Cosa succede in città- Pagina 166

Kevin Spacey, l’attore premio Oscar sarà a Torino il 16 gennaio

AL MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA

 

L’attore Premio Oscar per I soliti sospetti e American Beauty, che ha reso indimenticabili personaggi come Frank Underwood nella serie House of Cards,

torna a incontrare il suo amato pubblico per una Masterclass e per l’occasione riceverà il premio Stella della Mole

 

Lunedì 16 gennaio 2023

ore 18:30 – Museo Nazionale del Cinema

ore 20:30 – Cinema Massimo

 

apertura prevendite: 20 dicembre 2022

Camaleontico protagonista del cinema mondiale contemporaneo, Kevin Spacey è indiscutibilmente tra gli attori più talentuosi e acclamati della sua generazione. Il Museo Nazionale del Cinema è lieto di rendere omaggio al pluripremiato attore che, nel corso della sua pluridecennale carriera, ha dato volto memorabile a ruoli complessi, enigmatici e dinamici come, tra gli innumerevoli, quello del suo celeberrimo Frank Underwood nella popolare serie House of Cards.

Il due volte Premio Oscar per American Beauty e I soliti sospetti – che ha raggiunto la fama mondiale con una serie di classici anni ’90 come Se7en, L.A. Confidential, Glengarry Glen Ross e The Negotiator – sarà protagonista di un’attesissima Masterclass, lunedì 16 gennaio 2023 alle ore 18:30 nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana e, alle 20:30 al Cinema Massimo (Sala Uno), introdurrà la visione di uno dei film di maggior successo che hanno costellato la sua fortunata carriera.

In dialogo con il direttore del Museo Domenico De Gaetano, Kevin Spacey rievocherà le tappe più importanti della propria carriera e i suoi numerosi personaggi che il pubblico conosce per nome, da Keyzer Söze a John Doe, passando per Jack Vincennes, Lester Burnham, Mel Profitt e Lex Luthor.

Al termine dell’evento – a cura di Marco Fallanca – Kevin Spacey riceverà la Stella della Mole, quale riconoscimento per aver apportato, con la sua filmografia, un personale contributo estetico e autoriale allo sviluppo dell’arte drammatica.

“Siamo onorati che un ospite così prestigioso come Kevin Spacey abbia scelto Torino e una sede istituzionale come il nostro Museo per questo gradito e attesissimo ritorno in un evento con il pubblico” – afferma Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. “È un privilegio poter ospitare la masterclass di uno dei più grandi interpreti di cinema e teatro del nostro tempo, attore che ha fatto della sua versatilità nella recitazione uno dei suoi caratteri distintivi”.

 

“Kevin Spacey si è da sempre imposto sulle scene grazie alla sua straordinaria mimica e al sapiente uso dello sguardo, rendendo ogni personaggio ben più di una semplice performance” – sottolinea Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. “Con la sua abilità nel mostrare l’alienazione e la vulnerabilità di un uomo che affronta la crisi di mezz’età, la sua magistrale e indimenticabile interpretazione in American Beauty, venata di sottile malinconia, ha incarnato perfettamente il disincanto della classe media americana. Lo scorso anno aveva visitato il museo in forma privata – continua De Gaetano – ed era rimasto molto colpito dalle collezioni di precinema e dall’architettura della Mole Antonelliana. Adesso, tra tutte le città del mondo, ha scelto Torino per una masterclass. Non poteva farci regalo più grande”.

 

 

KEVIN SPACEY

Kevin Spacey è nato a South Orange, nel New Jersey. Studia recitazione alla Juilliard e a New York nel 1981 fa il suo debutto sul palcoscenico in Enrico IV, Parte I a Central Park. Nel 1986 esordisce sul grande schermo con Affari di cuore di Mike Nichols. Alternando cinema e teatro, nel 1991 vince un Tony Award con Lost in Yonkers di Neil Simon ma sono i suoi ruoli degli anni Novanta a decretarne il successo. Nel 1992 lavora con Alan J. Pakula in Giochi d’adulti e nel 1994 è sul set di Il prezzo di Hollywood dove interpreta Buddy Ackerman. Nel 1995 lo consacrano i ruoli memorabili in I soliti sospetti di Bryan Singer e in Se7en di David Fincher. L’anno seguente viene premiato con l’Oscar come migliore attore non protagonista per il ruolo del truffatore invalido Roger “Verbal” Kint e con un MTV Movie Award come miglior villain per l’interpretazione del serial killer John Doe. Lo stesso anno debutta dietro la macchina da presa, dirigendo Matt Dillon, Faye Dunaway e Viggo Mortensen in Insoliti criminali. Tra il 1997 ed il 1998 escono altre sue fondamentali opere: L.A. Confidential di Curtis Hanson, Mezzanotte nel giardino del bene e del male di Clint Eastwood e Il negoziatore di F. Gary Gray. Nel 1999 è la volta di American Beauty di Sam Mendes con il quale ottiene il suo secondo Oscar, stavolta come migliore attore protagonista, un BAFTA e uno Screen Actors Guild Award. Dopo The Big Kahuna, Un perfetto criminale, La vita di David Gale e molti altri, nel 2003 dirige e interpreta Beyond the Sea, uscito l’anno successivo. Nel 2006 è Lex Luthor in Superman Returns. Dal 2013 al 2017 è produttore e acclamato protagonista della serie House of Cards, che con il ruolo del cinico politico Frank Underwood gli vale un Golden Globe, due SAG Award e cinque nomination consecutive al Premio Emmy. Dal 2003 al 2015 è Direttore artistico dello storico teatro londinese Old Vic. Il suo film più recente è L’uomo che disegnò Dio (2021), dramma diretto da Franco Nero.

apertura prevendite: 20 dicembre 2022

www.museocinema.it

Apart Fair 2022, mostra d’arte ed antiquariato

Dal 2 al 6 Novembre alla Palazzina Promotrice delle Belle Arti di Torino

APART FAIR 2022,  mostra d’arte ed antiquariato, è giunta quest’anno alla sua sesta edizione e, come d’abitudine, apre la settimana dedicata alle arti nel capoluogo piemontese con quello che è divenuto un appuntamento di grande rilevanza e tra i più attesi per quanto riguarda il mondo dell’ antiquariato in Italia ed all’estero. Dal 2, giorno dell’inaugurazione, al 6 Novembre la mostra è ospitata, come per le altre edizioni, presso la Palazzina Promotrice delle Belle Arti di Torino.

E’ una sede prestigiosa quanto storica che trovò spazio nel 1914,  anno della sua costruzione, in uno dei luoghi più affascinanti ed unici della città sabauda, il parco del Valentino, a pochi metri dall’omonimo castello, oggi sede della facoltà di Architettura e luogo tanto amato da Cristina di Francia, prima Madama Reale di Casa Savoia.

 

 Sono presenti in mostra quaranta espositori provenienti da tutte le regioni italiane e dall’estero, con un ventaglio di opere che spaziano dall’archeologia al design contemporaneo negli stand che arricchiscono i due piani della mostra, in un percorso quanto mai vario e di grande fascino. Il visitatore può muoversi tra proposte, epoche, stili differenti anche per la  provenienza. Non a caso è stato scelto un tema che ne è anche il sottotitolo “ l’arte come viaggio tra i continenti nei secoli “, dove alle differenti epoche si associano le varie aree d’origine, Europa, Asia, Africa.  L’offerta si sviluppa tra quadri importanti come “ Il porto di Genova “ di Delleani ed il ritratto inedito di Emanuele Filiberto di Savoia attribuito al pittore fiammingo Adriaen Thomasz Key a tappeti e kilim orientali, da tavolini e lampade di epoca liberty a cofanetti, crocifissi ed arredi seicenteschi, sino alle moderne mappe in pelle delle metropoli più note partendo da immagini satellitari dove emergono le città nelle loro linearità spaziali.

Grande l’impegno degli organizzatori dell’evento aderenti all’A.P.A, Associazione Piemontese Antiquari di cui è presidente Aldo Ajassa, in collaborazione con ASCOM Confcommercio Torino e Provincia, con il patrocinio della Città di Torino, della Regione Piemonte e con il contributo della Camera di Commercio. Per offrire ai visitatori ed ai collezionisti una garanzia che sia sinonimo di certezza e correttezza di attribuzioni, la presenza ed il lavoro del Comitato scientifico della F.I.M.A, Federazione Italiana Mercanti d’Arte, ha evidenziato la grande attenzione ed il costante impegno dell’organizzazione. Nel salone centrale, sapientemente illuminato, campeggia un olio su tela settecentesca attribuita al veneto Simone Brentana, dal titolo  “ Cena in Emmaus “  ai cui piedi è presente un’opera contemporanea , quasi un dialogo tra secoli. E’ previsto un calendario di incontri con storici d’arte e studiosi in cui a farla da padrona sarà ovviamente l’arte nei suoi tanti aspetti, dall’antico Egitto al Novecento, da personaggi come Pietro Piffetti a riflessioni sul mondo del collezionismo.

La Presidente Ascom Confcommercio Torino e Provincia, Maria Luisa Coppa, ha sottolineato come la mostra nel suo complesso sia il risultato dell’impegno e del lavoro costante che gli antiquari svolgono durante tutto l’anno per giungere in questa sede a questi risultati perché dietro a questa mostra vi è una grande capacità di ricerca.

Patrizia Foresto                                                               

Binario 1 OGR Torino. La personale di Arthur Jafa dal 4 novembre al 15 gennaio

Se siete appassionati di arte totale oppure semplicemente curiosi di contaminazioni artistiche questa può essere una ghiotta occasione.

Sarà presentata infatti a Torino, dal 4 novembre 2022 al 15 gennaio 2023, alle OGR, “RHAMESJAFACOSEYJAFADRAYTON”, la prima personale dedicata all’artista e regista statunitense Arthur Jafa.
La mostra è concepita dall’artista per gli spazi del Binario 1 come un’unica grande installazione e riunisce alcuni dei lavori più recenti dell’artista, mai esposti prima in Italia.
L’arte di Arthur Jafa rappresenta: film, manufatti ed happenings che sfidano ogni categorizzazione in una ricerca sulla Black culture negli Stati Uniti.
Un’intensità e complessità senza precedenti realizzata in oltre tre decenni di opere multidisciplinari.
In passato è stato presente alla 58^ Biennale di Venezia (2019), con l’opera “The White Album” ed è stato premiato con il Leone d’oro come miglior artista.
<<Una domanda ricorrente guida la sua pratica artistica: come possono i media, gli oggetti, le immagini statiche e quelle in movimento trasmettere la potenza, la bellezza e l’alienazione proprie della Black music statunitense? >>
Un’indagine alla quale allude anche il titolo della mostra, citando i nomi di tre chitarre elettriche: Arthur Rhames (1957–1989), Pete Cosey (1943–2012), Ronny Drayton (1953–2020).
Commissionato e prodotto da OGR Torino in collaborazione con Serpentine, curato da Claude Adjil e Judith Waldmann con Hans Ulrich Obrist, il progetto nasce da un’idea di Amira Gad ed è parte del tour della mostra di Jafa “A Series of Utterly Improbable, Yet Extraordinary Renditions”.
A evidenziare la relazione con la musica e la contaminazione tra differenti discipline e media proprie della pratica di Arthur Jafa, in occasione dell’inaugurazione, il 4 novembre alle ore 22.30, il pianista e compositore jazz Jason Moran, la violoncellista e compositrice Okkyung Lee e il bassista Melvin Gibbs si esibiranno insieme, nel Duomo di OGR Torino, per una serata ideata dall’artista.

Tommaso Lo Russo

OPENING: venerdì 4 novembre, ore 18 – 22
PERFORMANCE MUSICALE con Jason Moran, Melvin Gibbs e Okkyung Lee:
venerdì 4 novembre, ore 22.30 – 00.30 (ingresso libero, fino al raggiungimento della capienza massima)
4 novembre 2022 – 15 gennaio 2023
OGR Torino – Binario 1 – INGRESSO GRATUITO | giovedì e venerdì, ore 18 – 22, sabato e domenica, ore 10 – 20

Aria Accordion Trio. Il Moncalieri Jazz Festival in Osteria Rabezzana a Torino

/

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino 

Mercoledì 2 novembre, ore 21.30

 

Per la tappa del Moncalieri Jazz Festival arriva in Osteria Rabezzana mercoledì 2 novembre l’Aria Accordion Trio. Il gruppo, costituito da Piero Mortara (fisarmonica), Roberto Puggioni (basso fretless) e Gaetano Fasano (batteria e percussioni) presenta un repertorio di composizioni originali di Piero Mortara, ri-arrangiate con la band e alcuni standard jazz. Recentemente il trio ha pubblicato il cd “Camminando” interamente registrato in diretta dal vivo in studio, senza ulteriori aggiunte e sovraincisioni. Il concerto in Osteria ripresenta le sonorità e le atmosfere del lavoro discografico.

Formazione

Aria Accordion Trio

Piero Mortara, fisarmonica

Roberto Puggioni, basso elettrico

Gaetano Fasano, batteria

Ora di inizio concerto: 21,30

Ingresso libero

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Prezzo speciale: dolce + calice di vino 10 euro

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

 

Le stanze chiuse del re. La Palazzina di Caccia di Stupinigi apre le porte dei suoi spazi segreti

5-6 novembre 2022  “Le stanze chiuse del re” è il nome della visita guidata straordinaria, in programma sabato 5 e domenica 6 novembre, all’appartamento di Ponente di Carlo Felice con le sue particolari decorazioni a tema marino. Opposto allo speculare appartamento di Levante, l’appartamento in attesa di restauro è l’insieme delle stanze appartenute al Re Carlo Felice e alla duchessa Cristina di Borbone.

Gli spazi vennero ampliati sotto la direzione di Benedetto Alfieri nel XVIII secolo per accogliere le stanze di Vittorio Emanuele, duca d’Aosta e figlio di re Vittorio Amedeo III. L’appartamento si apre all’ingresso con un atrio contraddistinto da due statue in marmo dei fratelli Collino rappresentanti rispettivamente Meleagro e Atalanta. Le due anticamere successive sono contraddistinte da una decorazione della seconda metà del XVIII secolo ascrivibili alla scuola del Cignaroli con scene di caccia e di vita agreste. Tutte le sovraporte degli ambienti raffiguranti Marine, datate 1755, sono riconducibili alla maniera di Francesco Antoniani. Nelle camere da letto i lampadari in vetro di Murano con bracci a cornucopie, risalgono alla fine del XVIII secolo così come i letti intagliati e laccati. I camini di tutto l’appartamento sono in marmo di Valdieri, il pavimento in seminato alla veneziana.

La visita rientra nel programma di Passepartout, le visite guidate straordinarie alla (ri)scoperta degli spazi segreti, normalmente chiusi al pubblico, della Palazzina di Caccia di Stupinigi. L’appartamento di Ponente, gli ambienti della servitù e la cupola juvarriana sono gli spazi della corte, in alcuni casi aperti per la prima volta ai visitatori, che raccontano la storia della Palazzina nelle sue diverse fasi abitative e il progetto architettonico alla base della sua costruzione.

 

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Le stanze chiuse del re – Visita all’appartamento di Ponente

Sabato 5 novembre, ore 10.30, 12, 14.30 e 16

Domenica 6 novembre, ore 10.30, 12, 14.30 e 16

Durata: un’ora circa.

Prossimi appuntamenti: 12 novembre

Costo del biglietto: 17 euro.

Per partecipare alle visite guidate è obbligatoria la prenotazione.

Prenotazione obbligatoria al numero: 011 6200633, dal martedì al venerdì 10-17,30, entro il venerdì precedente la visita.

www.ordinemauriziano.it

Ecco come sarà la nuova biblioteca centrale a Torino Esposizioni

La SCR – Società di Committenza Regione Piemonte S.p.A. – a cui la Città ha affidato mediante convenzione l’incarico di gestire l’affidamento e lo sviluppo del ‘Studio di fattibilità degli interventi di recupero e rifunzionalizzazione del complesso di Torino Esposizioni’ (azione che rientra nel quadro delle attività previste dal PNRR-Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Fondo Complementare e finanziato con risorse messe a disposizione dall’UE nel programma Next Generation EU nonché con ulteriori risorse aggiuntive statali) – insieme al raggruppamento temporaneo di progettisti di ICIS Srl e degli studi di architettura Rafael Moneo e Isolarchitetti, ha presentato al Sindaco e agli assessori il ‘Progetto di fattibilità tecnico economica’ della nuova Biblioteca Centrale di Torino.

Lo studio rientra all’interno di “Torino, il suo parco e il suo fiume: memoria e futuro”, piano di riqualificazione dell’area del fiume Po e in particolare del Parco del Valentino e degli immobili di proprietà pubblica ivi ubicati.

La Biblioteca, che avrà tra i suoi principali obiettivi quello di rispondere ai nuovi bisogni della cittadinanza, si estenderà per 20mila mq e sarà ospitata, secondo l’indicazione data dalla Città, nei padiglioni 2 e 4 di Torino Esposizioni.

Realizzato secondo le più moderne tecnologie, il nuovo complesso dovrà proporsi come luogo aperto alla molteplicità dei suoi fruitori, fulcro di connessione di un sistema culturale che lega, in una straordinaria cornice ambientale, presenze di eccezionale valore architettonico e paesaggistico.

“Il progetto del Parco del Valentino rappresenta un’opportunità straordinaria per riqualificare un patrimonio architettonico unico e al contempo valorizzare il parco e il tratto interessato del Po in raccordo con il Castello del Valentino del Politecnico – dichiara Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino –. Sono risorse importanti provenienti dal Governo attraverso il PNRR che ci consentiranno di realizzare una delle più grandi opere culturali e ambientali della storia della città. Grazie a questo intervento Torino verrà dotata, in un’ottica integrata, della nuova Biblioteca civica centrale, del recupero del Teatro Nuovo, del restauro del Borgo Medievale e del ripristino della navigazione sul fiume Po. Tutti i lavori, che partiranno all’inizio del 2024, dovranno essere completati entro il 2026. Un sforzo tecnico e amministrativo impegnativo che la Giunta ha compiuto in questo anno di cui siamo orgogliosi e che seguiremo attentamente per rispettare i tempi di progettazione ed esecuzione

All’interno di questo modello, ampio e flessibile, la nuova Biblioteca si qualificherà come un ambiente dinamico e interattivo dove poter connettere la memoria delle collezioni con la contemporaneità del digitale. Un luogo che favorirà le relazioni cognitive ed esperienziali tra testi, informazioni, libri, documenti e persone. Sarà possibile accedervi tramite due ingressi, uno da corso Massimo D’Azeglio e l’altro dal parco. L’atrio sarà una vetrina sulla città, sempre aperto al pubblico, con caffetteria e bookshop, servizi innovativi e automatizzati. All’interno gli spazi di studio e lettura, le aree per bambini e ragazzi e i laboratori favoriranno accessibilità e inclusività.

L’unione tra spazio architettonico e bibliotecario sarà resa esplicita dalla rappresentazione e comunicazione narrativa degli spazi e delle funzioni della nuova Biblioteca che offrirà servizi di lettura, apprendimento permanente e produzione di contenuti creativi. L’assegnazione di nomi intuitivi ed evocativi alle aree funzionali, dalla Galleria del sapere alla via delle Storie alla Macchina della memoria, in linea con le suggestioni estetiche e architettoniche dell’edificio di Torino Esposizioni, costituirà un elemento essenziale per la creazione di un immaginario condiviso e comune, dando nuovo valore a uno dei complessi architettonici più significativi del Novecento. E, oltre a fondarsi sulla propria specifica identità culturale, documentaria e sociale, la Civica dovrà valorizzare e rafforzare le relazioni tra la struttura principale e i fondamentali servizi di prossimità che le altre biblioteche del Sistema continueranno a erogare.

A fianco della futura sede di Architettura, la nuova Centrale diventerà un polo culturale integrato di livello internazionale, reinterpretato e rivisitato in chiave contemporanea per accogliere sistemi avanzati di divulgazione e produzione di contenuti, condivisione di culture, incontro fra generazioni e fruizione di spazi aperti alle iniziative delle collettività.

Dopo l’incontro di oggi il passo successivo sarà la presentazione ufficiale dello studio di fattibilità tecnico economica in seguito al quale SCR bandirà l’appalto integrato per identificare il soggetto che si dovrà occupare della progettazione esecutiva e della realizzazione dell’intervento.

Commemorazione dei defunti: gli orari dei cimiteri

In occasione della Commemorazione dei defunti, fino a giovedì 3 novembre, i cimiteri cittadini resteranno aperti dalle ore 8.30 alle ore 17.30. Il 4 novembre entra in vigore l’orario invernale con chiusura alle ore 16.30. All’interno del Monumentale e al Parco garantito con navette il servizio di trasporto gratuito. Vietato l’uso delle auto private. Potenziate le linee esterne da GTT. Ulteriori informazioni disponibili sul sito dei Servizi Cimiteriali.

Torino e la festa delle zucche Le origini di Halloween: storia di spiriti e di rape

La tavolozza autunnale è alle porte. I rossi e gli arancioni stanno ingoiando i verdi ricordi estivi, le foglie a terra fanno scrocchiare i nostri passi sotto gli alberi, le nebbie avvolgono le mattine e per le vie del centro lodore delle castagne di mescola al fumo delle macchine torinesi.

Il colorato anticipatore dellinverno porta con sé brina e malinconia, ma anche una festa ormai pienamente inserita nelle nostre consuetudini, pur se non proprio appartenente alle tradizioni locali. This is Halloween! This is Halloween!


Il 31 ottobre sarà la notte dei fantasmi e degli incubi, e anche Torino si vestirà a tema. Nel centro e negli altri quartieri i locali si sono già organizzati per ospitare cene goliardiche e ritrovi di amici mascherati, i negozi hanno ormai quasi esaurito gli addobbi grotteschi, così come gli alimentari hanno terminato le zucche decorative e quelle da intagliare.
Una festività “bislacca” quella di Halloween, e non da tutti apprezzata, molti sono infatti i reticenti che non vogliono accettare tale manifestazione, poiché la ritengono una banale e sciocca abitudine americana, nientaltro che un pretesto per spendere e incrementare il meschino meccanismo del consumismo. Certamente lItalia non ha molto a che fare con tali festeggiamenti, ma è così sbagliato abbracciare altre consuetudini? Perché non ampliare il nostro bagaglio culturale e condividere con il mondo tradizioni e ricorrenze? Non è anche questo lo scopo della globalizzazione? E poi, siamo proprio sicuri di non aver nulla a che spartire con questo così commerciale Halloween? È forse opportuno riflettere sul tema. Il primo mito da sfatare è che Halloween sia in realtà una festa americana. Si tratta invece di una ricorrenza  diffusasi originariamente in Irlanda, le cui radici affondano nei festeggiamenti tipici dellantico capodanno celtico, detto Samhain. Sarà solo a partire dal Novecento, a seguito delle varie migrazioni, che la celebrazione arriva in America, dove certamente si diffonde e si permea tra le varie celebrazioni locali. Lodierno aspetto consumistico è ovviamente innegabile, ma allora dovremmo anche ridiscutere dei gadget della Befana e dei pulcini della Pasqua, per non parlare poi del caro San Nicola, tramutato in un fiammante e simpatico vecchietto bevitore di Coca-Cola. Una polemica decisamente lunga che, per quanto interessante, non credo sia il caso di affrontare ora.
Proseguiamo dunque.


Il termine “Halloween” – in irlandese “Hallow Een” – deriva dalla forma contratta “All HallowsEve”, dove larcaico hallow” significa “santo”; la festa è dunque traducibile come “Vigilia di tutti i santi”. Limportanza della ricorrenza è sottolineata dalla parola “eve”, presente nella denominazione completa di altre rilevanti giornate, come ad esempio “New Years Eve”, o  Christmas Eve”.
Ancora una volta possiamo affermare che le parole hanno una loro importanza, così come letimologia, che, anche in questo caso, fornisce loccasione di ponderare riguardo alla vera simbologia delle cose.Le antiche popolazioni, per lo più costituite da comunità di pastori e allevatori, erano solite scandire tempo e abitudini assecondando landamento delle stagioni: lestate finisce, i campi smettono di dare iloro frutti e gli animali devono rintanarsi per sopravvivere allinverno. È tale passaggio a segnare linizio di un nuovo ciclo. Questo importante momento veniva denominato “Samhain”, dal gaelico “samhuinn” ( da cui deriva lespressione “summer end”) e cadeva il primo di novembre. In Irlanda tale ricorrenza prende poi il nome di “Festa del sole”, unoccasione per ringraziare gli dei e propiziare le loro benevolenza in vista delle difficoltà invernali, gli uomini esorcizzavano larrivo del gelo accendendo grandi fuochi e danzando intorno a essi.Gli antichi hanno dunque una concezione ciclica del tempo, scandita da festività che segnano il passaggio da una stagione ad unaltra; nello specifico, i popoli anglofoni scandivano così il loro calendario: Samhain (31 ottobre), Lughnasadh (1 agosto), Beltane (30 aprile o 1 maggio), Imbolc (1-2 febbraio), Yule (21 dicembre), Ostara (21 marzo), Litha (21 giugno) e Mabon (21 settembre).Il mondo è magico agli occhi degli uomini arcaici, tutto sottostà al volere delle divinità, creature talvolta capricciose che governano le stagioni e gli agenti atmosferici.Le credenze si concretizzano in feste e rituali, abitudini che ben si radicano nel tempo, sono tradizioni solide su cui il Cristianesimo non riesce a imporsi. La soluzione è dunque quella di sovrapporre nuovi significati e contenuti alle abitudini del passato. Halloween non fa eccezione.


La celtica “Vigilia di tutti i Santi”, potrebbe avere diversi aspetti in comune con la nostra giornata di “Ognissanti:  in entrambi i casi si tratta di ricorrenze dedicate al ricordo dei defunti, in cui la tematica della mancanza dei cari si accosta metaforicamente  a ciò che sta avvenendo in natura: il mondo inaridisce e la terra, anche se momentaneamente, muore.
Eppure si festeggia. Perché proprio là dove riposano i nostri affetti, già si trova in nuce il germoglio che spunterà a primavera: non tutto è perduto, il prossimo ciclo porterà nuova vita, così mentre ricordiamo lamore provato per chi non c’è più, ci prepariamo ad accogliere le future nascite. I Celti credevano inoltre che proprio nella notte del 31 ottobre gli spiriiti dei morti potessero lasciare la loro terra, “Tir nan Oge”, luogo di eterna giovinezza e felicità, per aggirarsi in mezzo ai vivi. È un momento particolare, durante il quale spettri e uomini si ritrovano fianco a fianco e le leggi del tempo e dello spazio si dissolvono. Si unisce allora la paura dellAldilà con lallegria dellarrivo del nuovo anno, una miscela di stati danimo che porta gli uomini a radunarsi nei boschi, attorno ai fuochi sacri, sacrificando animali per compiacere le anime dei defunti e gli dei onnipresenti. In tali occasioni nascono due importanti consuetudini che si sono protratte fino ai nostri giorni – seppur con le debite differenze –  labitudine di mascherarsi, per spaventale gli spiriti malevoli, e quella di intagliare ortaggi a modi lanterne, per rendere meno buia quella notte così peculiare.
Le nostre attuali zucche erano in origine cipolle e rape, così come testimonia anche la leggenda di “Jack-o’-lantern”. Si tratta della mitica vicenda di un fabbro irlandese, astuto, avaro e dedito allo smodato uso di alcolici, il quale, una volta deceduto, venne cacciato sia dal Paradiso che dallInferno, e costretto a viaggiare in eterno, alla ricerca di un luogo in cui riposarsi. Secondo il racconto, luomo ormai dannato si era lamentato con il Diavolo delleccessivo buio del suo cammino, così il re degli Inferi gli lanciò un tizzone ardente per aiutarlo ad illuminare il suo pellegrinaggio. Il fabbro, non riuscendo a tenere la pietra infuocata in mano, scavò una rapa, e dentro vi inserì il tizzone. Ed è così che lo spirito di Jack vaga per sempre, ricurvo nel suo dolore, con solo una rapa intagliata per farsi luce nella notte più spaventosa dellanno.


Secondo la tradizione irlandese vi è un altro modo per invitare gli spiriti a proseguire oltre senza fare dispetti ai vivi, si preparavano dei cibi gustosi e si lasciavano fuori dalluscio insieme ad un grosso bicchiere di latte, in modo che i defunti potessero rifocillarsi in tranquillità. Pare ormai evidente che dietro le moderne maschere di gomma si celi molto altro. I costumi dei personaggi horror nascondono ancestrali tradizioni, le cui caratteristiche generali ricorrono negli usi di diversi paesi, accomunando varie parti del mondo.
Anche in Italia vi sono festività assimilabili a quella di Halloween, come per esempio la secolare tradizione del “Coccalu di muortu”, tipica di Serra San Bruno, in Calabria. In questa occasione i ragazzini intagliano delle zucche, gironzolano per le strade del paese e bussano alla porta delle persone chiedendo: “Mi lu pagati lu coccalu?” A Massafra, in provincia di Taranto, gli anziani raccontano che proprio la notte del 31 di ottobre l’“aneme du priatorie” (le anime del Purgatorio) escono dal cimitero per celebrare la Messa dei Morti. Unaltra usanza locale vuole che, in specifici periodi dellanno, venga lasciato un posto a tavola appositamente per le anime di chi non c’è più, con tanto di posate e tovagliolo. Secondo le credenze locali le anime ritornano ai loro luoghi di sepoltura la notte dellEpifania. In Piemonte diverse sono le usanze di origine precristiana che ancora sopravvivono. La stessa notte di Ognissanti è considerata magica; si consiglia di non uscire dopo il tramontare del sole, per evitare il rischio di incontrare i defunti che si riuniscono in processione. Unabitudine tipica del Monferrato vuole che, proprio nella notte del 31 ottobre, si dorma da un lato solo del letto, così da lasciare laltra parte libera per lo spirito di un parente. Molte ancora sono le ricorrenze che andrebbero citate, ma vi ruberei troppo tempo e non è ciò che intendo fare. Soprattutto ora che potrebbero venire a bussarvi alla porta. Chi sarà? Un innocente bambino voglioso di dolcetti o uno spirito errante in cerca di un podi ristoro?

Alessia Cagnotto 

Giornalismo investigativo: i vincitori del Premio Morrione

GIORNALISMO: L’INCHIESTA “SULLA LORO PELLE” VINCE L’UNDICESIMA EDIZIONE DEL PREMIO ROBERTO MORRIONE PER IL GIORNALISMO INVESTIGATIVO E IL PREMIO LIBERA GIOVANI

PREMIO BAFFO ROSSO A FRANCESCO ZIZOLA

TESTIMONE DEL PREMIO ROBERTO MORRIONE A CHIARA CAZZANIGA

30 ottobre 2022- Ha vinto l’undicesima edizione del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo l’inchiesta “Sulla loro pelle” di Marika Ikonomu, Alessandro Leone, Simone Manda, che ha investigato l’opacità della gestione privata dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio e le ripercussioni sui diritti basilari delle persone migranti. Tutor giornalistico: Sacha Biazzo, giornalista di Fanpage.it

MOTIVAZIONE DELLA GIURIA: L’inchiesta “Sulla loro pelle” dà voce agli ultimi con equilibrio e forza narrativa attraverso immagini e testimonianze, con maturità professionale e attenzione al linguaggio visivo e narrativo. Un lavoro toccante, di attualità, sempre più necessario, che tiene accesa l’attenzione su un tema, quello dei Centri di Permanenza per i Rimpatri, veri e propri luoghi di detenzione di cui si parla sempre troppo poco. TRAILER DELL’INCHIESTA VINCITRICE https://youtu.be/hb5XBVFUzDY

A “Sulla loro pelle” va anche il Premio Libera Giovani, assegnato dagli studenti e dalle studentesse dell’Istituto J.B. Beccari, ai quali sono state presentate in anteprima le inchieste finaliste durante un incontro organizzato con Libera Piemonte.

Sono arrivate in finale: la video inchiesta “Ipossia Montana” di Cecilia Fasciani, Andrea Giagnorio, Sofia Nardacchione che racconta i legami tra spopolamento dell’Appennino bolognese, mafie e fondi del PNRR, tutor Cataldo Ciccolella e Giulio Valesini; inchiesta multimediale “Scatole Cinesi” di Margherita Capacci, Ludovica Meacci, Sofia Turati sui tentativi di ingerenza del Partito comunista cinese in Italia, tutor Francesco Piccinini; l’inchiesta video “Colpo di Lusso in Birmania” di Francesco Boscarol, Ludovica Iacovacci, Priscilla Ruggiero sul commercio di teak e pietre preziose birmane che arrivano in Italia nonostante le sanzioni, tutor Maria Cuffaro; il radio – podcast “Sotto gli occhi di tutti” di Francesco Tedeschi sulle connessioni tra lo sviluppo della chimica nazionale e l’inquinamento chimico in Piemonte, tutor Arcangelo Ferri.

Durante la serata il fotografo Francesco Zizola ha ricevuto il Premio Baffo Rosso 2022 con la seguente motivazione: “Nella sua carriera ha abbracciato percorsi fotografici differenti sempre con l’intento tipico del lavoro giornalistico di indagare la realtà e riportarla nelle sue contraddizioni più profonde o a volte nella sua semplice manifestazione, che sia drammatica o sorprendente. Un mondo raccontato con grande umanità e passione per il pianeta intero. La sua fotografia porta il segno di una scelta etica e professionale, e di un percorso di approfondimento, di inchiesta e di sperimentazione. In ogni suo scatto si trovano intuizione e accuratezza, sensibilità e profondità, tratti distintivi che sono divenuti negli anni esempio per giovani generazioni di reporter.”

La giornalista Chiara Cazzaniga ha ricevuto il riconoscimento “Testimone del Premio Roberto Morrione” con questa motivazione: “Professionista capace di illuminare gli angoli bui della cronaca senza mai abbandonare la passione per la verità, con una grande empatia e attenzione alla storia delle persone. Spinta da uno spirito investigativo tenace e scrupoloso e senza mai lasciare nulla al caso, il suo lavoro di inchiesta è stimolo concreto per i giovani che vogliono affrontare la carriera di giornalista. Una menzione speciale merita il suo lavoro investigativo svolto sul caso Alpi-Hrovatin che ha portato alla riapertura del processo e alla conseguente scarcerazione di Hashi Omar Hassan.”

La Giuria del premio, riservato agli under30, è presieduta da Giuseppe Giulietti e composta da Luca Ajroldi, Paolo Aleotti, Piero Badaloni, Giuliano Berretta, Giulia Bosetti, Valerio Cataldi, Francesco Cavalli, Chiara Cazzaniga, Giovanni Celsi, Enzo Chiarullo, Marco Damilano, Giovanni De Luca, Amalia De Simone, Antonio Di Bella, Alessandro di Nunzio, Lorenzo Di Pietro, Mara Filippi Morrione, Lorenzo Frigerio, Alessandro Gaeta, Diego Gandolfo, Duilio Giammaria, Gian Mario Gillio, Antonella Graziani, Karina Guarino Laterza, Celia Guimaraes, Udo Gümpel, Stefano Lamorgese, Francesco Laurenti, Dina Lauricella, Elisa Marincola, Flaviano Masella, Anna Migotto, Giorgio Mottola, Fausto Pellegrini, Raffaella Pusceddu, Alessandro Rocca, Luca Rosini, Federico Ruffo, Sandro Ruotolo, Mario Sanna, Giorgio Santelli, Pietro Suber, Giovanni Tizian, Maurizio Torrealta, Andrea Vianello.

La serata è stata condotta da Marino Sinibaldi, presidente del Centro per il Libro e per la lettura.

LA RETE DEL PREMIO ROBERTO MORRIONE

Il Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo è promosso dall’associazione Amici di Roberto Morrione in collaborazione con la Rai, con il contributo di Otto per Mille della Chiesa Valdese, Fondazione Crt, Compagnia di San Paolo, Fondazione Circolo dei lettori, Federazione Nazionale della Stampa Italiana, UsigRai, IND-International Network Distribution, Ordine Nazionale dei Giornalisti, Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Associazione della Stampa Subalpina. Il Premio è realizzato in partnership con ANMIL -Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, Articolo21, Carta di Roma, Euganea Film Festival, Eurovisioni, Italian Contemporary Film Festival-Toronto, Fiera del Libro di Iglesias, I Siciliani, Libera Associazioni Nomi e Numeri Contro le Mafie, Libera Piemonte, OGR Torino, Osservatorio di Pavia, Premio Città di Sasso Marconi, Scuola di giornalismo Lelio Basso, Trame Festival, UCSI. Sono media partner Agenzia Dire, Domani, Fanpage.it, Libera Informazione, Riforma.it, Radio Beckwith, ToRadio, Corriere della Sera Torino, La Repubblica Torino, La Stampa Torino. Si ringraziano Rai News 24, RAI Italia, RAI Radio 1, RAI Radio 3, TGR, Rai Per la Sostenibilità, Rai Teche.

Per maggiori info: http://www.premiorobertomorrione.it

Rock Jazz e dintorni: James Taylor e Arto Lindsay

/

Gli appuntamenti musicali della settimana

 

Lunedì. All’Audiodrome di Moncalieri si esibiscono i 999999999 mentre alle OGR suonano i Mind Against.

Martedì. Al Blah Blah è di scena  PM Warson. Al Teatro Colosseo la cover band Brit Floyd.  Al El Paso suona il quartetto francese Thee Gunlocks.

Mercoledì. Per “Moncalieri Jazz” nel Centro Commerciale, al mattino si esibisce la Dixie Five  mentre al pomeriggio alla Fondazione Frassati è di scena il chitarrista Lorenzo Favero.

Giovedi. Allo Ziggy si esibisce il violinista sperimentale Nicola Manzan. Al Teatro Colosseo arriva James Taylor. Alle OGR per “C2C” sono di scena Aya, Arca e lyra Pramuk. All’Hiroshima Mon Amour suonano i marchigiani Little Pieces of Marmalade.

Venerdì. Al Concordia di Venaria si esibisce Cristina D’Avena con i Gem Boy. Al Cap 10100 suonano i Deluxe. Per “C2C” al Lingotto sono di scena Kode9, Autechre, Jeff Mills, Jockstrap, Jamie xx, Caribou. All’Hiroshima si esibiscono Sick Budd e Silent Bob. Alle OGR per l’inaugurazione della mostra dedicata a Arthiur Jafa, nel Duomo suonano il bassista Melvin Gibbs, la violoncellista Okkyung Lee e il pianista Jason Moran.

Sabato. Al Circolo della Musica di Rivoli suona Arto Lindsay in duo con Melvin Gibbs. Al Lingotto per “C2C” si esibiscono Nu Genea, Bicep, Pa Salieu, Caterina Barbieri, Makaya McCraven, Yendri. Al Magazzino sul Po sono di scena i Addict Ameba. Al Teatro Colosseo arriva Gigi D’Alessio. Al Folk Club sono di scena Max Repetti e Annie Barbazza. All’Audiodrome di Moncalieri si esibisce il duo dance Shermanology. Al Blah Blah suona Dion Lunadon.

Domenica. Chiude “C2C2” alle OGR con il team Gang Of Ducks. Per “Moncalieri Jazz” all’Auditorium Rai con “110 Rascel” con l’Orchestra Rai diretta Steven Mercurio con settetto jazz e vari solisti e coro di voci bianche.

 

Pier Luigi Fuggetta