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L’Istituto “Cena” al Salone con Saviano

Grande emozione nella Sala Oro del Salone Internazionale del Libro per l’incontro con il giornalista-scrittore Roberto Saviano in occasione della presentazione del suo ultimo romanzo “Solo è il Coraggio – Giovanni Falcone”.

La scelta non cade a caso in quanto il 23 maggio ricorre il trentesimo anniversario della morte del giudice palermitano Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta. Il silenzio che si respira nell’attesa che l’autore salga sul palco, è stato spezzato da un grande applauso: “come un uomo comune” il giornalista è entrato in sala e rivolgendosi alla folta platea dei giovani studenti ha detto “Come state?”. All’incontro hanno partecipato le classi 2 P, 2 R e 2 S rispettivamente degli indirizzi Servizi Commerciali e Servizi Culturali e dello Spettacolo, dell’I.I.S. “G. Cena” di Ivrea, di cui è Dirigente Scolastico il Prof.Ing. Enrico Bruno. Gli studenti eporediesi, accompagnati dai docenti Cristina Calosso, Laura Fava, Antonella Ferrara, Massimo Mazzarino, Davide Meli e Silvia Munari, hanno partecipato con entusiasmo all’evento. “Quando ho deciso di scrivere il romanzo, l’ho voluto fare proprio perchè volevo mettere le storie che racconto in fila, una dietro l’altra e renderle leggibili a ragazzi della vostra età. Anche se non si sa nulla delle storie o si è solo sentito parlare ogni tanto, io sognavo di poter dare uno strumento ai giovani e alle scuole per far capire cosa si prova, cosa si sente e capire anche attraverso il fascino di queste storie, il coraggio di chi le ha contrastate. Il coraggio si sceglie, si nasce con il coraggio, si sceglie di essere coraggiosi.

La paura e il dolore – prosegue Saviano sono nostre alleate. Il coraggio è essere coerenti con i valori più profondi cioè scegliere indipendentemente dalle conseguenze. La storia di Falcone è appunto una storia di coraggio”. L’incontro si conclude con la lettura dell’ ultima pagina del libro in cui viene messa in evidenza “l’eterna ossessione di un mondo senza più mafia” e l’ultimo respiro di Falcone tra le braccia di Borsellino.

Protezione civile: papa Francesco benedice i volontari

Ricevuta in Vaticano la delegazione dei volontari piemontesi accompagnati dall’Assessore regionale alla Protezione Civile marco gabusi

 

 

 

“So quanto è benemerita la vostra opera e mi piace ricordare quanto bene avete fatto durante la recente pandemia, soprattutto nelle sue fasi più acute”. Papa Francesco ha salutato così i Volontari del Servizio Nazionale di Protezione Civile accolti oggi in udienza in Vaticano, tra i quali era presente anche la delegazione del Piemonte accompagnata dall’Assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte.

Dopo aver encomiato l’operato dei volontari il Papa ha voluto condividere con i presenti tre spunti di riflessione e di azione che partono dalla missione di ‘protezione’ del Corpo: protezione dall’isolamento sociale, dai disastri ambientali e attraverso la prevenzione.

Proprio quest’ultima indicazione di protezione ‘attraverso la prevenzione’ rappresenta la grande sfida della Protezione Civile Piemontese, che si è distinta negli anni per la sua capacità di intervento durante le emergenze fino a essere considerata la migliore d’Italia. Un tema caro all’Assessore regionale alla Protezione Civile, che ha stretto la mano al Papa portandogli i “saluti da Asti” e, nonostante i pochi attimi a disposizione, ha ricevuto uno sguardo e un sorriso di approvazione.

 

Sono oltre 18 mila i volontari piemontesi della Protezione Civile organizzati in 450 Associazioni e 450 Gruppi Comunali, dei quali più di 9 mila fanno parte del Coordinamento Regionale Protezione Civile Piemonte, oltre ai gruppi di AIB Antincendi Boschivi, ANC Associazione Nazionale Carabinieri, ANA Associazione Nazionale Alpini, ANPASS Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze e Croce Rossa. Un esercito di pace, come viene spesso definito, che, come ha sottolineato l’Assessore piemontese alla Protezione Civile, si è rivelato la realtà più avanzata e completa nella gestione del rischio in Italia. Dopo la tragica esperienza dell’alluvione del 1994 il Coordinamento piemontese si è infatti strutturato ed è cresciuto fino a diventare la migliore Protezione civile del Paese. La competenza e l’esperienza hanno permesso di affrontare le alluvioni del 2019 e del 2020 con una macchina di soccorso eccellente che ha consentito di mettere in sicurezza i territori e salvare numerose vite umane. Dal 2020 l’esperienza di tutta la struttura unita all’incredibile impegno dei volontari si è rivelata determinante anche nella lotta contro la pandemia.

 

A chiusura dell’incontro Papa Francesco ha incoraggiato i volontari a continuare l’opera di bene tra i più bisognosi, secondo la testimonianza del patrono San Pio da Pietralcina, accompagnando il saluto con la benedizione a tutti i presenti e alle loro famiglie.

 

Le mani sulla città

IL COMMENTO Di Pier Franco Quaglieni

 

Il prof. Quaglieni

Dal 24 maggio al 7 giugno per le riprese del filmFast X” il divieto di transito nelle vie e nei corsi di Torino sarà a volte totale, altre volte parziale e riguarderà anche i pedoni e le biciclette oltre le odiate automobili. Due settimane di lavorazione per dieci giorni consecutivi di blocchi anche a sorpresa che genereranno il caos. Capisco che il Comune sia alla ricerca frenetica di soldi per cedere il suolo pubblico,ma in primis ci sono i diritti dei cittadini e di chi lavora. Non tutti possono bighellonare perché hanno il reddito di cittadinanza. Il discorso della promozione turistica è marginale, se si guarda da vicino l’assurdo blocco della città, forse approvato se non voluto dall’ineffabile assessor* Foglietta. Verranno inoltre vietati i permessi di sosta sulle strisce blu nelle vie limitrofe. Hanno dato in affitto la città per dieci giorni ad un colosso del cinema. Questa e’ la verità. Anche le aree taxi verranno spostate.Persino la navigazione sul Po verrà bloccata. Sono interessati la Crocetta, corso Massimo d’Azeglio,viale partigiani dietro a piazza Castello, la zona Crimea,i ponti sul Po,Lungo Po Cadorna, piazza Vittorio, piazza CLN ,via Tasso, via Milano ecc. L’elenco è molto più lungo. Vogliono costringere i torinesi a tornare ad essere dei bugia nen nel senso peggiore. Capisco tutti i discorsi di rilancio dell’immagine di Torino, ma queste operazioni in passato si facevano in agosto. Sono senza memoria i nostri amministratori. D’accordo che via XX settembre è stata bloccata per quasi un anno e che questo fatto è passato nell’indifferenza generale.  Ma lasciar mettere le mani sulla città da un’ impresa privata e’ un grave errore e uno schiaffo ai torinesi che lavorano. Signor Sindaco intervenga, per ridurre al minimo i gravi disagi annunciati ,visto che il disastro e’ fatto.  Grazie.

Sgominata la banda dei furti negli appartamenti

I  carabinieri  hanno sgominato una banda albanese, responsabile di 14 furti e 3 rapine in abitazione, commessi nelle province di Alessandria, Asti, Cuneo e Pavia, sul finire del 2021. A carico di 4 uomini – 2 ancora ricercati – ordinanza di custodia cautelare in carcere. Invece  per 2 donne è stato deciso l’ obbligo di dimora nel comune di Alessandria, con divieto di allontanamento e permanenza domiciliare notturna.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Croce Verde premia i volontari a 115 anni dalla fondazione

 

Medaglia d’oro “Olivetti” all’intero Corpo Militi per il grande lavoro durante la pandemia e

Premio “Scifo” a Massimo Melis, esempio di professionalità e gentilezza

La Pubblica Assistenza Anpas Croce Verde Torino il 22 maggio al Teatro Alfieri di Torino ha celebrato il suo 115° anniversario di fondazione con la premiazione dei 1.400 volontarie e volontarie alla presenza del sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, del presidente Croce Verde Torino, Mario Paolo Moiso, del presidente Anpas Piemonte, Andrea Bonizzoli, del prefetto di Torino, Raffaele Ruberto, dell’assessora Comunale, Giovanna Pentenero, del vicepresidente del Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Torino e consigliere regionale Silvio Magliano, dei sindaci dei comuni dove hanno sede le sezioni distaccate della Croce Verde Torino e delle autorità cittadine e regionali.

Alla cerimonia al Teatro Alfieri erano inoltre presenti le consorelle Anpas Croce Verde Rivoli, Croce Bianca Orbassano, Volontari del Soccorso di Caravino e la Croce Verde di Verbania; oltre la Croce Rossa Italiana Comitato Regionale Piemonte e la Croce Rossa di Torino.

Mario Paolo Moiso, presidente Croce Verde Torino: «Centoquindici anni è già storia, ma per noi non è storia, è una tradizione e una grande festa. Oltre 1.400 volontari e circa 100 dipendenti che si ritrovano per ricordare che ci siamo sempre. Il volontariato per noi è una grande risorsa, anzi oggi è stata anche l’occasione per invitare altri volontari a venire con noi. La ricchezza del nostro Ente sono le persone che danno il loro tempo a disposizione della collettività. Ringraziamo non solo i volontari e i dipendenti, ma anche le loro famiglie e i loro amici che ogni tanto sono d’accordo a rinunciare alla loro presenza, per permettergli di fare questo servizio assolutamente ineguagliabile per il territorio».

 

Il presidente Anpas Piemonte, Andrea Bonizzoli: «Sono felice di essere presente alla celebrazione del 115° Anniversario della Croce Verde Torino in rappresentanza delle altre 81 associazioni Anpas del Piemonte e dei restanti 9mila volontari, per ringraziare tutti i volontari e le volontarie di Croce Verde Torino che, dal 1907, sono sempre al servizio della Città e del territorio, soprattutto in questi due anni di grande lavoro e fatica; con questa pandemia non si sono mai sottratti, anzi si sono dedicati ancora di più al servizio della comunità».

Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo: «Il 115° Anniversario di Fondazione della Croce Verde Torino è per tutta la Città un giorno di festa. La presenza della Croce Verde, dei volontari che da tanti anni accompagnano le grandi iniziative della Città, oltre che il pubblico soccorso, sono per noi motivo di grande orgoglio e soprattutto riportano al centro il valore della gratuità del volontariato come elemento qualificante la cittadinanza. Ed è proprio questa l’anima di Torino fatta di donne e uomini che hanno disponibilità di poter fornire un po’ del loro tempo e delle loro capacità al servizio per gli altri. Quindi, davvero un buon compleanno alla Croce Verde di Torino».

Dopo i saluti istituzionali in video dal presidente onorario Croce Verde Torino, Paolo Emilio Ferreri e dal presidente nazionale Anpas, Fabrizio Pregliasco si sono svolte le premiazioni.

Un momento di festa condiviso con le volontarie e i volontari che hanno maturato una pluriennale e continuativa attività di servizio. Per 65 anni di servizio attivo medaglia a Rocco Galetto, per 64 anni di servizio attivo medaglia a Teresio Merlo, per 52 anni di servizio attivo medaglia a Gian Beppe Gatti, per 51 anni di servizio attivo medaglia a Giorgio Merlino, per 50 anni di servizio attivo medaglia a Giuliano Tondo e Pier Mario Rosso.

Croce Verde Torino ha conferito la Medaglia d’oro “Olivetti”, la più importante onorificenza prevista dalle sue norme costitutive, all’intero Corpo Militi, intendendo esprimere piena gratitudine a tutte le volontarie e i volontari che, dovendo fare fronte all’emergenza provocata dalla pandemia, hanno garantito senza alcuna interruzione le attività di soccorso e trasporto dei malati con la consueta efficienza, capacità e serietà professionale. «Lo slancio di tutti gli appartenenti al Corpo Militi, – si legge nella motivazione – unito alla loro capacità di adattarsi a condizioni di servizio del tutto nuove e particolarmente impegnative, ha consentito di superare una sfida rivelatasi per molti aspetti impegnativa, mantenendo la piena efficienza dei servizi di assistenza agli infermi che da sempre incarnano i valori di solidarietà della Croce Verde Torino».

Il Premio “Scifo” è stato conferito a Massimo Melis in quanto ha fatto molto per la Croce Verde Torino, ben più di quanto sia necessario nell’ambito di un rapporto di lavoro; per questo tutte le componenti dell’Associazione hanno desiderato testimoniare il loro ricordo e la vicinanza ai suoi familiari attraverso questo riconoscimento. Massimo Melis ha sempre dimostrato disponibilità per le esigenze dei pazienti, dei colleghi e dei volontari, offrendo un grande esempio di professionalità, gentilezza e attenzione che rimarrà sempre nel cuore di chi lo ha conosciuto.

La Medaglia “Stroppiana” con la quale la Croce Verde Torino intende attestare pubblicamente la propria riconoscenza nei confronti di chi ne ha supportato l’attività con contributi economici o materiali, particolarmente preziosi nei tempi difficili che stiamo tutti vivendo è andata all’azienda Lavazza SpA e alla socia Croce Verde Torino, Ivana Pellissetti.

Croce Verde Torino in collaborazione con Cus Torino (Centro Universitario Sportivo Torino), organizzatore di Just The Woman I Am, ha omaggiato i propri soci con un termos celebrativo che permetterà di finanziare un progetto di ricerca sul cancro dell’Università di Torino.

In occasione del 115° anniversario di fondazione al Teatro Alfieri è stata inoltre presentata la nuova campagna di comunicazione per la ricerca di volontari.

Oggi i volontari soccorritori della Croce Verde Torino sono oltre millequattrocento, organizzati in squadre notturne e diurne che affiancano circa 100 dipendenti, senza dimenticare la Squadra di Montagna, attiva da 95 anni per il soccorso sulle piste da sci e la Scuola guida per conducenti mezzi di soccorso “Luigi Vigna – Ilario Naretto”.

La Croce Verde Torino aderente all’Anpas, Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze grazie ai suoi 1.432 volontari, di cui 590 donne, e 100 dipendenti effettua oltre 78mila servizi annui. Si tratta di trasporti in emergenza urgenza 118, prestazioni convenzionate con le Aziende sanitarie locali, assistenza sanitaria a eventi e manifestazioni sportive con una percorrenza di oltre 1.400.000 chilometri. La Croce Verde Torino conta cinque sedi operative distaccate nei comuni di Alpignano, Borgaro-Caselle, Ciriè, San Mauro Torinese e Venaria Reale, dispone di 55 ambulanze, 5 mezzi attrezzati al trasporto disabili e 20 autoveicoli per servizi socio sanitari e di protezione civile. Dal 1907 insieme ai cittadini nello spirito di “Ci siamo sempre … Incontriamoci mai”.

L’Anpas Comitato Regionale Piemonte rappresenta oggi 82 associazioni di volontariato con 10 sezioni distaccate, 10.425 volontari (di cui 4.062 donne), 5.753 soci, 640 dipendenti, di cui 71 amministrativi che, con 436 autoambulanze, 226 automezzi per il trasporto disabili, 261 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile e 2 imbarcazioni, svolgono annualmente 534.170 servizi con una percorrenza complessiva di 17.942.379 chilometri.

“Il 36% degli infermieri desidera lasciare il proprio luogo di lavoro”

L’INDAGINE RIGUARDA ANCHE TORINO E IL PIEMONTE

Sanità, Nursing Up De Palma: e di questi il 33% medita di lasciare addirittura la professione. 

Gli autorevoli dati che emergono dall’indagine condotta dallo studio RN4CAST (Registered Nurse forecasting in Europe) raccontano e soprattutto asseverano in modo schiacciante le nostre denunce sulla preoccupante condizione di disagio degli infermieri italiani, giunta drammaticamente sull’orlo di un baratro».

«Vivono un vero e proprio tormento interiore. Lo stress fisico e psicologico cresce ogni giorno di più, fino a diventare un macigno insostenibile, fino a condurli ad una decisione estrema che anni prima non avrebbero mai immaginato di poter prendere.

Si trovano di fronte ad una valorizzazione economica lontana anni luce, con uno stipendio che li relega addirittura alle soglie della povertà nel nostro paese, con la spada di Damocle dei rincari e dell’inflazione che, negli ultimi mesi, a fronte di retribuzioni ferme al palo da anni, non ha fatto altro che aggravare in modo esponenziale il disagio quotidiano che li affligge.

E poi ci sono le aggressioni subite nelle corsie da parte dei pazienti e dei parenti dei pazienti, che scatenano, su di loro, una rabbia incontrollata, una furia cieca, come in un incubo senza fine, con la totale mancanza di sicurezza nei luoghi dove lavorano, a causa di un sistema che non tutela in alcun modo i suoi professionisti migliori, quelli che i paesi stranieri vicini fanno a gara per assumere.

Cosa sta accadendo? Vi stiamo raccontando di quello “il quadro a tinte fosche” della vita di ogni giorno dei nostri infermieri italiani, prima di tutto uomini e donne, e poi professionisti, coloro che hanno combattuto gli ultimi due anni faccia a faccia con la morte, e che non hanno avuto un minimo di esitazione nello scegliere tra anteporre la salute dei cittadini rispetto alla loro.

Ebbene oggi, molti, moltissimi di loro, stanno decidendo di abbandonare la nostra nobile professione.

Noi lo denunciamo da 2 anni ormai, in tutte le piazze, ed ora lo asseverano gli autorevoli dati che emergono dall’indagine effettuata dallo studio della RN4CAST, (Registered Nurse forecasting in Europe), che tra i tanti Paesi su cui ha lavorato, ha effettuato sondaggi anche in Italia, lasciando emergere numeri e contenuti davvero preoccupanti.

In Italia il 36% degli infermieri dichiara di voler lasciare il luogo di lavoro entro 12 mesi; di questi il 33% dichiara di voler lasciare addirittura la professione, dato che corrisponde a circa l’11% del campione generale. Sono dati che riguardano una tendenza confermata anche da studi successivi effettuati in altri paesi del mondo, compresi gli Stati Uniti».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Gli infermieri impegnati nei nostri servizi, nei nostri reparti del servizio sanitario nazionale, vessati quotidianamente da una organizzazione che non li valorizza da tempo immemore, che non li considera, che li relega amaramente all’ultimo posto, meditano legittimamente, in un primo momento, di cambiare luogo di lavoro, chiedendo, magari, all’inizio, ad esempio, di lasciare il caos dei pronto soccorsi per trasferirsi in reparti dove sperano che le condizioni di lavoro possano essere meno stressanti e più dignitose per la loro professionalità.

Accade, però, che la maggior parte dei nostri professionisti si rende conto, dopo un po’ di tempo, anche secondo nostre indagini che portiamo avanti da tempo e che corroborano lo studio di cui parliamo, che nonostante i loro spostamenti ben poco è destinato a cambiare. Ed ecco che, quando si conferma il disagio dell’inadeguatezza nel riconoscere le loro qualità di professionisti da parte di un sistema sempre più lontano rispetto alle esigenze legittime degli operatori sanitari di casa nostra, si passa in quell’altra percentuale di chi vuole abbandonare addirittura e per sempre la nostra sanità, decidendo in modo irrevocabile di cambiare vita.

Siamo al 33%, un dato pauroso, preoccupante, che deve far tremare, soprattutto se si pensa che in Italia già mancano 85000 infermieri.

Fattori fondamentali di questa pericolosissima disaffezione che si genera negli infermieri italiani, tanto da condurli a dimissioni irrevocabili e volontarie, sono quelli che denunciamo da anni, ovvero organizzazioni manageriali inesistenti, condizioni economiche e contrattuali in alcun modo dignitose, stress che arriva allo spasimo fino ad arrivare ad esplodere in malattie vere e proprie come la sindrome di bourn-out.

Eccoli, e non sono certo solo questi, i fattori dell’abbandono della professione infermieristica, oltre a stipendi che non sono più in grado, per molte famiglie di operatori sanitari, di reggere l’impatto con i nuovi contraccolpi della crisi.

Arriviamo fino alla nostra recentissima denuncia sugli straordinari non pagati e sulle decine di giorni di ferie messe nel dimenticatoio e negate da mesi, con le nostre battaglie che porteranno gli infermieri, inevitabilmente, dagli ospedali alle aule dei tribunali.

Chiediamoci allora, come faceva il celebre professore Bellavista, personaggio partorito dalla mente dell’indimenticato genio di Luciano De Crescenzo, se davvero vale la pena vivere in questo modo. La risposta è amaramente scontata!», chiosa De Palma.

Il dolore degli amici al funerale del motociclista

Ieri hanno  partecipato decine di motociclisti presso la chiesa della Madonna della Fiducia e di San Damiano a Nichelino, ai funerali di Sebastiano Rosa, il meccanico 54enne morto domenica scorsa a Carmagnola in un incidente stradale. Nello Diabolik, così era chiamato dagli amici, apparteneva al gruppo di centauri Tre Merli Sotto Shock. I partecipanti hanno legato alle moto  un nastro rosso per chiedere maggior sicurezza e porre fine alle morti sulle strade.

Si sente male in casa, muore a 44 anni

E’ morto il 44enne Alessandro Di Stefano, dipendente della Westport Fuel Systems Italia di Cherasco. Attore non professionista, appassionato di montagna, molto conosciuto nel Cuneese, è stato colto da malore ieri nella propria abitazione a Cuneo in via Valle Bronda. Lascia la moglie Daniela, i figli Jacopo, Gioele e Arianna Catlina, i genitori, i fratelli e i nipoti.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Frecce tricolori per il raduno dei Bersaglieri

A conclusione del 69° Raduno Nazionale Bersaglieri Cuneo 2022,, domenica 22 maggio, un’imponente colonna di migliaia di bersaglieri sfilerà da via Roma a corso Nizza attraversando piazza Galimberti al passo dalle travolgenti note delle 55 fanfare presenti. Il culmine si terrà in corso Dante dove è prevista la resa degli onori alle autorità, mentre il deflusso è previsto in piazza Europa. Verso le 12.30, il Comitato Organizzatore e il Sindaco Federico Borgna consegneranno la “stecca”, strumento simbolico dei raduni dei bersaglieri, al Comitato Organizzatore e al Sindaco di La Spezia, che ospiterà il Raduno 2023. L’evento si concluderà con il passaggio delle Frecce Tricolori che solcheranno per la prima volta il cielo della città di Cuneo.

L’Esercito italiano al Villaggio del Giro

Nella splendida cornice di Piazza Vittorio Veneto di Torino, l’Esercito Italiano è stato presente al “villaggio rosa” in occasione della 14ma tappa del Giro d’Italia.

Il personale dell’info-point, avvicinato da numerosi giovani, ha fornito informazioni sui concorsi della Forza Armata e ha risposto alle curiosità dei ragazzi e delle ragazze sulle carriere e sulle opportunità di lavoro e di studio offerte dall’Esercito.