CRONACA- Pagina 1373

In ricordo di Roberto Crescenzio

“Sono trascorsi quarant’anni da quando Roberto Crescenzio, un giovane di appena 22 anni, fu ucciso, arso vivo dentro un bar nel quale aveva trovato rifugio per sottrarsi alla violenza che devastava le vie di Torino e di altre città italiane”.Con queste parole Nino Boeti, vicepresidente del Consiglio regionale e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione, ha portato il saluto dell’Assemblea legislativa durante la cerimonia in memoria della vittima dell’Angelo Azzurro, locale di via Po 46, a Torino, al cui interno alcuni manifestanti lanciarono molotov provocando il rogo e la morte del ragazzo. “La manifestazione del 1° ottobre 1977 – ha proseguito Boeti – rappresentava una reazione all’uccisione, da parte di gruppi eversivi fascisti, di un militante di Lotta Continua, Walter Rossi, avvenuta il giorno prima a Roma. Alla violenza si rispose, dunque, con la violenza. Ma dentro questo variegato mondo, fatto di intolleranza e rabbia contro lo Stato e le Istituzioni democratiche, certamente erano presenti migliaia di giovani che trovarono nella protesta anche il sogno di un mondo migliore nel quale limitare le disuguaglianze e le povertà”.Nel corso della cerimonia Federica Marchioro, cugina di Crescenzio, ha ricordato “l’importanza di mantenere vivo il ricordo delle vittime di violenza e terrorismo, per accrescere nelle nuove generazioni i messaggi di pace e tolleranza”.Fabio Versaci e Roberto della Rocca, presidenti rispettivamente del Consiglio comunale e dell’Associazione italiana vittime del terrorismo (Aiviter) hanno poi evidenziato la condanna delle Istituzioni alla violenza, ripercorrendo la drammatica vicenda di Roberto Crescenzio.“Il Consiglio regionale in quegli anni di tumulti era guidato da Dino Sanlorenzo – ha concluso Boeti – e oggi ribadiamo con convinzione gli stessi ideali e le medesime convinzioni: il terrorismo va sconfitto anche sul piano morale, culturale e ideale, mobilitando le coscienze. Vorrei ricordare a tutti le parole del primo ministro della Repubblica Tina Anselmi, ‘per cambiare il mondo bisogna esserci’. E il Consiglio regionale ci fu allora come oggi, per mantenere viva la memoria di un ragazzo a cui non è stata data la possibilità di crescere, sognare e avere un futuro”.La cerimonia è terminata con l’apposizione di una targa, in memoria di Roberto Crescenzio, sulla facciata dello stabile in via Po 46.

 

Daniela Roselii – www.cr.piemonte.it

 

Robot-chirurgo per la prima volta al mondo salva rene e paziente

Per la prima volta al mondo, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, è stato trapiantato dopo nefrectomia con il robot un rene proveniente da una paziente portatrice di rene ectopico pelvico di 45 anni, una rara anomalia congenita che può portare come in questo caso a dolore cronico ingravescente ed infezioni necessitanti l’intervento chirurgico di rimozione. E’ la storia di un lungo calvario di dolore, interventi e pellegrinaggi presso tanti ospedali che ha costretto la signora, seguita dal professor Bruno Frea, a sospendere la sua attività lavorativa da un anno ed ha portato alla decisione di rimuovere il rene. Era stata valutata anche la possibilità di re-impiantare il rene in altra sede, peraltro impraticabile dal punto di vista chirurgico in questo caso. A questo punto si è proceduto all’intervento di rimozione del rene comunque ben funzionante ma destinato allo scarto, lasciando aperta una piccola possibilità di trapiantarlo in un’altra persona in dialisi che avesse delle caratteristiche tali da poter tentare l’intervento. Questa soluzione era sperata da tutti e per prima anche dalla signora che voleva così dare in questo gesto generoso un senso a tutte le sue precedenti sofferenze. Nella reportistica mondiale è la prima volta che viene utilizzata la chirurgia robotica a fronte di una situazione anatomica vascolare estremamente più complessa. La sequenza di interventi si è consumata lunedì in una staffetta chirurgica, dove solo al termine del primo intervento e della valutazione “su banco” del rene si è potuto pensare di utilizzarlo per un trapianto. La nefrectomia è stata eseguita con tecnica robotica dal professor Paolo Gontero (Direttore dell’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino), insieme al dottor Alessandro Greco ed agli anestesisti Alessandra Davi ed Elisabetta Cerutti. Come spiega Paolo Gontero “la chirurgia robotica è stata fondamentale in questa particolare situazione di un rene in posizione anomala a stretto contatto con l’utero e con una vascolarizzazione complessa. L’aiuto del robot ha permesso l’accuratezza chirurgica necessaria in un intervento così delicato. Il robot Da Vinci di ultima generazione in dotazione presso la Città della Salute viene correntemente utilizzato in campo urologico per interventi oncologici su prostata, rene e vescica”. Il dottor Maurizio Merlo (Direttore della Chirurgia Vascolare ospedaliera delle Molinette), che insieme al dottor Aldo Verri ed agli anestesisti Antonella Marzullo e Luisella Panealbo (dell’équipe dottor Pier Paolo Donadio) ha eseguito la ricostruzione vascolare del rene ed effettuato la fase vascolare del trapianto, sottolinea come “si sia trattato di un rene con una complessità di arterie mai presentata prima d’ora per un trapianto nella trentennale tradizione della Chirurgia Vascolare ospedaliera delle Molinette, abituata ad operare su tutti i distretti vascolari anche in condizioni sia di estrema urgenza che di difficoltà. Tale esperienza maturata in decenni di attività ha consentito di risolvere anche questa situazione permettendo il trapianto di questo rene”. La fase successiva è poi stata eseguita dai dottori Omid Sedigh ed Andrea Bosio, urologi, che hanno ricostruito la complessa via urinaria del rene, anch’essa anomala, insieme a quella del ricevente. Il trapianto è tecnicamente riuscito ed il paziente di 51 anni, sganciato dalla dialisi, è in costante miglioramento, ricoverato presso la terapia semi-intensiva della Nefrologia universitaria e seguito dall’équipe nefrologica diretta dal professor Luigi Biancone.

Ci tiene a sottolineare Biancone, responsabile del programma di trapianto renale delle Molinette, come ”due situazioni di sofferenza e di calvario sono state trasformate entrambe in lieto fine, grazie alla generosità della signora ed all’esperienza pluridisciplinare del trapianto renale di   Torino che si è dimostrata ancora una volta vincente”.

Marito e moglie muoiono nella loro casa in fiamme

DAL VENETO

Sono due anziani  i morti nell’incendio della loro abitazione nel comune di Fossò, nel Veneziano. I vigili del fuoco, entrati  nella casa per spegnere l’incendio hanno trovato i corpi senza vita dei due proprietari. Sul luogo stanno lavorando le squadre di Mira e Mestre, oltre gli operatori del Niat, il nucleo investigativo territoriale antincendio.

 

(foto: archivio)

Ubriaco viaggia contromano per 10 km sulla Torino-Milano

Ha 53 anni, di Torino, l’uomo denunciato per guida in stato di ebbrezza dalla polizia stradale, per avere percorso circa dieci chilometri di autostrada in contromano. Il suo pericoloso tragitto si è svolto dalla A4 Torino-Milano fino alla stazione di servizio di Viverone sulla bretella Ivrea-Santhià. La sua Ford Focus è stata segnalata da diversi automobilisti. Le pattuglie della polizia stradale di Torino e di Ivrea hanno inseguito la vettura che è stata trovata nell’area di servizio.  L’uomo guidava con un tasso alcolico cinque volte oltre il limite massimo. L’auto è stata sequestrata.

Violenza su bambina: le scuse del ministro per la prescrizione

Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, in relazione alla vicenda prescrizione del reato di abusi sessuali ai danni  di una bambina, avvenuto 20 anni fa e di recente andato in prescrizione scorsi a Torino, ha dichiarato a Matrix, su Canale 5: “A nome dello Stato chiedo scusa, anche se il Ministero non ha dirette competenze. Ma in fondo rappresentiamo complessivamente il sistema giustizia e se accadono questi episodi non possiamo che scusarci. Ho disposto un’ispezione per ricostruire la dinamica di questo tremendo risultato per lo Stato e per le persone coinvolte”.

Sciatore muore cadendo sulle piste

Un altro  sciatore è morto sulle montagne piemontesi, questa volta cadendo sulle piste dell’Alpe di Mera a Scopello. E’ scivolato  lungo la pista precipitando sulle rocce, procurandosi un trauma cranico irreparabile. L’elisoccorso, intervenuto sul posto, non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. Prontamente intervenuti anche il soccorso piste e una squadra del Soccorso Alpino per il recupero della salma.

Nello scontro violento tra auto e camion muore un uomo

L’incidente mortale è avvenuto  questa mattina nel Cuneese. Si è trattato di uno scontro tra un’ auto e un camion, in cui  ha perso la vita un uomo di 72 anni, di Narzole. L’incidente è accaduto alle 11 a Bra. Intervenuti vigili del fuoco, polizia municipale ed emergenza sanitaria, ma la vittima, alla guida della sua Fiat Punto, è morta sul colpo.

 

(foto: archivio)

Trovata nel sottopasso anziana in fin di vita con profonda ferita alla testa

Ha 83 anni la donna  ricoverata in fin di vita nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Novara: ieri sera è stata trovata in un lago di sangue, in un sottopassaggio. L’anziana ha una profonda ferita alla testa, che potrebbe essere stata provocata da diversi fattori. La Squadra Mobile della Questura non esclude ipotesi. La ferita potrebbe derivare da un corpo contundente o anche da una caduta accidentale sui gradini del sottopasso, ipotesi più probabile. Si spera che le condizioni della donna possano migliorare in modo da poterla ascoltare.

Taxi, il servizio torna regolare

È tornato regolare il servizio di taxi questa mattina a Torino. E’ stato infatti raggiunto un accordo al ministero dei Trasporti a Roma e le cooperative dei tassisti  hanno quindi deciso di sospendere lo stato di agitazione.La protesta, iniziata lunedì con un presidio in piazza palazzo di Città e in piazza Castello,  aveva bloccato la circolazione delle auto bianche, garantendo  solo il trasporto di anziani e ammalati.

 

(Foto: il Torinese)

Marisa Delgrosso è la nuova Presidente regionale AIDDA 

Il sostegno alle giovani donne che fanno impresa l’impegno per il suo mandato fino al 2020. L’assemblea delle socie del Piemonte di AIDDA, l’associazione che dal 1961 rappresenta imprenditrici e manager, ha espresso la sua nuova presidente Marisa Delgrosso, amministratore delegato della Delgrosso spa, azienda torinese che produce sistemi filtranti per autoveicoli. Con una formazione economico-finanziaria Marisa Delgrosso è una di quelle donne che non perde mai di vista il risultato, e quello che vuole conseguire per AIDDA in Piemonte riguarda la missione statutaria dell’associazione: accompagnare lo sviluppo dell’imprenditoria femminile. Considerando che 1 impresa su 5 è amministrata da una donna (in Piemonte sono 98.725) le imprenditrici che possono essere interessate ai servizi che AIDDA offre aumentano ogni anno al ritmo di crescita (il 14%) dettato dalle donne sotto i 35 anni che decidono di mettersi in proprio.