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Furto con scasso nella sede di Sicurezza e Lavoro. Attivata una raccolta fondi

Nella notte tra il 23 e il 24 agosto, probabilmente verso le 5 del mattino, una o più persone si sono introdotte nel Centro San Liborio – FabLab Pavone Torino gestito da Sicurezza e Lavoro in via Bellezia 19 a Torino in locali della Circoscrizione 1 della Città di Torino, sfondando una finestra e danneggiando un altro infisso.

 

 

Ingenti i danni. Oltre a serramenti, armadi e arredi danneggiati, sono stati rubati una decina di notebook di Sicurezza e Lavoro, compresi quelli ricevuti in donazione dalla Circoscrizione 1, utilizzati in particolare per le attività di coding con bambine e bambini promosse dal FabLab di Sicurezza e Lavoro, attrezzature elettroniche (Arduino, Raspberry, ecc) e 4 notebook, una bici e altri beni dell’associazione Eco dalle Città, che opera presso il centro con importanti progetti di recupero del cibo invenduto nei mercati, con il coinvolgimento di giovani migranti.

Monili in oro nell’imbottitura del casco

I fatti accaduti nei giorni scorsi

Sono passate da poco le 14 quando la pattuglia del commissariato Centro nota un soggetto, cittadino italiano di 19 anni, impennare sul proprio scooter al centro del viale in corso Vigevano. I poliziotti fermano il giovane e lo controllano. Dai primi accertamenti risulta sprovvisto di patente di guida, mai conseguita, e di copertura assicurativa sul veicolo.

Nel corso della perquisizione, gli agenti trovano un sacchettino di plastica, occultato nell’imbottitura del casco, contenente 5 collanine d’oro. Il diciannovenne non è in grado di indicare la provenienza dei monili, verosimilmente provento di furto. Con precedenti di Polizia per furto con destrezza, il reo è stato denunciato per ricettazione. Inoltre, in merito alle violazioni del Codice della Strada, è stato deferito per guida senza patente e sanzionato per la mancata copertura assicurativa.

Muore schiacciato da una lastra di cemento imprenditore ex sindaco

DALLA VALLE D’AOSTA 

Sandro Pepellin,  aveva 70  anni, era imprenditore edile ed ex sindaco del comune valdostano di Jovencan: è morto ieri per un incidente sul lavoro.

L’uomo è stato  schiacciato da una lastra di cemento che stava scaricando in un cantiere per la costruzione di un B&B. E’ stato portato  in gravi condizioni all’ospedale di Aosta, ma è deceduto poco dopo il ricovero.

E’ invece in prognosi riservata l’operaio che stava lavorando con lui. Il cantiere è ora sotto sequestro.

Lite per l’irrigazione: minacce con coltello e catena di ferro

Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale  i carabinieri hanno arrestato tre persone.

A Torino, nel quartiere Nizza Millefonti, è finito in manette un cittadino senegalese che durante un controllo finalizzato a reprimere lo spaccio di sostanze stupefacenti ha inghiottito delle dosi di droga che teneva nascoste nel cavo orale ed ha contestualmente provato ad aggredire i militari del Nucleo Radiomobile che lo stavano identificando.
A Bosconero, nell’hinterland torinese, i militari delle Stazioni di Volpiano e Montanaro sono dovuti intervenire presso un fondo agricolo in quanto il proprietario, classe 1967, a seguito di una lite nata per l’indebito utilizzo delle acque per irrigazione, aveva malmenato con dei pugni ed aveva minacciato con un coltello e una catena in ferro il responsabile della gestione delle acque del consorzio comunale di Rivarolo.
Prontamente giunti sul posto, anche i militari dell’Arma sono stati aggrediti dall’imprenditore agricolo, il quale è stato in breve immobilizzato.
Infine a Bardonecchia i carabinieri della locale Stazione hanno arrestato un cittadino rumeno che ha tentato di aggredirli ed ha danneggiato la vettura di servizio durante un controllo effettuato in quanto, sotto l’effetto dell’alcol, stava arrecando disturbo sulla pubblica via.

In auto col bilancino di precisione

Scatta la perquisizione, trovato stupefacente nel bagagliaio

 

Mercoledì sera, personale appartenente al Commissariato Mirafiori e San Paolo effettua un posto di controllo in corso Massimo d’Azeglio. Gli operatori fermano un’auto con  bordo un uomo e una donna, che si dimostrano molto nervosi; è chiaramente percepibile un acre odore di marijuana. Gli agenti, pertanto, procedono alla perquisizione personale dell’autista, un cittadino italiano di 59 anni con precedenti per  stupefacenti. All’interno della sua  tracolla, rinvengono un bilancino di precisione, due pezzi di sostanza stupefacente, la somma di 400 € in contanti. Anche la donna, all’interno della borsa ha una scatolina contenente alcuni frammenti di hashish; gli agenti controllano allora il vano bagagli: qui, rinvengono 3 panetti di hashish di 100 grammi ciascuno. A casa della donna, verranno sequestrati altri 35 grammi di cannabinoidi e materiale utile al confezionamento delle dosi. I due cittadini italiani sono stati tratti in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.  

Proseguono i lavori sulla Statale di Ceresole

Proseguono gli interventi di ripristino della pavimentazione attivati da Anas sulla rete stradale rientrata nel perimetro di gestione statale a maggio. 

Le lavorazioni stanno interessando la statale 460 “di Ceresole” per un tratto di circa 5 km all’altezza di Leinì. Per consentire l’esecuzione dei lavori il tratto è chiuso al traffico tra gli svincoli di Leinì (km 1,750) e Lombardore (km 6,650), con circolazione deviata in entrambe le direzioni sulla viabilità locale limitrofa (SP10 e SP267).

Il completamento dei lavori, finalizzato a elevare il livello di servizio della strada ex provinciale, è previsto entro metà settembre.

(foto archivio)

 “Gli infermieri,  ridotti all’osso, non possono fare  i controllori del green pass”

“Con la disposizione che impone il controllo del Green Pass e contestualmente del documento di identità, oltre alla rilevazione della temperatura e alla raccolta dei fogli dell’indagine clinico anamnestica, per accedere alle strutture sanitarie e agli ospedali, in molte aziende sanitarie Piemontesi è stato demandato il controllo di tali documenti al personale infermieristico”, afferma il sindacato Nursing Up.

 Accade ad esempio all’Asl di Asti e all’Asl di Alessandria dove tale incombenza rischia di generare un sovraccarico ingestibile su personale già ridotto all’osso, diminuito anche per i turni ferie in atto, che sicuramente sottrae tempo all’assistenza dei pazienti e alle normali incombenze del reparto.

Il Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, chiede che venga immediatamente messa in atto una strategia diversa, organizzando in modo alternativo tali controlli, liberando di conseguenza gli infermieri in modo che essi possano tornare a dare seguito in modo continuativo alle necessità di cura e assistenza dei pazienti per le quali sono qualificati.

Il Segretario regionale del Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri assieme al Segretario provinciale del Nursing Up di Alessandria e Segretario Aziendale di Asti, Enrico Mirisola, sottolineano: “Bisogna essere chiari fin da subito: non si tratta di una questione di ruolo o di mansioni e nemmeno una critica al Green Pass. I colleghi continuano e continueranno a operare per quanto loro possibile, con il massimo impegno per garantire livelli di cura eccellenti nelle strutture e un accesso sicuro di coloro che entrano negli ospedali. Ma, semplicemente, viste le enormi carenze di personale che colpiscono le aziende sanitarie piemontesi, e visti i carchi di lavoro su turni sempre più massacranti per le incombenze legate alle necessità di assistenza e cura dei pazienti, che già normalmente vengono affrontati da personale enormemente risicato nei numeri, ci piacerebbe sapere in che modo gli infermieri e i professionisti della sanità possano trovare il tempo di fare anche i controllori. Attendiamo fiduciosi che presto questa situazione venga risolta con la programmazione di alternative che non facciano ricadere anche l’onere dei controlli del green pass con le relative incombenze burocratiche, sugli infermieri e i professionisti della sanità”.

Chiuso locale per violazioni della normativa Covid

Un accurato controllo straordinario del territorio, effettuato giovedì pomeriggio nell’area di competenza del Comm.to San Secondo da personale della Polizia di Stato, con ausilio di operatori del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte, delle unità cinofile e della Polizia Municipale di Torino, ha condotto all’arresto di due giovanissimi cittadini italiani. I due, di 22 e 23 anni, spacciavano insieme all’interno dei giardini pubblici di via San Marino 119. Sul posto, gli agenti sequestravano al ventiduenne 27 grammi di hashish; mentre a casa del ventitreenne rinvenivano e sequestravano 250 grammi di cannabinoidi. Lo stupefacente si presentava già suddiviso in dosi da smerciare, che i due ragazzi, nelle chat telefoniche, chiamavano “birre” per non destare sospetti.

Inoltre, gli agenti hanno controllato 2 esercizi pubblici. Un kebab pizzeria di corso Orbassano, sanzionato per 800 € per la mancata esposizione del cartello indicante la capienza massima consentita all’interno, nonchè per la mancata sanificazione dei locali; l’esercizio è stato chiuso provvisoriamente per 5 gg., sino al ripristino delle condizioni previste. Ad un ristorante bar sito invia San Secondo, invece, sono state comminate sanzioni per 1516 € in quanto il frigorifero ero privo del manometro e mancava la tabella dei prezzi dei prodotti e bidoni idonei per la raccolta rifiuti.

Durissima diffida del sindacato dei Carabinieri (Unarma): no al Green Pass per le mense di servizio

Il Segretario Generale di UNARMA, Associazione Sindacale Carabinieri, Antonio Nicolosi, ha inviato una diffida al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri,

al Ministero della Difesa, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Garante della Privacy affinchè non si richieda presso le mense di servizio l’esibizione delle certificazioni verdi, “sulla scorta delle illegittime ed arbitrarie circolari emesse” e si provveda a risarcire i danni patrimoniali patiti dai lavoratori a causa della grave discriminazione subita sul luogo di lavoro…

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Il dolore della comunità per il papà di una bimba morto in moto

Era sulla sua moto quando ha perso il controllo per cause da accertare ed è morto a soli 36 anni, Mattia Aurigemma. Abitava  a Ciriè, e si trovava sul Col de Larche, in Francia quando si è verificato  un incidente mentre stava prendendo  una curva. Il cordoglio della comunità locale è grande anche perché Mattia era papà di una bambina piccola.