CRONACA- Pagina 714

Dai beni confiscati alle mafie 900 mila euro per i Comuni

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Il Consiglio regionale ha approvato ieri all’unanimità – nel trentesimo anniversario dell’omicidio a Palermo del giudice Paolo Borsellino e della sua scorta – una deliberazione di sostegno ai Comuni per la gestione dei beni confiscati alla mafia. Il testo è stato illustrato in Aula dall’assessore Maurizio Marrone

Alle 16.58 l’Aula del Consiglio regionale ha osservato un minuto di silenzio in ricordo di Paolo Borsellino e della sua scorta composta dagli agenti: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi e Claudio Traina.

La delibera approvata prevede lo stanziamento di 900mila euro su due anni (2022 e 2023) a favore dei Comuni, per riutilizzare beni immobili confiscati alla mafia. Oltre le finalità già previste dalla legge del 2007 (emergenza abitativa, accoglienza rifugiati, progetti socio assistenziali ed educativi, presidio del territorio con punti di accoglienza e di informazione, agricoltura sociale) con il nuovo provvedimento viene aggiunta la possibilità di utilizzare gli immobili confiscati per uffici, comandi e alloggi per gli operatori di polizia locale.

Oltre alla delibera sono stati approvati all’unanimità anche due ordini del giorno collegati.
Il documento a firma Diego Sarno (Pd) chiede che ogni anno vengano emanati i bandi previsti dalla legge regionale 14/2007 per l’erogazione di contributi ai Comuni ed agli enti del Terzo Settore per il riutilizzo dei beni immobili confiscati alla mafia.
L’ordine del giorno presentato da Paolo Bongioanni (FdI), sottolineando l’impegno della Giunta regionale in questo campo, chiede che anche per l’anno 2024 siano stanziati 450mila euro di contributi tesi al recupero dei beni confiscati alle mafie.

Al dibattito hanno partecipato anche i consiglieri: Giorgio Bertola (presidente della Commissione Legalità che ha dato ieri parere favorevole alla delibera), Domenico Rossi (Pd), Diego Sarno (Pd), Silvio Magliano (Moderati), Marco Grimaldi (Luv), Paolo Ruzzola (Fi).

Guerra alla sosta selvaggia: le multe non perdonano

A Moncalieri la Polizia municipale ha deciso negli ultimi tempi di adottare la linea dura  facendo multe a tutti coloro che parcheggiano in modo “selvaggio”, bloccano il passaggio  dei mezzi pubblici, sostano negli stalli per disabili e impediscono al traffico il regolare flusso. Molte sanzioni vengono effettuate su indicazione  dei cittadini attraverso chiamate al centralino dei vigili urbani per segnalare automobilisti indisciplinati.

Fiat Panda sbatte contro le auto e si ribalta di fronte all’ospedale

All’ora di pranzo di oggi una Fiat Panda il cui conducente per motivi da accertare ha perso il controllo della guida è andata a sbattere contro le  auto parcheggiate nel controviale di corso Turati a Torino, di fianco all’ospedale Mauriziano. La vettura si è ribaltata su un fianco e sono intervenuti i vigili del fuoco per liberare il conducente. L’uomo è stato portato in ospedale per le lesioni non gravi che ha subito.

Finisce al Cto donna ustionata da candela antizanzara

Le fiamme sono scaturite da una candela antizanzara caduta a terra in un appartamento di via Sant’Antonio da Padova a Torino . Questa avrebbe incendiato la tenda della doccia dove si trovava una donna. È stata ricoverata al Cto per le ustioni ma non è in pericolo di vita. 

Addio a Ezio Gribaudo

E’ morto a 93 anni Ezio Gribaudo. Pittore, editore, artista di fama internazionale, collaboro con Miro’ e Chagall. Vi riproponiamo un articolo sulla mostra dedicatagli nel 2019 a Torino in occasione dei suoi 90 anni

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“Ezio 90”, l’esposizione delle tre grandi tele risorgimentali realizzate dal Maestro

 

“Bacon, il Caravaggio del Novecento, non capiva il Risorgimento, ma disse che questi quadri sono intriganti”: così Ezio Gribaudo, fra i più importanti protagonisti della scena culturale e artistica contemporanea, raccontava, in un’intervista rilasciata qualche anno fa, rispetto alle tre opere monumentali da lui realizzate per il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino, in occasione del Centenario dell’Unità d’Italia. E c’è da giurarci che il lusinghiero giudizio dato alle sue opere dal celebre pittore d’origine irlandese (fra i più amati e “seguiti” da Gribaudo) abbia allora reso particolarmente felice l’artista torinese, che, di certo, avrà accolto oggi con pari gioia la bella idea dello stesso Museo di Palazzo Carignano, di esporre al pubblico, per festeggiare i suoi magnifici 90 anni (compiuti giovedì scorso 10 gennaio), le tre grandi tele a soggetto risorgimentale, ospitate in “Sala Codici” fino al prossimo 27 gennaio. “Appartengo ad una generazione che del Risorgimento – sono sempre parole di Gribaudo – ha ancora sentito l’eco e respirato le atmosfere nei racconti dei propri nonni. Così quando l’allora direttore del Museo Piero Pieri mi propose il tema, accettai con il piacere di incontrare la storia per restituirla tramite il linguaggio interdisciplinare dell’arte visiva”. E la sua è storia priva d’ogni retorica; non storia di gran blasone, di nomi illustri e di inarrivabili icone della lotta per la libertà, ma di umili eppur nobilissimi “gregari”, figli di un popolo (e il popolo stesso) pronto a morire per ideali mai barattabili, neppur dinanzi al sacrificio della morte. C’è “carne viva e dolorante”, ci sono alcuni fra i momenti più cruciali della nostra lotta risorgimentale nell’epica triade pittorica esposta al Museo Nazione del Risorgimento, in cui si ricordano fatti determinanti come le Cinque Giornate di Milano – “Sollevazione del popolo a Milano” – la morte dei martiri di Belfiore (il primo gruppo di patrioti italiani condannati all’impiccagione fra il 1852 e il 1855 a Mantova) – “Gli impiccati di Belfiore”– e l’uccisione dell’eroe del Cadore “Pier Fortunato Calvi”, giustiziato nel 1854 a Lunetta nel Mantovano e glorificato anche dal Carducci nell’ode “Cadore”.

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Quadri da leggersi come una sorta di toccante preludio ai suoi poetici straordinari “Teatri della Memoria”, inaugurati alla fine degli anni Novanta e fra le tappe fondamentali di un lungo viaggio artistico (di ricerca e sperimentazione costante) che dura ormai da oltre sessant’anni, partito dai primi quadri giovanili influenzati dalla Scuola di New York, per passare ai “flani” e ai “logogrifi” (vincitori del Premio per la Grafica alla XXXIII Biennale di Venezia nel 1966), e poi ancora ai “metallogrifi”, ai “saccogrifi” e ai simboli del Concilio, ai Cieli, ai Dinosauri e alle Piramidi, con balzi ingegnosi e funambolici fra Futurismo e Surrealismo non meno che fra Metafisica dechirichiana e Reade-Made (alla Burri e Fontana) o fra Cubismo e Pop Art ed Espressionismo Astratto. Strade molteplici, non mai dimentiche delle antiche lezioni “luministico-spaziali” di un Piero della Francesca o della perfetta capacità di sintesi armonica di un Mantegna; strade molteplici per un fine percorso che è pur sempre di assoluta e geniale singolarità. Singolarità di bizzarria e di ingegno. Singolarità di intuizione. Singolarità preziosa di cifre narrative e stilistiche che mantengono sempre, nella varietà dei toni e dei linguaggi, un’irrinunciabile poetica visionarietà. Nei tre quadri risorgimentali, esposti per festeggiare i 90 anni del Maestro, colpisce il segno marcato che incide con poderosa spigolosità le immagini. Ci sono evidenti richiami a Goya e a Bacon nel terrifico spazio vuoto in cui penzolano gli impiccati di Belfiore, contrariamente alla convulsa folla di uomini e donne e cavalli che stipano in toto la drammatica scena della “Sollevazione del popolo a Milano”. Meno concitato, ma non meno coinvolgente, il grido forte e coraggioso che pare uscire dalla tela dedicata a “Pier Fortunato Calvi”. Pagine ancor oggi di grande attualità, perché “l’arte – precisa Gribaudo, insignito nel 2003 della medaglia d’oro ai benemeriti della Cultura e dell’Arte dall’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, – è vita e non può restare troppo ferma nei luoghi deputati”. Il che vale anche per queste tematiche risorgimentali “che possono interagire– sottolinea l’artista – anche fuori dagli spazi museali per dialogare con la gente e continuare così a raccontare un Risorgimento senza età”.

Gianni Milani

Il Questore sospende la licenza di un bar per 10 giorni

Nella mattina di sabato 16 luglio  il Questore di Torino,  ai sensi dell’art. 100 TULPS,  ha sospeso la licenza di un bar, ubicato in Torino, Corso Vercelli,  sito nel quartiere Aurora, frequentato da numerosi avventori, italiani e stranieri,  che rimarrà chiuso  per giorni 10 decorrenti dal  16 luglio 2022.

E’ il secondo locale a subire il provvedimento cautelare del Questore nel quartiere Aurora nel giro di un mese, a dimostrazione che alta è l’attenzione della Questura verso i disagi rappresentati dai residenti del quartiere.

E’ stato ritenuto  che il locale costituisca fonte di concreto e attuale pericolo per la sicurezza dei cittadini, con indubbi riflessi negativi sull’ordine pubblico.

L’esercizio  si  trova in una zona ove i residenti hanno presentato numerosi  esposti a causa dei frequentatori dei locali che insistono nella via (schiamazzi, liti, risse).

Il provvedimento è stato adottato al termine  di serrati controlli operati in particolare nel mese di giugno e fino al 9 luglio  da personale del Commissariato “Dora Vanchiglia”, in collaborazione con gli Agenti del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte messi a disposizione della Questura per rinforzare il dispositivo di controllo del territorio,  durante i quali sono stati identificati tra gli avventori del locale molti   gravati da precedenti di polizia.

 E’ la seconda volta che il locale subisce una sospensione della licenza nel giro di due anni: la precedente risale al giugno 2020 scaturita dal fatto che alcuni avventori,  dediti al gioco di azzardo, sono stati scoperti da un blitz di Agenti della Polizia di Stato.

Controlli nella movida torinese Verifiche in cinque locali, due sanzionati

Nella notte fra sabato e domenica, personale della Polizia di Stato ha coordinato un servizio straordinario interforze disposto con ordinanza del Questore nelle zone del centro cittadino maggiormente interessate dalla movida, in particolare nei quartieri Vanchiglia (via Balbo, Piazza Santa Giulia, Piazza Vittorio Veneto),  San Salvario e nell’area del Quadrilatero Romano.

 

Complessivamente, sono state identificate circa 50 persone e controllati 5 esercizi pubblici. Nei confronti di 2 locali sono state elevate altrettante sanzioni amministrative (una per inquinamento acustico e una per vendita di bevande in bottiglie di vetro oltre l’orario consentito).

Un cittadino marocchino, irregolare sul territorio nazionale, è stato accompagnato presso l’ufficio immigrazione e al termine dei dovuti accertamenti sono state avviate nei suoi confronti le procedure volte alla espulsione dal territorio nazionale.

Il cordoglio dell’Accademia Albertina per la scomparsa di Gribaudo

Con grande tristezza comunichiamo la scomparsa avvenuta il 18 luglio 2022, all’età di 93 anni, di Ezio Gribaudo, Presidente Onorario dell’Accademia Albertina, artista di fama internazionale, padre della nostra Presidente Paola Gribaudo.

Ezio Gribaudo, la cui arte ha portato in alto il nome di Torino nel mondo, è stato un artista in grado di rivendicare sempre la sua autonomia di giudizio e di pensiero, il rigore di un percorso artistico sincero e consapevole, pronto al dialogo ed al confronto.

Gribaudo nasce a Torino nel 1929, svolge gli studi al Liceo Artistico e, per un breve periodo, all’Accademia di Brera, per passare poi alla Facoltà di Architettura al Politecnico di Torino.

L’artista si è contraddistinto per uno sperimentalismo eclettico, in sintonia con le istanze più avanzate dell’avanguardia novecentesca, rivendicanti una stretta relazione tra arte e vita.

Il suo percorso artistico può essere sintetizzato, da un lato, da due simboli della modernità rinascimentale: Gutemberg e Piero della Francesca. Il primo, inventore dell’”uomo tipografico”, rende Gribaudo conscio dell’importanza della diffusione del libro e della cultura, il secondo è l’artista colto ed ermetico per eccellenza, campione dell’uso antropocentrico e volumetrico della prospettiva, testimone del suo tempo ma di pari pronto a celare il reale dietro la magia del simbolo e la sospensione metafisica dell’immagine.

Infatti da un lato Gribaudo porterà avanti con grande successo un’attività e di editore di libri d’arte di alto livello, di cui sarà valida prosecutrice la figlia Paola, mentre il suo percorso di sperimentatore artistico, corroborato dalla frequentazione dei grandi maestri del Novecento, come Lucio Fontana, Pablo Picasso, Jean Dubuffet, Henry Moore, Francis Bacon, per citarne alcuni, lo porterà dapprima a cimentarsi con originali prove tra Informale e pop, con un costante sotteso richiamo al classico, poi ad elaborare dei “brand” di lavoro che rimarranno costanti nel tempo, come i “Logogrifi”, i “Metallogrifi”, i “Teatri della Memoria”, i “Dinosauri” , in una iconografia in bilico tra presenza ed assenza, tra immagine ed astrazione.

Ezio Gribaudo è stato uno degli artisti italiani più attivi a livello internazionale nel secondo Novecento: innumerevoli le sue partecipazioni a prestigiose rassegne pubbliche e private e le onorificenze ricevute. La sua morte coincide con la pubblicazione di una ampia autobiografia pubblicata da Skira “La Bellezza ci salverà”.

Il suo esempio di artista geniale, aperto, autenticamente cosmopolita, sempre disponibile all’ascolto ed al confronto, rimarrà saldo nella memoria dell’Accademia Albertina.

La camera ardente, per un ultimo saluto al maestro, sarà allestita nel Salone d’Onore dell’Accademia Albertina, mercoledì 20 luglio dalle h. 10 alle h 13.

I funerali si svolgeranno giovedì 21 luglio alle h. 10.30 presso la Chiesa della Gran Madre a Torino.

Il Direttore

Edoardo Di Mauro

I Vice Direttori

Laura Valle

Salvo Bitonti 

Nascondevano la cocaina nel cruscotto dell’auto: otto arresti

Nel corso di un’operazione dei Carabinieri di Torino sono state effettuate misure cautelari nei confronti di sei italiani e due albanesi che, secondo gli investigatori, gestivano lo spaccio di cocaina tra la Valle di Susa e l’area occidentale di Torino. Gli arrestati avrebbero  ricoperto differenti ruoli all’interno del gruppo, dal grossista, alla distribuzione, ai venditori al dettaglio e spacciatori di piccolo calibro. Due degli arrestati di oggi sono fratelli albanesi. La droga, nascosta nel cruscotto delle auto, arrivava da Milano con un corriere.

Il meccanico non gli ripara l’auto: lo prende a colpi di machete

Un uomo di 35 anni, arrabbiato perché da giorni il meccanico non gli riparava l’auto, si è presentato a casa sua, ad Avigliana, e lo ha ferito a una mano e al collo a colpi di machete. Riferisce la notizia il quotidiano Repubblica nelle cronache torinesi. Il meccanico è stato ricoverato in condizioni serie all’ospedale San Luigi, ma non è in pericolo di vita. L’uomo, un brasiliano, non ha voluto dare le generalità dell’aggressore che è stato però identificato e arrestato dai carabinieri.