CRONACA- Pagina 1331

Il ’67 cinquant’ anni dopo: “E io difendo Mario Allara”

di Pier Franco Quaglieni

Ma ci furono anche professori che non subirono. Giovanni Getto (grande italianista che aveva anche alcune fisse curiose) chiese l’intervento della Polizia denunciando l’interruzione di un pubblico servizio, quando gli venne impedito di tenere la sua lezione


Lunedì’ 27 novembre 1967-esattamente cinquant’anni fa- ebbe inizio a Palazzo Campana ,sede delle Facoltà umanistiche, la contestazione con l’occupazione da parte di un gruppetto di studenti nell’aula magna di via principe Amedeo. Nessuno colse l’importanza del fatto relegato in un articoletto delle cronache locali. Ricordo che nel dicembre dello stesso anno si tenne al teatro Carignano un convegno liberale importante e nessuno -parliamo di personalità come Firpo, Ricossa, Passerin d’Entrèves- fece cenno a quanto accaduto pochi giorni prima. Per altri versi, già in altre università straniere si era saggiato il clima contestativo che stava montando. Pannunzio che chiuse il suo giornale nel 1966,vedendo conclusa un’esperienza, colse perfettamente il senso di ciò che stava accadendo nelle università e ne colse il significato eversivo e profondamente illiberale. Pannunzio sentì quei giorni tra ’67 e ’68 -morì nel febbraio del 1968 e si fece seppellire, lui laico con i “Promessi sposi” di Manzoni che i contestatori avrebbero volentieri bruciato -come un’ubriacatura prodotta dalle ideologie superbe  e totalizzanti del secolo breve. In effetti ciò che accadde a Torino con l’occupazione porterà ad un ’68 molto lungo che in parte è arrivato a lambire i nostri tempi. Ci fu allora la resa all’illegalità, al ribellismo, al rifiuto del rigore negli studi, all’utopia egualitaria, all’ arbitrio trasgressivo e  autoreferenziale più assoluto. E’ vero che allora la scuola e l’Università in Italia  erano severe e selettive, ma esse sfornavano giovani preparati, perché in prevalenza  “capaci” e “meritevoli” ,come sanciva la Costituzione. La battaglia per il rinnovamento divenne subito la battaglia per la parità tra docente e discente, l’abolizione della valutazione, il superamento dei piani di studi. L’autogestione fu la parola magica che risuonò a Palazzo Campana.

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Alcuni contestatori come Luigi Bobbio che provenivano da famiglie colte, non subirono danni dal blocco delle lezioni. Vittorio Rieser e Anna Bravo erano già laureati e potevano anche  permettersi il lusso di occupare. Il danno, di fatto la perdita di un anno accademico, colpì invece la grande maggioranza degli studenti. Soprattutto i meno abbienti e gli studenti itineranti furono molto danneggiati perché le lezioni ripresero quasi regolarmente solo nel 1969. Se posso citare il mio esempio personale, l’anno perso tra il ’67 e il ’68 non riuscii più a recuperarlo , malgrado abbia poi dato dodici esami in sei mesi per rimettermi in pari. Devo dire, onestamente, che quei dodici esami in pochissimo tempo furono possibili perché le maglie della valutazione in tante discipline erano state allargate in seguito alla contestazione e alla paura indotta in tanti docenti che si arresero senza combattere. Ma ci furono anche professori che non subirono. Giovanni Getto (grande italianista che aveva anche alcune fisse curiose) chiese l’intervento della Polizia, denunciando l’interruzione di un pubblico servizio, quando gli venne impedito di tenere la sua lezione. Gli scrissi un bigliettino di solidarietà a cui il maestro rispose con una letterina molto gentile. Con ogni probabilità fui l’unico a scrivergli. L’allora Sindaco di Torino Giuseppe Grosso ,giurista di altissimo livello, non cedette al facilismo preteso a gran voce dai contestatori. Il rettore Mario Allara combattè a viso aperto la battaglia per difendere l’Università. Venne sbeffeggiato e insultato: Viale lo definì un imbecille e un tormentatore di studenti. Allara era un uomo straordinario che imponeva agli altri la stessa severità che imponeva a sé stesso. Avevo il senso di un dovere kantiano che pochi ebbero la capacità di comprendere.  Gli storici Aldo Garosci  e Franco Venturi  non si arresero. Alcuni forse erano baroni un po’ troppo severi, ma una parte dei contestatori divennero dei baronetti destinati a loro volta di diventare baroni. La maggioranza dei professori preferì apparire progressista e democratico, calando le brache. Non solo nell’Università ,ma anche nelle scuole superiori dove il preside del “Cavour” Luigi Vigliani venne definito fascista solo perché voleva ripristinare l’ordine nel suo istituto.

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Un esempio negativo per eccellenza fu quello di Guido Quazza che sostenne che nella contestazione c’era la continuazione della Resistenza tradita. Una affermazione che uno storico come lui non avrebbe potuto sostenere perché falsificava la verità storica. Così finì di legittimare anche la violenza, assumendosi una gravissima responsabilità.  Non sarebbe giusto vedere nei contestatori di 50 anni fa degli scansafatiche che produssero solo guasti  senza pagare prezzi,anzi costruendo molte carriere di successo. Ha ragione Giovanni De Luna nel difendere le ragioni di chi come lui scelse la via della contestazione.
Ma, se è vero che in quelle giornate di novembre del 1967 si posero tanti problemi ,è altrettanto vero che non arrivarono proposte e  soluzioni praticabili. Prevalse la provocazione fine a sè stessa e quindi sterile.
Anzi, dalla contestazione studentesca si passò ben preso all’idea della rivoluzione e dell’operaismo, trascurando i problemi della scuola. In quel momento venne anche fuori uno degli aspetti positivi della contestazione che portò ad una liberalizzazione del sesso che portò ad un superamento di una visione stantia e superata del rapporto  tra uomini e donne, anche se le contestatrici furono più addette al ciclostile che alla discussione politica nelle assemblee. Forse, però, il superamento del bigottismo sessuale ci sarebbe stato anche senza il ’68,magari in tempi più lenti, perché certe arretratezze italiane si stavano superando. Io ricordo che le stesse ragazze che nell’estate del ’67 non erano disponibili a rapporti sessuali completi, come si diceva allora, nell’estate dell’anno successivo si resero pienamente disponibili, per non apparire “retrograde”, al sesso. Lo Stato italiano cedette alla contestazione ,i ministri della Repubblica furono vili e Fiorentino Sullo agli esami di Maturità del ’69 fece una riforma ,destinata a restare in vigore per decine d’anni, che rese una burletta un esame che segnava il passaggio da un’età all’altra delle vita dei giovani. Solo Giorgio Amendola ebbe il coraggio di difendere l’esame di Maturità selettivo, passaggio da superare per prepararsi alle ben più dure  prove che la vita avrebbe riservato. Il Pci cavalcò la contestazione finché pensò che gli fosse utile, salvo poi essere a sua volta contestato. Io passai le domeniche in tutta la primavera -estate precedente alla Maturità  a studiare la “Divina Commedia” , servendomi di più commenti. E non ero certo un “secchione”, né un allievo modello, ma lo sforzo finale diventava una scelta obbligata.

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Anche docenti considerati progressisti come il latinista Vincenzo Ciaffi vennero svillaneggiati.
Con un qualche stupore ho letto che Luigi Rossi di Montelera che non vidi mai in prima fila nel fronteggiare la contestazione,oggi si vanta di aver capeggiato gli studenti che volevano la ripresa delle lezioni.Ad onor del vero, a combattere quella battaglia che coniugava il rinnovamento del studi con la loro serietà fu solo “Riforma democratica universitaria” che già nel nome indicava la strada non della negazione di per sé ,ma della proposta. E non posso dimenticare di aver trovato nel rettore Allara, ancora oggi definito “odiato”, un interlocutore che mi ricevette nel suo studio di via Po e mi intrattenne oltre un’ora a parlare.Se si vuole ricostruire la storia di quelle giornate  “formidabili”, per usare un aggettivo caro a Mario Capanna ( che fu leader della contestazione milanese ed oggi rivendica il vitalizio parlamentare ) bisogna andare oltre le celebrazioni ed i miti , oltre, ovviamente le demonizzazioni aprioristiche. Chi continua ad autocelebrarsi dopo 50 anni non contribuisce a storicizzare quel periodo che, non dimentichiamolo mai, fu il brodo di coltura in cui nacquero i movimenti estremisti di “Lotta continua” e di “Potere operaio”. Da quei movimenti a cui parteciparono i contestatori torinesi di 50 anni fa ,nacque l’omicidio del commissario Luigi Calabresi  e il terrorismo  che insanguinò Torino. Proprio negli stessi giorni di novembre di dieci anni dopo Carlo Casalegno ,colpito a morte sotto casa, era  agonizzante all’Ospedale Molinette e si spense il 29 novembre 1977. Tra le date dell’inizio della contestazione e la data della uccisione di Casalegno  ci sono dieci anni in cui l’Italia venne sconvolta, ma non rinnovata.
All’eskimo e ai jeans della contestazione io continuo a preferire ,senza incertezze, le grisaglie doppio petto di Pannunzio che-riconobbe Alberto Arbasino-erano il simbolo di una civiltà fondata sulla democrazia, sulla libertà e sulla tolleranza che la contestazione cancellò, sbandierando slogan ad effetto, vedendo in Che Guevara e in Mao i nuovi “idola fori” a cui inneggiare. Giustamente Bacone li considerava dei pregiudizi della mente e in effetti lo furono. Gran parte degli intellettuali si unì al coro della contestazione. Solo pochi isolati come Ceronetti, Montale, Prezzolini, Casalegno, Romeo, Luraghi, Spadolini, Valiani, Montanelli non si unirono al coro. La gran maggioranza firmò addirittura l’infame manifesto che decise l’uccisione di Calabresi e solo pochi si pentirono di averlo fatto.

La settimana inizia con il blocco auto fino a Euro 5. Ma lo smog dovrebbe diminuire

Da domenica,  a Torino è scattato  il divieto di circolazione per i veicoli diesel fino a Euro 5, oltre che per  per quelli a benzina, gpl e metano Euro 0. L’aumento del tasso di pm10 ha fatto decidere alla giunta comunale di inasprire le misure anti-smog. Il blocco del traffico è in vigore dalle 8 alle 19 per i veicoli adibiti al trasporto persone. Invece dalle 8:30 alle 15 e dalle 17 alle 19 non potranno circolare quelli adibiti al trasporto merci (gpl/metano possono circolare). Ieri nella zona centrale Ztl, per la domenica ecologica,  il blocca ha riguardato tutti i mezzi di trasporto privati dalle 10 alle 18. Poiché il livello delle Pm10, nei giorni scorsi, ha doppiato i limiti di legge, anche se secondo l’Arpa, è probabile che i valori tornino nella norma, al momento l’amministrazione comunale conferma il blocco delle auto diesel fino all’Euro 5 anche per la giornata di lunedì 27 novembre.

PARTE DA TORINO #CONIBAMBINI – TUTTA UN’ALTRA STORIA, PER LA LOTTA ALLA POVERTÀ EDUCATIVA MINORILE

E’ la manifestazione nazionale itinerante #Conibambini – Tutta un’altra storia, per incontrare e ascoltare i ragazzi, le scuole, le associazioni, le fondazioni e in generale le “comunità educanti” di Italia

La tappa torinese, con i ragazzi delle scuole piemontesi, si svolgerà al Teatro Nuovo di Torino(C.so Massimo D’Azeglio 17), dalle 10.30 alle 12.00. L’evento è promosso da Con i Bambini,Compagnia di San PaoloFondazione CRTFondazione CRC, in collaborazione con l’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte.

 

Un evento che metterà al centro gli adolescenti attraverso il racconto e la condivisione di esperienze, mostrando come i limiti imposti da condizioni svantaggiate possano, talvolta, trasformarsi in opportunità.

 

L’obiettivo è infatti quello di condividere idee e buone pratiche, far emergere le criticità e i bisogni di quella generazione talmente liquida da sembrare invisibile. Si parte dall’utilizzo di tre parole chiave (povertà educativa minorile, periferie e comunità educante) che potrebbero cambiare il presente e il futuro di molti bambini e ragazzi, costretti a vivere in situazioni di marginalità, mancanza di opportunità e accesso, in contesti di povertà dove la comunità educante, adeguatamente sostenuta, può offrire risposte concrete per il futuro dei giovani e del Paese. 

 

A raccontare le proprie storie saranno Alessandro (Laureando in Scienze Motorie, Università degli Studi di Torino), Maria (studentessa del Politecnico di Torino), Ivana (Studentessa di Diritti Umani ed Internazionali, Università degli Studi di Torino), Esa (Direttore dell’Orchestra Pequenas Huellas di Torino).

Con loro: Oney Tapia (Campione Paraolimpico Rio 2016); Loredana Errore (cantante); Luigi Mastrangelo (Campione di pallavolo); Gianpaolo Anastasi (Educatore parkour – Tor Bella Monaca – Roma).

 

Sui temi della campagna interverranno: Carlo Borgomeo (Presidente di Con i Bambini);Giovanni Quaglia (Presidente Fondazione CRT e Presidente dell’Associazione delle Fondazioni di Origine bancaria del Piemonte); Francesco Profumo (Presidente Compagnia di San Paolo);Giandomenico Genta (Presidente Fondazione CRC). A condurre l’evento l’incontro sarà Celeste Savino (Rai Gulp).

 

La campagna rientra nelle iniziative di comunicazione sociale del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, ed è promossa da Con i Bambini, soggetto attuatore del Fondo: attraverserà il paese da Nord a Sud, incontrando i ragazzi e le comunità educanti dei territori (scuola, famiglia, terzo settore, fondazioni, enti locali, università, ecc.), per ascoltarli e condividere con loro idee e buone pratiche di alleanze educative e di contrasto alla povertà educativa minorile.

 

Nei prossimi mesi la manifestazione farà tappa a Reggio Emilia, Milano, Napoli, Brindisi, Catania e si concluderà nella prossima primavera a Roma, data in cui le storie raccolte durante la campagna verranno simbolicamente consegnati alle istituzioni

Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo – la cui dotazione è di 360 milioni di euro per tre anni – a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. In poco più di un anno sono stati pubblicati tre bandi e approvati i primi 80 progetti relativi alla fascia di età 0-6 anni.

Info su www.conibambini.org

Conferenza governativa sul problema amianto

Venticinque anni fa il Parlamento votava e l’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga, promulgava una legge la numero 257 che era l’inizio di una concreta presa di coscienza del dramma amianto. Il cammino, però, era iniziato più avanti nel tempo, sin dagli anni Ottanta, con le lotte sindacali, le diagnosi che puntavano il dito sull’Eternit, la coraggiosa ordinanza del sindaco di Casale Monferrato Riccardo Coppo che metteva al bando l’amianto. Oggi, nel 2017, la città di Sant’Evasio ha ospitato la terza Conferenza governativa sull’amianto e le patologie correlate. Due giorni, venerdì e sabato in cui si è fatto il punto al Teatro Municipale, con i partecipanti suddivisi in tre grandi aree tematiche di lavoro: “Ambiente”, “Salute” ed “Aspetti sociali e del lavoro”, sviluppato nel corso della prima giornata e ad inizio della mattinata della seconda e poi esposti e tramutati in osservazioni utili al Governo per la definizione del Piano nazionale amianto. La conferenza segue quelle di Roma e di Venezia e ha avuto, come era giusto, in quella che è la “Città martire dell’amianto”, vocazione che i casalesi ed i monferrini non hanno certo cercato. Nella sostanza è stato l’intervento di Titti Palazzetti, primo cittadino casalese, in veste di coordinatore della sottoarea “Gestione economica – finanziaria”, che ha girato al ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, la richiesta di Oristano di diventare sin – Sito di interesse nazionale, come Casale, la corresponsione di incentivi per la discariche da amianto, la necessità di un’idonea formazione per i tecnici comunali anche nei comuni di fuori dai Sin, di mantenere i fondi per le bonifiche al di fuori del patto di stabilità e la loro erogazione direttamente ai comuni senza il tramite delle regioni per evitare lungaggini. E proprio sulle Regioni, Palazzetti ha che “la loro autonomia deve servire a cercare di trovare il modo migliore per risolvere una criticità, non per non fare niente” cogliendo su questo passaggio parecchi applausi. Il ministro Galletti, dal canto suo ha evidenziato che “qui si è portato il lavoro svolto in questi anni, anche a Casale Monferrato. Abbiamo utilizzato l’esperienza acquisita qui anche a livello nazionale, mettendo in campo diversi strumenti, dall’ecobonus per chi bonifica la propria abitazione dal’amianto, al credito d’imposta per le aziende, rifinanziato il Fondo per le vittime, siamo andati avanti sul monitoraggio, con circa 90mila siti in Italia dove è presente amianto, si è lavorato molto sulle bonifiche, che erano poco più di 2600 ed oggi ne sono state effettuate più di 10mila, poi è stata introdotta la norma sugli ecoreati, che è una norma di civiltà, raddoppiandone il periodo di prescrizione”.

Massimo Iaretti

 

 

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Denunciata blogger, avrebbe istigato le “seguaci” all’anoressia

Istigazione al suicidio e lesioni gravissime, per queste ragioni la polizia di Ivrea ha denunciato la creatrice di un blog su internet, una 19enne marchigiana di Porto Recanati. Attraverso il sito ragazze, anche minori, erano a quanto sembra istigate al disturbo alimentare, poiché sarebbero state indotte a seguire diete o effettuare terapie che conducono all’anoressia.La denuncia presentata dalla mamma di una ragazza di 15 anni residente a Ivrea che seguiva assiduamente il blog ha fatto esplodere il caso La giovane aveva avuto gravi disturbi alimentari ed era dimagrita tanto da essere costretta ad affidarsi alle cure di uno psicologo. L’indagine è iniziata quasi un anno fa. I poliziotti si sono finti adolescenti verificando così i suggerimenti della blogger pro-anoressia. Il blog è stato chiuso.

Londra più vicina con il nuovo volo British Airways

Oggi i passeggeri in attesa del decollo hanno festeggiato con una torta celebrativa tagliata da Isabel Wagner, Customer Service Duty Manager di British Airways e Francesca Soncini, Responsabile Relazioni Esterne dell’Aeroporto di Torino. Il volo collegherà ogni sabato e domenica Torino con il terminal 5 dell’aeroporto di Heathrow per tutta la stagione invernale, permettendo ai turisti inglesi di raggiungere facilmente le stazioni sciistiche delle Alpi Occidentali e ampliando le opportunità dei piemontesi per volare, oltre che nella capitale britannica, anche in Nord America. Si arricchisce così l’offerta di British Airways sullo scalo di Torino: la compagnia serve infatti anche la rotta con l’aeroporto di Londra Gatwick.

Nuovi incendi in montagna

La Valle di Susa è’ ancora colpita dagli incendi. Nella notte i vigli del fuoco e i volontari Abi erano già al lavoro per spegnere le fiamme nei boschi di Caprie e Villardora. In questo ultimo centro abitato, scrive Repubblica, una donna era stata fatta evacuare dalla casa lambita dall’incendio, ma  ha già fatto rientro nella propria abitazione. Con la luce del giorno sarà più facile spegnere i focolai residui, ma preoccupa il forte vento di queste ore che alimenta le fiamme. Un rogo è divampato ieri anche a Rubiana. Sugli incendi c’è sempre l’ombra dei piromani.

 

(foto archivio)

Domenica ecologica, stop al traffico nella ztl. E scatta il divieto per i diesel fino a Euro 5

Da oggi, domenica,  a Torino scatta  il divieto di circolazione per i veicoli diesel fino a Euro 5, oltre che per  per quelli a benzina, gpl e metano Euro 0. L’aumento del tasso di pm10 ha fatto decidere alla giunta comunale di inasprire le misure anti-smog. Il blocco del traffico è in vigore dalle 8 alle 19 per i veicoli adibiti al trasporto persone. Invece dalle 8:30 alle 15 e dalle 17 alle 19 non potranno circolare quelli adibiti al trasporto merci (gpl/metano possono circolare). Oggi nella zona centrale Ztl, per la domenica ecologica,  il blocco coinvolgerà tutti i mezzi di trasporto privati dalle 10 alle 18.

Piazza San Carlo: la commissione di vigilanza si accorse delle carenze nella sicurezza?

Fu la commissione provinciale di vigilanza – l’organo interforze  presso la prefettura –  a trascurare possibili carenze  in occasione della serata del 3 giugno in piazza San Carlo? La commissione ispezionò il luogo dell’evento valutando gli aspetti in materia di sicurezza presenti nel progetto degli organizzatori. Oggi i pm che hanno interrogato il viceprefetto Roberto Dosio per tre ore stanno lavorando sull’ipotesi di una sottovalutazione dei problemi. Sarebbero inoltre emerse, da quanto si apprende,  difformità tra il progetto iniziale e ciò che  venne poi previsto nell’ordinanza della questura. La commissione lavora in base a una norma del 1940 relativa ai “locali di pubblico spettacolo” e spetta ora  ai pm valutare se e come va applicata alle manifestazioni di piazza. Nel corso dell’interrogatorio, scrive l’Ansa, il viceprefetto ha spiegato ai pm di “non essere un tecnico”. Dosio è coinvolto nella sua veste di presidente della commissione di vigilanza.

 

(foto: il Torinese)

Bus in panne. E i passeggeri lo spingono

Il bus 33 in panne nei pressi di Porta Nuova. Al conducente non è restato altro da fare che chiedere l’intervento di qualche passeggero e passante gentile per spingere il mezzo. Una metafora delle difficoltà che sta attraversando Gtt?