CRONACA- Pagina 1314

Tensione al cantiere tav

In Valle di Susa al corteo  No Tav verso il cantiere di Chiomonte sono presenti  centinaia di manifestanti.

Tra loro anche attivisti dei centri sociali, riunitisi al presidio di Venaus . La marcia  ha preso il via verso l’abitato di Giaglione, con l’ obiettivo dichiarato di arrivare al cantiere e violare la zona rossa tracciata dalle ordinanze della prefettura che ne impedisce l’accesso. Imponente lo schieramento delle forze dell’ordine.

Momenti di tensione

Un gruppo di No Tav ha aggirato la cancellata di protezione del cantiere lungo il sentiero Gallo-Romano e altri hanno aperto  un varco nella cancellata che bloccava la strada.  Le forze dell’ordine hanno risposto col lancio di lacrimogeni.

Il comunicato della Questura

La Questura in una nota afferma che “È terminata con un bilancio assolutamente positivo, per chi aveva la responsabilità di gestire l’ordine pubblico, la manifestazione dei No Tav in Val di Susa.
Pur operando in un terreno difficile e reso insidioso dalla pioggia, sia gli organizzatori della manifestazione sia gli operatori di polizia hanno affrontato con grande senso di responsabilità la difficile gestione dell’evento”.

“La manifestazione non ha visto alcun momento di scontro diretto “corpo a corpo”. I disordini  – aggiunge la nota della questura – sono da attribuire alla regia quasi esclusiva dei noti esponenti di alcuni centri sociali autogestiti di Torino per i quali la Questura ha già provveduto alla denuncia di 48 persone.

Alcuni facinorosi hanno forzato un cancello di protezione usando persino flessibili e fiamme ossidriche ma nessun manifestante è riuscito ad avvicinarsi all’area del cantiere.
La polizia ha disperso con lacrimogeni e idranti i ripetuti assalti dei facinorosi che hanno cercato più volte e in più punti di superare la recinzione difensiva del cantiere con ripetuti lanci di pietre petardi e oltre 40 bombe carta”.

 

Schianto nella notte in centro città: un morto e due feriti

Un uomo di 50 anni è morto nella notte a Torino in un incidente avvenuto nel centro città.

Fabio Salerno, il nome della vittima, stava viaggiando in corso Re Umberto su una Lancia Y quando, all’altezza di  corso Rosselli, si è schiantato contro una Renault Clio. Vani i tentativi del 118 di rianimarlo. Le due persone sulla Clio sono state portate al pronto soccorso del Mauriziano. La  Polizia Municipale sta cercando di ricostruire la dinamica  verificando se, al momento dello scontro, l’impianto semaforico fosse funzionante.

Nubifragio, alberi caduti in tangenziale. Una donna ferita

Alcuni alberi sono caduti ieri sera, verso le 22 sulla tangenziale di Torino a causa del nubifragio che ha colpito la città.

I rami sono caduti su un furgone, e una donna, a bordo di  una Fiat Punto, è rimasta ferita leggermente. Gli alberi hanno invaso la carreggiate e hanno bloccato il traffico in direzione Savona. Sono stati chiusi  i caselli di Settimo Torinese e Falchera,  poi riaperti alcune ore dopo.

 

(foto: il Torinese)

Non era un ladro: scavalca balcone per spiare la ex

Persecutore della ex e non ladro d’appartamento, come in un primo momento era sembrato.

Quando ha capito che stava per essere arrestato per tentato furto, il giovane, un ventiseienne italiano, ha confessato agli agenti del Comm.to Dora Vanchiglia il vero motivo per cui aveva scavalcato la ringhiera di un balcone un appartamento nei pressi di Piazza Vittorio: spiare la ex compagna.

La ragazza, una cittadina italiana di 20 anni, veniva allora contattata dagli agenti. Dal suo racconto emergeva un quadro alquanto preoccupante: da Gennaio, mese in cui aveva lasciato il fidanzato, questi si era accanito in tutti i modi nel cercare di farle cambiare idea. Non riuscendovi, aveva allora tentato diverse forme di manipolazione nei suoi confronti, compresa la minaccia di suicidio. Bloccato su tutte le piattaforme social (whatsapp, facebook, instagram) per il suo comportamento molesto, aveva però continuato a inviarle mail, pur non ricevendo risposta, e anche cercato un contatto con la ragazza tramite i genitori di lei, letteralmente tempestati di messaggi.

Domenica scorsa, la giovane era andata in centro a pranzo dagli zii e non si accorgeva del fatto che il suo ex la avesse seguita e poi si fosse arrampicato sul balcone di casa dei parenti, se non quando riceveva la telefonata da parte della Polizia di Stato. L’ex fidanzato molesto è stato arrestato per atti persecutori e violazione di domicilio.

 

Donne senza reggiseno (e uomini con) per solidarietà alla Capitana Carola

Giulia Trivero, la promotrice dell’iniziativa,  invita  tutte le donne a rinunciare al reggiseno nella giornata di domani.

‘Freenipplesday’ è il nome della protesta,  una campagna che la giovane studentessa e attrice ha ideato con l’amica Nicoletta Nobile per solidarietà con Carola Rakete, insultata sui social  per non avere indossato il reggiseno durante la sua audizione in procura ad Agrigento. “Non intendiamo dare scandalo ma denunciare una violenza che noi troviamo assurda”.  Alla campagna stanno aderendo anche numerosi uomini, che invece indosseranno il reggiseno o praticheranno un foro sulla maglietta all’altezza del capezzolo.

Aspetta la ex armato di coltello e martello

I Carabinieri delle Stazioni di Cigliano e Livorno Ferraris hanno arrestato B.A., 55enne, operaio di origini polacche, gravato da vicende penali per reati contro la persona, perché ritenuto responsabile di atti persecutori, porto abusivo di armi e di oggetti atti ad offendere.

Nel mese di giugno scorso, a seguito dei comportamenti persecutori posti in essere nei confronti dell’ex moglie mediante telefonate moleste e minacce perpetuate con assiduità, era stato raggiunto dal provvedimento cautelare del divieto di avvicinamento e del divieto di comunicare con l’ex coniuge in qualsiasi modo.

L’uomo però non si era rassegnato, e nel pomeriggio del 22 luglio, nonostante fosse già gravato dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla sua ex moglie, con la quale aveva divorziato già 4 anni orsono, dopo essersi armato di un coltello ed un martello ha deciso attendere la donna all’esterno del supermercato ove abitualmente la stessa va a fare la spesa dopo la giornata di lavoro.

Uscendo dal supermercato, però, la donna si è avveduta della presenza dell’auto dell’ex marito in sosta nel piazzale, pertanto ha deciso di attendere qualche istante a muovere ulteriori passi verso il parcheggio. Pochi attimi, qualche sguardo lanciato dentro e fuori dal supermercato e poi la decisione di non attendere oltre e di informare i Carabinieri, che bene conoscevano l’intera vicenda e che l’avevano costantemente spinta ad osservare attentamente intorno a sé, invitandola ad avvertirli immediatamente qualora ritenesse di trovarsi in pericolo. La donna ha quindi chiamato il centralino dei Carabinieri riferendo la situazione, ed in pochi istanti è stata raggiunta da due pattuglie delle Stazioni di Livorno Ferraris e di Cigliano, che sin dalla prima denuncia si erano occupati dei fatti.

Giunti nell’area del parcheggio, i Carabinieri hanno presto individuato l’auto e riconosciuto il 55enne che vi si trovava a bordo. Alla vista dei militari, l’uomo ha cercato di allontanarsi, inscenando un maldestro tentativo di fuga immediatamente vanificato dall’intervento congiunto delle due pattuglie.

Bloccato ed immobilizzato, B.A. è stato arrestato e sottoposto a perquisizione personale e del veicolo, a conclusione della quale i militari hanno rinvenuto e sequestrato un coltello ed un martello.

L’arrestato, concluse le rituali formalità, è stato associato alla casa circondariale di Vercelli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria ed in attesa dell’udienza di convalida, svoltasi il 25 luglio e si conclusa con la sottoposizione dell’uomo alla custodia cautelare in carcere, stante l’elevata pericolosità dimostrata.

Il Giudice che ha disposto la custodia cautelare in carcere del 55enne, ha sottolineato l’azione dei militari con una frase estremamente significativa: “…grazie alla prontezza di intervento dei Carabinieri…..è stata evitata quella che, con tutta probabilità, sarebbe stata un’azione omicidiaria – recte femminicidiaria – nei confronti della vittima”.

 

Bimbo di tre anni salvato da trapianto di cuore

Dopo un anno e mezzo di vita in ospedale grazie ad un cuore artificiale, un bambino di 3 anni viene salvato da un trapianto di cuore presso l’ospedale Regina Margherita di Torino 

Da 18 mesi viveva in una camera di ospedale (la numero 10) grazie ad un cuore artificiale, impiantato dall’équipe della Cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino (diretta dal dottor Carlo Pace Napoleone), nel gennaio del 2018. Il piccolo paziente di 3 anni era seguito dalla nascita a causa di una grave forma di cardiomiopatia dilatativa. Inserito fin da subito in lista di attesa per trapianto cardiaco, a causa dei lunghi tempi di attesa per un cuore pediatrico, che non gli avrebbero consentito di sopravvivere tanto da ricevere il trapianto, era stato connesso ad un Berlin Heart, l’unico cuore artificiale in grado di supportare un bimbo come lui. I 520 giorni di attesa della donazione, trascorsi tutti nella sua stanza al 6° piano del Regina Margherita, coccolato come se fosse a casa dall’équipe della Cardiologia pediatrica (diretta dalla dottoressa Gabriella Agnoletti) e da tutto il personale infermieristico, sono finalmente esitati nell’arrivo di un organo idoneo che è stato trapiantato nei giorni scorsi, grazie anche alla collaborazione dell’équipe dell’Elisoccorso del 118, che ha messo a disposizione un volo per ridurre al minimo i tempi di trasporto del cuore da Bergamo. Purtroppo le condizioni preoperatorie del piccolo non erano ottimali, e la ripresa dopo il trapianto è in lento miglioramento. Attualmente il piccolo paziente è ancora ricoverato presso la Terapia Intensiva Cardiochirurgica (diretta dal dottor Giorgio Ivani), in attesa che il miglioramento costante delle sue condizioni gli consenta di essere trasferito presso il reparto di degenza e successivamente di tornare a casa sua dopo più di un anno e mezzo.

I carabinieri sventano giro di usura

Nei giorni scorsi, a Torino, i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale, nell’ambito di un’indagine delegata dalla Procura della Repubblica hanno arrestato D.T. di 59 anni di Condove e sottoposto a fermo L.C., 57enne di Torino

I due, dal 2015 ad oggi, a fronte di prestiti di denaro per 57mila euro, pretedendevano ed ottenevano dalla vittima, un imprenditore torinese, 202mila euro quali crediti usurari., anche mediante azioni violente e minacciose. La vittima, infine, stanca di subire si è rivolta ai carabinieri per denunciare la sua situazione si è rivolta all’Arma. I militari hanno così organizzato un servizio di intercettazione in occasione di un incontro fissato con gli usurai, avvenuto a Collegno. Nell’occasione il 59enne è stato arrestato dopo aver ricevuto 230 euro dalla vittima, banconota recuperata a sottoposta a sequestro. Nel frattempo il 57enne torinese veniva fermato in via Asinari di Bernezzo. Con successive perquisizioni è stata rinvenuta e sequestrata la somma di 14mila euro, ritenuta verosimile provento di analoghe azioni.

 

Piccoli bulli finiscono tre anni di “pena” ed escono insultando le forze dell’ordine

Appena usciti  dal tribunale dei minori di Torino, dopo aver concluso tre anni di lavori socialmente utili per aver riempito di escrementi il panino di un compagno di scuola hanno pensato bene di festeggiare in un video insultando le forze dell’ordine. Immediatamente sui social si è scatenata la polemica: c’è chi sostiene che i ragazzi non abbiano imparato niente dopo tre anni e chi li difende sostenendo che  il loro comportamento è solo una ragazzata. Il  video è stato acquisito dai carabinieri, che hanno avviato gli accertamenti sull’episodio.

La polizia denuncia gli hooligans

Nei giorni scorsi, la DIGOS della Questura di Torino ha denunciato n.20 hooligan bosniaci (M.D. di anni 36, M.E. di anni 40, M.D. di anni 28, C.O. di anni 29, K.A. di anni 21, I.H. di anni 32, B.A. di anni 21, Z.S. di anni 23, M.D. di anni 27, M.H. di anni 24, M.M. di anni 20, H.D. di anni 21, H.A. di anni 21, P.M. di anni 21, F.E. di anni 22, G.A. di anni 20, V.S. di anni 27, S.A. di anni 24, A.A. di anni 27, C.E. di anni 25) appartenenti ai gruppi ultrà “BH FANATIKOS” e “MANIACS 1987” per possesso-utilizzo di artifici pirotecnici e travisamento.

 

Gli stessi, lo scorso 11 giugno, durante lo svolgimento, presso l’“Allianz Stadium” di Torino, dell’incontro di calcio Italia – Bosnia, valevole per la qualificazione ai campionati Europei 2020, mentre erano nel primo anello del settore ospiti, si travisavano accendendo diversi fumogeni e torce illuminanti.

 

Grazie all’attività di analisi effettuata da personale della “Squadra Indagini Tecnologiche –S.I.T.” della DIGOS di Torino delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza dell’impianto sportivo è stato possibile ricostruire le fasi relative al travisamento riuscendo a riconoscere tutti coloro che si erano resi responsabili delle accensioni pericolose giungendo poi alla loro compiuta identificazione grazie ai riscontri effettuati sui sistemi informatici dei tornelli di accesso al settore ospiti.

Si fa inoltre presente che in vista del predetto match internazionale era stato predisposto un capillare servizio preventivo della Polizia di Stato al fine di monitorare gli arrivi degli oltre 5 mila supporter ospiti che consentì alla DIGOS di denunciare 2 tifosi stranieri (M.S. e Z.J. entrambi di anni 35) fermati la mattinata dell’11 giugno presso il casello autostradale di Rondissone e trovati in possesso di n.16 artifizi pirotecnici.

 

Durante le fasi di accesso allo stadio, sempre personale della DIGOS denunciò 1 ultrà ospite (P.H. di anni 25) per il possesso di .2 artifizi pirotecnici, mentre altri 2 tifosi bosniaci (M.E. di anni 27 e S.A. di anni 20) vennero deferiti all’A.G. per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale avendo gli stessi spintonato alcuni steward al pre-filtraggio e provocato subito dopo un’aggressione ai danni di un operatore di Polizia. Nel medesimo contesto operativo, personale della Polizia Amministrativa e Sociale della Questura denunciò anche 1 ultrà ospite (K.A. d i anni 28) per il possesso di 9 artifici pirotecnici.