Questa mattina si è svolto il girotondo degli alunni per chiedere al Sindaco Chiara Appendino il ripristino dei fondi tagliati, un aumento di quelli destinati all’handicap e la puntualità del Comune nei pagamenti alle scuole

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Grande partecipazione al primo flash mob fotografico dei bambini delle scuole materne paritarie convenzionate di Torino. Dalle 9:30, infatti, in concomitanza con l’incontro della Giunta nel quale si discuteva la petizione* presentata da oltre 1.800 genitori contro i pesanti tagli previsti dall’amministrazione guidata da Chiara Appendino, nelle loro aule, alunni e insegnanti hanno manifestato vicinanza all’appuntamento in corso a Palazzo Civico attraverso un colorato girotondo. Il messaggio: “Non siamo bambini di serie B!”. Le foto e i video dei girotondi dei diversi istituti sono stati raccolti sulla pagina Facebook GeniTori Noi, piazza virtuale dove da qualche mese si sono spontaneamente raccolti migliaia di genitori torinesi contrari alla decurtazione dei fondi alle scuole dei propri figli. Nel Bilancio 2018, il Comune di Torino ha previsto, infatti, un taglio di 500.000 euro al finanziamento di 3 milioni spettante alle materne paritarie convenzionate, una sforbiciata pari al 16% che mette in difficoltà le strutture, il personale e le famiglie. A Torino, le scuole materne paritarie convenzionate svolgono un servizio essenziale perché accolgono 5.500 bambini – per i quali non c’è posto nelle altre strutture, né nelle comunali paritarie né nelle statali –, hanno tariffe imposte dal Comune, non hanno scopo di lucro e non possono, come accade invece per quelle private, determinare la retta mensile di frequenza a loro piacimento. Oggi, senza i fondi su cui hanno sempre potuto contare, queste scuole sono costrette a chiedere prestiti in banca e, soprattutto, non riescono più far fronte agli stipendi dei loro dipendenti. Molte, infatti, a causa del ritardo nell’erogazione dei fondi da parte del Comune non stanno pagando gli stipendi dal mese di agosto e i 550 dipendenti rischiano così il loro posto di lavoro. Inoltre, per trovare una soluzione alla riduzione dei finanziamenti comunali, alcuni istituti stanno chiudendo o si stanno trasformando in strutture private, mentre la maggioranza si è vista costretta ad aumentare le rette, gravando sui bilanci delle famiglie che, pur essendo contribuenti al pari delle altre, si sono trovate nuovamente svantaggiate. I genitori presenti all’incontro in Comune hanno chiesto, quindi, il ripristino per le scuole materne paritarie
convenzionate dei fondi comunali pari a 3 milioni di euro ante taglio operato dalla giunta Appendino nel mese di maggio 2017, con assegnazione a parte dei fondi per handicap pari a 14.000,00 euro a bambino (cioè copertura totale fuori da fondi generici), nonché il rispetto del pagamento della rateizzazione concordata con il Comune per i contributi relativi all’anno 2016 (finora, infatti, sono state pagate dal Comune di Torino solo 7 rate delle 10 previste, mentre i fondi relativi all’anno 2017 non sono stati nemmeno ancora presi in considerazione). Infine, la delegazione dei genitori ha chiesto spiegazioni sulla disparità di trattamento che vedrebbe assegnati dal Comune oltre 50 milioni di euro alle scuole materne comunali, anch’esse paritarie, che in totale ospitano circa 7.800 bambini, a fronte di soli 3 milioni (decurtati ora del 16%) alle paritarie convenzionate (per 5.500 bambini). Perché questa differenza? I genitori lamentano che a Torino ancora esistono bambini di serie A e di serie B: in tema di diritti scolastici, infatti, non a ogni bambino vengono destinati gli stessi fondi, che però tutte le famiglie pagano attraverso le tasse, ma ad alcuni viene destinato molto, e, ad altri, viene tagliato da quel poco che gli spettava. Ecco perché anche dalle scuole si è alzato il grido: “Siamo tutti uguali!”.
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GeniTori Noi
Siamo un gruppo di genitori di bambini iscritti alle scuole materne paritarie convenzionate con il Comune di Torino. Recentemente abbiamo sentito la necessità di organizzarci e iniziare a strutturarci per far sentire la nostra voce in opposizione alla decisione del Sindaco Chiara Appendino di prevedere nel Bilancio del 2018 pesanti tagli ai fondi destinati alle nostre scuole. Crediamo fortemente nella libertà di scelta educativa sancita dalla nostra Costituzione che all’articolo 30 afferma che “è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli”, principio che ha ispirato la legge sulla parità scolastica 62/2000 che conferma, infatti, proprio questa libertà, stabilendo che esiste un solo sistema scolastico nazionale, in cui confluiscono istituti statali e istituti non statali paritari. La nostra posizione avversa ai tagli alle scuole materne paritarie convenzionate è fortemente condivisa in Città: lo scorso 3 maggio si è svolta anche una manifestazione pacifica sulla piazza del Comune durante la quale sono state consegnate a rappresentanti della Giunta Appendino oltre 9.500 firme, raccolte in pochi giorni, di cittadini che chiedevano, come noi, la sospensione del provvedimento. La piazza sulla quale ci ritroviamo per confrontarci e informarci reciprocamente è la nostra pagina Facebook GeniTori Noi https://www.facebook.com/1genitorinoi/
di Pier Franco Quaglieni
colse il significato eversivo e profondamente illiberale.
occupare. 
ancora oggi definito “odiato”, un interlocutore che mi ricevette nel suo studio di via Po e mi intrattenne oltre un’ora a parlare.
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Venticinque
coordinatore della sottoarea “Gestione economica – finanziaria”, che ha girato al ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, la richiesta di Oristano di diventare sin – Sito di interesse nazionale, come Casale, la corresponsione di incentivi per la discariche da amianto, la necessità di un’idonea formazione per i tecnici comunali anche nei comuni di fuori dai Sin, di mantenere i fondi per le bonifiche al di fuori del patto di stabilità e la loro erogazione direttamente ai comuni senza il tramite delle regioni per evitare lungaggini. E proprio sulle Regioni, Palazzetti ha che “la loro autonomia deve servire a cercare di trovare il modo migliore per risolvere una criticità, non per non fare niente” cogliendo su questo passaggio parecchi applausi. Il ministro Galletti, dal canto suo ha evidenziato che “qui si è portato il lavoro svolto in questi anni, anche a Casale Monferrato. Abbiamo utilizzato l’esperienza acquisita qui anche a livello nazionale, mettendo in campo diversi strumenti, dall’ecobonus per chi bonifica la propria abitazione dal’amianto, al credito d’imposta per le aziende, rifinanziato il Fondo per le vittime, siamo andati avanti sul monitoraggio, con circa 90mila siti in Italia dove è presente amianto, si è lavorato molto sulle bonifiche, che erano poco più di 2600 ed oggi ne sono state effettuate più di 10mila, poi è stata introdotta la norma sugli ecoreati, che è una norma di civiltà, raddoppiandone il periodo di prescrizione”.
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dei problemi. Sarebbero inoltre emerse, da quanto si apprende, difformità tra il progetto iniziale e ciò che venne poi previsto nell’ordinanza della questura. La commissione lavora in base a una norma del 1940 relativa ai “locali di pubblico spettacolo” e spetta ora ai pm valutare se e come va
applicata alle manifestazioni di piazza. Nel corso dell’interrogatorio, scrive l’Ansa, il viceprefetto ha spiegato ai pm di “non essere un tecnico”. Dosio è coinvolto nella sua veste di presidente della commissione di vigilanza.