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CRONACA- Pagina 702

Auto contro camion, schianto mortale: vittima una donna

Una donna di 68 anni di Asti è morta  in un incidente frontale avvenuto sulla provinciale 7 a Pollenzo. La sua auto, una Lancia Y, si è scontrata con un camion cisterna all’altezza della Pedaggera, località a poca distanza dalla frazione in direzione di Cherasco. Coinvolto anche un furgone, ma l’autista ha riportato solo contusioni. Sul posto il 118 e i Vigili del fuoco di Alba.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Semaforo antismog: prosegue il livello 0 (zero). In vigore le misure strutturali

Sulla base dei dati previsionali sulla qualità dell’aria forniti da Arpa Piemonte è stato confermato il livello 0 (bianco) delle misure antismog.

Fino a venerdì 27 gennaio 2023 – prossimo giorno di controllo – resteranno pertanto in vigore le sole misure strutturali di limitazione al traffico.

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, verranno comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entreranno in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi dai blocchi è disponibile alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaam

“Legàmi Familiari”, nuova comunità residenziale per persone con disabilità

Inaugurazione pubblica, il27 gennaio 2023 alle ore 16, di una nuova comunità residenziale per persone con disabilità a Torino, presso i locali della “Fabbrica del Chinino” in Via Taggia 25/A.

“Legàmi Familiari” è la seconda comunità aperta dalla Cooperativa Paradigma sul territorio della Circoscrizione 8. I suoi numeri: 380 mq, 10 posti per residenti fissi con disabilità medio-grave,  2 posti come pronto intervento, 15 operatori (educatori e O.S.S.), 0 barriere architettoniche.

Sarà un momento di condivisione e festa per un’intera comunità. Parteciperanno le famiglie, i ragazzi e gli operatori dei servizi per la disabilità della Cooperativa, i volontari, le associazioni e gli amici che hanno sostenuto il progetto nei 3 anni di lavori, i rappresentanti delle istituzioni cittadine e territoriali e gli operatori dei Servizi sociali e sanitari.

Saranno presenti all’inaugurazione, tra gli altri, l’Assessore alle Politiche Sociali della Città di Torino Jacopo Rosatelli e il Presidente della Circoscrizione 8 Massimiliano Miano.

Perquisizioni al centro sociale Askatasuna

Dalle prime ore di questa mattina è in corso una perquisizione presso il centro sociale occupato Askatasuna di Torino. La Digos, nell’ambito dell’inchiesta sull’associazione a delinquere, sta sequestrando materiale idoneo ad organizzare iniziative di autofinanziamento quali casse, mixer, luci e bevande. Askatasuna, infatti, nel mese di  ottobre, nonostante il divieto aveva organizzato un concerto bloccando un tratto del controviale di corso Regina Margherita, dove si trova l’edificio occupato. Alcuni attivisti erano stati multati  per un totale di oltre duecentomila euro.

Al via i lavori di valorizzazione dei parchi e dei boschi collinari di Torino

Sono iniziati in questi giorni gli interventi di cura e di valorizzazione dei parchi e dei boschi collinari di proprietà della Città di Torino, finanziati con fondi REACT EU PON METRO.

 

La collina di Torino (includendo il Parco del Po), riconosciuta nel 2015 Riserva Uomo e Biosfera (MaB) dell’Unesco, conta oltre 900 ettari di boschi (circa un terzo di proprietà comunale) e una rete di sentieri che si estende per oltre 70 km. “Un capitale ambientale unico, dalle potenzialità in buona parte ancora inespresse, che l’Amministrazione ha intenzione di valorizzare – ha dichiarato l’assessore al Verde Pubblico e presidente del MaB UNESCO Collina Po, Francesco Tresso -. Il censimento aggiornato dei boschi di proprietà comunale, la redazione di un Piano Forestale Aziendale a cui è seguita nel 2022 la certificazione FSC (Forest Stewardship Council), sono tasselli di una strategia di valorizzazione della collina torinese nell’ottica di una gestione responsabile finalizzata all’incremento della produzione di benefici ambientali, i cosiddetti servizi ecosistemici, e a migliorare la fruizione di questi spazi da parte di tutti i cittadini”.

 I lavori, il cui completamento è previsto per il prossimo autunno, comprendono interventi di miglioramento selvicolturale dei boschi, con operazioni di diradamento e di contenimento delle specie esotiche, di cura del patrimonio arboreo e degli arredi nei principali parchi collinari (Maddalena, Leopardi, Europa, San Vito), includendo anche le aree boschive (Panoramica) limitrofe alla viabilità collinare. Si interverrà inoltre su alcuni sentieri collinari molto frequentati (i numeri 16, 26, 29) con il ripristino del fondo, la rimozione di alberi morti o pericolanti presenti sui bordi e altre lavorazioni idonee a migliorarne la fruizione da parte di escursionisti, runner e ciclisti.

“Si tratta di un progetto articolato – aggiunge l’assessore Tresso – e auspico che gli interventi che stiamo realizzando possano innescare ulteriori risorse e azioni, e che anche altri enti proprietari di aree boschive, possano attivare iniziative simili”.

Alcuni dei sentieri che saranno oggetto degli interventi attraversano particelle private. In questi casi, qualora si riscontrassero alberi pericolosi, si procederà con il taglio (ai sensi dell’art. 22 comma 3 del Regolamento attuativo della L.R. 28 febbraio 2010 n.12) in un’ottica di salvaguardia della pubblica incolumità, con il rilascio del legname che potrà essere prelevato dai privati.

Le aree di cantiere saranno segnalate, delimitate e presidiate come da normativa, e in corrispondenza dei sentieri la percorribilità sarà temporaneamente limitata.

Con le stesse modalità si interverrà anche nel comune di Val della Torre, dove la Città di Torino è proprietaria di quasi 80 ettari di boschi.

Tutti gli interventi sono stati autorizzati dall’Ente di gestione delle Aree Protette del Po piemontese e dalla Commissione Locale per il Paesaggio.

Vauda: “tagliare i confini del parco indebolisce il controllo dei cinghiali”

Un possibile ridimensionamento della Riserva naturale della Vauda, chiesto dal Comune di Vauda Canavese, potrebbe peggiorare la gestione dei cinghiali e rendere meno efficaci le azioni di depopolamento che, in quel territorio, oggi hanno almeno un ente deputato: l’ente di gestione dei parchi reali che ha in carico La Mandria, Stupinigi e, appunto la Riserva della Vauda.

Di questo tema si è parlato in un incontro tra i vertici di Coldiretti Torino, rappresentati dal presidente Bruno Mecca Cici, il direttore Andrea Repossini e il vicedirettore Giancarlo Chiesa, e l’Ente Parchi Reali con la direttrice Stefania Grella e il comandante dei guardiaparco Massimo Crovini.

«Il parco della Mandria – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – ha una lunga esperienza di abbattimenti di cinghiali e dispone di personale impegnato in questo specifico compito di cui riconosciamo l’alta professionalità, le ottima capacità organizzative e l’aggiornamento tecnologico. Per noi agricoltori la presenza sul territorio di operatori così preparati (guardiaparco e selecontrollori del Parco) va incrementata e non inibita».

In base alle possibilità offerte da una legge regionale, il Comune ha infatti chiesto di restringere i confini della Riserva sottraendo 140 ettari all’attuale parco. L’area rimarrebbe vincolata anche se classificata non più come “parco” ma come Zona Speciale di Conservazione. Con questa classificazione il personale del parco non potrebbe più intervenire perché il territorio sarebbe fuori dalla giurisdizione dell’Ente Parchi Reali. Il depopolamento dei cinghiali sarebbe affidato ai cacciatori dell’Ambito territoriale di caccia ma con molte limitazioni rispetto alle possibilità attuali di intervento. Intanto, agli agricoltori non verrebbero più consegnate le gabbie di cattura di proprietà dell’Ente parco. Poi, gli abbattimenti con la caccia ordinaria sarebbero limitati ai mesi di caccia (mentre ora è possibile effettuare interventi tutto l’anno); sarebbero vietati gli interventi nelle ore notturne; sarebbe vietato l’uso di fonti luminose o di sensori termici. Inoltre, il metodo della braccata in una ZSC è limitato dall’utilizzo di soli quattro cani ed è obbligatorio l’uso di munizioni senza piombo che possono essere utilizzate solo con fucili adatti, armi di nuova concezione che non sono ancora molto diffuse tra i cacciatori.

Inoltre, è possibile che le attività di caccia al cinghiale nella nuova ZSC siano sottoposte all’approvazione preventiva in base a piani di incidenza per evitare l’impatto sulla fauna protetta.

«La nostra esperienza di agricoltori che tutti i giorni e le notti vivono sulla propria pelle il problema dei cinghiali ci insegna che i cacciatori da soli non bastano per effettuare un efficace depopolamento. Chiediamo semmai un coordinamento tra i vari soggetti che sono deputati alle catture e agli abbattimenti per migliorare sempre più le attività di controllo. Non ci convincono soluzioni che limitano le possibilità di intervento».

Fori dal territorio protetto della Vauda l’ammontare dei danni riconosciuti alle attività agricole è quasi il triplo dei danni verificati nel parco. La Vauda è quindi soprattutto un’area di rifugio e riproduzione del cinghiale che negli ultimi anni è diventato sempre più prolifico arrivando addirittura ad aumentare, ogni anno, del 200% le popolazioni.

«I cinghiali che trovano rifugio nei boschi della Vauda, di notte, vanno a devastare i campi di mais e i prati delle aziende agricole che si trovano soprattutto fuori dall’area protetta. Se dovesse mancare un efficace controllo nel bosco i nostri agricoltori sarebbero ancora più colpiti con danni alle produzioni pregiate degli allevamenti da carne e latte e agli agriturismi della zona. Al contrario, chiediamo un coordinamento tra enti che gestiscono la fauna selvatica dentro e fuori la Riserva e un maggiore impiego delle gabbie distribuite agli agricoltori. Le gabbie, secondo l’esperienza degli operatori del Parco, si stanno rivelando il sistema più efficace per catturare e abbattere i cinghiali».

Coldiretti Torino chiede anche che venga avvita al più presto la bonifica della cosiddetta Zona Rossa delle Vaude, l’area compresa nell’ex poligono militare che oggi è totalmente interdetta a chiunque, compresi e guardiaparco, dove non può essere effettuato nessun contenimento faunistico.

«Non è possibile che una porzione così ampia di parco non sia gestibile. Chiediamo che i terreni siano definitivamente ceduti dal Demanio alla Regione e che venga avviata al più presto la bonifica. Siamo al fianco dei Comuni che si sono proposti per gestire questo spazio naturale con progetti che valorizzino le potenzialità legate ai prodotti agricoli, all’escursionismo e al cicloturismo».

Uomo morto sul bus nel deposito di Torino

È probabilmente un senzatetto l’uomo trovato morto ieri su un bus nel deposito Gtt di corso Tortona. Il conducente del mezzo della linea 21 pensava che il passeggero si fosse addormentato sugli ultimi sedili. Con sé aveva un cartone di vino. Sono poi giunti la  polizia e il medico legale, che ha constatato il decesso per cause naturali. L’età della vittima, priva di documenti, è sui 30-35 anni.

Il patrigno imputato per la morte della piccola Fatima: “Chiedo scusa alla bambina“

“Chiedo scusa alla bambina, è un dolore che porterò sempre dentro di me”. Queste le parole oggi in Corte d’assise di Ahzar Mohssine al processo in cui è imputato per la morte di Fatima, di quattro anni, precipitata da un balcone in via Milano il 13 gennaio 2022.  Il patrigno deve rispondere di omicidio volontario. Lui sostiene che si trattò di incidente.

Ragazza 17enne gravemente ferita nell’incidente. Pirata della strada scappa

Ha causato  un incidente in strada Genova a Moncalieri, dove è rimasta ferita in modo grave una ragazza di 17 anni. L’uomo è poi scappato a piedi. Dopo qualche ora  si è presentato al pronto soccorso dell’ospedale Santa Croce dove c’erano i carabinieri che cercavano riscontri sull’incidente avvenuto in mattinata. I militari si sono insospettiti e hanno capito che si trattava del “colpevole”. Lo hanno denunciato per omissione di soccorso, ritirato la patente e sequestrata la vettura.

Mistero sulla morte di un geometra di 40 anni

Aveva solo 40 anni il geometra di Biella morto in ospedale. Si pensava a un infarto ma sono stati trovati  oppiacei in quantità notevole trovati nel sangue. L’uomo non aveva mai fatto uso di droghe. Ora è stata disposta l’autopsia per stabilire le cause del decesso.
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