Cosa succede in città

Il trittico autunnale delle mostre alle Gallerie d’Italia di Torino

Si è concluso il primo semestre del 2025 di Intesa Sanpaolo raggiungendo quota 420 mila visitatori nella rete delle Gallerie d’Italia di Milano, Napoli, Torino e Vicenza e ora viene presentata una stagione autunnale ricca di grandi mostre nell’ambito del cosiddetto “Progetto cultura”, il piano pluriennale delle iniziative con cui la Banca vuole esprimere il proprio impegno per promuovere arte e cultura in Italia.

Il percorso espositivo prenderà il via l’11 settembre alle Gallerie d’Italia di Torino con un progetto firmato dall’artista olandese Erik Kessels. L’installazione multimediale, costruita a partire da oltre 60 mila fotografie provenienti dall’Archivio Publifoto di Intesa Sanpaolo, darà vita a un flusso visivo continuo grazie al supporto dell’intelligenza artificiale. Le immagini, cucite e trasformate, comporranno un ritratto dinamico dell’Italia, dove volti, scene di cronaca, momenti di guerra e politica, lavoratori, sportivi e frammenti di storia si fonderanno gli uni negli altri. L’opera sarà visitabile fino al 7 ottobre.

Dal 9 ottobre al 1° febbraio 2026 sarà poi protagonista una grande retrospettiva dedicata a Jeff Wall, fotografo nato a Vancouver nel 1946 e considerato tra i più influenti della scena internazionale. Da oltre quarant’anni Wall si muove tra documentazione e staged photography, creando immagini che interrogano la società contemporanea. La mostra, dal titolo Jeff Wall. Photographs e curata da David Campany, raccoglierà lavori realizzati dagli anni Settanta a oggi, in dialogo con il realismo ottocentesco e i dipinti di Édouard Manet. Le sue fotografie, pensate e costruite come set, non nascono con intento documentaristico, ma come affermazione della libertà creativa che l’artista rivendica per la fotografia al pari delle altre arti.

A chiudere il trittico sarà, dal 12 novembre, la mostra dedicata a Riccardo Ghilardi, organizzata in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema per i suoi 25 anni e curata da Domenico De Gaetano. L’esposizione, visitabile fino al 1° marzo 2026, offrirà un racconto fotografico ambizioso che attraversa la storia del cinema dalle origini a oggi. Una sorta di lungo piano sequenza composto dai ritratti delle grandi celebrità, con uno sguardo rivolto alla Mole e alle collezioni del Museo, coinvolgendo protagonisti di primo piano del cinema italiano e internazionale.

Mara Martellotta

Al Planetario di Torino cinema sotto le stelle con proiezioni all’aperto in questa estate 2025

Il fascino di una proiezione cinematografica sotto un cielo di stelle nel verde della collina torinese.
Ogni venerdì dal 22 agosto al 12 settembre prossimo torna la rassegna “Cinema sotto le stelle” all’Infini.to Planetario di Torino, un’iniziativa che abbina la magia del grande schermo alla suggestione di un ambiente immerso nel verde della collina torinese, affacciata su di un cielo che diventa parte integrante del film proiettato.
Nel corso degli appuntamenti sarà possibile visitare dalle 19.15, a ingresso libero, il Museo Interattivo e, all’interno del Planetario, vedere uno spettacolo digitale e assistere gratuitamente ad una proiezione cinematografica all’aperto. In caso di  maltempo il film, che inizierà  alle 21.15, verrà proiettato all’interno della Sala Planetario.
I titoli in programma per Cinema sotto le stelle 2025, dopo “Alien pianeta Terra” del 22 agosto, saranno venerdì 29 agosto il film di animazione “Lightyear. La vera storia di Buzz”, venerdì 5 settembre “I guardiani della Galassia” di James Gunn e il 12 settembre ”Asteroid City” di Wes Anderson.

Mara Martellotta

I Toret: le voci d’acqua di Torino

C’è un suono che accompagna Torino in silenzio, giorno e notte, estate e inverno: quello dell’acqua che scorre senza sosta dai Turet, o Toret, le fontanelle verdi che punteggiano strade e piazze (e che sono anche il simbolo del nostro giornale, il Trinese). Sono piccoli totem urbani, semplici e discreti, ma per chi li conosce raccontano più di un secolo e mezzo di storia cittadina.

Il loro nome, turet, in piemontese significa “toretto”: un vezzeggiativo che richiama la testina di toro in bronzo da cui l’acqua sgorga. È lo stesso animale che compare nello stemma della città, ma qui diventa amico benevolo che offre ristoro a chi passa.

Un incontro tra modernità e tradizione

La loro storia comincia nel 1862, quando Torino, prima in Italia, si dota di un acquedotto moderno. Per celebrare quel traguardo e garantire a tutti un accesso all’acqua potabile, il Comune installa la prima fontanella in piazza Carlo Felice. Da allora il modello non è quasi cambiato: un cilindro in ghisa, dipinto di verde, con la testa taurina come firma inconfondibile.

Nel tempo i Turet sono diventati centinaia – oggi circa 700 – disseminati tra vie, parchi e cortili. Sempre uguali, eppure sempre diversi: chi è cresciuto a Torino ne ha uno del cuore, quello vicino a scuola, al mercato, o lungo il tragitto verso il lavoro.

Piccoli custodi di memoria

Bere a un Turet non è soltanto dissetarsi. È compiere un gesto antico, condiviso da generazioni: la mano che si piega sotto il getto, l’acqua fresca che sorprende, la pausa che riconcilia col cammino. È un rito quotidiano, gratuito, democratico, che lega chi vive la città da sempre e chi la attraversa solo per un giorno.

Torinesi e turisti li fotografano, li raccontano, li trasformano in simboli: souvenir, opere d’arte, persino mappe digitali che guidano alla scoperta di queste fontanelle come fossero tappe di un itinerario poetico.

L’acqua come promessa

L’acqua che sgorga dai Turet non si ferma mai, nemmeno nelle notti d’inverno, quando il gelo avvolge le strade. È acqua buona, la stessa che arriva ai rubinetti delle case, custodita e garantita dalla rete dell’acquedotto. E quella generosità incessante è forse la loro magia: ricordano a chiunque che l’acqua è un bene comune, da condividere e proteggere.

Un simbolo che vive

Così i Turet, con la loro modestia, sono entrati nell’anima della città. Non hanno la grandiosità della Mole né la dolcezza dei gianduiotti, ma sono l’emblema più autentico di una Torino che sa unire funzionalità e poesia. Piccole fontanelle che, da più di 150 anni, offrono a tutti lo stesso dono: un sorso di freschezza e un attimo di intimità con la città.

A Torino da tutto il mondo per lo studio delle biomolecole antiche 

Dal 26 al 29 agosto oltre 550 studiosi  per l’11° International Symposium on Biomolecular Archaeology (ISBA11)

Dal 26 al 29 agosto 2025, Torino ospiterà l’11° International Symposium on Biomolecular Archaeology (ISBA11), il principale appuntamento scientifico internazionale dedicato allo studio delle biomolecole antiche. Il congresso è promosso dall’Università di Torino, con il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi (DBIOS) come capofila, in collaborazione con i Musei Reali di Torino.

 

L’iniziativa porterà in città oltre 550 partecipanti da più di 30 Paesi, tra ricercatrici, ricercatori e professionisti del settore. Il programma del convegno, che si svilupperà presso il Complesso Aldo Moro dell’Università di Torino e la Corte d’Onore dei Musei Reali, prevede un ricco calendario di sessioni dedicate alle più recenti ricerche sull’evoluzione biologica di esseri umani, animali e micro organismi, sui cambiamenti ambientali nel passato, sull’evoluzione culturale, sull’alimentazione e le pratiche agricole delle società antiche, così come sulle implicazioni etiche e museali delle ricerche di archeologia biomolecolare anche in ambito museale (“museomica”).

 

“Siamo entusiasti di poter ospitare a Torino una comunità scientifica internazionale così ampia e interdisciplinare” – commenta la prof.ssa Beatrice Demarchi, professoressa ordinaria di Metodologie della Ricerca Archeologica all’Università di Torino e presidente del comitato organizzatore – e di costruire un ponte tra ricerca, divulgazione e istituzioni culturali del territorio”.

 

Grazie alla collaborazione con i Musei Reali di Torino, l’area poster sarà allestita per l’intera durata del convegno nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale: studenti e studentesse volontari guideranno i visitatori dei Musei e i cittadini alla scoperta dei contenuti scientifici in modo accessibile e coinvolgente.

 

“ISBA11 – dichiara Mario Turetta, Direttore delegato dei Musei Reali di Torino – è un esempio virtuoso di come la collaborazione tra enti scientifici e museali possa dare vita a percorsi di conoscenza condivisa”.

“Siamo felici di accogliere questa iniziativa negli spazi del museo – aggiunge Elisa Panero, Direttrice responsabile del Museo di Antichità – offrendo al pubblico un’occasione concreta per entrare in contatto con la ricerca più avanzata e con chi la conduce ogni giorno, scoprendone l’importanza anche nella narrazione museale”.

 

Il programma completo è disponibile su www.isba11.com, l’iniziativa sarà raccontata anche attraverso i canali social ufficiali dell’evento, dell’Università di Torino e dei Musei Reali.

 

La Mole in rosso per la Vuelta

Dopo il bagno di folla per la teams presentation in Piazzetta Reale, con la città che ha accolto calorosamente i corridori in uno dei suoi luoghi più scenografici, a Torino continua la festa lunga tre giorni dedicata alla Vuelta a España 2025, tra spettacolo, sport e passione per il ciclismo.

La città è vestita a festa con il colore simbolo della corsa, e anche la Mole Antonelliana e i ponti sul Po, questa sera e domani sera, si illumineranno di rosso per omaggiare la “Salida Oficial”, che prende il via per la prima volta dall’Italia e in particolare dal Piemonte. “Questo agosto è la Vuelta buona!” è il claim della campagna di comunicazione che accompagna l’evento, con manifesti e stendardi lungo il percorso cittadino della tappa e nei principali viali e piazze del centro. Sotto i portici di via Po, tra piazza Castello e via Rossini, è inoltre visitabile la mostra fotografica che raccoglie immagini suggestive e spettacolari dei paesaggi attraversati dai corridori nelle ultime edizioni della Vuelta.

Domani, sabato 23 agosto, la prima tappa prenderà il via dalla Reggia di Venaria Reale alle ore 12.55 e attraverserà la zona a nord del centro di Torino. I primi 13,5 km saranno non competitivi e percorsi “in passerella” fino al Motovelodromo di corso Casale, davanti al monumento intitolato a Fausto Coppi. Da qui, in omaggio al Campionissimo e alla tradizione sportiva della città, con la partenza lanciata prevista alle ore 13.20 prenderà il via ufficialmente la tappa che si concluderà a Novara.

A Torino il Motovelodromo sarà il punto di riferimento per tutti gli appassionati, con l’evento gratuito “C’era una Vuelta”: una giornata interamente dedicata al ciclismo, che unirà spettacolo, memoria e sport dal vivo. Si aprirà alle 11 con un incontro con Beppe Conti, giornalista e storico del ciclismo, che racconterà al pubblico curiosità e leggende della Vuelta. Dopo aver vissuto l’emozione del passaggio della carovana, il pubblico potrà seguire l’intera tappa sul maxischermo allestito all’interno dello storico impianto di corso Casale 144. La giornata si concluderà alle ore 21 con “Cane vecchio sa-und”, spettacolo condotto dai telecronisti sportivi Luca Gregorio e Riccardo Magrini, tra musica dal vivo e racconti legati al ciclismo. Ospite speciale Fabio Felline, ciclista torinese e vincitore della Maglia Verde alla Vuelta 2016, che condividerà con il pubblico ricordi della sua carriera e il legame con la corsa spagnola.

Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

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A cura di Elio Rabbione

Afrodite – Thriller. Regia di Stefano Lorenzi, con Ambra Angiolini e Giulia Michelini. Ludovica è di professione sommozzatrice ed è costretta a lavorare per la criminalità organizzata a causa dei debiti lasciati dal suo ex compagno. Con Sabrina dovrà recuperare il carico di una nave sommersa, il cui nome è Afrodite. Le controlla Rocco e quella obbligata convivenza porta le due donne a una profonda trasformazione e alla costruzione, tra violenze e traumi, a una solidarietà con cui affrontare i tanti pericoli. Durata 95 minuti. (Fratelli Marx)

Breve storia di una famiglia – Drammatico. Regia di Jianjie Lin. Dopo un incidente avvenuto al liceo, l’estroverso Wei, unico figlio di una benestante famiglia cinese, e Shuo, il suo compagno di classe, si attraggono con un’energia misteriosa. Wei presenta presto il suo nuovo amico al padre, un biologo cellulare, e a sua madre, un’ex assistente di volo. Shuo, che proviene da una famiglia problematica, viene presto incoraggiato dai genitori di Wei a trascorrere più tempo in casa loro. Man mano che Shuo si integra nella famiglia, scopre gradualmente che la loro comoda esistenza è oscurata da segreti non detti, aspettative non soddisfatte ed emozioni represse. Durata 99 minuti. (Greenwich Village sala 1)

Casa in fiamme – Commedia drammatica. Regia di Dani de la Orden, con Emma Vilarasau e Enric Auquer. Montse, una donna di mezza età divorziata dallo spirito esuberante, ha finalmente l’opportunità che attendeva da tempo: un fine settimana con tutta la famiglia nella sua casa sulla Costa Brava, a Cadaqués, dove un tempo trascorrevano le estati più serene. La casa, che rischia di essere venduta, diventa per la donna il teatro di una sfida personale per realizzare il fine settimana perfetto, anche se le sue reali intenzioni vanno ben oltre il semplice trasloco. Nonostante i suoi due figli ormai adulti la ignorino da tempo, presi dalle loro vite instabili e incerte, il suo ex marito abbia una nuova compagna ed ex terapeuta, e i conti con il passato non siano ancora saldati, Montse è determinata a fare in modo che tutto vada come previsto, cercando disperatamente di ricostruire l’unità perduta. Non si fa abbattere da nulla, nemmeno dalla morte improvvisa di sua madre, che decide di ignorare pur di non rinunciare al weekend tanto atteso. Sogna da troppo tempo questo momento e, pur di farlo andare secondo i suoi piani, è pronta a fare qualsiasi cosa, persino a distruggere la propria casa fino alle fondamenta, portando alla luce segreti familiari, tensioni represse e bugie sepolte. Un weekend che potrebbe segnare un nuovo capitolo della sua vita, dove ogni cosa dovrà essere a sua immagine e somiglianza, anche se ciò può comportare l’annientamento di tutto quello che c’è stato sino a quel momento, incluse le illusioni che ha coltivato per anni e il legame fragile con le uniche persone a cui tiene davvero. Durata 105 minuti. (Classico)

Elio – Animazione. Regia di Adrian Molina, Madeline Sharafian e Domee Shi, con le voci di Alessandra Mastronardi, Adriano Giannini, Lucio Corsi e Neri Marcorè. Il piccolo Elio è divenuto orfano in tenerissima età e, considerando la propria solitudine nonostante la presenza e l’affetto della zia Olga, maggiore dell’aviazione americana, coltiva il desiderio di essere portato dagli alieni ai confini dell’universo. Quando un giorno riuscirà a inviare un messaggio al lontano Comuniverso, un’organizzazione che agisce per la ricerca delle menti più prestigiose del cosmo mentre al tempo stesso vuole togliere il comando al collerico Lord Grigon. Una volta prelevato dalla terra, Elio troverà nel pacifico Glordon, il figlio di Grigon, il suo migliore amico. Durato 99 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi sala 4, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

F1 – Drammatico. Regia di Joseph Kosinski, con Brad Pitt e Javier Bardem. La leggenda delle corse automobilistiche Sonny Hayes viene convinto a uscire dal ritiro per guidare un team di Formula 1 in difficoltà e fare da mentore a un giovane pilota promettente, mentre insegue un’altra possibilità di gloria. Durata 90 minuti. (Massaua, Eliseo Grande, Greenwich Village sala 1 anche V.O., Ideal, Lux sala 2, Reposi sala 3, The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Spece Beinasco, Uci Moncalieri anche V.O.)

Frammenti di luce – Drammatico. Regia di Rùnar Rùnarsson, con Elin Hall e Baldur Einarsson. Una storia ambientata a Reykjavik, in Islanda, durante l’estate. La protagonista è Una, giovane studentessa d’arte che porta dentro di sé un segreto che la rende triste. Il dolore che nasconde la soffoca ma deve annullarsi anche se è intorno a lei che tutto ruota. In una giornata mite e luminosa, Una incontra l’amore, l’amicizia e si sente travolta dalle emozioni provocate dalle persone e dagli eventi che la circondano. Durata 90 minuti. (Greenwich Village sala 2)

Locked – In trappola – Azione. Regia di David Yarovesky, con Bill Skarsgård e Anthony Hopkins. Eddie ha una figlia di nome Sara, cerca di sopravvivere facendo consegne con il suo van: quando il mezzo si rompe e lui non ha i soldi per farlo riparare, s’avvicina a una gran bella macchina, davvero di lusso, trovata aperta in un parcheggio, tentando di rubarla per poterci fare un bel po’ di quattrini. Ma quella è una macchina speciale e il suo proprietario è speciale. Una trappola perfetta, una trappola da cui pare impossibile uscire e l’uomo che adesso la guida, con tutto il desiderio di liberarsi di Eddie, prende a terrorizzarlo nei modi più svariati e impensabili. Durata 95 minuti. (Reposi sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri anche v.o.)

Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo – Commedia. Regia di Nisha Ganatra, con Jamie Lee Curtis e Lindsay Lohan. Forti dei capitoli che l’hanno preceduto, le nuove avventure della famiglia Coleman non hanno perduto smalto e divertimento: al centro Tess e Anna. Harper oggi frequenta il liceo e furoreggia con il surf, tra una lite e l’altra tira fuori le unghie con Lily, una ragazza di radici britanniche che s’è ritrovata a frequentare la sua stessa scuola e che in aggiunta è pure la figlia del futuro sposo della madre. Per trasmigrazione d’obbligo, ricadendo nei meccanismi di un tempo, quando i genitori dovranno decidere se scegliere Los Angeles oppure il trasferimento tra le nebbie londinesi, ecco che, oggi, saranno Tess e Anna a ritrovarsi nei corpi di Lily e Harper. Forse in attesa di un prossimo appuntamento (finché la saga tiene…). Durata 111 minuti. (Reposi sala 4, The Space Torino, Uci Moncalieri)

Tre amiche – Commedia drammatica. Regia di Emmanuel Mouret, con India Hair, Camille Cottin e Sara Forestier. Joan non è più innamorata di Victor e si sente disonesta con lui. Alice, la sua migliore amica, la rassicura: lei stessa non prova alcuna passione per Eric eppure il loro rapporto va a meraviglia. Lei non sa che lui ha una relazione con Rebecca, la loro comune amica… Quando Joan decide finalmente di lasciare Victor e lui scompare, le vite dei tre amici e le loro storie vengono sconvolte. Durata 117 minuti. (Nazionale sala 3)

Tutto in un’estate – Commedia drammatica. Regia di Louise Courvoisier, con Clément Faveau. Totone, diciottenne, trascorre la maggior parte del suo tempo a bere birra e a far festa con il suo gruppo di amici nella regione del Giura. Ma la realtà bussa alla sua porta: dovrà prendersi cura della sorellina di sette anni e trovare un modo per guadagnarsi da vivere. Decide così di mettersi a produrre il miglior formaggio Comté della regione, quello che gli permetterebbe di vincere la medaglia d’oro al concorso agricolo e 30.000 euro. Durata 90 minuti. (Greenwich Village sala 3)

L’ultimo turno – Drammatico. Regia di Petra Biondina Volpe, con Leonie Benesch e Andreas Beutler. Floria è un’infermiera che lavora con passione e professionalità nel reparto di chirurgia di un ospedale. È sempre in ascolto di tutti i pazienti, anche nelle situazioni più stressanti, e si rende sempre disponibile, facendo fronte a ogni emergenza. Ma nella cruda realtà della sua routine quotidiana, in un reparto sovraffollato e a corto di personale, spesso le situazioni sono imprevedibili. Floria si prende cura, fra tanti altri, di una giovane madre gravemente malata e di un anziano a signore che attende con apprensione la sua diagnosi. Via via che la notte avanza, il suo lavoro assume sempre più i contorni di una corsa contro il tempo. Durata 91 minuti. (Nazionale sala 1 anche v.o.)

Una sconosciuta a Tunisi – Drammatico. Regia di Mehdi Barsaoui, con Fatma Sfarr. La vicenda s’ispira a un autentico fatto di cronaca, svoltosi nel 2011, dopo la rivoluzione che ha messo fine alle violenze del dittatore Ben Ali, in un paese che tuttavia non ha ancora cancellato del tutto la corruzione e le continue contraddizioni. Aya ha quasi trent’anni, vive con i vecchi genitori nel sud della Tunisia, lavora in un albergo come cameriera e ogni giorno si reca in città, a bordo di un piccolo bus. Sempre le stesse azioni, giorno dopo giorno, una vita di giovane ragazza con i ritmi di sempre. Un giorno il bus ha un grave incidente e soltanto Aya sembra essersi salvata. Non rintracciata e da tutti creduta morta, la ragazza coglie l’occasione per rifarsi una nuova esistenza, raggiunge Tunisi, frequenta nuove amicizie, persone e locali: ma è testimone di un fatto di cronaca in cui vengono coinvolti alcuni poliziotti – l’uccisione di un uomo, mentre questi erano in borghese -, fatto cui inizialmente Aya offre una testimonianza che si rivelerà falsa. Durata 123 minuti. (Centrale v.o., Fratelli Marx)

Warfare – Tempo di guerra – Drammatico. Regia di Alex Garland e Ray Mendoza, con Joseph Quinn, Kit Connor e Will Poulter. Mendoza, un ex Navy Seals e già consulente militare di Garland per “Civil War”, basa la storia sulle proprie memorie di guerra, un episodio di guerriglia urbana a Ramadi. Nel 2006, in Iraq, un gruppo di Navy Seals statunitensi occupa una abitazione per studiare le mosse del prossimo attacco: nel momento in cui s’accorgono della presenza di una banda armata, tenteranno una sortita ma un’esplosione improvvisa colpisce due di loro riducendoli in fin di vita. Durata 95 minuti. (Centrale anche v.o., Fratelli Marx, Lux sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Da Torino a Perugia un grande capolavoro di Modigliani

Nella Galleria Nazionale dell’Umbria fino al 15 settembre

La scorsa estate il successo è andato a “Le tre età” di Gustav Klimt, opera che nelle sale della Galleria Nazionale dell’Umbria ha raccolto oltre 600.000 visitatori. Tra il 3 luglio e il 15 settembre prossimo, per la serie “Un capolavoro a Perugia”, arriva dalla Collezione Permanente della Pinacoteca Agnelli di Torino “Nu couché”, opera di Amedeo Modigliani datata tra il 1917 e il ’18 – confrontabile con “Il grande nudo” newyorkese e con il “Nudo sdraiato a braccia aperte” della collezione Mattioli di Milano, quegli stessi nudi che nella Parigi colpita dalla tragedia del primo conflitto fecero gridare allo scandalo, ovvero quando, nel giorno stesso dell’inaugurazione della mostra organizzata dal fedelissimo Léopold Zborowski, amico e mercante, e presente per tutto il mese di dicembre presso la galleria di Berthe Weill in rue Taitbout, nono arrondissement (Berthe, di origini alsaziane, raccoglieva i nomi illustri dell’arte di inizio secolo, Picasso e Matisse, Derain e Utrillo e Dufy, Diego Rivera e George Braque, Suzanne Valadon non ultima tra le pittrici ospitate,  e morirà pressoché in miseria, dal momento che s’accontentava di guadagni di poco conto: lei che, immergendosi in un mondo tutto maschile, all’apertura nel 1901 della sua prima galleria d’arte in rue Massé 25, per nascondere la propria identità femminile, si era vista costretta a camuffare l’insegna della galleria come la carta intestata e gli inviti con l’acronimo puntato del proprio nome seguito dal cognome. In un’esplosione d’interesse certo ritardataria, in questi giorni il Montréal Museum of Fine Arts, in Canada, a lei “appassionata, schietta, visionaria”, rende omaggio con una grande mostra, mentre la parigina Orangerie lo seguirà a partire dall’8 ottobre), il commissariato di polizia del quartiere posto di fronte minacciò il sequestro delle opere – “offensive al pubblico pudore” –  se non fossero state immediatamente ritirate. Parigi non nuova a censure simili, se si pensa, solo pochi decenni prima, all’ostracismo nei confronti dell’”Olympia” di Manet o altresì alle “Demoiselles au bord de la Seine” di Courbet, al Salon del 1857, scandalo e critiche negative perfettamente orchestrate. Oggi, un’occasione per avvicinarsi alla vita, alle relazioni e alla ricerca continua del maestro di origini livornesi, raccontate a partire da uno dei suoi più celebri capolavori.

L’opera di Modigliani, realizzata nell’appartamento parigino di rue Joseph Bara 3 che lo stesso Zborowski aveva affittato nel ’16 per venire incontro alle ristrettezze dell’artista e per far sì che potesse concentrarsi sul suo lavoro, ricorda altresì il periodo in cui, dopo gli esempi della sua formazione a Firenze e Venezia, non appena giunto nella capitale francese “accantonò” il nudo che gli ambienti dell’avanguardia e delle nuove correnti artistiche consideravano troppo “accademico”: lo riprenderà soltanto a seguito della serie delle “Cariatidi” e darà vita alla mostra di rue Taitbout, unica personale lui vivente. “In ‘Nu couché’ – illustra la scheda della Pinacoteca Agnelli – l’artista ritrae una modella semisdraiata su un sofà a mani giunte con le sue morbide linee definite da un segna scuro che separa il corpo dalle campiture di colore quasi astratte dello spazio circostante. Il nudo è rappresentato da Modigliani nella sua purezza attraverso una sensualità femminile che suggerisce anche controllo e sfida.”

La complessa esistenza del pittore (la salute malferma dell’infanzia che segnerà per sempre la sua esistenza, la ricerca di ambienti più salubri, la morte a trentasei anni all’ospedale della Carità, “peintre maudit” facile derivazione dal cognome per i francesi, amici e detrattori), “i grandi rifiuti e gli altrettanti successi, sarà raccontata attraverso un prezioso nucleo di otto opere, messe a confronto con alcune opere di arte antica, europea ed extraeuropea, nel tentativo di comprendere come il suo linguaggio originale e personale possa costituire la rielaborazione in chiave moderna di modelli del passato.”

Elio Rabbione

Nell’immagine, “Nu couché” di Amedeo Modigliani (1917/1918), Coll. Permanente della Pinacoteca Agnelli, Torino.

Canile di Torino, in arrivo 3 milioni per un progetto di ampliamento

Tre milioni di euro per una nuova e più spaziosa dimora per gli amici a quattro zampe della città. Il canile municipale di Torino accoglie ogni anno circa 350 ingressi e attualmente ospita 170 cani e 80 gatti. Sul fronte delle adozioni, lo scorso anno sono state 143, mentre da inizio anno se ne contano già 53.

L’amministrazione comunale ha programmato un ampliamento della struttura, con un investimento sostanzioso. L’approvazione del progetto esecutivo è prevista in autunno, mentre l’apertura dei cantieri è fissata per il secondo trimestre del 2026, con termine dei lavori previsto entro il 2027.

Il piano preliminare — i dettagli verranno resi noti nei prossimi mesi — prevede la realizzazione di almeno tre nuovi padiglioni: uno sarà destinato a canile sanitario, con 16 box e aree dedicate alla degenza dei gatti, mentre un altro sarà un’estensione del canile rifugio, con ulteriori 12 box disponibili.

Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ha espresso soddisfazione per l’iniziativa, sottolineando: “Questo è un servizio di eccellenza che il Comune di Torino svolge da tanti anni, con un’attenzione molto importante al benessere degli animali ospitati. I lavori che abbiamo programmato serviranno ad ampliare la capienza e ad alleggerire il carico lasciando più spazio agli animali”.