Cosa succede in città- Pagina 122

Arriva a Torino il Luna Park della Pizza by DaZero&Friends

 

Il nuovo format itinerante che unisce i grandi pizzaioli protagonisti delle classifiche internazionali di 50 Top Pizza

 

Lunedì 17 Aprile alle 20.30

il secondo appuntamento a Torino in via Urbano Rattazzi 3

Da Caggiano (SA), ospite Angelo Rumolo di Le Grotticelle

per una serata dedicata al Cilento e alla Primavera

24 Marzo 2023 – Dopo il successo del primo appuntamento lo scorso 13 Marzo a Milano, Il Luna Park della Pizza fa tappa a Torino nella pizzeria DaZero di via Urbano Rattazzi 3. Nato da un’idea dei founder DaZero Giuseppe Boccia e Carmine Mainenti, il nuovo format itinerante andrà in scena Lunedì 17 Aprile: protagonisti i pizzaioli DaZero e il maestro Angelo Rumolo con un menù a quattro mani dedicato al territorio del Cilento e alla stagione primaverile.

Angelo Rumolo è il giovane pizzaiolo di Le Grotticelle in provincia di Salerno, che ha conquistato il 12esimo in 50 Top Pizza Italia 2022 e 24esimo tra le 50 Top Pizza World 2022.

 

Dice Giuseppe Boccia, founder DaZero e ideatore de Il Luna Park della Pizza: “La premiazione di Madrid, che ci ha visto raggiungere il 23esimo posto nella classifica mondiale dedicata alle catene di pizzerie, ha fatto scattare l’idea di questo format itinerante grazie al quale portiamo nelle nostre pizzerie i pizzaioli più apprezzati d’Italia e i loro modi di interpretare la pizza. Durante la prima serata meneghina abbiamo accolto i nostri clienti, tanti fan di Onnembo e anche chi ci ha conosciuto attraverso questo nuovo format. E’ stata come una cena tra amici, e siamo felici di arrivare presto a Torino con Angelo Rumolo, un altro grande nome. DaZero promuove da sempre la pizza come motivo di aggregazione e collaborazione nel settore e con Il Luna Park della Pizza riusciamo a diffondere ancora di più questo mondo, scoprendo insieme tante idee e filosofie della ricetta più amata di sempre”.

 

DaZero meets Le Grotticelle, il 17 Aprile 2023 a Torino

Un menù dedicato alla primavera quello costruito per la puntata torinese di Il Luna Park della pizza da Angelo Rumolo e dai pizzaioli di DaZero, Antonio Greco e Mauro Fragella. Tanti vegetali di stagione, sapori che richiamano al Cilento e uno spirito innovativo di ricerca negli impasti e negli abbinamenti.

 Si comincia con un Benvenuto, la Focaccia in tegliasemi integrale di Angelo Rumolo con la pancetta artigianale di Gioi e i carciofini di Paestum dell’azienda agricola Maida, prodotti  cult dei menu di DaZero.

Ecco le pizze di Rumolo: Asparagi, con fior di latte, asparago selvatico trifolato con cipolla, pomodoro semisecco e guanciale artigianale, seguita da Tarassacocon fior di latte, salame grasso leggermente piccante, tarassaco, erborinato di capra, confettura di rosa canina.

E’ poi il momento di DaZero, con due pizze inedite elaborate per la serata: il Carciofo e le sue consistenzecon crema di carciofi, carciofi trifolati, carciofo fritto, maionese di pecorino e prezzemolo. Poi la Marinara Cilentana Special con passata di pomodoro arrostito, alici di menaica, capperi, olive, origano Incontro e basilico cristallizzato.

Si chiude con il dolce, Ma che Bufala! Petali di pizza fritta con ricotta di bufala aromatizzata al peperoncino e confettura di pomodorini.

Ad accompagnare le pizze, preparate con le farine del Molino Casillo, i vini siciliani di Feudo Maccari ed Animaetnea, Birra Moretti e Acqua Ferrarelle.

Costo della serata: 35 euro incluse acqua e bevande analcoliche.

 

Il Luna Park della Pizza, firmato DaZero&Friends

Da sempre la ormai affermatissima insegna di pizzerie cilentane – 23esima nella classifica mondiale delle catene artigianali 50 Top Pizza – promuove eventi, sinergie e occasioni innovative sul mondo della pizza. Nasce così la serie di appuntamenti gastronomici inediti, dinamici e super friendly: un Luna Park, una vera e propria festa intorno alla pizza e ai suoi maestri, per promuovere la ricetta più famosa al mondo come protagonista indiscussa di convivialità. Il format va in scena proprio nei locali di DaZero, caldi e dall’atmosfera familiare, di tutta Italia con ospiti d’eccezione alcuni tra i migliori classificati 50 Top Pizza – le guide alle migliori pizzerie del mondo. Sulla tavola menù sempre diversi costruiti a 4 mani insieme a DaZero. Obiettivo: far scoprire ai pizza lovers di tutta Italia, nuove filosofie, versioni e idee di pizza, vere e proprie ricette gastronomiche con abbinamenti studiati e ingredienti che identificano i territori di ogni pizzaiolo.

Marcolino / “Facce da scuola” 3

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTÀ

Quarant’anni fa, a Vallette…I “migliori” anni della mia scuola

 

Gianni Milani

Entrò per primo, in tutta la sua imbarazzante evidenza, il copioso moccio al naso. A seguito fece il suo sgangherato ingresso anche lui: Marcolino (Marco), portatore sano e ben conscio di quel mocciolone che arrivava a lambirgli, deformandone i contorni, il labbro superiore. E che lui cercava, con ampie inutili spatolate di lingua, di ricacciare all’indietro. Pulirsi col fazzoletto?  Manco a parlarne. Quello era il suo acclarato segno d’identità che lui aveva deciso di incollarsi addosso in ogni importante e decisivo passo della sua vita. E il primo giorno di scuola, ad anno abbondantemente iniziato, non era forse passo importante? Il primo giorno di una nuova scuola, poi. Al suo braccio, bianco come un cencio e senza il fiato per profferire un , il giovane, educato educatore. Lungo magro allampanato. Luigi, il “santo” educato educatore. Piegato ma non vinto. Ovvio…la classe scoppiò senza ritegno in una fragorosa, assordante risata. Miii…Che schifo…!, il commento più pacato e salottiero delle raffinate donzelle. I maschi si espressero invece con ben altre sonorità e coloriti anziché no contributi verbali. Una frazione di secondo e Marcolino si svincolò dalla presa del quasi “beato” Luigi e, con una sorta di ghigno lamentoso, iniziò a correre come un demone alato per l’aula, travolgendo tutto e tutti e di più. E rideva. Rideva e non parlava. Rideva e non parlava e correva. Del resto, non avrebbe quasi mai parlato. Per tutto l’anno scolastico, solo qualche borbottio e molti no sottolineati con una trafila di sorrisi ironici, ingrugniti e testardi. Eravamo sotto Natale.  Marcolino dribblò con destrezza l’albero natalizio, scansò a rotta di collo il presepe, con una furia tale che pure al Bambin Gesù parvero drizzarglisi i capelli dorati in testa e terminò la folle corsa, con un acrobatico tuffo all’indietro, sulla sedia in prima fila lato muro. Schiena a parete, in improbabile equilibrio sulle due gambe posteriori della sedia, il banco davanti accessorio praticamente inutile: fu quella la sua posizione ufficiale per quasi tutto l’anno scolastico.

E sì, perché la filosofia di Marcolino era proprio questa. Presentarsi al mondo e ripararsi dalle sue norme e dalle sue beffe, giocando solo ed esclusivamente sul lato della negatività, della maleducazione e dell’antipatia. Impegno scolastico neanche a parlarne. La scuola, come la comunità in cui l’avevano “costretto” a vivere, era per lui un mezzo attraverso il quale gridare tutta la sua ribellione al mondo. All’esser stato “chiamato” al mondo. E, a 11 anni, portato a Torino, dalla natia Puglia. Con il ricordo che di sicuro batteva forte di una madre di cui si avevano, almeno a scuola, scarsissime notizie e che viveva al paese con altri figli e con un padre di cui invece nulla si sapeva.  Preparazione scolastica pressoché nulla. Intelligenza tanta. Troppa! Lontano dai genitori, da fratelli e sorelle, in prima media era arrivato (non ricordo il perché) a Torino, affidato ai servizi sociali e alloggiato in una comunità protetta con altri tre o quattro ragazzi affidati, come lui, ad un gruppo di giovani che per loro rappresentavano il mondo intero. Marcolino era biondissimo, era un  meridionale del Foggiano, di quelli che testimoniano ancor oggi con i loro capelli chiari e l’attitudine a svilupparsi in lungo più che in largo, il passaggio remoto per quelle terre millennarie di antichi civilissimi popoli del nord. Da lì arrivava Marcolino con i suoi 11 anni e un concentrato da brivido di paure, delusioni ed infinite amarezze. E tristezze. Avrei voluto parlargliene. Eccome! Ma non c’era verso. Marcolino rifiutava ogni forma di dialogo. Per mesi fu animale solitario. Un giorno, secondo quadrimestre abbondantemente inoltrato, leggo su quello che aveva solo più la parvenza di un quaderno  Se non ci fosero (sic!) Elisa e Salvatore sarei già scapato(sic)!. Ecco! Elisa e Salvatore. I suoi “unici” compagni di classe. Elisa, piccola, minuta, capelli ricci, occhi color del cielo, un sorriso indifeso di una dolcezza che ti pugnalava al cuore. Salvatore, il buon “Garrone” deamicisiano. Un colosso di ragazzo, che, arrivato dalla Sicilia, viveva solo con il padre, muratore o meglio “capomastro”, come diceva lui. Manone anche le sue da muratore. Che erano servite in più occasioni proprio per tirare fuori dai guai Marcolino. Salvatore era il suo santo protettore. Elisa, forse, la sua prima cottarella. Vicino a lei, miracolosamente, il mocciolo spariva e il biondo piccolo-grande vichingo di Puglia tentava perfino di darsi un’aggiustatina ai riccioli d’oro. Si andava verso la fine dell’anno scolastico. L’ultimo giorno di scuola – in programma la festicciola prevacanziera – fu quasi un finale da film. Di quelli, però, tristi tristi. Marcolino non si presentò. Fino alla fine volle giocare il suo ruolo di duro e dannato. Nessuno se l’aspettava. Salvatore, ammutolito, si scolò da solo almeno due bottiglie magnum di aranciata, seduto al posto del suo “compagno da proteggere”.

Dietro, Elisa non toccò una pasta. Gli occhi più azzurri che mai e lucidi e tristi. In mano, il foglio lasciato sotto il banco il giorno prima proprio da lui, da Marcolino. Stavano lì, in quegli sgorbi quasi illeggibili, il suo ultimo “ciao” ed il suo infinito “grazie”: “Grazie…profe…Elisa…Salvatore”. Marcolino non tornò più alla “Carlo Levi”. Chissà dov’era volato? Chissà dove avrebbe continuato a correre, moccio al naso e disperata solitudine sotto pelle. Lo vedo ancora macinare fughe fra i banchi e nei corridoi della scuola (dietro, affannati ed ululanti, orde di bidelli…si chiamavano ancora così allora, quelli che da tempo vanno sotto il nome di personale ATA!) gridando al mondo, con la stranezza di un sorriso senza logica apparente, tutta la sua disperazione. Fino all’improvviso fermarsi braccato dalle manone da muratore di Salvatore e sedato dagli occhi azzurri della piccola e triste Elisa. Un gigante dal cuore d’oro e un angelo d’irreale bontà. Quanti ne avrai ancora trovati lungo la tua strada, piccolo biondo Marcolino?

Gianni Milani

“Giornaliste”, nuovi appuntamenti al Circolo dei lettori di Torino

Dopo il successo del primo ciclo, al Circolo dei lettori torna Giornaliste, la serie dedicata a donne giornaliste che hanno descritto il mondo e testimoniato la storia, lasciando un segno sulla professione e sul racconto della realtà. Giornaliste è un progetto di Fondazione Circolo dei lettori e Storielibere, ideato da Annalisa Camilli, scrittrice e giornalista di Internazionale (partner è Banca d’Alba).

 

Giornaliste ricomincia dal Circolo dei lettori per arrivare al Salone Internazionale del Libro: cinque appuntamenti a Torino, un viaggio nel giornalismo italiano, in cui una giornalista racconta la storia, la vita e le opere di una “collega” del passato recente che ha cambiato il mestiere, sottolineando i punti di contatto con il proprio lavoro, la passione e le difficoltà, illuminando il contributo che queste donne spesso dimenticate hanno portato alla professione. Come per i primi appuntamenti dell’autunno del 2022, gli incontri di questa seconda edizione, recitati dal vivo dalle giornaliste al Circolo dei lettori a Torino, saranno “scritti a voce” trasformandosi in un podcast disponibile sustorielibere.fm, e su tutte le piattaforme di ascolto.

 

Il primo appuntamento è stato il 5 aprile, con la giornalista del Corriere della Sera Irene Soave che ha raccontato Camilla Cederna; il 12 aprile, Marta Serafini ricorda la sua collega del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli; giovedì 20 aprile la vice direttrice de La Stampa Annalisa Cuzzocrea descrive Miriam Mafai, mentre il 26 aprile, Benedetta Tobagi, scrittrice e editorialista de La Repubblica, disegna un ricordo di Tina Merlin. La seconda edizione si conclude al Lingotto per la XXXV edizione del Salone Internazionale del Libro, con Annalisa Camilli, che a quasi trent’anni di distanza dalla scomparsa racconta il coraggio e il lavoro di Ilaria Alpi.

 

Nel dettaglio, appuntamento per appuntamento:

 

 

Marta Serafini racconta Maria Grazia Cutuli

Mercoledì 12 aprile, h19, Circolo dei lettori, Torino

Maria Grazia Cutuli è stata uccisa in Afghanistan il 19 novembre 2001. Lo stesso giorno, il “Corriere della Sera”, di cui era inviata, pubblicò il suo ultimo articolo, che parlava della  scoperta di un deposito di gas nervino nella base di Osama bin Laden.

È possibile prenotare il posto qui

 

Annalisa Cuzzocrea racconta Miriam Mafai
Mercoledì 20 aprile, h19, Circolo dei lettori, Torino

Giornalista, scrittrice, ha attraversato il ‘900 senza mai farsene intrappolare. È stata funzionaria del Pci, giornalista di “l’Unità”, direttrice di “Noi donne”, deputata per il Polo progressista, ma non è mai stata una ragazza rossa. La libertà e la modernità di Miriam Mafai raccontate da Annalisa Cuzzocrea.

 

È possibile prenotare il posto qui

 

Benedetta Tobagi racconta Tina Merlin

Mercoledì 26 aprile, h19, Circolo dei lettori, Torino
Cosa prova Cassandra? Cosa la sorregge davanti all’orrore figlio della denuncia inascoltata? Tina Merlin (1926-1991), partigiana e poi scrittrice e giornalista di “l’Unità”, divenne nota al mondo come la profetessa della tragedia del Vajont. I morti furono oltre duemila e le inchieste per cui era stata querelata divennero testimonianza contro il dilagare delle menzogne istituzionali: un giornalismo d’inchiesta che si nutre d’amore e rabbia, un atto di rivolta silenzioso e implacabile.

È possibile prenotare il posto qui

 

Annalisa Camilli racconta Ilaria Alpi

Domenica 21 maggio, h 12, Salone Internazionale del Libro di Torino

Ilaria Alpi è stata uccisa a Mogadiscio, in Somalia, il 20 marzo del 1994 insieme al cameraman Miran Hrovatin. Era inviata per il Tg3 ed era arrivata per la prima volta nel paese nel dicembre del 1992 per seguire la missione delle Nazioni Unite “Restore Hope”. Stava indagando su un traffico di armi e rifiuti nel paese.

 

———————–

Il Circolo dei lettori è un progetto di Fondazione Circolo dei lettori, con il sostegno di Regione Piemonte, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT; con il contributo di Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino; main partner Lavazza group; partner Azimut capital managment, Reale Mutua, Banca d’Alba, Raspini, Sparea, Compagnia dei Caraibi, Audible; charity partner Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.

Gli appuntamenti del primo aprile a ColtivaTo

 Prosegue il  1 aprile 2023, la prima edizione di ColtivaTo, il Festival Internazionale dell’Agricoltura: tre giorni di incontri, conferenze, dibattiti, tavole rotonde, visite guidate, interviste, workshop, spettacoli teatrali, concerti e una rassegna cinematografica, per raccontare l’agricoltura in un grande evento scientifico-divulgativo con cadenza biennale.

 

Si parte alle 9.30 al Circolo dei lettori (Sala Grande) con La verità vi prego sull’agricoltura di precisione: Roberto Confalonieri, professore ordinario presso l’Università degli Studi di Milano e fondatore e presidente di Cassandra Tech, parlerà di agricoltura di precisione, sfatando alcuni miti e cercando di identificare soluzioni che permettano di sfruttarne l’enorme potenziale. Sempre alle 9.30 al Museo del Risorgimento (Sala Codici), in collaborazione con Biennale Democrazia, il fondatore di Slow Food Carlo Petrini e il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni discuteranno dell’apporto dei migranti al settore agricolo (e della diffusa illegalità con cui si trovano a fare i conti), raccontando in particolare l’esperienza saluzzese. Ancora alle 9.30, alla Cavallerizza Reale, si terrà un momento di confronto e dibattito in cui i giovani incontreranno alcuni imprenditori del settore: interverranno Anna Asseretto (AG Sanremo), Roberto Benadì (Fudex), Guido Cerrato (Laboratorio chimico Camera di commercio di Torino), Federico Concaro (SATA), Gabriella Fantolino (Uova Fantolino), Luigi Gronchi (LGS Droni), Agnese, Chiara e Francesca Rabino (F.lli Rabino), Luca Remmert (La Bellotta), Francesco Villani (Ocmis), Alessandro Zilli (Alternative Fuels New Holland), moderati dal giornalista Francesco Antonioli, direttore di Mondo Economico.

 

Alle 10.00 al Museo Egizio (Sala Conferenze) avrà inizio Insetti e scarti: nutriamo il futuro, a cura di Laura Gasco, professore ordinario del dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, e Debora Fino, professore ordinario di Impianti Chimici presso il Politecnico di Torino e presidente della Fondazione Re Soil, le quali parleranno della necessità di diminuire gli sprechi, valorizzando gli scarti delle industrie alimentari, e della possibilità di produrre proteine animali sostenibili. Evento in collaborazione con Biennale Tecnologia.

 

Alle 11.00 al Circolo dei lettori (Sala Grande) Donatello Sandroni, giornalista e divulgatore scientifico, spiegherà Perché non esistono più i “pesticidi” di una volta, una storia della difesa delle colture mediante l’utilizzo di sostanze chimiche e inorganiche. Sempre alle 11.00 al Museo del Risorgimento (Sala Codici), Paolo Romano, presidente di SMAT – Società Metropolitana Acque Torino S.p.A, e Vittorio Viora, imprenditore agricolo e vicepresidente dell’Accademia di Agricoltura di Torino, saranno protagonisti di Acqua e agricoltura, un focus sulle conseguenze della recente politica agricola comunitaria orientata in senso ambientalista, sul sistema idrico.

 

Alle 11.30 al Museo Egizio (Sala Conferenze), Daniele Fortini, già presidente di Federambiente, spiegherà gli scenari della circolarità e il concetto di “rifiuto” nell’incontro La natura non rifiuta: la circolarità spiegata da chi la fa.

 

Alle 14.30 al Circolo dei lettori (Sala Grande), un altro chimico e divulgatore scientifico, Ruggero Rollini, nel corso dell’incontro Smontiamo gli slogan cercherà di sfatare le paure irrazionali legate alle sostanze chimiche. Un altro mito, quello del “Km Zero”, verrà demolito da Alberto Grandi, professore di Storia dell’alimentazione all’Università di Parma, sempre alle 14.30 al Museo del Risorgimento (Sala Codici), nel corso dell’incontro La tradizione inventata: quando il Km Zero era una dura necessità. Ancora alle 14.30, al Circolo dei lettori (Sala Gioco), la prima delle Interviste impossibili di Antonio Pascale: Luigi Cattivelli, direttore del Centro di Ricerca Genomica e Bioinformatica del CREA a Fiorenzuola d’Arda, darà voce al grano.

 

Alle 15.00 al Museo Egizio (Sala Conferenze), la scrittrice e matematica Chiara Valerio farà una breve e faziosa ricostruzione della nostra storia d’amore e dipendenza dalla tecnologia nel corso dell’incontro Il mio primo computer e io. Sempre alle 15.00, alla Cavallerizza Reale, Stefania De Pascale, professore ordinario di Orticoltura e Floricoltura all’Università di Napoli, e Laura Margheri, del laboratorio di Bioinspired Soft Robotics dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), terranno l’incontro Le piante del futuro: dallo spazio alla robotica, in collaborazione con Fondazione Agritech, che spiegherà come i viaggi dell’uomo nello spazio possano generare conoscenze e tecnologie che potranno essere utilizzate per la coltivazione delle piante in ambienti estremi sulla Terra.

 

Alle 16.00 al Circolo dei lettori (Sala Grande), il ricercatore del CNR di Napoli Roberto Defez racconterà il mondo dei microrganismi e il loro effetto sulla salute e sul comportamento umano nel corso dell’incontro Dal letame alle stelle: come i batteri cambiano noi stessi, l’agricoltura e il mondo. Sempre alle 16.00, al Museo del Risorgimento (Sala Codici), Elisa Palazzi, docente di Fisica del Clima presso l’Università degli studi di Torino, e Matteo Garbelotto, patologo e micologo forestale presso l’Università della California, illustreranno gli effetti del cambiamento climatico sulle foreste durante l’appuntamento Cambiamenti climatici: dall’abc alle foreste. Sempre alle 16.00, al Circolo dei lettori (Sala Gioco) la seconda delle Interviste impossibili di Antonio Pascale: Luigi Frusciante, professore emerito dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, darà voce al pomodoro.

 

Alle 16.30 al Museo Egizio (Sala Conferenze) si terrà Globalizzazione: un incontro durante il quale Davide Viaggi, docente di Economia ed estimo rurale presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna, e Maria Lodovica Gullino parleranno di globalizzazione, del rapporto tra globale e locale nell’agricoltura e nella produzione di alimenti nel contesto della bioeconomia e del modo in cui i parassiti si spostano da un continente all’altro, introducendo nuove malattie; allo stesso orario, alla Cavallerizza Reale, con l’astronomo e astrofisico Amedeo Balbi partiremo all’esplorazione dello spazio e dell’universo per comprendere che il nostro pianeta è insostituibile, nell’incontro Abiteremo altri pianeti?.

 

Alle 17.30 al Circolo dei lettori (Sala Grande), Mario De Caro, professore di Filosofia morale all’Università Roma Tre e presidente della Società Italiana di Filosofia Morale, parlerà della relazione tra naturale e artificiale nell’appuntamento Natura e intelligenza artificiale: un dialogo; allo stesso orario, al Museo del Risorgimento (Sala Codici), Gilberto Corbellini, professore di Storia della medicina e bioetica alla Sapienza Università di Roma, racconterà i rapporti tra Malaria e agricoltura: storie naturali e sanitarie di una evoluzione darwiniana.

 

Chiude la seconda giornata del Festival, alle ore 18.00 al Museo Egizio (Sala Conferenze), Vittoria Brambilla, biologa molecolare e genetista delle piante, che parlerà delle tecnologie genetiche che ci permettono di agire direttamente sul DNA delle piante, migliorandole, e in particolare della tecnologia CRISPR, nel corso dell’incontro Piante più forti e cibo più buono.

 

Ma il sabato di ColtivaTo non finisce qui: nel corso della giornata si terranno numerosi appuntamenti “extra”: proiezioni cinematografiche, concerti, laboratori e visite guidate.

 

Al Museo Egizio, alle 11.00 e alle 16.00, sarà possibile visitare un giardino di ispirazione egizia, un omaggio alla civiltà dell’antico Egitto, che fu tra le prime a sviluppare una cultura del giardino e a conferire significati simbolici a piante e fiori. Si tratta di un progetto a cavallo tra archeologia e botanica, che sarà il punto di partenza per una breve visita tematica al Museo, dal titolo Flora dell’antico Egitto, dal giardino alla tavola, guidata dall’egittologa Divina Centore, una delle curatrici del giardino egizio.

 

Al Circolo dei lettori, i più piccoli potranno partecipare al laboratorio Un compleanno esplosivo con Wangari Maathai a cura di Fablab for Kids alle 16.00, e all’exhibit interattivo e multimediale Soilab realizzato dalla Re Soil Foundation dedicato al tema del suolo, che rimarrà allestito anche domenica 2 aprile.

 

Al Cinema Massimo, che ospita la rassegna cinematografica Dalla Terra alle stelle, alle ore 18.00 sarà possibile assistere al corto L’altra terra, prodotto da Giffoni Innovation Hub in collaborazione con Bayer Italia e con la regia di Daniele Pignatelli, cui seguirà una discussione con il regista, Fabio Minoli e Antonio Pascale. Alle 18.45 ci sarà la proiezione de L’albero degli zoccoli, film di Ermanno Olmi girato in lingua lombarda nelle sue varianti bergamasca e milanese, con i sottotitoli italiani.

 

Al Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi”, infine, alle 21.00 si terrà Lucrezia, uno spettacolo teatrale a cura di Tangram Teatro dedicato a Lucrezia Borgia, un’imprenditrice in campo agricolo sorprendente e modernissima, emblema di un riscatto femminile che parla al nostro presente.

 

Il Festival, nato da un’idea di Antonio Pascale, scrittore e ispettore presso il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, e di Maria Lodovica Gullino, fitopatologo e imprenditore, che ne sono rispettivamente direttore artistico e responsabile scientifico, si propone di parlare della “vera” agricoltura, spesso diversa da quella immaginata, bucolica, in modo rigoroso, basato su fatti e numeri, da un punto di vista di economia e lavoro, di innovazione, scienza e tecnologia, senza dimenticare il cambiamento climatico e la sostenibilità, che all’agricoltura sono strettamente (inter)connessi. Il tutto con spirito critico ma aperto, rivolgendosi a un pubblico eterogeneo e affiancando a eventi di carattere strettamente scientifico, come seminari, interviste e tavole rotonde, momenti puramente divulgativi, come concerti e spettacoli teatrali, visite guidate, incontri tra giovani e imprenditori. Perché raccontare l’agricoltura significa coltivare conoscenza e da qui nasce anche il nome del Festival – ColtivaTo.

 

Il Festival ColtivaTo è patrocinato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, da Regione Piemonte e dalla Città di Torino. È sostenuto da Bayer Italia, New Holland, Intesa Sanpaolo, Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino, SMAT, Agroinnova, Fondazione Agritech, Unioncamere Piemonte, Reale Mutua, Turismo Torino, in collaborazione con Università degli Studi di Torino, Fondazione CRT, Biennale Democrazia, Biennale Tecnologia, weTree.

 

Promotore e organizzatore di ColtivaTo è l’Associazione Comitato per la organizzazione del Festival Internazionale dell’Agricoltura, fondata nel 2022 da Maria Lodovica Gullino, Mariagrazia Pellerino e Luca Remmert. Fanno parte del Comitato dei Garanti dell’Associazione Stefano Geuna, Guido Saracco, Matteo Lorito, Sergio Foà, e del Comitato scientifico Maria Caramelli, Luca Simone Cocolin, Danilo Ercolini, Debora Fino, Paolo Inglese, Antonio Pascale, Maria Lodovica Gullino.

 

ColtivaTo sarà un Festival diffuso in numerose sedi della città di Torino, cornice ideale: Torino e il Piemonte sono infatti un importante punto di riferimento nel settore agroalimentare, sia nel comparto produttivo che in ambito scientifico. Il Circolo dei lettori, il Museo Egizio, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, la Cavallerizza Reale e il Palazzo Civico ospiteranno le diverse sessioni del Festival, mentre il Cinema Massimo e il Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi” saranno sede di spettacoli teatrali, concerti e proiezioni cinematografiche. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti, salvo dove diversamente indicato.

“Mario Lattes. Teatri della memoria”, in mostra alla Reggia di Venaria

Una suggestiva mostra per celebrare il centenario della nascita del poliedrico intellettuale ed artista torinese

Fino al 7 maggio

Immagine guida della mostra è il memorabile (per segno grafico e colore) “Autoritratto” del 1990, in cui l’artista si dipinge con forte impronta espressionista all’interno di un teatrino che è vita (sintesi di una visione pittorica ed esistenziale sottilmente giocosa ma non meno inquietante) attorniato da immagini di ambigui e improbabili attori, marionette, uccellacci, presenze visionarie e figure antropomorfe che paiono assorbirne la più intima essenza per farlo partecipe vero, cilindro nero con ingombrante macchia rossa in testa, del racconto.

Non capocomico o burattinaio. Ma parte viva, anch’egli, di quel teatrino che è, per lui (per tutti?) esistenziale, ironica sia pur terrifica quotidianità. “Autoritratto” molto diverso, ma in stretta connessione dialogica, con l’altro “in posizione diagonale” (anch’esso presente in mostra) del 1959: atteggiamento pensoso sulla vacuità del fondo vermiglio, essenziale la scelta cromatica e cifre stilistiche che riflettono illustri ascendenze dai tratti informi ed ombrosi del viennese Schiele, come del russo (naturalizzato francese) Soutine. Editore e artista di frenetica e multiforme operatività – pittore, incisore e scultore – ma anche promotore culturale e intellettuale fra i più prestigiosi del Novecento italiano, Mario Lattes(Torino, 1923 – 2001) è ricordato, fino a domenica 7 maggio, nelle “Sale delle Arti” alla “Reggia di Venaria”, con la retrospettiva dall’emblematico titolo “Teatri della memoria”, comprendente oltre cinquanta opereuna decina mai esposte –  realizzata dalla “Fondazione Bottari Lattes” (nata nel 2009 a Monforte d’Alba e a lui dedicata dalla moglie Caterina Bottari Lattes) in occasione del centenario della nascita dell’artista.

Curata dall’incisore Vincenzo Gatti, la rassegna venariese si propone anche, e ben ci riesce, di indagare passo passo i vari esempi delle sperimentazioni concettuali, linguistiche e tecniche operate assolutamente “in proprio”, in oltre mezzo secolo di attività, da Lattes, che, come scriveva nel 2008 Marco Vallora in occasione di un’ampia retrospettiva a lui dedicata presso l’“Archivio di Stato” subalpino, “è sempre là dove non te lo attendi”. Dagli inizi vagamente astratti e informali (mai sfacciatamente eversivi e contenuti in un decennio che va dagli anni ’50 ai ’60) a una narrazione marcatamente espressionista di visionaria e fantastica figurazione la mostra documenta quanto Lattes sia sempre particolarmente interessato alle “capacità metamorfiche” del materiale, in particolare del supporto cartaceo, “manipolato al limite della sofferenza”, fino all’“incisione”, per lui “frontiera estrema, senza ritorno e senza colore, per celebrare il definitivo elogio dell’ombra”, di quel malinconico pessimismo ed “epico senso dell’inconcludenza umana” propriamente legati alle sue radici, così come alle memorie e alla consapevolezza della propria “frammentata” identità ebraica. Un “dark side”, un “lato oscuro” che pulsa anche nei contesti domestici, apparentemente più consueti.

Una grande teca, nell’ultima sezione della mostra, ospita la collezione di marionette storiche di Lattes, mentre all’interno della stessa sala il pubblico troverà un manichino a grandezza naturale, nonché la presenza in molte opere pittoriche di bambole e fantocci, perturbanti testimoni di un sentimento che respinge e seduce nel contempo. Come in un teatro privato, qui l’artista mette inscena quelli che sono i suoi stati d’animo: nel “Teatrino” (1990), per esempio, il teatro è il luogo materiale e trasfigurato di tante fantasie di Lattes. In questo palcoscenico agiscono le sue marionette, “ma può anche essere metafora del luogo dove si consumano i drammi o le commedie del gran teatro della memoria”. L’esposizione si inserisce all’interno di un percorso che interesserà tutto il 2023, dedicato alle celebrazioni per i cento anni dalla nascita di Mario Lattes. Per la ricorrenza, è stato anche pubblicato un volume monografico  edito da “Silvana Editoriale”, a cura di Vincenzo Gatti e di Alice Pierobon (introdotto da un saggio critico di Claudio Strinati), che offre una retrospettiva sull’intera produzione artistica di Lattes.

Nel 2023 si celebrano anche i 130 anni della “Casa editrice Lattes”, realtà storica torinese che dalla fondazione, da parte del nonno Simone Lattes, nel 1893 a oggi ha accompagnato e formato con i propri testi scolastici intere generazioni di studenti italiani.

Gianni Milani

“Mario Lattes. Teatri della memoria”

“Reggia di Venaria”, piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (Torino); tel. 011/4992300 o www.lavenaria.it

Fino al 7 maggio

Orari: dal mart. al ven. 9,39/17; sab. dom. e festivi 9,30/18,30

 

Nelle foto:

–       “Autoritratto”, olio su tela, 1990

–       “Autoritratto”, olio su tela, 1959

–       “Fiori”, china, 1966

–       “Teatrino”, olio su tela, 1990

–       Cover Monografia “Mario Lattes”, Silvana Editoriale

Da Paideia uova e idee regalo per aiutare i bambini con disabilità e le loro famiglie

Anche quest’anno tornano le proposte benefiche di Fondazione Paideia per festeggiare la Pasqua all’insegna della solidarietà. Presso il Centro Paideia, in Via Moncalvo 1, Torino, sono disponibili le uova di cioccolato solidali con un’esclusiva sorpresa pensata per tutti i bambini e le bambine. Un dono che è un doppio gesto d’amore: per chi lo riceve e per le famiglie con bambini con disabilità di cui Paideia si prende cura ogni giorno.

Sarà possibile scegliere tra uova di cioccolato finissimo al latte e uova di cioccolato fondente extra al 60%, nel formato 200 g, confezionati singolarmente in un incarto colorato adatto a grandi e piccini, disponibili con una donazione minima di 15 euro. Un pensiero speciale che si trasforma in ore di terapia per i bambini con disabilità, supporto sociale e psicologico per le mamme e i papà, sostegno economico straordinario per le famiglie più fragili, ma anche materiale per le attività creative, per dare a tutti la possibilità di vivere insieme momenti felici, nonostante le difficoltà quotidiane.

Scegliere una Pasqua solidale con Paideia significa essere accanto, anche in un momento di festa, ai bambini con disabilità e alle loro famiglie, perché nessuna famiglia possa sentirsi sola e nessun bambino escluso.

Dove trovare le uova di Pasqua Paideia:

  • al Centro Paideia (in Via Moncalvo 1, Torino, dietro la Gran Madre) dal lunedì al sabato, dalle 10:00 alle 19:00, fino a venerdì 7 aprile;
  • nella sede milanese di Fondazione Paideia, in via Caradosso 16, Milano, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18;
  • è possibile prenotare le uova e riceverle al proprio indirizzo, con un contributo aggiuntivo per le spese di spedizione, scrivendo a sostenitori@fondazionepaideia.it o chiamando lo 011 0462400.

La Pasqua è arrivata anche in Bottega Paideia, in via Villa della Regina 9/D a Torino! Il negozio dal cuore solidale alle spalle della Gran Madre ha aperto le proprie porte in vista della primavera, con articoli per la casa, per i bambini, per la cura della persona e tante idee regalo benefiche e ricercate con cura e con amore.

Ogni acquisto fatto in bottega è importante, perché contribuisce a regalare momenti felici alle famiglie che frequentano il Centro Paideia ogni giorno. Il ricavato delle vendite viene infatti utilizzato per il finanziamento di progetti e attività a sostegno delle famiglie con bambini con disabilità.

Un’idea, quella di Bottega Paideia, che nasce da lontano. Spiega infatti Paola Giubergia, consigliera della Fondazione Paideia: “La scintilla è scattata quando ero a Parigi e ho visitato Merci, il negozio creato dalla famiglia Cohen del celebre marchio Bonpoint. Un luogo dove moda e design sono al servizio della solidarietà, perché tutto il ricavato è destinato in beneficenza. Lì ho capito che avrei voluto portare un progetto simile a Torino”. Un progetto che, in breve tempo, si è trasformato in un’importante realtà. “Inizialmente ci siamo dedicate all’oggettistica per casa e cucina – prosegue Paola Giubergia –, poi col tempo la Bottega ha ampliato l’offerta per cercare di soddisfare le varie esigenze delle persone, diventando oggi un luogo di incontro in cui, consigliati dalle volontarie, trovare idee regalo carine e originali. Il tutto con un importante valore aggiunto: quello della solidarietà”.

Tra le tante cose che rendono speciale la Bottega una è sicuramente la presenza delle nostre volontarie che, secondo la loro personalità, ti accompagnano e consigliano alla scoperta delle novità che quotidianamente arrivano”, racconta Ludovica Rayneri, responsabile della Bottega Solidale.

Per chi abita fuori Torino è possibile scegliere la propria idea regalo con consegna direttamente a casa, collegandosi sullo shop online www.bottegapaideia.it.

Orari Bottega Paideia

Fino a venerdì 7 aprile

Lunedì: chiuso
Martedì-Sabato: 10.00-13.30 || 15.30-19.00
Domenica: chiuso

Bottega Paideia – Via Villa della Regina 9/D, Torino

 

“Abbonamento Musei” presenta le attività per le famiglie

La “scoperta” dei musei di Disegniamo l’Arte, una serie di 10 Podcast, una nuova Newslette

I numeri dei primi due mesi del 2023 fanno prevedere un anno di crescita di vendite della carta

 

Torino, 30 marzo 2023. I primi dati relativi al 2023 che emergono dalla vendita delle carte di Abbonamento Musei fanno sperare in un anno di crescita straordinaria.

I primi tre mesi dell’anno sono molto incoraggianti e indicano che al 31 dicembre sarà possibile tornare pienamente ai dati del 2019, pre-pandemia.

Nei mesi di gennaio, febbraio e marzo sono state vendute 38.411 carte di Abbonamento Musei in Piemonte (nello stesso periodo del 2022 ne erano state emesse 26.643, con un incremento del + 44%).

A questo dato si aggiunge quello del numero di carte totali vendute nel corso dell’intero anno 2022. Sono state 111.719 (furono 71.162 nel 2021, con un incremento del + 57%). Dati importanti e significativi, che portano a prevedere che, entro il 31 dicembre, la fiducia degli abbonati sarà tornata a quella del 2019 (quando le tessere vendute furono 129.180).

Molto interessante è anche il numero relativo gli ingressi nei musei piemontesi grazie all’utilizzo della carta. Nel 2019 sfiorarono il milione (960.509), nel 2022 ci si è fermati a 612.511, ma è anche vero che si è assistito a un + 117% rispetto al 2021, secondo anno di pandemia, caratterizzato ancora da strette limitazioni (281.773).

L’Associazione Abbonamento Musei, realtà no profit che ha per obiettivo la valorizzazione del patrimonio culturale di Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta grazie all’Abbonamento Musei, presenta oggi le nuove iniziative pensate appositamente per le famiglie.
Si parte nel weekend del 15 e 16 aprile con un’edizione speciale di Disegniamo l’Arte, l’annuale appuntamento per far divertire i visitatori più piccoli, con i laboratori di disegno, che quest’anno hanno come partner tecnico CARIOCA. Ma c’è anche il varo e la pubblicazione di 10 speciali Podcast, in collaborazione con Fondazione TRG di Torino, alla scoperta di altrettanti musei piemontesi. Infine, il layout grafico dedicato AM family e una nuova Newsletter, per consolidare un impegno costante lungo anni, per coinvolgere il pubblico nella fruizione dei beni culturali delle tre regioni.

L’edizione 2023 di Disegniamo l’Arte, rinnovata anche nella grafica, sarà costruita intorno al concetto dellaScoperta.

A fare da apripista in questa attività, in occasione della presentazione del 30 marzo alle Gallerie d’Italia – Torino, ci sarà l’illustratore cuneese Boban Pesov, che presenterà un’illustrazione originale appositamente creata per dare avvio all’iniziativa. Come un moderno pifferaio magico, Pesov inviterà i giovani artisti a imitarlo, cimentandosi con le proprie opere durante il weekend del 15 e 16 aprile e a condividere sui social i loro lavori, usando l’hashtag #disegniamolarte

Cinemautismo2023. XV edizione. Al Cinema “Greenwich Village” di Torino

Va in scena la XV edizione della rassegna organizzata dall’“Associazione Museo Nazionale del Cinema”

Domenica 2 aprile, ad ingresso gratuito

Si tratta della prima rassegna cinematografica italiana dedicata allo “spettro autistico”: in occasione della “Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo”, ritorna – alla sua XV edizione – “cinematismo”, rassegna curata da Marco Mastino e Ginevra Tomei e organizzata dall’“Associazione Museo Nazionale del Cinema”, grazie al sostegno di “Angsa Torino ODV”, “Gruppo Asperger Piemonte APS”, “ANFFAS Torino APS”, “Fondazione TEDA per l’autismo Onlus”, “Motore di Ricerca – Comunità attiva” e “Fondazione CRT”. La manifestazione è patrocinata dalla Regione Piemonte, dalla Città Metropolitana di Torino, dalla Città di Torino, da “Fondazione Paideia Ente Filantropico” e dal “Comitato Siblings Onlus”. L’appuntamento è per domenica 2 aprile, al Cinema “Greenwich Village” al civico 30 di via Po e, come da tradizione, l’ingresso è gratuito, fino a esaurimento posti disponibili in sala. Per info: info@cinemautismo.it o info@amnc.it-amnc.it.

Due i film in programma per la rassegna di quest’anno. Si inizia  con “I mille cancelli di Filippo” (ore 18) di Adamo Antonacci, ironico e affascinante ritratto di Filippo Zoi, un ragazzo autistico con la passione per i cancelli e il disegno. Il documentario delinea, scena dopo scena, il complesso universo di Filippo, tra attività giornaliere, ore dedicate al disegno, impegni famigliari e momenti di difficoltà. Il film, girato nel 2022 e presentato a numerosi festival, sarà introdotto e commentato dal regista e dal padre di Filippo, il giornalista e scrittore Enrico Zoi.

La giornata prosegue e si conclude con l’anteprima nazionale di “He’s My Brother” di Cille Hannibal e Christine Hanberg, intensa e poetica opera danese che ritrae la vita familiare di Peter, un giovane uomo autistico nato sordo e cieco. Il film è raccontato attraverso gli occhi della sorella minore, la co-regista Christine Hanberg, che esplora il suo ruolo di tutrice e “sibling” (termine con cui si indicano i fratelli e le sorelle di ragazzi con disturbi dello “spettro autistico”, una delle categorie maggiormente e a torto dimenticate dalla psicologia) e si interroga – con disarmante onestà – sul significato dell’essere responsabile della vita di un’altra persona (ore 21). Christine Hanberg, assieme alla madre Jonna, sarà presente in sala per introdurre e commentare il documentario che si è aggiudicato nel 2021 la menzione speciale al “Copenhagen International Documentary Film Festival (CPH: DOX)”, uno dei maggiori festival internazionali dedicati al cosiddetto “cinema del reale”.

Con “cinematismo”, commentano i curatori Marco Mastino e Ginevra Tomei “fin dall’inizio abbiamo voluto costruire un progetto che permettesse di dare visibilità all’autismo proponendo anche titoli senza distribuzione in Italia e, guardandoci indietro, non possiamo che essere soddisfatti della varietà e della qualità delle pellicole provenienti da tutto il mondo che abbiamo proposto. Se ora c’è una vera e propria esplosione di serie e film in cui si parla di autismo, fino a poco tempo fa la situazione era molto diversa. La conoscenza e la consapevolezza stanno aumentando e, di pari passo, anche le tipologie di opere audiovisive, soprattutto quelle che fanno parte del cosiddetto ‘cinema del reale’: non più ‘solo’ documentari, ma vere e proprie riflessioni sul presente”.

Da rammentare ancora che, in linea con il suo obiettivo di diffondere la conoscenza dello spettro autistico attraverso il cinema, la rassegna prosegue anche quest’anno la sua collaborazione con i Servizi Educativi del “Museo Nazionale del Cinema” organizzando una matinée gratuita per le scuole superiori in programma lunedì 3 aprile alle ore 9.30 presso il “Cinema Massimo” di via Verdi 18 a Torino, con il film “The Drummer and the Keeper” di Nick Kelly.

Per info su come effettuare le prenotazioni per le scuole: didattica@museocinema.it

g.m.

Nelle foto:

–       Da: “He’s May Brother”

–       Immagine – guida “cinematismo 2023”

–       Da: “I mille cancelli di Filippo”

BookLab Scrittori, editori e traduttori raccontano i libri del Premio Strega Europeo 2022

Dynamis – Il luogo del pensiero

               

Il prossimo incontro è dedicato al libro

Punto di fuga di Mikhail Shishkin (21Lettere)

30 marzo 2023 ore 19

presso la Biblioteca civica Natalia Ginzburg

Via Lombroso 16, Torino

 

Intervengono

Alberto Bisi (21Lettere)

Emanuela Bonacorsi (traduttrice)

Alessandra Carati (scrittrice)

Si chiude con un appuntamento imperdibile, giovedì 30 marzo alle 19 alla Biblioteca civica Natalia Ginzburg, la seconda edizione di BookLab. La rassegna di eventi dedicata ai libri del Premio Strega Europeo 2022 è organizzata dall’APS Dynamis – Il luogo del pensiero sotto il patrocinio di Fondazione Bellonci e in collaborazione con Biblioteche civiche torinesi e Polo Culturale Lombroso16.

 

Il libro protagonista del prossimo incontro è Punto di fuga di Mikhail Shishkin, edito da 21Lettere e vincitore ex aequo del Premio Strega Europeo 2022. A parlarne ci saranno Alberto Bisi, fondatore della casa editrice 21Lettere, Emanuela Bonacorsi, traduttrice del romanzo, e Alessandra Carati, scrittrice che con il suo E poi saremo salvi è stata tra i finalisti del Premio Strega 2022. La partecipazione all’incontro è gratuita.

 

Figlio di un’insegnante di letteratura e di un ingegnere civile, cresciuto nel centro di Mosca e dissidente nei confronti del governo russo, Shishkin oggi vive in Svizzera ed è un autore di fama mondiale. I suoi libri hanno vinto tutti i maggiori premi letterari russi e sono tradotti in oltre trenta lingue. Punto di fuga racconta lo scambio di lettere tra una donna e un uomo innamorati, ma separati dalla guerra: è un romanzo sull’amore, sui misteri della vita e sull’accettazione della morte.

 

«L’incontro del 30 marzo dedicato a Punto di fuga di Mikhail Shishkin sarà una perfetta conclusione per la seconda edizione di BookLab», dichiara Fulvio Vallana, presidente dell’APS Dynamis. «Siamo molto soddisfatti del percorso che abbiamo fatto. È stato bello tornare ancora una volta a parlare dei libri del Premio Strega Europeo insieme ai lettori e agli “addetti ai lavori”: traduttori, editori e scrittori. Siamo già al lavoro per preparare la terza edizione, in modo da proseguire insieme questo percorso».

 

La novità di quest’anno sono stati i gruppi di lettura BookLab OFF, pensati per leggere e commentare insieme i libri finalisti del Premio Strega Europeo 2022 prima degli incontri della rassegna. «Abbiamo voluto creare queste occasioni di condivisione più informali, aperte a tutti, in cui scambiarci commenti e impressioni sui romanzi», aggiunge Andrea Sola, vicepresidente dell’APS Dynamis. «Sono sempre stati momenti arricchenti e interessanti: una preziosa opportunità per ragionare insieme sulla letteratura europea contemporanea e per crescere come associazione».

In orbita con il satellite del Politecnico di Torino il messaggio di papa Francesco

SPEI SATELLES: UN MESSAGGIO DI SPERANZA A TUTTA L’UMANITA’

 

Il 10 giugno 2023 dalla base di lancio di Vandemberg in California, a bordo di un razzo, inizia il progetto “Spei Satelles”: un CubeSat costruito dal Politecnico di Torino ed operato dall’Agenzia Spaziale Italiana, che entrerà in orbita per portare un messaggio di speranza e pace custodito in un nanobook realizzato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. L’iniziativa, promossa dal Dicastero della Comunicazione della Santa Sede, si ricollega al messaggio del Papa il 27 di marzo del 2020 con la Statio Orbis in Piazza S. Pietro. Quella preghiera è divenuta una icona di speranza che continua il suo viaggio e che continua a chiamare all’azione gli abitanti del pianeta. Per significare questo impegno comune, camminando insieme al Papa, chi lo desidera potrà partecipare al viaggio di “Spei Satelles” e farsi portatore di speranza e pace iscrivendo il proprio nome sul sito www.speisatelles.org. Mercoledì 29 maggio al termine dell’Udienza Generale il Santo Padre benedirà il satellite e il nanobook prima del suo trasferimento per le ultime verifiche tecniche prima del lancio.

 

In piena pandemia, il 27 di marzo del 2020 Papa Francesco, da solo, sotto la pioggia, nel buio di quella sera, sale in piazza San Pietro per pregare con e per tutta l’umanità flagellata dal Covid, poi, entrando nel Tempio, prega e benedice tutto il Popolo di Dio, ovunque disperso, ma radunato nella speranza ed in preghiera col cuore in quella piazza. È la Statio Orbis.

A partire da quel giorno sono nate – per iniziativa del Dicastero per la Comunicazione, guidato dal Prefetto Paolo Ruffini e dal Segretario mons. Lucio Adrian Ruiz – diverse iniziative affinché questo evento non venisse dimenticato. Nel 2021 la pubblicazione del libro “Perché avete paura? non avete ancora fede”, ha racchiuso le parole e le immagini più importanti di quell’evento, significando la tenerezza e la benedizione che il Santo Padre aveva voluto far arrivare a tutta l’umanità in un momento di difficoltà esistenziale.

Poi – nel 2022 – il libro, in una edizione “mini” (10 x 8 cm) è stato depositato allo Svalbard Seed Volt nell’isola norvegese di Spitsbergen, inscritto come “seme di speranza”. E questo evento ha, a sua volta, segnato l’inizio di un progetto più grande, portato avanti con l’Instituto para el Diálogo Global y la Cultura del Encuentro – IDGCE, che ha come obiettivo istituire il 27 di marzo come Giornata Mondiale della Speranza.

Nel terzo anniversario della Statio Orbis e nel decimo anniversario del Pontificato, il Dicastero per la Comunicazione, ha lavorato con soggetti tra loro molto diversi per lanciare, insieme, un rinnovato segno di speranza; a partire da quel primo seme. È nato così un progetto, coordinato dal Segretario del Dicastero, Monsignor Lucio Adrian Ruiz, che ha coinvolto, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Il Politecnico di Torino, l’Instituto para el Diálogo Global y la Cultura del Encuentro – IDGCE, l’Istituto Universitario Salesiano Venezia – IUSVE e l’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino: la missione spaziale “Spei Satelles”.

Il libro del Papa, “Perché avete paura? non avete ancora fede”, che porta il messaggio della Statio Orbis, è diventato, grazie al Consiglio Nazionale delle Ricerche ed in particolare all’attività dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie coordinata dal dott. Andrea Notargiacomo, un “nanobook” (una lastra di silicio, di 2x2x0,2 mm), in cui è stato inciso il libro ad alta miniaturizzazione per mezzo di tecnologie di micro e nanofabbricazione.

Per mettere in orbita, come segno e profezia di speranza, questo micro-manufatto, l’Agenzia Spaziale Italiana ed il Politecnico di Torino hanno lavorato poi in stretta sinergia.

I giovani dell’Ateneo torinese, guidati dalla prof. sa Sabrina Corpino, hanno progettato e costruito a tempo di record un CubeSat 3U SpeiSat che potesse ospitare e custodire il nanobook. L’Agenzia Spaziale Italiana guidata dall’ing. Giorgio Saccoccia ha reso possibile il suo sviluppo, il lancio e la messa in orbita bassa terrestre (Low Earth Orbit-LEO) ad un’altitudine di circa 525 Km.

Il lancio è previso per il 10 di giugno del 2023 dalla base di Vandenberg (VSFB) in California, USA. Il CubeSat viaggerà a bordo di un razzo Falcon 9, il vettore in due stadi parzialmente riutilizzabile di SpaceX. Il satellite è anche dotato, oltre che della strumentazione di bordo per funzionare ed essere guidato da terra, anche di un trasmettitore radio. Per il tempo di permanenza in orbita saranno captabili, nel momento in cui il satellite sorvolerà quella porzione di Terra, e facilmente codificabili in modo testo, frasi desunte dal Magistero Pontificio che hanno a tema la speranza e la pace. I messaggi sono in italiano, inglese e spagnolo.

La missione è stata pensata anche per attivare coloro che si lasceranno coinvolgere. Attraverso il sito www.speisatelles.org non solo è possibile seguire l’evolvere della missione, ma anche iscrivere il proprio nome in un chip che Spei Satelles custodirà in orbita. Per ottenere un virtuale boarding pass verrà chiesto di impegnarsi a fare un’opera di misericordia in favore della pace e la speranza. Ciascuno così può diventare seme di speranza concreto nel suo ambiente di vita.

Il logo della missione spaziale richiama tutti questi aspetti. È stato realizzato nell’ambito di un progetto didattico dagli studenti dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia IUSVE guidati da Marco Sanavio. Il logo richiama innanzitutto le iniziali di Spei Satelles, il Custode della Speranza in lingua latina. Le due lettere “S”, disposte in maniera speculare, indicano la complementarità di “terra” (la semicirconferenza inferiore) e “cielo” (la semicirconferenza superiore), oltre a segnare l’orbita del satellite attorno al nostro pianeta. Un’altra traccia orbitale più esterna, tratteggiata, composta da 59 linee tante quante i grani del rosario, unisce tre forme, a rappresentare le tre grandi realtà presenti in Piazza S. Pietro la sera del 27 marzo 2020:

  • la croce (nel logo con i lati ricurvi quasi a rappresentare una stella), elemento più grande e importante dei tre, che indica la presenza di Cristo Salvatore, che richiama sia la Croce di San Marcello che l’Ostensorio contente l’Eucarestia con la quale Papa Francesco ha benedetto l’umanità nella piazza vuota;
  • la stella a 12 punte, a rappresentare la presenza della Vergine Maria, invocata come Salus Populi Romani;
  • il triangolo più piccolo richiama la figura del Santo Padre mentre sale i gradini del sagrato della Piazza.

I tre puntini che compaiono a scavalco della traccia orbitale più esterna sono segno della presenza della Trinità, come pure il triplice annuncio della passione, morte e risurrezione nei vangeli sinottici, messaggio che dona speranza all’umanità.

Elementi tecnici e di senso, tecnologia e narrazione sono stati tra loro coordinati e tenuti insieme grazie al lavoro dell’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino guidato da don Luca Peyron.

           Gli attori di questa impresa spaziale, che inizia oggi, hanno così commentato:

Il Presidente dell’ASI Giorgio Saccoccia sottolinea che: “La Santa Sede ha chiesto all’Agenzia Spaziale Italiana di aiutarla ad individuare e realizzare, grazie alla tecnologia spaziale, una soluzione che consentisse alle parole di speranza del Santo Padre di oltrepassare i confini terrestri e di raggiungere dallo spazio il maggior numero possibile di donne e di uomini sul nostro pianeta affannato. Per chi, come noi, è abituato a vedere nello spazio il luogo privilegiato dal quale osservare il mondo e comunicare con esso senza confini, è stato semplice immaginare una soluzione rapida, umile ed efficace per offrire ali al messaggio del Santo Padre. È nato così Spei Satelles, concepito in maniera da essere realizzato e gestito dai giovani, i primi destinatari del messaggio di fiducia che Papa Francesco volle offrire al mondo il 27 marzo del 2020. Un connubio tra fede e tecnologia per nutrire la speranza in un futuro migliore”.

Il Magnifico Rettore prof. Guido Saracco del Politecnico di Torino, istituzione che parimenti si è spesa molto per Spei Satelles, così si esprime: “Il programma Spei Satelles, con la progettazione e costruzione del satellite e con il controllo missione successivo, rappresenta un’occasione straordinaria per il nostro ateneo, soprattutto per i nostri studenti e ricercatori guidati dalla prof.sa Sabrina Corpino. I nostri giovani hanno potuto misurarsi con una sfida tecnica e scientifica non facile in un quadro valoriale che rappresenta una sfida umana e culturale decisiva. Il messaggio che il Politecnico accoglie e rilancia con questo progetto è che scienza e tecnica possono e debbono essere uniti in alleanza come portatori di un messaggio di speranza e di pace per il mondo intero. Tutti abbiamo in mente il 27 di marzo del 2020 e cosa stavamo vivendo. I nostri giovani hanno costruito un artefatto tecnologico che, a partire da quel momento iconico, parlerà al mondo e permetterà ad ogni persona di essere protagonista di speranza e fratellanza universali insieme a Papa Francesco”.

L’Arcivescovo metropolita di Torino, mons. Roberto Repole, sottolinea che: “Abbiamo tutti bisogno di speranza, in modo particolare i giovani. Custodire la speranza è la missione di questo satellite progettato e costruito da giovani, raccontato nel logo missione da giovani, abitato, speriamo, da molti giovani che vorranno salire a bordo con il Papa attraverso il sito impegnandosi così a seminare speranza e fraternità là dove abitano. Siamo lieti di aver contribuito con la pastorale universitaria e l’apostolato digitale della nostra Diocesi a far sì che una intuizione di Papa Francesco si potesse concretizzare a testimonianza tanto della comunione ecclesiale quanto del desiderio dei credenti di entrare sempre più in dialogo con il mondo soprattutto nell’ambito della scienza e della tecnica

La Presidente del CNR, Maria Chiara Carrozza ha dichiarato: “Oggi la scienza dell’infinitamente piccolo ci mette davanti a un progresso enorme: la capacità di miniaturizzare il nostro sapere facendolo viaggiare attraverso il tempo e lo spazioLa ricerca scientifica accompagna il cammino dell’uomo individuando soluzioni per migliorare la qualità della vita, il benessere delle società, la salute del pianeta. Ma è anche uno strumento di dialogo grazie al quale abbattere barriere e costruire speranza: un aspetto, questo, particolarmente importante nel momento di conflitto che stiamo attraversando”.

Il Direttore dello IUSVE, don Nicola Giacopini ha affermato: “Siamo grati e quasi increduli di essere stati coinvolti così da vicino in questa esperienza che unisce la terra al cielo. I nostri giovani studenti e laureati in Comunicazione hanno potuto cimentarsi nell’elaborazione del logo e nella narrazione della missione Spei Satelles. Nella nostra didattica operiamo tutti i giorni mediante la comunicazione simbolica, propria anche del linguaggio religioso, per rendere i messaggi che desideriamo trasmettere accessibili e il più universali possibili”.