Cosa succede in città

Risonanze: Elio Franzini alla Gam

RISONANZE
Primo ciclo di conferenze tra arte e filosofia

A cura di Chiara Bertola e Federico Vercellone da giugno a ottobre 2025

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

Sala incontri

IL SECONDO APPUNTAMENTO

 

GIOVEDI 26 GIUGNO ORE 18

Elio Franzini

Il ritmo, la grazia e l’invisibile. Una definizione della pittura

Il ritmo e la grazia, che nelle arti sono state costitutive di intere stagioni creative e progettuali, si affacciano, nella pittura del Novecento, a esperienze di particolare rilevanza culturale che, per esempio in autori come Klee, Malevic e Kandinskij, aprono l’orizzonte pittorico al grande tema della relazione tra visibile e invisibile. La grazia è allusiva, è una struttura di rinvio. Il ritmo apre alla possibilità di un paradossale movimento di ciò che è statico. L’invisibile dischiude una possibilità metafisica. È ancora possibile un’arte, in primo luogo figurativa, che riesca a mantenere la centralità dell’oggetto pittorico e, al tempo stesso “salvi” i valori della grazia e dell’invisibile? Esiste ancora un linguaggio per l’arte? Anche attraverso autori come Florenskij e Jean Clair si cercherà una strada ipotetica per rispondere a tali domande.

Elio Franzini è professore ordinario di Estetica all’Università degli Studi di Milano Erede della tradizione fenomenologica milanese, dedica la sua ricerca agli esiti dell’estetica fenomenologica, alle strutture simboliche della modernità e al pensiero estetico settecentesco. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Moderno e postmoderno. Un bilancio, Milano, Cortina, 2018; Filosofia per il presente. Simboli e dissidi della modernità, Brescia, Morcelliana, 2022; Logica della verità. La metafisica e le cose, Milano, Cortina, 2024.

Costo: 6€ Acquista il biglietto

 

Tra giugno 2025 e marzo 2026 la GAM di Torino organizza un ciclo di incontri, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino, curato da Chiara Bertola e Federico Vercellone.

Gli incontri, articolati in singole conferenze, ripercorrono i temi delle Risonanze che attraversano la programmazione espositiva della GAM dall’ottobre il 2023 alla primavera del 2026: luce, colore e tempo; ritmo, struttura e segno; incanto, sogno e inquietudine, e vedono la partecipazione di studiosi e studiose di rilievo internazionale nel campo della filosofia, della storia dell’arte e delle scienze umane, offrendo un’occasione unica di riflessione interdisciplinare, in cui pensiero e visione si intrecciano per generare nuovi livelli di lettura delle opere e dell’esperienza estetica.

Il primo ciclo di incontri da giugno a ottobre 2025 vede alternarsi grandi esperti di arte, estetica e filosofia contemporanea: Horst Bredekamp, Elio Franzini, Victor Stoichita e Anna Maria Coderch, Riccardo Venturi, Claudia Cieri Via e Salvatore Tedesco.

Il secondo ciclo di incontri prenderà avvio a partire da novembre 2025 e si concluderà a febbraio 2026, con la partecipazione di studiosi di prestigio internazionale come Massimo Cacciari, Fabio Belloni, Tonino Griffero, Francois Jullien e Chiara Simonigh.

Costo per ogni conferenza: 6€
Abbonamento per le 6 conferenze: 27,96 €
comprensivo del diritto di prevendita

Acquisto unicamente online su gamtorino.it

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GAM, MAO e Palazzo Madama, San Giovanni al Museo

SAN GIOVANNI AL MUSEO

24 giugno alla GAM, al MAO e a Palazzo Madama

 

Martedì 24 giugno ingresso a 1€ per le collezioni permanenti e

tariffa ridotta a 1€ per le mostre temporanee di GAM, MAO e Palazzo Madama.

 

 

La Fondazione Torino Musei celebra la Festa di San Giovanni con una promozione che coinvolge GAM, MAO e Palazzo Madama (eccezionalmente aperto il martedì).

Martedì 24 giugno 2025 nei tre musei della Fondazione sarà possibile visitare le collezioni permanenti e le mostre collegate al prezzo simbolico di 1€; con un supplemento di 1€ per accedere alle mostre temporaneealla GAM FAUSTO MELOTTI. Lasciatemi divertire!, le mostre del contemporaneo: ALICE CATTANEO. Dove lo spazio chiama il segno e Giosetta Fioronial MAO Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone, e a Palazzo Madama Visitate l’Italia. Promozione e pubblicità turistica 1900–1950.

La tariffa a 1€ sarà applicata anche ai titolari di Abbonamento Musei, che non potranno utilizzare le tessere.

Ingresso gratuito per i possessori della Torino Card.

I tre musei saranno aperti con orario continuato 10:00-18:00

 

Cosa si può visitare:

 

Alla GAM: oltre alle collezioni permanenti e al Deposito vivente sono visitabili le mostre temporanee FAUSTO MELOTTI. Lasciatemi divertire! (+1€) e le mostre del Contemporaneo: ALICE CATTANEO. Dove lo spazio chiama il segno e Giosetta Fioroni nello spazio della Videoteca (+1€)

Al MAO: i visitatori possono visitare le cinque gallerie delle collezioni permanenti, le mostre temporanee Adapted Sceneries Paesaggi da sogno. Le 53 stazioni della Tokaido e la mostra temporanea Haori (+1€).

Palazzo Madama: in aggiunta alle collezioni permanenti, sono visitabili le mostre temporanee Jan Van Eyck e le miniature rivelate e Bianco al femminile, oltre all’esposizione temporanea Visitate l’Italia! (+1€).

LE VISITE GUIDATE E IL WORKSHOP

GAM

martedì 24 giugno ore 10:30 | Seconda risonanza. Ritmo, struttura e segno

martedì 24 giugno ore 12 | Mostra Fausto Melotti. Lasciatemi divertire!

martedì 24 giugno ore 15 e ore 16:30 Workshop Messaggi ad arte tutte le info

 

MAO

martedì 24 giugno ore 15 | Di seta e di carta. Narrazioni artistiche tra Giappone e Corea

martedì 24 giugno ore 16:30 | L’India e il sud-est asiatico, il tetto del mondo, poi fino al Mediterraneo

 

PALAZZO MADAMA

martedì 24 giugno ore 15 | Da castello a museo

martedì 24 giugno ore 16.30 Mostra Visitate Italia

 

 

Costi visite guidate: 7 € a partecipante.

Costo workshop: 5€ a partecipante

Prenotazione consigliata, disponibilità fino ad esaurimento posti.

Info 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com  (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

Stefano Chiodi Latini, tradizione familiare e amore per la ristorazione

Ritratti torinesi 

 

Stefano Chiodi Latini vanta una lunga tradizione familiare nel campo della ristorazione che lo ha portato ad essere chef ed oggi direttore generale della catena dei locali di Gerla.

Un appassionato che ha ereditato dal padre Antonio, con cui è cresciuto professionalmente per cinque anni e che lo ha influenzato con la sua creatività e passione per la terra, dopo una vita trascorsa a perfezionare una filosofia “ vegetale creativa”. Storico proprietario e chef del ristorante “Antonio Chiodi Latini”, sito in via Bertola a Torino, Antonio è riconosciuto dal figlio Stefano come un grande maestro, considerato tra i più interessanti cuochi vegani.

“Sono cresciuto a fianco di mio padre – narra Stefano Chiodi Latini- e ho vissuto nel campo della ristorazione sin dalla più tenera età.  L’impronta di mio padre è evidente nel mio lavoro e nei progetti che porto avanti. Lui non è un ‘cuoco di surrogati’, non scimmiotta piatti tradizionali da esportare nel campo della ristorazione vegana e vegetariana, ma ha dato ai suoi piatti di verdura un taglio pop”.

“Non volendo fare ciò che fanno tutti- aggiunge Stefano Chiodi Latini – ho progettato e impresso questa ispirazione nata con mio padre sul nuovo locale firmato Gerla, ‘Gerla Green’,  cui tengo particolarmente e che ha una base di contemporaneità e sostenibilità.

Dalla cucina prevalentemente vegetale, all’80 per cento, “Green” non significa solo cucina vegana, ma anche gioventù e pop.

Gerla, di cui sono direttore generale ormai da sei anni, dopo aver abbracciato una sfida e un cambiamento importanti nella mia professione, mi ha dato la possibilità di seguire il progetto dell’ultimo locale nato, Gerla Green, in cui lavorano solo ragazze molto giovani, aspetto che rappresenta la volontà di Gerla di rendere eterogenea la sua clientela, ad oggi ancora livellata su un  target business di alto livello”.

“È stato considerevole il mio passaggio professionale da chef a direttore generale – conclude Stefano Chiodi Latini -. Pur rimanendo nel campo della ristorazione, il mio ruolo di oggi richiede conoscenza e una completezza che mi consentano di dialogare in modo tecnico con tutti i duecento dipendenti di Gerla. Il mio obiettivo è portare il mondo del vegetale, da sempre non facile da veicolare,  verso una clientela sempre più giovane, che possa percepire il mondo della alimentazione vegana e vegetariana come un passo verso un universo più  sano e sostenibile”.

Mara Martellotta

 

 

 

 

 

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Rock Jazz e dintorni a Torino: Zucchero e Flowers Festival

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Lunedì. Allo Ziggy suonano gli Earth Crisis+ Caged.

Martedì. Per San Giovanni Santo Patrono di Torino dalle 21 in Piazza Vittorio, “Torino is Fantastic”, kermesse con : Mahmood, Tananai, Alessandra Amoroso, Annalisa, Noemi, Antonello Venditti, Gianna Nannini, Il Volo e i finalisti di Amici. Ospite Shaggy. A seguire il consueto spettacolo pirotecnico alle 23.30. Presenta la serata Gerry Scotti. All’ OST Barriera suona Chiara Ariagno Quartet.

Mercoledì. Inizia la decima edizione del Flowers Festival nel parco della Certosa di Collegno con l’esibizione di Willie Peyote preceduto da Anna Castiglia. Al Blah Blah si esibiscono i Rondò della Forca. All’Osteria Rabezzana suona il trio di Federico Bratovich. Al One Torino è di scena rap al femminile con Anna Pepe.

Giovedì. Allo Stadio Olimpico arriva Zucchero. Per Flowers Festival si esibiscono gli Eugenio In Via Di Gioia. Al Blah Blah suonano gli Exira + Tuan Davi.

Venerdì. Al Blah Blah è di scena Daniele Guerini. Per Flowers Festival suonano Franco 126 + Joan Thiele. Per Evergreenfest al parco della Tesoriera si esibiscono Mael e Casadilego. Al Circolino suonano i Bongclouds.

Sabato. Per Flowers Festival a Collegno sono di scena Bandabardò + I Patagarri. Al Blah Blah si esibisce Margarita Witch Cult.

Pier Luigi Fuggetta

Da Torino a Perugia un grande capolavoro di Modigliani

Nella Galleria Nazionale dell’Umbria, dal 3 luglio

La scorsa estate il successo è andato a “Le tre età” di Gustav Klimt, opera che nelle sale della Galleria Nazionale dell’Umbria ha raccolto oltre 600.000 visitatori. Tra il 3 luglio e il 15 settembre prossimo, per la serie “Un capolavoro a Perugia”, arriverà dalla Collezione Permanente della Pinacoteca Agnelli di Torino “Nu couché”, opera di Amedeo Modigliani datata tra il 1917 e il ’18 – confrontabile con “Il grande nudo” newyorkese e con il “Nudo sdraiato a braccia aperte” della collezione Mattioli di Milano, quegli stessi nudi che nella Parigi colpita dalla tragedia del primo conflitto fecero gridare allo scandalo, ovvero quando, nel giorno stesso dell’inaugurazione della mostra organizzata dal fedelissimo Léopold Zborowski, amico e mercante, e presente per tutto il mese di dicembre presso la galleria di Berthe Weill in rue Taitbout, nono arrondissement (Berthe, di origini alsaziane, raccoglieva i nomi illustri dell’arte di inizio secolo, Picasso e Matisse, Derain e Utrillo e Dufy, Diego Rivera e George Braque, Suzanne Valadon non ultima tra le pittrici ospitate,  e morirà pressoché in miseria, dal momento che s’accontentava di guadagni di poco conto: lei che, immergendosi in un mondo tutto maschile, all’apertura nel 1901 della sua prima galleria d’arte in rue Massé 25, per nascondere la propria identità femminile, si era vista costretta a camuffare l’insegna della galleria come la carta intestata e gli inviti con l’acronimo puntato del proprio nome seguito dal cognome. In un’esplosione d’interesse certo ritardataria, in questi giorni il Montréal Museum of Fine Arts, in Canada, a lei “appassionata, schietta, visionaria”, rende omaggio con una grande mostra, mentre la parigina Orangerie lo seguirà a partire dall’8 ottobre), il commissariato di polizia del quartiere posto di fronte minacciò il sequestro delle opere – “offensive al pubblico pudore” –  se non fossero state immediatamente ritirate. Parigi non nuova a censure simili, se si pensa, solo pochi decenni prima, all’ostracismo nei confronti dell’”Olympia” di Manet o altresì alle “Demoiselles au bord de la Seine” di Courbet, al Salon del 1857, scandalo e critiche negative perfettamente orchestrate. Oggi, un’occasione per avvicinarsi alla vita, alle relazioni e alla ricerca continua del maestro di origini livornesi, raccontate a partire da uno dei suoi più celebri capolavori.

L’opera di Modigliani, realizzata nell’appartamento parigino di rue Joseph Bara 3 che lo stesso Zborowski aveva affittato nel ’16 per venire incontro alle ristrettezze dell’artista e per far sì che potesse concentrarsi sul suo lavoro, ricorda altresì il periodo in cui, dopo gli esempi della sua formazione a Firenze e Venezia, non appena giunto nella capitale francese “accantonò” il nudo che gli ambienti dell’avanguardia e delle nuove correnti artistiche consideravano troppo “accademico”: lo riprenderà soltanto a seguito della serie delle “Cariatidi” e darà vita alla mostra di rue Taitbout, unica personale lui vivente. “In ‘Nu couché’ – illustra la scheda della Pinacoteca Agnelli – l’artista ritrae una modella semisdraiata su un sofà a mani giunte con le sue morbide linee definite da un segna scuro che separa il corpo dalle campiture di colore quasi astratte dello spazio circostante. Il nudo è rappresentato da Modigliani nella sua purezza attraverso una sensualità femminile che suggerisce anche controllo e sfida.”

La complessa esistenza del pittore (la salute malferma dell’infanzia che segnerà per sempre la sua esistenza, la ricerca di ambienti più salubri, la morte a trentasei anni all’ospedale della Carità, “peintre maudit” facile derivazione dal cognome per i francesi, amici e detrattori), “i grandi rifiuti e gli altrettanti successi, sarà raccontata attraverso un prezioso nucleo di otto opere, messe a confronto con alcune opere di arte antica, europea ed extraeuropea, nel tentativo di comprendere come il suo linguaggio originale e personale possa costituire la rielaborazione in chiave moderna di modelli del passato.”

Elio Rabbione

Nell’immagine, “Nu couché” di Amedeo Modigliani (1917/1918), Coll. Permanente della Pinacoteca Agnelli, Torino.

Un viaggio nel design di Marcello Gandini tra Italia e Qatar: “Ultraleggera” al MAUTO

Si intitola “Ultraleggera – a design journey with Marcello Gandini between Italy and Qatar” la mostra che il Museo Nazionale dell’Automobile dedica al genio rivoluzionario e all’eredità del pensiero di Marcello Gandini. È realizzata in collaborazione con QAM – Qatar Auto Museum- e VCU Arts Qatar Virginia Commonwealth Universoty School of the Arts Qatar, e vuole essere una riflessione viva e contemporanea sul lascito del Maestro, che si trasforma in materia viva di dialogo tra passato, presente e futuro. L’esposizione, curata da Marzia Gandini e Simone Carena, ospitata nella Project Room del MAUTO fino al 31 agosto prossimo, avviene  a 5 anni dalla grande retrospettiva a lui drdicata e a un anno dalla scomparsa del designer, e mette in relazione una selezione di disegni, bozzetti e modellini originali di Gandini, affiancati da opere realizzate dagli studenti coinvolti nel progetto, al fine di esplorare il tema del movimento non solo fisico ma culturale e creativo, aprendo nuove prospettive e favorendo connessioni tra tradizione e innovazione. Il progetto è corredato da una Summer School, in ottica di valorizzare il patrimonio formativo e influenzare le future generazioni di progettisti e creativi di Gandini.

“Siamo molto lieti di continuare la collaborazione con il Qatar Automobile Museum – afferma Benedetto Camerana, Presidente del MAUTO –  con la mostra ‘Ultraleggera’ che, a partire dalla visione e dall’eredità di Marcello Gandini, promuove la creatività dei giovani designer. Il progetto Marcello Gandini Masterclass, promosso da QAM con la VCU Arts, su iniziativa di Simone Carena e la Summer School, che abbiamo avviato a Torino in collaborazione con il Politecnico e lo Studio Marcello Gandini, è incentrato sulla forza del design come processo creativo capace di creare ponti tra generazioni e culture. Vorrei ricordare che già nel 2019 il MAUTO ha organizzato la mostra intitolata ‘Marcello Gandini – genio nascosto’, la più importante esposizione monografica di sempre sul lavoro e la genesi creativa di Gandini”.

“La potenza di questa piccola mostra, realizzata in collaborazione con il Qatar Auto Museum – spiega Lorenza Bravetta, direttore del MAUTO – risiede nel suo alto valore formativo e divulgativo. È l’esempio più bello dell’eredità lasciata da Marcello Gandini: un invito a essere ribelli e innovativi senza dimenticare, anzi valorizzandoli, il passato e la memoria. Tale insegnamento guida la nostra attività come museo, contemporaneamente luogo di sperimentazione e conservazione, spazio vivo e partecipato che ci auguriamo possa contribuire a ispirare le giovani generazioni di creativi”.

In esposizione insieme a disegni e modellini provenienti dall’Archivio Gandini, anche la barca a vela d’addestramento progettata da Gandini per il nipote Pietro; il tappeto volante Countach, disegno in scala 1:1 stampato su tessuto di scarto delle vele di ultraleggera; il tavolo ultraleggera, progettato in Qatar utilizzando pannelli di recupero provenienti dalla costruzione delle imbarcazioni ultraleggera e la bicicletta pieghevole, innovativo concept ideato da Gandini, dotato di ruote di dimensioni standard.

Mara Martellotta

Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

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A cura di Elio Rabbione

28 anni dopo – Drammatico, horror. Regia di Danny Boyle, con Aaron Taylor-Johnson, Ralph Fiennes, Jodie Comer e Jack O’Connell. Terzo appuntamento con la saga iniziata nel 2002 con “28 giorni dopo” e continuata nel 2007 con “28 settimane dopo”.

L’infezione del virus della rabbia non è scomparsa del tutto ma una piccola comunità continua a vivere isolata su di un’isola, protetta dall’alta marea. Allorché uno di loro abbandonerà l’isola per spingersi in una missione sulla terraferma, scoprirà meraviglie e orrori che hanno contagiato e sconvolto gli infetti e gli stessi sopravvissuti in Gran Bretagna. Durata 115 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi sala 5, The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Moncalieri anche V.O.)

L’amore che non muore – Commedia drammatica. Regia di Gilles Lellouche, con Adèle Exarchopoulos, François Civil e Mallory Wanecque. Negli anni Ottanta, gli adolescenti Jackie e Clotaire vivono una turbolenta e appassionata storia d’amore nonostante la loro differenza di classe e d’indole. Uscito di prigione dopo aver scontato 12 anni per un crimine che non ha commesso, Clotaire cerca disperatamente di ricongiungersi con Jackie, ma lei ormai si è sposata e sembra aver voltato per sempre le spalle al loro comune passato. Durata 166 minuti. (Nazionale sala 3)

Aragoste a Manhattan – Commedia drammatica. Regia di Alfonso Ruizpalacios, con Raùl Briones e Rooney Mara. Al The Grill, ristorante iperfrequentato di New York, lavora una moltitudine di persone, tra cucina, sala e uffici. Ognuno con i suoi problemi, ognuno con le sue isterie. Tra di loro ci sono Estela, che trova un posto di lavoro, Julia che dovrà prendere una decisione importante e Pedro, a cui l’esperienza di cuoco cambierà per sempre la vita. Durata 139 minuti. (Eliseo)

Elio – Animazione. Regia di Adrian Molina, Madeline Sharafian e Domee Shi, con le voci di Alessandra Mastronardi, Adriano Giannini, Lucio Corsi e Neri Marcorè. Il piccolo Elio è divenuto orfano in tenerissima età e, considerando la propria solitudine nonostante la presenza e l’affetto della zia Olga, maggiore dell’aviazione americana, coltiva il desiderio di essere portato dagli alieni ai confini dell’universo.

Quando un giorno riuscirà a inviare un messaggio al lontano Comuniverso, un’organizzazione che agisce per la ricerca delle menti più prestigiose del cosmo mentre al tempo stesso vuole togliere il comando al collerico Lord Grigon. Una volta prelevato dalla terra, Elio troverà nel pacifico Glordon, il figlio di Grigon, il suo migliore amico. Durato 99 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Fino alle montagne – Drammatico. Regia di Sophie Deraspe, con Antoine Duval e Solène Rigot. Mathias, giovane agente pubblicitario di Montréal, decide di lasciare la sua frenetica vita di città per seguire il desiderio di riconnettersi con la natura e diventare pastore nel sud della Francia. Arrivato in Provenza senza alcuna esperienza, Mathias si scontra presto con la dura realtà del mondo pastorale, che lo costringe a mettere in discussione la sua visione romantica della professione. L’incontro con Elise, una giovane impiegata che sceglie di lasciare il lavoro per seguire il ragazzo, porta una nuova luce nel percorso formativo di Mathias, che riacquista così fiducia in se stesso e nel proprio obiettivo. I due, dopo aver ottenuto l’affidamento di un gregge di pecore, partono per la transumanza, compiendo un viaggio negli incantevoli paesaggi montuosi delle Alpi di Provenza, dove si confronteranno con sfide e incontri che li condurranno verso un nuovo stile di vita in montagna. Durata 113 minuti. (Romano sala 1)

Fuori – Drammatico. Regia di Mario Martone, con Valeria Golino, Matilda De Angelis, Elodie, Corrado Fortuna e Stefano Dionisi. Goliarda finisce in carcere per un furto di gioielli, cinque giorni di carcere, ma a Rebibbia l’incontro con alcune giovani detenute diventa per lei un’esperienza di rinascita. Una volta uscite di prigione, in una torrida estate romana, le donne continuano a frequentarsi. In questo tempo che sembra sospeso, Goliarda stringe una relazione profonda e decisiva per la sua vita, un legame autentico e trascinante che nessuno, lì fuori, riuscirà a comprendere. Questo film racconta un momento della vita di Goliarda Sapienza, scrittrice, una storia di amicizia, di amore e di libertà. Unico film italiano in concorso a Cannes, è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani con la seguente motivazione: “Abbandonando qualsiasi ambizione biografica per raccontare l’estate di due amiche che si sono incontrate in carcere e decidono di lasciarsi andare alla deriva, Mario Martone trova non solo l’approccio giusto per raccontare un personaggio complesso come Goliarda Sapienza, ma anche la chiave per arricchire di sfumature il suo approccio realista, rimescolando i piani temporali e disallineando le immagini mentali. Grazie anche alla straordinaria prova delle sue attrici.” Durata 117 minuti. (Eliseo Grande, Nazionale sala 2)

Il maestro e Margherita – Drammatico. Regia di Michael Locksin con August Diehl e Yulia Snigir. Negli anni Trenta, nella grigia e repressiva Mosca staliniana, un giovane scrittore finisce travolto dallo scandalo: la sua pièce teatrale, colpevole di rappresentare Cristo con troppa umanità, viene censurata e stroncata dalla critica. Emarginato e disperato, trova conforto nell’incontro con Margherita, una donna bellissima e sposata con cui nasce un amore travolgente e proibito. Spinto da questa passione, lo scrittore dà vita a un nuovo romanzo: una Mosca visitata dal diavolo, Woland, un enigmatico personaggio accompagnato da un seguito di figure grottesche e irresistibili. Con ironia e crudeltà, Woland spariglia le carte della realtà, seminando il caos e offrendo vendetta a chi è stato ingiustamente punito. Ma mentre giustizia e amore sembrano finalmente a portata di mano, i confini tra realtà e immaginazione si dissolvono, confondendo il mondo con la pagina scritta. Durata 157 minuti. (Centrale V.O., Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Romano sala 2)

La mia amica Zoe – Commedia drammatica. Regia di Kyle Hausmann-Stokes, con Sonequa Martin Green, Natalie Morales, Ed Harris e Morgan Freeman. Coinvolta in uno strano e misterioso rapporto con la sua sarcastica (e defunta) migliore amica, una veterana dell’Afghanistan si riunisce con il burbero nonno reduce del Vietnam, recluso nella casa di famiglia sul lago. Durata 103 minuti. (Romano sala 3)

Mission Impossible – The Final Reckoning – Azione. Regia di Christopher McQuarrie, con Tom Cruise, Hayley Atwell, Vanessa Kirby, Hannah Waddingham e Ving Rhames. Ultima tappa del lungo percorso iniziato nel 1996 da Ethan Hunt e le sue mirabolanti imprese.

L’eroe con l’intero suo gruppo è impegnato ad affrontare una nuova pericolosa minaccia: sarà suo compito scoprire due chiavi che possono sbloccare un sistema di intelligenza artificiale, in grado di far esplodere disastri e distruzioni a livello mondiale, entrando in circuiti bancari come gettando nel caos migliaia di chilometri di reti elettriche. Dovranno superare la sfida che gli tende Daniel, misterioso individuo chiuso nel passato di Ethan, anch’egli alla ricerca delle due chiavi. L’impresa sarà quella di impossessarsi del codice sorgente da un sottomarino affondato. Durata 165 minuti. (Massaua, Lux sala 1, Reposi sala 5, The Space Torino, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Scomode verità – Commedia drammatica. Regia di Mike Leigh, con Marianne Jean Baptiste. Pansy, una casalinga schiacciata dalle sue paure e in conflitto costante con il marito e il figlio, si richiude sempre più in se stessa. Sarà il confronto con la sorella Chantelle, più solare e indipendente, a riaprire vecchie ferite, ma anche a offrirle una possibilità di rinascita. Durata 97 minuti. (Nazionale sala 4)

La trama fenicia – Commedia drammatica. Regia di Wes Anderson, con Benicio del Toro, Mia Threapleton, Michael Cera, Tom Hanks, Scarlett Johansson, Charlotte Gainsbourg e Bill Murray. Sopravvissuto a un incidente aereo per la sesta volta in tutta la sua vita, il magnate internazionale Zsa-Zsa Korda tenta di ricucire i rapporti con sua figlia Liesl, nel frattempo diventata suora, che non vede da troppo tempo. Durata 102 minuti. (Eliseo, Fratelli Marx sala Chico e Harpo anche V.O., Nazionale sala 3 anche V.O.)

Tre amiche – Commedia drammatica. Regia di Emmanuel Mouret, con India Hair, Camille Cottin e Sara Forestier. Joan non è più innamorata di Victor e si sente disonesta con lui. Alice, la sua migliore amica, la rassicura: lei stessa non prova alcuna passione per Eric eppure il loro rapporto va a meraviglia. Lei non sa che lui ha una relazione con Rebecca, la loro comune amica… Quando Joan decide finalmente di lasciare Victor e lui scompare, le vite dei tre amici e le loro storie vengono sconvolte. Durata 117 minuti. (Massimo sala Cabiria V.O., Nazionale sala 1)

Tutto l’amore che serve – Drammatico. Regia di Anne-Sophie Bailly, con Julie Froger e Laure Calamay. La storia di Mona, sessantenne e madre single, che vive a Créteil, non lontano da Parigi, con il figlio Joel, affetto da un lieve ritardo mentale che pur tuttavia ha trovato un’occupazione in un centro di assistenza per disabili. Un giorno il ragazzo confessa alla madre di essersi innamorato di una collega, Océane, anch’essa con disabilità, e che la ragazza è rimasta incinta: Mona è messa di fronte a un fatto che non si sente davvero di accettare. Ma Mona ha anche paura di rimanere sola nel piccolo alloggio di periferia. Durata Durata 95 minuti. (Centrale, Eliseo, Fratelli Marx sala Groucho, Due Giardini Sala Nirvana e Ombrerosse)

L’ultima regina – Storico, drammatico. Regia di Karim Aïnouz, con Alicia Vikander e Jude Law. Nell’Inghilterra dei Tudor intrise di sangue, Catherine Parr cerca di destreggiarsi nella politica inglese quando diventa la sesta (e ultima) moglie di Enrico VIII. Verrà nominata reggente mentre lui è fuori a combattere, quando il sovrano tornerà sarà costretta a fronteggiare non soltanto il suo terribile carattere – causa della fine di tutti i matrimoni precedenti, alcuni sfociati nelle morti sanguinose delle regine – ma anche l’intransigenza contro chiunque abbia simpatia per i protestanti. Evidentemente intenzionate a non edulcorare lai il proprio racconto, adattato dal libro “Queen’s Gambit” scritto da Elizabeth Fremantle, Ainouz racconta con stile asciutto e senza risparmiare dettagli cruenti e raccapriccianti una storia di corte che è al tempo stesso un thriller psicologico sulla violenza patriarcale, dentro e fuori le mura domestiche. Un titanico Jude Law è un collerico e delirante Enrico, sovrappeso, in tutti i suoi tratti shakespeariano. Durata 121 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse)

Volveréis – Commedia. Regia di Jonàs Trueba, con Itsaso Arana, Vito Sanz e Fernando Trueba. Ambientato a Madrid, il film analizza i comportamenti di una coppia – lei è Ale, regista di cinema, lui è Alex, attore – che, insieme da quindici anni, vede il proprio percorso giunto alla fine. Decidono di separarsi, lo faranno di comune accordo, con l’idea che non si festeggiano le unioni ma le separazioni, organizzeranno una bella festa con amici e conoscenti e famigliari per dirsi addio. L’organizzazione s’intreccia con il set in cui i due stanno girando un film insieme: mentre ad ogni attimo riemergono ricordi, un passato in comune, sentimenti condivisi, conversazioni che li hanno uniti o divisi. Un nuovo modo di affrontare la propria unione, forse il modo per pensare a un nuovo avvio? Durata 114 minuti. (Centrale V.O.)

Che “Luce” sia, ma anche “Gesto Performativo”

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Lunga serata alla “GAM” di Torino con l’ultimo appuntamento del “Public Program” di “Luci d’Artista”

Sabato 21 giugno, dalle 18,30

Tutto accadrà all’imbrunire del prossimo “Solstizio d’estate”: sabato 21 giugno (dalle 18,30), il giorno più lungo e luminoso dell’anno, con una serata si preannuncia indimenticabile. Uno scorrere di ore magiche in cui artisti, musicisti ed un grande poeta realizzeranno una serie di “performance” all’interno di “Anni Luce”, la prestigiosa Arena all’aperto di “Giulio Paolini” alla “GAM – Galleria civica d’Arte Moderna e Contemporanea” di via Magenta a Torino.

Il tutto rientra, dopo il grande successo dell’anno scorso, nell’ultimo appuntamento della seconda edizione di “Accademia della Luce”, il “Public Program” (sviluppato da “Fondazione Torino Musei” insieme ai “Dipartimenti Educazione” delle principali “Istituzioni torinesi per l’Arte Contemporanea”, ultimi in ordine d’arrivo il “MAUTO” e le “OGR”) della XXVII edizione di “Luci d’Artista”“Public Program” incentrato, quest’anno, sul tema specifico di “Luce e gesto performativo”, che ruoterà intorno alle fantasiose genialità dell’italiana triade anonima “CANEMORTO” e dell’artista londinese Marcos Lutyens, invitati a creare una nuova “performance” sul tema della “luce”.

La triade “CANEMORTO” trasformerà l’ascensore della “GAM” in una “stanza magica mobile” nella quale eseguirà delle letture lampo dei “Tarocchi del Sole Fermo”, con un mazzo di carte creato ad hoc per rivelare ad ogni partecipante cosa abbia in serbo la sua estate, diviso in “10 arcani di luce” e “10 arcani di ombra”, ideati dal trio senza alcun legame con i tarocchi tradizionali.

Marcos Lutyens, con il suo Equilux ≈ Equinox: Un Viaggio Psico-Magico”, coinvolgerà invece il pubblico in un campo di luci, suoni, vibrazioni subsoniche e voce guidata “creando un’esperienza alchemica di allineamento interiore e sintonizzazione esterna”. La “performance” sarà accompagnata da brani tratti da “NOX-LUX”, il nuovo album cocreato insieme al compositore di Los Angeles Aaron Drake.

Continuando la tradizione del legame di “Luci d’Artista” con il mondo della poesia e degli approfondimenti con i grandi artisti che hanno realizzato le “Luci”, le due “performance” saranno precedute (ore 19) da un vero e proprio evento, ovvero una “conversazione de visu” tra John Yau e Nicola De Maria . Sarà un incontro straordinario tra il poeta, editore e critico d’arte newyorkese John Yau (Lynn, Massachusetts, 1950) e il Maestro Nicola De Maria (pittore tra i più prestigiosi protagonisti della “Transavanguardia” internazionale, autore di opere da lui stesso definite “poesia scritta con le dita sporche di colore”), legati da 40 anni di stima ed amicizia. Al centro della conversazione vi sarà ovviamente il tema della “Luce” e l’opera “Nido cosmico di tutte le anime” di De Maria, installata da anni in Piazza Carlina. In occasione dell’incontro, inoltre, l’artista, beneventano di Foglianise trasferitosi a Torino negli Anni ’70, ha generosamente messo a disposizione alcune prime edizioni autografate dei libri di John Yau, insieme a cataloghi e testi critici dedicati alla sua opera. Traduzione consecutiva dall’inglese all’italiano.

Ma, attenzione!, i giochi non s’esauriscono qui. A corollario degli eventi programmati alla “GAM”, nelle  sere dal 21 al 24 giugno (in un ideale collegamento con il giorno dedicato al patrono della Città) saranno straordinariamente accese le “Luci d’Artista” in  12 siti cittadini: da piazza Carlina alla Galleria Umberto, da piazza Risorgimento al Monte dei Cappuccini, fino al “Museo della Resistenza” all’Ospedale Sant’Anna, alla Mole Antonelliana e a Piazzale Polonia, per finire con Piazzetta Mollino, i “Giardini Sambuy”, l’Antica “Tettoia dell’Orologio” in piazza della Repubblica e corso Unità d’Italia, presso il Laghetto di Italia ’61.

Sottolineano gli organizzatori: Luci d’Artista è un vero e proprio ‘Museo di Luce’, con la sua collezione a cielo aperto di installazioni luminose che trascende i classici confini invernali e natalizi per vivere tutto l’anno. Ma, così come l’evento invernale è definito da una ‘dimensione notturna’ (luce elettrica, presenza di opere fisicamente imponenti), abbiamo voluto che l’evento estivocome per lo scorso giugno, fosse composto da concetti diametralmente opposti, legati a una ‘dimensione diurna’ e a interventi il più possibile ‘effimeri e immateriali’, proprio come possono essere le performance”. E il colpo d’occhio, sicuramente, non sarà meno foriero di forti e inaspettate emozioni. In un bagno di atmosfere pienamente vissute alla luce del giorno.

Gianni Milani

“Accademia della Luce. Luce e gesto performativo”

GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it

Sabato 21 giugno, dalle 18,30

Nelle foto:  “CANEMORTO”, Photo courtesy il trio di artisti; “Accademia della Luce”; John Yau, Photo courtesy l’artista; Nicola De Maria, Photo courtesy Sabina Arena

Bernstein, Gershwin e Williams: America in concerto all’Auditorium Rai di Torino

È tutto dedicato all’America il secondo appuntamento di “Rai Orchestra Pops”, il ciclo di concerti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai che esplora i confini tra linguaggio classico, scrittura sinfonica, musica etnica, crossover e swing. La serata è in programma giovedì 19 giugno alle 20.30 all’Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino, ed è diretta da Gianna Fratta. Si tratta di una poliedrica e versatile direttrice d’orchestra, insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici e internazionali, e che torna alla guida dell’OSN Rai, dopo aver diretto nel 2022 il concerto finale del progetto “Professione orchestra”. L’appuntamento del 19 giugno di “Rai Orchestra Pops” è anche in live streaming sul portale di Rai Cultura, ed è registrato da Rai Radio 3, che lo trasmetterà in data da destinarsi.

La serata si apre con la Suite, anche nota come ‘Catfish Row’, di George Gershwin, che il compositore trasse dalla sua opera “ Porgy and Bess”. Suddivisa in 5 movimenti, comprende le melodie più rappresentative dell’opera, da “Summertime” e “I Got Planty” a “Oh Lawd” è “I’m on My Way”. Segue, sempre di Gershwin la “Rhapsody in blue”, che vede impegnato il pianista Alessandro Taverna, insignito nel 2012 del premio Sinopoli per meriti artistici dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Di Leonard Bernstein è, invece, eseguita l’Ouverture dal “Candide”, operetta in due atti ispirata all’omonimo romanzo di Voltaire e rappresentata per la prima volta nel 1956 al Martin Beck Theatre di New York. La pagina iniziale dell’operetta, con il suo ritmo incalzante e scherzoso, rappresenta in pieno quello slancio comico e satirico che già caratterizza la novella francese.

Il concerto si chiude infine con una delle colonne sonore più amate, la Suite per orchestra da Star Wars di John Williams, che raccoglie i temi più celebri della saga cinematografica di fantascienza creata da George Lucas.

Biglietti: da 15 a 20 euro – in vendita online sul sito dell’OSN RAI e presso l’Auditorium Toscanini di piazza Rossaro.

Mara Martellotta

“I marmi del Re”, storia del restauro di Palazzo Madama

È stato presentato oggi, presso il Salone d’Onore della Fondazione CRT, il volume “I marmi del Re, dedicato allo straordinario intervento di restauro e consolidamento della facciata juvarriana di Palazzo Madama, simbolo identitario della città e patrimonio UNESCO, promosso dalla Fondazione Torino Musei e interamente sostenuto dalla Fondazione CRT, principale sostenitore privato del bene con 18 milioni di euro complessivamente stanziati.

La pubblicazione – curata dall’architetto Gianfranco Gritella, direttore dei lavori, ed edita da Electa – restituisce, attraverso parole e immagini, l’intero percorso tecnico, artistico e umano di questo complesso e innovativo intervento.

L’opera si concentra sull’intervento di consolidamento e restauro della sezione centrale della facciata realizzata tra il 1718 e il 1721 su progetto di Filippo Juvarra. attraverso un’indagine filologica e storica il volume esplora le vicende e le caratteristiche de i restauri attuati tra Ottocento e Novecento condotti da Alfredo d’Andrade.

Alcuni capitoli indagano l’impiego dei marmi provenienti dalle antiche cave delle Alpi Cozie, riscoperte ed esplorate puntualmente e rilevate con droni e specifiche tecnologie laser di ultima generazione, studiando i luoghi di estrazione, i metodi di lavorazione, trasporto e montaggio dei blocchi

L’indagine archeologica sull’architettura ha permesso, in maniera inedita, di ricostruire le tecnologie e le macchine utilizzate nel cantiere storico con disegni e rilievi che descrivono tutti gli elementi scultorei e lapidei che compongono la facciata.

Il restauro – avviato nel 2022 e concluso nel settembre 2024 – è stato interamente finanziato dalla Fondazione CRT, con un contributo straordinario di 2,9 milioni di euro, e promosso dalla Fondazione Torino Musei con la collaborazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Torino.

L’intervento ha riguardato il consolidamento strutturale dell’avancorpo centrale con “protesi” reversibili in acciaio, il restauro dei marmi e dei serramenti (11 finestroni barocchi, i più grandi del Piemonte), il recupero dei sotterranei e, in particolare, il delicato restauro delle quattro monumentali statue allegoriche del “Buon Governo” – Giustizia, Liberalità, Magnanimità e Abbondanza – dello scultore carrarese Giovanni Baratta, protagoniste di uno scenografico volo nel cielo di Torino durante la fase di smontaggio.

Si è trattato di una spettacolare, complessa e delicata operazione “chirurgica”, capace di “mixare” antiche tecniche artigianali e metodologie all’avanguardia, recuperando i marmi originali, accanto all’impiego di materiali contemporanei.

Tutto il restauro è stato preceduto da una complessa campagna diagnostica e di rilievi approfondita durante il cantiere con l’impiego di apparecchiature laser, georadar e indagini tomografiche mediante risonanza magnetica al fine di conoscere la consistenza interna dei blocchi lapidei di colonne e pilastri.

Un tratto distintivo del progetto è stato l’approccio partecipativo e inclusivo del cantiere: grazie all’ascensore allestito sul ponteggio e accessibile anche alle persone con disabilità, centinaia di visitatori hanno potuto vivere da vicino il cantiere, ammirando da un punto di vista inedito le architetture torinesi, dalla Mole Antonelliana a Superga. Un’esperienza unica di valorizzazione del patrimonio culturale che ha coinvolto la comunità.

Foto Perottino