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“World Press Photo Exhibition 2022” Alla GAM di Torino l’anteprima italiana

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Il  più importante concorso di fotogiornalismo al mondo

Fino al 18 settembre

Abiti rossi dismessi e appesi a croci di legno, lungo una strada senza confini ingoiata da lugubri sterpaglie, appiattita sotto un cielo plumbeo e terrifico che recupera un briciolo di umanità nell’appena accennata parvenza di una timida forma di arcobaleno: è questo lo scatto realizzato dalla fotografa canadese Amber Bracken per il “New York Times” vincitore assoluto (i nomi dei premiati sono stati annunciati nel marzo scorso) della 66^ edizione della “World Press Photo Exhibition 2022”, il più importante concorso di fotogiornalismo a livello internazionale, nato ad Amsterdam nel ‘55. Foto dell’anno, l’opera vuole ricordare i bambini morti alla “Kamloops Indian Residential School” nella Columbia Britannica, chiusa nel 1978 e facente parte della rete di collegi per aborigeni in Canada, dove nel maggio del 2021 scavi effettuati con radar portarono alla luce i resti di 215 bambini, piccoli indigeni sottratti alle loro comunità, torturati fino alla morte e ignobilmente sepolti in tombe anonime.

 

Sorte comune per migliaia e  migliaia di bimbi, vittime innocenti (fra gli anni ’60 e ’80) del capitolo oscuro e vergognoso della storia e della politica coloniale del Canada. Nella foto scattata dalla Bracken “potevo quasi sentire la quiete, un momento tranquillo di resa dei conti globale per la storia della colonizzazione, non solo in Canada ma in tutto il mondo”. Queste le parole, a commento dello scatto “of the year” da parte della presidente della Giuria globale (dopo un primo lavoro di selezione fatto dalle giurie regionali), l’azerbaijana Rena Effendi. Compito arduo, quest’anno, quello dei giurati se si considera l’elevato numero di lavori, foto e open format, loro pervenuti: 64.823 i candidati, le opere da premiare sono state scelte fra 4.066 fotografi provenienti da 130 Paesi. E ben 134 sono quelle raccolte in mostra, in anteprima italiana, alla “GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea” di via Magenta 31 a Torino, fino al 18 settembre prossimo. Per il sesto anno consecutivo sotto la Mole, l’evento si deve all’impegno della start up pugliese “Cime”, partner della “World Press Photo Foundation” di Amsterdam e della “Fondazione Torino Musei”. Fra le foto esposte alla “GAM”, ovviamente le quattro vincitrici mondiali. Accanto alla succitata della canadese Bracken, troviamo il Premio “World Press Photo Story of the Year” andato a “Salvare le foreste con il fuoco” di Matthew Abbott, Australia, un lavoro realizzato per “National Geographic/Panos Pictures”.

Al centro del racconto, un rito degli indigeni australiani che bruciano strategicamente la terra in una pratica nota come “combustione a freddo”: i fuochi si muovono lentamente, bruciano solo il sottobosco e rimuovono l’accumulo di residui vegetali che possono alimentare incendi più grandi. Vincitore del premio “World Press Photo long-term project award”, invece, “Distopia amazzonica” di Lalo de Almeida, Brasile, per “Folha de São Paulo/Panos Pictures”. Mostra come la foresta pluviale amazzonica sia gravemente minacciata dalla deforestazione, dall’estrazione mineraria, dallo sviluppo infrastrutturale e dallo sfruttamento di altre risorse naturali.

 “Il sangue è un seme” di Isadora Romero, Ecuador, ha vinto la sezione video, “World Press Photo open format award”.  Attraverso storie personali, questo lavoro mette in discussione la scomparsa degli “antichi semi”, la migrazione forzata, la colonizzazione e la conseguente perdita di conoscenze ancestrali. Con Torino, la mostra andrà a toccare 70 sedi in 30 Paesi e si stima che sarà visitata da più di tre milioni di persone a livello internazionale. Lo scorso anno, nonostante gli effetti e le restrizioni della pandemia, “World Press Photo Torino” è stata la 17esima mostra più visitata in Italia (classifica stilata dal “Giornale dell’Arte”, aprile 2022): ciò ha permesso a “Palazzo Madama”, che ospitava l’esposizione, di essere il primo tra i musei torinesi nella classifica italiana (47° posto grazie a 23.696 accessi).

Gianni Milani

“World Press Photo Exhibition 2022”

GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it

Fino al 18 settembre

Orari: dal mart. alla dom. 10/18

Nelle foto:

–       Amber Bracken: “Kamplos Indian Residential School”

–       Matthew Abbott: “Salvare le foreste con il fuoco”

–       Lalo de Almeida: “Distopia amazzonica”

–       Isadora Romero: “Il sangue è un seme”

Al convegno di Humanitas “Prevenzione e stile di vita

La salute, il cibo e il buon vivere” partecipa Antonio Chiodi Latini, il “cuoco delle terre”

 

“Tra i motivi che mi hanno spinto – spiega Antonio Chiodi Latini, cuoco delle terre – verso l’alimentazione vegetale vi è sicuramente la necessità di preservare la mia salute. I risultati che ho visto sul fisico e sulla psiche sono stati straordinari e, per questo, continuo a sostenere che la cucina vegetale sia il futuro, non soltanto perché è buona, ma anche perché è sana”.
Avendo provato in prima persona i benefici di una dieta vegetale, oggi lo chef dell’omonimo ristorante torinese è orgoglioso di partecipare con i suoi piatti al convegno dal titolo “Prevenzione e stile di vita: la salute, il cibo e il buon vivere”, promosso dall’Ospedale Humanitas Gradenigo.
Il convegno si terrà il 30 aprile prossimo presso la Centrale di Nuvola Lavazza e vedrà impegnati i medici dell’ospedale torinese nell’analisi di quanto uno stile alimentare sano possa essere un alleato prezioso nel mantenimento della nostra salute.
Responsabile scientifico del convegno sarà il dottor Francesco Milone, direttore della Cardiologia Humanitas Gradenigo, da anni impegnato nella prevenzione in ambito cardiovascolare, anche attraverso un’attenzione specifica agli stili corretti di vita, a partire da quello a tavola.
Si calcola che la pandemia da Covid abbia causato fino ad oggi in Italia circa 150 mila morti, un numero molto grande e doloroso. Tra le cause principali del decesso in Italia, al primo posto, rimangono gli accidenti cardiovascolari, dell’infarto e dell’ictus, con 230 mila morti su un totale di 640 mila, seguiti dai tumori.
Si calcola inoltre che si potrebbe giungere alla prevenzione di ben l’80 per cento delle malattie cardiovascolari, quali infarto e ictus, seguiti dai tumori, che potrebbero essere prevenuti se si smettesse di fumare, si seguissero una dieta sana e si svolgesse un regolare esercizio fisico. Almeno il 70 per cento dei pazienti con fattori di rischio non sa di averli e non si cura in modo adeguato. La maggior parte dei pazienti colpiti da eventi cardiovascolari a distanza di tre anni non ha saputo correggere in modo efficace i propri fattori di rischio e il proprio stile di vita.
Il congresso vuol fare luce su questo tema e si articola in quattro sessioni. Il focus della prima è quello che riguarda la guida sull’utilizzo dei farmaci nella prevenzione, sulla base degli obiettivi indicati dalle nuove linee guida europee.
Nella seconda viene illustrato un nuovo metodo di cura, la cosiddetta “medicina d’insieme”, vale a dire la gestione del paziente nella sua totalità e il metodo educativo in luogo di quello prescrittivo. Vengono approfonditi i rapporti tra oncologia e alimenti, esaminando il ruolo della dieta, intesa non come privazione, ma come abitudine alimentare e possibile terapia.
La mattinata sarà chiusa dall’illustrazione dell’ultimo nato in Humanitas Gradenigo, l’Ambulatorio della Prevenzione e dello Stile di Vita. La terza sessione sarà incentrata sul modo in cui l’alimentazione possa condizionare non solo molti aspetti della salute, ma anche l’ambiente in cui si vive.
Il convegno sarà concluso con i rimedi per il trattamento dell’obesità, sia di natura farmacologica, sia chirurgica.
Il catering del convegno sarà a base vegetale, preparato personalmente dallo chef Antonio Chiodi Latini, che ha incontrato la cucina vegetale nel 2017. Dopo anni di esperienza nel campo della ristorazione Antonio Chiodi Latini ha compiuto una scelta personale, ripartendo dai vegetali, trattati nella maniera più naturale possibile. Oggi il “cuoco delle terre”, come si fa chiamare Antonio, ha ritrovato la passione di un tempo per il suo lavoro e ha potuto approfondire tecniche, materie prime e combinazioni di sapori, andando al cuore di ciò che cresce nell’orto, valorizzandolo con esperienza e creatività.

Mara Martellotta

Il cantante dei Rolling Stones, Mick Jagger, ha un fratello musicista anche lui: Chris Jagger

SABATO 30 APRILE ORE 21.30
Ingresso Intero 20 € | Ridotto Under 30 10 € | Live Streaming 5 €
Buscadero Nights
presenta
CHRIS JAGGER Mixing up the Medicine

Il cantante dei Rolling Stones, Mick Jagger, ha un fratello musicista anche lui.
Lo sanno in pochi perché Chris Jagger non ha mai sfiorato le classifiche con i suoi dischi né ha mai approfittato del fratello maggiore per farsi pubblicità.

Nel 1973 mentre i Rolling Stones scalavano le classifiche di mezzo mondo il più piccolo dei fratelli Jagger, Chris, pubblicava il suo primo disco You Know the Name But Not the Face. La sua musica è una miscela esplosiva di cajun, zydeco, folk, blues e rock’n’roll. Da quel giorno sono trascorsi quasi cinquant’anni e Chris è ancora sulla cresta dell’onda, una carriera inevitabilmente influenzata dall’aura ingombrante del fratello, che però gli apre anche diverse porte e nei suoi dischi oltre a Mick Jagger troviamo ospiti illustri del calibro di David Gilmour dei Pink Floyd o Gene Simmons dei Kiss.
Chris ha preferito una carriera discreta e appartata, innamorato della musica di New Orleans, con pochi ma ottimi dischi e tante incursioni in svariate attività: attore, giornalista, speaker radio e tv, produttore musicale e cinematografico e di strumenti musicali e anche designer di moda! Ha organizzato concerti di beneficenza per la Bosnia e per il Tibet di cui uno all’Alexandra Palace London alla presenza del Dalai Lama. Nel 2013, ben quarant’anni dopo il suo disco d’esordio, esce Concertina Jack, la cui title track è un travolgente duetto tra i fratelli Jagger e racconta una misteriosa storia di mare che Mick e Chris avevano ascoltato diverse volte da piccoli dal loro zio Horace. Nel 2014 esce un disco acustico dal vivo che introduce anche molti ingredienti della musica tradizionale irlandese. In questi anni Chris si è dedicato a un programma radiofonico per la BBC dedicato ad Alexis Korner, pioniere del blues e del broadcasting. Ha inoltre realizzato un film per il canale tematico SKY ARTE sulla scena blues di Austin con i contributi straordinari dell’ultra-novantenne Pine Top Perkins (pianista di Muddy Waters), Hubert Sumlin (musicista di Howlin Wolf) e il chitarrista Jimmy Vaughan.
Ha da poco pubblicato il suo nuovo album in studio Mixing Up The Medicine, registrato durante il lockdown con una schiera di amici e colleghi musicisti e uscito lo stesso giorno della pubblicazione della tanto attesa autobiografia Talking To Myself. Il nuovo disco è stato registrato in uno studio vicino alla casa di Lewisham di Charlie Hart, pianista e compagno musicista di lunga data di Jagger, e nella fattoria di Jagger. Mixing Up The Medicine è una raccolta ampia e vivace di brani di Jagger e Hart suonati da una lunga lista di incredibili musicisti. Nel disco vi sono il vecchio amico Olly Blanchflower al contrabbasso; Dylan Howe alla batteria e il produttore veterano John Porter, che ha lavorato con artisti come The Smiths, Roxy Music, Buddy Guy, BB King ed Elvis Costello. Porter a sua volta ha chiamato il chitarrista Neil Hubbard (Bryan Ferry, Joe Cocker), insieme ad alcuni amici di Hart -Nick Payn e Frank Mead – ai fiati.
Nel 2021, Chris ha registrato il duetto Anyone Seen My Heart con suo fratello Mick e ne ha anche realizzato un video (guardalo a questo link!)

Al FolkClub, Chris Jagger è accompagnato dal golden boy Alex ‘Kid’ Gariazzo, magistrale e versatile chitarrista, il che -insieme alla sua fantastica voce- lo rende il side-man ideale per chiunque!

 

Informazioni e prenotazioni
www.folkclub.it – +39 011 19215162 – folkclub@folkclub.it

Scrivere per il cinema alla Scuola Holden

Venerdì 29 aprile, dalle 14 alle 19, alla Scuola Holden verranno presentati 22 progetti di lungometraggi, serie TV, animazione seriale e format televisivi a un panel di 50 professionisti provenienti da realtà importanti come Cattleya, Endemol, Rai,Indiana Production, LaEffe TV, Lucky Red, RAI, Sky Tv, Studio Bozzetto, Tempesta Film, Torino Piemonte Film Commission, Asifa Italia. Al termine di ogni sessione, ci saranno anche dei meeting one to one per approfondire la discussione.dei vari settori. La giornata sarà la conclusione di quattro Training Camp, percorsi di formazione della durata di sei mesi, in cui i partecipanti vengono affiancati da sceneggiatori e autori professionisti per portare a termine lo sviluppo dei loro progetti personali.

 

Nelle precedenti edizioni dei Training Camp dedicati ai progetti audiovisivi è già accaduto che i partecipanti abbiano vinto premi e riconoscimenti importanti con i progetti che hanno sviluppato durante il percorso: per le serie di animazione, Andrea Mannino ha vinto il 3° premio al concorso “Pitch me!” di Cartoons on the Bay 2021 con Terra in vista, mentre Elisa De Fazio è arrivata in finale per la stessa categoria con Space Bone. Inoltre, due progetti che verranno presentati il 29 aprile a Scuola sono già stati selezionati da Cartoons on the Bay 2022, sempre all’interno degli 11 progetti della sezione “Pitch me!”: si tratta di School of Pasta di Bianca Frasoldati e The Seneca Effect di Gloria Savino.

Tra i partecipanti al Training Camp di sceneggiatura per Serie Tv, Primavera Contu è arrivata finalista al Premio Solinas Experimenta Serie 2021 con Dope!; Patrizia Dellea è tra le autrici di Christian, serie prodotta da Lucky Red per Sky nel 2021; Chiara Zago ha vinto il Premio Solinas Experimenta Serie 2020 con Post Partum.

L’evento è aperto al pubblico.

Antichi rituali negli scatti di Eva Rapoport in mostra al MAO: ultimi giorni

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“Credere con il corpo nel Sud–est asiatico”

Fino al primo maggio 2022

Dalla “Jathilan”, danza-trance  praticata nell’isola di Giava (Indonesia) dai tempi dei tempi, in cui i partecipanti si dice vengano posseduti da spiriti ancestrali che consentono loro di manifestare una sorprendente invulnerabilità fisica, alla “Puja Pantai”, cerinonia annuale tenuta dai “Mah Meri”, un popolo indigeno della Malesia peninsulare, per placare gli spiriti del mare; fino al “Thaipusam”, festival della comunità “Hindu Tamil” sempre in Malesia, al “Festival vegetariano di Phuket”, durante il quale i medium vengono posseduti dagli spiriti e trafiggono i loro volti con oggetti di vario genere e al “Sak Yant Wai Kru”, cerimonia annuale praticata nella Thailandia centrale, durante la quale i portatori di tatuaggi sacri si riuniscono per ricaricare il loro potere. Sacralità, magia, visionarietà, immaginazione. Fuga dal reale per  guadagnare spazi non intelligibili. Sono cinque più che suggestivi i casi di “interazioni fisiche con mondi invisibili” raccontati attraverso venti scatti fotografici dalla ricercatrice e fotografa Eva Rapoport e ospitati al “MAO-Museo d’Arte Orientale” di Torino, in occasione della seconda edizione del “TOASEAN Culture Days 2021”, appuntamento unico destinato attraverso varie iniziative a far conoscere in modo approfondito sotto l’aspetto economico e culturale i dieci Paesi del Sud-est asiatico che compongono l’Asean, promosso dalla Camera di Commercio e dall’Università  di Torino insieme a “T.wai Torino World Affairs Institute” e ad Intesa San Paolo.

Nativa di Mosca (ai tempi dell’Unione Sovietica) la Rapoport ha vissuto a lungo nel Sud-est asiatico, ricercando credenze e pratiche di possessione spiritica soprattutto nell’odierna Giava e seguendo rituali e feste in tutta la regione documentate con quella forte curiosità e coinvolgente passione che troviamo ben chiare nelle sue opere e che l’hanno portata ad esporre in varie mostre internazionali, da Berlino a Bangkok a Chiang Mai, in Thalilandia.  “La prospettiva – sottolineano gli organizzatori della rassegna – di trasformare la religione in un ricordo del passato, tracciata dall’Illuminismo europeo e sostenuta per buona parte del XX secolo, non si è realizzata. Il Sud-est asiatico ce ne offre molte vivide manifestazioni: nei paesi dell’Asia orientale varie forme di credenze popolari e dottrinali, marginali o riconosciute dallo Stato, svolgono infatti un ruolo importante nella politica, nella cultura e nella vita quotidiana”“E se la secolarizzazione – concludono – non si è dimostrata una tendenza duratura, anche la parola scritta, che pure ha giocato un ruolo centrale nella trasmissione del sapere, viene ora messa da parte dalle nuove tecnologie, che hanno riportato in primo piano forme di comunicazione prettamente visive”. In questo contesto, dove l’oggetto delle credenze religiose e delle varie forme di misticismo è una “forza invisibile”, le forme di interazione con queste forze sono invece estremamente tangibili e si rivelano attraverso i corpi dei medium ai quali lo stato di possessione o trance consente di spingere sempre più lontano i confini di ciò che un corpo può sopportare: i piercing rituali, infatti, e l’automutilazione lasciano tracce profonde sui corpi dei fedeli, e al contempo segnano ( ed anche perseguitano) i ricordi di chi assiste a questi fenomeni. I devoti portano i segni della propria fede non solo nel loro cuore, ma anche sui loro corpi: teste rasate, tatuaggi sacri, cicatrici dei piercing rituali. La fede come sacrificio e trauma corporale. Segni e ferite che avvicinano al divino. Per arrivare a toccare i benefici dell’anima e dello spirito.

Gianni Milani

“Credere con il corpo nel Sud-est asiatico”

MAO-Museo d’Arte Orientale, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it

Fino al primo maggio 2022

Orari: dal mart. alla dom. 10/18 – giov. 13/21; lun. chiuso

Nelle foto, immagini da:

–         “Jathilan”

–         “Phuket”

–         “Sak Yant Wai Kru”

Dal 28 aprile al 1 maggio al via la nuova edizione di Automotoretrò e Automotoracing

 

Le manifestazioni che uniscono il mondo delle due e quattro ruote accoglieranno nel polo fieristico del Lingotto Fiere e dell’Oval di Torino espositori, piloti e appassionati di motori provenienti da tutta Europa.

La manifestazione organizzata da Bea Srl avrà come main sponsor Autostandar, concessionario del marchio DR e Sparco, eccellenza italiana nel campo nella produzione di equipaggiamento e accessori per il motorsport.

 

Enti patrocinanti della manifestazione Consiglio Regionale del Piemonte, Regione Piemonte, Città di Torino, Camera di Commercio di Torino, FIVA, ASI, Automobile Club Torino, ACI Sport, ACI Storico, Turismo Torino.

 

L’emergenza sanitaria che ha bloccato l’edizione 2021 ha causato non poche difficoltà, accolte però come una sfida dagli organizzatori per immaginare un evento in grado di rinnovarsi senza venir meno alle aspettative del pubblico.

 

«Dopo lo stop causato dalla pandemia siamo felici di essere ritornati con un appuntamento che da più di quarantanni è nel cuore di tutti gli appassionati – dichiara Beppe Gianoglio, Bea Srl – Il gran numero di espositori che anche per questa edizione hanno deciso di partecipare ci dimostra, ancora una volta, la fiducia che ripongono in noi e nel pubblico».

 

Gioielli del passato, grandi club, case automobilistiche, grandi nomi del motor sport internazionale , bolidi da gara, grandi spettacoli su pista faranno vivere ai partecipanti una quattro giorni ricca di emozioni.

 

«L’area esterna sarà anche per questa edizione teatro di un grande spettacolo, con piloti di fama internazionale che hanno accolto il nostro invito come Tony Cairoli e Piero Longhidichiara Alberto Gianoglio di Bea Srl – ma questa sarà anche un’edizione che guarderà al futuro grazie a una sezione dedicata alla mobilità elettrica a 360°. Case come Mercedes-Benz, Honda e Volkswagen porteranno in fiera le ultime novità della loro produzione».

 

Per la prima volta all’interno di AMR, acronimo inventato dagli organizzatori per unire le due manifestazioni, ci sarà anche uno spazio interamente dedicato all’arte.

Con la mostra Rivoluzioni curata dal giornalista e critico d’arte Luca Beatrice, si potranno ripercorrere i cambiamenti storici, economici e sociali del secolo scorso attraverso veicoli iconici al tempo stesso protagonisti e spettatori delle grandi rivoluzioni: «Auto da sogno e soprattutto auto della memoria, che hanno accompagnato la mia vita fin dall’infanzia, da quando giocavo e collezionavo i modellini. Una scelta basata sulla rivoluzione dei costumi nella società, che ha coinvolto lo stile, la way of life, il modo di essere. E dove l’ordinario, talvolta, è stato più importante dell’eccezionale».

 

L’edizione 2022 di AMR sarà anche l’occasione per festeggiare diversi anniversari: i 50 anni della Fiat X 1/9, sportiva compatta nata dalla matita di Marcello Gandini per Bertone, i 50 + 1 dell’Autobianchi A 112, i 125 anni della Indian la più antica casa motociclistica americana, che sarà celebrata con un’esposizione speciale nell’area tematica dedicata alle due ruote.

 

A movimentare la quattro giorni ci sarà l’area esterna arricchita anno dopo anno e che per l’edizione 2022 vanta un calendario ricco di esibizioni di drifting e di vere gare automobilistiche.

Tornerà il Trofeo La Grande Sfida, la challenge a inseguimento che quest’anno vedrà l’ingresso della

specialità GR Yaris, con otto piloti che affronteranno la gara a tempo a bordo delle nuove Toyota dal DNA sportivo, dotate del più potente motore a tre cilindri al mondo 1.6 turbo con 261 CV.

Torna anche il Trofeo Lady che vedrà sfidarsi otto campionesse di rally su Peugeot 208 R2B.

 

Il circuito di gara –1.000 metri di chicane, curve a gomito e rettilinei – è stato studiato per essere ancora più emozionante e garantire massima visibilità al folto pubblico che ad ogni edizione accorre per vedere i fuoriclasse impegnati nelle varie sessioni in pista fino alla premiazione dei driver che avranno segnato il miglior giro del tracciato.

 

Tanti saranno anche gli ospiti di questa nuova edizione. Tra i più attesi il campione di motocross Tony Cairoli che con i suoi nove mondiali vinti (sei dei quali consecutivamente tra il 2009 e il 2014) è al secondo posto nella classifica dei piloti di motocross più titolati della storia.

Attesissimi anche il due volte campione italiano Piero Longhi e l’emergente Alessandro Re.

Tra gli ospiti anche Davide Cironi creatore di uno dei più seguiti programmi web italiani di MotorSport, auto d’epoca e storie d’altri tempi.

 

Tra le principali novità dell’edizione 2022 Automoto Green Future, la sezione dell’Oval dedicata alla mobilità sostenibile che accompagnerà gli amanti dei motori alla scoperta delle prossime evoluzioni del concetto di mobilità.

Diverse le vetture che verranno esposte. A cominciare da quelle del Gruppo VAuto che esporrà 4 autovetture di gamma Honda: Honda type-r edizione limitata, Honda E full elettrica, Honda HRV full hybrid, Honda JAZZ full hybrid.

Ad accogliere i curiosi ci sarà anche Autotorino che da anni opera nel settore green con una visione orientata all’innovazione per rendere la mobilità sostenibile sempre più di qualità.

In Automoto Green Future i visitatori troveranno anche Polo con uno dei suoi nuovi veicoli elettrici.

All’Oval il mondo delle corse sportive incontrerà anche quello di Expo Tuning Torino con oltre 300 vetture dalle elaborazioni spettacolari a livello estetico provenienti da tutta Europa e le tradizionali aree riservate al modellismo e ai settori ricambi e accessori, all’editoria specializzata e al vastissimo settore dell’automobilia. All’interno di Expo Tuning si svolgerà anche la seconda edizione di “Be Better” il contest che vedrà sfidarsi 8 creazioni. Giudici d’eccezione Sven Schulz, organizzatore dell’ European Tuning Showdowne della parte dedicata al Tuning durante l’Essen Motor Show e Julien Boyer creatore di The corner of Fame.

 

Anche nel 2022 AMR uscirà dal complesso fieristico per conquistare le vie e le piazze più belle di Torino con i raduni delle A112, delle Lancia Delta e delle 500 Abarth.

 

Informazioni

Orari di apertura

Giovedì 28 aprile 15.00 – 20.00

Venerdì 29 aprile 09.00 – 19.00

Sabato 30 aprile 09.00 – 19.00

Domenica 1 maggio 09.00 – 19.00

Sede espositiva

Lingotto Fiere – Via Nizza 294, Torino

Oval – Via Giacomo Mattè Trucco 70

Biglietti

Acquistabili sia online che presso la biglietteria all’ingresso della fiera.

20,00 € Anteprima giovedì

20,00 € Intero

16,00 € Intero online

15,00 € Ridotto*

13,00 € Ridotto comitive (minimo 15 persone, da acquistare esclusivamente online)

35,00 € Abbonamento 2 giorni

28,00 € Abbonamento online 2 giorni

50,00 € Abbonamento 3 giorni

45,00 € Abbonamento online 3 giorni

*Il ridotto è valido per i visitatori stranieri, i ragazzi dai 10 ai 12 anni compiuti (biglietto solo in cassa, obbligo di esibire il documento). Valido solamente da venerdì 28 aprile a domenica 1 maggio.
I bambini fino a 10 anni compiuti entrano gratis.
Invalidi aventi diritto all’accompagnatore, previa esibizione del certificato: ingresso omaggio per entrambi
Invalidi senza necessità di accompagnatore, previa esibizione del certificato: ingresso ridotto unicamente per il disabile
Per l’ingresso alla manifestazione è obbligatorio essere in possesso di Green Pass BASE (con tampone), o titolo analogo internazionale, e indossare mascherine chirurgiche o FFP2 a discrezione personale.

Lo storico Caffè San Carlo verso la riapertura

Intesa Sanpaolo ha assegnato la gestione degli spazi di ristorazione delle Gallerie d’Italia a Torino e Napoli. Nel nuovo museo di Torino, in piazza San Carlo, saranno i Fratelli Costardi; nella nuova sede di Napoli in via Toledo sarà Giuseppe Iannotti. L’apertura della parte di ristorazione, a completamento dell’offerta culturale, è prevista per l’autunno 2022, mentre i due musei apriranno al pubblico come annunciato il 17 maggio a Torino e il 21 maggio a Napoli.

Foto www.albertoblasetti.com

A Torino saranno protagonisti gli chef Costardi Bros, i fratelli piemontesi maestri del risotto, già proprietari del ristorante Christian & Manuel a Vercelli, mentre a Napoli condurrà lo chef Giuseppe Iannotti, campano classe 1982, già proprietario del ristorante 2 stelle Michelin Krèsios a Telese Terme (BN). Chef giovani e in grande ascesa attenti alle eccellenze dei rispettivi territori e alla cura del servizio.

In linea con lo spirito del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo e con l’identità dei nuovi musei, l’offerta ristorativa avrà forti radici territoriali ma con una costante ricerca di originalità, di sperimentazione, di esplorazione di nuovi linguaggi. Le proposte gastronomiche saranno adatte a un pubblico eterogeneo e pensate per accompagnare il visitatore dei musei durante tutto l’arco della giornata, con un forte rimando alla tradizione locale reinterpretata dagli chef appositamente per le Gallerie d’Italia.

A Torino, lo spazio ristorativo delle nuove Gallerie d’Italia si svilupperà nell’area dello storico Caffè San Carlo, punto di riferimento cittadino, con 120 coperti tra interno ed esterno e sarà guidato dall’estro creativo dei due fratelli che daranno alla tradizione piemontese un twist contemporaneo.

La caffetteria e bistrot ‘Caffè San Carlo’ ha l’obiettivo di diventare un punto di riferimento del salotto di Torino rispettando la storia della città e del luogo con un tocco di modernità. Sviluppandosi con dehors interni ed esterni, con affaccio diretto in Piazza San Carlo e nel chiostro interno del museo all’aperto, il Caffè San Carlo sarà lo spazio ideale per vivere il cuore della città in tutti i momenti della giornata così come il ristorante fine dining che sarà aperto anch’esso sette giorni su sette.

A Napoli, sarà la proposta gastronomica guidata dallo stellato Giuseppe Iannotti, che si distingue per i suoi piatti innovativi che raccontano il mondo e l’eccellenza campana anche in una sola portata.

Al piano terra, con ingresso da via Toledo, la caffetteria e il bistrot ‘Luminist’ con 50 coperti, saranno aperti da fine luglio, sette giorni su sette, con un format di ristorazione che prevede il pesce declinato in tutte le sue molteplici forme, oltre a ricette classiche della tradizione napoletana.

All’ultimo piano, nella meravigliosa terrazza panoramica con vista sul Golfo di Napoli e sulla Certosa di San Martino, ci saranno il lounge bar e il ristorante fine dining con due percorsi degustazione con i piatti da poter scegliere a la carte.

Entrambi i ristoranti, parte integrante dell’offerta delle Gallerie d’Italia, sono pensati per accogliere sia i visitatori dei musei sia i cittadini e turisti delle città.

Arriva la nuova applicazione di gamification MRT Play, Conquista la Galleria Sabauda

La nuova applicazione di gamification MRT Play, Conquista la Galleria Sabauda è disponibile  sui principali store. Ideata dai Musei Reali in collaborazione con Visivalab SL e il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando SWITCH_Strategie e strumenti per la digital transformation nella cultura, offre una nuova esperienza di fruizione innovativa e accattivante.

Grazie a questa applicazione è possibile accompagnare gli utenti attraverso un percorso guidato capace di coinvolgere attivamente il pubblico attraverso il gioco, di intrattenerlo con contenuti originali e di proporre approfondimenti culturali in maniera piacevole e coinvolgente. Il gioco permette inoltre di fidelizzare maggiormente il pubblico e incentivare le nuove generazioni a visitare i musei.

MRT Play, Conquista la Galleria Sabauda prevede l’applicazione di meccaniche del gaming ed elementi del game-design in contesti che, di norma, non sono orientati ad attività ludiche.  La gamification viene così declinata come una strategia al servizio dell’esperienza di fruizione. In questo modo, l’esperienza museale va oltre la contemplazione delle opere e stimola l’apprendimento attraverso il divertimento e l’interazione.

L’app potrà essere scaricata gratuitamente dai principali store inquadrando un QR code opportunamente indicato con segnaletica e didascalie all’inizio della visita e lungo il percorso.

 

Le opere d’arte della Galleria Sabauda sono presentate in modo formativo, ma in chiave divertente e interattiva, grazie alla realtà aumentata, a mini-giochi, enigmi e stimoli interattivi che coinvolgono l’utente.

La struttura del gioco permette all’utente di giocare singolarmente o in squadra, in modo da includere gruppi di visitatori, ma anche singoli utenti. La registrazione prevede l’inserimento di un nome e l’impostazione del livello di difficoltà, si creerà così un profilo utente utile a registrare il punteggio accumulato durante le sfide.

Successivamente, al giocatore è richiesto di scegliere un personaggio con il quale affrontare l’esperienza: sono disponibili sei personaggi, di cui tre appartengono alla storia di Torino, e tre si riferiscono alle professionalità dei Beni Culturali.

La scelta del personaggio influenza lo svolgimento della visita poiché ad ogni personaggio corrisponde una prospettiva di gioco differente. La Clementina, pittrice di corte, un giovane Cavour in veste di paggio e il Duca Carlo Emanuele I seguiranno il visitatore attivando informazioni e indovinelli che narrano la storia della città, della corte Sabauda e dei dipinti esposti in Galleria. La restauratrice, la curatrice e il ricercatore introducono invece alle tecniche di restauro, all’organizzazione museale, ai temi e alle iconografie dei dipinti.

 

In seguito alla registrazione e alla scelta del personaggio, l’applicazione guida l’utente nella visita attraverso la visualizzazione di una mappa interattiva delle sale della Galleria Sabauda. L’area di gioco è suddivisa in 10 settori da “conquistare”, ognuno caratterizzato da un mini-gioco e da un insieme di indovinelli.

Per non trascurare l’aspetto educativo del gioco, in seguito alla scelta del personaggio, viene presentata all’utente una scheda informativa, in modo che il visitatore possa informarsi sulle figure professionali del mondo dei Beni Culturali o sui personaggi storici.

 

Come funziona MRT Play, Conquista la Galleria Sabauda?

All’interno delle sale della Galleria Sabauda, lo smartphone del visitatore riceverà un segnale da una delle antenne installate nei pressi di un’opera. Questo segnale permette di partecipare al mini-gioco e quindi di interagire con il dipinto in maniera divertente.

I mini-giochi variano di sala in sala e sono stati costruiti in rapporto alla composizione, ai temi e alla struttura di rappresentazione delle opere interessate. Sono presenti sia mini-giochi con meccaniche classiche (sistemi di combinazione e puzzle, ricerca di figure e individuazione delle differenze), sia forme ludiche più complesse, che richiedono il funzionamento dei sensori che caratterizzano i moderni smartphone (operazioni di disegno, scrolling e movimento del telefono, digitazione su schermo touch, etc.).

A ogni avanzamento nel completamento del mini-gioco, saranno fornite informazioni aggiuntive sull’opera. La presentazione di tali informazioni è correlata all’azione del giocatore se, ad esempio, all’utente è richiesto di riconoscere le architetture di un fondale. Al termine di ciascuna operazione corretta verrà descritto l’elemento architettonico che è stato riconosciuto, in questo modo, l’informazione si lega all’azione e ne rende diretta la fruizione.

In base al livello di difficoltà selezionato e alla percentuale di completamento del mini-gioco, il giocatore riceve un punteggio base. Terminata questa fase, nella stessa sala saranno attivati degli indovinelli basati sulle conoscenze acquisite dalla comprensione dei contenuti presentati nella sala e dall’attenzione posta dall’utente durante la visita. Gli indovinelli sono differenti per ogni singolo personaggio, questo significa che i giocatori, selezionandone uno nuovo, avranno accesso ad altre attività e sperimenteranno un’elevata rigiocabilità dell’app.

Completato anche l’indovinello, l’area verrà “conquistata”. Il frutto di queste vittorie sarà segnalato nella mappa interattiva, in modo tale da mostrare all’utente l’avanzamento del gioco.

Dopo la conquista di tutte le sale, con la conclusione della visita alla Galleria, il giocatore potrà vedere il proprio punteggio finale e conoscere i migliori punteggi degli altri giocatori inserendosi nella classifica. Non è però obbligatorio terminare tutti i giochi, l’app salverà i risultati degli utenti, che potranno tornare successivamente per terminare tutte le attività disponibili.

 

Un nuovo obiettivo raggiunto nell’ambito del progetto di innovazione e trasformazione digitale GoDigital!

Dopo il lancio di MRT Virtual per la Cappella della Sindone, la prima applicazione di realtà aumentata realizzata dai Musei Reali con il sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, l’app MRT Play, Conquista la Galleria Sabauda, consolida l’approccio alle collezioni con uno sguardo alle nuove generazioni e rappresenta un’ulteriore occasione per fidelizzare nuovi pubblici secondo la più ampia strategia dell’engagement.

Grazie al finanziamento ricevuto da Compagnia di San Paolo attraverso il bando Switch, il piano di trasformazione digitale dei Musei Reali prosegue nel suo sviluppo e aggiunge un altro importante tassello alla propria strategia di trasformazione digitale che prevede lo sviluppo di idee e progetti ad alto contenuto inclusivo e partecipativo secondo la logica che pone il visitatore al centro.

Il piano di sviluppo è quindi in piena fase di crescita e vedrà nei prossimi mesi anche il lancio del nuovo sito istituzionale e la realizzazione di un importante e innovativo sistema di segnaletica digitale.

 

Armenia oggi, tra passato e futuro

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Una mostra sull’Armenia per ricordare il genocidio degli armeni nell’Impero ottomano durante la Prima guerra mondiale e per raccontare la storia di un popolo antichissimo con i suoi luoghi sacri, chiese e monasteri. È allestita al Polo del ‘900 in corso Valdocco 4/A fino al 15 maggio.

Una sezione della mostra fotografica, curata da Garen Kokcijan in collaborazione con il Centro Federico Peirone e la Fondazione Donat-Cattin, presenta fotografie e drammatiche testimonianze della deportazione della popolazione armena cristiana realizzate da Armin Wegner, ufficiale medico dell’esercito tedesco, alleato degli Ottomani, che documentò, rischiando la vita, il genocidio turco degli armeni nel 1915 mentre era in servizio nei territori dell’Impero. Le sue fotografie sono una chiara e drammatica testimonianza di quel che accadde all’inizio della Prima guerra mondiale in Asia Minore. Un milione e mezzo di armeni, e forse anche di più, furono sterminati dai turchi. Nella seconda parte della rassegna viene raccontata la storia dell’Armenia, si vedono monasteri e chiese armene, la natura selvaggia del Caucaso e gli antichi khachkar, croci di pietra dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. L’esposizione è stata organizzata in occasione del Giornata della Memoria Armena che ogni anno viene celebrata il 24 aprile. Gli armeni l’hanno chiamato il Grande Male (Metz Yeghern) ed è la storia del genocidio turco degli armeni che tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento fece sparire oltre un milione e mezzo di armeni cristiani colpevoli solo di appartenere ad un’etnia diversa e a una religione di minoranza.
È una delle pagine più tragiche e meno conosciute del secolo scorso che riguarda la scomparsa di uno dei più antichi popoli della regione anatolico-caucasica. Uno sterminio di massa, una pulizia etnica che in una ventina di anni cancellò tutte le comunità cristiane che vivevano nell’Impero Ottomano, armeni in particolare, ma anche assiri e greci, deportati e uccisi con intere famiglie mentre chiese e scuole cristiane venivano date alle fiamme. Prima del 1915 gli armeni erano il 30% della popolazione, circa due milioni, e dopo la Grande Guerra sono rimasti appena l’uno per cento. Secondo gli ottomani le minoranze cristiane erano in grado di mettere in pericolo l’unità dello Stato attraverso rivolte appoggiate da interventi stranieri. Gli armeni erano in sostanza considerati una quinta colonna nell’Impero pronta ad aiutare nemici e invasori e pertanto da eliminare. Con questo pretesto gli Ottomani misero in atto un piano di pulizia etnica ideato dal sultano Abdul Hamid II nell’ultima decade dell’Ottocento, proseguito dal movimento dei Giovani Turchi e dal governo repubblicano di Ataturk. Tra il 1894 e il 1924 si contarono tra il milione e mezzo e i due milioni di cristiani uccisi da turchi, curdi, ceceni e arabi. L’arresto di centinaia di armeni il 24 aprile 1915 a Costantinopoli e in altre città dell’Impero diede il via alla persecuzione di massa che portò all’eliminazione del popolo armeno. Quel giorno è diventato la Giornata della Memoria Armena, la data ufficiale per la commemorazione dell’eccidio. Gli storici, e tra di loro anche qualche turco, parlano di genocidio vero e proprio e la documentazione non manca. La Turchia continua a negare il genocidio ma documenti, carte, appunti, le fotografie delle esecuzioni, diari, dispacci e telegrammi autentici con gli ordini da eseguire inchiodano i turchi alle loro gravissime responsabilità. La mostra è visitabile fino al 15 maggio al Polo del ‘900 in corso Valdocco 4 con orario 10-18.
Prenotazioni: 011 0883200 o reception@polodel900.it
Filippo Re

Inaugurazione oggi in Duomo del Crocifisso Sindonico

Si inaugura oggi 26 aprile alle 17.30 in Duomo, a Torino, in piazza San Giovanni, il “Crocifisso sindonico”, opera dell’artista non vedente Andrea Bianco. Con lui, a guidare i visitatori, sarà anche la studiosa della Sindone Emanuela Marinelli. Illustreranno l’opera e i suoi rapporti con il Santo Sudario, che è custodito a pochi passi dall’altare, in cui è posizionata la croce.
L’opera, donata al Museo Diocesano, rimarrà in Duomo per tutto il Tempo Pasquale, fino alla solennità della Pentecoste, per venire poi esposta nel Museo sottostante, nell’area dedicata alla Santa Sindone.

Mara Martellotta