Cosa succede in città- Pagina 111

Dai bruciaprofumi ai candelieri ai vassoi, in mostra al “MAO” l’arte islamica medievale

“Metalli sovrani”

 

Fino al 17 settembre

Dopo la suggestiva rassegna “Lustro e lusso dalla Spagna islamica”, il “MAO-Museo d’Arte Orientale” di Torino continua il suo viaggio di avvicinamento alla grande mostra del prossimo autunno, incentrata sull’arte dei “Paesi tra Estremo Oriente e Centro Asia fino alle sponde del Mediterraneo”, con la presentazione, all’interno della “galleria islamica” e fino a domenica 17 settembre, di un progetto espositivo dedicato ai più raffinati oggetti di arte islamica medievale in metallo. Dal titolo “Metalli sovrani. La festa, la caccia e il firmamento nell’Islam medievale”, la mostra – curata da Veronica Prestini – rappresenta la prima collaborazione fra il “Museo” di via San Domenico e la britannica “The Aron Collection”. Bruciaprofumi, bottiglie porta profumo, portapenne, candelieri, vassoi, bacili e coppe: in esposizione troviamo una mirata selezione di quella “metallistica” datata XII – XV secolo che, insieme alla “miniatura”, può essere considerata fra le più alte espressioni della creatività artistica islamica e che dalla Persia raggiungeva a Oriente l’India e la Cina, arrivando in Occidente fino alle pendici dell’Atlante e alla stessa Europa, dimostrando quanto le percezioni estetiche viaggino sempre per conto loro, assolutamente incuranti di frontiere politiche e religiose. Fra i soggetti preferiti, in fase di decorazione, al primo posto é sicuramente quello della “caccia”, in particolare l’iconografia del re a cavallo affiancato da alcuni animali (falconi e ghepardi, soprattutto) e da una schiava (artista scienziata o musicante); non meno “gettonati” i temi dell’“astronomia” e dell’“astrologia” che rivestivano un ruolo centrale nella vita dei sovrani, influenzandone le scelte politiche, militari e perfino amorose. Altri soggetti, realizzati non di rado dagli artigiani del tempo, erano le “scene di festa e banchetto”, legate al genere letterario Bazm-o-Razm, ovvero “banchetto e battaglia” ad indicare come le piacevolezze della pace non potessero mai disgiungersi dal ciclico ardore dei combattimenti. E’ dunque un repertorio artistico “straordinario e metafisico”, quello che possiamo leggere in mostra, associato ad uno stupefacente “rigore calligrafico” applicato in prevalenza negli oggetti destinati all’illuminazione, quali candelieri e lampade, fondamentali nella vita quotidiana, ma anche nella più sfarzosa dimensione spirituale e sacra.Fra gli oggetti più raffinati in esposizione troviamo un “Portapenne incrostato in argento” (Mosul, Iraq, fine XIII secolo), che reca una raffigurazione del sole circondato dai pianeti (motivo iconografico tipico degli oggetti destinati a governanti e ad altri membri dell’élite nonché emblema dell’iconografia astrologica nell’Islam medievale) e un grande “bacile in ottone inciso e ageminato in argento” (Fars, Iran meridionale, XIV secolo) dalla decorazione altamente simbolica, con scene di caccia che ricorrono su tutta la superficie dell’oggetto, espressione di una prerogativa reale che, rimandando alle eccezionali qualità di combattente del sovrano, ne legittimavano il potere.

Piacevolissima sorpresa (ma neppure tanto, essendo pratica ricorrente per le mostre del “MAO”), la volontà di intrecciare arte antica e contemporanea, con l’esposizione dell’opera “Monochrome bleu” (1959) del francese, precursore della Body art, Yves Klein(1928-1962). E mai intreccio, come in questo caso, fu più centrato e illuminante. L’opera esposta di Klein (uno degli oltre mille dipinti monocromi da lui realizzati a partire dal ’56) appartiene al periodo del “solo blu”, tinta che “doveva unificare il cielo e la terra e dissolvere il piano dell’orizzonte”, quel blu oltremare “saturo e luminoso” (da Klein addirittura brevettato col nome di “International Klein Blue” che però non venne mai prodotto) che, in qualche modo rappresenta il compiersi di una ricerca che ha origini antichissime.  Il blu oltremare, il cosiddetto “blu di Persia”, domina infatti nelle pregiatissime miniature islamiche medievali ed è spesso sapientemente accompagnato dall’uso della “foglia oro”. In quest’ottica “Monochrome Bleu” permetterà di “apprezzare l’evoluzione della sapienza tecnica, artigianale e artistica, in continua tensione espressiva, divenuta un modello filosofico nell’interpretazione di Klein, e poter godere appieno della profondità dirompente del suo colore”.

Gianni Milani

“Metalli sovrani. La festa, la caccia e il firmamento nell’Islam medievale”

MAO-Museo d’Arte Orientale”, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it

Fino al 17 settembre

Orari: da mart. a dom. 10/18. Lunedì chiuso

Nelle foto:

–       Particolare dell’allestimento, Ph. Perottino

–       “Portapenne (qalamdam)”, Iraq (Mosul), XIII sec, Lamina di ottone, battuta, incisa ed incrostata d’argento e oro, Ph. Valerio Ricciardi

–       Yves Klein: “Monochrome bleu”, 1959, Pittura su carta, Collezione privata, Torino, Ph. Paolo Mussat Sartor

10.959 visitatori dal 12 al 15 agosto alla GAM, al MAO e a Palazzo Madama

 

 

 

Sono 10.959 le persone che hanno visitato nel ponte di Ferragosto, tra sabato 12 e martedì 15 agosto 2023, la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, il MAO Museo d’Arte Orientale e Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, approfittando dell’opportunità di visitare le collezioni permanenti dei musei e le mostre temporanee.

In particolare, 2.002 persone hanno visitato la GAM, 2.584 il MAO e 6.373 Palazzo Madama.

Il picco di ingressi si è registrato il giorno di Ferragosto con tariffa speciale a 1 € per le collezioni permanenti + 1 € per le mostre temporanee: i visitatori della GAM sono stati 1.447, in 2.037 hanno visitato il MAO e 3.514 persone sono entrate a Palazzo Madama, per un totale di 6.998 ingressi.

Ferragosto, quando a Torino si pranzava al sacco in riva al Po

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTA’

Augusto l’ha inventato, noi lo festeggiamo.

In inverno è l’Epifania che “tutte le feste porta via”, in estate invece è il Ferragosto a farci assaporare il gusto malinconico di settembre.


Un giorno particolare, dunque, il 15 agosto, una giornata “confine” tra la spensieratezza delle vacanze e il solito nuovo inizio del “tran-tran” quotidiano, che ci aspetta impietoso, appena superata la metà del mese. Ferragosto va dunque festeggiato “come se non ci fosse un domani” di vacanza, con la felicità che si prova quando si rivedono gli amici dopo tanto tempo e con la consapevolezza del carpe diem” e quindivia veloci con i preparativi! Ed è proprio così – per fortuna- da questa bella giornata non si scampa.


Se penso ai miei ferragosti passati mi vengono in mente tanti bei momenti, alcuni immortalati da fotografie sfocate e mosse, altri -per fortuna- non documentati ma indelebilmente impressi nella memoria. Dunque il 15 agosto è una di quelle ricorrenze obbligate che di “obbligo” hanno ben poco e che da sempre vengono tenute in gran considerazione. L’abitudine di festeggiare e organizzare scampagnate fuoriporta nasce, in Italia, durante il ventennio fascista. A partire dagli anni Venti, infatti, il Regime organizzava, attraverso le associazioni dopolavoristiche delle varie corporazioni, tra i giorni 13 e 15 di agosto, moltissime gite popolari e proponeva offerte ferroviarie che permettevano anche ai meno abbienti di visitare diverse località della penisola. In particolare tra il 1931 e il 1939 vennero istituiti dei Treni popolari speciali, prevalentemente solo di terza classe, con prezzi fortemente scontati.

Esistevano le trasferte giornaliere, che si svolgevano nel raggio di 100 km e quelle di tre giorni, che invece arrivavano a coprire la distanza di 200 km; grazie ai “treni di ferragosto” molte famiglie italiane ebbero l’occasione di vedere il mare o la montagna per la prima volta, oppure poterono visitare alcune città d’arte. In tali uscite non era previsto il vitto, ecco dunque la nascita della tradizione del “pranzo al sacco”. Tempi lontani, quelli dell’ante-guerra, che troppo spesso vengono dimenticati e che altrettanto frequentemente non ci fanno pensare “di essere grati di essere nati nel lato del mondo che in fondo in fondo è perfetto”, per fare il verso ad una ormai datata canzone degli Articolo 31.
Ma la festa del Ferragosto ha origini assai più antiche.


Il termine deriva da “Feriae Augusti”, ossia il “riposo di Augusto”, una festività che si celebrava nell’antica Roma, istituita nel 18 a.C. proprio dallo stesso “princeps Augusto, perché, se il caldo lo soffrono i comuni mortali, figuratevi gli imperatori! Tale celebrazione si collegava alle già esistenti Vinalia Rustica” (festività in onore di Giove e Venere), ai Nemoralia” (tre giorni, durante le Idi di agosto, dedicati al culto di Diana) e ai ConsualiaLa ricorrenza non coincideva esattamente con il giorno 15 del mese, piuttosto le “Feriae Augusti” designavano la prima parte di agosto, periodo appunto dedicato a quell’otium che tanto piaceva ad Orazio e alle attività collegate alla tradizione dei Consualia, ossia le feste che si celebravano alla fine dei raccolti, in onore di Conso, protettore della terra e della fertilità.


In questo periodo in tutto l’Impero si organizzavano corse di cavalli e altri animali da tiro, come buoi, asini o muli, le bestie venivano quindi dispensate dal lavoro e agghindate con ghirlande e fiori. Proprio questa abitudine sopravvive ad esempio nel “Palio dell’Assunta”, che si svolge a Siena il 16 di Agosto, (Palio deriva da pallium, il drappo di stoffa pregiata, premio di chi vinceva la gara). Sempre in tale occasione i contadini porgevano i loro auguri ai proprietari terrieri, ottenendo in cambio una mancia. Le buone tradizioni si radicano velocemente, soprattutto se si tratta di guadagnarci qualcosa, e così in età rinascimentale tale usanza fu resa obbligatoria nello Stato Pontificio.  Ma se alcune abitudini vengono accettate e incorporate senza troppe discussioni, altri atteggiamenti “pagani” tanto ben inseritinegli usi e costumi, visto che non si possono proprio eliminare, vanno quantomeno camuffati.


Con l’avvento del monoteismo molte festività vennero appunto “cristianizzate”, e per salvare “capra e cavoli” alcuni nomi vennero sostituiti e sovrapposti, mentre le abitudini popolari rimasero tutto sommato le stesse. Si pensi ad esempio all’equinozio di primavera, il primo giorno in cui la natura si risveglia, momento dedicato ai concetti di fertilità, resurrezione e rinascita. Nel mondo ellenico, dopo l’equinozio si svolgevano le Adonie, celebrazioni per la resurrezione di Adone, splendido giovane amato da Afrodite e ucciso da un cinghiale, a causa della gelosia di Ares. Proprio Adone può essere assimilato alla divinità Assiro-Babilonese Tammuz, chiamato anche Adon (signore), il quale trascorreva sei mesi negli Inferi, nel periodo in cui il sole si trovava al di sotto dell’equatore e tornava poi in superficie nei sei mesi successivi, per ricongiungersi all’amata dea Ishtar. Una storia già sentita, vero?


E così, invece di invocare Adon, la prima domenica dopo la luna piena che segue l’equinozio si festeggia la Pasqua cristiana, e la rinascita della natura diventa la resurrezione di Gesù. Questo gioco di sovrapposizioni ideologiche e teologiche non ha fine e l’elenco delle festività pagane rivisitate in chiave cristiana è assai lungo.  Vi propongo ancora solo un altro esempio: il tanto atteso Natale. Anche i più miscredenti sanno che Gesù è nato il 25 dicembre, e se pensate che sia un giorno come un altro, ecco è che qui “casca l’asino”. In realtà nessuno conosce la data esatta della nascita di Cristo, è stato il Concilio di Trento (1542-1563) a decretare che tale evento si fosse verificato proprio il 25 dicembre, confermando una già millenaria tradizione che si era sostituita nel tempo agli antichi culti pagani. Guarda caso, secondo tali tradizioni, in quel particolare momento astronomico la Dea-Notte diede alla luce il Dio-Sole. È davvero questo il momento in cui le giornate iniziano ad allungarsi, giusto quattro giorni dopo il solstizio d’inverno, la notte più lunga dell’anno, va da sé che per tutti i culti solari questo sia un momento di estrema importanza. Possiamo anche far riferimento al culto di Horus, partorito da Iside o alla vicenda di Mitra, nato dalla vergine Anahita e non ci vuole poi molto ad arrivare al “nostro” Gesù, “Sole Divino”, nato dalla Vergine Maria.


Ma non è questo il luogo per dissertare sulla cristianizzazione del paganesimo, né per intrattenerci sulle corrispondenze tra i miti e le credenze religiose. Se dunque il 14 del mese ci accalchiamo tutti nei supermercati o intasiamo le linee telefoniche per prenotare al ristorante è “colpa” della Chiesa, che ha voluto far coincidere il Ferragosto con la festa di precetto dell’Assunzione di Maria.
Non so quanti siano quelli che hanno a mente l’obbligo di partecipare alla Messa, come è scritto nel Codice di diritto canonico (ca.1247), ma conosco davvero molta gente che si appella “all’obbligo di astenersi dai quei lavori che turbano la letizia del riposo e della mente”. Forse non era proprio questo il concetto, ma non è il caso di essere così puntigliosi in questo giorno di relax.


Ferragosto dunque è una festa antica, una di quelle buone abitudini che si sono mantenute e che sono sopravvissute ai tempi che cambiano. E forse sarebbe il caso di ricordarsi ancora qualcosina in più, come l’abitudine dei lavoratori lombardi e piemontesi, i quali, fino agli inizi del XX secolo, nei cantieri edili, verso la fine di luglio, fissavano un grande ramo d’albero sulla parte più alta del fabbricato in costruzione, detto “pianta del faravòst”, che serviva a ricordare all’impresario la tradizione della mancia.


A Torino, invece, fino alla metà del XX secolo, era usuale pranzare al sacco in riva al Po, proprio vicino alla Chiesa del Pilone, tale giornata prendeva il nome di “festa dle pignate a la Madona dél Pilòn” (“Festa delle pentole alla Madonna del Pilone”). Per quanto apprezzi l’idea del “pick-nick” in quell’area particolare di Torino che tanto mi piace e che sempre ricorderò con affetto, avendo abitato lì per moltissimo tempo, devo dire che mi ritengo assai fortunata per aver avuto la possibilità di festeggiare Ferragosto –fino ad ora almeno- al mare. Ricordo le feste in spiaggia, quando ero ancora studentessa e gli amici erano davvero tanti, c’era chi portava la chitarra, chi da mangiare, chi invece era “l’addetto al bar” e poi alla fine si cantava tutti a squarcia gola attorno ad un piccolo falò che gentilmente chi di dovere fingeva di non aver notato.


Ricordo il bagno di mezzanotte in quel mare che di notte doveva essere caldo e che ci faceva prendere il raffreddore tutte le volte. Ricordo il giorno successivo, tutti al bar con il mal di gola e gli occhiali da sole anche se c’era brutto tempo. Tempus fugit”, le estati passano, la scuola finisce, alcune strade si dividono, le norme sulla sicurezza si fanno più ferree e l’acqua del mare diventa davvero fredda. Nessuno lo vuole ammettere ma le abitudini cambiano, molte in effetti, eppure la voglia di divertirsi e stare insieme resta: alla spiaggia si sostituisce la pizzeria o il giardino per fare la grigliata, ma “l’addetto al bar” c’è sempre.

 

Alessia Cagnotto 

Più di 60 anni fa: Ferragosto, il profumo della felicità

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTÀ 

In fondo bastava veramente poco. Ci aiutava la fantasia. Niente televisione, niente video niente di niente. Magari, raramente,  un cinema di quarta se non quinta serie. Eppure lo sento ancora. Il profumo della felicità. Agosto di oltre 60 anni fa: Torino si svuotata, ma io per allora non capivo non sapendo. Sapevo solo che per 30 giorni 24 ore su 24 avevo a disposizione mio padre.
Monocamera affittata a Tuberghengo frazione di Viu’ in val di Lanzo. Ci si lavava in con il catino e per i bisogni c’erano i prati.
Si arrivava in corriera Soffietti. Da Torino si partiva dalla Torino Cirié Lanzo. Poi Venaria e la direttrice della Mandria. San Germano e poi i tornanti fino a Viu’. Cambio e corriera che andava al Col del Lys. 3 fermate, la curva di Tuberghengo. Poi 500 metri a piedi.
La casa era l’ultima verso la valle. Dal lato opposto Viu’. Si raggiungeva in mulattiera.
Giù fino alla Stura. A valle, sulla sinistra la falegnameria di Giacu. Tutto fatto a mano.
La piccola picozza come la piccola Gerla per portare il fieno. Stavo ore a guardare i montanari che facevano il fieno con la falce ed una pietra levigata per affilare la lama. Si aspettava uno o due giorni per essiccare l’erba  che diventava fieno. Poi il forcone per covoni. Non osservavo solo, soprattutto fantasticavo. Così i ruscelli diventavano inguardabili  fiumi tropicali. Già da piccolo avevo un debole per gli scopritori dei misteri delle giungle. La piccola picozza, a seconda delle necessità, poteva essere un machete o un fucile. I miei zii mi regalarono l’Enciclopedia Conoscere. Ogni settimana una dispensa.
Era piena di figure. Storia, geografia scienze, fauna e flora. Lo scibile umano per bambini.
Poi il mitico Salgari e Verne, tra Capitano Nemo e i pirati della Malesia. Il più delle volte bastava una fervida immaginazione condivisa con una totale fantasia. Altro che telefonini o computer. Ebbene si l’ ho detto. Ci bastava così poco. Sarà l’età avanzata ma ho nostalgia di quei tempi. Sicuramente di una giovinezza che non potrà mai tornare.
Ma anche nostalgia di un tempo che per trovare una nostro tempo dovevamo muoverci. Muoverci con le gambe e muoverci con la fantasia. Oggi può sembrare impossibile che vivevamo senza auto, senza telefono portatile, senza navigatori da consultare. Persino, solo per un mese, senza servizi igienici in casa. Mangiavamo  sempre in casa, al massimo pranzo al sacco nelle gite fori porta fino a Malciaussia. Con l’indimenticabile cioccolato Toblerone.
Un solo giorno era dedicato al ristorante: il giorno di Ferragosto. Ristorante per modo di dire. Un ” agriturismo ” ante litteram.
La cucina con il pavimento di terra ed il putage’ per cucinare. Il menù presto detto: antipasto di salumi. Primo la buseca e secondo o coniglio o pollo. Tutto a. Km 0.
I salmi del maiale ucciso e macellato a gennaio. La buseca: minestrone con la trippa e verdure dell’orto,  si intende. Polli ruspanti e conigli allevati dall’oste. Oste che era tutto. Cucinava e serviva. Forse zoppicante il vino, rigorosamente rosso imbottigliato da damigiane. Tanto non ne capivo nulla ed andavo di Coca-cola. La giornata volava via come le ferie. Come è volata via un po’ di felicità e di fantasia di quei tempi. Siamo cresciuti superando abbondantemente i 60 anni. Che poi , in fondo non è così da poco essere arrivati a questo punto.
Ovviamente buon ferragosto a Tutti.

PATRIZIO TOSETTO

(Da bambino nella foto)

Agosto, la distribuzione di cibo nei mercati di Torino non va mai in vacanza

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Non si arresta neppure ad agosto l’attività di recupero ecologico e solidale dell’ortofrutta, e in certi casi anche del pane, da parte delle Sentinelle Salvacibo dell’associazione Eco dalle Città, realizzate nell’ambito del progetto RePoPP. Nata nel 2016 con l’obiettivo di avviare un efficiente sistema di raccolta dei rifiuti organici e dei prodotti ortofrutticoli, l’iniziativa si propone altresì di combattere lo spreco alimentare e offrire un aiuto concreto a tutti coloro che si trovano in difficoltà.

 

Al termine della attività di vendita nei mercati volontari e collaboratori dell’associazione recuperano la frutta e la verdura invenduti e lo mettono gratuitamente a disposizione delle persone in stato di necessità. Dall’associazione un appello anche “a chi è rimasto in città ad agosto e può contribuire alla nostra attività salvacibo e contestualmente sostenere i mercati torinesi recandovisi per fare la spesa, possibilmente nell’ultima ora, quando ci siano anche noi, così da poter lasciare qualche ortaggio o frutto al banchetto Salvacibo in segno di solidarietà“.

Le sentinelle Salvacibo saranno presenti a Porta Palazzo e negli altri mercati in cui vi siano bancarelle anche il 14 agosto e “siamo pronti per ogni situazione che si presentasse in una città dove una parte importante delle attività in ferie, ma sono tante le persone che rimangono in città a cui dare la frutta e verdura recuperata”, spiegano.

Occasioni in cui poter fare la differenza contro lo spreco alimentare, perché recuperare non significa solo non buttare cibo, ma anche non sprecare l’acqua utilizzata per produrlo, il carburante necessario per spostare e stoccare, il lavoro di chi coltiva e raccoglie, il costo dell’inquinamento prodotto e, perché no? anche il nostro denaro.

“Già martedì 1 agosto ci sono stati segnalati da due supermercati altrettanti carichi di eccedenze con cibo buono in scadenza – raccontano -. In un caso abbiamo organizzato una distribuzione straordinaria alle 15 e 30 in via Montanaro 2, nell’altro caso abbiamo incrementato la distribuzione a Porta Palazzo”.

L’ azione di recupero e ridistribuzione delle eccedenze alimentari nei mercati cittadini prosegue con un calendario che si propone di garantire una copertura completa lungo l’intero arco della settimana, dal lunedì al sabato.

Di seguito il calendario delle distribuzioni:

– lunedì: Foroni h.14:00, Borgo Vittoria h. 14:00, Porta Palazzo h.14:30 (previo ritiro numero tagliacoda alle 13:30);
– martedì: v. Porpora h. 14:00, c. Svizzera (piazzetta Zamenhof) h.14:00, v. Onorato Vigliani h: 14:00 Porta Palazzo h.14:30 (previo ritiro numero tagliacoda alle 13:30);
– mercoledì: p. Foroni h. 14:00, c. Cincinnato h. 14:00, Santa Rita/Sebastopoli h. 14:00, Porta Palazzo h.14:30 (previo ritiro numero tagliacoda alle 13:30);
– giovedì: Porpora h:14:00, Borgo Vittoria h:14:00, v. Onorato Vigliani h. 14:00, c. Svizzera h. 14:30, Porta Palazzo h.14:30 (previo ritiro numero tagliacoda alle 13:30);
– venerdì: c. Cincinnato h:14:00, Santa Rita/Sebastopoli h. 14:00, Porta Palazzo h.14:30 (previo ritiro numero tagliacoda alle 13:30), via Montanaro h. 15:30, Parco Dora (Skate Park, sotto la tettoia) h: 16:30
– sabato: c. Taranto h:13:30, Borromini h:14:00, v. Porpora h: 15:30, Svizzera (piazzetta Zamenhof) h.15:45, c. Cincinnato h:17:00; Borgo Vittoria 18:00, p. Foroni h:18:30; Onorato Vigliani h: 18:30, Santa Rita/Sebastopoli h. 19:30, Porta Palazzo h.19:30 (previo ritiro numero tagliacoda alle 18:30).

Gallerie d’Italia, ingresso gratuito a Ferragosto

MUSEI DI INTESA SANPAOLO

  • Martedì 15 agosto le Gallerie d’Italia, polo museale di Intesa Sanpaolo, propongono l’ingresso gratuito nelle sedi di Milano, Napoli, Torino e Vicenza. Lunedì 14 agosto apertura straordinaria delle quattro sedi.

  • Numerose le esposizioni temporanee da scoprire: dal percorso “Una collezione inattesa” a Milano, alle opere di Mario Schifano a Napoli, alla mostra fotografica del maestro Mimmo Jodice a Torino, alla creatività dell’artista Elena Xausa in mostra a Vicenza.

  • Aperture gratuite e straordinarie anche per la Casa Museo Ivan Bruschi ad Arezzo e la Galleria di Palazzo degli Alberti a Prato

 Per trascorrere un Ferragosto all’insegna della cultura, lunedì 14 agosto le Gallerie d’Italia di Milano, Napoli, Torino e Vicenza sono eccezionalmente aperte e martedì 15 agosto l’ingresso è gratuito nelle quattro sedi, con la possibilità di visitare sia le collezioni permanenti che le numerose mostre temporanee.

A Milano è possibile immergersi nel percorso espositivo temporaneo UNA COLLEZIONE INATTESA. Viaggio nel contemporaneo tra pittura e scultura, a cura di Luca Massimo Barbero, che approfondisce aspetti inediti di autori e opere delle collezioni del Novecento e del XXI secolo del Gruppo. Inoltre, è ancora visibile nelle sale del museo l’esposizione di un nucleo di opere dell’artista americano Dan Flavin selezionate dalla Collezione Luigi e Peppino Agrati, oggi parte del patrimonio artistico di Intesa Sanpaolo.

A Napoli è presente la mostra, a cura di Luca Massimo Barbero, Mario Schifano: il nuovo immaginario. 1960 -1990 con oltre 50 lavori della produzione dell’artista dagli anni Sessanta agli anni Novanta, provenienti dalla Collezione di Intesa Sanpaolo e da importanti istituzioni culturali, oltre che da gallerie d’arte e collezioni private, con la collaborazione dell’Archivio Mario Schifano.

È possibile, inoltre, viaggiare nella storia scoprendo la raccolta di ceramiche attiche e magnogreche e l’itinerario espositivo dell’arte napoletana dal XVII secolo al XX secolo.

A Torino è aperta la mostra Mimmo Jodice. Senza tempo, secondo capitolo del progetto “La Grande Fotografia Italiana”, a cura di Roberto Koch. L’esposizione offre una significativa sintesi della produzione di Jodice, ripercorrendo i principali temi ispiratori della sua arte in altrettante sezioni della mostra, Anamnesi, Linguaggi, Vedute di Napoli, Città, Natura, Mari, attraverso fotografie realizzate dal 1964 al 2011, tra cui alcune delle opere iconiche che hanno definitivamente attestato la grandezza del maestro napoletano.

Al piano nobile del museo è visibile un prezioso nucleo di opere del barocco piemontese con dipinti, sculture, arazzi e arredi dal XIV al XVIII secolo.

A Vicenza si può ammirare sotto una nuova luce il capolavoro scultoreo del Settecento veneto Caduta degli angeli ribelli. L’originale e sofisticato sistema di illuminazione della nuova sala dedicata al capolavoro, pensata dal lighting designer Pietro Palladino, esalta attraverso la luce il talento tecnico e artistico dello scultore Francesco Bertos.

Inoltre, fino al 10 settembre, tutti i visitatori possono mettere alla prova le proprie doti di “illustratori” nel laboratorio creativo della mostra EX – Illustri x Elena Xausa. Ultime settimane anche per scoprire l’itinerario scientifico e didattico fra mari e millenni Argilla. Storie di viaggi.

Aderiscono all’apertura straordinaria del 14 agosto e martedì 15 agosto anche gli altri musei di Intesa Sanpaolo: la Casa Museo Ivan Bruschi ad Arezzo e la Galleria di Palazzo degli Alberti a Prato.

Alla Casa Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi di Arezzo, che custodisce l’eclettica collezione dell’illustre aretino ideatore della Fiera Antiquaria, è possibile scoprire il nuovo percorso espositivo permanente Da Pontormo a Fattori. Le stanze dell’arte. Opere dalle Collezioni Intesa Sanpaolo. Il rinnovato allestimento delle sale di Casa Bruschi presenta opere dei maggiori artisti tra Cinquecento e Ottocento, tra cui Pontormo, il Bronzino, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Telemaco Signorini, Armando Spadini.

Alla Galleria di Palazzo degli Alberti di Prato si ammirano capolavori di Caravaggio, Bellini, Filippo Lippi e una collezione di grande valore identitario per la città, come numerose opere del Cinque-Seicento di area fiorentina e le sculture di Lorenzo Bartolini, artista pratese attivo nella prima metà dell’Ottocento.

La Galleria è visitabile ogni sabato e domenica ad ingresso gratuito e sarà aperta in via straordinaria e sempre gratuita anche nelle giornate del 14 e 15 agosto.

SU & GIÙ / Portalettere cercansi – Sovrapprezzi estivi

SU 👍 Portalettere cercansi

Poste Italiane cerca portalettere nella provincia di Torino. Per potersi candidare è sufficiente inserire il proprio curriculum vitae sulla pagina web del sito istituzionale di Poste https://www.posteitaliane.it, nella sezione “Carriere” dedicata a “Posizioni Aperte” anche cliccando direttamente il link di seguito posizioni aperte, in cui sono indicati i requisiti per poter partecipare alla selezione. Nuove opportunità di lavoro sono sempre bene accette.

 

GIÙ 👎 Sovrapprezzi estivi

Ogni giorno un nuovo caso. L’ultimo in una trattoria di Finalborgo, in Liguria, località meta di moltissimi torinesi, dove hanno fanno pagare due euro in più sul conto per la condivisione di trofie al pesto servite a una bambina la cui mamma aveva chiesto  un piattino per fargliele assaggiare. Ristoranti, spiagge e località di montagna sono strapieni di turisti, fortunatamente. È davvero scorretto che alcuni operatori del settore usino questi stratagemmi per arrotondare un conto spesso già di per se’ molto salato per i clienti.

Palazzo Madama, Gam, Mao: Ferragosto al museo

FERRAGOSTO AL MUSEO

 

Lunedì 14 agosto apertura straordinaria di GAM e MAO

Martedì 15 agosto i tre musei sono aperti con biglietto speciale

1€ per le collezioni e 1€ per le mostre di GAM, MAO e Palazzo Madama

 

 

Per chi trascorre il Ferragosto in città, la Fondazione Torino Musei propone l’apertura straordinaria di Palazzo Madama e l’ingresso speciale a 1€ alle collezioni e, aggiungendo 1€, alle mostre temporanee con biglietteria separata di GAM, MAO e Palazzo Madama: un’ottima occasione per conoscere e godere del patrimonio artistico della Città e trascorrere una giornata diversa dal solito.

ORARI E TARIFFE

Lunedì 14 e martedì 15 agosto GAM, MAO e Palazzo Madama saranno aperti dalle 10 alle 18.

Nella giornata di Ferragosto le collezioni e mostre in corso nei tre musei saranno a tariffa speciale di 1€ ed è previsto un ricco programma di visite guidate.

COSA SI POTRÀ VISITARE

 

Alla GAM | Oltre alle collezioni permanenti saranno visitabili con il biglietto unico a 1€ le mostre Ottocento. Collezioni GAM dall’Unità d’Italia all’alba del NovecentoMichele Tocca. Repoussoir in Wunderkammer e Giuseppe Gabellone Km2,6 in VideotecaGAM.

Aggiungendo 1€ si potrà visitare anche la mostra Viaggio al termine della statuaria. Scultura italiana 1940-1980 dalle Collezioni GAM.

 

Al MAO | Accesso con biglietto unico a 1€ alle gallerie delle collezioni permanenti, alle mostre in corso Metalli sovrani. La festa, la caccia e il firmamento nell’Islam medievale Impetuosa nel t-space X MAO.  Aggiungendo 1€ sarà possibile visitare la mostra Buddha10 Reloaded.

 

A PALAZZO MADAMA | Con il biglietto a 1€ il pubblico potrà accedere alle collezioni permanenti e all’esposizione In cammino. La porta di Torino: itinerari sindonici sulla via Francigena.

Aggiungendo 1€ si potrà visitare la mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario.

 

LE VISITE GUIDATE DI FERRAGOSTO:

 

GAM | ore 10:30 e ore 15:00 – Visita Collezioni del ’900

ore 12:00 e ore 16:30 – Visita Mostra Ottocento

MAO | ore 10:30 – Visita galleria Paesi Islamici + mostra Metalli Sovrani

ore 12:00 – Visita mostra Buddha10 Reloaded

ore 15:00 – Visita collezioni Cina e Giappone

ore 16:30 – Visita collezioni Asia Meridionale, Regione Himalayana, Paesi Islamici dell’Asia

PALAZZO MADAMA | ore 10:30 e ore 15:00 – Da castello a museo (visita alle collezioni permanenti)

ore 12:00 e ore 16:30 –  Visita Mostra Bizantini

Costo della visita guidata: 6€ a partecipante (10€ collezioni + mostra). Prenotazione obbligatoria.

Informazioni e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

La tariffa a 1€ è valida per tutti i visitatori, compresi i possessori di Abbonamento Musei, le cui tessere non potranno essere registrate.

Ingresso gratuito: possessori di Torino Piemonte Card e aventi diritto.

ORARIO DI APERTURA: dalle 10 alle 18.

Le biglietterie chiudono alle 17.

Prenotazione consigliata ma non obbligatoria 

al numero 011 5211788 o via mail a ftm@arteintorino.com

SU & GIÙ / Housing sociale a Porta Palazzo – Se l’erba si mangia i marciapiedi

SU👍 Housing sociale a Porta Palazzo

Partirà a ottobre, con i primi lavori di messa in sicurezza e per la bonifica bellica e ambientale, il recupero e la riqualificazione dell’area posta al civico 13 di piazza della Repubblica, a Porta Palazzo, dove è prevista la realizzazione di un nuovo insediamento di edilizia residenziale pubblica – 40 gli alloggi destinati agli anziani e per coabitazioni in famiglia – con locali comuni a piano terra e cortili interni all’isolato, attrezzati per attività ludiche a uso degli abitanti di tutto il quartiere.

Il progetto esecutivo dell’intervento, finanziato con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destinati ad attuare il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (Pinqua) promosso dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e altri fondi ministeriali, è stato approvato nei giorni scorsi dalla Giunta Comunale su proposta della Vicesindaca Michela Favaro. Oltre 11 milioni e 600 mila euro la spesa prevista per i lavori.

 

GIÙ 👎 Se l’erba si mangia i marciapiedi

Le mitiche periferie. In corso Grosseto, tra Via Sansovino e strada Altessano, l’erba si mangia il marciapiede. A chi spetta rimuoverla? Bel biglietto da visita per coloro che arrivano in città per le partite della Juve!