Troppi pregiudicati nel bar: licenza sospesa
IL QUESTORE LA SOSPENDE PER 7 GIORNI
Personale del Commissariato Barriera Nizza ha notificato al titolare di un bar sito in via Galliari 21/c il provvedimento di sospensione della licenza per giorni 7 emesso dal Questore di Torino, con contestuale chiusura dell’esercizio.
Nel corso di un controllo dell’esercizio avvenuto a fine novembre, gli agenti del commissariato avevano riscontrato la presenza nel bar di 12 avventori, 8 dei quali con precedenti di polizia.
Sempre nel mese di novembre, personale della Polizia di Stato era intervenuto nel locale traendo in arresto un cittadino italiano colpito da ordine di carcerazione emesso dalla locale Procura della Repubblica.
Una significativa presenza di persone con precedenti di polizia era stata riscontrata anche in una precedente occasione, nel mese di settembre.
Il Questore di Torino, ritenendo, sulla scorta degli interventi effettuati dagli operatori di polizia, che il bar in questione possa rappresentare un concreto pericolo per la possibilità di incremento dei fenomeni delinquenziali, ne ha disposto la sospensione della licenza con immediata chiusura al pubblico.
I Carabinieri della Stazione di Cesana Torinese hanno arrestato in flagranza di reato un 45enne residente in paese per maltrattamenti in famiglia.
L’attività dei carabinieri nasce alcuni giorni fa quando, durante il mercato settimanale del paese, avevano notato un’anziana signora 85enne con alcuni lividi sul volto. “Sono caduta in bagno” aveva riferito ai carabinieri i quali l’avevano avvicinata per chiedere chiarimenti di quelle strane lesioni. In realtà i lividi erano il frutto delle botte del figlio convivente, con problemi di alcolismo, già arrestato nel 2013 per simili condotte di maltrattamenti. I militari hanno approfondito gli accertamenti ed hanno richiesto ai vicini di casa di prestare attenzione a qualsiasi rumore proveniente dall’abitazione e di chiamare immediatamente il 112 nel caso sentissero urla o grida da parte della donna. Proprio nella giornata di ieri, dopo la segnalazione di un vicino di casa che aveva sentito delle grida di aiuto dell’anziana, i carabinieri sono intervenuti direttamente all’interno dell’abitazione verificando che l’uomo poco prima, in stato di ubriachezza e per futili motivi, nel rientrare a casa aveva piu’ volte inveito contro il genitore, oltre a sputarle addosso e schiaffeggiarla procurandole lievi ecchimosi alla faccia. Alla vista dei Carabinieri la donna è riuscita finalmente a dire tutta la verità e confessare che anche quei vecchi lividi erano frutto delle violenze del proprio figlio. “Questa situazione di maltrattamenti va avanti da parecchi anni. Vi ho raccontato che ero caduta in bagno perché mio figlio senza di me non avrebbe avuto nessun sostentamento. Adesso preferisco dire la verità in quanto temo per la mia incolumità e spero che mio figlio possa ricevere le cure necessarie per guarire dall’alcolismo”.
L’uomo è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia ed ora si trova nel carcere di Torino.
Verso le 20 di ieri un 25enne che stava percorrendo in monopattino via Paolo Borsellino insieme con un un amico ha centrato il portellone del bagagliaio di un pullman turistico parcheggiato a bordo strada. Ha percorso qualche metro ed è caduto a terra con una profonda ferita sopra l’occhio destro, da cui fuoriusciva molto sangue. Sotto shock, è stato sedato e trasportato in ambulanza al Cto in codice rosso. Dopo essere stato intubato in ospedale, l’amico lo ha raggiunto anche lui traumatizzato: è riuscito ad accorgersi dell’ostacolo un secondo prima e lo ha evitato.
L’esponente di (Fdi): “Il Comune ha utilizzato un semplice documento di approvazione del Mit, manca l’omologazione sulla capacità di misurazione da parte del Mise. Gatto (Globoconsumatori): “Abbiamo già presentato oltre 4mila ricorsi in Italia, il 96% accolti”
“Premetto che col rosso non si passa e che le regole vanno rispettate dai cittadini. Ma devono essere rispettate anche dal Comune: non esiste alcuna omologazione per gli impianti semaforici T-Red installati a Torino. Abbiamo richiesto agli uffici la necessaria omologazione da parte del Mise e ci sono invece stati forniti documenti un direttore del Ministero dei trasporti. Si tratta di un atto di “approvazione” che non comporta le necessarie verifiche di taratura dello strumento, previste dalla vera e propria omologazione”.
Roberto Rosso, capogruppo Fdi in Sala Rossa ha denunciato oggi “l’illegittimità degli impianti T-Red installati a Torino, chi prende la multa in questo modo ha tutto il diritto di fare ricorso al Giudice di pace”.
Del resto persino la delibera comunale torinese con cui si permette l’acquisto e l’utilizzo senza presenza di forze dell’ordine dei T-Red parla esplicitamente di necessaria omologazione. “Questa però non c’è, quindi non esiste certezza sui tempi di durata del giallo o sulla sequenza delle foto scattate dalle telecamere, che devono essere temporizzate con il semaforo stesso”.
Mario Gatto, presidente dell’associazione Globoconsumatori, ha aggiunto che “soltanto per il T-Red di Moncalieri abbiamo già impugnato oltre 3mila verbali e il Giudice di pace di Torino ha cominciato ad accogliere i primi andati a sentenza. La situazione è analoga a quella torinese. A livello nazionale, i ricorsi sono più di 4mila per un numero enorme di verbali e la percentuale di accoglimento da parte dei Gdp è del 96%”.
Del resto la legge parla chiaro. L’approvazione del Ministero Trasporti, quella che il Comune ha fornito al Gruppo Fdi dopo richiesta ufficiale, è soltanto un atto preliminare che abilita uno strumento a essere poi omologato dal Mise, l’unico che per legge può effettuare le tarature degli strumenti di misurazione.
C’è un altro punto dubbio: la gara con cui gli impianti sono stati comprati. Per legge l’Ente pubblico deve bandire una gara europea. Invece Torino ha dato mandato di comprarli a Iren (sic) e “non sappiamo se ci sia stata una gara o meno, del resto da due settimane abbiamo chiesto i documenti a Iren stessa ma non ce li ha forniti”, ha chiarito Rosso.
La gestione del sistema è stata affidata a 5T, che è una municipalizzata, ma anche qui “la legge prescrive che questi impianti siano sotto la diretta gestione e il costante controllo delle forze di Polizia municipale – ha ricordato Gatto – non è possibile che una società per quanto parapubblica, possa comminare multe in modo automatico oltretutto utilizzando strumenti non omologati”.
“Come sempre le persone meno informate si troveranno svantaggiate – ha concluso Rosso – perché sappiamo che quando arriva una multa l’80 per cento la paga, presumendo che l’Ente pubblico abbia agito correttamente. Si sappia invece che queste multe sono illegittime e che in caso di un ricorso fatto correttamente, vengono annullate. Mi stupisco che il sindaco Appendino faccia le cose con tale superficialità, quando i suoi dirigenti nella delibera hanno scritto chiaro e tondo che l’omologazione è necessaria e non parlano affatto di una semplice approvazione del Mit”.
(comunicato stampa)
COMUNICAZIONE FALSA CON I LOGHI DELLA REGIONE E DELLA CITTA’ DI TORINO
Alcune lettere con i loghi della Regione Piemonte e della Città di Torino invitano i proprietari di casa e amministratori di condominio a concludere tassativamente entro la fine dell’anno le opere di bonifica dall’amianto. Si tratta però di un falso, che ha costretto gli uffici della Direzione Servizi Ambientali della Regione a presentare un esposto querela alla Procura della Repubblica contro ignoti. La missiva fasulla ha raggiunto nei giorni scorsi alcuni cittadini della provincia di Torino. Nell’oggetto si legge «mappatura presenza amianto negli edifici», a cui segue l’invito ad accelerare le operazioni di messa in sicurezza indicando il 2020 come termine ultimo fissato dalla Regione per iniziare le attività. Le lettere contengono anche una richiesta di ottemperare agli obblighi indicati, pena la “segnalazione all’Asl e all’Arpa di riferimento”.
«Quale informazione chiaramente falsa – si legge nell’esposto della Regione alla Procura – non è vero che la L.R 30/2008 e il Piano Amianto pongano un limite temporale per la comunicazione e la mappatura degli edifici privati. L’affermazione in oggetto parrebbe piuttosto mirata ad accelerare attività di verifica e bonifica che richiedono il ricorso a imprese e figure qualificate». Una settimana fa le lettera fake aveva raggiunto, tra gli altri, lo studio di un amministratore di condominio di Grugliasco il quale ha allertato la Regione, la quale a sua volta ha poi lanciato l’allarme e sporto denuncia querela.
La Regione invita chiunque sia stato raggiunto da avvisi di questo tipo a contattare gli uffici del Settore Bonifiche Amianto.
Ecco copia della lettera falsa
La Squadra Mobile di Torino e il Servizio Centrale Operativo con la collaborazione dello S.C.I.P. (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia), nell’ambito del progetto “Wanted” hanno individuato ed arrestato due persone.
⦁ Antonio Rao , nato ad Anoia (RC) il 03.06.1952, residente a Rivalta (TO), destinatario dell’ordine di esecuzione per la carcerazione emesso il 20.06.2019 dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Torino, dovendo scontare la pena di 10 anni di reclusione, per reati concernenti la violazione della legge sugli stupefacenti e violenza sessuale su minore di anni 18;
⦁ Joseph Michel Bernard Dalmasso nato a Saint Laurent Du Var (Francia) il 22.03.1957, destinatario dell’Ordine di Carcerazione emesso il 26.11.2015 dalla Procura Generale della Repubblica di Torino, dovendo scontare la pena di 5 anni e mesi 7 di reclusione per reati concernenti la violazione della legge sugli stupefacenti.
Rao è stato arrestato nel pomeriggio del 2 dicembre, ora locale, a Santa Cruz de la Sierra (Bolivia) dove aveva trovato rifugio presso una abitazione signorile poco lontana dal centro città.
All’atto dell’arresto era in possesso di un passaporto italiano contraffatto, intestato ad un cittadino italiano nato in Argentina che ne aveva denunciato lo smarrimento.
Il latitante in quel paese aveva trovato rifugio tramite la moglie di un pregiudicato Boliviano con il quale aveva condiviso un periodo di carcerazione in Italia.
L’intervento tempestivo della Polizia Italiana ha evitato che il latitante si sottraesse al provvedimento di arresto in quanto è stato trovato in possesso di un biglietto aereo per Madrid prenotato per il 15 dicembre con il nome falso.
Dalmasso, latitante dal 2015, è stato arrestato il 14 settembre scorso in Brasile e precisamente a Pindoretama, località costiera nei pressi della città di Fortaleza. Si era reso latitante dopo essere stato scarcerato ed affidato ad una comunità di recupero in questo capoluogo.
Entrambi i latitanti erano stati coimputati in una operazione antidroga condotta nel 2012 dalla Squadra Mobile di Torino denominata “Rewind” che aveva consentito di disarticolare un sodalizio criminoso dedito all’importazione di ingenti quantitativi di cocaina. In quell’indagine Rao era il tramite tra i trafficanti brasiliani e quelli italiani. Tra i soggetti arrestati nell’ambito di quella operazione figuravano anche personaggi di spicco appartenenti alla ‘ndrangheta radicata in Piemonte.
Dopo la scarcerazione per quell’operazione Rao si era reso responsabile anche di violenza sessuale ai danni di una minore di origine romena costringendola con la forza ad assumere cocaina.
Le indagini per la cattura dei due latitanti, coordinate dalla Procura Generale della Repubblica di Torino, hanno consentito anche di individuare la rete di fiancheggiatori che, dalla provincia di Torino, hanno favorito il latitante Rao nel mettere in atto la fuga pochi giorni prima che venisse emesso il provvedimento di carcerazione dalla Corte di Cassazione.
In particolare sono stati indagati per favoreggiamento 3 persone (due donne ed un uomo tutti abitanti tra i comuni di Rivalta e Piossasco della cintura torinese) che, oltre ai congiunti, hanno con le loro azioni non solo eluso le investigazioni tese al suo rintraccio ma lo hanno di fatto accompagnato in Spagna da dove poi si è diretto in Bolivia. Durante la sua permanenza in quello Stato gli hanno, inoltre, procurato ed inviato il denaro necessario al suo sostentamento.
Denunciato dalla Polizia di Stato truffatore seriale
Appena una settimana fa era riuscito a farsi consegnare 500 € in contanti dal cassiere di un istituto bancario del quartiere Crocetta, spacciandosi per un’altra persona. Accertamenti svolti nei giorni successivi, in sinergia con la direzione della filiale bancaria, dalla vittima della truffa, allarmata dall’ammanco ingiustificato della cifra, avevano fatto emergere come il truffatore, per portare a termine il colpo, avesse esibito al dipendente preposto alle casse una carta di identità contraffatta. L’uomo era stato particolarmente scaltro e sicuro nell’agire: oltre a fornire il documento di identità riportante le generalità di un reale correntista, cui aveva applicato però la propria fotografia, era stato anche in grado di riferire a memoria il numero del conto, tanto da non far sorgere particolari dubbi sulla sua identità.
Ieri, l’uomo, pensando di poter ripetere la truffa senza alcun rischio, si è ripresentato nella stessa filiale, chiedendo di effettuare un altro prelievo. Il cassiere, riconosciutolo, ha invece contattato il NUE 112: una pattuglia in servizio di Volante del Commissariato San Secondo si è recata in filiale. Accertamenti svolti a carico dell’uomo, un cittadino italiano di 67 anni, dagli investigatori, hanno consentito di appurare come lo stesso abbia numerosissimi precedenti di polizia e condanne, anche nel recente passato, per truffa e sostituzione di persona; è stato, inoltre, sottoposto a diverse misure cautelari personali, quali la detenzione domiciliare, l’obbligo di dimora e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, nonché colpito da avvisi orali questorili. Ieri, gli agenti del Comm.to San Secondo lo hanno denunciato per sostituzione di persona e truffa.