A Torino, durante la scorsa settimana, nell’ambito dei controlli disposti da Comando Gruppo Tutela Salute Milano, i Carabinieri del N.A.S. di Torino, unitamente a personale dell’A.D.M. e ai militari delle Stazioni Carabinieri territorialmente competenti, Torino Monviso e Torino San Salvario, hanno eseguito diverse verifiche presso gli esercizi pubblici denominati “shisha bar”.
I militari del N.A.S. di Torino hanno sequestrato complessivamente Kg 1,230 di melassa per narghilè, poiché detenuta, priva di autorizzazione rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (A.D.M.) di Torino.
Due i titolari delle attività segnalati all’Autorità Amministrativa.
Rapina alle Poste: individuato uno degli autori
I Carabinieri di Torino hanno individuato uno degli autori della rapina all’ufficio postale di Caselle, avvenuta lo scorso 16 gennaio. È un 44enne del luogo che è stato indagato a piede libero per rapina aggravata in concorso. Secondo la ricostruzione degli investigatori, sarebbe una delle due persone che sono entrate nelle Poste a volto coperto e armate di pistola e coltello a serramanico. Bottino, meno di duemila euro.
Il termovalorizzatore del Gerbido ha accolto una numerosa delegazione dell’ente Nazionale Sordi (ENS) di Torino, confermando la sua vocazione all’inclusività e all’apertura di tutti i tipi di pubblici.
La visita, resa possibile grazie al supporto di un interprete LIS, ha coinvolto oltre cinquanta partecipanti che hanno potuto seguire l’intero percorso, dalla presentazione introduttiva al sopralluogo negli spazi degli impianti in modo chiaro e partecipato. L’esperienza è stata arricchita da materiali visivi e infografiche che hanno facilitato la comprensione del processo di termovalorizzazione.
TRM si conferma così un punto di riferimento per la trasparenza e il dialogo con il territorio, offrendo visite su misura per scuole, enti, associazioni, con particolare attenzione però alle esigenze di ogni interlocutore. A testimoniarlo anche i numeri. Nel solo 2024 l’impianto ha infatti ospitato circa 2900 persone per visite didattiche a scuole di ogni ordine e grado, associazioni, professionisti, stakelholder territoriali.
Mara Martellotta
Dove sono gli scrutatori?
L’approssimarsi dei referendum del prossimo mese di giugno (e delle elezioni amministrative in alcuni Comuni) ripropone l’annoso problema delle defezioni di quanti vengano incaricati di svolgere la funzione di scrutatori (e Presidenti) nei seggi elettorali.
Vi sono appositi elenchi, nei quali ci si può iscrivere ma che vengono solitamente alimentati in autonomia dai Comuni, ai quali si attinge poi per formare gli equipaggi dei vari seggi.
Soprattutto negli ultimi anni si assiste al fenomeno dell’astensionismo (o dell’assenteismo, se preferite) mettendo così a rischio la formazione delle singole sezioni; malattie improvvise e assenze ingiustificate obbligano il Ministero dell’Interno a correre ai ripari reclutando in fretta i sostituti necessari, anche precettando dipendenti comunali.
Facciamo un passo indietro: negli anni 80, quando cominciai a votare, gli scrutatori erano designati dai vari partiti cosicché ogni partito, se non altro per vigilare che non venissero lesi i propri interessi, proponeva il numero necessario di componenti.
Successivamente vennero istituiti gli elenchi comunali, nei quali potevano iscriversi tutti i cittadini dai 18 anni in su.
Qualche anno fa, almeno a Torino, la precedenza nell’incarico di scrutatore venne data ai disoccupati pensando in tal modo, l’Amministrazione, di risolvere un minimo i problemi economici dei designati.
Fu l’inizio della fine: defezioni enormi, abbandoni durante le operazioni di voto misero in luce la difficoltà di coniugare senso civico, possibilità di guadagno e organizzazione di un diritto-dovere.
Vedremo quest’anno come andrà: certamente si nota, ogni giorno di più, la mancanza di senso civico e di voler partecipare, anche in un aspetto collaterale al voto, alla vita politica del Paese.
Vigilare sul corretto svolgimento del voto e, soprattutto, sullo spoglio delle schede significa garantire al Paese il rispetto della volontà degli elettori; io fin dal 1981 (appena diciottenne, in concomitanza col primo voto) ho sempre prestato servizio come scrutatore tranne durante il servizio militare, quando non mi chiamarono e con la riforma dei disoccupati descritta sopra. Ora si assiste ad una diserzione di massa, inspiegabile da qualsiasi parte la si guardi.
A chi presti servizio come scrutatore (o segretario) viene riconosciuto un compenso di 120 euro per 2 giornate di lavoro; nel caso si svolgano anche elezioni amministrative il compenso è notevolmente superiore. Se consideriamo, dunque, l’aspetto economico rinunciare a tale possibilità significa rinunciare a permettersi una cena per due, un week end da solo o un libro di testo universitario.
Se, guardando all’aspetto civico, pensiamo che è dovere di ognuno di noi garantire la democrazia, il regolare svolgimento delle elezioni, e svolgere incarichi amministrativi allora, a maggior ragione, non si comprende il perché di tale defezione di massa.
E’ vero che l’assenteismo ai seggi si osserva tanto tra gli elettori quanto fra i componenti dei seggi e, dunque, pare essere un fenomeno sociale ancora da studiare; di certo è che occorre arginare, se non sia possibile risolverlo, il fenomeno.
Perché continuiamo a usare schede cartacee e matite, anziché consultare un monitor e apporre una scelta digitale? Sarebbe sufficiente avere due sistemi separati, uno che verifichi se l’elettore ha titolo per votare e l’altro che raccolga il voto, non connessi tra di loro per evitare di abbinare l’elettore al suo voto, con sistemi che ormai qualsiasi azienda informatica può realizzare.
Così facendo si potrebbero unire due sezioni rendendo sufficienti 3-4 componenti, anziché 10, ed il problema sarebbe arginato.
Siamo sicuri di voler risolvere la questione? A chi non conviene?
Sergio Motta
Caro direttore,
come associazione Amici di Lazzaro di Torino, che da 25 anni lotta contro la tratta di esseri umani e la liberazione di centinaia di donne vittime della prostituzione per sfruttamento ma anche per fragilità e disperazione riteniamo che l‘introduzione di un codice ATECO per i presunti “servizi sessuali a pagamento”, anche se formalmente motivata dall’esigenza di allinearsi ai codici europei, rappresenti un segnale culturale profondamente sbagliato e inaccettabile.
Tale codice non è applicabile in Italia, poiché il favoreggiamento della prostituzione continua a essere un reato. Tuttavia, il solo fatto che la prostituzione venga classificata come attività economica legittima all’interno di un sistema di codici ufficiali costituisce già di per sé una forma di normalizzazione di uno sfruttamento inaccettabile. La prostituzione non è un lavoro e non può essere equiparata ad esso.
Trasformarla in un’attività “registrabile” equivale a riconoscerla come lavoro, ignorandone le radici di disuguaglianza, violenza e marginalizzazione. Le persone che si prostituiscono – nella stragrande maggioranza dei casi donne – sono spesso vittime di fragilità economiche, sociali o personali. Definire questa realtà come un “servizio” è offensivo e pericoloso.
Il riconoscimento fiscale attraverso un codice ATECO:
- contraddice i valori costituzionali e i principi di tutela della dignità umana;
- legittima un immaginario che banalizza la compravendita del sesso, incentivando la domanda da parte dei clienti (quasi esclusivamente uomini);
- ostacola la lotta alla tratta, offrendo una parvenza di legalità allo sfruttamento;
- compromette il ruolo dello Stato come garante della giustizia e dei diritti, in particolare quelli delle donne.
Chiediamo al Governo di intervenire con chiarezza e responsabilità, revocando o ridefinendo questo codice, dissociandolo esplicitamente da qualsiasi forma di riconoscimento o accettazione della prostituzione come attività lavorativa.
L’unico intervento normativo sensato è quello che:
- riduce la domanda, punendo i clienti;
- persegue chi sfrutta o favorisce la prostituzione;
- offre alternative concrete a chi ne è coinvolto.
La prostituzione non è un lavoro: è una ferita sociale. Legalizzarla o normalizzarla rappresenta una resa culturale, giuridica e politica.
Paolo Botti
presidente Ass. Amici di Lazzaro Odv
www.amicidilazzaro.it
A Volpiano nasce “Autonomo e Connesso”
Per favorire l’autonomia delle persone con disabilità in una abitazione confiscata alla mafia
Un immobile confiscato alla criminalità organizzata è pronto a ospitare un cohousing per persone con disabilità. Si tratta dell’abitazione di via Trento 12 a Volpiano. Nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – Missione 5 “Inclusione e Coesione”, Componente 2 “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore”, è stato avviato sul territorio dell’Unione dei Comuni Nord Est Torino (Unione NET) il progetto “Autonomo e Connesso”, finanziato attraverso l’investimento 1.2 “Percorsi di autonomia per persone con disabilità” in partnership con la Cooperativa sociale Il Màrgine e in collaborazione con il Comune.
Il progetto “Autonomo e Connesso” mira a favorire percorsi personalizzati di autonomia e inclusione sociale per persone con disabilità lieve, attraverso la co-progettazione del progetto di vita, l’accompagnamento verso soluzioni abitative condivise e il rafforzamento delle competenze personali, relazionali e digitali.
Tra le principali azioni previste:
· la co-costruzione del progetto individuale con il coinvolgimento attivo di famiglie, operatori e professionisti;
· il potenziamento delle autonomie domestiche e personali;
· il supporto psicologico alle famiglie;
· l’attivazione di percorsi di vita indipendente in appartamenti dedicati nei Comuni di Volpiano e Settimo Torinese;
· il sostegno all’inserimento lavorativo e lo sviluppo di competenze digitali, anche attraverso strumenti di domotica.
Il progetto, di durata pluriennale, si avvale della collaborazione di un’équipe multidisciplinare composta da educatori, assistenti sociali, psicologi e altri professionisti del settore socio-sanitario. Sono inoltre previsti laboratori, attività sul territorio e momenti di confronto strutturati con famiglie e comunità. L’obiettivo è creare condizioni favorevoli per un’autonomia crescente delle persone coinvolte, attraverso un approccio integrato che valorizzi le competenze individuali e promuova l’inclusione sociale.
Per maggiori informazioni sul progetto è possibile rivolgersi agli uffici dell’Unione dei Comuni o alla Cooperativa sociale Il Màrgine, partner operativo dell’iniziativa.
Alberto Fabris, 58 anni, chirurgo oncologo presso la Città della Salute e della Scienza di Torino, è il nuovo segretario generale della Cisl Medici Piemonte. L’ha eletto il Consiglio generale della Federazione al termine del congresso che si è svolto nella serata di venerdì 11 aprile 2025 nella sede Cisl Piemonte di via Sant’Anselmo 11, a Torino. Fabris succede a Mariasusetta Grosso che ha guidato la federazione negli ultimi anni. Ad affiancare Fabris in segreteria regionale saranno Paola Anna Silvaplana e Claudia Di Santo. All’assise regionale hanno preso parte il reggente della Cisl Medici nazionale e segretario confederale, Ignazio Ganga, e il segretario generale Cisl Piemonte, Luca Caretti. Fabris, che si è laureato in Medicina e Chirurgia presso la facoltà di Medicina dell’Università di Torino nel 1991, è padre di 4 figli e sin dagli esordi ha svolto attività sindacale nella sua azienda ospedaliera. Fino a qualche settimana fa ha ricoperto il ruolo di segretario generale della Cisl Medici Torino-Canavese. Impegnato nel mondo del volontariato, pratica l’apnea e il kayak ed ama i viaggi in camper. “La parola chiave – ha detto Fabris dopo la sua elezione – è ‘insieme’. Solo così potremo lavorare con profitto e sinergia nel difficile e complicato ambito del sistema socio-sanitario regionale, continuando a confrontarci sulle questioni di merito e sui problemi del personale medico e della dirigenza sanitaria all’interno di tutte le strutture della nostra regione”.
Il percorso (21 km – 2 giri; 10 km, 1 giro)
Partenza da via Po angolo via Bogino, poi piazza Vittorio Veneto (centrale), lungo Po Diaz, corso Cairoli (pista ciclabile area Garibaldi), Ponte Umberto I, corso Moncalieri (semi carreggiata ovest lato fiume), Ponte Isabella, rotonda Dante (lato nord/est), corso Sclopis, via Petrarca, corso Massimo D’Azeglio (carreggiata laterale est), sottopasso Lanza (carreggiata est) corso Dogliotti (uscita sottopasso, carreggiata est), piazza Polonia, corso Dogliotti (carreggiata ovest), sottopasso Lanza (carreggiata ovest), corso Massimo D’Azeglio (carreggiata est), corso Vittorio Emanuele II (carreggiata centrale), corso Cairoli (carreggiata principale), lungo Po Diaz, piazza Vittorio Veneto (perimetrale sud), via Principe Amedeo, via Accademia Albertina, via Po (inizio secondo giro), piazza Vittorio Veneto (centrale), lungo Po Diaz, corso Cairoli (pista ciclabile area Garibaldi), Ponte Umberto I, corso Moncalieri (semi carreggiata ovest), Ponte Isabella, rotonda Dante (lato sud/est), corso Galileo Galilei (semi carreggiata est), corso Galileo Galilei (semi carreggiata ovest), Rotonda Dante (lato sud/ovest), corso Dante (semi carreggiata sud), corso Dante (semi carreggiata nord), Rotonda Dante (lato nord/ovest), corso Sclopis, via Petrarca, corso Massimo D’Azeglio (carreggiata laterale est), sottopasso Lanza (carreggiata est) corso Dogliotti (uscita sottopasso, carreggiata est), piazza Polonia, corso Dogliotti (carreggiata ovest), sottopasso Lanza (carreggiata ovest), corso Massimo D’Azeglio (carreggiata est), corso Vittorio Emanuele II (carreggiata centrale), corso Cairoli (carreggiata principale), lungo Po Diaz, piazza Vittorio Veneto (perimetrale sud), via Principe Amedeo, via Accademia Albertina, via Po (arrivo, termine gara).
Chiusure stradali
Dalle ore 7.50 alle ore 11.30 circa, l’area interessata dal percorso sarà soggetta a chiusure o modifiche viabili. L’intero tracciato di gara sarà interdetto alla circolazione veicolare dalle ore 7.50 fino a cessate esigenze. Via Po, nel tratto tra piazza Castello e via San Francesco da Paola sarà chiusa per tutta la durata della manifestazione compresi i periodi di allestimento e disallestimento e comunque tra le ore 04.00 e le 15.00.
Via Battisti (da via Bogino), via Carlo Alberto (da via Battisti) e via Virginio (da via Verdi) saranno chiuse dalle 07.50 alle 11.30 e comunque sino al transito del fine corsa all’arrivo.
Principali chiusure viabili: corso Cairoli (carreggiata est), corso Moncalieri in direzione Moncalieri, corso Dante nel tratto corso Massimo D’Azeglio-Ponte Isabella, tutto corso Galileo Galilei (ma sarà garantita l’uscita dal parcheggio sotterraneo), Sottopasso Lanza ambo le direzioni, corso Massimo D’Azeglio carreggiata est e laterale est (direzione nord), corso Vittorio Emanuele II (tratto D’Azeglio-ponte Umberto I). Lungo Po Cadorna sarà coinvolto in alcune fasi di chiusura, indicativamente sino alle 08.45. Corso Massimo D’Azeglio carreggiata laterale est, tratto ponte Balbis – corso Dante: chiuso dalle 07.50 alle 10.45 circa (da corso Bramante – ponte Balbis).
Ponti chiusi
– Ponte Vittorio Emanuele I: chiuso in direzione Gran Madre dalle 07.50 alle 08.45 circa; sarà aperto da San Maurizio verso la Gran Madre dalle 08.45 circa;
– Ponte Umberto I, chiuso dalle ore 07.50 alle 11.00;
– Ponte Isabella (con rotonda Dante, Corso Galileo Galilei e corso Dante), chiuso in entrambe le direzioni dalle 07.50 alle 10.45.
Sottopassi chiusi
Il sottopasso Lanza è percorso di gara per entrambi i giri; chiusura dalle 07.50 sino a cessate esigenze.
Ponti aperti
Ponte Sassi;
Ponte Regina Margherita;
Ponte Vittorio Emanuele I (da Gran Madre in direzione centro);
Ponte Balbis.
Assi viabili aperti
piazza Castello resterà sempre aperta; divieto di ingresso in via Po;
via Verdi sarà percorribile sino a via Rossini con obbligo di svolta a sinistra – verso corso San Maurizio;
ponte Sassi;
corso Regina Margherita e ponte Regina;
corso Casale e piazza Gran Madre
corso Moncalieri, tratto Gran Madre – Fiume, ambo le direzioni;
corso Moncalieri, tratto Fiume – ponte Isabella, aperto in direzione nord;
corso San Maurizio e via Napione;
via Giolitti e via Cavour;
corso Cairoli, solo carreggiata laterale Ovest;
corso Vittorio Emanuele II, eccetto tratto D’Azeglio – Cairoli;
corso Bramante e ponte Balbis;
corso Massimo D’Azeglio, solo in direzione sud nel tratto Vittorio Emanuele – Bramante;
corso Unità d’Italia (tutto) e corso Dogliotti (solo in superficie).
Divieti di sosta
Lungo tutto il percorso sarà in vigore il divieto di sosta con rimozione forzata dei veicoli, compresi i velocipedi, i veicoli elettrici e quelli riferibili alla mobilità sostenibile (monopattini e assimilabili), dalle 00.30 di domenica 13 aprile, fino al termine della manifestazione (ore 11.30).
Parcheggi sotterranei
Vittorio Veneto – L’accesso e l’uscita del parcheggio su entrambi i lati della piazza saranno chiusi dalle 07.00 alle 12.00.
Aree Taxi
Saranno sospese le seguenti aree adibite allo stazionamento dei taxi:
Vittorio Veneto – dalle 07.00 alle 11.30 di domenica 13 aprile;
viale Virgilio–dalle 07.00 alle 11.30 di domenica 13 aprile.
Trasporti pubblici
I percorsi di alcuni mezzi di trasporto pubblico transitanti nell’area interessata dalla manifestazione subiranno deviazioni. Per dettagli sulle linee deviate, visionare il sito internet di GTT https://www.gtt.to.it/cms/ alla pagina https://www.gtt.to.it/cms/avvisi-e-informazioni-di-servizio/11856-la-mezza-e-la-dieci-di-torino-domenica-13-aprile-2025-variazioni-linee
Divieto bottiglie e contenitori idonei all’offesa
Dalle ore 07.00 alle 12.00 di domenica 13 aprile e sino a cessate esigenze, sarà vietata la vendita per asporto, la cessione a qualsiasi titolo, il consumo e la detenzione in luogo pubblico di cibi e bevande contenuti in contenitori in vetro e/o metallo che possano essere impropriamente utilizzati costituendo pericolo per la pubblica incolumità nell’intera area di via Po e di piazza Vittorio Veneto (ORDS 84).
Esprimo la mia soddisfazione e quella dell’Amministrazione comunale per la riuscita della manifestazione di questa mattina “IL CANALE SCOLMATORE DI CHIUSA DI SAN MICHELE DEVE ESSERE COMPLETATO!”.
Riuscita per due motivi: il primo per la partecipazione di numerosi cittadini e del Presidente dell’Unione Montana Valle di Susa Pacifico Banchieri insieme a diversi Sindaci; il secondo perché ha già sortito un effetto: il Vicesindaco della Città Metropolitana Jacopo Suppo ci ha comunicato che RFI, proprio in questi giorni,ha formalizzato un parere non ostativo condizionato ad un incontro tecnico che avverrà prossimamente e che ANAS ha comunicato di aver preso in carico la pratica e che la risposta arriverà nei prossimi mesi.
E’ evidente che questa iniziativa di protesta civile organizzata dalla nostra Amministrazione insieme al Comune di Vaie con il Sindaco Enzo Merini unitamente al lavoro di questi ultimi mesi inizia a produrre i primi effetti, speriamo non si fermino li e si giunga presto al completamento dell’opera. Se così non fosse a luglio convocheremo un Consiglio Comunale aperto congiunto convocando RFI e ANAS.
E’ importante ricordare che il completamento del Canale scolmatore che consiste nella realizzazione dello scarico in Dora del bacino di laminazione situato tra il Comune di Chiusa di San Michele e il comune di Vaie, è fermo ormai da diverso tempocausa ritardi burocratici da parte di RFI e ANAS nel dare il parere preventivo e il nulla osta per l’attraversamento delle loro sediviarie.
A oggi lo scarico delle acque che dai rii della montagna si riversano nel bacino per essere poi dirottati in Dora non è completato e il Comune di Chiusa di San Michele rischia il suo allagamento se si dovessero verificare eventi alluvionali.
Non si può più aspettare, la sicurezza dei Cittadini e dell’abitato deve essere garantita nel più breve tempo possibile.
Desidero ringraziare il Vicesindaco Suppo che dai primi giorni del mio insediamento da Sindaco ha condiviso con me la gravità della situazione e l’urgenza, dimostrando attenzione, disponibilità e operatività nel dare un impulso alla soluzione dei ritardi burocratici.
Riccardo Cantore
Sindaco Chiusa di San Michele
Scritte no vax, 12 indagati
Nei giorni scorsi la Polizia di Stato della Questura di Torino, nell’ambito di un’attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, ha notificato l’avviso conclusione indagini preliminari per i reati di associazione per delinquere, imbrattamento, resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale nei confronti di 12 persone ritenute a vario titolo responsabili di 25 episodi di imbrattamento commessi nel territorio di questa provincia, al fine di stigmatizzare la campagna vaccinale connessa all’emergenza Covid-19, dall’ottobre del 2021 sino al 2024, ai danni di sedi sindacali, banche, scuole, università, ospedali, cimiteri, sedi di quotidiani ed uffici pubblici, nonché di un episodio di resistenza opposta al personale di Polizia intervenuto per interrompere un’azione di imbrattamento ai danni di un edificio scolastico del capoluogo.