XXXIV Stagione
DOMENICA 16 OTTOBRE 2022 ORE 21.30
TORNA IN ITALIA DOPO 16 ANNI – UNICA DATA ITALIANA
OTIS TAYLOR
Ingresso Intero 30 € | Ridotto Under 30 15 € | Streaming 6 €
www.otistaylor.com
DOMENICA 16 OTTOBRE 2022 ORE 21.30
TORNA IN ITALIA DOPO 16 ANNI – UNICA DATA ITALIANA
OTIS TAYLOR
Ingresso Intero 30 € | Ridotto Under 30 15 € | Streaming 6 €
Mi capita spesso. E, devo essere sincero, per un verso mi rallegra e mi fa il “pieno” di narcisistico piacere. Per un altro, però… però però. Mi dà anche un po’ di fastidio. Eh, la fate semplice voi. Perché? Ve lo dico subito. Perché mi costringe, qualche minuto dopo l’avvenuto “complimento” a fare i conti con la nuda e cruda verità. Il tempo passa e, per chi è vissuto ben bene a cavallo fra la metà del secolo breve e il terzo millennio in corso, con i piedi ormai saldamente piantati a molte miglia dalla giovinezza e, in numero considerevole, dalla mezza età (non quella dantesca del mezzo del cammin di nostra vita che ai tempi del Sommo Poeta equivaleva pressappoco alle trentacinque primavere) il conto degli anni sul groppone si fa un tantinino pesante. Di solito rispondo ma quindi ero già vecchio allora! Dai, a quanti di voi sarà capitato. E per voi mi riferisco a quelli che si ritrovano a par mio nello spazio temporale problematico (per vari motivi che vi lascio immaginare) di cui prima parlavo. Però, complimenti! Li porta proprio bene i suoi anni! In tanti ce lo siamo, almeno una volta nella vita (confessatelo!) sentito dire all’esplicita dichiarazione della nostra età. E, perbacco, l’ho detto, fa pure piacere. Ma significa anche quanto sei vecchio! E questo, confessiamocelo, fa un po’ meno sorridere. Diciamo pure pane al pane e vino al vino! Qualche mattina fa l’ennesima riprova. Solita sgranchiatina di gambe per rodare e oliare le giunture. Il giardino a due passi da casa. Imbocco via Rosta (che ancora oggi lo scemotto che l’ha trasformata con un geniale colpo di pennello in “via Crosta” non s’è ancora deciso – o chi per lui – a cancellare), allungo, si fa per dire, il passo fino al solito bar per il solito caffè, quand’ecco, all’angolo con via Bianzé, un ciuffo scatenato di capelli ricci affrontare su una vecchia (anche lei!) due ruote la curva – direzione corso Francia con la grinta e l’abilità di uno spavaldo trapezista voleggiante e pienamente a suo agio a dieci metri d’altezza. Manco fosse Top Gun – Filippo Ganna da Verbania. Ci guardiamo. Gli occhi si cercano nella memoria. Una frazione di tre, dico, tre secondi. Martina, gridacchio (grido e ridacchio). Prof., ma allora mi ha riconosciuta! Battuta ben comprensibile. Sarà passata una ventina abbondante d’anni, dall’ultima volta che ci eravamo visti. Terza (non ricordo più la sezione) alla media “Pascoli” di piazza Bernini. Allora lei avrà avuto un tredici anni, oggi ne ha trentasei. Insegna per una cooperativa che si occupa (mi pare d’aver capito) di disagio minorile alla vicina media “Nigra”. Bravissima alunna, intelligente, socievole, sveglia, perspicace. Ottimo elemento. Sarà anche, non ne ho dubbi, un’ottima insegnante. Salutoni, baci (io con tanto di fedele mascherina al naso) e abbracci. E mamma? E il fratellone? Gira che ti rigira si arriva al (solito) dunque. Ma, prof., sa che lei è sempre uguale! Non dimostra proprio i suoi anni! E solita, amara risposta. Sarà che già vent’anni fa dimostravo più anni di quelli che avevo! Grazie, comunque, Martina. E’ stato bello rivederti. E bello anche l’immediato riconoscerci a vicenda. Al primo colpo d’occhio. Oggi i miei primissimi alunni, se conto anche quelli delle prime supplenze ante-laurea, saranno tutti fra i 40 abbondanti e i 50. Quelli della “Pascoli” li vedo abbastanza di frequente. Compresi i loro genitori, più o meno miei coetanei. Abitiamo tutti in zona. Un abbraccio ancora e poi Martina scappa, vola, sempre alla Top Gun – Filippo Ganna da Verbania. Deve correre a lezione. Io mi avvio per il solito caffè. Mi sento felice. Felice di aver visto Martina. Felice, penso, di aver seminato per strada, negli anni, parole e parole che hanno in fondo lasciato buoni segni. Certo, rimane il doppio rimbombo nel cuore di quel solito “complimento” – “avvertimento”. Complimenti, prof., lei proprio non dimostra la sua età! Ma quanti anni sono passati? Quanti ne porto sulle spalle! Hai un bel dire – a parte i soliti inghippi alla schiena, alle spalle, alle gambe che quando mi alzo da una sedia ci vanno dieci minuti per fargli riprendere il giro – mi sento ancora lo spirito dei ven’anni! Lo spirito, sì! Ma tutto il resto? E via! Mi vengono in mente le parole del caro vecchio Mark Twain La vita sarebbe infinitamente più felice se potessimo nascere all’età di ottant’anni e gradualmente avvicinarci ai diciotto. Non male. Ma a queste preferisco pur sempre la bizzarra genialità di quelle della grandissima Alda Merini Ci sono adolescenze che si innescano a novant’anni. Mitica Alda! Lo volesse il Cielo!
Gianni Milani
Visite a contributo libero in 700 luoghi inaccessibili o poco valorizzati di 350 città italiane. Alla scoperta di un patrimonio sorprendente e inaspettato, che è in ogni angolo del Paese
Elenco dei luoghi visitabili e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it
TANTI LUOGHI APERTI IN PIEMONTE
Sabato 15 e domenica 16 ottobre 2022 tornano, per l’undicesima edizione, le Giornate FAI d’Autunno, il grande evento di piazza che il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS dedica ogni anno, d’autunno, al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, animato e promosso dai Gruppi FAI Giovani, con la partecipazione di tutte le Delegazioni, i Gruppi FAI e i Gruppi FAI Ponte tra culture diffusi e attivi in tutta Italia.
I Delegati e Volontari della Fondazione, come ogni anno, metteranno a disposizione energia, creatività ed entusiasmo per svelare agli italianila ricchezza e la varietà del patrimonio di storia, arte e natura che è in ogni angolo di questo Paese, sorprendente e inaspettato, e che non consiste solo nei grandi monumenti o nei musei, ma anche in edifici e paesaggi inediti e sconosciuti, luoghi speciali che custodiscono e testimoniano piccole e grandi storie, culture e tradizioni, che sono a pieno titolo “il nostro patrimonio”, e che perciò tutti siamo chiamati a curare e a proteggere per le generazioni presenti e future, com’è nella missione del FAI, cominciando innanzitutto a conoscerli, per scoprirne il valore.
Sono oltre 700 le proposte in 350 città d’Italia, in tutte le regioni: meraviglie da scoprire, nascoste in luoghi poco conosciuti e solitamente inaccessibili, che raccontano storia e natura dell’Italia, spaziando dall’archeologia all’architettura, dall’arte all’artigianato, dalla tradizione alla memoria, dall’antico al moderno, dalla città alla campagna. Dai palazzi delle istituzioni alle architetture civili –ospedali, carceri, scuole e università, e perfino porti – da chiese e conventi a dimore private, ville e castelli, da siti archeologici a moderni centri di ricerca, dai borghi immersi nella natura a parchi, giardini e orti in città, dai villaggi operai ai laboratori artigianali e alle industrie del made in Italy: tutto questo, e molto altro, è il patrimonio culturale dell’Italia che il FAI svela al pubblico in due giorni di festa, di divertimento, ma anche di apprendimento e sensibilizzazione.
Ai partecipanti verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro, che andrà a sostegno della missione e dell’attività del FAI (l’elenco dei luoghi aperti e le modalità di partecipazione all’evento sono consultabili sul sito www.giornatefai.it). Chi lo vorrà, potrà sostenere ulteriormente il FAI con contributi di importo maggiore oppure con l’iscrizione annuale, sottoscrivibile online o in piazza in occasione dell’evento (box sotto per dettagli).
Le Giornate FAI d’Autunno si svolgono nell’ambito della campagna di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l’Italia” che il FAI organizza nel mese di ottobre e si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro, utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Sarà possibile inoltre sostenere la Fondazione con l’iscrizione annuale, online o in piazza in occasione dell’evento, un gesto concreto in difesa del patrimonio d’arte e natura italiano. Gli iscritti al FAI o chi si iscriverà in occasione dell’evento potranno beneficiare dell’accesso prioritario in tutte le aperture e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.
Per l’elenco completo dei luoghi visitabili e le modalità di partecipazione consultare il sito www.giornatefai.it.
Con le Giornate FAI d’Autunno 2022 si avvia la collaborazione tra FAI e ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani nell’ambito di un Accordo recentemente firmato, volto a sviluppare e diffondere buone pratiche e a sensibilizzare i Comuni Italiani sulla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico italiano.
Tra le aperture e gli itinerari più interessanti proposti in PIEMONTE:
TORINO
In occasione delle Giornate FAI d’Autunno verranno aperti 5 luoghi che custodiscono importanti biblioteche:
Campus Einaudi e la sua biblioteca storico-economico-giuridica
Il Campus Luigi Einaudi dell’Università degli Studi di Torino, progettato dall’archistar Norman Foster, è stato inaugurato nel 2012 e inserito dalla CNN tra i 10 edifici moderni più spettacolari del mondo.Ospita la biblioteca Norberto Bobbio, la seconda più grande del Piemonte e una delle più importanti in Italia in ambito accademico, nata dalla fusione di 4 grandi biblioteche: Ruffini, Patetta, Solari e Cognetti. A questo nucleo storico si è aggiunta nel 2016 la biblioteca europea Gianni Merlini. È collocata su 4 piani e le collezioni sono interamente a scaffale aperto, salvo i libri antichi e rari conservati in 8 stanze climatizzate; possiede più di 28.000 libri antichi e numerosi fondi di persona.
Curia Maxima con la sua biblioteca storico-giuridica
Fin dal 1879 il Comune di Torino, proprietario del complesso della Curia Maxima, ha concesso locali a titolo gratuito per la sede del Consiglio dell’Ordine Avvocati e per la costituenda biblioteca. Negli anni il piccolo nucleo librario iniziale è stato ampliato grazie a lasciti e donazioni di enti e autorità e grazie all’impegno del Consiglio che lo ha implementato con collane, riviste giuridiche e monografie. La proposta del FAI verrà completata dalla visita alle aule già sedi delle Assise che ospitarono storici processi come quello per i Martiri del Martinetto e quello alle Brigate Rosse.
Accademia di Agricoltura con la sua biblioteca storico-naturalistica
Ingresso dedicato agli iscritti FAI
Antica dimora nell’Ottocento di Eleonora dei conti Massel, il palazzo è stato ceduto da Sofia di Cacherano di Bricherasio, ultima erede, all’Istituto Salesiano per le Missioni, il quale ne vendette una parte nel 1951 all’Accademia di Agricoltura. La sua biblioteca possiede circa 6.000 volumi, 20.000 opuscoli e 900 testate di periodici, delle quali 50 ancora correnti, di argomenti che spaziano dalle scienze agrarie e naturali alla veterinaria, all’economia, alla giurisprudenza, alla meccanica agraria, etc. e che provengono da varie donazioni e collezioni raccolte nel tempo, oltre a circa 500 libri antichi, di cui 8 cinquecentine.
Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione con la sua biblioteca storico-militare
Il Palazzo Arsenale è uno dei più imponenti edifici torinesi e ospita oggi il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito. La biblioteca del Comando, nonché Biblioteca militare del Presidio di Torino, su determinazione dello Stato Maggiore dell’Esercito, trae le sue origini da quella sorta presso la Reale Accademia Militare di Torino, nata nel 1678 per volere di Madama Maria Giovanna Battista di Savoia–Nemours. Il suo patrimonio librario comprende un fondo antico (1483 – 1829) e uno più moderno (1830 – nostri giorni). È presente, anche, una cospicua dotazione di materiale archivistico legato all’attività della Regia Accademia Militare, dal 1816 al 1943, tra cui alcune pagelle dell’Allievo Camillo Benso Conte di Cavour.
Biblioteca “Silvio Curto” del Museo Egizio
Il primo nucleo librario da cui ebbe origine la Biblioteca risale al 1824 in concomitanza con la nascita del Museo stesso; si tratta però di poche opere anche se di gran pregio, come la Description de l’Egypte della spedizione Napoleonica, i Denkmaeler di Lepsius e i Monumenti dell’Egitto e della Nubia del Rosellini. A partire dagli anni Cinquanta del Novecento grazie a doni da parte di studiosi, ma soprattutto a una massiccia campagna di acquisti, la Biblioteca divenne un importantissimo e imprescindibile strumento di lavoro per tutti coloro che studiavano la collezione museale, nonché una delle uniche biblioteche egittologiche in Italia. La collezione è specialistica e tratta argomenti quali egittologia, papirologia, museologia e studi più approfonditi sul patrimonio culturale in generale.
CIRIÈ (TO)
Cappella di Robaronzino
Tra le molte cascine sorte nei secoli scorsi nelle campagne che circondano il centro abitato di Devesi (frazione di Ciriè), quella di Robaronzino è una delle più antiche e delle più belle. La struttura originale del complesso, che ancora oggi è circondato su tre lati dall’antico muro di cinta in pietra e mattoni, risale al XVII secolo. I primi documenti che citano Robaronzino come cascina risalgono a fineSeicento, ma questo complesso visse le più importanti vicende della sua storia nella prima metà del Settecento, quando il banchiere Antonio Faccio di Carignano ne acquisì la proprietà (1735) e costituì una cappellania presso la chiesa della cascina (1741). La Cappella, che all’esterno si presenta semplice e lineare, è all’interno un vero gioiello barocco: l’altare, attribuibile a Bernardo Vittone, è coronato da candelabri e putti lignei; pregevolissimi stucchi di maestri luganesi ornano la chiesa; l’abside è decorata da una tela che raffigura l’Immacolata Concezione; le pareti laterali presentano quattro grandi tele, opera del pittore Pietro Francesco Guala.
RUBIANA (TO)
Pinacoteca Comunale Francesco Tabusso
Allestita nel 2016 nelle sue forme attuali, la Pinacoteca Comunale sorge nel centro di Rubiana. Nei locali dell’antica cappella di ciò che fu un convento di suore, oggi l’arte contemporanea fornisce una lettura unica del territorio della Valle di Susa attraverso le opere dei più rilevanti artisti contemporanei piemontesi. La visita darà modo di approfondire la conoscenza dell’opera del pittore Francesco Tabusso e leggerla in dialogo con molti altri artisti che con il Maestro hanno condiviso importanti percorsi comuni.
Villa Tabusso
Ingresso dedicato agli iscritti FAI
Villa Tabusso sorge in una borgata del Comune di Rubiana, sulle pendici del Colle del Lys. Circondata da un bel parco, è ancora oggi luogo di villeggiatura della famiglia del pittore Francesco Tabusso, che qui trascorse gli anni della sua adolescenza, iniziando a dipingere nello studio dell’ultimo piano. L’edificio di tre piani, progettato nel 1906, è un tipico esempio di Liberty alpino di inizio Novecento. Acquistata da Alfredo Tabusso – nonno del Maestro – nel 1927 è sempre stata luogo di riferimento della famiglia, che qui sfollò durante la guerra. La villa, normalmente chiusa al pubblico, verrà aperta in occasione delle Giornate FAI d’Autunno con un percorso che comprende gli spazi pubblici e lo studio del terzo piano, nel quale l’artista iniziò il proprio cammino artistico.
ALESSANDRIA
Casa del Mutilato
La Casa del Mutilato della Provincia di Alessandria è stata progettata dall’Architetto Venanzio Guerci e commissionata dall’allora presidente dell’associazione Vittorio Nicola. I lavori presero avvio nel 1938 e venne inaugurato nel 1940. Si tratta di un esempio assai rappresentativo di arte razionalista dell’epoca; le finestre della facciata, in particolare, sono squadrate nel pieno rispetto dei canoni dello stile allora in voga, ma alleggeriscono la visuale le tre finestre della balconata con arco a tutto sesto. Il modernismo dell’edificio è evidente soprattutto nell’illuminazione della scala interna, assai imponente, ricoperta all’interno di marmo bianco di Carrara. Nel complesso il progetto riflette la solennità, la grandiosità e la commistione tra funzionalità e magnificenza tipici dell’edilizia pubblica di quel periodo. Di grande pregio la decorazione della sala delle adunate nella cui abside compare una grande pittura murale dedicata al sacrificio dei mutilati ad opera di Alberto Caffassi. All’interno del bene, solitamente chiuso al pubblico, si potrà ammirare anche una mostra dal titolo NATURA MIRABILE.
Chiesa di San Giacomo della Vittoria
La Chiesa di San Giacomo della Vittoria è un gioiello storico-artistico, simbolo architettonico per la città di Alessandria dell’epoca rinascimentale. L’edificio primitivo, iniziato nel 1392, venne dato agli agostiniani nel 1405 dopo breve officiatura dei preti secolari. Agli agostiniani si devono i lavori di riplasmazione architettonica e ridecorazione eseguiti fra i secoli XVIII-XIX. La chiesa oggi si presenta ad aula unica con volta a botte e abside poligonale, mentre le pareti perimetrali sono scandite da tre archi per lato; il rivestimento marmoreo dei pilastri è riconducibile a un intervento novecentesco. La volta presenta motivi decorativi ad affresco e cornici in stucco dorato riconducibili agli anni ’50-’60 dell’Ottocento. Degno di particolare nota è ciò che rimane dell’originaria decorazione trecentesca ad affresco: la Madonna del latte del 1395 attribuito al pittore lodigiano detto ‘Maestro di Ada Negri’.
MORANO SUL PO (AL)
La Grangia di Pobietto e il Museo della Civiltà risicola
Frutto di aggregazioni e rifacimenti che si sovrappongono nell’arco dei secoli, la grangia di Pobietto, fondata nel 1185, è una grande tenuta agricola organizzata secondo il modello delle grange monastiche. Storicamente parte di un sistema di tenute dipendenti dall’Abbazia di Lucedio, è un organismo in continua evoluzione e nel corso dei secoli ha subito modificazioni e ampliamenti determinati dall’evoluzione delle tecniche e dei processi agricoli. Aveva una struttura a corte chiusa fortificata, protetta da un alto muro perimetrale con l’ingresso difeso da una torre-porta. Il complesso posto al centro delle aree coltivate, era formato da una serie di edifici che comprendevano le stalle, le officine, i magazzini, il mulino, la cappella e l’abitazione del “grangerius”. Nel Novecento, quando il riso diventò la coltivazione principale, furono costruiti fuori dalla corte i dormitori che ospitavano le mondine e i lavoratori stagionali delle risaie, dove oggi è collocato il Museo della Civiltà risicola e dell’ambiente di pianura, che contiene una ricca collezione di attrezzi e macchine relativi alla coltivazione e al trattamento del riso, iniziata nel 1989 già a cura del comune di Morano sul Po, e successivamente implementata dalla famiglia Canepa, tuttora affittuaria.
MASIO (AL)
Castello di Redabue
Posto in una zona teatro per secoli di lotte per il possesso del Monferrato, il Castello di Redabue venne edificato nel XIII secolo. Oggetto di scontri e saccheggi tra le famiglie dei Paleologo e dei Visconti, nel 1440 fu distrutto da Facino Cane, assoldato da Teodoro II di Monferrato. Nuovamente nel Seicento il castello costituì uno dei punti nevralgici durante due guerre di successione del Monferrato provocate dalle ambizioni dei Savoia. Più volte perduto e ripreso dagli spagnoli contro i franco savoiardi di Vittorio Amedeo II, subì grossi danneggiamenti fino al Settecento quando il Monferrato divenne di casa Savoia. Oggi al suo interno rimangono, alcuni archi di tufo alternati a mattoni databili intorno al XIII secolo, le torri merlate e una torre quadrata scostata dal corpo principale. Dal 1830 l’edificio e tutta la tenuta vennero acquistati dalla famiglia Doria Lamba che vi stabilì la sua residenza estiva. Completamente restaurato all’inizio dell’Ottocento e solitamente non visitabile, è ricco di spazi particolarmente scenografici: quelli completamente ristrutturati dell’antica cantina, l’adiacente chiesa disegnata dallo Juvarra, alcuni saloni del Castello, il giardino antistante, il bellissimo parco di circa dieci ettari caratterizzato da lunghi viali e grandi prati.
OVADA (AL)
Palazzo Spinola e Chiesa Santa Maria delle Grazie
Palazzo Spinola, costruito nella seconda metà del XVII secolo, è parte di una grande struttura che comprende un’area delimitata da via San Paolo, Piazza San Domenico, Vico Oratorio e via Ripa. In quest’area, oltre al palazzo signorile, si trovano cortili, porticati, locali di servizio, scuderie e cantine. L’ingresso all’edificio immette in spaziosi locali di rappresentanza da cui si sale al piano nobile, dove si trovano ambienti luminosi dai soffitti decorati. La Chiesa Santa Maria delle Grazie, oggi San Domenico (più conosciuta come Chiesa dei padri Scolopi), realizzata nel 1481 sulla struttura di una precedente chiesa romanica a sua volta eretta sui resti di un nucleo protocristiano, subì diversi interventi di restauro al termine dei quali vennero riportate a vista le originali strutture romaniche. All’interno diverse tele, tra cui una attribuita al Fiasella. L’imponente austerità del palazzo unitamente alla facciata della chiesa formano una spettacolare e scenografica quinta alla piazza su cui si affacciano.
FRINCO (AT)
Castello di Frinco
L’abitato di Frinco ha origini probabilmente nel IX secolo a seguito dell’invasione dei Franchi prima dell’anno 800, ma è documentato solo dal 1117 mentre il castello dal 1288. Dopo diverse vicissitudini storiche e passaggi di proprietà, intorno al 1960 inizia il degrado del castello,quando viene acquistato da un’azienda agricola che vi impianta un allevamento di pollame. Conseguente al suo fallimento, l’edificio viene sequestrato, posto all’asta e acquistato da privati nel 1992. Inizia così un travagliato iter di investimenti mancati e speculazioni che ritardano fondamentali lavori di restauro. Nel 2011 una frana ne mette a rischio la sicurezza e a febbraio 2014 si verifica il crollo di una porzione significativa dell’edificio che precipitata sull’abitato. Nel 2019 viene acquistato dal Comune che nel 2020 inizia i lavori di ripristino. In occasione delle Giornate FAI si visiteranno diverse aree e sale messe in sicurezza dopo i primi restauri e la collaborazione con il Politecnico di Torino, che ha dato una svolta per il rilancio del castello.
SOSTEGNO (BI)
Percorso tra le chiese
In occasione delle Giornate FAI d’Autunno verrà proposta una passeggiata, con partenza dal Municipio, alla scoperta di cinque importanti chiese e oratori del borgo di Sostegno, di epoche differenti e con caratteristiche particolari. Tra questi, la Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo, con impianto delle chiese barocche, a un’unica navata e con cappelle e altari laterali, in cui l’altare maggiore è dedicato a San Lorenzo, patrono del paese. La sua cupola subì un parziale cedimento strutturale nel 1923: ciò determinò il suo rifacimento qualche anno dopo e affrescata dal pittore Giuseppe Ferrero, che già aveva decorato la precedente. Sono rappresentati momenti della vita di San Lorenzo: i personaggi sono stati raffigurati traendo spunto da alcuni abitanti di Sostegno.
Alla scoperta del borgo di Rosazza
In occasione delle Giornate FAI verrà proposta una camminata durante la quale si potranno ammirare le bellezze di Rosazza, definito da molti il borgo più misterioso d’Italia, che sorge lungo una stretta striscia di terra tra la Valle del Lys e la Valsesia, circondata dalle Alpi Pennine. Ciò che colpisce di questo borgo sono le sue eccentriche strutture, prima fra tutte il Castello, fatto erigere dal Senatore Federico Rosazza. Questo luogo, oltre le singolari apparenze, è custode di tradizioni e mestieri legati alla vita della valle, usanze che vanno via via scomparendo.
Municipio e Torre Ghibellina, Castello e Casa Natale di Federico Rosazza
Ingresso dedicato agli iscritti FAI
Gli iscritti FAI potranno visitare le due torri, del Castello e civica, e la stanza natale del senatore Federico Rosazza. Progettato da Giuseppe Maffei, il Municipio spicca per il colonnato che arricchisce il portico antistante l’edificio. Le colonne, trattate con acido nitrico, si alternano, formando una pregevole bicromia, a quelle costruite in sienite grigia. Il campanile della vecchia chiesa fu trasformato in torre civica con l’aggiunta di una merlatura ghibellina e di un terrazzino circolare. Il Castello, anch’esso progettato da Giuseppe Maffei e oggi di proprietà privata, ha chiari riferimenti all’Esoterismo e alla Massoneria. Colonne, architravi e statue richiamano gli antichi templi di Paestum. Alcuni di questi manufatti furono travolti dall’alluvione del 1916, portati a valle dalle acque del torrente e posizionati in seguito nel Parco Comunale. La torre, a pianta circolare, è sormontata da una merlatura guelfa e una scala di 100 gradini in pietra conduce alla cima. Nella casa natale di Federico Rosazza sarà visitabile la sua stanza da letto con l’affresco che rappresenta la volta stellata in cui una stella è stata dipinta al contrario come da tradizione legata alla Massoneria.
GARESSIO (CN)
Laboratorio personale di Giorgetto Giugiaro
Ingresso dedicato agli iscritti FAI
Visita eccezionale, riservata agli iscritti FAI, della bottega-laboratorio personale di Giorgetto Giugiaro – mai aperta al pubblico – dove il noto designer di auto ha iniziato a disegnare, apprendendo i segreti dell’arte dell’affresco dal padre. Il luogo è inserito nel cuore di Garessio, suo paese natale e splendido borgo medievale, tutto da scoprire.
ALBA (CN)
Chiesa S.S. Cosma e Damiano
Ingresso dedicato agli iscritti FAI
Costruita su resti di mura e pavimentazioni romane, la Chiesa barocca dei Santissimi Cosma e Damiano (due medici fratelli vissuti tra III e IV secolo d.C.) è di origine molto antica e la si trova già menzionata in documenti del XII secolo. Verrà poi completamente ricostruita nel Settecento a partire dalle fondamenta e verrà aggiunto negli stessi anni il campanile. Il corpo della chiesa presenta un planimetrico schema longitudinale a unica navata, intervallato simmetricamente da due cappelle laterali. L’altare maggiore presenta solo parte delle sua conformazione settecentesca, in marmi policromi a colori tenui, essendo stato smembrato. In questo periodo l’edificio è chiuso per lavori di restauro; in occasione delle Giornate d’Autunno gli iscritti FAI potranno eccezionalmente visitare, su prenotazione, i lavori di cantiere, in fase di ultimazione, con la guida di esperti.
SALUZZO (CN)
Storie di sogni e sognatori al cimitero di Saluzzo
Il percorso cimiteriale proposto dalla Delegazione FAI di Saluzzo trova le sue origini nel passato del territorio del marchesato di Saluzzo. Infatti, nella città quattrocentesca, nell’attuale Chiesa della Consolata è ancora visibile un affresco dell’antica Danza della Morte, soggetto iconografico ricorrente nella decorazione dei luoghi di sepoltura. In un vortice inarrestabile, gli scheletri dei trapassati trascinano con sé vescovi, sovrani, dame, nobili, guerrieri, mercanti, prelati, contadini, artigiani, bambini, ciascuno con i segni distintivi della propria condizione umana. La storia della civiltà ha però insegnato un modo diverso per superare la tragicità della danza: la visione del futuro tramite l’arte, la medicina, la musica, la filantropia, in poche parole la condivisione dell’esperienza maturata. Per ricordare alcune figure di uomini e donne eccezionali, i luoghi del loro ultimo riposo sono stati abbelliti con vere e proprie opere d’arte, solitamente trascurate dai visitatori. Con la regia di Anna Maria Faloppa riscopriremo la bellezza di un’arte commissionata a raccontare un sogno oltre la vita, con la visita a una serie di tombe monumentali/semplici sul filo del recupero della cultura otto/novecentesca.
NOVARA
Scurolo della Basilica di San Gaudenzio
Lo scurolo di San Gaudenzio si trova nell’omonima Basilica, al di sotto della nota Cupola antonelliana. Non vi sono elementi per connettere il progetto della Basilica di Pellegrino Pellegrini (anni 60 del Cinquecento) con qualche idea di cripta o altro. Per la realizzazione dello scurolo si attesero circa 100 anni e dopo diverse proposte progettuali si giunse dal 1673 al 1692 al completamento della costruzione e della splendida decorazione pittorica di Stefano Maria Legnani, detto il Legnanino. Si hanno due scale di accesso ai lati, utili per un più regolato flusso dei devoti, ma anche spettacolari nell’impianto spaziale. La soluzione in alzato, garantisce una visibilità maggiore della custodia del santo lasciando inalterato lo spazio della liturgia nella chiesa. Le visite proposte durante le Giornate FAIpermetteranno di ammirare un ambiente eccezionale, solitamente interdetto al pubblico. Lo scurolo con la sua pianta ottagonale dominata dal marmo nero e dal marmo giallo costituisce infatti una vera e propria eccellenza artistica del territorio, che colpisce non solo per il suo grande apparato scenico, ma anche per la grande solennità di cui è permeato.
BORGOSESIA (VC)
Industrie Toscanini
Immerse tra i boschi e i torrenti della Valsesia, l’Industria Toscanini, fondata nel lontano 1920, era una piccola azienda che produceva coltelli dai manici in legno destinati a essere venduti nei mercati locali. A questo primo prodotto si aggiunsero col tempo: assi da bucato, spazzole, taglieri, sedie e, infine, i portabiti che determinarono la prima vera svolta produttiva e creativa. L’industria si ampliò, l’innovazione dei macchinari si accompagnò con l’evoluzione dei materiali e il concetto di un moderno design alla ricerca della perfezione estetica nella funzionalità del prodotto. Oggi nello stabilimento situato nella piccola frazione Isolella di Borgosesia si producono portabiti in legno e plexiglass – frutto di anni di studio, brevetti e di accurata esecuzione – per i più importanti nomi della moda globale. In occasione delle Giornate FAI d’Autunno i visitatori avranno l’eccezionale possibilità di visitarne l’interno e assistere al modernissimo ciclo produttivo realizzato con macchinari di ultima generazione.
Elenco completo dei luoghi aperti in PIEMONTE,
giorni e orari di visita e modalità di partecipazione su:
IMPORTANTE: Verificare sul sito eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse
Dal 15 al 31 ottobre
L’immagine – guida del progetto è una proposta simbolica di alto impatto visivo ed emozionale, firmata da Silvio Giordano, celebre creativo e visual artist di origini potentine, che così la descrive: “Una colonna romana, simbolo di cultura e valori, di equilibrio e stabilità, che si infrange contro un urto quasi invisibile causato da una forza sconosciuta. La colonna bianca in questo caso è spezzata da un’altra forza nera. L’immagine è la metafora dell’arrivo a Roma del Partito Nazionale Fascista. Un evento eversivo che segnò Roma e l’Italia in maniera radicale. Un attacco frontale che non ha avuto paura di infrangere colonne portanti della democrazia e della non violenza”. 28 – 30 ottobre 1922: la “Marcia su Roma”, prologo della “rivoluzione fascista”, al termine della quale Vittorio Emanuele III diede l’incarico a Mussolini di formare un nuovo governo. Parte di qui, ma fa una lunga galoppata fino ai giorni nostri, il progetto speciale promosso, in occasione dei 100 anni dalla “Marcia su Roma”, dal torinese “Polo del ‘900”, su iniziativa della “Fondazione Carlo Donat Cattin”, e che si terrà fra il sabato 15 e il lunedì 31 ottobre prossimo. Patrocinato dal “Ministero della Cultura”, dal “Consiglio Regionale del Piemonte–Comitato Resistenza e Costituzione”, dal “Comune di Torino” e dall’“Ateneo” torinese, il progetto propone una serie di eventi ed iniziative, divisi in tre sezioni (Edu Stories, Cinematografo e Conferenze) per riflettere sul “Ventennio” e ha il pregio di aprirsi con uno sguardo attento e critico sull’attualità. Tutti gli eventi si svolgeranno al “Polo del ’900” (via del Carmine 14, Torino), mentre l’inaugurazione si terrà nell’Aula Magna della “Cavallerizza Reale” (via Giuseppe Verdi 9, Torino) di “UniTo”. Sette talk con importanti storici nella fascia oraria pomeridiana, un cineforum al mattino riservato alle classi quinte delle scuole secondarie di secondo grado e un cineforum preserale compongono un’offerta ricca e variegata rivolta ad un ampio pubblico. La serata di inaugurazione del programma (sabato 15 ottobre, ore 21, alla “Cavallerizza Reale”) è affidata ad Ezio Mauro, già direttore de “La Stampa” e de “La Repubblica”, che terrà una lectio intitolata “22, l’ultimo anno di libertà”.
Particolarmente dettagliata l’agenda delle “Conferenze” (tutte al “Polo del ‘900”, alle ore 18) attraverso un percorso ideale che, partendo dalla lectio “La marcia su Roma e gli inizi del fascismo in Italia” tenuta dal professor Marco Palla dell’“Università di Firenze”, approderà alla riflessione su “Crisi dei partiti e della partecipazione democratica” in un dialogo tra Valentina Pazè, dell’“Università di Torino”, con Lorenzo Pregliasco, fondatore di “YouTrend” (il portale italiano che racconta le tendenze socio-politiche del nostro tempo), passando per le “Interpretazioni del fascismo” con Rosalia Peluso, Marco Revelli e Marco Scavino, fino (solo per citarne alcune) alla tavola rotonda conclusiva “Crisi delle democrazie: consenso, rappresentanza e istituzioni” con Gianfranco Morgando, Dario Tosi, Cristopher Cepernich, Silvano Belligni, Francesco Lo Grasso e moderata da Alberto Sinigaglia, presidente del “Polo del ‘900”.
Per quanto riguarda la sezione Cinema, verrà proposto (sempre al “Polo del ‘900, alle 18) un percorso filmico su tre autentici capisaldi del cinema sul fascismo: “Dalla Marcia su Roma a piazzale Loreto” (19 ottobre), “Il delitto Matteotti” (22 ottobre) e “Cronache di poveri amanti” (29 ottobre) Il primo film, girato da Paolo Gobetti, si compone di due lezioni filmate sui cinegiornali fascisti, con l’inclusione di alcuni cinegiornali tedeschi e dell’intera sequenza del cadavere di Mussolini girata a Piazzale Loreto. “Il delitto Matteotti”, di Florestano Mancini, è la cronaca minuziosa del delitto del segretario del Partito Socialista Unitario e delle ricerche che non condurranno mai ai veri colpevoli. Chiude il trittico selezionato “Cronache di poveri amanti” di Carlo Lizzani, premiato a Cannes e vincitore di due “Nastri d’argento”.
Due infine gli incontri pensati per il progetto scuole e che – dopo la visione dei film “La marcia su Roma” di Dino Risi e “Fascisti su Marte” di Corrado Guzzanti a cura dell’“Ordine dei giornalisti del Piemonte”, dell’“Associazione Stampa Subalpina” e di Cgil, Cisl e Uil – avranno come oggetto della discussione “Le libertà”. Dalla libertà di stampa alla libertà di associazione e sindacale. Proprio Torino, il 18 dicembre del 1922, fu infatti teatro di un episodio fra i più efferati del regime con la tristemente nota “strage”, l’aggressione ad un gran numero di operai e sindacalisti (14 le vittime e 26 i feriti), l’assalto alla “Camera del Lavoro” cittadina – data alle fiamme, insieme al “Circolo Anarchico” dei ferrovieri e al “Circolo Carlo Marx” – e la devastazione della sede di “Ordine Nuovo”.
Per info e programma dettagliato: “Polo del ‘900”, via del Carmine 14, Torino; tel. 011/0883200 o www.polodel900.it o www.fondazionedonatcattin.it
g.m.
Conferenza, sabato 15 ottobre, ore 9,30/12.00 in Biblioteca civica Centrale, via Della Cittadella 5, Torino. Il convegno si affianca alla mostra ClocharDesign.
A cura di CAUS – Centro Arti Umoristiche e Satiriche, moderatore Raffaele Palma.
Intervengono: Cristian Campagnaro (Dipartimento di Architettura e Design, Politecnico), Anna Arcudi (Liceo Artistico Statale Aldo Passoni), Barbara Giaccone (Euro stamp 1 s.r.l. Settimo Torinese), Alfredo Zanellato Vignale (progettista), Signor Rinaldo Canalis per Re.Te. – Restituzione Tecnologica – SERMIG
Mentre molti designer progettano nuove barriere anti-clochard (divisori su panchine, piani inclinati, spunzoni, dissuasori, recinzioni, ecc.), l’iniziativa del Caus vuole proporre alla società civile, progetti dal design non ostile ma potenzialmente utili a queste vite in difficoltà. La conferenza verte proprio a questo: dibattere e proporre nuove soluzioni (molti concept sono esposti fino a sabato 22 ottobre nel foyer della Biblioteca Civica Centrale ad ingresso libero con orario Biblioteca) che possano diventare proposte concrete, restando in linea con la tradizione della solidarietà sociale, del design e dell’innovazione, peculiarità che da sempre caratterizzano l’anima del capoluogo subalpino.
Anche per questa iniziativa il Caus si mantiene distante dal cliché del “poverty porn”, cioè dal voyerismo a volte scabroso e perverso verso l’estrema indigenza su cui una certa cultura contemporanea sembra insistere. Scopo dell’evento è semplicemente quello di accendere i riflettori (quel tanto che basta) sugli homeless, senza perseguire retoriche politiche o religiose, prendendo anche le distanze da quel piacere freak ed elitario di scimmiottamento della vita da miserabili, ancora tanto in voga oggi presso una frangia della società.
Il Centro Studi del Teatro Stabile di Torino, in collaborazione con l’Università di Torino, promuove anche quest’anno la rassegna “Retroscena”, giunta alla sua ottava edizione.
Questa volta la location sarà la Caffetteria Lavazza del Teatro Carignano.
Ogni appuntamento sarà introdotto da un docente dell’Università di Torino, che alimenterà un dialogo con attori e registi per approfondire i temi degli spettacoli e analizzare i vari aspetti delle messe in scena.
Saranno undici appuntamenti che si terranno di consueto il mercoledì alle 17.30, accompagnando il pubblico per tutta la stagione teatrale.
Il primo appuntamento sarà dedicato allo spettacolo ‘Il crogiuolo’di Arthur Miller per la regia di Filippo Dini, in programma mercoledì 12 ottobre alle 17.30, presso la Caffetteria Lavazza.
Seguiranno altri incontri, di cui mercoledì 19 ottobre, sempre alle 17.30 al teatro Carignano, quello incentrato sul dialogo con Mariapaola Pierini del Dams Università di Torino sullo spettacolo Dulan e la sua sposa” di Melania Mazzucco, per la regia di Valerio Binasco.
Mercoledì 16 novembre, sempre alle 17.30, Geppy Gleijeses, Maurizio Micheli e Lucia Poli dialogheranno con Leonardo Mancini dell’Università di Torino sulla pièce teatrale intitolata “Servo di scena” di Ronald Harwood, per la regia di Guglielmo Ferro.
MATA MARTELLOTTA
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti in sala.
Prenotazione obbligatoria online su teatrostabiletorino.it/ retroscena/.
Per informazioni contattare il Centro Studi del Teatro Stabile di Torino
Tel 011/5169405.
La catena di megastore specializzata in fashion e home, apre a Torino il 5° megastore in città, il 13° in Piemonte.
Per l’apertura del nuovo punto vendita il Gruppo ha curato nei mesi scorsi importanti lavori di riqualificazione dell’immobile che precedentemente ospitava un outlet di Cisalfa. Sviluppato su una superficie di vendita di 2500 mq il nuovo negozio propone le merceologie del settore fashion e del settore home. Il progetto del nuovo punto vendita ha permesso l’assunzione di nuove risorse.
“Con Corso Peschiera a Torino rafforziamo notevolmente la nostra presenza su un territorio strategico per noi, il Piemonte è la regione che ad oggi conta il maggior numero di megastore Max Factory in Italia. La nostra formula riassunta dal claim “shopping facile e di tendenza” ci sta premiando, la clientela ci sceglie conquistata dalla validità dell’offerta, prodotti di marca, di qualità a prezzi estremamente vantaggiosi. Con l’inaugurazione del nuovo megastore a Torino, chiudiamo l’intenso programma di aperture previsto per quest’anno che ci ha visti impegnati in un’attività di sviluppo che ha permesso la realizzazione di 5 nuovi punti vendita in totale a livello nazionale. Oggi ne contiamo in tutto 36” commenta Stefano Giorgetti, Direttore Generale Max Factory.
Il nuovo megastore Max Factory di Torino esprime il concept architettonico e decorativo ideato nel 2019, proponendo codici di layout, comunicazione in store e offerta dei negozi della catena uniformi per tutti i punti vendita.
Le merceologie proposte spaziano dal settore della casa a quello fashion, con particolare focus sui casalinghi, sulla cartoleria, sul tessile e sulla decorazione. L’obiettivo del Gruppo è di creare un’esperienza di shopping unica, razionale, soddisfacente e immediata, con un’attenzione particolare nei confronti del cliente a cui sono offerti i migliori prodotti al miglior prezzo.
La formula Max Factory valorizza il concetto di “one stop shot” offrendo una varietà di prodotti che coprono la quasi totalità delle esigenze delle famiglie, attraverso un’ampia varietà di prodotti di marca nell’abbigliamento, nelle calzature, nella valigeria, per quanto riguarda il comparto fashion e nelle stoviglie, pentole, materiale elettrico, per esempio, nel settore home. Ampia l’offerta di prodotti di marca come Agnelli, Tognana, Ballarini, Givova, Ariete, Delonghi – per citarne alcuni del settore Home e Leone, Givova e Nasa per la parte Fashion.
Lo store di Torino, Corso Peschiera dispone di un ampio parcheggio sotterraneo e di 50 posti auto.
Max Factory
Nato nel 2005, il Gruppo Max Factory è oggi presente in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio e Veneto con più di 30 store di abbigliamento e articoli per la casa, ciascuno con una superficie media di 3000 mq.
Gli store sorgono nelle province di Como (5 punti vendita), di Milano (2), di Monza e Brianza (2), di Lecco (1), di Novara (2), di Bergamo (1), di Reggio Emilia (1), di Verbania (1) e di Verona (1), oltre che in città come Pavia (2), Torino (5), Alessandria (1), Asti (1), Brescia (1), Piacenza (1), Roma (3). A queste si aggiungono le ultime aperture di Nichelino (TO), di Trecate (NO), Rottofreno (PC), Madignano (CR), San Michele all’Adige (TN) e Nichelino Via Martiri per un totale di 36 store sul territorio nazionale.
Il Gruppo prevede di presidiare il territorio nazionale con oltre 50 punti vendita entro il 2025.
Max Factory offre una selezione accurata di prodotti per tutta la famiglia, abbigliamento uomo, donna e bambino, casalinghi e articoli per la cucina, decorazione della casa, tessile, cartoleria, pet, giocattoli e bricolage. La filosofia del Gruppo è scegliere prodotti di qualità offrendoli al miglior prezzo ai propri clienti. Tra gli obiettivi a breve termine, quello di aumentare costantemente l’offerta con una quota di prodotti italiani fino al 70%.
|
Quattrocento pezzi e un rinnovato allestimento accompagneranno il visitatore in un viaggio – dedicato alla musica dal vivo nella nostra città – lungo un secolo.
Il titolo della mostra, preso a prestito dall’omonima canzone scritta da Lucio Dalla per Ron, è emblematico: Torino è la patria italiana del jazz, da Torino sono partite e si sono concluse le grandi tournée delle star del rock, del pop e dei grandi cantautori, in questa città sono nati artisti che hanno dato lustro alla musica italiana nel mondo.
Una sezione è dedicata alle fotografie artistiche di Dario Lanzardo, in gran parte inedite.