Cosa succede in città

The Daily Telegraph e Le Figaro scoprono Torino

Due prestigiosi quotidiani alla scoperta di Torino grazie al supporto di Turismo Torino e Provincia.

Il 10 aprile è stato pubblicato sul prestigioso quotidiano britannico The Daily Telegraph un articolo dedicato a Torino e da oggi al 24 aprile, toccherà al francese Le Figaro scoprire il capoluogo subalpino con il supporto operativo di Turismo Torino e Provincia.
“Organizzare il programma di accoglienza e di soggiorno di qualificate pubblicazioni Europee – sottolinea Maurizio Vitale Presidente di Turismo Torino e Provincia – è parte del più ampio programma di media relation internazionale che Turismo Torino e Provincia conduce per valorizzare la notorietà del nostro territorio e stimolarne le presenze turistiche. Ringrazio le guide professioniste delle Associazioni di Categoria del prezioso supporto”
Micol Caramello, Presidente Federagit “Accogliamo con grande soddisfazione l’attenzione che importanti testate giornalistiche internazionali come The Daily Telegraph e Le Figaro stanno dedicando a Torino. È per noi motivo di orgoglio aver contribuito, in collaborazione con Turismo Torino e Provincia, alla realizzazione di questi soggiorni stampa offrendo le nostre competenze professionali per accompagnare i giornalisti alla scoperta delle bellezze storiche, artistiche e culturali della nostra città. Il coinvolgimento delle guide turistiche abilitate rappresenta un elemento fondamentale per garantire un racconto autentico, approfondito e valorizzante della destinazione. In un contesto in cui Torino si afferma sempre più come città d’arte, cultura, innovazione e qualità della vita, riteniamo strategico investire sulla promozione internazionale attraverso una narrazione consapevole, coinvolgente e competente”.
“Il coinvolgimento delle guide turistiche abilitate nell’accompagnare i giornalisti di testate internazionali come The Daily Telegraph e Le Figaro – sottolinea Barbara Sapino, Presidente GIA Piemonte – rappresenta un segnale concreto della capacità di Torino di accogliere con competenza e calore chi arriva per raccontarla. La collaborazione con Turismo Torino e Provincia ha permesso di costruire esperienze di visita curate nei dettagli, in cui la conoscenza del territorio si unisce a una narrazione autentica e coinvolgente. Offrire un supporto professionale e qualificato in queste occasioni significa non solo valorizzare il patrimonio culturale della città, ma anche trasmettere un’immagine di Torino aperta, organizzata e consapevole del proprio potenziale. È attraverso queste sinergie che la città si presenta al mondo con voce chiara, credibile e appassionata”.
Il giornalista del quotidiano britannico The Daily Telegrpah ha raccontato il suo viaggio da Londra a Torino passando per Parigi grazie al ripristino della tratta Parigi/Torino.
L’articolo titola così “Il rilancio del treno Parigi-Milano è un gioco da ragazzi per i viaggi. Ero sul primo servizio”. E prosegue “Il mio piano: fermarmi a mangiare nella sottovalutata Torino prima di andare al Portrait Milano, super-swish. Esattamente sei ore dopo, stavo camminando lungo la strada che dalla stazione di Torino Porta Nuova porta al Turin Palace Hotel, recentemente rinnovato. E ancora “Andate a Palazzo Madama per vedere la storia della città in un unico luogo. Torino ha anche un debole per le auto, il cioccolato, i vestiti, il cinema, il vermouth e i caffè Belle Époque. Torino ha 52 musei, ma sono stato convinta dall’attrice Linda Messerklinger (amica di un amico) a visitare il Museo Nazionale del Cinema. Ci siamo incontrati nel bagliore liberty della Galleria Subalpina dopo la sua giornata sul set dell’ultimo film di Paolo Sorrentino. “Sono una star, sai?”, ha dichiarato mentre passeggiavamo verso la brillante mostra su James Cameron (in programma fino al 15 giugno). L’edificio vale da solo la visita
Il Daily Telegraph, noto online e altrove come The Telegraph, è un quotidiano britannico pubblicato a Londra dal Telegraph Media Group e distribuito nel Regno Unito e a livello internazionale. Il magazine registra durante la settimana oltre 1.346.000 lettori al giorno.
I francesi hanno un’immagine di Torino come una città meno attraente di Milano e molto industriale. Credo quindi che Torino si stia affermando come meta di cultura e di arte moderna e contemporanea. In ogni caso, questo è il filo conduttore da sfruttare per creare l’immagine di una destinazione trendy, giovane e vivace“.  Con questa affermazione il giornalista de Le Figaro ha espresso il modo in cui voleva impostare il suo soggiorno a Torino ai fini dell’articolo che uscirà il 19 maggio sul cartaceo ma che rimarrà disponibile sul sito Figaro.fr, il terzo sito più visitato in Francia che raggiunge oltre 22 milioni di utenti.
A seguito di queste parole il programma della due giorni di visite, 23 e 24 aprile, organizzato da Turismo Torino e Provincia alternerà luoghi classici ma anche contemporanei senza tralasciare la buona cucina.
cs

Il Museo Diffuso della Resistenza celebra la Libertà con una giornata di eventi

25 APRILE 2025 – 80° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE

Torino si prepara a vivere un 25 aprile importante, un anniversario tondo, significativo, emozionante: 80 anni dalla Liberazione.

Per questa occasione il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà propone una giornata, intensa e partecipata, all’insegna della memoria, della condivisione e della festa, per ricordare, celebrare, guardare avanti.

Una giornata dedicata a tutti che vede l’apertura straordinaria del Museo, passeggiate resistenti nei luoghi di memoria, grande festa di quartiere in piazzetta Antonicelli e proiezione del film d’animazione Invelle.

Il Museo Diffuso invita tutta la cittadinanza a unirsi a questo importante 25 aprile, per onorare la memoria, vivere il presente e continuare a difendere ogni giorno la libertà conquistata.

Gli appuntamenti del 25 aprile del Museo Diffuso della Resistenza

 

APERTURA STRAORDINARIA DEL MUSEO
Corso Valdocco 4/A.

Per tutta la giornata il Museo sarà aperto con orario continuato dalle 10.00 alle 20.00, accogliendo visitatori e visitatrici per un’immersione nei valori e nelle storie della Resistenza.
Info: 011 01120780

 

PASSEGGIATE RESISTENTI TRA I NUOVI SEGNI DI MEMORIA
Partenze ore 11.00 – 15.00 – 17.00 dalla biglietteria del Museo Diffuso (Piazzetta Franco Antonicelli)
Un percorso guidato di un’ora e mezza tra i Segni di Memoria nei dintorni del Polo del ‘900, con nuove tappe e letture che raccontano le vite e i luoghi simbolo della lotta di liberazione a Torino. Dalla pietra d’inciampo per Noè Clerino, alla lapide dell’Archivio di Stato, alle testimonianze di Padre Girotti, Ferdinando Bagatin e Liberina Lucca, fino all’Albergo Canelli, la passeggiata permette di entrare in contatto diretto con i protagonisti della Resistenza.
Partecipazione gratuita con prenotazione obbligatoria (max 25 partecipanti a gruppo).
Info e prenotazioni: 011 01120780 – receptionsancelso@polodel900.it

FESTA DELLA LIBERAZIONE IN CIRCOSCRIZIONE 1

Dalle ore 11.30 – Piazzetta Franco Antonicelli
Una grande festa di quartiere per tutte le età: musica, teatro, letture, testimonianze, giochi, laboratori per bambine e bambini, street food e tanta energia positiva per un 25 aprile vissuto come comunità, tra memoria e futuro.

 

PROIEZIONE DEL FILM DI ANIMAZIONE “INVELLE”
Ore 15.30 – Sala Conferenze di Palazzo San Celso – Polo del ‘900
In collaborazione con Valsusa FilmFest, sarà proiettato “Invelle”, straordinario film d’animazione di Simone Massi, con le voci di Toni Servillo, Luigi Lo Cascio, Filippo Timi, Ascanio Celestini, e altri grandi interpreti. Un’opera poetica e potente, disegnata interamente a mano, che racconta tre infanzie italiane tra il 1918 e il 1978. Sarà presente il regista.
Ingresso libero fino a esaurimento posti. Info: receptionsancelso@polodel900.it – 011 01120780

Torino, sala operatoria di chirurgia profilattica per portatrici di mutazioni genetiche

Dall’esempio di Angelina Jolie e Bianca Balti alla realtà della Città della Salute e della Scienza
Un nuovo importante passo avanti nella prevenzione oncologica: alla Città della Salute e della Scienza di Torino ospedale Sant’Anna prende il via la sala operatoria dedicata alla chirurgia profilattica per le pazienti portatrici di mutazioni genetiche (BRCA1 e BRCA2 in particolare). Questo nuovo servizio si affianca all’ambulatorio di Patologia Eredo-Familiare della Ginecologia e Ostetricia 4 (diretta da Saverio Danese), già attivo dal 2018 presso il day hospital oncologico, offrendo così un percorso di cura integrato ed altamente specializzato.
Le pazienti con mutazione genetica presentano un rischio aumentato di sviluppare tumori ginecologici e mammari. L’accesso ad interventi chirurgici preventivi, come la mastectomia e l’annessiectomia (che consiste nella rimozione delle ovaie e delle tube uterine) profilattica, rappresenta un’opzione fondamentale per ridurre il rischio di malattia e migliorare la qualità della vita. Nei giorni scorsi, presso la Città della Salute e della Scienza di Torino (CDSS), è stata attivata la nuova sala operatoria creata ad hoc, dove è stato effettuato il primo intervento di mastectomia profilattica e ricostruttiva su una donna di 45 anni con una mutazione genetica BRCA2 nota. Nella sua famiglia esistevano già tre casi di tumori alla mammella ed un caso di tumore all’ovaio, tutti con mutazione genetica accertata.
Nella popolazione piemontese si stima che le donne portatrici di mutazioni BRCA siano 13709, delle quali quasi 10.000 tra i 25 ed i 74 anni, con la prevalenza di 1 caso ogni 155 abitanti. La stima delle portatrici finora identificate tramite test genetico è mediamente del 10%, ovvero circa 1000 donne che potrebbero beneficiare quindi dell’intervento preventivo. In generale la popolazione ad alto rischio eredo-familiare è di circa il 2% della popolazione generale.
Per ACTO (Alleanza contro il tumore ovarico e i tumori ginecologici) Piemonte questa apertura rappresenta un grande traguardo, ottenuto grazie all’impegno nelle politiche di advocacy ed alla stretta collaborazione tra sanitari ed istituzioni. Negli ultimi anni l’importanza della prevenzione è stata sottolineata anche da testimonianze pubbliche di grande impatto, come quella della modella Bianca Balti, che ha scelto di sottoporsi ad una mastectomia preventiva dopo aver scoperto di essere portatrice di una mutazione genetica. Il suo gesto ha contribuito ad accendere i riflettori sull’importanza della chirurgia profilattica quale strumento di prevenzione per le donne ad alto rischio.
Elisa Picardo (Presidente di ACTO Piemonte) sottolinea come questo risultato sia il frutto di un lavoro congiunto volto a garantire alle donne con mutazioni genetiche accesso a cure tempestive, personalizzate e sempre più efficaci.
 “Questo traguardo rappresenta una vittoria per tutte le donne che convivono con una mutazione genetica e che, grazie ad un percorso dedicato e multidisciplinare, possono affrontare il loro rischio con maggiore consapevolezza e serenità. La possibilità di accedere ad un intervento preventivo in un Centro specializzato è fondamentale per offrire loro non solo sicurezza oncologica, ma anche un supporto umano e psicologico adeguato” dichiara Elisa Picardo.
Il Direttore della Ginecologia e Ostetricia 4 Saverio Danese sottolinea come l’attivazione di questa sala operatoria rappresenti un’evoluzione naturale del lavoro portato avanti in questi anni dall’ambulatorio di Patologia Eredo-Familiare. “L’obiettivo è offrire alle pazienti un percorso chiaro e strutturato, in cui la prevenzione chirurgica non sia solo un’opzione, ma una scelta consapevole supportata da un team multidisciplinare dedicato” afferma Danese.
L’attivazione della chirurgia profilattica presso la CDSS rappresenta un modello innovativo nella gestione delle pazienti con mutazione genetica, sottolineando l’importanza di una medicina personalizzata e di un approccio integrato che mette al centro la salute ed il benessere delle donne.
“La nuova sala operatoria dedicata permetterà di ottimizzare i tempi di intervento e garantire alle pazienti un’assistenza multidisciplinare all’interno di un percorso strutturato, che integra il lavoro di ginecologi oncologi, chirurghi senologi e plastici, anatomia patologica, radiologi, genetisti e psicologi. Il supporto psicologico, in particolare, riveste un ruolo cruciale nel guidare le pazienti in scelte complesse, assicurando un accompagnamento personalizzato prima e dopo l’intervento” dichiara Flavia Pirola (Direttore sanitario della Città della Salute e della Scienza di Torino).

Musei a Torino, un grande successo di pubblico nel lungo fine settimana pasquale 

Da venerdì 18 a lunedì 21 aprile 2025, ai Musei Reali di Torino sono stati emessi 16.240 biglietti.

In particolare, 12.290 hanno consentito la visita alle Collezioni permanenti, alla mostra dedicata a Cleopatra e allo Spazio Leonardo, mentre 3.734 sono stati i biglietti staccati solo per ammirare l’esposizione “Da Botticelli a Mucha. Bellezza, natura, seduzione”, fino al 27 luglio nelle Sale Chiablese; 216 sono stati gli ingressi combinati Musei Reali+mostra.

I Musei Reali rimarranno eccezionalmente aperti mercoledì 23, venerdì 25 (Anniversario della Liberazione, con ingresso gratuito senza prenotazione, i biglietti saranno emessi esclusivamente presso la biglietteria), mercoledì 30 aprile e giovedì 1° maggio (Festa dei lavoratori), dalle 9 alle 19, con ultimo ingresso alle ore 18.

La rassegna Da Botticelli a Mucha. Bellezza, natura, seduzione, prodotta dai Musei Reali di Torino e da Arthemisia, curata da Annamaria Bava, aperta al pubblico dal pomeriggio del 17 aprile e fino al 27 luglio nelle Sale Chiablese, presenta oltre 100 opere tra dipinti, disegni, sculture antiche e oggetti d’arte provenienti dai Musei Reali di Torino, dalle Gallerie degli Uffizi e da molte altre prestigiose istituzioni e collezioni, pubbliche e private. Il percorso spazia da magnifiche statue e bassorilievi archeologici di età romana, passando da Botticelli e Lorenzo di Credi – di cui vengono messi a confronto due straordinari dipinti raffiguranti Venere – e prosegue nel Rinascimento, in un excursus per temi che tocca il mito, il fascino dell’antico, la natura e l’universo femminile, fino ad arrivare all’inizio del Novecento con la seduzione delle opere di Alphonse Mucha, maestro dell’Art Nouveau.

Tra i capolavori si segnalano la Venere di Botticelli della Galleria Sabauda e la Giovane donna con l’unicorno di Luca Longhi da Castel Sant’Angelo.

Ecco i dati dei visitatori nel weekend di Pasqua da sabato 19 a lunedì 21 aprile alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea al MAO Museo d’Arte Orientale e a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino:

GAM: 2.403 ingressi

MAO: 1.590 ingressi

Palazzo Madama: 4.005 ingressi

Totale Fondazione Torino Musei: 7.998 visitatori

 

Sono aperte le iscrizioni alla Festa dei Vicini

Torna nel fine settimana del 24 e 25 maggio la Festa dei vicini, che ogni anno propone un ricco programma organizzato da enti pubblici, privati e realtà del territorio in tutta la città. Un’iniziativa con cui la Città di Torino e l’Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Centrale aderiscono alla Giornata europea dei Vicini, nata a Parigi nel 1999 con l’obiettivo di promuovere il senso di comunità e le buone relazioni di quartiere.

Momenti di musica, ballo, gioco, oltre a pranzi e cene condivise, nei condomini degli edifici di edilizia pubblica e privata e in tutti i luoghi del territorio diventati spazi di aggregazione, come le Case del quartiere, gli oratori, le associazioni, aree pedonali, piazze e giardini. Anche quest’anno l’invito si estende alle scuole primarie, che potranno organizzare le loro iniziative, quali mostre, spettacoli e incontri, sia negli spazi interni sia nelle aree pubbliche adiacenti alle scuole.

Il programma delle giornate sarà composto dall’elenco dei singoli eventi organizzati dai partecipanti su tutto il territorio cittadino (un centinaio quelli in calendario lo scorso anno) e sarà pubblicato verso la metà del mese di maggio sul sito della Città di Torino alla pagina www.comune.torino.it/festadeivicini/.

Alla stessa pagina sono disponibili tutte le informazioni per inviare la propria domanda di partecipazione, che è completamente gratuita e dovrà pervenire entro il 5 maggio 2025, completa dei dati di un referente, del programma e di eventuali richieste di concessione suolo pubblico, utilizzo di materiale logistico, chiusura del traffico, fornitura di materiale grafico, attività di volontariato civico. La richiesta può essere inviata online oppure scaricando il modulo cartaceo, da inviare alla casella di posta festadeivicini@comune.torino.it o da consegnare di persona al Punto Informativo Unificato (PIU), in piazza Palazzo di Città 9/a o ai punti informativi delle Circoscrizioni.

Per informazioni è inoltre possibile inviare un’email all’indirizzo festadeivicini@comune.torino.it, chiamare il numero 011.011.23010 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 o recarsi di persona al Punto Informativo Unificato – PIU della Città di Torino, in piazza Palazzo di Città 9/a. I comitati inquilini e le altre realtà presenti nel complessi di edilizia sociale possono rivolgersi per informazioni o aiuto nella compilazione della domanda all’Agenzia Territoriale per la Casa.

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Un nuovo mercato del vintage in Corso Marconi

 

La Giunta comunale ha approvato l’istituzione di un nuovo mercato periodico tematico a tema vintage nell’area pedonale di corso Guglielmo Marconi. La manifestazione si svolgerà almeno dieci volte l’anno il terzo sabato di ogni mese, ad eccezione di gennaio e agosto e salvo deroghe occasionali in concomitanza di altre iniziative sul territorio.

“Il mercatino di corso Marconi è un nuovo tassello nel più ampio progetto della Città di Torino per valorizzare il commercio di prossimità e promuovere il territorio attraverso iniziative capaci di unire identità, attrattività e partecipazione – dichiara l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino -. I mercatini tematici periodici non sono grandi manifestazioni, ma registrano una significativa presenza di pubblico grazie alla loro qualità, che li rende molto attrattivi e amati. Sono anche importanti occasioni di aggregazione, capaci di rafforzare il senso di comunità e di rendere più viva e dinamica la città, valorizzando al contempo gli spazi urbani e le realtà commerciali locali”.

Il nuovo mercato di corso Marconi, nel tratto tra via Madama Cristina e corso Massimo d’Azeglio, nasce su proposta della Circoscrizione 8, che lo scorso 10 febbraio ha approvato l’iniziativa con propria deliberazione. La proposta fa seguito a una fase di sperimentazione già avviata nei mesi scorsi nella stessa area, che ha registrato un buon riscontro di pubblico e interesse da parte del territorio.

Sarà la stessa Circoscrizione 8 a farsi carico degli atti successivi: sarà predisposto un bando pubblico per individuare il soggetto attuatore dell’iniziativa per il triennio 2025-2027, cui sarà affidata l’organizzazione del mercato, la gestione dei servizi e delle attività collaterali. La Circoscrizione definirà inoltre tutti gli aspetti operativi, tra cui il numero e la disposizione dei posteggi, le merceologie ammesse e i soggetti partecipanti, secondo quanto previsto dal Regolamento comunale n. 284.

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Torino, un giardino segreto chiamato Hotel Victoria

Nel cuore più raffinato e raccolto della nostra città, là dove Piazzale Valdo Fusi si sfiora con Piazzale Carlina, si cela una viuzza silenziosa e appartata: Via Nino Costa 4. È un angolo che sfugge allo sguardo frettoloso, un piccolo segreto urbano protetto dall’abbraccio verde di un’edera fitta e vibrante, che avvolge le pareti di un palazzo elegante come un abito d’altri tempi. Qui, in questo scorcio sospeso nel tempo, sorge un luogo dal fascino discreto ma profondo: l’Hotel Victoria. Non è solo un hotel, il Victoria. È un rifugio dell’anima, un piccolo gioiello incastonato tra le pieghe della storia torinese, la cui identità si intreccia intimamente con quella di una famiglia che lo ha sempre amato con devozione autentica. Una dedizione viscerale, la loro, che si percepisce in ogni dettaglio, in ogni gesto curato con pazienza e affetto, come si fa con le cose preziose di casa. Per cogliere davvero la magia che si respira in questo luogo, bisogna tornare indietro, agli albori della sua esistenza. L’edificio che oggi ospita l’hotel è, di per sé, un simbolo di rinascita. Fu costruito dalla famiglia Rolla nel dopoguerra, sulle ceneri di un tempo ferito dai bombardamenti. Dove un tempo c’erano macerie e silenzio, sorse questo palazzo come un atto d’amore verso la città, un segno tangibile di speranza e ricostruzione. In principio, l’edificio non nacque con l’intenzione di accogliere viaggiatori: era destinato a essere un luogo di lavoro, un sobrio complesso di uffici. Ma il destino, come spesso accade, aveva in serbo qualcosa di diverso. Fu nel 1961 che le sue stanze iniziarono a trasformarsi, grazie alla visione e alla determinazione della madre dell’attuale proprietaria.

Donna di grande intraprendenza, era già conosciuta per aver creato luoghi di cura sulle colline torinesi, spazi pensati per il benessere del corpo e dell’anima. Fu lei a intravedere, in quei muri, il potenziale di un’accoglienza diversa, più intima, più umana. L’Hotel Victoria cominciò così a scrivere la sua nuova storia, intrecciando il proprio destino con quello della città. Gli anni Sessanta portarono con sé un vento di modernità: era l’epoca di Italia ’61, e Torino si affacciava sul palcoscenico del futuro. In questo clima di fermento, anche il Victoria trovò il proprio respiro, divenendo non solo un luogo di ospitalità, ma un testimone silenzioso dei grandi eventi che animavano la città. Eppure, pur nel fluire del tempo, qualcosa è sempre rimasto immutato: l’anima del luogo. L’attuale proprietaria, erede di quella visione originaria, ha saputo imprimere un nuovo stile, più raffinato e personale, senza mai tradire lo spirito iniziale. Con il marito, il Dottor Vallinotto, hanno scelto con fermezza di non trasformare l’hotel in un ambiente impersonale o freddo. No, il Victoria non doveva essere un’azienda, ma una casa. E i clienti, mai semplici ospiti di passaggio, ma persone da accogliere con calore e rispetto. “Ogni dettaglio deve essere curato personalmente dalla famiglia” — questo è sempre stato il principio cardine. E in effetti, ogni angolo della struttura parla con il linguaggio delicato dell’attenzione e dell’amore. Dalla scelta delle luci soffuse, agli arredi raccolti nel tempo, ogni elemento è espressione di un desiderio profondo di bellezza condivisa. Un esempio emblematico di questa filosofia si trova nella sala colazioni. Qui, le pareti non sono semplici muri: sono tele vive, adornate con l’elegante carta da parati Zuber, una meraviglia artigianale dalle origini antichissime. Non è solo decorazione: è un atto d’amore per il bello, un gesto di generosità verso chi varca la soglia del Victoria. Perché l’estetica, qui, non è mai fine a sé stessa. È un invito silenzioso alla contemplazione, alla calma, alla cura. Questo senso profondo di accoglienza è arrivato fino alla terza generazione della famiglia, che ne custodisce l’eredità con la stessa passione. Lo stesso emerge anche nei dettagli delle stanze che risultano un rifugio dalla realtà accomodante ed accogliente. Il raffinato senso estetico e l’ardente passione per l’arte della padrona di casa si rivelano con disarmante eleganza in ogni angolo della dimora, ma trovano la loro massima espressione in un gesto tanto audace quanto poetico: le umili porte di un ascensore, timide e anonime per natura, sono state elevate a veri e propri scrigni di meraviglia. Su di esse, con mano visionaria, prendono vita i capolavori onirici di René Magritte, reinterpretati con tale maestria da confondere i confini tra sogno e realtà, lasciando chi osserva sospeso in un’atmosfera incantata, dove nulla è come sembra e ogni dettaglio è un invito a perdersi nell’illusione.

Con il passare degli anni, molte cose sono cambiate. I tempi si sono fatti più rapidi, i desideri della clientela si sono evoluti, diventando talvolta più sofisticati, più esigenti. Eppure, il Dott. Vallinotto Alberto- appartenente alla terza generazione e attuale proprietario dell’hotel- nonostante la mutevolezza dei gusti e delle mode, ha conservato il fascino del Victoria che è rimasto intatto, come una melodia che resiste al frastuono del mondo. Il Victoria è divenuto un rifugio amato da politici, scrittori, artisti e intellettuali che fanno tappa a Torino, chi per svago, chi per dovere. Un crocevia discreto di idee e pensieri, dove l’anonimato si coniuga alla raffinatezza. Merito, anche, del Dottor Vallinotto, figura di grande spessore e sensibilità, che con il suo impegno accademico e la sua visione aperta ha contribuito a fare del Victoria un luogo non solo elegante, ma anche colto. Grazie a lui, il legame tra l’hotel e il mondo universitario torinese si è fatto più solido, arricchendo ancora di più l’atmosfera di questo piccolo, prezioso universo sospeso tra tradizione e contemporanei. Spesso con i clienti che si fermano per più tempo si crea anche un profondo senso di affezione dovuto alle cure che ad essi riserva l’hotel e alla fidelizzazione.

Tra i tratti distintivi del Victoria, uno in particolare cattura l’anima e la conduce in un viaggio lontano nel tempo: la spa ISIDE, un luogo sospeso tra storia e benessere, custodita al piano terra della struttura come un prezioso tempio segreto. Varcata la soglia, ci si ritrova immersi in un’atmosfera che evoca la magia e il mistero dell’antico Egitto, in un omaggio raffinato al celebre Museo Egizio di Torino — vanto cittadino e autentica passione della proprietaria. Non è un caso che il centro prenda il nome di ISIDE: fu proprio l’aura mistica della dea a suggestionare la mente e il cuore della padrona di casa, spingendola a battezzare così questo rifugio di pace, dove il tempo sembra rallentare e ogni dettaglio invita alla contemplazione. Aperta sia agli ospiti dell’hotel sia ai visitatori esterni, la spa è pensata per offrire a chiunque un’esperienza irripetibile, sospesa tra mito e relax. E come in un dipinto bucolico, poco distante si apre il giardino interno: un angolo segreto al centro della struttura, dove la quiete regna sovrana e il verde si tinge delle atmosfere delicate di un giardino inglese. Qui, tra profumi di fiori e cinguettii discreti, è possibile gustare la celebre colazione mattutina, coccolati da un’armonia che pare uscita da un’altra epoca.

Si conclude così un viaggio che, più che una semplice permanenza in hotel, si è rivelato un’immersione profonda in un’atmosfera capace di avvolgere, rasserenare e far sentire davvero a casa. Il Victoria non è solo un luogo di passaggio, ma un rifugio dove relax, fiducia e un autentico senso di familiarità si fondono armoniosamente, offrendo a ogni ospite esattamente ciò che dovrebbe trovare in un’esperienza di vero ristoro.

 

 Valeria Rombolà

foto: Hotel Victoria

Camera, dal 13 giugno il fotografo americano Alfred Eisenstaedt

Celebre per lo scatto in cui, alla fine della seconda guerra mondiale,  in mezzo alla folla,  un marinaio bacia un’infermiera

Il programma espositivo del 2025 di Camera , Centro Italiano per la Fotografia di Torino, prosegue con una grande mostra inedita, che aprirà i battenti il 13 giugno prossimo fino al 21 settembre, che celebra in Italia il fotografo Alfred Eisenstaedt, autore della famosa immagine del “V JDAY In Times Square”, in cui un marinaio bacia un’infermiera in mezzo ad una folla festante al termine della seconda guerra mondiale. Eisenstaedt è  stato uno dei principali fotografi della rivista Life, per la quale ha raccontato il mondo e la sua contemporaneità, attraverso uno sguardo divertito e indagatore.

A trenta anni dalla sua morte e a ottanta dalla realizzazione del celebre scatto, l’esposizione, curata da Monica Poggi, presenta una selezione di 150 immagini, molte delle quali finora mai esposte, a partire dai primi scatti nella Germania degli anni Trenta, dove realizzò le inquietanti fotografie di gerarchi nazisti, tra cui quella celeberrima a Joseph Goebbels, ritratti che esprimono il suo talento vastissimo che, oltre ad essi, comprendeva reportage e immagini dal forte impatto visivo.

La mostra presso Camera, la prima in Italia dal 1984, ripercorre tutto l’arco della sua carriera, passando dalla vita vertiginosa degli Stati Uniti del boom economico al Giappone post nucleare, fino alle ultime opere realizzate negli anni Ottanta.

“Quando scatto una fotografia  – affermava Alfred Eisenstaedt – cerco di catturare non solo l’immagine di una persona o di un evento, ma anche l’essenza di quel momento”.

Ha realizzato anche ritratti a personaggi famosi, come Sophia Loren, Marlene Dietrich, Marilyn Monroe, Albert Einstein, e Robert Oppenheimer.

Due sezioni della mostra sono dedicate all’importante reportage che Einsenstaedt realizza in Europa, prima della seconda guerra mondiale,  e quello realizzato in Italia nel dopoguerra, dove i  cartelloni stradali iniziano a cambiare  le prospettive e i paesaggi, riflettendo  le trasformazioni sociali ed economiche in corso, prestando particolare attenzione ai dettagli del paesaggio urbano. In Italia, ad esempio, documenta l’impatto dei nuovi cartelloni pubblicitari sulle prospettive visive e sull’ immaginario collettivo. Le sue fotografie, in questo senso, diventano strumenti critici che riflettono sul tempo presente.

Lo stile di Alfred Eisenstaedt si colloca nel solco della grande tradizione documentaria americana, ma ne amplia i confini grazie a un linguaggio visivo personale e aperto alla contaminazione. Nei suoi scatti convivono rigore giornalistico e suggestione pittorica. Alcune immagini dedicate alle ballerine classiche evocano le atmosfere ottocentesche di Edgar Degas, mentre altri suoi lavori si avvicinano al surrealismo europeo, con le sue costruzioni stranianti e ironiche.
Questa duplicità rappresenta la chiave di volta del successo di questo fotografo, che sa essere cronista e poeta, testimone e narratore, osservatore e interprete.
Eisenstaedt ha continuato a fotografare fino agli anni Ottanta, attraversando decenni cruciali per la storia del Novecento. La sua lunga carriera rappresenta una testimonianza vivente del potere della fotografia come strumento di racconto, di analisi e di bellezza.
Dopo una vita trascorsa tra redazioni, viaggi, incontri e immagini, il fotografo, nato in Polonia  a Dirschau nel 1898, si è  spento nel 1995 all’età di 95 anni nella sua casa di villeggiatura di Martha’s Vineyard. A trent’anni dalla sua scomparsa Camera con questa mostra ne restituisce un ritratto vivo e complesso, quello di un artista che ha fatto della fotografia un’arte della presenza e della memoria.

Camera Centro Italiano per la Fotografia via delle Rosine 18, Torino

Mara Martellotta

Pasqua ai Musei Reali di Torino

 

LE MOSTRE, LE INIZIATIVE E LE APERTURE STRAORDINARIE

PER LE VACANZE DI PRIMAVERA

Sarà una Pasqua davvero speciale quella che si sta avvicinando per i Musei Reali di Torino. Grazie ad alcune aperture straordinarie, il pubblico potrà organizzarsi per visitare al meglio le collezioni permanenti e le mostre temporanee nel lungo periodo delle vacanze primaverili.

 

I Musei Reali rimangono infatti aperti con i consueti orari, dalle 9 alle 19, domenica 20 (Pasqua), lunedì 21 (Pasquetta), mercoledì 23, venerdì 25 (Anniversario della Liberazione), mercoledì 30 aprile e giovedì 1° maggio (Festa dei lavoratori), con chiusura biglietteria e ultimo ingresso alle ore 18. Il 4 maggio torna anche “Domenica al museo”, l’iniziativa promossa dal Ministero della Cultura che consente l’ingresso gratuito a tutti i siti e luoghi della cultura statali.

 

La ricca offerta espositiva dei Musei Reali propone, nelle Sale Chiablese, la mostra “Da Botticelli a Mucha. Bellezza, natura, seduzione”, un viaggio attraverso le diverse forme di rappresentazione della bellezza nel corso dei secoli, tra Rinascimento e primo Novecento. La rassegna, aperta al pubblico dal 17 aprile al 27 luglio, prodotta dai Musei Reali di Torino con Arthemisia e curata da Annamaria Bava, presenta oltre 100 opere tra dipinti, disegni, sculture antiche e oggetti d’arte provenienti dai Musei Reali di Torino, dalle Gallerie degli Uffizi e da molte altre prestigiose istituzioni, con magnifiche statue e bassorilievi archeologici di età romana, passando da Botticelli e Lorenzo di Credi, di cui vengono messi a confronto due straordinari capolavori. Il percorso prosegue con opere rinascimentali, in un excursus per temi che tocca il mito, il fascino dell’antico, la natura e l’universo femminile, fino ad arrivare all’inizio del Novecento con la seduzione delle opere di Alphonse Mucha, maestro dell’Art Nouveau. Tra i capolavori si segnalano la Venere di Botticelli della Galleria Sabauda e la Giovane donna con l’unicorno di Luca Longhi da Castel Sant’Angelo.

Contestualmente, nel nuovo Spazio Leonardo, al primo piano della Galleria Sabauda, viene esposto lo splendido Volto di fanciulla, disegno autografo di Leonardo da Vinci realizzato tra il 1478 e il 1485 circa, proveniente dalla Biblioteca Reale. Lo Spazio Leonardo è un innovativo allestimento multimediale permanente per raccontare e valorizzare la raccolta dei disegni del maestro conservata nella Biblioteca Reale che, per ragioni di tutela, non può essere esposta con continuità; tra gli apparati informativi, un touch screen per sfogliare integralmente il Codice sul volo degli uccelli.

Il prezioso disegno con il Volto di fanciulla è esposto entro una teca blindata e climatizzata all’interno di uno scrigno rivestito con materiale specchiante, sul quale si riflettono scritture e disegni di Leonardo che rivestono le pareti.

 

Le feste pasquali regalano ancora l’opportunità di visitare la mostra Cleopatra. La donna, la regina, il mito, curata da Annamaria Bava ed Elisa Panero, eccezionalmente prorogata fino al 4 maggio nello Spazio Scoperte della Galleria Sabauda. L’esposizione, che s’inserisce nell’ambito delle celebrazioni dei 300 anni del Museo di Antichità (1724-2024), si avventura nella vicenda storica e nella leggenda della regina d’Egitto, donna di grande potere e fascino, attraverso un profilo del personaggio e del suo tempo, la nascita del mito e la fascinazione esercitata nel corso dei secoli.

 

Le vacanze primaverili sono il momento ideale per ammirare in tutta la sua bellezza il Giardino di Levante, riaperto al pubblico dopo i lavori di restauro finanziati con fondi PNRR, e la statua in marmo con l’allegoria della Primavera, copia fedele della scultura di Simone Martinez realizzata tra il 1740 e il 1753, appena ricollocata a contorno della splendida Fontana dei Tritoni, nuovamente in funzione.

 

Alle passeggiate nel verde si può abbinare una piacevole pausa negli ambienti aulici della Caffetteria Reale, recentemente restaurata e aperta con una nuova gestione, e concedersi qualche regalo nei bookshop Silvana Editoriale, al piano terreno di Palazzo Reale e al primo piano della Galleria Sabauda.

 

 

Musei Reali di Torino (Piazzetta Reale, 1)

 

Orari: dal giovedì al martedì, 9.00-19.00 (ultimo ingresso ore 18); chiuso il mercoledì.

 

Aperture straordinarie: domenica 20 (Pasqua), lunedì 21 (Pasquetta), mercoledì 23, venerdì 25 (Anniversario della Liberazione), mercoledì 30 aprile e giovedì 1° maggio (Festa dei lavoratori).

Domenica 4 maggio: ingresso gratuito; i biglietti saranno emessi esclusivamente presso la biglietteria dei Musei Reali, non è possibile prenotare online.

 

Lo Spazio Leonardo è visitabile con il biglietto dei Musei Reali e con il combinato mostra Da Botticelli a MuchaBellezza, natura, seduzione + Musei Reali.

 

Informazioni: https://museireali.beniculturali.it/

Museo Nazionale della Montagna: “Guido Rey. Un amateur tra alpinismo, fotografia e letteratura”

Un’importante mostra dedicata all’eclettica figura del grande alpinista, pronipote di Quintino Sella

Fino al 19 ottobre

“Io credetti, e credo, la lotta coll’Alpe utile come il lavoro, nobile come un’arte, bella come una fede … La Montagna è fatta per tutti, non solo per gli Alpinisti: per coloro che desiderano il riposo nella quiete come per coloro che cercano nella fatica un riposo ancora più forte”. C’è in queste parole tutta l’essenza e la complessità dell’uomo, grande appassionato di montagna e alpinismo, e, al contempo, profondo narratore e, pur anche (quale fu) attento illustratore per parole ed immagini di quell’universo roccioso che seppe tenerlo a sé legato per l’intera vita. Sono parole tratte dall’introduzione di “Alpinismo acrobatico” (1914), fra le varie opere dedicate alla montagna e scritte fra i primi del ‘900 e la metà degli anni ’30, da Guido Rey (Torino, 1861 – 1935) “figura chiave al crocevia tra alpinismo, fotografia e letteratura” della cultura piemontese e del panorama nazionale ed internazionale a cavallo di Otto e Novecento. Pronipote di Quintino Sella, ministro del Regno e fondatore nel 1863 del “Club Alpino Italiano” (in cui anche Guido tenne sempre un ruolo di primissimo piano) a lui il “Museomontagna” di Torino dedica, fino a domenica 19 ottobre, una nuova retrospettiva, dopo la monografica già proposta nel 1986. Il progetto, curato da Veronica Lisino e Mattia Gargano, nasce dal riordino del complesso dei “Fondi Guido Rey”, conservato dal “Centro Documentazione” del “Museo” di Piazzale Monte dei Cappuccini e catalogato nel 2024.

Curioso l’aggettivo amateur parte del titolo. Si tratta di un termine, spiegano i curatori, “che – privo dell’odierna accezione negativa ‒ indicava chi, tra XIX e XX secolo, si dedicava a un’attività per puro passatempo. L’essere ‘dilettante’ consentì a Rey di esprimersi in maniera più libera e disinvolta, tra scrittura, disegno e fotografia. Ciascuno di questi linguaggi diventa un filtro che gli permette di prendere le distanze da una realtà per lui limitata e di proiettarsi così in un ‘mondo altro’”. In un mondo ideale che accanto “all’intimità delle scene famigliari”, fu soprattutto per Guido rifugio inviolabile dove toccare vedere e ascoltare i luoghi amatissimi delle sue “terre alte”, in particolare di “quella montagna” a pronunciata forma piramidale che, per mano allo zio Quintino, Guido imparò a conoscere fin dal 1874, all’età di soli 13 anni. Era un bimbo e quello fu il suo primo grande grandissimo amore: quei 4.478 metri del “Cervino” (settima vetta e terza montagna italiana per altitudine), cui più tardi (1904) dedicò anche un libro “Il Monte Cervino”, con splendide vedute disegnate dall’amico – scultore Edoardo Rubino e l’introduzione di Edmondo De Amicis, al quale insieme al figlio Ugo, lo legò una profonda e sincera amicizia. Sul Cervino, Rey ebbe modo di salire più di cinque volte, attraverso imprese (anche letterarie e fotografiche) che ne fecero l’alpinista italiano più amato e tradotto prima di Walter Bonatti.

Al centro dell’iter espositivo, uno spazio dedicato alle sue vicende biografiche. Attorno si sviluppano quattro sezioni tematiche: Letteratura alpinistica, Fotografia di montagna, Fotografia tra montagna e pittorialismo, Fotografia pittorialista, quella attraverso cui Rey amava ricreare quadri famosi con effetti di “tableaux vivants”. Si tratta di aree da vedersi come ambienti in continua connessione tra loro che consentono al visitatore di muoversi liberamente, senza obblighi di percorso, tra le imprese alpinistiche, la cultura fotografica e gli interessi letterari, accompagnati dagli “occhi pieni di visioni” e dall’“animo ricco di ardimenti” di Guido Rey.

Sottolineano ancora i curatori: “La mostra ha l’obiettivo di riconsiderare la sua figura, confinata in passato entro schemi fin troppo rigidi e che invece merita di essere rivalutata nella molteplicità delle sue manifestazioni. Riprendendo le parole del suo amico e compagno di cordata Ugo De Amicis, è un pregiudizio pensare che l’acuta sensibilità artistica sia incompatibile con quella dell’uomo d’azione, poiché quel dualismo interiore ed esteriore, cioè del sentire e dell’agire, significa integrazione e ricchezza, invece che contraddizione e debolezza. Questa visione si riflette nella varietà dei materiali in mostra, che spaziano dalle fotografie e dagli apparecchi fotografici a schizzi, disegni, volumi, riviste, diari e lettere, fino all’attrezzatura alpinistica, offrendo un ritratto sfaccettato del suo universo creativo ”.

Gianni Milani

“Guido Rey. Un amateur tra alpinismo, fotografia e letteratura”

“Museo Nazionale della Montagna”, Piazzale Monte dei Cappuccini 7, Torino; tel. 011/6604104 o www.museomontagna.org

Fino a domenica 19 ottobre

Orari: mart. – ven. 10,30/18; sab. e dom. 10/18

Nelle foto: Ugo De Amicis “Guido Rey guardando il Cervino”, stampa alla gelatina bromuro d’argento, post 1910 e (tableau vivant) da Caspar David Friedrich “Il viandante sul mare di nebbia”, olio su tela, 1817, “Amburgher Kunsthalle”, credit WikimediaCommons; Guido Rey “Grandes Jorasses”, stampa alla celloidina, 1905 ca.; Guido Rey “L’Hotel del Giomein e il Cervino”, stampa alla gelatina bromuro d’argento, 1899 ca.