Cosa succede in città- Pagina 151

Al teatro Carignano in scena il Mercante di Venezia, con un eclettico Franco Branciaroli – Shylock

Esiste un sottile fil rouge che unisce un attore della statura di Franco Branciaroli a una città quale Torino e, in particolare, al teatro Carignano, da quando, al tempo dei suoi esordi attoriali, proprio in questo teatro recitò con Aldo Trionfo nel primo ruolo da protagonista in “Nerone è  morto” di Miklos Hubay.

Ritorna nello stesso teatro da martedì 17  a domenica 22 gennaioprossimi con la sua decima interpretazione shakespeariana, in questo caso ne “Il mercante di Venezia”, per l’adattamento e la regia di Paolo Valerio, prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Centro Teatrale Bresciano e Teatro degli Incamminati.

Il Mercante di Venezia è da sempre considerato un testo controverso e ambivalente tale da affiancare, ad un sofisticato intreccio di corteggiamenti e storie d’amore, un contraltare di scontri etici, rapporti di cruda avidità e differenze interreligiose.

Su tutti i personaggi spicca la figura del mercante usuraio Shylock, interpretato da Franco Branciaroli, che lo rende una personalità sfaccettata e misteriosa, isolata e consapevole della propria diversità  e emarginazione.

È  sicuramente un  Mercante di Venezia inedito e brillante quello del mattatore Franco Branciaroli, uno Shakespeare iridato con Carlo Goldoni nella forma, ma accompagnato anche da una verve inaspettatamente comica, seppur profonda nella sostanza.

La messa in scena risulta dominata, allora come oggi, e in questo consiste la grande attualità del testo shakespeariano, dalla sopraffazione, dall’odio viscerale antisemita, dal pregiudizio razziale, dalla discriminazione e dalla propensione al raggiro.

La società elisabettiana era fortemente antisemita. L’opera portata in scena da Branciaroli è capace di restituire questa connotazione, a tratti cruda, facendo emergere, a una lettura più approfondita, che il bene e il male non sono esclusivo appannaggio di una delle due parti in causa. Il desiderio di vendetta di Shylock è  giustificato dal disprezzo con cui viene trattato e così i suoi difetti non si discostano neanche così tanto da quelli della società veneziana sua accusatoria.

Le scene sono di Marta Crisolini Malatesta, i costumi di Stefano Nicolao, le luci di Gigi Saccomandi, le musiche di Antonio Di Pofi.

Teatro Stabile del Friuli Venezia, Centro Teatrale Bresciano. Teatro De Gli Incamminati

MARA MARTELLOTTA

Kevin Spacey riceve da Sgarbi la Stella della Mole

L’attore Premio Oscar per I soliti sospetti e American Beauty, che ha reso indimenticabili personaggi come Frank Underwood nella serie House of Cards, torna a incontrare il suo amato pubblico per una Masterclass Riceverà il premio Stella della Mole che gli verrà consegnato da Vittorio Sgarbi
Lunedì 16 gennaio 2023
ore 18:30 – Museo Nazionale del Cinema ore 20:30 – Cinema Massimo
Camaleontico protagonista del cinema mondiale contemporaneo, Kevin Spacey è indiscutibilmente tra gli attori più talentuosi e acclamati della sua generazione. Il Museo Nazionale del Cinema è lieto di rendere omaggio al pluripremiato attore che, nel corso della sua pluridecennale carriera, ha dato volto memorabile a ruoli complessi, enigmatici e dinamici come, tra gli innumerevoli, quello del suo celeberrimo Frank Underwood nella popolare serie House of Cards.
Il due volte Premio Oscar per American Beauty e I soliti sospetti – che ha raggiunto la fama mondiale con una serie di classici anni ’90 come Se7en, L.A. Confidential, Glengarry Glen Ross e The Negotiator – sarà protagonista di un’attesissima Masterclass, lunedì 16 gennaio 2023 alle ore 18:30 nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana e, alle 20:30 al Cinema Massimo, introdurrà la visione di American Beauty, uno dei film di maggior successo che hanno costellato la sua fortunata carriera.
Kevin Spacey riceverà anche la Stella della Mole, quale riconoscimento per aver apportato, con la sua filmografia, un personale contributo estetico e autoriale allo sviluppo dell’arte drammatica.
A consegnarla sarà Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema, con Vittorio Sgarbi, Sottosegretario per la cultura del MiC.
Nel corso della Masterclass – a cura di Marco Fallanca – Kevin Spacey dialogherà con il direttore del Museo Domenico De Gaetano, rievocando le tappe più importanti della propria carriera e i suoi numerosi personaggi che il pubblico conosce per nome, da Keyzer Sö

Rock Jazz e dintorni a Torino. Il duo De Gregori Venditti e Ornella Vanoni

/

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Elisa come Claudio Baglioni, recuperano i concerti rinviati nei mesi scorsi rispettivamente all’auditorium del Lingotto e al teatro Regio per 2 sere consecutive.

Martedì. Al teatro Alfieri arriva Ornella Vanoni. Al teatro Colosseo primo di 2 concerti consecutivi per il duo Francesco De Gregori e Antonello Venditti.

Mercoledì. Al Jazz Club si esibisce la vocalist Liliana Di Marco. Al Maffei è di scena il trio Mopcut. Al Concordia di Venaria si esibiscono i Santi Francesi.

Giovedì. Al teatro Alfieri suona la “cover orchestra” Queen At The Opera. Al Jazz Club si esibisce l’armonicista Eros Fineharp. Al Blah Blah è di scena Deniz Tek. Al Magazzino di Gilgamesh debutta il festival blues con la cantante Lakeetra Knowles. Al Dash suona The Blues Against Youth. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Galeffi.

Venerdì. Allo Ziggy punk con Kelvins e Lem. Allo Spazio 211 il batterista dei Jamiroquai si esibisce con i Fun-Konnection  mentre BlackRockstar è di scena al Jazz Club. Al Folk Club suona il quartetto jazz composto da Ares Tavolazzi, Enzo Zirilli, Flavio Boltro e Sergio De Gennaro. All’Hiroshima si esibisce Ginevra. Al Blah Blah suona il duo Winter Severity Index.

Sabato. Al Conservatorio “Una Vita per il Jazz” in ricordo di Sergio Ramella, appassionato organizzatore di concerti, colui che ha portato il jazz a Torino per oltre 30 anni. Dall’Eurojazz Festival di Ivrea ai Punti Verdi alla Pellerina e  al Torino JVC Newport Jazz dei Giardini  Reali. Un concerto in sua memoria a 10 anni dalla scomparsa,organizzato dall’AICS Torino con tanti musicisti per ricordarlo tra cui: Emanuele Cisi, Enzo Zirilli, Flavio Boltro, Diego Borotti, Furio Di Castri, Luigi Tessarollo e tanti altri. Al teatro Colosseo si esibisce Nek. Allo Spazio 211 suonano i Tamburi Neri. Al Cap 10100 arriva Morgan con il produttore Megahertz.

Domenica. Al Jazz Club suona il trio blues Rubin Red.

Pier Luigi Fuggetta

Quelle partite a pallacanestro dai Salesiani tanti anni fa. Quando d’inverno faceva ancora freddo

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTÀ

Manco gennaio ci fermava. E oltre 50 anni fa faceva tanto ma tanto freddo.  Noi non lo sentivamo… e mai un raffreddore.

Tutti i giorni, proprio tutti i giorni a giocare  a Basket, o come si diceva allora Pallacanestro. Il primo ragazzo di colore, precisamente il primo giocatore statunitense che vedemmo fu all’oratorio Giovanni Agnelli. Anno 72 al massimo 73. L’Auxilium Basket Agnelli era salito dalla c alla b. Giocavamo sempre gli allenamenti al Gesù Operaio.  Sotto la chiesa la palestra, e le partite di campionato nel cortile della scuola salesiani Monterosa. E, appunto,  che freddo. Gli spogliatoi del campi di calcio servivano anche per noi cestisti.
Magliette mezza manica di puro acrilico e le tute erano affari nostri. E poi le mitiche Superga. Costavano 4500 lire, uno sproposito.
Alla domenica si spendevano al massimo 200 lire. 5o lire il biglietto del cinema ed il resto voluttà come le spirali di liquirizia. Non vorrei dire 5 lire ognuno. Ma, mamma mia,  se eravamo felici e soprattutto sereni. Si Puzzava di canfora. Ci serviva nel combattere il freddo. Negli occhi la neve accumulata e prima spalata.  Non si usavano cappelli,  sciarpe, o guanti.  Pochi di noi avevano il cappotto. Eppure nulla raffreddori o febbre mai e poi mai. Altro che palchetto o tartan.  Il campo era di cemento puro. Addirittura l’altezza di un canestro era più bassa di 10 centimetri del regolamentare. Poi grande spargimento di sale contro le ghiacciate. E pure la nebbia ce ne metteva del suo. Pure i palloni erano di bassa qualità.  Tenevamo come una reliquia solo quello usato solo per le partite. Il primo pallone di cuoio, marca Voit, lo conosciamo alla Ginnastica, via Magenta, in pieno centro e limitrofa al quartiere Crocetta dove ci stavano i ricchi. Eppure anche il Don Bosco della Crocetta, in via Piazzi non aveva palestra e si giocava all l’aperto. Dopo si sarebbero costruite delle palestre.  Ma molto ma molto dopo.
In compenso c’era il pallone a Vadocco.
Proprio l’oratorio fondato direttamente da Don Bosco. In quegli anni sentivi ancora “l’odore del Risorgimento “. Fu in quel periodo che  mi innamorai della Storia ed in particolare del Risorgimento. Dalla massoneria a Garibaldi passando da Cavour e Mazzini. Fieri di essere Torinesi. Fieri in tutto. Persino le fabbriche che davano sempre quel senso di tristezza.
E dipendeva da come la vedevi:  o il bieco padrone o la santità della classe operaia. Barriera di Milano era anche se non soprattutto fatta di artigiani.
Tanti falegnami ed ancora il gusto di mettere a posto le cose. Della serie non si butta mai via nulla. Anche il mercato assiepato di piazza Foroni ribattezzata piazza Cerignola.
Ovviamente perché la comunità pugliese era la più numerosa. Mia zia, sorella di mia madre,  ne aveva sposato uno di pugliese. Letteralmente spari’ lasciandola sola con una figlia, mia cugina Guglia Moschelli. E del resto anche loro mezzi piemontesi, visto che arrivavano da Linguaglossa,  in provincia di Catania, proprio alla falde dell Etna dove la terra è nera come la pece. Ed i tuoi amici. Dal Sud come dal Veneto. O i fratelli Mitton istriani (e proprio una delle famiglie storiche del Basket piemontese) loro del San Gaetano vicino alla Manifattura Tabacchi. Oltre il cimitero monumentale. Da quelle parti quando si doveva andare in centro si diceva : andiamo in città. Le colate di cemento oltre la ferrovia di Vanchiglia. Era una linea da anni in disuso che di fatto tagliava in due la Barriera. Con la Stura dove qualche volta si faceva il bagno. Per arrivarci un viaggio lungo e a piedi. Vero,  c’era chi di noi aveva le biciclette. Ma avevamo paura dei ladri.  Le si utilizzava con il ” contagocce ” . Ho persino corso, da ultra dilettante,  nella scuderia di Pezzani che aggiustava e vendeva bici. In via Feletto quasi angolo corso Vercelli. Smisi di correre perché non ero un granché. Gambe troppo piccole e tozze per poter correre.
E poi quel giovane prete che mi disse: sei alto per la tua età. Cominciamo con il mini bastet.
Piccoli canestri e piccoli palloni e tanta contentezza. La messa finiva alle 10 e mezz’ora dopo le piccole partite tra di noi.
Poi il grande salto. Torneo Fip prima fascia: categoria ragazzi. E per un po’ di anni si giocava tutti i sacrosanti giorni. Alla domenica addirittura die partite. Una al mattino e una al pomeriggio. Poi,  nel tardo pomeriggio fino alla palestra Rfks oltre Po.  Due pullman: il 57 fino in corso Matteotti ed il 68, Capolinea in piazza Zara e poi viale Dogali. Giocava l’Auxilium Basket Agnelli in serie C per essere promossa. E il grande salto al palazzetto dello Sport Al parco Ruffini.
Piano piano, Torino stava diventando una delle capitali italiane del Basket.
Tutto questo grazie anche agli oratori salesiani. Ma…..come al solito…altri tempi.
Ed il freddo?  C’era ed era anche tanto.
Ma bastava un po’di canfora e molta corsa e passava tutto. Appunto altri tempi. Tante vite fa.

PATRIZIO TOSETTO

Il mecenatismo di Riccardo Gualino, il grande appassionato d’arte

Il nuovo riordino, nei Musei Reali, con il contributo della Consulta

Quando nel 2014 la Galleria Sabauda lasciò il piano superiore dell’attuale Egizio per trovar posto nella Manica Nuova di Palazzo Reale, la Collezione Gualino fu relegata al terzo piano, uno direbbe quasi nascosta, inavvicinabile. Nella nuova configurazione dell’intero Palazzo, in un alternarsi di indovinate scenografie, dalle sale in cui sono riproposte le opere dedicate alla pittura rinascimentale piemontese a quelle a piano terreno, dal febbraio di quest’anno, dedicate alla Galleria Archeologica (senza dimenticare, nell’interezza del complesso, i Giardini Reali e la Cappella della Sindone, il riordinamento avanzerà e chissà se si concluderà l’anno prossimo con la raccolta del principe Eugenio, che occuperà le sale del secondo piano poste verso il corso Regina Margherita), la collezione dell’illuminato industriale e mecenate ha preso oggi forma, nell’allestimento dell’architetto torinese Loredana Iacopino (una tranquillizzante pennellata verde salvia alle pareti, un elencarsi di angolature e di piccoli spazi, un disegno prospettico che dal lungo corridoio s’allunga sino a spingerci a portare il nostro occhio verso le chiome e le forme sinuose e il pudore della “Venere”, capolavoro dell’arte botticelliana, vera regina di quelle sale), 120 opere a ricordarci l’amore per l’arte, rivolto in più direzioni, dell’uomo. Con l’investimento da parte della Consulta – da 35 anni alla valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, 38 oggi le aziende socie, una stretta collaborazione iniziata con i Musei Reali nel 1998 con la realizzazione della Sala Leonardo presso la Biblioteca Reale – di 80 mila euro, si allineano altresì le opere del collezionismo sabaudo settecentesco, grande organizzatore Filippo Juvarra, sette ambienti con i nomi di Francesco Solimena e Sebastiano Ricci, di Gaspar van Wittel e Charles-André van Loo, per arrivare alle due splendide vedute di Bernardo Bellotto, di cui ammiriamo oggi la “Veduta di Torino dal lato del giardino reale”, essendo il suo pendant, ovvero la “Veduta dell’antico ponte sul Po a Torino”, attualmente in prestito temporaneo al Castello Reale di Varsavia per la mostra “Bernardo Bellotto. On the 300th Anniversary of the Painter’s birthday”.

In un riordino che guarda essenzialmente “alla più ampia accessibilità dei contenuti e delle grandi storie racchiuse nel patrimonio ella Sabauda”, ancora sottolinea Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali: “Per Gualino, la vita e le passioni di un fine collezionista si intrecciano ad una storia della produzione artistica che va dall’antico Egitto all’Ottocento, abbracciando pittura, scultura e arti decorative. Un percorso che meritava di essere sorretto da un allestimento nuovo e adeguato, sia in termini di articolazione di spazi e di luci, sia per i supporti esplicativi.” Soprattutto al lavoro e al gusto di Annamaria Bava, responsabile delle Collezioni d’Arte e di Archeologia dei Musei Reali, va la sensibile sistemazione del materiale pittorico e scultoreo: “A seguito dei recenti studi ad ampio raggio condotti sulla figura del finanziere piemontese in occasione della mostra “I mondi di Riccardo Gualino collezionista e imprenditore”, allestita nelle sala Chiablese nel 2019, risultava ormai imprescindibile restituire anche una giusta dimensione alla straordinaria raccolta di un personaggio che, in primis nel mondo dell’arte e dell’industria, ma anche in tanti altri campi, ha segnato la storia della città di Torino all’inizio del Novecento.”

In una prima sala multimediale ha inizio il racconto dell’imprenditore, grande protagonista della storia artistica e non soltanto del Novecento. Sete di conoscenza e fittissima rete di conoscenze, spirito cosmopolita e desiderio d’affermazione, Gualino coltivò nell’arte una delle sue più prepotenti passioni, lui proveniente da una agiata famiglia biellese – era nato nella città del tessile nel 1879, si spense a Firenze nel giugno del 1964 – di imprenditori orafi, capace di interessarsi nel corso della propria vita, nel campo lavorativo, al commercio di materiale edile, di entrare in rapporto con la famiglia Perrone dell’Ansaldo e e con quella dei Piaggio, di dar vita all’Unione Italiana Cementi, di acquistare 23.000 ettari di foresta nei Carpazi meridionali, nel cuore della Transilvania, per costruire un grande e moderno stabilimento per la lavorazione del legname, con annessi case, ospedale e mensa per gli operai, di immergersi nella costruzione dei nuovi quartieri residenziali parigini come fornitore eccellente di cemento e laterizi, di buttarsi a capofitto nel progetto immobiliare promosso dalla Duma a San Pietroburgo, a partire dal 1913. Progetto che la Rivoluzione d’Ottobre cancellò, costringendo Gualino e la moglie Cesarina Gurgo Salice, sposata nel settembre del 1907, ad una fuga improvvisa quanto avventurosa. Furono poi i tempi della SNIA, l’acquisizione di quote della Renault e della Peugeot, della fondazione della Banca Agricola Italiana, della costruzione del castello di Cereseto, progettato dall’ingegner Tornielli e presto pronto a ospitare i molti reperti archeologici e le opere d’arte che la coppia andava acquistando nel propri viaggi in giro per il mondo (ma anche la casa torinese di via Galliari aveva lo stesso fine: si veda il raro piatto cartaginese del VI secolo e il gruppo scultoreo egizio della IV dinastia, acquistati con altri cento pezzi nel 1924 durante un viaggio in Egitto, visitando la galleria del celebre Maurice Nahman al Cairo), e poi una zampata nel cioccolato torinese e nei teatri della Ville Lumière. Arrivò persino a fondare la Société Anonyme des Cafés et Restaurants che deteneva la proprietà di alcuni tra i più famosi bistrots parigini. Poi un occhio alla Florio e uno alla Cinzano. E ancora il Teatro di Torino dei Ballets Russes e del teatro kabuki (numi tutelari Felice Casorati e Gigi Chessa), il tracollo e il confino a Lipari, visti i rapporti sempre meno allineati con il fascismo, il trasferimento a Roma e la nascita cinematografica, nel 1935, della Lux Film, apprendistato per le future imprese di Carlo Ponti e Dino De Laurentiis, etichetta tra i tanti titoli delle “Miserie di Monsù Travet” e di “Anna” e di “Riso amaro”, di “Senso” e del “Brigante di Tacca del Lupo” e dei “Soliti ignoti”. E molto altro ancora.

La collezione, costruita passo dopo passo con i consigli di Lionello Venturi (un’amicizia che risaliva al 1918) e di Bernard Berenson, e dello storico dell’arte finlandese Osvald Sirén per quanto riguardava le acquisizioni di arte orientale, ceduta nel ’31 per volontà dello Stato alla Sabauda, si potrebbe aprire con quell’idea di “casa museo” che a Cereseto aveva il proprio autentico specchio. Case museo come Poldi Pezzoli e Bagatti Valsecchi a Milano, come Frederick Stibbert a Firenze. Oggetti in dialogo tra loro, abbinamenti che raffiguravano il gusto personale del proprietario: qui la “Madonna con il Bambino” di Andrea di Giusto Manzini, collaboratore di Masaccio, un altare ad ante mobili, destinato forse a una cappella privata ed eseguito tra il 1440 e il 1450 e il “Cristo benedicente” di Antoniazzo Romano tra ori e mobili, piccole sculture e avori, non ultima bellezza il “Volto di donna” di Francesco Laurana, il grande Crocefisso ligneo affiancato dall’Addolorata (in una elegante e inusuale rappresentazione di tre quarti) e dal San Giovanni Evangelista di Paolo Veneziano.

Di particolare fascino “L’uomo col libro”, attribuito all’epoca dell’acquisto ad Antonello per poi essere dirottato su un anonimo “pittore veneto” della fine del XV secolo, ma non meno di felice fattura; la “Madonna in trono”, un tempo tra gli arredi dell’ambasciata italiana a Londra, definita semplicemente la “Madonna Gualino”, opera di Duccio da Boninsegna (1280 – 1285), tra l’autorità della Vergine e l’affetto del Bambino in cerca di conforto nell’abbraccio della madre, colta dall’appassionato ricercatore sul mercato veneziano. E ancora la “Natività” di Signorelli (confrontabile con gli affreschi eseguiti dal pittore all’interno dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore, vicino Siena, intorno al 1497), il minuscolo “Venere e Marte” di Veronese, acquistato sul mercato americano, databile tra il 1575 e il 1580, con il simbolico Amore pronto a imbrigliare il cavallo alle spalle degli amanti e l’affascinante “Madonna con il Bambino” di Giovanni de’ Predis, stretto collaborazione di Leonardo.

Un angolo dei Musei Reali certamente da visitare, e approfondire, anche per la certezza che, grazie all’arrivo nei mesi scorsi di una ventina di giovani a presidiare il luogo, la Collezione non incorrerà più nel dubbio della possibile apertura o no: fattaccio che in passato troppo spesso succedeva proprio per la cronica mancanza di personale. Di una continua apertura assicura Enrica Pagella, “grazie a queste nuove risorse del museo, credo che questo problema sia ormai superato”.

Elio Rabbione

Nelle immagini di Davide Bozzalla: la “Venere” botticelliana, vera star della Collezione Gualino; al fondo, “Madonna con il Bambino in trono e angeli” di Duccio da Boninsegna; in primo piano, “Ragazza che si affaccia alla finestra” attribuito alla scuola di Rembrandt (1650 – 1670) e sul fondo  “Venere e Marte” di Veronese; in primo piano, “Volto di donna marmoreo” di Francesco Laurana (1470 – 1480)

Gennaio a Torino: le proposte di arte antica, contemporanea, fotografia, design

Accanto alla mostra di Robert Doisneau, che è ospitata negli spazi di Camera fino al 14 febbraio prossimo presso il Centro Italiano per la Fotografia di Torino, con ben 130 immagini provenienti dalla collezione dell’atelier Robert Doisneau, presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi domina il genio, la follia,  la creatività di uno dei più grandi artisti della storia, Salvator Dalí, nella mostra evento “Salvator Dalí-The Exhibition-, una collezione inedita per Torino, in cui sono esposti diversi aspetti della produzione artistica di Dalí.

Sono presenti una scultura monumentale, le sculture museali in bronzo, i libri illustrati e gli oggetti di pasta di vetro. Dalí  non è stato solo un pittore, ma anche un artista poliedrico nel vero senso della parola. Indiscusso maestro del surrealismo, non si è limitato alla produzione di quadri o di opere bidimensionali. La sua produzione artistica, nota per opere famosissime quali “La persistenza della memoria”, “Sogno causato  dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio” e “Gli elefanti” non si limita,  appunto, alla creazione di opere pittoriche, ma ha anche spaziato al mondo del cinema con la realizzazione, insieme a Luis Bunuel, di un “ChienAndalou” o nel campo del design con la progettazione  di oggetti famosi come Telefono aragosta o Il Divano-labbra di Mae West. Oltre che per le sue doti artistiche è  conosciuto anche per la sua personalità eccentrica e per il suo modo di vestire e accorciarsi.

All’Archivio di Stato di Torino prosegue fino al 26 febbraio la mostra dedicata a David Bowie e Steve Shapiro. L’esposizione racconta il momento clou della carriera di David Bowie, attraversogli scatti realizzati dal leggendario fotografo americano Steve Shapiro. Sono esposte settanta immagini che, partendo dal lavoro di Shapiro con David Bowie, portano il visitatore alla scoperta del suo lavoro di fotoreporter e fotografo di scena.

Dallo scorso ottobre le Gallerie d’Italia ospitano la mostra dedicata  a Gregory Crewdson, Eveningside, premiere mondiale della nuova serie di fotografie dal titolo omonimo “Eveningside” realizzate tra il 2021 e il 2022 dal grande fotografo di fama internazionale Gregory Crewdson.

Fino al 29 gennaio prossimo a palazzo Barolo viene ospitata la mostra Brick art, una mostra di mattoncini,  che rappresenta un’esposizione di milioni di mattoncini colorati capaci di coinvolgere grandine piccini, grazie ai personaggi e ai mondi più amati, dalle principesse ai supereroi, da Star Wars ai western. Una intera sezione è dedicata a diversi monumenti della città di Torino, tra cui la Mole Antonelliana, il Duomo, la Gran Madre, Palazzo Madama, Superga e Porta Palatina.

Alla GAM è visitabile fino al 12 marzo prossimo l’esposizioneHic sunt dracones, un intreccio di due percorsi, quello di Chiara Camoni e quello del collettivo Atelier dell’Errore, un racconto in cui due storie artistiche, molto diverse tra loro, si fronteggiano e si rispondono l’un l’altra.

I paesaggi dell’anima sono i protagonisti dell’esposizione dedicata a John Constable, ospitata nella Reggia di Venaria. Con questa esposizione la residenza sabauda, alle porte di Torino, continua la sua indagine già  avviata nel 2021 sul tema del paesaggio, con una mostra dedicata al celebre artista inglese, tra i massimi esponenti della scuola romantica.

John Constable, nato a East Bergholt l’11 giugno 1776 da una famiglia di proprietari terrieri, iniziò la sua formazione pittorica presso John Thomas Smith, un artista piuttosto stravagante e, a 23 anni, riusci a entrare alla Royal Academy, esercitandosi sulle opere di grandi artisti quali Thomas Gainsborough, che rappresentò il suo primo punto di riferimento. Studiò  poi le opere di paesaggisti quali Poussin, Lorrain, Rubens, Rembrandt e Jacob van Ruisdael. Con i dipinti realizzati all’aperto Constable si scostò dai modelli appresi durante gli anni accademici.

L’artista iniziò a osservare attentamente i fenomeni naturali e si avvicinò alla composizione dei poeti a lui contemporanei, quali Wordworth, lontano dal sublime e dal pittoresco. Fu dal 1827 che iniziò a dipingere studi di cieli e marine, nel momento in cui si trasferì sulla costa, a Brighton e Hampstead.

John Constable fu uno dei principali esponenti del paesaggio romantico insieme a William Turner. Le sue opere più celebri ritraggono la campagna di Dedahm Vale nei dintorni di East Bergholt nel Suffolk.

Fino al 26 febbraio prossimo è ospitata al Mastio della Cittadella la mostra dedicata a Frida Khalo, un percorso sensoriale con oltre 1800 mq. di allestimenti, unica nel suo genere altamente spettacolare e tecnologico, capace di immergere il visitatore nella vita della grande artista messicana, esplorando la dimensione artistica, spirituale e umana.

La mostra intitolata “Il caos dentro”, dopo essere stata visitabile a Roma e Milano, è approdata a Torino per occupare gli spazi del Mastio della Cittadella, una location di grande fascino e storia  nelcuore della città sabauda. La mostra celebra la figura di donna e di artista attraverso un percorso interattivo di grande impatto sensoriale, capace di coinvolgere il visitatore nel ripercorrere la vita, la storia e la creatività dell’artista, grazie all’uso della multimedialità.

Sono diverse le sezioni tematiche che compongono questo viaggio colorato nella caotica esistenza della pittrice messicana, che da sempre è diventata il simbolo dell’avanguardia artistica e culturale della sua terra, capace di unire una geniale sensibilità a una forza trasgressiva e a pensieri profondi, diventata una delle più amate e celebrate del Novecento.

All’interno della mostra è presente una ricostruzione degli spazi in cui Frida visse, quali la camera da letto e lo studio, accanto a disegni, pagine di diario, oggetti di vita quotidiana, abiti, gioielli e fotografie esclusive, scattate all’epoca dal fotografo colombiano e amico Leo Matiz.

In mostra sono presenti anche alcuni dipinti originali mai esposti prima da collezioni private, quali il Ritratto di Frida che Rivera disegnò nel 1954, o come la Nina de losabanicos, sempre di Diego Rivera del 1913, oltre ad alcuni disegni dello stesso Rivera.

Gli amanti delle stelle e dello scrittore Dino Buzzati potranno visitare la mostra ospitata fino al 12 febbraio prossimo al Mufant, il Museo del Fantastico, che celebra questo autore nel cinquantenario della scomparsa, avvenuta a Milano nel 1972. L’esposizione presenta un Buzzati inedito e originale attraverso i suoi articoli, dipinti e racconti sul tema dell’esplorazione e della corsa allo spazio. Sono esposte opere pittoriche, materiali e Toystratti da collezioni, estratti di videointervista delle Teche RAI.L’esposizione, sostenuta  dalla Fondazione Crt, patrocinata dall’Università  di Warwick, in collaborazione con l’Associazione Internazionale Dino Buzzati e il Centro Italiano Studi Ufologici. Di particolare pregio i due dipinti di Buzzati dal titolo “I Marziani” e “I maghi d’autunno”.

MARA MARTELLOTTA

Una settimana di arte, storia e cultura nei musei della Fondazione

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

13-19 gennaio 2023

 

VENERDI 13 GENNAIO

 

Venerdì 13 gennaio ore 16.30

UN GIORNO A CORTE

Palazzo Madama – visita guidata tematica

Galateo, abitudini e socialità tra cerimoniali e protocolli “regali”. Sarà come essere invitati a pranzo dalla Regina. La visita guidata si propone proprio questo: raccontare usi, abitudini e costumi a corte. Quali menù si proponevano agli invitati? Quale abito avrebbe scelto una giovane contessa per partecipare al cerimoniale di corte? Quanti e quali inchini avrebbe dovuto rivolgere alla sovrana? Come attenersi perfettamente alle regole del protocollo?

Visitando le sale della mostra Margherita di Savoia, Regina d’Italia, che, con il loro allestimento ben evocano i fasti del momento, si sveglieranno le consuetudini, i divertimenti e i passatempi dei sovrani al tempo di Margherita.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

SABATO 14 GENNAIO

 

Sabato 14 gennaio ore 11

MARGHERITA IN MUSICA

Palazzo Madama – il concerto del sabato con l’orchestra del Liceo Classico Musicale Cavour

Nell’ambito del progetto Quattro scuole per una Regina, ideato dai Servizi Educativi di Palazzo Madama in occasione della mostra Margherita di Savoia, Regina d’Italia, le classi della sezione musicale del Liceo C. Cavour di Torino propongono una serie di concerti che immergerà il pubblico nelle musiche più amate dalla Regina Margherita, grande appassionata di musica fin dalla giovinezza: per tutta la sua vita praticò quest’arte e promosse in Italia la conoscenza della musica da camera e sinfonica, e di Beethoven in particolare, come testimonia questa sua frase: “Ho un culto per Beethoven, è così grande e sempre nuovo, mi sembra proprio di stare presso Dante e Shakespeare!”.

Il programma presenterà ascolti tratti dalla musica europea, in un excursus che va dal Barocco all’Ottocento.

Prossimi appuntamenti

 

21 gennaio 2023 ore 11 e ore 15

28 gennaio 2023 ore 15

Info: tutti i concerti si terranno al primo piano del museo, nella Sala Feste

Ingresso gratuito

Prenotazionemadamadidattica@fondazionetorinomusei.it ; 0114429629

 

Sabato 14 gennaio ore 16:30

ALCHIMIE – MERCURIO / MERCURIO – Intelligenza, apprendimento, agilità

GAM – Visita guidata in collaborazione con Orchestra Filarmonica di Torino

Arte e musica: c’è alchimia migliore? Ispirati dai concerti della Stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica di Torino, i musei della Fondazione Torino Musei ogni sabato precedente il concerto propongono a rotazione un ciclo di visite guidate al proprio patrimonio museale.

MERCURIO / MERCURIO – Intelligenza, apprendimento, agilità

Mercurio è sia il pianeta più interno del sistema solare e il più vicino al Sole, sia un elemento chimico dal caratteristico color argento, ma è anche il dio alato messaggero degli dei, protettore dei viaggi e dei viaggiatori, della comunicazione, dell’ingegno della divinazione. La visita presso la GAM, propedeutica al concerto dell’Orchestra Filarmonica di Torino, non potrà che iniziare quindi dallo spazio, con la contemplazione dell’opera Anni Luce di Giulio Paolini, e seguire le varie sfaccettature di Mercurio (pianeta, elemento chimico e divinità),  sulle orme dell’artista metafisico Giorgio De Chirico, profondamente legato al mondo classico così come il fratello Alberto Savinio, fino ad arrivare a personalità come Gilberto Zorio e Mario Merz con le loro luci alchemiche.

Visita guidata a pagamento. Costo: 6 euro per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com • è possibile effettuare l’acquisto anche on-line

 

 

DOMENICA 15 GENNAIO

 

Domenica 15 gennaio ore 16

IL SOLE, IL SESAMO, GLI AQUILONI. La festa indiana di Makar Sankranti

MAO – attività per famiglie

Passeggiando tra le statue provenienti dall’India e dal Sud-est asiatico, tra rappresentazioni di figure e miti dell’Induismo, scopriremo come si festeggia in diverse parti dell’India – e non solo – la prima festa dell’anno, quando il sole entra nel segno zodiacale del Capricorno e la primavera si avvicina. Nell’attività di laboratorio si potrà sperimentare come costruire un aquilone.

Costo: bambini € 7 per l’attività, adulti accompagnatori ingresso ridotto alle collezioni permanenti.

Prenotazione obbligatoria al 0114436927-8 – maodidattica@fondazionetorinomusei.it

Domenica 15 gennaio ore 15

APPUNTI DI PAESAGGIO

GAM – attività per le famiglie sulla mostra Ottocento

Il percorso in mostra permette di riflettere sul ruolo della pittura di paesaggio da metà dell’Ottocento fino ai primi del Novecento. Durante la visita guidata gli adulti avranno modo di approfondire l’evoluzione del paesaggio da semplice fondale a contorno di scene storiche e brani di genere, a soggetto autonomo e centrale, a luogo suggestivo ricco di scambi emozionali con chi lo vive e lo ammira, a strumento di sperimentazioni scientifiche.

Contemporaneamente i bambini, attraverso una più ridotta selezione di opere, vedranno come il paesaggio diventi luogo che accoglie sensazioni, emozioni personali e spunto per ragionare sulle nuove teorie del colore e della luce e in laboratorio realizzeranno un personale taccuino di paesaggi utilizzando diverse tecniche pittoriche.

Costo visita adulti: euro 6 più biglietto di ingresso al museo ridotto (ingresso gratuito ai possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta)

Costo bambini: euro 7 (ingresso gratuito al museo)

Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

LUNEDI 16 GENNAIO

 

Lunedì 16 gennaio ore 17.30

IL MIO MEDIOEVO. IL NOSTRO MEDIOEVO

Biblioteca civica Cesare Pavese, via Candiolo 79 – appuntamento conclusivo del ciclo di incontri Miniature rivelate a cura dei lettori delle Biblioteche civiche

Il Medioevo fa da sfondo a diversi romanzi della letteratura occidentale: da Il nome della rosa di Umberto Eco, I pilastri della Terra di Ken Follett, Notre-Dame de Paris di Victor Hugo o il più recente La Cattedrale del mare di Ildefonso Falcones. Ogni partecipante potrà proporre al gruppo il proprio libro del cuore, selezionando e leggendo ad alta voce la pagina o i passaggi che maggiormente ha amato.

Così si conclude il ciclo di incontri Miniature rivelate, organizzato da Palazzo Madama in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi, dedicato ad approfondire l’arte del libro tra Medioevo e Rinascimento attraverso le collezioni di arte antica del Museo Civico di Torino.

Ingresso libero fino a esaurimento posti

 

MERCOLEDI 18 GENNAIO

Mercoledì 18 gennaio ore 15 e 17.30

IL MIO MEDIOEVO. IL NOSTRO MEDIOEVO

Biblioteca civica don Lorenzo Milani, via dei Pioppi 43 (ore 15); Biblioteca civica Villa Amoretti, corso Orbassano 200 (ore 17.30) – appuntamento conclusivo del ciclo di incontri Miniature rivelate a cura dei lettori delle Biblioteche civiche

Il Medioevo fa da sfondo a diversi romanzi della letteratura occidentale: da Il nome della rosa di Umberto Eco, I pilastri della Terra di Ken Follett, Notre-Dame de Paris di Victor Hugo o il più recente La Cattedrale del mare di Ildefonso Falcones. Ogni partecipante potrà proporre al gruppo il proprio libro del cuore, selezionando e leggendo ad alta voce la pagina o i passaggi che maggiormente ha amato.

Così si conclude il ciclo di incontri Miniature rivelate, organizzato da Palazzo Madama in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi, dedicato ad approfondire l’arte del libro tra Medioevo e Rinascimento attraverso le collezioni di arte antica del Museo Civico di Torino.

Ingresso libero fino a esaurimento posti

 

Mercoledì 18 gennaio ore 18

DIALOGO TRA GIORGIO GRIFFA E RICCARDO PASSONI

GAM – incontro con l’artista

Il Dipartimento Educazione GAM organizza l’incontro con uno degli artisti protagonisti della venticinquesima edizione di Luci d’Artista. Giorgio Griffa, maestro riconosciuto a livello internazionale che è stato recentemente celebrato con una retrospettiva dal Centre George Pompidou di Parigi, dialogherà in Sala 1 con il Direttore della GAM Riccardo Passoni.

Il progetto Farsi Universo si è sviluppato, durante le settimane di accensione delle Luci d’Artista, intorno alla nuova installazione luminosa AZZURROGIALLO di Giorgio Griffa nei giardini di piazza Cavour: miriadi di luci dalle sfumature blu, viola, verde e giallo che appaiono come un flusso di energia luminosa. Il passaggio coperto dalle luminarie evoca la Notte stellata di van Gogh, come in altri cicli pittorici di Griffa in cui la ricerca analitica sul segno si carica di rimandi ai grandi maestri dell’arte di ogni tempo.

Farsi Universo ha previsto – oltre alla formazione dedicata agli insegnanti dell’I.C. Niccolò Tommaseo con un workshop guidato dal monaco zen Raf Chigyo Ianzano e un laboratorio per la progettazione e realizzazione dell’attività con le dieci classi coinvolte – un laboratorio di Maschera Neutra a cura dell’Associazione Teatro e Società coordinati da Claudio Del Toro con performance finale e infine, in collaborazione con la Fondazione Cantabile, un incontro tra più gruppi corali, da quelli più esperti come Cantabile Fabbricadivoci e CantabiLAB al coro PoliEtnico del Politecnico di Torino.

Ciascuno degli eventi ha radunato in piazza Cavour sotto il cielo stellato di Giorgio Griffa centinaia di ragazzi e famiglie che si sono ritrovati insieme ai cittadini del quartiere e non solo.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili 

Info www.gamtorino.it    

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

“Piano Solo” è la nuova rassegna musicale di OFF TOPIC

Da sabato 14 gennaio alle ore 12:00 un matinée al mese fatto di tasti bianchi e neri 

Via Giorgio Pallavicino, 35 – Torino

 

presenta

PIANO SOLO

 

 “Piano Solo” è la nuova rassegna musicale di OFF TOPIC nata in collaborazione con la consulta studenti del Conservatorio “G.Verdi” di Torino. 

 

Nato alla corte di Cosimo III De’ Medici nel 1698 come clavicembalo che poteva suonare piano ma anche forte, criticato da Bach e amato visceralmente da Mozart per le infinite possibilità espressive, protagonista dell’epoca romantica, il pianoforte è senza ombra di dubbio quello strumento che – come scriveva in Novecento Alessandro Baricco – rende infinito l’essere umano.

 

“Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infinti loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito.” 

Raccontato nel cinema e nella grande letteratura, il pianoforte è in fondo quello strumento che tuttə vorremmo saper suonare e che è in grado di rapire – sul palco della Scala quanto al gate di un aereoporto –  chiunque ne incontri il suono.

Per il suo irresistibile fascino, OFF TOPIC ha voluto sul palco del bistrò proprio un pianoforte e attorno al signor strumento costruisce la sua rassegna “Piano Solo” .

 

È così che sabato 14 gennaio alle ore 12.00 prende il via il primo di cinque appuntamenti musicali che porteranno sul palchetto del Bistrò di OFF TOPIC il jazz di Chet Baker ma anche  i capolavori di Debussy e di Ravel, passando per Art Blakey e Liszt. Un appuntamento al mese, un matinée che porta nel contemporaneo anche il mondo classico per far scoprire al pubblico le tante vite che la musica può avere tramite un solo e unico strumento: il pianoforte.

 

Come Consulta degli Studenti siamo stati fin da subito felici che Off Topic abbia voluto instaurare questa collaborazione. Siamo convinti che l’interazione tra il nostro Conservatorio e le realtà del territorio come Off Topic che si interfacciano in particolare con un pubblico giovane, sia innanzitutto l’occasione per avere una prima importante palestra e vetrina per tutti gli studenti che si apprestano a diventare i professionisti nel settore musicale, nonché un investimento fondamentale per non perdere la possibilità di raggiungere, incuriosire, e così formare, una platea di persone capace di apprezzare i repertori e i generi più vari e che potrà così trasformarsi nel pubblico del futuro.

 

La vita non è un problema da risolvere, ma una realtà da sperimentare”. Questa celebre frase di Soren Kierkegaard – aggiunge il Direttore del Conservatorio “G.Verdi” di Torino Francesco Pennarola –  riassume un po’ lo spirito con cui il Conservatorio di Torino entra nella programmazione di Off Topic: un luogo nato per sperimentare, per cercare di innovare le modalità di offerta culturale. Questo deve fare una Istituzione di alta formazione musicale: cercare strade per innovare i format culturali e i loro contenuti: e se a farlo sono direttamente gli studenti allora il risultato non può che essere una scommessa vinta!”

 

Le persone più attente si saranno accorte che da qualche settimana sul palco del Bistró, è apparso un pianoforte verticale. – dichiara il direttivo di OFF TOPIC – Un po’ come dentro le stazioni ferroviarie, nelle Piazze durante la Festa della Musica o dentro ai Saloon nel Far West il Bistró ancora una volta è luogo di libera espressione. Chiunque potrà salire sul palco e allietarci con un brano. A inaugurare ufficialmente il pianoforte di Off Topic non potevano che essere gli studenti e le studentesse del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino con Piano Solo, un progetto di rete con l’accademia della musica torinese che risponde alla mission di contaminazione e sperimentazione artistica di Off Topic.

 

Per il primo appuntamento in programma sabato 14 gennaio è protagonista la giovane pianista Chiara Nicora in un concerto-lezione dedicato ai pianisti dei Jazz Messengers, storica formazione be-bop. Il repertorio è composto da composizioni originali di Horace Silver, Bobby Timmons e Cedar Walton, pianisti che hanno fatto scuola nello swing, nel be-bop e nel soul jazz.

 

CHIARA NICORA

Chiara Nicora studia pianoforte jazz al Conservatorio G. Verdi di Torino dal 2019.

Ha partecipato ai seminari di AlbisJazz e Nuoro Jazz studiando con Dado Moroni, Danny Grissett, Peter Bernstein e molti altri, vincendo una borsa di studio per merito nel 2022 per partecipare a Jazz in Marciac (Francia).

Si esibisce regolarmente nei jazz club torinesi e in festival locali come Torino Jazz Festival, Avigliana Jazz Festival, Jazz Around You, etc. con diverse formazioni.

 

Prenotazione per il brunch consigliata scrivendo al #Bistrò di OFF TOPIC su WhatsApp al 388.446.3855

 

PROSSIMI APPUNTAMENTI IN PROGRAMMA

 

Sabato 11 Febbraio alle 12.00 

Giorgia Marletta presenta Sfumature Sonore.

Embraceable you e The man I love da Seven Virtuoso Etudes – Gershwin/Wild; Sonetto 123 del Petrarca da “Années de Pèlerinage” – Liszt; “Barlumi” – Malipiero;”Images oubliées” – Debussy; “Jeux d’eau” – Ravel;

 

Sabato 18 Marzo alle 12.00 

Nicolò di Pasqua sul palco di OFF TOPIC in un grande omaggio a Chet Baker.

 

Sabato 22 Aprile alle 12.00 

Elena Tiritto è protagonista con i brani tratti da Einaudi, Yruma e Tiersen.

 

Sabato 20 Maggio alle 12.00 

Emiliano Blangero presenta alcuni brani del suo ultimo album “Moments”

 

OFF TOPIC – Hub culturale, Via Giorgio Pallavicino 35

Ideare, valorizzare, educare, diffondere e connettere: questi i principi su cui si fonda OFF TOPIC, l’hub culturale della città di Torino, progetto del Torino Youth Centre, riconosciuto dal Comune di Torino come Centro di Protagonismo Giovanile il cui direttivo è formato da Goodness Ac, Klug APS, Cerchio di Gesso.

Il Torino Youth Centre è l’associazione di secondo livello che attraverso una progettualità di rete, coordina il funzionamento, le attività e gli spazi di Via Pallavicino 35, rendendo OFF TOPIC hub culturale e sede di attività formative (corsi, workshop, conferenze) e co-working, residenze artistiche, musica live, teatro, proiezioni, reading e eventi off di rassegne cittadine, attività sociali e di promozione del territorio.

 

 

OFF TOPIC

via Giorgio Pallavicino, 35 – 10153 Torino

 

SEGUI OFF TOPIC

http://offtopictorino.it

https://www.instagram.com/offtopictorino

https://www.facebook.com/offtopictorino

Dalle collezioni private il Rinascimento piemontese di grandi capolavori

Alla Fondazione Accorsi-Ometto, sino al 29 gennaio

Riecheggia il romanzo di Maria Bellonci, che fu Premio Strega nel 1986, “Rinascimento privato”, il titolo della mostra (visitabile sino al 29 gennaio prossimo) che la Fondazione Accorsi-Ometto presenta al visitatore negli spazi di via Po. Una mostra, te ne rendi conti appena entrati nelle sale, preziosa, intimamente ricca, elegantemente raccolta, i suoi pezzi fino a ieri nascosti in ville e palazzi di facoltosi industriali o in castelli di famiglie nobiliari che del Piemonte hanno fatto la storia. Tutti tacciono i grandi cognomi ma gli Agnelli e i Bruni Tedeschi, con le loro ricche collezioni circolano come in un sussurro, soltanto dichiarano la loro presenza i Ferrero della Marmora di Biella e i Pozzallo di Oulx nel rivelare al pubblico nomi preziosi del Rinascimento piemontese, con autori contesi da questo o quel museo, con i santi che ti guardano e le Madonne che ti incantano.

Una mostra che, con la collaborazione di Serena D’Italia e Vittorio Natale, il direttore della Fondazione Luca Mana deve aver sognato a lungo, facendo immaginare a noi “esterni” che il suo gravoso quanto entusiasmante compito sia stato quello non tanto di scovare le trentaquattro opere alla fine esposte ma soprattutto quella tessitura finissima di rapporti e convincimenti nei confronti dei proprietari che, è facile immaginare, non abbiano voluto in semplicità affidare, anche se per poco più di cento giorni, le loro personalissime reliquie artistiche da sempre, forse, prestate soltanto per studi allo sguardo degli addetti ai lavori. Reliquie che, abbandonando le sale dell’Accorsi, ritroveranno spazio nelle loro antiche ed eterne sedi, per non uscirne forse mai più.

“Rinascimento privato. Da Spanzotti a Defendente Ferrari nelle Collezioni piemontesi” vuole raccontare l’evoluzione della pittura del nostro territorio tra la metà del Quattrocento e la metà del Cinquecento, non soltanto la produzione artistica quanto anche i rapporti tra le botteghe e la fortuna collezionistica, come il suo prendere sempre maggior sviluppo: “la pittura rinascimentale piemontese si sviluppa intorno ai decenni centrali del XV secolo, grazie al contributo fondamentale non solo di opere provenienti dall’estero, come i trittici fiamminghi commissionati dai ricchi banchieri chieresi, ma anche grazie alla presenza di capiscuola come Antoine de Lonhy e Giovanni Canavesio che sanno imporre uno stile diverso dal vecchio linguaggio figurativo tardogotico”. Una strada che proseguirà nei decenni successivi con i nomi di Macrino d’Alba e Martino Spanzotti, capaci d’immettere nel territorio le influenze romane e lombarde che saranno l’importante bagaglio per la generazione successiva, quella di Defendente Ferrari e di Gandolfino da Loreto.

La mostra è suddivisa in sei sezioni. Affidata ai “Precursori” la prima, in cui si allineano i nomi e le opere di Giovanni Canavesio (di Pinerolo, prima del 1450-1500; suo un probabile “Sant’Agostino” di fine secolo), di Tommaso Biazaci (di Busca, documentato tra il 1465 e il 1488; importante per il suo trasferimento in Liguria dove, con i favori dei ricchi banchieri liguri, divenne il tramite tra le novità fiamminghe e la pittura piemontese), di Andrea De Aste. Il Salone Cinese è dedicato ai “Committenti”, dove fa bella mostra la “Madonna in trono tra San Nicola da Tolentino e santo vescovo” di Tommaso Cagnola, e ai “Grandi polittici tra scomposizione e ricostruzione”, in cui parti smembrate (come due ante) riconducono ad un polittico eseguito dallo Spanzotti e dall’allievo Ferrari tra il 1496 e il 1500.

Tra i pezzi più belli della mostra, al capitolo “Arredare decorando”, due fronti di cassoni nuziali: il primo a rappresentare tre armigeri, a combattere dinanzi a una fitta boscaglia, provenienti dalla collezione Vittorio Tornielli, l’architetto ingegnere costruttore del castello di Cereseto, per passare poi nelle collezioni Gualino. Il secondo, che illustra una bellissima “Annunciazione”, forse opera di un artista del Piemonte occidentale, venne acquistato da Pietro Accorsi ed esposto da Vittorio Viale alla mostra sul Gotico e Rinascimento del 1938. Al culto e alla devozione è affidata “Immaginare la santità”, con opere di Antoine de Lonhy (documentato in Borgogna dal 1446, passa nel sud della Francia e in Spagna per approdare in area piemontese negli anni Sessanta del Quattrocento, a portare un nuovo e più moderno linguaggio artistico), Gandolfino da Roreto (è documentato tra il 1493 e il 1518) e Gerolamo Giovenone. Di Oddone Pascale, originario di Trinità e attivo nel Saluzzese come a Finalborgo, è da sottolineare un “San Giorgio e il Drago”, certo di non precise proporzioni ma interessante nella descrizione del paesaggio, drago compreso.

 

Ultima sezione “Defendente Ferrari e la pittura rinascimentale in Piemonte tra tradizione e innovazione”, dove sono presenti anche opere di Spanzotti, Gerolamo Giovenone e Bernardino Lanino: considerando Defendente come l’ultimo maggior rappresentante del nostro Rinascimento (in mostra la bellezza di una prospettica “Natività”, con l’impagabile posizione del Bambinello, e soprattutto il “Bacio di Giuda”, un Orto del Getsemani tra alabarde, lanterne, costumi dell’epoca e violenza, rappresentato in tutta la sua tragicità, con il Cristo ripreso di spalle), maestro di polittici e di pale d’altare, prezioso ascoltatore della tradizione nordica, artista di successo presso una larga committenza ecclesiastica nel Piemonte occidentale.

Elio Rabbione

Nelle immagini: Giovanni Martino Spanzotti e collaboratore (Defendente Ferrari?), “Un santo tebeo e San Lorenzo”, 1496-1500 ca, pittura e oro su tavola, cm 110 x 70, Fondazione Accorsi-Ometto; Gandolfino da Roreto, “Sposalizio della Vergine”,1510-1515 ca, pittura su tavola, cm 29,7 x 32, coll. privata; Oddone Pascale, “”San Giorgio e il drago”, 1520-1530, pittura su tavola, cm 130 x 72, coll. privata; Defendente Ferrari, “Bacio di Giuda”, 1520 ca, pittura su tavola, cm 138 x 92, coll. privata.

La mostra The World of Banksy a grande richiesta prolunga fino al 30 aprile

Presso la stazione di Torino Porta Nuova

Grazie al successo della mostra The World of Banksy – The Immersive Experience presso Torino Porta Nuova, è stata prolungata la data di apertura fino al 30 aprile 2023. Questa decisione è stata fortemente condivisa da tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione, per venire incontro alle richieste dei visitatori che finora sono stati oltre 80.000, permettendo così ad ancora più persone di ammirare la grandezza dei 100 capolavori esposti in mostra.

Il percorso presenta oltre 90 opere di cui 30 murales a grandezza naturale realizzati da giovani street artist internazionali che raccontano il mondo del misterioso artista britannico, famoso per affrontare con ironia temi politici e di denuncia sociale. Vicino ai più iconici capolavori “Flower Thrower” e “Girl with Balloon” che lo hanno reso famoso in tutto il mondo, trova spazio anche iBanksy, una speciale sezione video che ripercorre la storia e il messaggio sociale dei murales realizzati da Banksy in strade, muri e ponti di tutto il mondo.

La mostra dedica uno spazio esclusivo a The Untold Truth of Banksy, un documentario inedito sulla vita dell’artista. The World of Banksy – The Immersive Experience a Torino Porta Nuova è un’esperienza unica: la stazione è uno dei luoghi che più rappresenta la street art e il linguaggio universale di Banksy, in grado di arrivare al cuore, ai pensieri e all’anima di tutte le persone nel mondo.