CRONACA- Pagina 879

Il Questore sospende la licenza di un bar per 10 giorni

In data 1 giugno 2022, il Questore di Torino, ha sospeso, ai sensi dell’art. 100 TULPS, la licenza di un bar, sito in corso Vercelli 3 bis, nel cuore del quartiere “AURORA”.

Il provvedimento, adottato con estrema tempestività, è scaturito a seguito di un intervento delle Volanti del Commissariato “Dora Vanchiglia”, richiesto per sedare un litigio all’interno e davanti al bar, quest’ultimo, peraltro, spesso teatro di schiamazzi e disturbo della quiete pubblica, anche per l’uso smodato di sostanze alcooliche da parte degli avventori.

Negli ultimi dieci giorni il bar è stato sottoposto a controllo di polizia altre due volte, durante controlli straordinari del territorio, ed in tali occasioni sono stati controllati gli avventori del locale, alcuni dei quali gravati da precedenti di polizia. In particolare, il 25 maggio u.s. tra le fioriere del dehor di pertinenza del bar è stata rinvenuta sostanza stupefacente del tipo hashish, oltre ad alcune dosi di cocaina pronte per essere smerciate.

Tenuto conto del consumo incontrollato e molesto di sostanze alcoliche di alcuni degli avventori, del verificarsi dei gravi litigi all’interno del locale, come già avvenuto nei mesi scorsi, il Questore ha ritenuto che il locale costituisca fonte di concreto e attuale pericolo per la sicurezza dei cittadini, dei consociati e degli avventori, con indubbi riflessi negativi sull’ordine pubblico.

Pertanto, ha disposto, ai sensi dell’art. 100 Testo Unico leggi Pubblica Sicurezza, la sospensione dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande all’interno del bar che rimarrà chiuso per 10 giorni a decorrere dal 1 giugno 2022.

All’esercizio era già stata sospesa la licenza nel dicembre del 2017, sempre per 10 giorni, perché all’interno era stata trovata sostanza stupefacente e gli avventori erano gravati da precedenti di polizia.

 

Confagricoltura sulla peste suina: perché non si abbattono i cinghiali?

 

Enrico Allasia: a 150 giorni dallo scoppio dell’emergenza pochi risultati concreti, torniamo a chiedere un consiglio regionale aperto sull’argomento

 

“Apprezziamo l’impegno delle istituzioni, ma al tempo stesso evidenziamo che occorre osservare tutte le procedure previste per la gestione dell’emergenza da peste suina africana: sono passati 150 giorni dal ritrovamento del primo animale infetto e risultati tangibili sul fronte degli abbattimenti dei cinghiali,  purtroppo, non ne vediamo“.

Enrico Allasia, presidente Confagricoltura Piemonte, intervenendo sull’avvio dei lavori per la sistemazione della recinzione per limitare i movimenti dei cinghiali e, di conseguenza, il propagarsi della peste suina africana, sottolinea come “il problema debba essere affrontato in modo più incisivo: la scoperta di un nuovo focolaio in provincia di Roma non può essere messo in connessione allo spostamento di cinghiali dalla zona infetta di Piemonte e Liguria, per cui occorre intensificare la vigilanza e capire come mai la malattia si stia estendendo in questo modo”.

Confagricoltura Piemonte torna sul tema dell’eccessiva proliferazione dei selvatici, che causano danni all’agricoltura e rappresentano un veicolo per la trasmissione di malattie.

Le recinzioni, come è previsto dal manuale ministeriale per l’emergenza peste suina africana https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_1670_10_file.pdf , rappresentano una delle misure da applicare nella zona infetta, ma occorrono anche altri interventi.

Il manuale per l’emergenza prevede che “al di fuori della zona di sorveglianza (o zona addizionale di sorveglianza), la caccia al cinghiale si svolge come da normativa venatoria e senza alcuna restrizione. Tuttavia la complessiva strategia di eradicazione prevede un ingente sforzo di depopolamento da operarsi sia tramite cacciatori sia tramite operatori abilitati in dipendenza dell’organizzazione locale. Un’efficace opera di depopolamento – è scritto nel manuale del Ministero della Sanità – si raggiunge quando vengono abbattuti il doppio dei cinghiali abbattuti normalmente durante l’attività venatoria”.

“Questo significa – spiega Allasia – che entro la fine dell’anno si dovranno abbattere almeno 50.000 cinghiali, ma i numeri che ci ha fornito la Regione al riguardo sono sconfortanti. Perché non si abbattono i cinghiali? Abbiamo chiesto un consiglio regionale aperto sull’argomento, ma al momento delle forze politiche non abbiamo ancora ottenuto risposte. Ribadiamo che occorre un piano straordinario di interventi urgenti, per non compromettere una filiera che in che interessa 1.400 allevamenti in Piemonte, per un valore complessivo a livello nazionale di oltre 8 miliardi di euro”.

 

La scuola non è una spiaggia: preside vieta infradito e pantaloncini corti

Una circolare della preside dell’istituto  comprensivo «Cosola» di Chivasso vieta abbigliamenti non consoni con l’ambiente scolastico: basta infradito, pantaloncini striminziti e minigonne. La dirigente già nei giorni scorsi aveva invitato alunni e personale docente ad indossare un abbigliamento adeguato in classe. Anche a causa del caldo, alcuni studenti si sono però  presentati in aula con sandali e bermuda. Da qui la circolare ufficiale.

Un’altra ciclista investita da un’auto

Dopo l’incidente verificatosi nei giorni scorsi a Torino, dove una ragazza è stata investita da una vettura, senza conseguenze fortunatamente, per cause ancora da accertare un’auto si è scontrata con una bici  guidata da una donna in via Piave a Novara. La ciclista è caduta sull’asfalto riportando alcune ferite. E’ intervenuta l’ambulanza che ha condotto la signora al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore.

E’ morto il “papà’” dell’associazione disabili

A 85 anni è morto il pinerolese Giovanni Libanore, fondatore e presidente di Agoda, nota associazione che seguiva  i disabili intellettivi e relazionali che si dedicano allo sport.   Agoda nasce con il nuoto, successivamente ha aggiunto il judo e i corsi di cucina.  Libanore, molto conosciuto nella zona, era stato albergatore in Liguria ed ex dirigente delle mense Fiat.

Tra una settimana la Giornata della prevenzione Lilt

TORINO. LILT: APPUNTAMENTO CON PREVENZIONE ONCOLOGICA SABATO 11 GIUGNO IN PIAZZA CASTELLO
Sarà una grande giornata interamente dedicata alla prevenzione oncologica quella che sabato 11 giugno la Lilt, in collaborazione con
l’Esercito Italiano e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, ha organizzato in Piazza Castello, a
Torino.
Dalle 10 alle 18, chiunque fosse interessato a sottoporsi ad una visita potrà farlo del tutto gratuitamente nei tendoni da campo forniti dall’Esercito che occuperanno la piazza.
Numerosi saranno gli specialisti a disposizione in arrivo dalla Città della Salute e della Scienza di Torino : pneumologi, dermatologi, senologi, otorinolaringoiatri e biologi nutrizionisti.
“La prevenzione oncologica – spiega la Presidente della Lega per la Lotta contro i Tumori di Torino e biologa nutrizionista, Donatella Tubino – è il pilastro su cui si fonda tutta l’attività della nostra associazione. Sappiamo bene quanto uno screening preventivo e uno stile di vita sano siano fondamentali per ridurre la probabilità che compaia un tumore”.
“Per due anni, purtroppo – aggiunge Tubino -, le visite specialistiche hanno subito un brusco stop a causa della pandemia. Anche noi della Lilt, pur avendo ripreso a fornire controlli gratuiti appena è stato possibile, abbiamo dovuto lavorare in modalità ridotta per ragioni di sicurezza. Ora che tutto sta gradualmente tornando alla normalità, abbiamo deciso di metterci al servizio della cittadinanza organizzando questo grande evento”.
L’appuntamento con la prevenzione è, dunque, fissato per sabato 11 giugno, dalle 10 alle 18, in Piazza Castello a Torino. Le modalità per usufruire dei servizi saranno molto semplici: basterà presentarsi il giorno stesso, senza alcuna prenotazione, presso i punti di registrazione per le varie specialità e attendere il proprio turno per sottoporsi alle visite.

Scontro tra furgone e camion, bilancio drammatico di quattro morti

Quattro persone sono morte  e due sono i feriti nello scontro frontale tra un furgone e un camion avvenuto a Strevi (Alessandria) nella zona dell’Acquese. I feriti in codice rosso sono stati trasportati agli ospedali di Torino e Alessandria. L’incidente, le cui modalità sono al vaglio delle forze dell’ordine, è avvenuto sulla statale 30.

Quattro feriti nello scontro tra auto e ambulanza

Incidente all’incrocio tra i corsi Grosseto, Ferrara e Molise a Torino. Un’ambulanza  della Croce Reale di Venaria e una Toyota Yaris si sono scontrate. La conducente  dell’auto ha ferite in codice giallo, invece due volontari dell’ambulanza e il paziente, un ragazzino, che stavano trasportando sono stati portati in codice verde al Maria Vittoria.

Preleva 500 euro: la derubano con la scusa della gomma sgonfia

Una donna a Nichelino è salita in auto dopo aver prelevato 500 euro al bancomat. La malcapitata ha  messo  la borsa sul sedile del passeggero e uno  dei due malviventi che l’hanno avvicinata  si è sporto al finestrino dicendo che una gomma era  sgonfia. I ladri hanno fatto  scendere la donna dall’auto per distrarla e uno dei due ha rubato la borsa con il denaro.

Case di Riposo, Diocesi e Comuni chiedono alla Regione Piemonte 4 interventi urgenti

Il documento è stato presentato nel corso di un triplice incontro svoltosi a Cuneo, Alba e Pinerolo

Un momento dell’incontro svoltosi a Pinerolo con i sindaci del territorio alla presenza del Vescovo Mons. Derio Olivero

“I tre incontri rivolti ai primi cittadini dei Comuni sede di case di riposo, che abbiamo appena organizzato a Cuneo, Alba e Pinerolo, a cui sono intervenuti anche i Vescovi delle rispettive Diocesi, sono stati molto positivi. Ci hanno dato infatti modo di fare chiarezza sulla situazione reale che stiamo vivendo e dare consapevolezza agli amministratori locali che le misure finora ventilate dalla Regione Piemonte non sono sufficienti ad evitare il rischio di tracollo dell’intero sistema. I sindaci e gli assessori intervenuti, hanno ben percepito la gravità del quadro generale e si sono resi disponibili a farsi da tramite con i loro colleghi che non hanno potuto partecipare, affinché tutti sottoscrivano il documento rivolto alla Regione Piemonte contenente alcune puntuali richieste di intervento sulle residenze per anziani che abbiamo preparato. Nel mentre accogliamo con favore la disponibilità ad incontrarci il prossimo 9 giugno arrivata dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Il dialogo è la strada migliore per provare a risolvere i problemi ed evitare di dover ricorrere ad altre forme di protesta”. Questa l’analisi della situazione unanime condivisa a caldo all’indomani del triplice appuntamento organizzato lunedì 30 e martedì 31 maggio dall’Associazione provinciale cuneese Case di Riposo pubbliche e private, dalle Diocesi di Cuneo, Fossano, Alba, Saluzzo, Mondovì, Pinerolo e dalla Diaconia Valli Valdesi.

In provincia di Cuneo le strutture RSA e RA sono 152 in tutto, per un totale di 7.416 posti letto di cui 6.395 occupati (86%). Di questi 4.653 sono accreditati ma solo 2.042 occupati da pazienti convenzionati (44%), con una lista di attesa di 1.380 posti letto convenzionati RSA. Le strutture della provincia di Cuneo hanno 4.600 dipendenti diretti, a cui se ne aggiungono 1.350 circa di indiretti, per fatturato annuo complessivo di 202 milioni di euro, di cui il 76% sono retribuzioni.

Nel distretto pinerolese dell’ASL TO3 vi sono 23 RSA, per un totale di circa 1.600 posti letto, dei quali 1.118 accreditati. Solo il 49% di questi ultimi risulta occupato da pazienti convenzionati. Complessivamente le RSA pinerolesi danno lavoro a circa 1.450 persone. Il loro fatturato annuo complessivo corrisponde a circa 50 milioni di euro e 35 milioni circa l’ammontare delle retribuzioni.

Nel documento indirizzato al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, all’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi e all’assessore alla Programmazione socio-assistenziale e socio-sanitaria Maurizio Marrone, i rappresentanti delle case di riposo avanzano 4 richieste di intervento specifiche e concrete, precisamente: un intervento economico urgente e straordinario per far fronte all’eccezionale aumento dei costi relativi alle forniture energetiche ed ai dispositivi di sicurezza per l’emergenza Covid-19, oltre quanto già sottoscritto nell’accordo dello scorso 10 maggio; l’adeguamento Istat delle rette riconosciute dalla Regione alle RSA, bloccate dal 2013, ben oltre il 3,9 % in fase di deliberazione da parte della Regione; l’incremento del budget per aumentare il numero dei posti letto in convenzione, con conseguente vincolo di destinazione di spesa; l’esclusione dal calcolo della tariffa, per le famiglie che pagano la retta intera (che sono circa il 57% del totale), del costo del direttore sanitario e del personale sanitario.“La situazione finanziaria delle case di riposo -concludono – , già fortemente provata da due anni di pandemia, sta subendo un grave contraccolpo per effetto dell’aumento dei costi per l’assunzione di personale sanitario e socio-sanitario, per la fornitura di DPI e per gli screening, per l’acquisto delle attrezzature sanitarie, nonché a causa del notevole aumento delle spese relative alle utenze, che per la luce e per il gas è di circa il 100% e che equivale per le strutture della provincia di Cuneo ad costo aggiuntivo di 5/6 milioni di euro all’anno e per le RSA pinerolesi di 1,2/1,3 milioni di euro all’anno. Permane il grosso problema della carenza degli infermieri che sono stati dirottati a causa della pandemia presso le Asl e gli ospedali e che abbiamo bisogno che ritornino al più presto presso le nostre strutture. Di questo passo saremo costretti a chiudere”.