Cosa succede in città- Pagina 229

Tanti gli eventi ai Musei Reali per il weekend di San Giovanni

Tra visite serali, mostre e attività per adulti e bambini

 

 La festa di San Giovanni dà il via ufficiale all’estate torinese e anche per questa occasione i Musei Reali di Torino hanno in programma tante attività per grandi e piccoli.

 

Martedì 21 giugno, in occasione della Festa della Musicaapertura serale del percorso ordinario dei Musei Reali, dalle 19.30 alle 23.30. Artisti del panorama musicale torinese contemporaneo si esibiscono ai Giardini Reali, nelle sale del Museo di Antichità e della Galleria Sabauda. Ingresso+ drink 15 Euro, +3 Euro per la visita ai Musei Reali.

Ingresso solo su accreditohttps://to.clubsilencio.it/festa-della-musica

 

Mercoledì 22 giugno, dalle 19.30 alle 23.30, apertura straordinaria della Galleria Sabauda – Sezione Maestri Piemontesi del Rinascimento – e del Museo di Antichità – Sezioni Galleria Archeologica e Archeologia a Torino, in occasione della rassegna Torino crocevia di Sonorità. Tema della serata “Tra Stele, Tesori e il Teatro del Museo di Antichità”. Ingresso con tariffa speciale a 5 Euro; costo della visita guidata: 10 Euro. Per informazioni e prenotazioni www.coopculture.it  – e-mail info.torino@coopculture.it

Alle ore 21, nel Teatro romano andrà in scena No Words. Pièce teatrale sull’amore, a cura del Laboratorio Zanzara. La rappresentazione, fino a esaurimento dei posti disponibiliè gratuita per i visitatori dei Musei Reali.

 

Venerdì 24 giugno riaprono al pubblico i Giardini della Cavallerizza Reale. Il patrimonio verde del museo ritorna completamente accessibile grazie a iniziative e attività gratuite, rivolte a bambini e famiglie, realizzate in collaborazione con Xké? ZeroTredici, società consortile vincitrice della manifestazione d’interesse per l’assegnazione del servizio di valorizzazione dei Giardini della Cavallerizza. Le modalità di accesso e il programma completo degli appuntamenti sono pubblicati sul https://museireali.beniculturali.it/events/racconti-reali-unestate-per-giocare-con-la-cultura-nei-giardini-della-cavallerizza/

 

Attività per bambini e famiglie 

 

Venerdì 24 giugno alle ore 16, appuntamento con I magnifici 7 del Barocco. In collaborazione con i servizi didattici dei Musei Reali e della Pinacoteca dell’Accademia Albertina, lo speciale del periodico Torino Storia sul Barocco si trasforma nella mappa di una visita – gioco, adatta a tutte le età! Con una guida esperta, e lo speciale del periodico tra le mani, ci metteremo in cammino insieme agli architetti che hanno trasformato la nostra città in una meravigliosa capitale.

Il punto di partenza è il bookshop del Palazzo Reale e il traguardo di arrivo è la Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti, dove ci metteremo alla prova in un divertente quiz, preparato dalla visita guidata tra le vie e le piazze del centro storico di Torino.

Costo dell’attività 10 Euro. Biglietti online su www.coopculture.it  – mail info.torino@coopculture.it

 

Domenica 26 giugno ore 16MRT Green Adventure. I Musei Reali di Torino propongono una caccia al tesoro per famiglie in cui grandi e piccini dovranno risolvere divertenti indovinelli che li guideranno alla scoperta dei Giardini Reali: tra creature fantastiche, personaggi storici, fiori e alberi antichi il loro compito sarà quello di immortalare con il proprio cellulare i vari soggetti per completare un percorso fotografico che li porterà a ricevere un colorato omaggio. Un modo nuovo per scoprire tutti gli aspetti più curiosi e nascosti dei giardini.

Costo dell’attività: 10 Euro, gratuito per adulti accompagnatori. Biglietti online su www.coopculture.it – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Le attività con CoopCulture

 

Giovedì 23 giugno alle ore 17, visita speciale alla mostra Animali a CorteVite mai viste nei Giardini Reali. Una visita alla scoperta dell’esposizione dedicata al mondo animale curata da Stefania Dassi e Carla Testore, un percorso innovativo che si snoda tra i Musei e i Giardini Reali nel quale le tecniche e i linguaggi dell’arte contemporanea dialogano con l’antica residenza.

Costo dell’attività: 7 Euro oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali (13 Euro ordinario, 2 Euro da 18 a 25 anni, gratuito under 18). Biglietti online su www.coopculture.it  – mail info.torino@coopculture.it

 

Venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 giugno alle 11 e alle 15.30, appuntamento con Benvenuto a Palazzo. Le guide e gli storici dell’arte CoopCulture vi aspettano per condurvi in una visita guidata alla scoperta delle sale di rappresentanza del primo piano di Palazzo Reale e dell’Armeria, un itinerario per scoprire o riscoprire la storia e la magnificenza della prima reggia d’Italia. Costo dell’attività: 7 Euro oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali (13 Euro ordinario, 2 Euro da 18 a 25 anni, gratuito under 18). Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Domenica 26 giugno alle ore 17 appuntamento con Tavole Imbandite. Una visita alla scoperta delle collezioni dei Musei Reali tra argenti, porcellane e cristalli per ricreare l’atmosfera di un tempo nelle splendenti sale di Palazzo Reale.

Costo dell’attività 20 Euro (13 Euro per Abbonamento Musei e To+Piemonte Card). Biglietti online su www.coopculture.it  – mail info.torino@coopculture.it

 

È possibile prenotare una visita ai percorsi speciali dei Musei Reali:

– venerdì 24 giugno alle ore 16, visita agli appartamenti della regina Maria Teresa, al Gabinetto del Segreto Maneggio e alle Cucine;

– sabato 25 giugno alle ore 16, visita al secondo piano di Palazzo Reale;

– domenica 26 giugno alle ore 16, visita all’appartamento dei Principi Forestieri, che conserva intatte le originali decorazioni settecentesche, in un susseguirsi di ambienti tra i più sorprendenti del Palazzo.

Costo delle visite speciali: 20 Euro ordinario (13 Euro per Abbonamento Musei).

Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Martedì 28 giugno, alle ore 17, per il Martedì dell’abbonato visita speciale Viaggio nella Torino di 2000 anni fa: un viaggio nel tempo per riscoprire il fascino della Torino di Augusta Taurinorum attraverso le sale del Museo di Antichità, nella Sezione Archeologia a Torino: tra oggetti quotidiani, tesori preziosi e ricchi corredi scopriremo insieme il passato della città lungo un percorso che culminerà con la passeggiata nel Teatro romano, recentemente restaurato e riaperto al pubblico.

Prenotazioni: tramite Abbonamento Musei – Numero Verde 800 329 329 attivo dal lunedì al sabato ore 9-18 oppure sull’area riservata del sito www.abbonamentomusei.it

 

Cinque mostre in corso ai Musei Reali

Vivian Maier Inedita. Fino al 26 giugno, le Sale Chiablese ospitano l’esposizione Vivian Maier Inedita con oltre 250 scatti, tra cui molti inediti, video Super 8 e oggetti personali della fotografa americana. Curata da Anne Morin, la mostra presenta anche una sezione dedicata alle fotografie che Vivian Maier realizzò nel 1959 durante il suo viaggio in Italia, in particolare a Torino e Genova. Dopo una prima tappa al Musée du Luxembourg di Parigi, l’esposizione ha come obiettivo quello di raccontare aspetti sconosciuti o poco noti della misteriosa vicenda umana e artistica della fotografaVivian Maier Inedita è organizzata da diChroma Photography e dalla Réunion des Musées Nationaux – Grand Palais ed è prodotta dalla Società Ares srl con i Musei Reali, con il patrocinio del Comune di Torino. L’esposizione è sostenuta da Women In Motion, un progetto ideato da Kering per valorizzare il talento delle donne in campo artistico e culturale.

Informazioni: www.vivianmaier.it – 338 169 1652 – info@vivianmaier.it

 

Nel segno di Raffaello. Fino al 17 luglio è possibile visitare la mostra Nel segno di Raffaello in Biblioteca Reale. Frutto di un approfondito lavoro di studio e progettata in occasione del cinquecentesimo anniversario della morte del pittore e architetto marchigiano, l’esposizione è volta a individuare all’interno del nucleo dei disegni italiani del ‘500 posseduti dalla Biblioteca, quelli riconducibili alla cerchia di Raffaello. Grazie ad un ricco apparato didascalico, contenente anche immagini di confronto, questa mostra conduce il visitatore alla scoperta dell’articolato mondo della tradizione disegnativa rinascimentale, fatta di citazioni, di copie e di lavori preparatori o studi per altre opere.

Informazioni: Nel segno di Raffaello – Musei Reali Torino (beniculturali.it)

 

Splendori della tavola. Fino al 17 luglio, la Sala da Pranzo del Palazzo Reale ospita Splendori della tavola, inedito allestimento curato da Franco Gualano e Lorenza Santa, incentrato sul fastoso corredo da tavola in argento realizzato a Parigi da Charles-Nicolas Odiot per re Carlo Alberto. Commissionato nel 1833 e trasferito al Quirinale tra il 1873 e il 1874, comprende oggi 1832 elementi ed è annoverato tra le maggiori committenze delle Corti europee dell’epoca.

Il nuovo allestimento Splendori della tavola è compreso nel biglietto ordinario dei Musei Reali.

Oltre alla visita della Sala da Pranzo, inclusa nel normale percorso, è possibile ammirare altre suggestive tavole apparecchiate, con visite guidate su prenotazione: il percorso Tavole imbandite è visitabile con CoopCulture.

Informazioni e prenotazioni: Tavole imbandite | CoopCulture; 011 19560449; info.torino@coopculture.it

 

Fantasmi e altri misteri – Fumetti in mostra. Fino a domenica 11 settembre, nello Spazio Scoperte al secondo piano della Galleria Sabauda, sarà visitabile la mostra Fantasmi e altri misteri – Fumetti in mostra. L’iniziativa del Ministero della cultura Fumetti nei Musei, in collaborazione con Coconino Press-Fandango, è stata realizzata per avvicinare i ragazzi al patrimonio artistico italiano. Le tavole originali della graphic novel “Io più fanciullo non sono” della fumettista e vignettista Lorena Canottiere, ispirata alla figura del Principe Eugenio di Savoia-Soissons, saranno presentate con alcune opere dei Musei Reali legate al condottiero collezionista, con una selezione di lavori dei fumettisti che hanno partecipato al progetto e si sono confrontati con il tema del mistero e dei fantasmi. L’ingresso alla mostra è compreso nel biglietto dei Musei Reali.

Informazioni: Fantasmi e altri misteri. Fumetti in mostra – Musei Reali Torino (beniculturali.it)

 

Animali a Corte. Vite mai viste nei Giardini RealiFino al 16 ottobre è possibile visitare l’esposizione dedicata al mondo animale curata da Stefania Dassi e Carla Testore. Un percorso di visita innovativo che si snoda tra i Musei e i Giardini Reali, nel quale le tecniche e i linguaggi dell’arte contemporanea dialogano con l’antica residenza.

Informazioni: Animali a Corte. Vite mai viste nei Giardini Reali – Musei Reali Torino (beniculturali.it)

 

Le novità digitali

Tra le novità che accompagnano la visita ai Musei Reali, l’inedita applicazione di gamification MRT Play è disponibile gratuitamente sui principali store. Ideata dai Musei Reali in collaborazione con Visivalab SL e il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito del bando SWITCH_Strategie e strumenti per la digital transformation nella cultura, l’applicazione di realtà aumentata offre una nuova esperienza di fruizione innovativa e accattivante, per approfondire la conoscenza delle opere della Galleria Sabauda attraverso giochi e indovinelli, in compagnia di personaggi storici e professionisti della cultura.

 

Per visitare Palazzo Reale, la Galleria Sabauda e il Museo di Antichità con curiosi personaggi pronti a raccontare le loro coinvolgenti storie è disponibile l’Audioguida Kids, realizzata dai Servizi Educativi dei Musei Reali in collaborazione con CoopCulture. Lungo il percorso sono presenti dei QR-code da scansionare per ascoltare gratuitamente le tracce audio pensate per i giovanissimi visitatori, per un’esperienza di visita coinvolgente e divertente (età consigliata: 5/12 anni).

 

La Biblioteca Reale

La Sala Lettura della Biblioteca Reale è aperta il lunedì, dalle 8.30 alle 18.30, da martedì a venerdì dalle 8.30 alle 15.15 e il sabato dalle 8.30 alle 13.30: le consultazioni devono essere prenotate con almeno 24 ore di anticipo scrivendo all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it e indicando tutte le informazioni disponibili per la richiesta. Per conoscere le modalità di accesso e registrazione consultare la pagina Orari e modalità di apertura della Biblioteca Reale – Musei Reali Torino (beniculturali.it).

 

Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una ambientazione unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

Museum Shop

Per rimanere sempre aggiornati sulle pubblicazioni dei Musei Reali e per dedicarvi un pensiero, il Museum Shop è aperto.

È disponibile anche online Musei Reali (shopculture.it).

 

Dal 1° aprile 2022 per l’accesso ai percorsi museali non è più richiesto il Green Pass (D.L. 24/03/2022 n. 24, art. 7).

La mascherina chirurgica è raccomandata lungo i percorsi di visita, mentre il dispositivo di protezione FFP2 resta obbligatorio per partecipare agli eventi in luoghi chiusi.

 

Politecnico di Torino tra i migliori nella classifica di U-Multirank 2022

Politecnico di Torino tra i migliori nella classifica di U-Multirank 2022, il più grande database internazionale sulle università del mondo

U-Multirank, sviluppato con il supporto della Commissione Europea e Programma Erasmus, valuta ogni anno oltre 2.200 università: l’ateneo torinese si conferma eccellenza in knowldge transfer

 

Nella sua nona pubblicazione annuale, l’ U-Multirank , classifica avviata dalla Commissione Europea e cofinanziata dal Programma Erasmus, premia Politecnico di Torino, che si conferma tra i migliori in knowledge transfer.

Gli ultimi dati rilevati dalla ricerca U-Multirank non solo forniscono indicazioni sulle prestazioni nazionali delle università, ma, in quanto classifica globale multidimensionale, consentono di mettere in luce la diversità del settore dell’istruzione superiore su un palcoscenico mondiale.

In Italia le università con il maggior numero di punteggi più alti includono:

Università italiane con il maggior numero di migliori risultati in assoluto

Totale punteggi “A” 2022

Università Bocconi

15

Università Humanitas

14

Scuola IMT Alti Studi Lucca

13

Politecnico di Bari

12

Università IULM

12

Politecnico di Torino

12

La piattaforma di U-Multirank, il più grande database internazionale sulle università del mondo, consente infatti agli utenti di generare confronti interattivi multidimensionali su cinque dimensioni di performance: una valutazione ponderata dell’offerta formativa che consente agli utenti di orientarsi meglio nella scelta dell’università e che colloca gli istituti italiani in cima alle classifiche di determinate aree di eccellenza. Nell’ambito della Ricerca, ad esempio, il 72% delle università italiane ottiene una valutazione superiore alla media, mentre il 62% si posiziona molto bene per connessione e impegno verso il territorio, attività con valore educativo, culturale e di sviluppo sociale:

Le indagini più recenti, che coinvolgono in totale 82 università italiane, misurano le performance dei vari istituti su scala nazionale e globale: osservando da vicino le prestazioni degli atenei nazionali nella categoria Ricerca di U-Multirank, si può capire facilmente perché le italiane si trovano in vetta al ranking. Le seguenti misurazioni della capacità di Ricerca evidenziano le specifiche aree di forza delle università italiane:

Numero di posizioni Post-dottorato (93% di risultati ‘A’ o ‘B’ )
Tasso di citazione (85%)
Pubblicazioni più quotate (83%)
Pubblicazioni ad accesso aperto (79%)
Percentuale di autrici donne (79%)

Offrendo una classifica personalizzabile, gli studenti possono scegliere con maggiore consapevolezza cosa o dove studiare in base a ciò che è più importante per loro. A loro volta, le università possono utilizzare i dati di U-Multirank per valutare i propri punti di forza e di debolezza e trovare il modo di creare o rafforzare i propri piani strategici, compresi gli aspetti di cooperazione.

Da Veronica a “Vera Icon”

                                                                                                  

LA DEVOZIONE AL VOLTO DI CRISTO NEL MEDIOEVO

TRA ORIENTE E OCCIDENTE

Conferenza con Gian Maria Zaccone

direttore del CISS – Centro Internazionale di Studi sulla Sindone

Mercoledì 22 giugno 2022

ore 16.45

Palazzo Madama – Sala Feste

Piazza Castello, Torino

Dipinto raffigurante la santa Veronica che ostende il Santo Volto, seconda metà del XVI secolo.

Torino, Museo della Sindone

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica propone, mercoledì22 giugno alle ore 16.45, la conferenza Da Veronica a “vera icon”: la devozione al Volto di Cristo nel Medioevo tra Oriente e Occidente con il professor Gian Maria Zaccone, direttore del CISS – Centro Internazionale di Studi sulla Sindone.

Due tradizioni, quella orientale del Mandylion e quella occidentale della Veronica si intrecciano fortemente, con esiti diversi nella storia della spiritualità, sebbene entrambe di forte impatto nella evoluzione della ricerca e della Pietà verso la vera immagine di Cristo.

All’epoca di Innocenzo III l’immagine cosiddetta della “Veronica” – presente da tempo in Roma e oggetto di culto crescente – raggiunge il suo status di immagine-reliquia universale del volto di Cristo. L’immagine della Veronica racchiude una doppia valenza, che impronterà la sua iconografia, che la vede ora come immagine del Cristo vittorioso e ora di quello paziente, che l’avvicina all’immagine orientale del Mandylion.

Ciò si riflette anche sulle leggende circa la sua origine, in una versione donata da Gesù alla mitica figura di Veronica che desiderava ardentemente avere un’immagine del suo maestro e guaritore, e in un’altra realizzata durante la passione. Sarà quest’ultima a imporsi nell’ambito occidentale. Per molto tempo gli studiosi si sono interrogati su quale delle due leggende – Veronica e Mandylion – si fosse modellata l’altra.

Al di là della questione storica è fondamentale prendere atto come, da un ben preciso punto della storia della Chiesa, con sempre maggiore interesse la Cristianità anela a identificare le fattezze umane di Cristo.

Il Mandylion in Oriente e la Veronica in Occidente in realtà rappresentano due fondamentali espressioni dello stesso Volto, recepite secondo le più profonde attese delle diverse spiritualità. Ne è palese testimonianza il ruolo della Veronica nella pietà medievale, e in particolare il significato enorme rivestito nel Giubileo del 1300. Le relazioni dei pellegrini, i testi letterari, da Dante a Petrarca, le cronache liturgiche segnalano in maniera inequivocabile l’emozione della presenza di quel volto a Roma, la cui storia ancora oggi risulta di difficile ricostruzione e a tratti controversa.

Gian Maria Zaccone, storico, Direttore del Centro Internazionale di Studi sulla Sindone di Torino. Laureato in Storia del Diritto si è specializzato nello studio dei processi per i percorsi di canonizzazione nel medioevo e nella storia della Pietà. In questo ambito ha approfondito il tema della ricerca della raffigurazione di Cristo con particolare attenzione agli esiti sindonici. È titolare di un corso universitario di Storia della Sindone e delle reliquie di Cristo nell’ambito della Pietà.

Info: ingresso libero fino a esaurimento posti

Prenotazione facoltativa: t. 011 4429629 (da lunedì a venerdì, orario 9,30-13 e 14-16)

e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Ufficio Stampa Palazzo Madama

Stefania Audisio

+39 3426266357 e-mail stefania.audisio@fondazionetorinomusei.it  

Relazioni Esterne CISS – Centro Internazionale di Studi sulla Sindone

Paola Cappa

+39 3356669011 e-mail paola.cappa@sindone.it

Torino e il Fumetto: un antico sodalizio, dalla tradizione popolare ai contemporanei cosplayers

Si è concluso da poco l’attesissimo evento Torino Comics, ospitato, come ormai d’abitudine, presso il Lingotto Fiere, tra il 10 e il 12 giugno scorsi; dopo due anni di pausa forzata, dovuta alle restrizioni del periodo pandemico, finalmente gli appassionati di ogni età sono riusciti ad aggirarsi nuovamente tra gli stand dedicati a libri, manga, grafic novel, gadget, action figurs e quant’altro, non solo, alcuni visitatori hanno potuto finalmente presentarsi all’evento vestiti di tutto punto, secondo le caratteristiche dei propri personaggi preferiti, come ben si addice ad un bravo cosplayers.
Tuttavia non sono solo gli appuntamenti con la nota Fiera del fumetto a segnare un certo legame tra il capoluogo piemontese e tale peculiare genere letterario.

Apparentemente nascoste e inaspettate, in realtà le attività commerciali interamente dedicate alla “nona arte”, come la definisce il critico francese Claude Beylie, sono assai numerose, esse sono oggi un punto di riferimento inalienabile per gli appassionati della “letteratura disegnata”, pubblico che tra l’altro pare essere in costante aumento.
Non sono nemmeno da dimenticare i numerosi eventi che hanno contribuito a sancire, nel corso del tempo, questo peculiare sodalizio tra la subcultura dell’ “arte sequenziale” e la città Sabauda, mi riferisco ovviamente al Torino Comics, che vanta ormai ventisei edizioni, ma anche ad altre occasioni, quali “Diabolik alla Mole”, mostra-evento a cura di Luca Beatrice, Domenico De Gaetano e Luigi Mascheroni, ospitata al piano accoglienza del Museo Nazionale del Cinema, oppure “Gulp! Goal! Ciak!”, esposizione congiunta tra il Museo Nazionale del Cinema e lo Juventus Museum, a cura di Luca Raffaelli, da un’idea di Gaetano Renda.

Un linguaggio immediato, quello del fumetto, vignette e dialoghi alla portata di tutti: un medium cartaceo che attraverso “nuvolette” e didascalie azzera le differenze culturali dei lettori, un linguaggio “di massa” certo, ma anche assolutamente democratico, che attraverso la semplicità della sapienza trasforma Paperino in Dante, affinché anche i più piccoli possano iniziare ad avvicinarsi al Testo letterario per eccellenza, e, al contempo, un mondo che nella sua apparente semplicità, è anche capace di conquistare il Teatro, come si evince dalla commedia musicale di Sergio Tofano “L’isola dei pappagalli con Bonaventura prigioniero degli antropofagi”, allestita da Antonio Latella per il Teatro Stabile di Torino.
È l’immagine dunque l’assoluta protagonista. I disegni, sempre diversi e sempre unici, realizzati sia con tratti semplici, sia con dovizie di particolari, monocromi o pregni di dettagli cromatici, sono talvolta utilizzati per narrare avventure, altre volte esprimono stati d’animo o riflessioni, talora invece si fanno seriosi o satirici. In quest’ottica si inseriscono perfettamente quelle illustrazioni che potremmo considerare antesignane di una caricatura pungente e intelligente, ossia le raffigurazioni de “Il Codino Rosso” settimanale satirico della prima metà del Novecento, tra le cui pagine si cela l’origine della maschera piemontese Gianduja.

Ma andiamo per ordine.
Pensiamo alla Storia, l’uomo da sempre si avvale dell’uso delle immagini per raccontare. La Storia dell’Arte ci viene in soccorso ancora una volta, fornendoci esempi concreti a cui fare riferimento: in Egitto, a Saqquara, è stata rinvenuta la cappella funeraria dedicata all’architetto Ankhmahor, le pareti della tomba presentano soggetti raffigurati inframezzati da iscrizioni, una sorta di fumetto ante litteram a tutti gli effetti; vi sono poi la narrazione a spirale della Colonna Traiana e quella dell’arazzo di Bayeux, racconto per immagini della conquista normanna dell’Inghilterra; da non dimenticare la tradizione medievale della biblia pauperum o le decorazioni delle vetrate delle cattedrali, in cui talvolta piccole didascalie in latino fuoriuscivano dalle bocche dei santi rappresentati; in pittura invece è bene riportare alla mente le opere di Simone Martini, “Annunciazione tra i santi Ansano e Margherita” e del Beato Angelico, “Annunciazione di Cortona”, entrambe raffigurazioni in cui parole dorate si appoggiano alle labbra dei protagonisti, riportandone i dialoghi.
Ecco dunque come può essere considerato il fumetto, un linguaggio mediante il quale, attraverso l’ausilio di immagini, si può raccontare una vicenda o esplicitare un concetto. Parliamo dunque di “arte sequenziale”, poiché esso rientra a pieno diritto nell’amplia definizione di “arte”, soprattutto quando si prende in considerazione un prodotto peculiare, unico, pregno di insegnamenti, lontano insomma dalla serialità e dalla lavorazione meccanica, tipica dell’industria consumistica.

Uno dei primi esempi di narrazione per immagini risale al 1827, quando Rodolphe Töppfer realizza una sequenza di immagini accompagnate da didascalie, titolate “Histoire de M.Vieux Bois”.
Il primo vero e proprio “fumetto moderno” è Yellow Kid, nato dalla mente di Richard Felton Outcault, pubblicato per la prima volta nel 1895, come supplemento domenicale del New York American.
La novità riscuote un grande successo, soprattutto tra bambini e adolescenti: a partire da questo momento il fumetto diviene un mezzo espressivo assai diffuso, il trascorrere del tempo e l’avvento delle tecnologie contribuiscono a far evolvere il nuovo linguaggio e di pari passo anche il mestiere del fumettista assume diverse caratteristiche: dal disegno a mano libera si passa alla grafica, fino alle moderne possibilità date dall’animazione digitale. Emblematica ed esemplificativa è la vicenda di Walt Disney, che con il suo Topolino in bianco e nero ha costruito un impero ancora oggi indiscusso.

È invece del 1908 il primo fumetto italiano, si tratta di un supplemento del Corriere della Sera, una semplice vicenda autoconclusiva senza troppi agghindi grafici, iniziata e finita nella medesima pubblicazione; l’innovazione però piace fino a trasformarsi in una formula che verrà adottata fino agli anni Settanta, nascono i fumetti del Corrierino, illustrazioni e testi in rima dedicati ai lettori più piccoli, le tematiche trattate sono comunque complesse ed elevate, poiché si ritiene che tali fumetti debbano avere finalità educative, atte a contribuire alla formazione dei giovanissimi. Nascono così personaggi intramontabili come il Signor Bonaventura (1917) segnato da un’ironica malasorte che lo costringeva a vivere simpatiche disavventure, o Kit Carson (1937) ispirato all’affascinante mondo del West.

Sono invece degli anni Sessanta le prime “opere fumettistiche” che oltre ad una particolareggiata narrazione, presentano indiscussa valenza artistica, un esempio per tutti: la serie di racconti di Hugo Pratt e del suo Corto Maltese.
Gli anni Ottanta sono invece segnati dai personaggi di Andrea Pazienza, protagonisti della cultura “controcorrente” del periodo, in massima parte pubblicati sulla rivista Frigidaire.
Il fumetto, nel corso della sua evoluzione, si instaura a tutti gli effetti tra i mezzi di comunicazione di massa, influenza di fatto i lettori e colpisce l’immaginario comune attraverso personaggi, atmosfere e stili che rispecchiano il variegato mondo dei fumettisti.
Impossibile non citare, all’interno di un seppur generale discorso sul fumetto, il lavoro di Roy Lichtenstein, celeberrimo esponente della Pop Art, il quale attraverso la trasposizione pittorica delle vignette fumettistiche mette in relazione la cultura “alta” della pittura e il linguaggio “basso” della massificazione, segnata dagli ideali del consumismo.
Una particolare terminologia contraddistingue il genere: con la parola “fumetto” si fa riferimento alla “nuvoletta” presente all’interno delle vignette, utilizzata per riportare pensieri o dialoghi tra i personaggi, “nuvolette” similari a sbuffi di fumo che assumono tratti differenti a seconda della necessità (riflessioni, pensieri, dialoghi diretti); altre caratteristiche testuali altrettanto importanti per contraddistinguere il genere sono le onomatopee, ed i “cartigli”, ossia le didascalie interne ed esterne alle scene.

La realizzazione di un fumetto non è così veloce o semplice, essa comprende un iter di passaggi concatenati che possono richiedere diverso tempo: scelta del soggetto, stesura della sceneggiatura, a cui seguono studi e documentazioni utili per realizzare lo storyboard; si procede poi con il disegno a matita, l’inchiostrazione, la colorazione ed infine il lettering.
Numerosissimi sono i personaggi nati dall’inchiostro e dalle idee di altrettanto numerosi autori, citarli ad uno ad uno pare un’impresa impossibile, mi limiterò infatti a fare accenno ad alcune situazioni utili al nostro discorso principale, ossia il sodalizio tra Torino e il mondo del fumetto.
Vorrei partire allora accennando ad uno dei simboli di Torino, la maschera Gianduja, una figura assai più complessa di quella che può apparire di primo acchito. Gianduja è infatti insieme rivoluzionario e conservatore, elegante e bonario, una doppia anima che in realtà rispecchia la natura dei Torinesi.
Per comprendere appieno le vicissitudini del personaggio è consigliabile andare a visionare il Museo Gianduja, presso le Serre di Grugliasco; cuore della collezione, la cui figura di riferimento è Alfonso Cipolla, è la “Via Crucis di Gianduja”, un vero capolavoro di satira risorgimentale ad opera del disegnatore Teja. Qui sono anche presenti altri esempi a metà tra satira e fumetto ad opera di celebri qutori quali Guido Gonin, Enrico Gamba, Gec ed Alessandri.
Di natali milanesi, ma naturalizzato italiano è Il Signor Bonaventura, un personaggio immaginario, ideato nel 1917 da Sergio Tofano. Caratterizzavano l’alto personaggio la giacca ed il cappello rossi, larghi pantaloni bianchi e, soprattutto, il fido compagno bassotto. I testi dei fumetti erano tutti composti da distici di ottonari a rima baciata, e iniziavano con le parole: “Qui comincia la sventura/ del Signor Bonaventura…”

Se da una parte il personaggio entra a far parte della cultura di tutti, è proprio un teatro torinese che decide di accoglierlo sul palco.
Nel 2019, dal 28 di maggio fino al 16 giugno, era possibile assistere allo spettacolo “L’isola dei pappagalli con Bonaventura prigioniero degli antropofagi”. Riprendendo il celebre personaggio dei fumetti, Latella struttura un’avventura in rima, sulle note di Nino Rota, e si diverte a realizzare uno spettacolo un po’ “gioco d’infanzia”, un po’ “cabaret dadaista”; gli attori mettono in scena il naufragio dell’eroe dei fumetti di Tofano e del suo inseparabile bassotto e l’incontro tra i due e i “cannibali brutti e pappagalli belli”. La commedia è apprezzata soprattutto per gli effetti linguistici, parole che si ripetono, altre invece puramente inventate, echi e pensieri interrotti, dialoghi che sono vere e proprie filastrocche, tutte basate sulla semplicità delle rime. Al termine della disavventura però il Signor Bonaventura non riceve la solita ricompensa, in questa versione infatti non vi è premio, ma solo un nostalgico ritorno a dove tutto è iniziato, “dove il primo bacio era una rima baciata, e purtroppo da noi tutti dimenticata.”
Fumetto però è anche cinema, è innegabile il rapporto quasi simbiotico tra le due arti. Proprio questo aspetto ha indagato “Gulp! Goal! Ciak!”, la mostra che si è tenuta a Torino, sempre nel 2019, vedendo per la prima volta in collaborazione il Museo Nazionale del Cinema e lo Juventus Museum.
L’esposizione esalta la ricchezza iconografica che lega lo sport, soprattutto il calcio, il cinema e il mondo del fumetto, il tutto attraverso materiali esposti, pagine di giornali, vignette e proiezioni multimediali. La mostra, che parte dall’Aula del Tempio nel cuore della Mole Antonelliana, nasce dall’idea di sottolineare come la storia della passione per il calcio sia stata raccontata spesso nel fumetto, e da come quest’ultimo, da sempre, influisca positivamente sull’immaginario comune delle persone. Gli oggetti visionabili seguono un ordine cronologico, si parte da immagini bianco e nero, fino a giungere alle vignette contemporanee, colorate anche con tecniche digitali. L’esposizione, geniale e peculiare, risulta anche occasione per riflettere sull’evoluzione che il tempo e le nuove tecnologie hanno portato – e imposto- a tutti gli ambiti qui presi in esame.

Non si cambia location per “Diabolik alla Mole”, mostra dedicata al “Re del terrore” delle sorelle Giussani. L’evento ha celebrato con elegante anticipo i sessant’anni dell’antieroe mascherato, e con precisa puntualità l’uscita del film dei Manetti Bros, con Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea e Alessandro Roia. Anche in questa occasione il fumetto si compenetra con il cinema; sono anche presenti alla mostra-evento materiali inediti, risalenti alla versione cinematografica diretta da Mario Bava nel 1968 e di quella -mai realizzata- del 1965 da Seth Holt, con l’attore francese Jean Sorel. Nella sede è possibile visionare fumetti, tavole e disegni originali, nonché rarità provenienti dall’archivio della casa editrice Astorina e da collezionisti privati, il tutto confluisce nella ricreazione di un clima tetro di una metropoli del Nord Italia, a metà tra Torino e Milano, in cui è impossibile non parteggiare per l’affascinante coppia di criminali. Tocco di classe dell’esposizione: la colonna sonora del film, le musiche di Pivio & Aldo De Scalzi, che fanno da sottofondo ai disegni, alle tavole e agli oggetti di scena qui esposti.
Appuntamenti, questi a cui ho accennato,frequenti ma non periodici né assidui, al contrario del Comics, fiera annuale che con rassicurante ricorrenza, rende felici i torinesi appassionati del mondo del fumetto.

L’avventura inizia nel 1994, presso il padiglione 4° di Torino Esposizioni, in Viale Boiardo; l’anno successivo si riconferma l’appuntamento, stesso padiglione, stesso periodo, ma i giorni aumentano, partecipano in quest’occasione nomi altisonanti quali Guido Silvestri, in arte Silver, Giorgio Cavazzano, Ade Capone, Claudio Chiaverotti e Giovan Battista Carpi. Il Torino Comics da quell’anno non conosce sconfitte, non salta un’edizione e ogni ricorrenza è caratterizzata da una tematica principale che fa da fil rouge per le giornate dedicate all’evento. Occasione particolare che incide non poco a far scoprire al grande pubblico un’altra realtà altrettanto peculiare come quella dei cosplayers. Un cosplayer è un appassionato che si traveste per interpretare un personaggio di fantasia. Il termine cosplayer deriva dal termine cosplay, che tradotto significa “recitare con un costume”.

Se i più fanno risalire tale abitudine esclusivamente ad una moda tutta giapponese, è giusto far riferimento alle feste e ai balli in maschera delle corti europee, che per secoli sono stati occasione di intrattenimento per nobili e aristocratici. Altri “fan-costuming” importanti sono da ricercarsi nelle Science Fiction Conventions statunitensi tipiche del Novecento, antichi ritrovi che oggi portano semplicemente il nome di “conventions”. Un momento di svolta si ha però nel 1984, quando durante il World Con di Los Angeles, il reporter giapponese Nobuyuki Takahashi utilizza per la prima volta il termine “cosplay”. Da qui in avanti il fenomeno si diffonde a macchia d’olio, complici i mezzi di comunicazione, l’immaginario manga, quello dei fumetti europei e americani e i videogiochi.
Non si tratta solo di cucire un vestito e procurarsi accessori e parrucche, concetto essenziale del “cosplay” è “diventare il personaggio, assumendone tutte le caratteristiche ed i modi di fare”. Il cosplay è quindi un’esperienza complessa, una passione a cui è necessario dedicare tempo, passione e dedizione: da una parte infatti il costume va creato con le proprie mani – è quindi opportuno saper cucire e avere in generale una buona manualità – e dall’altra è necessario sforzarsi in una sorta di recitazione, per immedesimarsi nel personaggio amato.

Inutile dire che esistono numerose community sul web, dove è possibile fare amicizia con persone già esperte in materia e con cui condividere l’interesse per questo hobby così particolare.
Tutto un mondo da scoprire quindi, quello del fumetto. Una realtà dai labili confini e dalla storia antica e complessa, come ben si addice a qualsiasi forma d’arte.
Anche sotto questo aspetto la nostra Torino si dimostra attenta e presente, una vera città contemporanea che offre ai suoi cittadini la possibilità di mantenersi curiosi e di scoprire cose nuove.
Un’ultima domanda cari lettori: in quale personaggio vi piacerebbe travestirvi?

Alessia Cagnotto

A Parigi durante la Belle Époque: il nuovo podcast di Brachetti

SU AUDIBLE ARRIVA “ET VOILÀ! LA BELLE ÉPOQUE”

 

IL NUOVO PODCAST DI ARTURO BRACHETTI PRODOTTO DA STORIELIBERE.FM IN ESCLUSIVA PER AUDIBLE

 

La rivoluzione dello spettacolo e del modo di concepire il varietà e l’intrattenimento

raccontata dalla leggenda del trasformismo

 

 

Disponibile ora  esclusiva su Audible.it

 

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Un viaggio alla scoperta di un’epoca leggendaria di grandi trasformazioni, e del suo epicentro, Parigi, per raccontarci come quegli anni abbiano contribuito in maniera decisiva a delineare il mondo in cui viviamo oggi 

 

Il podcast dà voce agli oggetti, ai luoghi simbolo e ai protagonisti che hanno cambiato la storia dello spettacolo d’intrattenimento, il varietà, una forma d’arte che rappresenta un capitolo importante della nostra storia individuale e collettiva

 

14 puntate da circa 50 minuti ciascuna in cui Arturo Brachetti, maestro indiscusso dell’arte del trasformismo e showteller, ci conduce alla scoperta di una dimensione mitica della storia, Parigi durante la Belle Époque

Università e Politecnico, cresce il tasso di occupazione dopo la laurea

Performance positiva dell’Ateneo torinese rispetto all’anno precedente e alla media nazionale. Aumentano il tasso di occupazione a un anno dalla laurea, sia per i laureati triennali che per i laureati di secondo livello, e la retribuzione mensile

È stato presentato  il Rapporto 2022 AlmaLaurea sul Profilo e sulla Condizione Occupazionale dei laureati, XXIV Indagine. Curato da AlmaLaurea, Consorzio Interuniversitario fondato nel 1994 e che rappresenta 77 Atenei italiani, ha indagato la condizione occupazionale dei laureati italiani e le caratteristiche del capitale umano uscito dal sistema universitario nel 2021.

Per quanto riguarda l’Università di Torino, l’indagine sulla condizione occupazionale ha coinvolto complessivamente 25.825 laureati. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2020, intervistati a un anno dal titolo, e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2016, intervistati dopo cinque anni.

Per i laureati triennali (mai iscritti a un successivo corso), aumenta il tasso di occupazione a un anno dalla laurea dal 72,8% (nel Rapporto 2021) al 76,2% (nel Rapporto 2022), cala il lavoro part-time dal 22,6% al 21,4% e la retribuzione passa da 1.301 a 1.304 euro mensili netti. UniTo fa registrare una performance positiva anche rispetto alle medie nazionali. Il tasso di occupazione dei laureati triennali Unito è del 76,2% rispetto al 74,5% nazionale.

Anche per i laureati di secondo livello a 1 anno dalla laurea, rispetto ai risultati del precedente Rapporto, l’Università di Torino migliora il tasso di occupazione, dal 72,1% del 2021 al 75,4% nel 2022, e la percentuale degli occupati con un lavoro a tempo indeterminato, dal 17,7% al 24,4%A 5 anni dalla laurea di secondo livello, il tasso di occupazione rimane pressoché invariato rispetto all’anno precedente, mentre aumentano la retribuzione mensile netta, che passa da 1.563 euro del 2021 a 1.603 euro del 2022, e la percentuale degli occupati con un lavoro a tempo indeterminato, che sale dal 54,3% al 57,6%.

In confronto ai dati nazionali, l’Ateneo torinese fa registrare risultati migliori nel tasso di occupazione a 1 anno dalla laurea (75,4% contro il 74,6% nazionale), a 5 anni dalla laurea (90,3% contro l’88,5% nazionale) e nella retribuzione mensile netta, che a 1 anno è di 1.416 euro rispetto al dato nazionale di 1.407 euro, mentre a 5 anni è di 1.641 euro rispetto a 1.635 euro

 

LA LAUREA AL POLITECNICO DI TORINO È UNA GARANZIA PER TROVARE LAVORO

Quasi il 90% dei laureati lavora a un anno dal titolo magistrale e con retribuzioni superiori ai laureati degli atenei italiani

I laureati del Politecnico coinvolti nell’indagine sono 8.542; tra questi, 4.130 di primo livello e 4.407 laureati magistrali, mentre a livello nazionale il campione è composto da 660 mila laureati di 76 università italiane.

Appuntamento atteso dagli studenti e dalle loro famiglie, che spesso influenza la scelta del percorso di studi, l’Indagine conferma una tendenza ormai consolidata: i laureati del Politecnico di Torino trovano lavoro, e ricevono in media retribuzioni più alte rispetto ai laureati degli altri atenei italiani, anche in periodi di recessione come quelli che stiamo vivendo.

Analizzando più nel dettaglio il profilo occupazionale dei laureati del Politecnico, l’Indagine evidenzia che si tratta di giovani che in larga parte (l’87,4%) continuano gli studi dopo la laurea triennale, rimandano cioè al post-laurea di tipo magistrale il vero ingresso nel mondo del lavoro. Tra i laureati triennali che non si sono mai iscritti a un corso di laurea magistrale e che quindi sono entrati nel mondo del lavoro, il tasso di occupazione risulta comunque del 76,7%, a fronte di un dato nazionale del 74,5%.

Il dato di riferimento più significativo risulta comunque quello che riguarda i laureati magistrali a un anno dalla laurea, che continua a salire rispetto agli anni precedenti, in controtendenza con l’andamento nazionale: è occupato l’89,5% dei laureati magistrali del Politecnico di Torino, un valore di gran lunga superiore alla media nazionale del 74,6%. Sempre molto alto il tasso di occupati a un anno dalla laurea magistrale nell’area dell’Ingegneria90,5% (a fronte di una media nazionale di 82,8%); al di sopra della media nazionale (del 79,8 %) anche il dato relativo ai laureati magistrali in Architettura, con l’82,8% di occupati.

 

La percentuale di occupati aumenta ancora, secondo gli ultimi dati di Almalaurea, a cinque anni dal conseguimento dal titolo, quando raggiunge il 92,9% a fronte dell’88,5% del dato nazionale.

Interessante la tipologia di occupazione di questi laureati (il 43% può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato) e con una significativa differenza di retribuzione tra i laureati magistrali del Politecnico e la media italiana: 1.599 euro netti mensili a fronte di una retribuzione media di 1.407 euro a un anno dal titolo e 1.872 euro rispetto a 1.635 euro a cinque anni dalla laurea.

L’Indagine fornisce infine alcuni dati interessanti circa il profilo dei laureati. Da notare come il rapporto con il mondo del lavoro cominci per i laureati del Politecnico già negli anni degli studi: il 33,8% tra i laureati di primo livello e il 46,4% dei magistrali ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi e la metà degli studenti dei due livelli di studio lavora già durante lo svolgimento del percorso formativo.

Altro dato che emerge è la dimensione internazionale del Politecnico, con una percentuale di studenti stranieri in crescita: il 15,5% in media (il 11,2% di quelli magistrali, a fronte del 4,2% a livello nazionale). Inoltre, quasi un terzo degli studenti durante la Laurea Magistrale compie un’esperienza di studio all’estero, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia, gli studenti hanno comunque ripreso a spostarsi.

Incoraggianti infine le risposte relative alla soddisfazione: in generale, quasi 9 laureati su 10 si dichiarano soddisfatti dell’esperienza universitaria nel suo complesso e l’85,6% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente.

“Anche quest’anno i dati emersi dall’indagine annuale proposta da Almalaurea ci confermano che è vincente la nostra scelta di puntare sulla didattica innovativa e sulla progettazione di corsi che, in accordo con il tessuto produttivo, possano formare professionalità legate alle nuove tecnologie che oggi le aziende faticano a trovare sul mercato e a formare autonomamente; così come la scelta di massimizzare la dimensione internazionale del nostro Aeneo, attraendo i  migliori docenti, ricercatori e studenti da tutto il mondo” commenta il Vice Rettore alla Didattica del Politecnico Sebastiano Foti.

“Il trend positivo evidenziato anche quest’anno dal rapporto  sulla condizione occupazionale dei nostri studenti è ormai consolidato da molti anni e conferma la solida reputazione che l’Ateneo ha acquisito a livello nazionale ed internazionale  – aggiunge la Delegata del Rettore per l’accompagnamento al lavoro Carla Chiasserini – anche grazie ai numerosi accordi sottoscritti con aziende nazionali ed internazionali per incrementare la didattica  learning by doing attraverso i tirocini e le tesi di laurea svolte in azienda, una modalità che consente alla domanda e all’offerta di lavoro di incontrarsi e conoscersi ancora prima della fine del percorso universitario”.

 

 

La Fanfara della Taurinense nel Cortile d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi

Martedì 21 giugno, ore 18

In occasione della Festa della Musica di martedì 21 giugno, che celebra il solstizio d’estate, e per il 150° anniversario della costituzione del Corpo degli Alpini e del settantennale della Taurinense, la Palazzina di Caccia di Stupinigi ospita nel Cortile d’Onore la Fanfara della Brigata Alpina Taurinense.

Nata nel 1965 a Torino, la Fanfara della Brigata Alpina Taurinense dell’Esercito è attualmente costituita da 35 musicisti, tratti dai reggimenti Alpini piemontesi, ed è diretta dal Luogotenente Marco Calandri. Simbolo distintivo della Fanfara è la nappina rossa sul cappello alpino, che rimanda alle origini della Taurinense, nel 1952, inizialmente formata dal 4° reggimento alpini e dal 1° artiglieria da montagna.

Il repertorio della Fanfara comprende, oltre alle musiche di ordinanza militari, anche brani sinfonici e leggeri. Negli ultimi anni, la Fanfara è stata ospite di MiTO, con concerti a Torino e Milano, e ha partecipato anche a diversi festival internazionali di musica militare. Ha suonato alle cerimonie di inaugurazione e chiusura delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006 ed è presenza fissa alle Adunate nazionali degli Alpini e alla Festa della Repubblica a Roma, dove lo scorso 2 giugno ha sfilato, insieme al 9° reggimento delle Truppe Alpine, ai Fori Imperiali, davanti al presidente della Repubblica e alle più alte cariche dello Stato. In occasione del 150° anniversario della costituzione del Corpo degli Alpini e del settantennale della Taurinense, la Fanfara si è esibita l’8 aprile con gli allievi del Conservatorio di Torino nel concerto che l’Istituto di formazione musicale ha dedicato alla brigata Taurinense e alla partenza della grande Staffetta Alpina che collega Ventimiglia a Trieste.

Specialità della Fanfara è il carosello, spettacolo musicale in marcia che offre un saggio di sincronismo tra melodia e forma militare.

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Ingresso libero

www.ordinemauriziano.it

“Barriera a cielo aperto 2022” Un’estate per tutti en plein air 

Cinema, musica, letteratura, workshop, performance, talk e concerti

Dal 15 giugno al 24 settembre

Nell’arco di quattro mesi60 appuntamenti in 5 diversi spazi in Barriera di Milano per un ricco palinsesto di eventi: da film acclamati, a concerti musicali dal vivo, a serate di approfondimento e divulgazione su problematiche globali e tutela ambientale, a performance teatrali site-specific, fino a sessioni di ascolto, workshop artistici, esposizioni temporanee, talk e concerti in radio con palco su strada. Questo è e questo generosamente propone la seconda edizione di “Barriera a cielo aperto”, frutto della condivisione progettuale di otto realtà partner, capofila l’“Associazione Museo Nazionale del Cinema”. Ad inaugurare il progetto sarà la programmazione cinematografica, ospitata presso il grande cortile interno dell’“Oratorio Michele Rua” per dare seguito al grande successo dell’“Arena Monterosa” (via Brandizzo, 55) attivata nel 2020 nell’ambito di “Torino Città del Cinema”; nello spirito fortemente inclusivo del progetto, il primo film in programma il 15 giugno alle ore 21.30, sarà  il documentario “Sul sentiero blu” di Gabriele Vacis che racconta di un grande viaggio compiuto da ragazze e ragazzi nello spettro autistico. La programmazione cinematografica ospiterà anche la serata finale di “Lavori in corto – gli occhiali di Gandhi”, concorso rivolto ad autori under35.

Tutti gli altri appuntamenti si tengono presso il “Community Hub” di Via Baltea 3, la “Casa del Quartiere Bagni Pubblici” di Via Agliè 9, il “Boschetto – Agrobarriera” (via Petrella, 29) e la new entry del “Centro Interculturale della Città di Torino” (corso Taranto 160). “Via Baltea” ospiterà la ricca programmazione “Radio Street Community di Banda Larga” con palco su strada e coinvolgimento attivo degli abitanti del quartiere. I “Bagni di Via Agliè” propongono una rassegna jazz nel cortile della “Casa del Quartiere”, spettacoli teatrali e ring culturali, mentre i venerdì dell’orto urbano del “Boschetto” uniscono la musica a serate dedicate alla divulgazione sui temi della sostenibilità e della cooperazione internazionale. Tra gli ospiti principali per quanto riguarda il cinema, all’ “Arena Monterosa” sarà presente il produttore Michele Fornasero che aprirà il ciclo di proiezioni il 15 giugno, con la direttrice del “Disability Film Festival” Carmen Riccato che il 17 giugno presenterà il film“Beautiful Minds” e Tommaso Caroni che proporrà il documentario “Ghiaccio” il 22 giugno in occasione della “Giornata Mondiale del rifugiato”, mentre Annalisa Lantermo, Direttrice dei “Job Film Days”, presenterà “Un altro mondo”, l’ultima pellicola firmata da Stéphane Brizé in programma il 15 luglio. Presso i “Bagni Pubblici” di Via Agliè saranno protagonisti i linguaggi del teatro, della fotografia e della musica e il 24 giugno, in occasione della festività di San Giovanni, i “Bagni” ospiteranno un ricco programma multiculturale che unirà tradizioni, musiche, piatti e costumi tipici di diverse nazionalità presenti sul territorio di Barriera di Milano.

“Siamo molto orgogliosi di poter realizzare per il secondo anno un progetto così ampio e articolato – dichiarano i coordinatori del progetto Valentina Noya e Vittorio Sclaverani dell’ ‘AMNC’ – in un quartiere dove torniamo a portare il cinema come in altre periferie della città, ma non solo. Dopo la fortunata esperienza del 2021 è stato possibile migliorare la collaborazione tra tutti i partner del progetto. Quest’anno la rete di ‘Barriera a Cielo Aperto’ vede l’ingresso della ‘Jazz School Torino’ e del ‘Centro Interculturale della Città di Torino’, uno degli spazi più vivaci del nostro territorio insieme al coinvolgimento di tante altre realtà che arricchiranno l’estate torinese. Riteniamo lungimirante, in un periodo ancora molto complesso per la cultura, la decisione della ‘Città di Torino’ e della ‘Fondazione per la Cultura Torino’ di voler sostenere un percorso biennale per le attività estive, condizione che ci aiuterà a pianificare in forma sostenibile l’edizione 2023 di ‘Barriera a Cielo Aperto’”.

Per info e programma dettagliato: “Arena Monterosa” www.teatromonterosa.it; “Via Baltea – Laboratori di Barriera” www.viabaltea.it; “Bagni Pubblici di via Aglié Casa di Quartiere” www.bagnipubblici.wordpress.com; “AgroBarriera. Orto Urbano del Boschetto www.reteong.org; “Centro Interculturale della Città di Torino” www.interculturatorino.it

g.m.

Torino Pride è ‘Queer e ora’

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Appuntamento sabato 18 giugno alle 16,30, in corso Principe Eugenio angolo corso San Martino. Il corteo sfilerà per il centro e si concluderà in piazza Vittorio dove si susseguiranno gli interventi delle associazioni del Coordinamento e delle compagnǝ di lotta, con un’attenzione per le realtà e movimenti maggiormente invisibilizzati.  

Al motto di ‘Queer e ora’, il Torino Pride si prepara a sfilare per le strade della città e a rivendicare maggiori diritti: una legge per il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali, una legge contro l’omo-lesbo-bi-trans-a-fobia, politiche più efficaci di contrasto alla violenza maschile e di genere, maggiori tutele per i migranti LGBTQIA+, il matrimonio egualitario, la difesa della legge 194. Queste e tante altre le richieste che saranno portate in piazza sabato 18 giugno, riunite nel documento politico che è la somma delle rivendicazioni e delle riflessioni che il Coordinamento Torino Pride e le associazioni che lo compongono offrono alla città.

Si parte alle 16,30 da corso Principe Eugenio per sfilare a testa alta, senza limiti o vergogna, raccontando attraverso i corpi che inonderanno come una marea  le vie del centro le “stupefacenti eccezionalità” che compongono la nostra società, anche in ricordo della prima manifestazione che fu un gesto di rivolta. Era infatti il 5 aprile 1972 quando un gruppo di militanti interruppe un congresso di sessuologia a Sanremo, contestando le teorie riparative e rivendicando il primo spazio di protagonismo e parola. Da allora molto è cambiato, ma la strada dei diritti e di affermazione delle identità è ancora lunga.

Ecco che le persone queer, lesbiche, bisessuali, trans e transgender, gay, aromantiche, asessuali, intersessuali, non binarie e molto altro, infiniti siderali di galassie in movimento, sono determinate a continuare in un percorso di sfida e di lotta contro chi vuole limitare diritti, non riconoscere le diversità, ostacolare il diritto a essere felici. Secondo il Coordinamento è necessaria una città aperta, la revisione della legge sul cambio di genere verso una prospettiva di autodeterminazione e una maggiore attenzione ai servizi di accompagnamento, in particolare verso le persone più giovani, ma anche diritti per le persone con disabilità, contrasto al razzismo, tutela del clima, richiesta di una corretta narrazione dei movimenti e all’autodeterminazione sul fine vita e ai diritti nel mondo .

“Siamo stanchә di avanzare un centimetro per volta, stanchә delle mediazioni al ribasso sui nostri corpi e sulle nostre vite e sulle nostre relazioni, stanchә di dover conquistare spazi sicuri di libertà e condivisione. Per questo scendiamo per le strade al grido di “Queer e ora!”. Perché non è solo questione di diritti, di giustizia, di uguaglianza. È questione di orgoglio per le nostre identità, le nostre non conformità, che ci appartengono e vogliamo scoprire e abbracciare; è questione di rabbia, verso chi tenta di limitarci; è questione di felicità, che non vogliamo più rimandare. È questione di noi, e dovete averci a che fare”, spiega Marco Giusta, coordinatore del Torino Pride.

In testa al corteo ci saranno gli esponenti del movimento, rappresentanti delle 22 associazioni che compongono il Coordinamento Torino Pride, e compagnǝ di lotta, come Vladimir Luxuria, direttrice del Lovers Film Festival. Presenti anche le istituzioni con il sindaco di Torino Stefano Lo Russo e l’assessore ai Diritti Jacopo Rosatelli. Ai patrocini ricevuti quest’anno, oltre a quello della Città di Torino e della Città Metropolitana di Torino, si confermano quelli di Università degli studi e del Politecnico, a cui si aggiunge quello dell’Accademia Albertina.

“Torino è orgogliosa di ospitare il Pride del 18 giugno e l’Amministrazione è certa di rappresentare il sentimento di una comunità cittadina accogliente ed inclusiva”,  commenta l’assessore comunale Rosatelli. Che aggiunge: “La Città sarà sempre al fianco della comunità LGBT+ e di chi si impegna per una società libera da ogni pregiudizio, discriminazione e violenza, nella quale sia garantita pari dignità ad ogni persona. Per questo abbiamo chiesto ai parlamentari eletti in Piemonte un intervento legislativo urgente che permetta il riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie omogenitoriali, e sosteniamo una riforma organica del diritto di famiglia, come quella proposta da Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno”.

“Il Torino Pride torna ad invadere le strade con la sua moltitudine colorata e festante e come sempre determinata a proseguire con convinzione il cammino del riconoscimento dei diritti di tutt3. Continua ad esserci bisogno di leggi che tutelino diritti umani fondamentali. Il cammino è lungo, c’è ancora bisogno di impegnarsi in progettualità come PortoSicuro, che vede impegnata la Città metropolitana di Torino insieme alle associazioni LGBTQIA+, per prendersi cura delle persone e per costruire una società più giusta. È per me un onore partecipare al Torino Pride anche quest’anno. Le istituzioni devono essere sempre più parte di questo cammino di civiltà, al fianco della comunità LGBTQIA+, perché la rivoluzione culturale che serve possiamo farla solo insieme”, spiega Valentina Cera Consigliera Delegata alle politiche di parità della città metropolitana.

Nel corso del Pride verranno raccolte le firme per la proposta di legge promossa da Torino Città per le Donne per introdurre la doppia preferenza di genere nella legge elettorale regionale, insieme all’ordine alternato di candidati e candidate.

La manifestazione sarà trasmessa in diretta da Toradio, media partner dell’evento.

Quest’anno inoltre il Pride compie uno sforzo per essere maggiormente inclusivo, grazie alla consolidata collaborazione con SMAT che installerà quattro punti acqua lungo il percorso, alla creazione di spazi di decompressione e punti di scarico sensoriale all’interno del corteo, la traduzione in linguaggio dei segni per gli interventi dal palco, fino ad arrivare alla segnalazione dei servizi igienici per le persone con disabilità lungo il percorso e alla distribuzione di tappi per le orecchie per il corteo. Anche la festa finale, che sarà ospitata al Centralino in via delle Rosine 16, si caratterizza per essere una festa accessibile, con ingresso per le persone con disabilità motoria da via Giolitti 35/a, bagni accessibili, gender free e spazi di decompressione all’interno del cortile.

Durante la manifestazione sarà possibile, per chiunque lo richieda, effettuare gratis i test a risposta rapida HIV e sifilide grazie alle attività delle associazioni che fanno parte di Fast Track Cities.

Al termine della manifestazione, grazie all’interessamento dell’assessorato ai Trasporti della città di Torino, GTT fornirà un passaggio di navette per le persone che vogliono tornare in piazza 18 dicembre da dove il corteo è partito.

Alla GAM di Torino, “Pubic Program” per la mostra “Una collezione senza confini”. Si inizia con l’artista tessile, Noemi Di Nucci

“Incroci = I I = Crossroads”

Sabato 18 giugno, ore 15,30

Incroci di mestieri. Incroci di azioni/visioni artistiche e di tecniche compositive che possono interagire, con suggestivi sorprendenti risultati, fra di loro. Parte da quest’idea, l’organizzazione, da parte della GAM di Torino, di un ciclo di incontri legato alla mostra “Una collezione senza confini. Arte contemporanea Internazionale dal 1990”, dedicato “all’inclusione sociale e al coinvolgimento di nuovi pubblici”, per dirla con gli organizzatori del progetto, Antonella AngeloroArianna Bona con Roberta Lo Grasso, il “Dipartimento Educazione GAM” e Angela Benotto – “Ufficio Relazioni Internazionale” di “Fondazione Torino Musei”.  Incroci” nasce nell’ambito del programma “La democratizzazione della cultura” ideato e promosso dalla “Phillips Collection di Washington DC” e dalla “Missione Diplomatica degli Stati Uniti in Italia”, iniziato lo scorso maggio con due giornate che hanno visto protagonista l’artista londinese Marcos Lutyens. A seguire, il progetto prevede ora un focus sulle opere di quattro artisti: William Kentridge, Marina Abramović, Antony GormleyChen Zhen scelte tra le 57 esposte in mostra. Obiettivo: “permettere a culture e idee differenti di incontrarsi”. Tutti gli appuntamenti prevedono una presentazione dell’opera da parte del curatore della mostra, un approfondimento a cura dello specialista di altra disciplina e un’ attività pratica. I temi includono il disegno e l’intessitura, la cristalloterapia, la meditazione, la pratica yoga e l’uso delle erbe per la cura del corpo.

Il primo incontro è in programma per il prossimo sabato 18 giugnoalle 15,30. Durata due ore. Il tema: “Trama e ordito. Le possibilità della tessitura: dall’arazzo al tappeto”. A disquisirne, sarà l’artista tessile torinese Noemi Di Nucci in dialogo con l’opera del sudafricano di Johannesburg, William Kentridge (noto per i suoi disegni, incisioni e soprattutto per i suoi film di animazione creati da disegni a carboncino) “Moscow: the Nose Series City of Moscow” del 2009. L’incontro con la Di Nucci (textile artist designer), incentrato sull’opera di Kentridge, realizzata in collaborazione con Marguerite Sthepens che, assieme alle sue collaboratrici, ha prodotto gli arazzi in lana di moher tessuta a mano, nell’atelier sudafricano “The Stephens Tapestry Studio” di Johannesburg è volto a comprendere il processo di traduzione che avviene nel passaggio dai disegni all’intessitura. In proposito racconta la Sthepens: “Kentridge consegna un disegno composto da forme di carta nera incollate su una superficie di carta o cartone completata da spilli, scotch e altri materiali. Ci disegna sopra e ogni singolo segno che ha fatto, noi lo reinterpretiamo così che possa essere intessuto”. Durante l’incontro ci si concentrerà sul dinamismo del segno e sul senso del bianco e nero, di pieni e vuoti, leggendo il processo che dalla scelta cromatica porta alla tessitura vera e propria. Noemi di Nucci porterà alcuni esempi di arte tessile: un arazzo del ‘700uno realizzato con tecnica tradizionale ma di gusto contemporaneo e un tappeto “Hand tufting” o “taftato a mano” (fatto da una punzonatura di fili di lana in una tela fissa su un telaio), permettendo ai partecipanti di scoprire le tecniche, cimentarsi nella pratica – dal disegno all’intessitura – e conoscere le nuove tecnologie che trasformano tempi e modi di lavorazione.

La partecipazione all’incontro è al costo di 15 euro, comprensivi della visita al museo.

Posti limitati: prenotazione obbligatoria infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it

Per info calendario prossimi appuntamenti: GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it

g.m.

Nelle foto:

–       Noemi Di Nucci

–       William Kentridge: “Moscow: the Nose Series City of Moscow”, 2009