Incidente in piazza Solferino tra un bus GTT e un’auto: tre persone in ospedale

Violento schianto tra un bus GTT della linea 8 e un’auto in piazza Solferino: il mezzo pubblico finisce contro un muro, tre persone in ospedale.

È successo nel pomeriggio di oggi, quando l’autobus, dopo l’impatto con un’auto, ha terminato la sua corsa contro un muro tra la galleria d’arte Mazzoleni in via Cernaia. La causa dell’incidente potrebbe essere riconducibile a un malore accusato dalla conducente del mezzo pubblico, che viaggiava in direzione di Corso Bolzano. A bordo dell’auto coinvolta, una Toyota Yaris, si trovava una donna che è rimasta incastrata nell’abitacolo.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, gli agenti della polizia municipale e i tecnici del GTT. L’autista del bus è stata trasportata all’ospedale Maria Vittoria in codice giallo, mentre due passeggeri hanno riportato ferite lievi e sono stati accompagnati al Mauriziano in codice verde.

VI.G

I prezzi al consumo a Torino: ecco gli ultimi dati

Nel mese di Novembre 2025 a seguito della rilevazione dei prezzi effettuata dall’Ufficio di Statistica della Città, l’indice complessivo dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è risultato pari al 121,3 (Base Anno 2015=100) segnando una variazione del +0,5% rispetto al mese precedente e del +0,8% rispetto al mese di Novembre 2024 (tasso tendenziale).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto segnalano +0,3% sul mese precedente e +1,9% su novembre 2024. I prezzi dei prodotti a media frequenza d’acquisto segnalano una variazione del +0,8% rispetto al mese di ottobre 2025 e del +0,4% rispetto all’anno precedente. I prezzi dei prodotti a bassa frequenza d’acquisto segnalano una variazione del +0,4% rispetto al mese precedente e del +0,1% rispetto a novembre 2024.

Nella tipologia di prodotto dei BENI si rileva +0,2% su base congiunturale e INVARIATO su base tendenziale.

I prodotti in rilevazione hanno subito queste variazioni:

Beni Alimentari +0,2% sul mese precedente e +1,5% sull’anno precedente,

Beni Energetici +1,0% sul mese precedente e -3,2% sull’anno precedente,

Tabacchi INVARIATO sul mese precedente e +3,2% sull’anno precedente,

Altri Beni +0,1% sul mese precedente e +0,1% sull’anno precedente.

Nella tipologia di prodotto dei SERVIZI si registra +0,8% su base congiunturale e +2,1% su base tendenziale.

Sono state riscontrate le seguenti variazioni:

Servizi relativi all’Abitazione INVARIATO sul mese precedente e +2,3% sull’anno precedente,

Servizi relativi alle Comunicazioni -0,2% sul mese precedente e -0,6% sull’anno precedente,

Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona +2,4% sul mese precedente e +3,3% sull’anno precedente,

Servizi relativi ai Trasporti -1,7% sul mese precedente e +0,3% sull’anno precedente,

Servizi vari +1,0% sul mese precedente e +1,4% sull’anno precedente.

L’inflazione di fondo al netto degli energetici e degli alimentari freschi segnala +0,4% rispetto al mese precedente e +1,3% rispetto all’anno precedente.

L’Indagine dei Prezzi al Consumo è stata effettuata secondo le disposizioni e le norme tecniche stabilite dall’ISTAT.

I dati relativi al mese di Novembre si possono consultare sul sito: http:/www.comune.torino.it/statistica/

(Fonte Città di Torino)

Aggredisce e rapina anziani: arrestato un 33enne

Stavano per rientrare a casa quando, all’improvviso, due anziani vengono rapinati: in uno dei casi una delle vittime rimane gravemente ferita alla testa. Arrestato il rapinatore.

Era successo ad Alessandria tra la fine di settembre e i primi di ottobre, quando un 33enne sorprendeva alle spalle le sue vittime nelle ore serali. L’uomo le afferrava per un braccio o per il collo e le faceva cadere a terra, per poi derubarle. Le indagini della sezione operativa del NOR, supportate dall’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza e da ulteriori accertamenti, consentivano di individuarlo. Decisivo è stato il riconoscimento della fisionomia, della corporatura e del suo modus operandi, in particolare del modo di scegliere le vittime e di agire.

Il 33enne, già noto alle forze dell’ordine, è stato infine arrestato.

VI.G

Le Finali della Coppa Italia Frecciarossa

Oggi, martedì 16 dicembre alle ore 14.30, personalità istituzionali e sportive si sono incontrate nella Sala Trasparenza del Grattacielo Piemonte a Torino per presentare le Finali della Coppa Italia Frecciarossa, l’evento organizzato dalla Lega Volley Femminile con il patrocinio della Regione Piemonte e del Comune di Torino e la collaborazione della FIPAV Piemonte.

L’Assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-olimpico, Caccia e Pesca, Parchi, Paolo Bongioanni, e l’Assessore allo Sport del Comune di Torino, Domenico Carretta, hanno introdotto le Finali del 24 e del 25 gennaio in compagnia dell’Amministratore Delegato della Lega Volley Femminile, Enzo Barbaro, e del Presidente della FIPAV Piemonte, Paolo Marangon. All’interno della conferenza stampa, moderata dalla responsabile delle Relazioni Esterne di Lega Volley Femminile, Consuelo Mangifesta, è stata anticipata la presenza di una grande Fan Zone, che sarà attiva dal sabato mattina nel foyer dell’Inalpi Arena con momenti di intrattenimento e spettacolarizzazione, ed è stata annunciata Paola Cardullo, ex campionessa europea e mondiale con l’Italia e quattro volte campionessa della Coppa Italia, come testimonial e madrina dell’evento.

Di seguito le dichiarazioni.

Alberto Cirio e Paolo BongioanniPresidente Assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-olimpico, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte: “Le Finali della Coppa Italia Frecciarossa rappresentano un appuntamento di altissimo profilo sportivo e un’ulteriore conferma della capacità del Piemonte di essere protagonista nell’organizzazione di grandi eventi nazionali e internazionali. Accogliere a Torino le migliori quattro squadre della Serie A di volley femminile in una regione dove questo sport è espresso ai livelli più alti e ha un vasto seguito significa valorizzare ulteriormente uno sport che esprime eccellenza, passione e grande partecipazione di pubblico. Come Regione siamo orgogliosi di ospitare sempre più sul nostro territorio grandi appuntamenti sportivi, capaci di generare ricadute positive sia in termini economici e turistici, sia culturali e sociali. Eventi come questo rafforzano l’identità del Piemonte come terra di sport, di accoglienza e di organizzazione di qualità. Ringraziamo la Lega Volley Femminile, la FIPAV Piemonte e tutte le istituzioni coinvolte per il lavoro svolto e per aver scelto ancora una volta il nostro territorio come palcoscenico di un evento così prestigioso”.

Domenico CarrettaAssessore allo Sport e Grandi Eventi della Città di Torino: “Torino si prepara ad ospitare il primo grande evento sportivo del 2026. Aver aggiunto la Final Four di Coppa Italia Volley Femminile al nostro calendario rafforza la nostra immagine di città dello sport, aperta, dinamica, un’immagine che abbiamo saputo costruire, nel tempo, con competenza, professionalità, esperienza organizzativa facendo squadra con tutte le istituzioni del territorio”.

Paolo MarangonPresidente di FIPAV Piemonte“Il movimento di pallavolo femminile in Piemonte ci fa essere orgogliosi, siamo l’unica Regione in Italia con quattro squadre nel massimo campionato di Serie A1. Siamo felici del percorso che stiamo intraprendendo, abbiamo bloccato i campionati territoriali per fare si che i ragazzi abbiano il tempo per venire a questo grande evento e possano ammirare le migliori campionesse al mondo. Negli ultimi anni tanti tifosi e appassionati hanno risposto presente sul territorio e sono sicuro che anche quest’anno sarà così”.

Enzo BarbaroAmministratore Delegato della Lega Volley Femminile“Per noi è un onore essere qui perché dimostra il percorso di crescita che abbiamo fatto negli ultimi anni: in credibilità, in affidabilità e nella qualità del nostro lavoro e di quello di tutte le Società di Serie A. Abbiamo elevato insieme il livello della pallavolo italiana e ci siamo meritati di arrivare qui a Torino, che per noi è una sfida bellissima: nonostante tempi stretti, con un impianto che fa anche un po’ di paura perché è molto grande, ci siamo ripetuti ‘se non ora quando’. Abbiamo sempre riempito palazzetti in impianti più piccoli e venire qui è una bella prova. Abbiamo trovato una squadra incredibile che ci sta supportando dal primo momento, ci siamo subito sentiti a casa per la collaborazione. Grazie a tutti, da Regione e Comune alla FIPAV Piemonte e CUS Torino fino ai partner, sia quelli che ci supportano da anni sia quelli che da poco si sono uniti a noi. Una menzione particolare per Frecciarossa che ha scelto anche quest’anno di essere al nostro fianco come Title Sponsor, non vediamo l’ora di portare a termine tante delle cose che ci siamo detti, dalla promozione alla spettacolarizzazione. L’Inalpi Arena è l’impianto più bello d’Italia, puntiamo a regalare a tutti gli appassionati il miglior evento di pallavolo femminile che si sia mai realizzato”.

La risposta della Giunta al question time di Sergio Bartoli (Lista Cirio)

 

«Dopo il question time, Regione già attivata: lunedì tavolo al Ministero»

Nel corso della risposta fornita al question time presentato da Sergio Bartoli, Presidente della V Commissione Consiliare – Ambiente, l’Assessore regionale Elena Chiorino, a nome della Giunta, ha confermato che la Regione Piemonte sta seguendo con attenzione la vicenda Konecta, annunciando una serie di iniziative conseguenti al confronto avvenuto in Aula.

In particolare, rispondendo all’interrogazione di Bartoli, l’Assessore ha comunicato che è stato programmato per lunedì 22 dicembre un tavolo di confronto presso il Ministero del Lavoro, con la partecipazione dell’azienda e delle organizzazioni sindacali. È stato inoltre precisato che, a valle dell’incontro ministeriale, la Regione promuoverà ulteriori momenti di consultazione, nell’ambito delle proprie competenze, partendo dalle basi condivise già definite.

«I lavoratori di Konecta e le loro famiglie non sono soli – commenta Sergio Bartoli –. La risposta della Giunta al mio question time conferma che la Regione ha rafforzato il proprio impegno su questa vertenza, assumendo un ruolo attivo di accompagnamento e tutela».

«Spostare la sede di lavoro di un numero così rilevante di dipendenti – prosegue Bartoli – ha una ricaduta concreta sulla qualità della vita delle persone, sulle loro famiglie e sull’intero territorio. Per molti lavoratori affrontare quotidianamente lunghi spostamenti verso il capoluogo significa rinunciare ad attività sociali e di volontariato, con un conseguente impoverimento del tessuto comunitario locale, già fortemente sotto pressione».

«La presenza della Regione, ribadita oggi in Aula – conclude Bartoli – rappresenta un elemento fondamentale di tutela per i lavoratori e per gli Enti Locali. Continuerò a seguire con attenzione questa vicenda affinché si costruiscano soluzioni equilibrate, capaci di difendere il lavoro e il territorio, nel rispetto delle legittime esigenze dell’azienda».

Opposizioni in Regione, PSSR: “un piano incompleto dopo anni di ritardi”

Le opposizioni in Consiglio regionale esprimono una valutazione fortemente critica sul Piano Sociosanitario Regionale, arrivato in Aula dopo un lungo e travagliato percorso. Secondo i gruppi di minoranza, il documento resta fragile e privo di una visione strategica, nonostante le numerose modifiche introdotte grazie al lavoro svolto in Commissione e agli emendamenti presentati.

“Gli oltre 200 emendamenti presentati dalla Giunta dimostrano che approvare il Piano sociosanitario entro l’estate sarebbe stata una forzatura e avrebbe prodotto un documento inservibile. Fin dall’inizio, infatti, avevamo segnalato errori, lacune e dati non aggiornati. Sarebbe stato molto meglio partire subito con le audizioni in Consiglio regionale, coinvolgendo tutte le forze politiche, invece di tentare un percorso di consultazioni gestito dalla sola Giunta, rivelatosi confuso e insufficiente. Con nove incontri sul territorio abbiamo ascoltato amministratori, operatori, associazioni e sindacati, restituendo al Consiglio un ruolo centrale di confronto con la società piemontese. I contributi raccolti sono ora pubblici e consentono di misurare la distanza tra le richieste del territorio e il testo finale che, purtroppo, resta ampia. Nel merito, il giudizio del PD resta negativo: il Piano è ancora privo di una solida base epidemiologica, di obiettivi chiari, risorse definite e indicatori di risultato. Riconosciamo che alcune integrazioni utili, sia della Giunta sia delle Opposizioni, siano entrate nel piano al seguito del lavoro di Commissione, ma non bastano a colmare l’assenza di una visione complessiva. La sanità piemontese ha bisogno di scelte chiare e condivise, non di un Piano fragile e costruito in ritardo” dichiara Daniele Valle, consigliere regionale del Partito Democratico e vicepresidente della Commissione Sanità.

Sul merito delle modifiche apportate, il Partito Democratico rivendica il ruolo decisivo svolto dalle opposizioni nel rafforzare alcuni capitoli chiave del Piano.

“Il Piano Socio Sanitario arriva oggi in Consiglio in una versione con qualcosa in più rispetto a quella iniziale, solo col nostro intervento. La maggioranza aveva presentato un testo debole e generico, che è stato corretto grazie agli emendamenti che abbiamo portato nel merito.

Sulla salute mentale abbiamo imposto un cambio di paradigma: non più una logica di cronicizzazione fondata su farmaci, ospedalizzazioni e residenzialità, ma il recupero della persona, il rafforzamento dei servizi territoriali, il lavoro di équipe integrate e il ruolo centrale del Piano Terapeutico Riabilitativo Individuale. Un’impostazione che migliora la qualità della cura e rende più efficiente anche la spesa pubblica. Sugli obiettivi strategici abbiamo introdotto il principio di equità, indicando priorità chiare: rafforzamento della sanità di prossimità, presa in carico delle fragilità e superamento di una programmazione ospedaliera ormai superata, che non tiene conto dell’invecchiamento della popolazione, della lezione del Covid, del Decreto 77 e del PNRR. Sulla salute delle donne abbiamo colmato vuoti evidenti, inserendo la prevenzione della violenza di genere, il riconoscimento del dolore pelvico cronico e della vulvodinia, e il potenziamento della rete per i disturbi alimentari.

Resta però una contraddizione politica enorme: a fronte di obiettivi condivisibili, non ci sono risorse, non ci sono finanziamenti, non c’è un quadro economico credibile. Senza investimenti, anche i miglioramenti ottenuti col nostro intervento rischiano di restare sulla carta”, afferma la capogruppo PD in Consiglio regionale del Piemonte Gianna Pentenero.

Anche il Movimento 5 Stelle sottolinea i ritardi accumulati dalla Giunta e le criticità strutturali ancora presenti nel documento.

“Il piano socio-sanitario approda a Palazzo Lascaris dopo anni di attese e di ritardi, anni nei quali la Giunta Cirio ha gestito la sanità in maniera improvvisata e senza alcuna programmazione – aggiunge Sarah Disabato, capogruppo M5S -. Sul documento permangono dubbi e criticità, a partire dalla mancanza di risorse per attuare le misure inserite nel piano, per arrivare al problema della carenza di personale che rimane irrisolto, senza considerare l’immobilismo che continua a regnare sovrano sull’edilizia sanitaria, dove non si posa un mattone se non per ospedali e case di comunità, strutture realizzate con i fondi PNRR portati a casa dal governo Conte”.

Disabato rivendica tuttavia i risultati ottenuti grazie al confronto in Commissione e alle audizioni.

“Grazie al lavoro fatto in Commissione e alle audizioni dei sindacati, degli ordini professionali, delle associazioni, degli enti locali e di tutti i soggetti interpellati – prosegue Disabato – il Movimento 5 Stelle è però riuscito a portare a casa importanti migliorie al piano socio-sanitario: un monitoraggio più stringente delle attività svolte in intramoenia, maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro attraverso il rafforzamento degli Spresal, l’introduzione di misure strutturali per la prevenzione ed il contrasto della violenza nei confronti del personale sanitario e socio-sanitario, il riconoscimento della rilevanza della pratica della crioconservazione degli ovociti. Stiamo inoltre lavorando per apportare ulteriori modifiche al testo, ad esempio per quanto riguarda l’attenzione verso gli animali oppure il contrasto ai Pfas”.

Dura anche la posizione del gruppo Stati Uniti d’Europa, che denuncia l’assenza di scelte chiare su risorse e personale.

“La Giunta evita il cuore del problema: risorse e personale. Questo Piano non chiarisce né le previsioni di spesa né come si intenda garantire i professionisti necessari. Dopo sei anni, non è più solo mancanza di visione: è incapacità di governo” dichiara Vittoria Nallo, Presidente del Gruppo Stati Uniti d’Europa per il Piemonte, che aggiunge: “È inaccettabile che si rinunci a definire obiettivi misurabili, criteri di scelta, condizioni minime di tutela per pazienti e operatori, indicatori di risultato, vincoli sulle grandi riorganizzazioni aziendali e infrastrutturali. Anche per questo, a proposito di Torino, abbiamo preteso, con un nostro emendamento, che la riorganizzazione della rete ospedaliera non possa essere improvvisata. Ogni iniziativa deve essere coerente con il progetto del Parco della Salute: servono logistica, pianificazione e soldi certi”, incalza Nallo. “Ma la sanità è fatta soprattutto di cura. Per questo abbiamo inserito, tramite emendamenti già approvati in commissione, due elementi di civiltà. Primo, una rivoluzione sugli screening neonatali: abbiamo impegnato la Regione ad allargare i test a tutte le malattie previste dai nuovi LEA e a finanziare anche le patologie non ancora incluse a livello nazionale. E dopo la diagnosi, a garantire che i pazienti vengano presi in carico immediatamente. Secondo, il modello Housing First per i senza fissa dimora: dare una casa è la base per qualsiasi percorso di cura sociosanitaria e psicologica. Terzo, la sanità transfrontaliera. L’attenzione alle aree interne è rimasta troppo spesso soltanto teorica: grazie al nostro emendamento la cooperazione con la Francia è finalmente realtà, superando il paradosso geografico dell’Alta Val Susa e delle terre di confine.”

In chiusura, Alleanza Verdi e Sinistra ribadisce il giudizio complessivamente negativo sull’impianto del Piano, pur riconoscendo i miglioramenti ottenuti grazie al lavoro delle opposizioni.

“Il piano era e resta insufficiente nel suo impianto complessivo, è un’occasione persa per individuare i fabbisogni e obiettivi socio-sanitari da misurare con indicatori chiari. – conclude Alice Ravinale, capogruppo di AVS – “Grazie a un lavoro attento di ascolto fatto in Commissione e al lavoro unitario delle opposizioni in questi mesi, siamo soddisfatte che, per esempio, nella nuova versione siano state accolte le proposte su temi cruciali come la salute mentale, ma anche su fattori che hanno un impatto enorme sulla sanità e di cui non c’era traccia nella prima versione, in primis l’inquinamento dell’aria. Come AVS abbiamo portato l’attenzione a specifiche situazioni che oggi entrano nel piano: la prevenzione per le persone con BRCA, mutazioni che predispongono ad alcuni tipi di tumori; le cure riabilitative per le persone con mielolesioni, a partire dal rafforzamento dell’Unità Spinale Unipolare di Torino; il rafforzamento delle unità mobili multidisiciplinari per la presa in carico socio-sanitaria delle persone senza fissa dimora. Con i nostri emendamenti in aula continueremo a insistere per un PSSR che dia risposte all’altezza dei bisogni sulla medicina di genere, sulla medicina territoriale, a partire dalla corretta organizzazione delle Case della Comunità, sui servizi sanitari in carcere, sull’emergenza delle persone anziane e malate non autosufficienti, che attendono anni per essere prese in carico dal sistema socio-sanitario gravando sulle famiglie, e sulle dipendenze, su cui questo piano è completamente insufficiente. Chiederemo anche che vengano pienamente rispettati i diritti di lavoratori e lavoratrici, proponendo che la Regione convenzioni o accrediti solo enti privati che applicano i CCNL corretti e li rinnovino: raccogliamo così tante vertenze degli ultimi mesi, da quella degli educatori a quella dei dipendenti delle RSA private a quella dei farmacisti delle farmacie private a quelle di chi gestisce i CUP con contratti multiservizi con tutele molto più basse. La Regione non può continuare a tollerare lavoro povero negli appalti e negli accreditamenti.”

Mini Manovre di bilancio: le c.d. “leggi mancia”, cioè i regalini distribuiti da ministeri (e ministri)

Di Carlo Manacorda

Parallelamente alla Manovra di bilancio, nella più assoluta “riservatezza” parlamentare, si discutono Mini Manovre di bilancio, che resteranno per lo più ignote ai cittadini: le c.d. “leggi mancia”. Ecco cosa hanno finanziato in passato. Sempre molto riservatamente…

Leggi l’articolo su lineaitaliapiemonte.it:

https://www.lineaitaliapiemonte.it/2025/12/08/leggi-notizia/argomenti/editoriali/articolo/mini-manovre-di-bilancio-le-cd-leggi-mancia-cioe-i-regalini-distribuiti-da-ministeri-e.html

Torino, il nuovo Piano Regolatore Generale dopo 30 anni

 

Un passo decisivo verso il suo futuro di Torino. La giunta comunale ha approvato nella seduta di questa mattina il progetto preliminare del nuovo Piano Regolatore Generale, lo strumento che guiderà la trasformazione urbana dei prossimi anni. Dopo 30 anni (il Piano attualmente in vigore fu adottato nel 1991 e approvato nel 1995, redatto da Augusto Cagnardi e Vittorio Gregotti) l’amministrazione comunale si avvia a dotare la città di un nuovo Piano che, dopo il via libera della giunta, seguirà l’iter previsto dalla Legge Urbanistica Regionale, approdando, all’inizio del nuovo anno, nel calendario delle commissioni consiliari per la presentazione e la discussione e poi al voto dell’aula del Consiglio Comunale (dove arriverà presumibilmente nel mese di febbraio). Una volta adottato, il Piano sarà pubblicato per la raccolta delle osservazioni di cittadini e portatori di interesse e successivamente sarà avviata la conferenza di copianificazione per la valutazione da parte degli enti sovraordinati. L’iter si concluderà con l’approvazione finale del progetto definitivo.

Il Piano è il principale strumento dell’amministrazione per governare l’assetto del territorio comunale: detta regole, stabilisce limiti e indica, progettandolo, il futuro della città, tanto nelle sue aree di sviluppo quanto nella trasformazione del tessuto urbano consolidato. Lo fa adottando un impianto flessibile, aggiornabile, organizzato su due livelli: un livello strategico, che definisce visione e indirizzi generali; e un livello conformativo, che stabilisce le regole puntuali per gli interventi. All’aumentare dell’intensità della trasformazione cresce la regia pubblica, secondo un principio di responsabilità che chiarisce ruoli, tempi e strumenti.

“È la mappa che traduce la nostra idea di futuro in scelte concrete – spiega il sindaco Stefano Lo Russo – a partire dalla rigenerazione del patrimonio urbano esistente, dalla riattivazione delle aree dismesse e dalla valorizzazione degli spazi già costruiti, rafforzando connessioni e servizi, progettando spazi pubblici inclusivi e infrastrutture efficienti. Quello approvato oggi è un progetto collettivo, nato da un percorso condiviso con cittadini, istituzioni, imprese e comunità locali, che mette al centro prossimità, innovazione e ambiente come leve trasversali di sviluppo. Un Piano che guarda alla città come a un sistema integrato di connessioni fisiche e digitali: reti di mobilità, infrastrutture ferroviarie e stradali, reti tecnologiche e servizi digitali come fattori essenziali di competitività, inclusione e qualità urbana. In questo quadro, le reti del trasporto pubblico locale sono funzioni abilitanti della trasformazione della città: la Linea 2 della metropolitana, insieme al sistema ferroviario metropolitano e alle linee tranviarie in sede propria, struttura le scelte urbanistiche, orienta le densità e rafforza l’accessibilità dei quartieri. La Torino del futuro che abbiamo in mente consolida il suo ruolo di città universitaria, di ricerca e di produzione avanzata, salvaguardando e potenziando la sua storica vocazione manifatturiera, che evolve verso modelli ad alto valore aggiunto, sostenibili e fortemente integrati con l’innovazione tecnologica. Poli accademici, distretti dell’innovazione, hub creativi e nuove economie locali dialogano con un sistema produttivo che resta centrale nell’identità e nello sviluppo della città.

Torino rafforza il proprio posizionamento europeo anche come nodo strategico della logistica e delle reti di scambio, grazie al potenziamento delle connessioni ferroviarie verso la Francia e la Liguria, ai corridoi transalpini e al ruolo della città nei flussi tra Mediterraneo ed Europa continentale, in un’ottica di sostenibilità e competitività.

La cultura e il turismo sono leve strutturali di questo disegno: il Piano riconosce il patrimonio storico, museale, architettonico e paesaggistico come una vera infrastruttura urbana, capace di generare valore economico, attrattività internazionale e coesione sociale. Eventi, istituzioni culturali, spazi creativi e una rete di accoglienza diffusa e accessibile rafforzano l’identità di Torino come città europea della cultura, del turismo sostenibile e della qualità dell’esperienza urbana. La natura entra nella struttura urbana come infrastruttura essenziale: fiumi, collina, parchi e corridoi ecologici formano un sistema integrato per la salute, il benessere e la resilienza climatica. Torino è inoltre il cuore della sua area metropolitana e, insieme ai Comuni vicini, condivide infrastrutture e opportunità, costruendo un sistema urbano interconnesso, aperto e competitivo su scala europea.”

Il Piano riconosce i quartieri come unità urbanistiche di prossimità. Sono 34, ciascuno analizzato nei propri caratteri territoriali, identità e dinamiche demografiche. Il Piano tutela queste specificità e valorizza le loro centralità locali – mercati, scuole, farmacie, biblioteche, spazi pubblici e aree gioco – luoghi che alimentano la vita quotidiana e la coesione sociale.

Il Piano rende possibile una concentrazione demografica sostenibile nelle aree più accessibili, lungo le linee del trasporto pubblico – metropolitana, SFM e tram in sede propria – e introduce un modello perequativo che redistribuisce valore e finanzia la città pubblica. Nuovi spazi per usi temporanei e una maggiore flessibilità funzionale consentono di riattivare rapidamente aree sottoutilizzate.

In questo quadro si inseriscono le Figure di Ricomposizione Urbana, che costruiscono continuità tra parti diverse della città e rendono Torino una città che non aggiunge semplicemente nuovi pezzi, ma ricompone, integra e connette. Sono trame che ricuciono tessuti diversi e definiscono gli elementi essenziali della qualità urbana: spazi pubblici e piani terra attivi, connessioni pedonali e ciclabili, sistemi ecologici integrati. 8 quelle individuate ovvero Porta Nord (attorno al nuovo nodo intermodale di Rebaudengo, dove convergeranno la Linea 2 della metropolitana, la rete SFM – proiettata fino all’aeroporto di Caselle – e il capolinea degli autobus extraurbani di via Fossata e l’ex Trincerone si connetterà con il rinnovato parco Sempione e con la Manifattura Tabacchi); Dora Verde (lungo il corso urbano della Dora come infrastruttura verde capace di collegare parchi, funzioni e quartieri. In questo contesto si inseriranno nuove funzioni pubbliche, come il futuro Ospedale di Torino Nord); Arena Ruffini (che riconosce nel Parco Ruffini il fulcro di un ampio sistema sportivo urbano, destinato ad ampliarsi); Centro Innovazione (dove Porta Susa, il Tribunale, le OGR, il Politecnico e le grandi sedi direzionali si affacciano su una rete crescente di spazi pubblici, servizi e percorsi pedonali e ciclabili); Forum Civico (dal Lingotto a Lingotto Fiere, dal futuro Parco della Salute al Palazzo del Lavoro, che si affacciano sul sistema del Po, cui si collegano strutture sportive e museali, come il PalaVela e il Museo dell’Automobile, e un’intelaiatura di spazi pubblici che si estende fino all’ex Moi e alla centralità di quartiere di piazza Galimberti); Nuove Economie (Mirafiori come ambito di trasformazione, dove la tradizione produttiva si evolve attraverso nuovi spazi per l’innovazione, servizi alle imprese e funzioni miste e la Linea 2 della metropolitana e la nuova piazza Mirafiori introdurranno un sistema di mobilità e di spazi pubblici che ridisegna la struttura dell’area); Spazio Futuro (che si sviluppa lungo l’asse di corso Marche, dove poli dell’aerospazio, della ricerca tecnologica e attrezzature universitarie definiscono un ambiente orientato all’innovazione avanzata e l’estensione della Linea 1 della metropolitana verso Collegno rafforzerà l’accessibilità); Settimo Asse (segue l’andamento di corso Romania verso Settimo Torinese, dove funzioni produttive, logistiche, commerciali e di servizio compongono un sistema urbano di scala metropolitana, rafforzato nella connessione dalla presenza della stazione SFM di Stura). Attorno a questi strumenti si innestano gli elementi che rendono la città una vera infrastruttura ecosistemica: standard prestazionali di sostenibilità richiesti per le nuove costruzioni e per gli interventi di demolizione e ricostruzione, aree con criteri innovativi di gestione.

“La costruzione del nuovo Piano Regolatore Generale – conclude l’assessore all’Urbanistica e al Piano Regolatore Paolo Mazzoleni – si configura come un processo pubblico complesso, che intreccia organizzazione amministrativa, metodo di lavoro e produzione di conoscenza come parti inscindibili di un unico percorso. L’elaborazione del Progetto Preliminare si fonda su un impianto metodologico che valorizza il presidio pubblico del processo, il coordinamento tra saperi specialistici e la costruzione condivisa di un quadro conoscitivo solido e aggiornato. Il documento approvato oggi è frutto del lavoro di mesi di un team di circa 70 persone, con un’età media di 37 anni e raggiunge l’obiettivo che ci eravamo prefissati, ovvero di vedere approvato il primo progetto preliminare entro la fine del 2025. Ora auspichiamo che l’iter possa procedere in tempi ragionevoli per dotare la città di un nuovo strumento più adatto alle sue esigenze e alle trasformazioni che la stanno attraversando. Torino sta cambiando — e vuole cambiare bene. Vuole essere una città europea capace di competere sulle idee, sulle infrastrutture, sulla qualità urbana e sulla qualità della vita. Il nuovo Piano Regolatore è lo strumento che unisce visione e realismo e offre una mappa condivisa per costruire, insieme, la Torino che verrà”.

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Trascinato da un treno, uomo grave al Cto

Alle  9 circa di questa mattina nella stazione ferroviaria di Alpignano, un uomo di 73 anni è stato trascinato da un treno. Soccorso dal 118  è stato trasportato in gravi condizioni al Cto dal Servizio regionale di elisoccorso.

Una Genealogia, dopo 60 anni di ricerche

Alla fine dell’estate 1964, compiuti i quindici anni, iniziavo le mie ricerche genealogiche. Oltre mezzo secolo dopo, non un bilancio ma alcune considerazioni sulla “piacevole arte”

Quando, coi pantaloni corti, varcai per la prima volta la porta dell’archivio parrocchiale di Agliè, nessun permesso speciale mi era stato concesso, ma mi si garantiva in sala la presenza di qualcuno pronto a soccorrermi, in caso di necessità. Il Concilio Vaticano II non era ancora concluso e la parrocchia, pur se di un piccolo comune e di grandezza minore, si avvaleva ancora di sacerdoti anziani che, soli,garantivano l’apertura al pubblico dei locali, mentre la presenza distudiosi pgrandi di me provava che ognuno avrebbe fatto le suericerche, senza obiezioni.

Recuperata da circa vent’anni la pace, l’Italia di allora aveva altri problemi che non interferire sullo studio della storia portato avanti negli archivi locali, e poiché, in mancanza di lauree specifiche, sopravvivevano degli appassionati “cultori di storia locale” che mettevano a portata di tutti gli esiti dei loro studi, dall’alto nessuno sembrava preoccuparsi di loro, poiché si considerava la loro materiauna sottoclasse inferiore” degna di poca attenzione. Intanto gli storicid’assalto, cioè quelli “moderni”, pronti a dire le loro verità più che non quella storica, ma convinti che la lettura del passato andasse filtrata dalle loro ideologie, dividevano la piazza, fuori degli atenei,con i lettori che leggevano il passato secondo la loro interpretazione.Insieme entrambi avrebbero fatto sì che la storia della famiglia e lagenealogia fossero addirittura stimate della “non storia” (tanto,nell’ultimo ventennio, io sentii affermare da uno di loro che, insediato in una biblioteca di provincia, era considerato un Marco Aurelio)!

L’argomento era tuttavia definito dal lemma: chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo, e soltanto gli sprovveduti potevano credere giusto cancellare dagli interessi umani quegli argomenti, tanto naturali quanto importanti, che definiscono la situazione dell’individuo in relazione con i suoi parenti, con il pretesto di dare a tutti una maggiorelibertà (purtroppo però la situazione attuale oggi risente molto dei danni causati da loro)! Ma siamo ancora in tempo per lottare con forza a favore delle nostre tradizioni culturali per difendere quegli argomenti. Infatti, cacciato dalla porta, l’interesse per la storia famigliare ritorna, non solo dalle finestre ma, da ogni interstizioattraverso il quale possa trapelare, poiché è parte della nostra storia. Tutti abbiamo parenti, anche se oggi molti sono pronti a negarlo! E questo è così vero che, in ambito legale, è tuttora prevista la ricerca di parenti per definire le pendenze ereditarie.

Democraticamente, si è detto, la genealogia è un’ambizione pericolosa, una perversione coltivata da chi aspira a titoli nobiliari: si tratta di un vizio da estirpare, perché indegno di questo mondo e, quando qualcuno affronta il tema, magari per dire della gente comune, sfrontatamente si sostiene che sia una sfrontatezza pensare che tutti abbiano un passato degno della storia e si impedisce che siaraccontato Così, se in altri Paesi, studi del genere da sempre sonodifesi e mantenuti vivi, il Bel Paese li ha confinati tra i retaggi oziosi ammessi solo per quegli appassionati che, senza regole e con poche consuetudini, li coltivano. Così si è continuato, senza sdoganarli, a mantenerli sotto l’etichetta che li definisce oggetti di uso unico ed esclusivo dei direttamente interessati perché in essi coinvolti.

Ma …. se i coinvolti non si interessano? Allora chi se ne occuperà?Dal momento che prodigiosamente gli interessi sono reali e comunque permangono, anche se ostacolati per questo sarà giusto parlarne e non credere che sia improprio, per questo in tanti, da tanto tempo e in tutto il mondo, si occupano ancora di questi argomenti… ma non sarà tutto facile e piano… no!

     

Ché incapperemo nelle affermazioni strabilianti di persone che, solo marginalmente, accettano che esista la genealogia, ma affermano che personaggi dallo stesso cognome, pur provenienti da comuni diversi della stessa provincia, non hanno nulla a spartire tra loro, e ci imbatteremo nelle affermazioni poco sensate di chi non ritiene possibile trovare in Piemonte cognomi di origine scandinava e, perciò,è convinto che non se ne debba parlare, se non ci sono documenti scritti …. Ma la genealogia è anche una ricerca degli ipotetici collegamenti tra lo scandinavo del Gotland e il Canavesano delle Valli, discendente diretto dal precedente, per via di un mercenario giunto in loco con una compagnia di ventura; o se personaggi dallo stesso cognome, sono presenti in regione, ma in valli tra loro non confinanti: infatti, come ignorare la gestione degli incarichi pubblici assegnati per concorso in passato, così come avveniva ancora dopo l’ultima guerra?

Davanti a tali dubbi esplicitati dagli scettici, non stupiremo, quando sentiremo, chi si atteggia a saputello, confondere la genealogia con l’araldica (pure questo si è dovuto sentire)

La vivacità delle storie umane, a prescindere da ciò che gli individui conoscono, può mettere a tacere il magistrato in pensione, che si presenta come studioso, ma ignora totalmente le vicende deiNormanni e sostiene che sono falsi i documenti degli archivi britannici, fondati da Guglielmo il Conquistatore (e, per sminuirlo,continuerà a dirlo bastardo), o che inattendibili, addirittura, sono gli scritti sui processi dei santi, raccolti dai padri bollandisti!

Ma torniamo a chi le genealogie le accetta, purché vengano tenute segrete e mai pubblicate, perché gli diremo di non temere perché lo strumento è già più che valido in ambito zoologico, laddove si parla di pedigree di cani, cavalli, vacche e canarini... Infatti, la società ha solo da avvantaggiarsi a sapere quali patrimoni di geni e di interessi portino avanti le generazioni umane! Ché, non c’è indiscrezione, in quello che si teme possano divulgare, ma, tra i pochi addetti, non cisono affatto segreti da tacere, infatti, come afferma la Bibbia, non c’è segreto che non sia poi udito proclamare dai tetti delle case! E c’è ben dell’altro, se solo potessi riferire dell’uno o dell’altro tra gli esempi che ho letto nelle carte (ma son cose cose che non si pensa di trovare scritte in atti religiosi e notarili): poiché la storia conserva memoria di tutto, basta saper cercare che si trova! E allora è meglio che chi sa,trovi le parole migliori per riferirne, ovvero, alludendo al passato, per raccontare la verità dei fatti!

Questo mio studio avrà un epilogo. Attualmente in fase di completamento un volume intero di oltre 300 (ma forse saranno 400) tavole, che conclude tanti approfondimenti e comprende tutte le genealogie che ho analizzato nel corso dei miei anni.

Carlo Alfonso Maria Burdet

(Dedico queste pagine a Isabella McKeefry, giovane neozelandesee ancora nostra cugina, che con noi divide, oltre lattenzione per genealogia e storia di famiglia, gli antenati del nostro nonnomaterno, contadini operosi sui campi, tra torbiera e brughiera, diSan Giovanni Canavese, una terra antica di palafitte e piroghe)