CRONACA- Pagina 147

Truffa del “caro nipote”, anziana derubata di 3500 euro

Nei primi giorni del mese di marzo 2024 un’anziana novarese è rimasta vittima di una truffa attraverso il metodo del “Caro Nipote”. La donna aveva ricevuto una telefonata da parte di un sedicente carabiniere che le diceva che la figlia aveva causato un grave incidente stradale per il quale sarebbe andata in prigione se non avesse pagato immediatamente un avvocato. L’anziana, disperata dall’idea che la figlia andasse in carcere, consegnava a un “collaboratore” del legale presentatosi a casa sua 3.500 euro in contanti e i gioielli presenti in casa.

L’intervento di un nipote, allarmato dal non riuscire a contattare la nonna, faceva fuggire precipitosamente il soggetto, che portava con sé solo il denaro e abbandonava il sacchetto con i preziosi.

Sul posto giungevano gli operatori della Squadra Volanti, della Polizia Scientifica e della Squadra Mobile, che dava immediatamente inizio alle indagini, dalle quali emergevano chiari elementi di prova nei confronti di un ventottenne nato e residente a Napoli, con precedenti specifici attribuitigli in varie regioni del Nord e Centro Italia.

L’attività condotta dagli agenti della Squadra Mobile della Sezione Reati contro il Patrimonio ha consentito di individuare il soggetto anche come presunto autore di un analogo episodio avvenuto sempre in questo capoluogo nel febbraio 2024, nel quale la vittima, una donna ultraottantenne, consegnava al “collaboratore del legale” 1.800 euro in contanti e il bancomat con il relativo pin, con il quale veniva poi effettuato un prelievo di ulteriori 600 euro.

L’uomo è stato quindi denunciato poichè ritenuto responsabile di due truffe aggravate e di indebito utilizzo di carta bancomat.

Il G.I.P. del Tribunale di Novara, su richiesta della locale Procura della Repubblica e ritenendo fondati gli elementi di prova acquisiti, il 26 novembre u.s. ha emesso nei confronti del soggetto interessato un’Ordinanza di applicazione di misura cautelare, disponendo nei confronti del soggetto l’obbligo di dimora nel comune di Napoli e l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.

La misura cautelare è stata eseguita nelle prime ore di sabato 30 novembre u.s. da personale del Commissariato di P.S. “Montecalvario” di Napoli, sotto la cui giurisdizione si trova il domicilio dell’indagato.

Con l’occasione la Polizia di Stato ricorda a tutti i cittadini di prestare molta attenzione alle telefonate che ricevono. Nessun ente dello Stato chiede denaro al telefono, tantomeno gioielli a parziale pagamento per prestazioni, sanitarie o legali che siano. Parimenti, non vengono mai inviate a casa persone incaricate del ritiro dei beni. Telefonate con richieste di questo genere devono creare un campanello d’allarme nei confronti di chi le riceve, che deve immediatamente interrompere la telefonata e comporre, preferibilmente da un’utenza cellulare, il Numero Unico di Emergenza 112.

Maggiori delucidazioni su questa tipologia di reati possono essere reperite al seguente link della Polizia di Stato:https://poliziadistato.it/articolo/40151.

Dalla Regione il buono da 1.000 euro per i servizi fondamentali dei bambini da 0 a 6 anni

In Piemonte il 2025 sarà anche l’anno di Vesta, il nuovo buono da 1.000 euro creato dall’Assessorato regionale alle Famiglie per sostenere l’accesso a servizi fondamentali per i bambini da 0 a 6 anni.

Con l’impiego di 34 milioni di euro attinti dalle misure del Fondo Sociale Europeo se ne potranno erogare 10.000 l’anno nel corso del triennio 2025-2027.

Per accedere a Vesta, che prende il nome dalla dea romana protettrice della famiglia, basterà presentare domanda collegandosi alla piattaforma online che sarà attiva entro il mese di giugno, caricare l’Isee del nucleo familiare e indicare il numero di figli in fascia d’età 0-6 anni, così da poter ottenere il buono per ciascuno di essi.

«Questa misura conferma la volontà del Governo regionale affrontare il tema della natalità e sostenere le famiglie con bambini finanziando quei servizi e attività che fanno parte della quotidianità delle famiglie – ha dichiarato il presidente Alberto Cirio nel corso della conferenza stampa di presentazione – Sono risorse che abbiamo individuato sui fondi europei, proseguendo l’uso virtuoso e innovativo che questa amministrazione fa di questi strumenti. perché riusciamo ad utilizzarli davvero al servizio dei cittadini, siano essi le famiglie, come in questo caso, gli studenti come nel caso delle borse di studio, o le imprese».

L’assessore regionale alle Famiglie e ai Bambini Maurizio Marrone ha evidenziato che «avevamo promesso un ingente piano di sostegno alla famiglia ed ecco Vesta, un aiuto strutturale per pagare l’accesso a servizi fondamentali che stanno diventando troppo costosi anche per il ceto medio in difficoltà. Nessuna coppia vorrebbe mai rinunciare ad avere figli, ma troppo spesso redditi e risparmi non sono sufficienti a permetterseli: da qui un preoccupante inverno demografico che rischia di privare del futuro la comunità, ma anche la nostra ferma determinazione ad utilizzare ogni risorsa pubblica disponibile per sostenere concretamente il potere di acquisto delle famiglie. La rivoluzione delle culle in Piemonte compie così un altro importante passo avanti nel cammino per la natalità».

Come funzionerà Vesta

Una volta ricevuta la comunicazione di assegnazione, Vesta potrà essere utilizzato per servizi per la prima infanzia 0-6 anni (nido d’infanzia, micronido, sezioni primavera, nido in famiglia, spazio gioco per bambini, centro per bambini e famiglie), scuole per l’infanzia e servizi di assistenza scolastica correlati (iscrizione e frequenza, pre e post orario, mensa); centri estivi; baby-sitting; supporto ai soggetti con disabilità (tra cui servizi erogati da centri diurni, di assistenza educativa, laboratori); attività sportiva (ginnastica, psicomotricità, corsi di nuoto e acquaticità, danza, ecc…); corsi di massaggio infantile/espressione corporea; percorsi di avvicinamento all’apprendimento di una lingua straniera; fattorie didattiche/alpeggi.

Alle famiglie basterà tenere copia delle fatture di spesa e caricarle in piattaforma per ottenere sul conto corrente il rimborso fino a 1.000 euro dei costi sostenuti.

Vesta rappresenterà anche l’occasione per intervenire in maniera importante nel rafforzamento del sistema pubblico. L’Assessorato alle Famiglie ha deciso di destinare 5 milioni di euro per istituire una nuova unità di missione nella Direzione Welfare e rafforzare e coordinare l’attività dei Centri per le Famiglie a titolarità pubblica degli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali nel sostegno alle funzioni genitoriali e cura dei legami, attività di consulenza, mediazione familiare e gestione dei conflitti, rapporti con associazioni ed organismi del terzo settore no-profit.

Mobilità automatizzata, da gennaio a Torino i test di una nuova navetta

È arrivata  a Torino ‘Ohmio Lift’,  la navetta automatizzata del progetto IN2CCAM, finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del Programma di Ricerca e Innovazione Horizon Europe, che coinvolge 21 partner di 10 Paesi europei e 6 Living Lab.

Da gennaio del prossimo anno circolerà lungo un circuito all’interno del territorio cittadino con l’obiettivo di implementare e testare servizi connessi e automatizzati per veicoli, infrastrutture e utenti.

La sperimentazione ha lo scopo di estendere l’ecosistema CCAM –  acronimo di Cooperative, Connected and Automated Mobility, con il quale si indica una sottocategoria dei sistemi di trasporto intelligenti cooperativi (C-ITS) che oggi rappresenta uno dei principali trend del futuro dell’industria automobilistica – urbano; applicare e testare nuove strategie dinamiche di gestione del traffico con il supporto della mobilità connessa e automatizzata, anche con l’obiettivo di bilanciare il flusso dei veicoli, cercando di evitare fenomeni di congestione; simulare e valutare gli impatti sulla rete stradale delle strategie di gestione del traffico in diversi scenari di adozione dei veicoli connessi e autonomi (CAV) .

Il Living Lab di Torino è coordinato da TTS Italia, l’Associazione Nazionale per la Telematica per i Trasporti e la Sicurezza, con il supporto di LINKS Foundation e 5T. In qualità di portatori di interesse sono inoltre coinvolti nella sperimentazione il Comune di Torino, GTT,  il fornitore della navetta automatizzata e i l Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che l’ha autorizzata.

TORINO CLICK

Disabilità, la Regione per l’inclusione scolastica e lavorativa

La Regione Piemonte conferma il suo impegno per favorire l’inclusione scolastica e lavorativa, ponendo al centro questi cittadini e i loro diritti e dare vita ad una società finalmente inclusiva.

Fondo regionale Lavoro e Disabilità: quadruplicate le risorse

Negli ultimi anni, sotto la guida dell’assessore Elena Chiorino, il Fondo regionale Lavoro e Disabilità è stato significativamente potenziato, passando da uno stanziamento di 20 milioni di euro del triennio 2016-2018 agli attuali 78,8 milioni. Queste risorse sono state destinate a finanziare progetti concreti per l’inserimento lavorativo, il supporto all’autonomia personale e l’accompagnamento individualizzato verso il mondo del lavoro. Tra le principali misure: il buono servizi lavoro (13 milioni di euro investiti per 5.503 persone coinvolte e 1.271 contratti stabili attivati) e gli interventi per le imprese (21,8 milioni di euro). Ammontano invece a 2,2 milioni i fondi investiti per il progetto Percorsi#Possibile, che coinvolge 70 scuole e avvierà 570 percorsi personalizzati con l’obiettivo di favorire la partecipazione dei giovani alle esperienze di raccordo scuola-lavoro e alla vita sociale e collettiva.

Sostegno all’inclusione scolastica

La Regione ha intensificato gli interventi per favorire una piena inclusione degli studenti con disabilità, sostenendo attività di supporto personalizzato, il potenziamento della formazione per i docenti e l’acquisto di strumenti tecnologici che facilitano l’apprendimento. Spiccano i 9,5 milioni investiti per l’assistenza all’autonomia e comunicazione degli studenti in condizione di disabilità (di cui 5 milioni per garantire il trasporto degli alunni).

In tema di borse di studio agli studenti con una disabilità superiore al 66% solo nell’anno accademico 2023-24 ne sono state assegnate 177 per un valore comprensivo di 1,3 milioni. Inoltre è stato attivato per la prima volta un contributo straordinario a studenti con disabilità compresa tra il 46% e il 66%: ne hanno beneficiato 29 studenti per un importo complessivo di 180.000 euro.

Per favorire l’inclusione degli studenti sordi attraverso il bilinguismo italiano/LIS sono stati finanziati dal 2020 a oggi 49 progetti per un totale di 1,3 milioni. Nell’anno scolastico 2024-2025 sono in fase di valutazione 25 istanze.

Formazione professionale: investiti 10 milioni

Relativamente all’offerta formativa di Istruzione e Formazione professionale vengono finanziati annualmente oltre 1.200 interventi di sostegno per l’inclusione di allievi con disabilità, Esigenze Educative Speciali (E.E.S.) e BES con svantaggio socio-economico, linguistico e culturale certificati. Le risorse impiegate ammontano a circa 4,5 milioni di euro.

Per quanto riguarda l’inclusione socio-lavorativa di soggetti vulnerabili nel triennio 2021-24 sono stati stanziati 5,4 milioni l’anno. Mediamente sono stati attivati ogni anno 120 corsi di formazione rivolti a 900 persone con disabilità.

Si tratta di misure che portano Elena Chiorino, vicepresidente e assessore regionale all’Istruzione e Merito, Lavoro e Formazione, ad affermare che “siccome la disabilità non può e non deve essere un ostacolo per chi cerca il giusto posto nel mondo del lavoro, come Regione Piemonte diamo pari opportunità di accesso ai percorsi occupazionali e la massima inclusione per raggiungere l’indipendenza che solo la dignità del lavoro può offrire. Abbiamo fatto passi significativi per sostenere le persone con disabilità, ma questi risultati sono un punto di partenza: continueremo a lavorare per abbattere le barriere che ancora ostacolano l’inclusione, con l’obiettivo di costruire una società che sappia davvero riconoscere la forza e il talento di ogni persona”.

 

Satispay, Buoni Pasto nei negozi del Gruppo Esselunga

 

I Satispay Buoni Pasto sono spendibili in tutti i negozi in Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio

 

 A solo 1 anno dal lancio dei Buoni Pasto, Satispay annuncia un importantissimo passo in avanti tramite l’accordo con il Gruppo Esselunga, principale realtà italiana nel settore della grande distribuzione che opera attraverso una rete di oltre 190 negozi, i Bar Atlantic e le profumerie EB, in Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte e Lazio.

I buoni pasto di nuova generazione, pensati e sviluppati da Satispay per generare il massimo valore per gli utilizzatori e la rete di accettazione, raggiungono oggi uno dei più radicati e grandi gruppi italiani.

Una partnership strategica che semplifica la spesa alle migliaia di dipendenti che già oggi fruiscono dei Buoni Pasto Satispay. L’innovativo modello proposto da Satispay si sta affermando sempre più anche come strumento al servizio della spesa, alimentando un trend virtuoso che genera valore sia per i consumatori che per il contesto economico territoriale in cui si inserisce.

 

Angela Avino, Chief Business Development Officer, Satispay, conclude: “Siamo orgogliosi di annunciare questa partnership con il Gruppo Esselunga che rinnova l’impegno e la fiducia in Satispay, già scelta nel 2017 come strumento di pagamento, e che rappresenta per noi un importante tassello di crescita. Questa integrazione valorizza l’impegno di Satispay che ha creato e diffuso un singolo strumento che racchiude efficienza, comodità ed etica”.

 

Satispay Buoni Pasto, infatti, ridisegna completamente l’esperienza d’uso per i clienti: i buoni pasto, totalmente digitali, saranno caricati automaticamente su una sezione dedicata nell’app

Satispay del lavoratore che potrà pagare nei diversi negozi di Esselunga e Bar Atlantic utilizzando sia il buono pasto che l’eventuale importo extra prelevato dal suo wallet personale. Un processo fluido e veloce come un normale pagamento effettuato con l’app Satispay che velocizza l’operazione alla cassa e permette di utilizzare i buoni anche nei giorni festivi e che avrà una durata di 1 anno.

 

A Torino un  convegno sui diritti negati delle donne in Iran e Afghanistan

Un incontro sui diritti negati delle donne in Iran e Afghanistan

Raccontare ai giovani l’oppressione sistematica di cui sono vittime le donne in Iran e Afghanistan per stimolare una nuova coscienza civica. È stato questo l’obiettivo dell’incontro per le scuole superiori, organizzato al Polo del ‘900 il 5 dicembre, dall’associazione culturale Sapori reclusi, in collaborazione con il Comitato regionale per i diritti umani e civili e la Consulta regionale delle Elette.

“L’iniziativa si inserisce nella rassegna di eventi organizzati dal Consiglio regionale in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e vuole ragionare su una piaga sociale che in alcuni Paesi assume contorni allarmanti”, è intervenuta in apertura Valentina Cera, consigliera segretaria del Consiglio regionale. “Ma la violenza di genere si esprime in molte forme e sfumature anche nelle nostre comunità e c’è bisogno dell’impegno di tutti, a cominciare dalle giovani generazioni, affinché si attui quella rivoluzione della parità per costruire insieme una società più giusta per tutte e tutti”.

Per ricordare l’importanza di eventi di sensibilizzazione come questo ha preso la parola Giampiero Leo, in rappresentanza del Comitato regionale per i diritti umani e civili: “il rispetto della parità di genere è un paradigma fondamentale per comprendere il grado di civiltà di un Paese”.

“In Iran e in Afghanistan non esiste uno Stato di diritto ma una commistione fra norme civili e religiose che relega di fatto le donne in una condizione di inferiorità”, ha commentato Marcella Genta, di Sapori reclusi. L’associazione culturale ha promosso una mostra, R-Women, Donne che resistono, realizzata da 10 fotografi iraniani e afghani che, lontani da ogni forma di censura, illustrano la trasformazione di questi Paesi dagli anni ’80 a oggi.

La testimonianza dell’attivista Azam Bahrami e un video-documentario hanno messo in luce la repressione del dissenso nel regime totalitario iraniano, dove la violazione dei diritti delle donne è istituzionalizzata per legge, specialmente nei confronti dei movimenti studenteschi come Donna, vita e libertà che manifestano per la libertà femminile e contro la dittatura.

“Dal ritorno del regime talebano, nell’agosto 2021, le donne in Afghanistan non possono lavorare, né parlare in pubblico né uscire di casa se non per motivi di salute, è come se non esistessero più, se fossero in carcere”, ha denunciato attraverso un video-intervento Monira Najibzada, ex pubblico ministero fuggita tre anni fa dall’Afghanistan.

“Vogliamo mostrare a voi ragazzi che cosa succede in altre società per aprirvi gli occhi e perché vorremmo che il vostro senso civico crescesse. Ci auguriamo che un domani possiate essere voi a favorire un cambiamento, anche facendo pressione sui governi democratici in modo che disconoscano i regimi che negano i più basilari diritti umani”, ha concluso Genta.

Un convegno chiude le tre giornate torinesi dell’Esercito

Per il 60° anniversario della Costituzione del 101° Ospedale da Campo del 1° Reparto di Sanità “Torino” il 3 dicembre si sono concluse le tre giornate evento con un convegno presso i locali di Palazzo “Beraudo di Pralormo”, sede del Circolo Unificato dell’Esercito di Torino.

Grazie alla partecipazione delle numerose autorità politiche, civili e militari ed il coinvolgimento degli ordini professionali, e’ stato possibile accendere i riflettori sull’importante tema trattato e sul supporto quotidiano messo a disposizione sui territori.

Una dimostrazione pratica e’ avvenuta infatti lo scorso fine settimana in Piazza San Carlo, dove e’ stato montato l’Ospedale da Campo con la possibilita’ per tutti i cittadini di effettuare screening sanitari gratuiti e corsi di formazione sulle manovre rianimatorie.

Un’occasione di riscatto per l’immagine di Torino, che nelle scorse settimane e’ stata anche teatro di scontri e violenze messe in atto da alcuni manifestanti contro le Forze dell’Ordine.

Clelia Ventimiglia

Chieri, ennesima aggressione a un infermiere in Piemonte

Nursing Up Piemonte denuncia: «È ora di agire per proteggere chi lavora in prima linea»

Chieri, 5 dicembre 2024 – Continuano le aggressioni verso gli infermieri. Nel pomeriggio di ieri infatti si è consumato l’ennesimo grave episodio di violenza presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore di Chieri durante le procedure di dimissione di un paziente. L’aggressore, un individuo senza fissa dimora ricoverato per motivi di salute non specificati, ha colpito l’infermiere al volto. Fortunatamente, le ferite riportate non sono gravi, ma l’episodio riaccende l’allarme sulla necessità di tutelare adeguatamente gli operatori sanitari.

Secondo le testimonianze, il paziente già nella sala d’attesa aveva mostrato atteggiamenti aggressivi. Durante la fase di dimissione, ha reagito violentemente, sferrando un pugno al volto dell’infermiere. L’intervento tempestivo dei Carabinieri e della Polizia Locale ha consentito di immobilizzare l’aggressore, che è stato successivamente trasferito presso il carcere delle Vallette.

 «Non possiamo più tollerare che episodi di questo genere diventino la norma per chi lavora nei pronto soccorso e negli ospedali –  commenta Claudio Delli Carri, Segretario Regionale di Nursing Up Piemonte   Gli infermieri sono in prima linea per garantire la salute dei cittadini, ma troppo spesso sono lasciati soli, senza adeguati strumenti di protezione e in contesti sempre più a rischio. Chiediamo con forza alle istituzioni di adottare misure immediate per garantire la sicurezza del personale sanitario, come l’implementazione di presidi permanenti delle forze dell’ordine all’interno dei pronto soccorso.»

La recente normativa che inasprisce le pene per chi aggredisce gli operatori sanitari è un passo avanti, ma non basta. «Serve prevenzione: telecamere di sorveglianza, percorsi formativi per la gestione delle situazioni critiche e soprattutto una maggiore presenza delle forze dell’ordine. Non è accettabile che chi si prende cura degli altri debba lavorare ogni giorno con il timore per la propria incolumità» continua Delli Carri e conclude «Garantire la sicurezza degli operatori sanitari non è solo una necessità urgente, ma un dovere morale e civile. Non ci fermeremo finché chi lavora per la salute della collettività non potrà farlo in un ambiente sicuro e sereno».

Nascondeva in casa e in cantina 126 chili di botti pericolosi: denunciato

La Polizia di Stato ha denunciato un cittadino italiano di 48 anni per detenzione di materiale esplodente e per fabbricazione e commercio abusivo dello stesso.

L’attività d’indagine, svolta d’iniziativa da personale della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura, ha portato all’individuazione dell’uomo che a Luserna San Giovanni deteneva illegalmente materiale pirotecnico nel condominio di residenza.

A destare particolare sospetto nei poliziotti sono stati dei grossi pacchi, completamente avvolti in un nylon nero, recapitati da un ignaro corriere e lasciati nell’atrio di un condominio. I pacchi riportavano il nome di un uomo, residente nello stabile, che risultava lavorare come cuoco in un istituto penitenziario della provincia.

Al rientro del destinatario nell’abitazione, i poliziotti appuravano che i pacchi contenevano artifizi pirotecnici talmente pericolosi tale da spingere gli operatori a effettuare un’accurata perquisizione, nella casa dell’uomo e nella cantina, che consentiva di rinvenire oltre 120 kg di materiale esplodente.

Tra il materiale pirotecnico presente vi erano 6 bombe sferiche e due catene c.d. “napoletane”, ordigni particolarmente pericolosi non solo per il quantitativo di polvere pirica utilizzata e per esser stati prodotti in luoghi non autorizzati e certificati, ma anche perché in grado di produrre quella che si chiama “esplosione per simpatia” che si verifica quando l’esplosione di un singolo ordigno innesca istantaneamente tutti gli altri ordigni vicini procurando un’esplosione di massa.

Tra il materiale sottoposto a sequestro anche alcuni razzi, acquistati online dall’uomo, ma che per la loro potenza esplosiva potevano essere comperati solo da persone munite di porto d’armi presso negozi autorizzati e muniti di licenza prefettizia.

Le condotte penalmente rilevanti sono attualmente al vaglio della Procura della Repubblica di Torino.

ASL Città di Torino: prima al mondo nell’impianto Cocleare Robotico in un bambino di 8 mesi

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Un innovativo braccio robotico per la chirurgia della sordità in ambito pediatrico è stato utilizzato dal Centro di Audiologia ed Impianti Cocleari all’Ospedale Martini

Nicola, un bambino nato con una grave forma di sordità, a soli 8 mesi è stato sottoposto a un’innovativa operazione per l’installazione di un impianto cocleare grazie a un nuovo sistema robotico austriaco a disposizione dei professionisti dell’Ospedale Martini dell’Asl Città di Torino.

«Grazie per questa nuova vita – le parole dei genitori Giulia e Stefano – Ringraziamo idottor Di Lisi, la dottoressa Consolino e tutto lo staff del CIAO, il Centro Infantile di Audiologia e Otologia, per la professionalità e l’umanità che dimostrano svolgendo il loro lavoro. La passione che mettono nel farlo risuona in tutto il reparto e rende più semplice affrontare queste situazioni sia per noi genitori sia per i bambini che trovano una seconda famiglia».

Con questo intervento l’Asl Città di Torino si conferma, quindi, all’avanguardia nella ricerca e nell’innovazione medica: per la prima volta al mondo, infatti, questa particolare tecnica robotica è stata utilizzata su un bambino di soli 8 mesi e ad oggi sono stati complessivamente già sei gli interventi di cui tre su pazienti di età inferiore ai 15 mesi.

Interventi che sono stati eseguiti dal dottor Diego Di Lisi, Responsabile della Struttura Semplice Audiologia e Impianti Cocleari, con l’aiuto del dottor Daniele Filippo Andrina. Mentre le procedure anestesiologiche sono state garantite dalla dottoressa Roberta Barbero, Direttore f.f. della Struttura Complessa Anestesia e Rianimazione con il supporto delle dottoresse Silvia Vendramin e Cristina Pasero, afferenti alla Struttura Semplice di Anestesia Pediatrica.

L’attività di Implantologia Cocleare all’Ospedale Martini vanta un’esperienza ventennale, con oltre mille pazienti operati di cui oltre la metà bambini, ed è il frutto della sinergia e della collaborazione dell’Audiologia Pediatrica, guidata dalla dottoressa Patrizia Consolino con l’aiuto della dottoressa Margherita Ragliani, con le Struttura Complesse di Pediatria, Anestesia e Otorinolaringoiatria.

La nuova tecnologia utilizza due strumenti: un braccio meccanico progettato per definire precisamente la traiettoria degli strumenti chirurgici, mantenendo esattamente la posizione e l’angolo desiderati e riducendo il tempo totale della chirurgia.

II braccio robotico è stato progettato affinché il medico possa definire precisamente la traiettoria degli strumenti chirurgici, mantenendo esattamente la posizione e l’angolo desiderati. Si tratta di uno strumento otologico fondamentale per rendere privi di traumi tutti gli interventi in cui è importante preservare le delicate strutture dell’orecchio, infatti permette un movimento lento e costante tra 0,1 e 1,0 millimetri al secondo.

Il responsabile della Struttura Semplice Audiologia e Impianti Cocleari, Diego Di Lisi«In ambito audiologico la Tecnologia mette già a disposizione strumenti all’avanguardia che sono in grado di sostituire perfettamente la funzione biologica dell’udito. Tuttavia, come sappiamo, l’Ingegneria biomedica e le Scienze evolvono rapidamente ed esponenzialmente. In quest’ottica è nostra responsabilità, soprattutto nei confronti dei bambini, l’applicazione in chirurgia di tutte quelle tecniche innovative che permettono di preservare al massimo le strutture anatomiche, condizione imprescindibile per garantire a tutti i Pazienti i potenziali benefici di quella che sarà l’evoluzione tecnologica del domani».

Il Direttore Generale dell’ASL Città di Torino, Carlo Picco«Siamo molto orgogliosi di questo risultato che premia la professionalità e il lavoro sinergico multidisciplinare svolto all’Ospedale Martini. Come Direzione Generale abbiamo sempre sostenuto la vocazione pediatrica del Presidio, istituendo e garantendo per i bambini percorsi di diagnosi e cura ad hoc separati dagli adulti. La scelta della nostra azienda da parte di un’azienda leader del settore come centro pilota per un’innovazione tecnologica così importante, conferma ancora una volta l’altissimo know how dei nostri professionisti, coinvolti quotidianamente in prima linea per affiancare i bisogni di cura della popolazione».

L’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi«Grazie a questa innovazione tecnologica e all’alta professionalità dell’équipe multidisciplinare delle Strutture di Audiologia e Impianti Cocleari e di Anestesia Pediatrica dell’Ospedale Martini, sempre più bambini potranno beneficiare di un trattamento efficace per la sordità profonda, acquisendo le competenze linguistiche e sociali necessarie per una piena integrazione nella vita quotidiana».