Cosa succede in città

Musei torinesi, boom di visitatori nel ponte del 2 giugno

Visitatori nel ponte del 2 giugno (sabato 31 maggio – lunedì 2 giugno 2025) alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, al MAO Museo d’Arte Orientale e a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino:

GAM: 1814 ingressi

MAO: 1471 ingressi

Palazzo Madama: 4113 ingressi

Totale Fondazione Torino Musei: 7398 visitatori

Ai Musei Reali di Torino

Nel weekend tra sabato 31 maggio e lunedì 2 giugno 2025, sono stati emessi 13.342  biglietti. In particolare, 11.528 hanno consentito la visita alle collezioni permanenti e allo Spazio Leonardo, mentre 1.814 sono stati i biglietti staccati per ammirare l’esposizione Da Botticelli a Mucha. Bellezza, natura, seduzione, fino al 27 luglio nelle Sale Chiablese.

Ottima è stata anche l’affluenza libera, rilevata grazie a un nuovo applicativo digitale, nei Giardini Reali (5.489), l’area verde di straordinario valore monumentale e ambientale che ospita fino al 16 settembre la mostra personale di Giuseppe Maraniello.

 

 

Un’importante affluenza premia l’offerta culturale dei Musei Reali e la mostra di Giuseppe Maraniello appena inaugurata nei Giardini Reali e al primo piano della Galleria Sabauda, con numeri significativi registrati durante il fine settimana che ha celebrato la Festa della Repubblica Italiana. Un successo cui ha indubbiamente contribuito la volontà del Ministero della Cultura di avvicinare il pubblico allo straordinario patrimonio artistico italiano, offrendo l’ingresso gratuito la prima domenica del mese e lunedì 2 giugno” – dichiara Mario Turetta, Direttore delegato dei Musei Reali.

 

La mostra Giuseppe Maraniello. Asa Nisi Masa (Napoli, 1945), allestita fino al 16 settembre in Piazzetta Reale, nei Giardini Reali e al primo piano della Galleria Sabauda, promossa dai Musei Reali Torino e realizzata con Nicola Loi – Studio Copernico, a cura di Francesco Tedeschi, presenta 14 opere scultoree e ambientali di uno dei protagonisti dell’arte italiana degli ultimi decenni, che dialogano con gli spazi storici e monumentali.

 

Con le suggestioni delle opere contemporanee, il pubblico ha potuto ammirare anche il Giardino di Levante, riaperto al pubblico dopo i lavori di restauro finanziati con fondi PNRR, che accoglie la statua in marmo con l’allegoria della Primavera, copia fedele della scultura di Simone Martinez realizzata tra il 1740 e il 1753, collocata a contorno della splendida Fontana dei Tritoni.

Si aggiunge la rassegna Da Botticelli a Mucha. Bellezza, natura, seduzione – allestita nelle Sale Chiablese fino al 27 luglio – un viaggio attraverso le diverse forme di rappresentazione della bellezza nel corso dei secoli, tra Rinascimento e primo Novecento.

Prodotta dai Musei Reali di Torino con Arthemisia e curata da Annamaria Bava, l’esposizione presenta oltre 100 opere tra dipinti, disegni, sculture antiche e oggetti d’arte provenienti dai Musei Reali di Torino, dalle Gallerie degli Uffizi e da molte altre prestigiose istituzioni, con magnifiche statue e bassorilievi archeologici di età romana, passando da Botticelli e Lorenzo di Credi, di cui vengono messi a confronto due straordinari capolavori. Il percorso prosegue con opere rinascimentali, in un excursus per temi che tocca il mito, il fascino dell’antico, la natura e l’universo femminile, fino ad arrivare all’inizio del Novecento con la seduzione delle opere di Alphonse Mucha, maestro dell’Art Nouveau. Contestualmente, nel nuovo Spazio Leonardo, al primo piano della Galleria Sabauda, è esposto lo splendido Volto di fanciulla, disegno autografo di Leonardo da Vinci realizzato tra il 1478 e il 1485 circa, proveniente dalla Biblioteca Reale. Il prezioso foglio è esposto entro una teca blindata e climatizzata all’interno di uno scrigno, rivestito con materiale specchiante, sul quale si riflettono scritture e disegni di Leonardo che rivestono le pareti. Lo Spazio Leonardo è un innovativo allestimento multimediale permanente per raccontare e valorizzare la raccolta dei disegni del maestro conservata nella Biblioteca Reale che, per ragioni di tutela, non può essere esposta con continuità; tra gli apparati informativi, un touch screen per sfogliare integralmente il Codice sul volo.

 

 

Il maestro Fabio Luisi dirige il concerto di chiusura della stagione Sinfonica della Rai

Il concerto di chiusura della stagione Sinfonica 2024-2025  dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, in programma giovedì 5 giugno prossimo alle 20.30 all’Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino, è  affidato al Direttore emerito Fabio Luisi. La serata, trasmessa in live streaming sul portale di RAI Cultura, è registrata da Radio 3 che la trasmetterà in differita in data da destinarsi  e replicata venerdì 6 giugno alle ore 20.

Luisi ricopre importanti incarichi presso la Dallas Symphony Orchestra e la NHK Symphony Orchestra di Tokyo; il concerto accosta due celebri pagine del grande repertorio sinfonico. In apertura di serata la Sinfonia n. 8 in si minore D 759 di Franz Schubert, detta “Incompiuta”. Un alone di mistero avvolge la genesi e la composizione di questo capolavoro sinfonico, chiamato appunto “Incompiuta” perché priva degli ultimi due movimenti rispetto ai quattro complessivi che tradizionalmente costituivano, nel periodo classico, questa forma. L’unica certezza rimane la data di composizione, il 30 ottobre 1822, apposta da Schubert sull’autografo che egli stesso inviò all’amico Hans Hüttenbrenner, esponente della Società  Stiriana di Graz, in segno di gratitudine per la nomina a membro onorario. Su questa sinfonia, eseguita per la prima volta postuma ben 43 anni dalla sua composizione,  il 17 dicembre 1865 a Vienna, sotto la direzione di Johann von Herbeck, fu aggiunto da quest’ultimo come Finale  l’ultimo movimento della Terza Sinfonia dello stesso Schubert. La Sinfonia fu riscoperta dal direttore Johann von Herbeck nella biblioteca di uno degli amici fidati di Schubert e fu composta  da due soli movimenti e da uno Scherzo lasciato allo stato di abbozzo, per ragioni mai chiarite  che hanno alimentato  l’equivoco della sua compiutezza; tuttavia la pagina rimane una delle più squisite espressioni del Romanticismo musicale.

Nella seconda parte del concerto è in programma la Sinfonia n. 7 in mi maggiore di Anton Bruckner, un’opera monumentale composta tra il 1881 e il 1883, che consacrò alla fama universale il suo autore, ormai sessantenne. Centro espressivo della Settima è rappresentato dalla profonda meditazione sulla morte contenuta nell’Adagio, che Bruckner scrisse sotto l’impressione della malattia e della scomparsa del venerato Wagner. Si tratta di una Sinfonia di assoluto lirismo, che manifesta con solennità il temperamento tragico e al tempo stesso febbrile dell’ultimo Romanticismo.

I biglietti per il concerto sono in vendita presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino e online sul sito dell’OSN Rai.

Informazioni 0118104653, biglietteria.osn@rai.it

Mara Martellotta

MITO,  Meomartini e Scappucci presidente e prossima direttrice artistica del festival

 

I Sindaci delle Città Milano e di Torino, Giuseppe Sala e Stefano Lo Russo, hanno nominato nuovo Presidente di MITO SettembreMusica Alberto Meomartini, dirigente d’azienda e imprenditore, già al vertice di alcune delle più importanti industrie energetiche del Paese e da sempre attivo in ambito culturale. Al suo fianco, come direttrice artistica per la programmazione 2026 e 2027, è stata scelta Speranza Scappucci, direttrice d’orchestra sul podio delle principali istituzioni musicali del mondo.

«Dal 2007, MITO SettembreMusica ha saputo costruire una solida alleanza tra Milano e Torino all’insegna di un programma musicale di qualità. Il Festival è stato capace di rinnovarsi senza perdere la sua identità e mantenendo sempre al centro il suo pubblico. Un successo che vogliamo ulteriormente consolidare con queste nomine: diamo il benvenuto al nuovo presidente Alberto Meomartini, certi che saprà raccogliere la preziosa eredità della compianta Anna Gastel, e alla nuova direttrice artistica Speranza Scappucci, che dalla prossima stagione sarà la prima donna alla guida di MITO. Un sentito ringraziamento al maestro Giorgio Battistelli, direttore artistico delle ultime due edizioni, per aver saputo valorizzare al meglio la sinergia tra le due città»,dichiara il sindaco di Torino Stefano Lo Russo.

«MITO SettembreMusica è una delle esperienze culturali più importanti nate dalla collaborazione tra Milano e Torino. In questi anni ha saputo crescere, coinvolgere sempre più pubblico e portare la musica classica contemporanea in spazi e contesti sempre nuovi. Voglio ricordare con grande affetto Anna Gastel, che ha guidato il Festival con passione e competenza, e ringrazio il maestro Giorgio Battistelli, che con le ultime edizioni ha dato a MITO una direzione artistica solida e innovativa. Ora il testimone passa ad Alberto Meomartini, milanese, uomo di grande esperienza e sensibilità culturale, e a Speranza Scappucci, direttrice d’orchestra di livello internazionale. A entrambi rivolgo i miei auguri di buon lavoro. Con il loro contributo, MITO continuerà a crescere e a rappresentare al meglio lo spirito culturale delle nostre città», dichiara il Sindaco di Milano Giuseppe Sala.

Alberto Meomartini (Milano 1947) è stato presidente di società come Snam, Italgas e Saipem, ed è stato Amministratore Delegato e Direttore Generale di ENI. Già Presidente di Assolombarda, membro della Giunta e del Comitato Direttivo di Confindustria, Vice Presidente della Camera di Commercio di Milano, è stato componente dei CdA dell’Università Bocconi, del Teatro alla Scala e del Museo Poldi Pezzoli di Milano. «Ho trascorso una parte importante della mia vita professionale, e del mio impegno culturale, – sottolinea il neo Presidente Alberto Meomartini –tra Milano e Torino: motivo in più di orgoglio per questa nomina prestigiosa della quale ringrazio i sindaci e gli assessori alla Cultura. Oggi però voglio prima di tutto ricordare la figura di Anna Gastel che, come Presidente di MITO SettembreMusica, tanto ha dato a questo Festival e alle comunità delle due città. Il mio impegno sarà rivolto a rafforzare l’identità dell’iniziativa sin dall’imminente edizione 2025, ideata da Giorgio Battistelli, e asostenere i nuovi progetti che presenterà Speranza Scappucci».

Speranza Scappucci (Roma 1973) direttrice d’orchestra e pianista, è stata la prima italiana a dirigere un’opera al Teatro alla Scala (I Capuleti e i Montecchi di Bellini nel 2022). Diplomata al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, si è perfezionata alla Juilliard School di New York Già Principal Guest Conductordell’Opéra Royale de Wallonie” di Liegi, dal 2025 è PrincipalGuest Conductor della Royal Opera House di Londra, è nota al pubblico televisivo per aver affiancato Corrado Augias in diverse trasmissioni su Rai3. «Ringrazio di cuore il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala ed il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo – afferma Speranza Scappucci – nonché gli Assessori alla cultura Tommaso Sacchi e Rosanna Purchia per la fiducia che ripongono in me affidandomi questo prestigioso incarico. Accetto questa nomina con entusiasmo, ma altresì con un grande senso di responsabilità. Da subito ci metteremo al lavoro per le programmazioni 2026 e 2027, con l’obiettivo di mantenere l’eccellenza di MITO SettembreMusica. Ma di questo e molto altro parleremo in autunno, dopo l’edizione 2025 appena presentata».

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Al Teatro Regio “André Chénier” di Umberto Giordano

Direttore d’orchestra Andrea Battistoni, regista Giancarlo del Monaco

 

In scena dal 18 al 29 giugno prossimo, al Teatro Regio di Torino, un grande dramma d’amore e ideali reso celebre da arie immortali, l’André Chénier, capolavoro di Umberto Giordano, che chiuderà la stagione d’opera del Regio 2024-2025. Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio vi sarà Andrea Battistoni, al suo primo impegno in veste di direttore musicale, dopo oltre un decennio di collaborazioni con i complessi artistici del teatro. Il nuovo allestimento risulta di forte impatto scenico ed emotivo, ed è firmato da Giancarlo del Monaco. Protagonisti Gregory Kunde, Maria Agresta e Franco Vassallo. Il Coro è istruito come al solito dal Maestro Ulisse Trabacchin. Il libretto di Luigi Illica, rielaborato in modo sostanziale dal compositore, trasforma la biografia del poeta André Chénier, realmente esistito e ghigliottinato durante il Terrore, in una tragedia di amore e ideali. Chénier, travolto dalla violenza rivoluzionaria, è innamorato della nobile Maddalena, che lo seguirà fino alla morte. Accanto a loro il personaggio complesso di Gérard, ex servitore diventato accusatore, ma segnato da umanità e passione. L’ambientazione è nella Parigi rivoluzionaria, e permette a Illica e Giordano di riflettere sul valore dell’ideale dell’amore come slancio vitale. L’opera diventa così una meditazione anche sulla giovinezza, sull’evoluzione individuale attraverso le prove della storia e dei sentimenti. In questo senso André Chénier, titolo che chiude la stagione 2024-2025, si inserisce naturalmente nella narrazione de “La meglio gioventù”, ponendo al centro la forza trasformativa dell’età giovane, capace di scegliere, amare, ribellarsi e sacrificarsi.

L’André Chénier è un dramma di ambientazione storica ispirato alla vita del poeta Chénier all’epoca della Rivoluzione Francese. Il personaggio di Gérard trova il suo modello, invece, nel rivoluzionario Jean Lambert Taglien. Il 28 aprile 1896 avvenne la prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano, diretta da Rodolfo Ferrari, con Giuseppe Borgatti, che sostituì il tenore designato Alfonso Garulli. Grazie a lui, al soprano Evelina Carrera e al baritono Mario Sammarco il successo fu trionfale.

“Come nel pop – afferma Andrea Battistoni, direttore musicale – anche nella musica colta e nell’opera non mancano i compositori ricordati quasi esclusivamente per un unico capolavoro, tanto celebre da eclissare il resto della loro produzione: ‘è il destino che accomuna gli A-AH di Take on Me ad autori del verismo come Cilea o Leoncavallo, e lo stesso Giordano con Chénier: gioiello splendente di una corona che comprende anche Fedora, Siveria e Malavita’”.

“André Chénier è un’opera incandescente, da riscoprire per la sua raffinatezza musicale e la sua forza emotiva – prosegue Battistoni – una partitura lussureggiante attraversata da passioni ardenti, in cui l’Orchestra non accompagna soltanto i cantanti, ma diventa un personaggio a sé, amplificando l’azione scenica. Il protagonista emerge come una forza generativa che innesca cambiamenti intorno a sé. Nella sua figura, Giordano sembra aver colto il simbolo dell’artista puro, mosso da un’stanza interiore di verità e bellezza: l’amore assoluto che i due protagonisti invocano nel duetto finale, diventa un gesto di resistenza lirico e civile più che mai attuale”.

“Opera di ‘Cappa e Spada? – conclude Andrea Battistoni – l’André Chénier alterna duelli, scene corali, spettacolari e momenti di intimità struggente in un susseguirsi di emozioni che conquistano al primo ascolto”.

“André Chénier – confìda Giancarlo del Monaco, intervistato da Susanna Franchi – è un’opera che amo profondamente; mio padre la cantò accanto a Callas e Tebaldi, e la studiò direttamente con Giordano. E’ un’opera vocale e potente che richiede un grande cast. Nella mia carriera ho firmato molti Chénier, tra cui la prima francese al Théatre de la Bastille. Ciò che più mi interessa oggi è guardare alla figura del poeta rivoluzionario come punto di partenza per una riflessione sulle rivoluzioni, sul sogno utopico che si trasforma in incubo. Le utopie non funzionano perché generano mostri. La Rivoluzione Francese ha aperto la strada a Napoleone, alle guerre, alla repressione e al terrore. Da Marx a Mao, la storia ci insegna che l’idea di un mondo migliore può trasformarsi in tragedia. La parabola di Gérard è il cuore di questo crollo ideale, da servo carnefice, poi a uomo distrutto dalla consapevolezza. In questa storia l’amore ha un valore salvifico. Chénier, come un Assange ante litteram, viene ucciso per aver detto la verità. Maddalena, da ragazza frivola diventa eroina. Morire insieme, stretti in un ultimo abbraccio, rappresenta la loro apoteosi: in quel momento l’amore diventa l’unica rivoluzione possibile”.

 

Mara Martellotta

 

 

 

Torino disvela al pubblico il suo patrimonio archivistico con Archivissima 2025

Torino si prepara ad accogliere la manifestazione che apre al pubblico il patrimonio archivistico italiano. Per quattro giorni gli archivi di Torino si riuniranno sotto il tema “Dalla parte del futuro”, sottolineando quanto sia importante la memoria per guardare avanti. Dal 5 all’8 giugno 2025 avrà luogo l’ottava edizione di Archivissima, il festival dedicato alla valorizzazione e alla promozione dei patrimoni archivistici, e sarà l’occasione per festeggiare il decimo anniversario della Notte degli Archivi, il format ideato nel 2016 da Promemoria Group, con l’intento di promuovere la conoscenza della narrativa che sta alla base delle raccolte documentali degli archivi. La Notte degli Archivi è ideata per raccogliere la ricchezza degli archivi di enti, istituzioni e aziende. La Notte degli Archivi si svolgerà venerdì 6 giugno e coinvolge quasi 500 realtà provenienti da 20 regioni, e ideato da Promemoria Group, il cui Ceo è Andrea Montorio, ideatore del Festival Archivissima. Il Festival è organizzato da Archivissima APS e ha come main partner l’Intesa Sanpaolo e La Stampa. Tutti gli appuntamenti sono gratuiti e si svolgeranno al Circolo dei Lettori, alla Pinacoteca Agnelli, alla Mediateca Rai, alla Musei Impresa, al Museo Nazionale del Cinema, al Polo del 900 e al Museo del Risorgimento.

Parte da qui, dal futuro che affonda le radici nel passato, l’ottava edizione di Archivissima, all’insegna dei futuri possibili, non solo quelli ancora da costruire, ma quelli che abbiamo inventato nel passato. Nel corso del tempo è stato interpretato con lenti sempre diverse, dal futurismo al razionalismo, dalla fantascienza alla narrativa di anticipazione, dal cinema all’ingegneria, dalla religione all’informatica, il futuro è stato il trait d’union anticipatore di ogni cambiamento sulla Terra. Animato dall’idea del futuro, l’uomo è stato capace di passare dalla ruota all’idea dell’intelligenza artificiale in una manciata di secondi geologici. Bisogna domandarsi come sia stato raccontato questo futuro, come sia stato trasformato nel nostro presente e come sia possibile pensarlo oggi per costruire l’archivio del domani. Gli archivi ci offrono molteplici risposte contro il luogo comune che li vorrebbe inerti custodi del passato, gli archivi si rivelano i migliori alleati del futuro, perché custodiscono la memoria di mondi costruiti con fantasia e inventiva. Mondi nati plurali, esattamente come gli archivi nascono collettivi, formati da più oggetti tra loro interconnessi. E se anche l’evoluzione della specie avanza, il futuro dell’umanità si presenta come una realtà inclusiva e multiforme, cucita dalle relazioni tra i collegamenti che ne definiscono la struttura. Stare “dalla parte del futuro”, come scriveva Gianni Rodari, nelle Istruzioni per l’uso di “Tante storie per giocare”, significa immaginare alternative per le storie che abbiamo iniziato a narrare, e inventarne di nuove, accettando i significati che cambiano nel tempo. Soprattutto significa porsi in modo nuovo alcune domande: che società vogliamo costruire, che società, che cultura, che mondo?

Un esito apprezzato dell’edizione 2024 è stato il contest dedicato agli istituti scolastici in collegamento con gli archivi. La pubblicazione “Un balzo dal cuore- la scuola racconta un archivio” è stata presentata in occasione della conferenza di lancio, e raccoglie i racconti premiati con l’edizione digitale, oltre a una menzione al racconto più votato dal pubblico sul sito di Archivissima. L’esperienza proseguirà anche nel 2025, con l’obiettivo di coinvolgere ancora maggiormente studenti e studentesse da ogni parte d’Italia e realizzare una pubblicazione che, dato il tema, si presta a diventare un manifesto sul futuro degli archivi dal punto di vista delle nuove generazioni. Un assaggio di come le risorse archivistiche possano aprire le porte anche ad un pubblico più vasto di quello degli specialisti e degli studiosi. Si è avuta durante le giornate di presentazione dell’edizione 2025 un’occasione unica per visitare alcuni archivi del biellese.

L’avvio di Archivissima si avrà giovedì 5 giugno con un dialogo tra esperti e associazioni d’impresa per esplorare il potenziale dell’eredità come leva per il futuro. Venerdì 6 giugno, alle 11.30, Marco Amato, Marcello Arcangeli e Gabriele Proglio parleranno di “Domani il mondo cambierà – il futuro del cibi, il cibo del futuro”, a moderare Eleonora Pozzella, direttrice de Il Gusto; sabato 7 giugno, alle 15.30, si parlerà dell’Archivio di Giorgio Gaber con Paolo Dal Bon, responsabile delle attività artistiche e professionali Giorgio Gaber dal 1984, con materiali unici e inediti; “La casa senza tempo e il futuro della memoria – scrittori, editori e lettori a confronto” saranno il tema dell’incontro animato da Giuseppe Antonelli, Giacomo Papi, Paola Italia e Paolo Verri; al Circolo dei Lettori, sabato 7 giugno, dalle 11, è in programma “Incognita futuro – la rassegna stampa dal vivo direttamente dal passato” con Eugenio Cau e Luca Misculin. Sarà protagonista di Archivissima il Museo del Risorgimento, che sabato 7 giugno, alle ore 19, presenterà “Diari di Crimea… dalla parte del Futuro” con la giornalista Anna Zafesova e Alberto Masoero, docente di studi storici. Domenica 8 giugno, alle 16.30, è previsto un viaggio alla scoperta dell’Archivio di Piero Angela con Massimo Polidoro e Piero Bianucci; alle 18 si discuterà su “L’ombra del futuro – i misteri d’Italia – le carte d’archivio, i valori del tempo” con Giancarlo De Cataldo, Giampiero Buonuomo, direttore della Biblioteca del Senato, e la giornalista Simonetta Sciandivasci. La Notte degli Archivi si presenta ricca di mostre, concerti e proiezioni, mentre il Cinema Massimo ospiterà alle 21 di sabato 7 giugno una conferenza-spettacolo su “Tutti i futuri sbagliati”, una discussione sulla Torino che noi sogniamo, con Luca Scarlini. Sono previsti anche i Pranzi d’Archivio venerdì 6 e sabato 7 giugno presso le Gallerie d’Italia.

 

Mara Martellotta

Essere giovani in un mondo fragile

Al Festival Internazionale dell’Economia continuano i numerosi incontri con il contributo, tra gli altri, di economistisociologi, statisticidemografi, scrittori e psicologi a confronto sulle grandi sfide che il nostro tempo ci riserva e che le generazioni più giovani dovranno vivere e affrontare. Il titolo di questa edizione del Festival è infatti “Le nuove generazioni del mondo” 

Ieri mattina al Teatro Carignano Viola Ardone, docente, scrittrice, editorialista de La Stampa in dialogo con la giornalista Letizia Tortello ha offerto il suo punto di vista sfaccettato nell’incontro dal titolo “Essere giovani in un mondo fragile”.

Letizia Tortello apre con un affondo netto: Tra l’instabilità globale crescente di cui non si vede la fine, le guerre, siamo passati attraverso una pandemia, una diseguaglianza economica stabile, una crisi climatica, i legami sociali che si in deboliscono sempre di più. Ecco, vorrei partire dai numeri del sondaggio del Global Flourishing Study di Harvard che racconta la felicità delle nostre generazioni. È un sondaggio aggiornato all’anno scorso, ma insomma direi che le cose non sono tanto cambiate in meglio per alcuni fattori. Risulta che la visualizzazione plastica della felicità è sempre stata quella di una U. Quindi da giovani felici poi nell’età adulta con dei problemi, quindi la curva appunto discendente, per poi risalire nell’età più matura con una ritrovata nuova felicità, una stabilità maggiore. E invece da questo sondaggio molto recenteviene fuori che quasi la metà della generazione Z dice di sentirsi spesso o sempre ansioso. Cioè, i giovani dicono di essere più stressati rispetto agli anziani. E questo non lo dicono loro, ma sono i numeri che lo dimostrano e più soli rispetto alle generazioni precedenti e quindi questa U si trasforma in una J. E allora volevo proprio chiederti questo: che cosa ci raccontano, che cosa ti raccontano i giovani di questo mondo che gli abbiamo impacchettato e infiocchettato per venire al mondo?

Viola Ardone ci offre con la sua risposta una contronarrazione:

Intanto il titolo che ho voluto dare a questa chiacchierata è un po’provocatorio, per immaginare anche una contro narrazione rispetto a quello che è diventato uno stereotipo dei giovani fragili dei giovani bamboccioni, dei giovani violenti che sono tutti bulli, menefreghisti che sono tutti ossessionarti dal telefonino, non hanno prospettive. Questa fragilità dei giovani che è diventata anche un po’ un alibi, una foglia di fico. Ma è una narrazione che serve più a noi adulti che a loro. Come a dire: non siamo noi che gli abbiamo consegnato una scatola vuota, un pupazzo senza corda, nel futuro, ma sono loro che sono fragili e quindi la colpa è loro che sono tarati male e hanno una fragilità intrinseca e quindi di fronte alle difficoltà vanno in pezzi. Io siccome sono una grande sponsor dei ragazzi della nuova generazione, perché li io osservo, li vedo perché ne conosco anche un po’ tutte le criticità come tutte quelli che lavorano nella scuola come me. Chi ha figli adolescenti anche, conoscendoli vediamo un po’ che il paradigma è molto diverso. Ovvero, il mondo si è un po’ infragilito per le cose che dicevi tu, anche perché quella autostrada del futuro che era prospettata alle altre generazioni in cui c’era più o meno un iter definito, il conseguimento di alcuni titoli di studio, la laurea, l’ingresso nel mondo del lavoro, l’ingresso nel mondo della famiglia, tutto questo è diventato più fluido. Il nostro poi è un paese in decrescita ormai dal punto di vista demografico. Quindi in questo mondo che è diventato un po più instabile loro secondo me si stanno fortificando. Cioè non è fragilità la loro, è una capacità di assorbire colpi in maniera diversa. Anche la questione dei telefonini e dei social, io sono molto d’accordo con la proposta fatta anche ultimamente da Macron e altri leader europei di vietare il telefonino fino ai 13 anni. Però è anche vero che poi la proibizione per chi passa? Passa sempre per le famiglie. È vero e i ragazzi hanno un legame spesso patologico con i telefonini efaticano a distaccarsene. Loro vengono raggiunti dalle stesse notizie, sollecitazioni che raggiungono noi adulti, mentre per le generazioni precedenti non era così, cioè c’erano una bolla d’infanzia e una bolla di adolescenza per cui poi tramite l’acquisto del giornale, il quotidiano, il telegiornale si parlava in famiglia e si entrava nelle problematiche più adulte gradualmente e se ne parlava a scuola. Ora, quella bolla dì protezione non c’è più perché come arrivano a me le notizie anche inquietanti e tremende, così arrivano anche a loro. E questo in qualche modo li rende anche più tosti più forti.

GIULIANA PRESTIPINO

Rock Jazz e dintorni a Torino: Jazz is Dead!

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Lunedì. Al Bunker per Jazz is Dead! suonano : Teeta + Galas, Timpani Music Forum, Ghost Dubs, Mad Professor, The Bug Presents Machine, Cortex Light. Allo Spazio 211 si esibiscono gli Alan Sparhawki.

Martedì. Allo Ziggy sono di scena i Fazi. Al Blah Blah suonano Le Syndicat Electronique. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Giulia Mei.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana è di scena Venegoni & Co. All’Off Topic suonano i 4GOT 10.

Giovedì. Al Magazzino sul Po si esibisce Arssalendo. All’Hiroshima è di scena Francesco Tricarico. A El Barrio suonano i French Police. Al cinema Massimo inaugurazione di Cinemambiente con i Perturbazione che sonorizzano il film muto “Wonder Of The Sea”.

Venerdì. Al Blah Blah suonano i The Cleopatras + Animaux Formidables. Al Vinile sono di scena i The Bartenders.

Sabato. Allo Ziggy si esibiscono gli Junius. Al Blah Blah suonano i Black Wings of Destiny.

Pier Luigi Fuggetta

Giovani Aurora e Barriera: dialogo  con il Sindaco e le assessore

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La nostra voce, le vostre orecchie” è un evento di dialogo strutturato, ovvero di confronto facilitato fra giovani e decisori politici della Città di Torino, che si svolgerà martedì 3 giugno, presso gli spazi del Cecchi Point, dalle 9 alle 18 in via Cecchi, 17, Torino. Per la Città di Torino si presenteranno al confronto con i ragazzi e le ragazze il sindaco Stefano Lo Russo per le politiche per la multiculturalità e integrazione dei “nuovi cittadini”, le assessore Chiara Foglietta per i trasporti e Carlotta Salerno per istruzione e politiche giovanili e l’assessore Jacopo Rosatelli per le politiche sociali e le pari opportunità.

Il dialogo strutturato è proposto e organizzato da ragazzi e ragazze fra i 14 e i 30 anni, nell’ambito del progetto europeo MiZ Generation Participation and Rights of Second Generation Migrant and Migratory Background Young People che ha come obiettivo quello di promuovere la partecipazione democratica e la cittadinanza attiva di giovani con background migratorio in Italia e in Belgio.

Il progetto, che ha ricevuto il cofinanziamento dell’Unione Europea nell’ambito del programma Erasmus+, è promosso dal Centro Studi Sereno RegisEducadora Onlus e Save the Children Italia ETS. Nel corso di 9 mesi, ha coinvolto complessivamente circa 180 giovani afferenti al Comitato Permanente dei giovani di Porta Palazzo – Aurora, agli IIS Bodoni Paravia e IIS Levi, al Servizio Civile di Salesiani per il sociale Piemonte e Valle D’Aosta e ad associazioni e gruppi del territorio di Torino.

«Ascoltare e sostenere le idee dei più giovani è il modo migliore per costruire una città più sostenibile e giusta – dichiara il sindaco Stefano Lo Russo – e questa iniziativa rappresenta un momento significativo di dialogo e confronto per la nostra città. Siamo consapevoli che tra le giovani generazioni sia forte la consapevolezza sulle sfide del futuro e su temi come la lotta al cambiamento climatico, l’integrazione sociale, la transizione digitale. Le loro idee e proposte saranno un prezioso contributo per arricchire il dibattito pubblico e aiutarci a sviluppare politiche più efficaci e inclusive».

«I ragazzi e le ragazze sono stati coinvolti in attività di educazione non formale per l’individuazione di alcune tematiche, per loro prioritarie – dichiara Ilaria Zomer, referente del progetto per il Centro Studi Sereno Regis – e alla realizzazione di attività di ricerca-azione ed elaborazione di proposte finalizzate a un momento di confronto e di scambio con le istituzioni».

Nello specifico “La nostra voce, le vostre orecchie” prevede una mattinata di confronto tra i decisori politici presenti e gli studenti di diverse scuole secondarie di secondo grado della Città sulle seguenti tematiche:

  1. Trasporto urbano fra sostenibilità, sicurezza e accessibilità;
  2. Sistema scolastico: fra limiti dell’apprendimento e opportunità;
  3. Diritto alla salute;
  4. Servizi sociale a sostegno della povertà e a protezione dei minori;
  5. Razzismo quotidiano e istituzionale;
  6. Spazio pubblico fra aggregazione e sicurezza.

Al pomeriggio avrà luogo un momento di confronto con giovani delle associazioni e dei gruppi giovanili dei quartieri Aurora e Barriera di Milano, “Noi, i/le giovani di una periferia centrale

Un’occasione unica per ascoltare le prospettive di ragazzi e ragazze sui problemi del quartiere ma anche una narrazione “orizzontale” fuori dagli stereotipi.

Una serata alla scoperta della luna alla palazzina di Caccia di Stupinigi

Negli ultimi giorni dedicati alla luna il cielo diventa protagonista a Stupinigi in un evento d’eccezione, in programma venerdì 6 giugno dalle ore 21 sulla terrazza della palazzina di Caccia di Stupinigi, verso il parco storico.

La serata alla scoperta della luna prevede un percorso nelle sale alla ricerca delle storie, aneddoti e personaggi legati all’astronomia, come la principessa di Carignano, Giuseppina di Lorena Armagnac (1753-1797), moglie di Vittorio Amedeo di Carignano e nonna di Carlo Alberto. Era una donna straordinaria dai molteplici interessi, tra cui l’astronomia, di cui la Palazzina conserva un ritratto nell’appartamento di Levante. Al termine della visita guidata si terrà una “lezione di cielo” nel Salone d’Onore e, infine, dalla terrazza, l’osservazione guidata della luna dai telescopi dello staff del Planetario, accompagnata da un calice di vino e da una Friandise salata, a cura dell’associazione Tutela Baratuciat e Vitigni Storici.

L’evento è organizzato dai Servizi Educativi della Palazzina di Caccia di Stupinigi, in collaborazione con Infini.to-Planetario di Torino.

Info

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Amedeo 7, Stupinigi, Nichelino

Venerdì 6 giugno dalle ore 21

Per Diana. La luna sopra il cervo

Prenotazione obbligatoria a stupinigi@info.ordinemauriziano.it

Dal martedì al venerdì dalle 10 alle 17.30, entro il giovedì precedente la visita.

Mara Martellotta

Fondazione Torino Musei: 2 giugno GAM, MAO e Palzzo Madama aperti

Lunedì 2 giugno GAM e MAO eccezionalmente aperti.

Ingresso a 1€ per le collezioni permanenti di GAM, MAO e Palazzo Madama e

tariffa ridotta a 1€ per le mostre temporanee

 

 

Anche quest’anno la Fondazione Torino Musei celebra la Festa della Repubblica proponendo per lunedì 2 giugno la tariffa speciale a 1€ per visitare le collezioni permanenti e le esposizioni collegate alla GAM, al MAO – eccezionalmente aperti per l’occasione – e a Palazzo Madama.

Aggiungendo 1€ i visitatori potranno accedere alle mostre temporanee FAUSTO MELOTTI. Lasciatemi divertire! e le mostre del Contemporaneo: ALICE CATTANEO. Dove lo spazio chiama il segno e Giosetta Fioroni alla GAM, Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone al MAO Visitate l’Italia. Promozione e pubblicità turistica 1900-1950 a Palazzo Madama.

La tariffa a 1€ sarà applicata anche ai titolari di Abbonamento Musei, che non potranno utilizzare le tessere.

Ingresso gratuito per i possessori della Torino Card.

 

Cosa si può visitare:

 

Alla GAM: oltre alle collezioni permanenti e al Deposito vivente sono visitabili le mostre temporanee FAUSTO MELOTTI. Lasciatemi divertire! (+1€) e le mostre del Contemporaneo: ALICE CATTANEO. Dove lo spazio chiama il segno e Giosetta Fioroni nello spazio della Videoteca (+1€)

Al MAO: i visitatori possono visitare le cinque gallerie delle collezioni permanenti e la mostra temporanea Adapted Sceneries e la mostra temporanea Haori (+1€).

Palazzo Madama: oltre alle collezioni permanenti, sono visitabili le mostre temporanee Jan Van Eyck e le miniature rivelateBianco al femminile e Peltri a Torino, oltre all’esposizione temporanea Visitate l’Italia! (+1€).

LE VISITE GUIDATE

 

GAM

Lunedi 2 giugno ore 10.30 e ore 15:00 Seconda risonanza. Ritmo, struttura e segno

Lunedi 2 giugno ore 12 e ore 16:30 | Fausto Melotti. Lasciatemi divertire!

 

MAO

Lunedì 2 giugno ore 16.30 | CUSTODI SILENTI. Il potere dei guardiani nelle collezioni del MAO

lunedì 2 giugno ore 15 | Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone

 

PALAZZO MADAMA

lunedì 2 giugno ore 15 | Da castello a museo

lunedì 2 giugno ore 16.30 | Mostra Visitate Italia

 

Costi: 7 € a partecipante. Prenotazione consigliata, disponibilità fino ad esaurimento posti.

Info 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

 

Memorie in Comune

Il 2 giugno si svolge inoltre l’iniziativa Memorie in Comune, un’imperdibile occasione per scoprire Palazzo Civico e Palazzo Madama – accompagnati dal direttore Giovanni C.F. Villa – in un momento unico e speciale.

L’iniziativa è promossa dalla Presidenza del Consiglio Comunaledalla Direzione di Palazzo Madama, in collaborazione con Turismo Torino e Provincia.

L’itinerario avrà inizio da Palazzo Civico, storica sede del municipio cittadino, con una passeggiata che dalle sale auliche culmina in Sala Rossa, cuore della vita amministrativa torinese, e nell’Ufficio della Presidente del Consiglio Comunale, aperto al pubblico, per proseguire poi a Palazzo Madama che rappresenta non solo tutta la storia della città, ma anche il suo ruolo in chiave italiana prima ed europea poi. Da Porta Decumana a castello medievale, da capolavoro del barocco europeo a sede del Senato del Regno che decreta l’Italia unita e Roma capitale per ospitare infine la firma della Carta Sociale del Consiglio d’Europa, Palazzo Madama è Patrimonio Mondiale UNESCO e Museo Civico di Torino, ospitando oltre 70.000 opere che rappresentano il dialogo tra Oriente e Occidente e una delle più significative collezioni di arti applicate al mondo.

Le visite, accessibili anche a persone con disabilità, saranno gratuite e programmate a orari fissi: a Palazzo Civico avranno inizio alle ore 9,45, 10,45 e 11,45, seguite dalle visite a Palazzo Madama alle ore 11, 12 e 13.
Ciascuna visita ha una durata di circa 55 minuti.

Prenotazione obbligatoria al sito https://www.turismotorino.org/it/esperienze/eventi/memorie-comune-da-palazzo-civico-palazzo-madama