Il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino ha curato e salvato un pellicano da tempo ambientatosi nel Pinerolese. E’ un Pellicano Riccio che a gennaio era stato trovato malato, e recuperato dopo le segnalazioni di numerosi cittadini. Nato in un allevamento della Germania e venduto a un parco faunistico nelle vicinanze di Pavia, da un po’ si aggirava in diverse zone del Torinese. Più volte il Servizio tutela fauna e flora era intervenuto per tranquillizzare i cittadini chiedendo attraverso i giornali di non intervenire nei confronti dell’animale, se non in caso si trovasse in stato di difficoltà. Una parassitosi e un’intossicazione riscontrate sul volatile avrebbero potuto procurare un esito mortale, ma il pellicano è stato curato e ora è di nuovo in libertà.
L’anziana, caduta più volte nella Rsa di cui era ospite, nel Torinese, aveva la milza spappolata: il programma “Tempo & Denaro” il 29 marzo si occuperà del caso
Com’è morta Angela Danesi? Per una “banale” broncopolmonite o per lo spappolamento della milza, possibile conseguenza di una lunga serie di recenti cadute nella casa di riposo dov’era ricoverata? Al misterioso decesso dell’anziana, di 91 anni, verificatosi l’8 settembre, e su cui la Procura di Asti ha aperto un procedimento per omicidio colposo a carico di ignoti, mercoledì 29 marzo dedicherà un servizio “Tempo & Denaro”, la trasmissione dalla parte del cittadino di Rai Uno in onda ogni giorno dalle ore 11.05: in collegamento dal piazzale antistante l’ospedale di Carmagnola, dove la signora è spirata, l’inviato Ivan Bacchi intervisterà Flavia Curti, la battagliera figlia della novantunenne, e il dott. Maximiliano Garofalo, consulente personale di Studio 3A, la società di patrocinatori stragiudiziali specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini, a cui i familiari della vittima si sono rivolti per fare piena luce sui fatti e per ottenere giustizia.
Angela Danesi era degente da tempo presso la residenza assistenziale Albergo di Santa Croce di Villastellone e, anche in ragione dell’età, palesava gravi difficoltà di deambulazione e aveva quindi bisogno di assistenza, soprattutto negli spostamenti. “Il servizio della struttura si era sempre rivelato adeguato – sostengono i parenti – ma dall’inizio dell’estate scorsa, a partire dal mese di luglio, si verificarono carenze assistenziali che sarebbero state legate alla sostituzione di personale paramedico con personale avventizio poco esperto. Furono ripetute le cadute di cui Angela, essendo priva di assistenza, era rimasta vittima, in particolare di notte, andando al bagno, ma anche nell’arco della giornata”. L’ultimo di questi numerosi episodi, almeno una decina in due mesi (ma parliamo solo di quelli scoperti e registrati nella cartella clinica), era successo pochi giorni prima del decesso, il 31 agosto.
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Sta di fatto che il 6 settembre 2016 il quadro clinico complessivo della novantunenne è improvvisamente peggiorato, tanto che dalla residenza per anziani è stata trasportata alpronto soccorso dell’ospedale di Carmagnola, dove due giorni dopo è deceduta. E’ stata la stessa struttura ospedaliera a volerci vedere chiaro sulle cause della morte con unesame autoptico interno affidato al dott. Tommaso Emmer. Il medico legale ha escluso che il decesso potesse essere legato a un’emorragia cerebrale, così come a problemi cardiaci o polmonari, ma, esaminando la zona addominale, ha constatato come “la milza fosse alquanto frammentata, non integra, e accompagnata da un versamento ematico misto a coaguli”. Una lesione perfettamente compatibile con le gravi alterazioni della coagulazione riscontrate dagli esami di laboratorio a cui la paziente era stata sottoposta subito dopo il ricovero, con il crollo dei valori delle piastrine, quasi a zero, segno di una verosimile, grave emorragia nell’addome in corso, e che, soprattutto, poteva essere diretta conseguenza delle frequenti cadute occorse alla casa di riposo Santa Croce. Il dott. Emmer, a fronte di tali considerazioni e al profilarsi di possibili “responsabilità penali”, ha quindi sospeso l’esame e inviato egli stesso una segnalazione alla Procura di Asti che, per il tramite del Pubblico Ministero, dott.ssa Francesca Dentis, ha aperto unprocedimento per omicidio colposo contro ignoti, ponendo sotto sequestro e acquisendo tutta la documentazione medica e incaricando un proprio consulente tecnico, il dott.Federico Quaranta, di effettuare una seconda autopsia sulla salma, eseguita il 16 settembre.
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Da qui, tuttavia, l’iter giudiziario e medico legale della vicenda ha cominciato ad assumere una piega che ha lasciato sempre più perplessi i familiari dell’anziana. Primal’inspiegabile passaggio del fascicolo dalla Procura di Asti a quella di Torino e poi, soprattutto, i risultati della perizia medico legale del dott. Quaranta, che individua la causa del decesso in uno shock settico, più precisamente una broncopolmonite, evenienza di cui tuttavia non si trova il benché minimo riscontro, né nella documentazione clinica acquisita, né negli esami autoptici eseguiti dal dott. Emmer e dallo stesso dott. Quaranta, né dalle conclusioni del medico legale di parte indicato da Studio 3A, il dott. Saverio Caruso, che pure ha partecipato alla seconda autopsia: tutti gli accertamenti, infatti, non hanno evidenziato alcuna infezione in atto tale da giustificare il decesso per shock settico, né tanto meno particolari sofferenze a livello broncopolmonare. La figlia della vittima ricorda come la mamma negli ultimi mesi non avesse dato un solo colpo di tosse, neanche nelle ultime ore passate all’ospedale, come non assumesse alcuna medicina per questa problematica e come, a detta del medico che l’’aveva inizialmente rianimata nelle ultime fasi di vita, avesse un “respiro pulito”.
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E la milza? Il dott. Quaranta non può disconoscere come l’organo si presentasse “frammentato”, ma addebita le lesioni a una rottura spontanea tipica dei pazienti affetti da “milza patologica”, di cui la signora avrebbe sofferto in ragione “di una ricca infiltrazione di cellule neoplastiche”, arrivando anche a ipotizzare “possibili lacerazioni causate negli ultimi istanti di vita dalle manovre rianimatorie”, che hanno sì comportato la frattura della seconda costa destra e dello sterno, ma che hanno lasciato completamente integre le coste dell’emitorace sinistro, dove si trova, appunto, la milza. Senza contare che il dottor Emmer nella prima autopsia aveva parlato di “versamento ematico non solo recente ma pregresso” in ragione dei coaguli, e che dalle radiografie e dalla Tac non risultava alcuna metastasi tumorale in atto. Sulla base della perizia del Ctu, tuttavia, il nuovo Pm della Procura di Torino assegnato al caso, il dott. Francesco De Rosa, ha richiesto l’archiviazione del procedimento, provvedimento contro il quale il legale della famiglia, anche sulla base delle conclusioni completamente diverse a cui è giunto il medico legale di parte, il dott. Caruso, ha presentato opposizione. Nell’atto si ribadisce che l’ipotesi più logica, credibile, razionale e scientifica è quella che “riconduce la causa del decesso ad uno shock emorragico determinato dalla rottura della milza, a sua volta determinata da un trauma contusivo”, e si chiede pertanto al Pubblico Ministero di accertare se anche dopo il 31 agosto, data dell’ultimo episodio traumatico registrato, vi siano state altre cadute in casa di riposo e “se tali cadute siano ascrivibili a condotte negligenti da parte del personale a cui l’anziana era affidata”. Che poi è ciò che principalmente domandano i familiari della vittima, i quali, prima ancora che giustizia, chiedono la verità: una richiesta che, assieme a Studio 3A, rilanceranno con forza durante il servizio che andrà in onda in diretta su Rai Uno mercoledì 29 marzo.
Arbe, una strada e una storia
Martedì 28 marzo, alle 18.00, nella sala “Sala Memoria delle Alpi” dell’Istoreto di Torino ( al 3° piano di via del Carmine,13), gli storici Eric Gobetti, Marco Buttino e Bruno Maida parleranno della richiesta al comune di Torino di rinominare via Arbe, in via “vittime del Campo di Concentramento di Arbe”. Nel gennaio di quest’anno Eric Gobetti – studioso della Jugoslavia e collaboratore dell’Istoreto – lanciò l’iniziativa con una petizione che è stata sottoscritta da decine di storici e studiosi torinesi e da più di duecento cittadini. I principali quotidiani, non solo torinesi, ne hanno parlato diffusamente. Il campo di concentramento sito sull’isola di Arbe (Rab in croato) è stato il peggiore luogo di detenzione creato nella seconda guerra mondiale dall’esercito italiano. In poco più di un anno vi sono morte 1500 persone, quasi tutti civili croati e sloveni, tra cui molti bambini. Perché questo fenomeno storico così rilevante, questa pagina drammatica della nostra storia non è diventata memoria comune? Come si è potuto dimenticare questa tragedia al punto di nominare inconsapevolmente una via col nome di una località dove si è consumato il martirio di centinaia di innocenti? Da queste domande e dal bisogno di trovare delle risposte adeguate è scaturita l’iniziativa della richiesta di apporre la targa commemorativa, per ricordare le vittime del campo, in corrispondenza del cartello col nome della via.
Ha 19 anni la ragazza investita, oggi pomeriggio a Giaveno, da un carro allegorico durante la sfilata di carnevale. E’ stata trasferita con l’eliambulanza al Cto di Torino con prognosi riservata. I carabinieri di Rivoli cercano di ricostruire la dinamica dell’incidente per capire se la giovane era a bordo del carro ed è caduta o se era in strada. I testimoni danno versioni discordanti.
(foto: archivio)
Scopre la fidanzata in discoteca insieme a un altro uomo, un amico marocchino, e lo accoltella all’uscita del locale. L’aggressore è un italiano di 37 anni, poi rintracciato dai carabinieri di San Salvario e arrestato con l’accusa di tentato omicidio. La vittima ha 32 anni, ed è ricoverato alle Molinette, non sarebbe in pericolo. L’aggressione è avvenuta al ‘Life’ di corso Massimo d’Azeglio, dove il trentasettenne ha aggredito il “rivale” accoltellandolo alle gambe e all’addome, sfiorando appena l’arteria femorale
Minaccia terrorismo, espulso cittadino marocchino
Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha siglato il provvedimento con il quale è stata eseguita l’espulsione di un cittadino marocchino, per motivi di sicurezza dello Stato, su un volo diretto in Marocco. Si tratta del 26/mo rimpatrio del 2017, e salgono così a 158 i soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso, espulsi con accompagnamento alla frontiera a partire dal gennaio 2015. L’uomo è un 44nne, residente a Santhià, sposato con una cittadina italiana convertita all’islam. Era stato segnalato dopo approfondimenti investigativi nelle indagini condotte dalla Digos di Vercelli per aver seguito un percorso di radicalizzazione: considerava l’Italia un paese di miscredenti, non adatto alla permanenza della sua famiglia. Nel 2012 aveva rifiutato di prestare giuramento per la cittadinanza italiana, dicendo ad alcuni connazionali che l’accettazione dello status avrebbe offeso la sua religione. L’Italia non gli piaceva? E’ stato accontentato.
Cane salta (o viene lanciato?) dal balcone
Secondo nostre fonti, un cane pitbull di 11 mesi sarebbe stato ricoverato nella clinica veterinaria di corso Traiano, per le ferite riportate da una caduta da diversi metri. Il cane era tenuto sul balcone di un edificio di via Tripoli, in cattive condizioni igieniche. E’ stato trovato sulla strada: è caduto dal balcone del 4° piano, finendo – sembra – nell’altra corsia: è saltato o è stato lanciato da qualcuno ? La coppia di persone alla quale appartiene pare fosse stata già richiamata dalla polizia municipale, informata del fatto che l’animale veniva spesso abbandonato sul terrazzo per lunghi periodi tra i suoi escrementi.
Trent’anni da giornalista, licenziato
Dopo trent’anni trascorsi a raccontare le storie degli altri, adesso faccio notizia. Licenziato in tronco dall’editore di TuttoRally+ e Grace senza giusta causa e per di più in cassa integrazione straordinaria a “zero ore”. Primo e unico caso in Italia nella storia del giornalismo. E pensare che per lungo tempo ho accettato di fare il direttore editoriale a gratis…Perché mi hanno licenziato? Per dirla con le parole del sindacato, alla situazione di crisi «si aggiungono i comportamenti scorretti degli editori. È il caso, ad esempio, del gruppo “1 Media” che edita i giornali TuttoRally, La mia auto, Grace e La mia 4 x 4, che ha licenziato, nonostante fosse in corso la cassaintegrazione, uno dei suoi giornalisti. Un provvedimento che consideriamo illegittimo e che sembra avere anche il sapore della ritorsione…». Chi può diffonda e sappia che i colleghi che sono rimasti stanno facendo anche l’impossibile per fare uscire in edicola le riviste!
Paolo Francalanci
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http://www.stampasubalpina.it/news/2639/ogni-settimana-un-giornalista-perde
Truffe agli anziani, un arresto e due fughe
Una banda truffatori è stata sorpresa dai carabinieri l Torinese. Uno dei malviventi è stato arrestato, gli altri hanno rubato l’auto a una donna dopo averla aggredita con uno spray urticante per fuggire alla vista dei militari. L’episodio a Montalenghe, dove uno dei tre faceva il “palo”, mentre gli altri ,presentandosi l’uno come vigile urbano e l’altro come tecnico dell’acquedotto, stavano raggirando un’anziana di Caselle. I carabinieri lo hanno visto mentre era su una Seat Leon, con targa falsa, e sono riusciti a fermarlo. E’ accusato di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, truffa in concorso, possesso di segni distintivi contraffatti, possesso di chiavi false e grimaldelli. Nell’automobile c’erano ricetrasmittenti, cacciaviti, parrucche, petardi e 790 euro rubati poco prima a una 78enne di San Francesco al Campo. I due complici sono riusciti a scappare:hanno stordito una donna con uno spray urticante per rubarle la vettura.
La polizia penitenziaria: “No alle divise rattoppate”
Non sono più accettabili divise rattoppate, in indecente stato di usura e quindi inadeguate per svolgere i compiti della polizia penitenziaria. La denuncia è dell’Osapp, Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria. Il sindacato chiede all’amministrazione penitenziaria di provvedere “alle urgenti iniziative di competenza entro e non oltre trenta giorni”. In caso contrario verranno assunte “iniziative nelle sedi competenti”.La diffida è stata inviata anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e ai gruppi parlamentari. Il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci, sostiene che sono anni che non si provvede a un adeguato rinnovo del vestiario.