viene colta da una gastroenterite che non le lascia scampo.

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

www.ordinemauriziano.it

Informazioni e prenotazioni: 011 6200634 centro.ve.ii@gmail.com

Sabato 23 aprile, ore 10,30 – 12 – 14,30 – 16

Costo della visita guidata animata: 5 euro

(oltre il prezzo del biglietto di ingresso alla Palazzina di Caccia di Stupinigi)

In dettaglio:

Minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card: 5 euro (biglietto ingresso gratuito)

Per tutti gli altri: 13 euro

(5 euro, visita guidata animata + 8 euro, biglietto di ingresso ridotto)

25 aprile nelle gallerie sotterranee di Pietro Micca e del Pastiss

Le gallerie di contromina, costruite più di 315 anni in preparazione dell’assedio di Torino del 1706, costituiscono uno straordinario patrimonio archeologico, storico e valoriale di Torino sia per la loro unicità costruttiva e sia per gli eventi che vi si svolsero.

Circa ventun chilometri di gallerie (14 attorno alla Cittadella e 7 in alcuni altri tratti sensibili della fortificazione perimetrale di Torino), scavate a due livelli tra i 7 e 14 metri sottoterra con grande perizia e capacità costruttiva nella dura “puddinga” torinese, completamente rivestite di mattoni, resistenti al tempo e intatte dove non è arrivata la mano rimodellatrice dell’uomo per le esigenze di edificazione urbana successiva.

Dopo aver validamente concorso alla difesa di Torino per un secolo e mezzo, rimasero abbandonate e per lo più integre nel sottosuolo torinese dopo la smobilitazione operativa e l’abbattimento della fortificazione di superficie nella seconda metà dell’Ottocento per lasciare spazio all’ingrandimento della città.
Testimonianza esemplare e tragica di ingegneria e di guerre passate, lo sono ancora di più per il loro utilizzo nella Seconda Guerra Mondiale e tornato prepotentemente alla attenzione delle nostre immemori coscienze per effetto della nuova guerra in Europa.

Quando all’inizio della 2^ GM Torino si dovette dotare di adeguati ricoveri antiaerei, il Comune decise di utilizzare a ricovero anche le gallerie di Pietro Micca, conosciute dall’Amministrazione cittadina attraverso la carta del genio militare del 1842 e i rilievi del colonnello Pietro Magni a seguito della loro riscoperta del 1909 durante i lavori di costruzione del Palazzo Scuola di Guerra di corso Vinzaglio 6.

Per garantire una adeguata protezione dalla dirompente potenza degli ordigni bellici, si decise di utilizzare come rifugio antiaereo esclusivamente sei rami delle gallerie ad una profondità di – 14 metri sottoterra mentre nelle gallerie superiori a – 7 metri vennero ricavate varie uscite di sicurezza integrative.

Le gallerie di contromina rappresentarono straordinari rifugi contro i bombardamenti aerei che devastarono Torino nel periodo 1943-45 prestandosi in particolare a ospitare oltre 6.000 persone tra gli inquilini dei circa 180 palazzi sovrastanti. Con il nome di “ricoveri casalinghi”, per distinguerli dai rifugi pubblici, le gallerie scelte vennero dotate di illuminazione, di semplici panche di legno ancorate al muro e di adeguati accessi dalle cantine dei palazzi più vicini contrassegnati sull’ingresso esterno di grandi “R”. Si arrivava ai rifugi attraverso scale integrative, protette da robuste volte rinforzate, che dalle cantine scendevano ai -14 metri delle gallerie di contromina suddivise in diverse aree di ospitalità attraverso cancelli in metallo.

In queste strette, basse e umide gallerie vissero probabilmente i molti momenti di allarme le famiglie Buscaglione Ofelia, Bianchi Carlo, Panati Giuseppe, Giuliani Lanciotto, che il 1° maggio 1945 lasciarono la loro testimonianza in una bottiglietta attentamente sigillata, trovata in una notte di luglio del 2002 a cura di un gruppo di Volontari del “Gruppo ricerche e rilievi archeologici” dell’Associazione Amici del museo Pietro Micca.

 

Per le celebrazioni della Liberazione, il Museo Pietro Micca celebra il 25 aprile con due particolari iniziative dedicate a questo particolare utilizzo delle sue gallerie.

La prima iniziativa al museo di via Guicciardini 7/A è l’interessante e inedita mostra dal titolo “Contro le offese dal cielo – Protezione antiaerea durante la Guerra” sulla protezione antiaerea passiva adottata nel Secondo Conflitto Mondiale in Italia e in Europa con una particolare attenzione alla nostra Città, compresa l’utilizzazione delle gallerie di contromina torinesi. Al centro della mostra, che durerà fino a settembre ed è inserita nel normale percorso di visita, la preziosa testimonianza in bottiglia trovata nelle gallerie, che viene esposta al pubblico per la prima volta.

La seconda iniziativa per il 25 aprile è l’apertura eccezionale e gratuita del Pastiss che quest’anno celebra i 450 anni dalla costruzione.
Appuntamento in via Alessandro Vittorio Papacino 2, davanti al portone d’ingresso del caratteristico palazzo conosciuto come Casa Bellia e costruito nel 1904 dall’Architetto Pietro Fenoglio in esemplare stile “liberty torinese”.

Dal portone con la grande “R” bianca a indicare l’ingresso storico del Rifugio, scendendo le strette scale che portano alle cantine si accede alla scala realizzata appositamente nel 1942 per raggiungere a 14 metri sottoterra il rifugio antiaereo casalingo riservato agli abitanti dei fabbricati della zona nella lunga galleria di contromina.
Sarà possibile visitare anche l’area dell’unico pozzo di aerazione appena recuperato e in corso di restauro.


Le visite guidate, animate anche dai Rievocatori del Gruppo Storico Pietro Micca della Città di Torino, sono previste nel periodo orario 10-13 e 14-18 (ultimo ingresso ore 17,30)
La prenotazione è consigliata e da diritto alla priorità di ingresso.
Sito non attrezzato per persone con ridotte o impedite capacità motorie.

INFO e PRENOTAZIONI
tel. 011 01167580, email info@museopietromicca.it, sito www.museopietromicca.it