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Genova-Torino, treni riattivati con limitazione di velocità

Qui di seguito il dettaglio delle modifiche alla circolazione previsto sulle linee Genova-Torino e Genova-Milano, consultabile anche al link sulla homepage di Trenitalia

Linea Torino – Genova

Dettaglio treni cancellati e modificati:

IC 500 Genova Brignole (6:48) – Torino Porta Nuova (8:45)

6051 Acqui Terme (05:20) – Genova Brignole (06:51) Cancellato e sostituito da BUS

2500 Genova Brignole (05:21) – Torino Porta Nuova (07:30) Origine da Alessandria

2500 Genova Brignole (05:21) – Torino Porta Nuova (07:30) Il treno a origine ad Alessandria (p.6:31).

21135 Novi Ligure (05:29) – Genova Brignole (06:57) Il treno ha origine ad Arquata (p. 05:43).

2501 Torino Porta Nuova (05:30) – Genova Brignole (07:39) Limitato Alessandria

21137 Novi Ligure (05:55) – Genova Brignole (07:30) Cancellato.

6053 Acqui Terme (06:04) – Genova Brignole (07:37) Il treno termina la corsa ad Ovada. Tra Ovada e Genova PP sostituito con BUS

6050 Genova Brignole (06:05) – Acqui Terme (07:28) Il treno ha origine da Ovada (p. 07:07).

6109 Alessandria (06:12) – Arquata Scrivia (06:39) Cancellato

2502 Genova Brignole (06:21) – Torino Porta Nuova (08:30) Regolare

2544 Novi Ligure (06:24) – Torino Porta Nuova (07:45) Regolare

2503 Torino Porta Nuova (06:30) – Genova Principe (08:30) Regolare

6111 Alessandria (06:48) – Genova Brignole (08:00) Regolare

2546 Novi Ligure (06:58) – Torino Porta Nuova (08:23) Regolare

6055 Acqui Terme (07:03) – Genova Brignole (08:36) Cancellato.

6052 Genova Brignole (07:05) – Acqui Terme (08:35) Il treno a origine da Ovada (p. 08:10).

6110 Arquata Scrivia (07:13) – Alessandria (07:40) Cancellato

2504 Genova Brignole (07:21) – Torino Porta Nuova (09:30) Regolare

2505 Torino Porta Nuova (07:30) – Genova Brignole (09:39) Limitato Alessandria

6057 Acqui Terme (07:40) – Genova Brignole (08:53) Il treno termina la corsa a Ovada.

6113 Alessandria (07:55) – Arquata Scrivia (08:22) Cancellato

2507 Torino Porta Nuova (08:20) – Genova Brignole (10:39) Regolare

2506 Genova Brignole (08:21) – Torino Porta Nuova (10:30) Origine da Alessandria

6112 Arquata Scrivia (08:38) – Alessandria (09:05) Cancellato

2508 Genova Brignole (09:30) – Torino Porta Nuova (11:30) Regolare

Due arresti per sfruttamento di manodopera

Un’indagine recentemente conclusa dal Nucleo Carabinieri operante presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Cuneo ha portato all’arresto di due persone per sfruttamento di manodopera.

L’attività d’indagine, coordinata dal Procuratore Capo di Cuneo, Dott. Onelio Dodero, si è consolidata con l’emissione di una misura cautelare a carico di due cittadini di origini cinesi, marito e moglie di 44 e 43 anni; lei titolare di un hotel/ristorante sito a Beinette (CN) e lui il suo coadiuvante.

Entrambi sono ritenuti responsabili di sfruttamento di manodopera continuata ed in concorso tra loro, reato previsto dall’art. 603-bis del codice penale, più comunemente noto con il termine di caporalatorelativo al fenomeno dell’intermediazione e dello sfruttamento attuato dal cosiddetto caporale, in particolarein agricoltura. L’ambito di interesse dell’indagine non è tuttavia stato quello classico dell’agricoltura bensì quello della ristorazione e dell’ospitalità.

La ditta in questione, infatti, oltre al ristorante cinese, gestiva anche un hotel successivamente adibito a CAS (Centro Accoglienza Straordinario) dove venivano alloggiati i migranti sbarcati in Italia e gestiti dalla Prefettura nell’ambito del piano nazionale. Dagli accertamenti è emerso che oltre a tale CAS, la ditta ne aveva gestiti altri due: uno a Montoso, frazione di Bagnolo Piemonte (CN) ed uno a Robilante (CN), entrambi chiusi per questioni di natura economica non legate agli accertamenti svolti.

Era proprio tra gli ospiti del CAS di Beinette che gli arrestati attingevano manodopera da sfruttare. In particolare, l’indagine, iniziata nella scorsa primavera, ha permesso agli inquirenti di accertare che tra il mese di settembre del 2017 e l’aprile del 2019,gli indagati avevano sfruttato 5 rifugiati di origine africana, costringendoli a lavorare su turni di 11-12 ore al giorno, sette giorni su sette, senza alcun riposo settimanale, senza riposo giornaliero, tantomeno ferie.

I più fortunati potevano formalmente disporre di un contratto di lavoro part time di 20 ore settimanali, con una retribuzione di circa 200 € al mese che veniva corrisposta solo a seguito delle insistenti richieste dei lavoratori stessi.

È altresì emerso che quando uno dei lavoratori occupati in nero provava a ribellarsi chiedendo di essere regolarizzato e di avereuna paga adeguata, questo veniva licenziato perdendo la possibilità di lavorare. Non venivano neanche rispettate le norme basilari di sicurezza sul lavoro, tantomeno quelle igieniche riferite alla sistemazione alloggiativa: questo è quanto gli ispettori dell’ASL CN1 – interessati dai Carabinieri – hanno potuto accertare a seguito dell’ispezione eseguita presso l’azienda, documentando il degrado della situazione alloggiativa, della gestione della cucina e delle scorte alimentari conservate nei congelatori.

Dalle indagini è emersa anche una circostanza particolarmente allarmante in relazione alle possibili conseguenze: in particolare la ditta, almeno in una occasione, ha coperto un infortunio sul lavoro provvedendo a medicare il malcapitato con rimedi casalinghi,senza cioè ricorrere alle cure sanitarie, per non fare attivare eventuali controlli conseguenti che avrebbero permesso di fareluce sulle violazioni in atto.

Le risultanze investigative raccolte dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro sia con le testimonianze raccolte dai lavoratori, che nel corso delle perquisizioni eseguite e mediante l’analisi della documentazione aziendale acquisita, hanno fatto emergere un complessivo quadro di sfruttamento del lavoro aggravato dallo stato di bisogno dei lavoratori che – stante la loro posizione di rifugiati, tutti in attesa di asilo e privi di mezzi di sostentamento – erano nella condizione di dovere sostanzialmente accettare qualunque condizione pur di lavorare.

La Procura di Cuneo, alla luce delle risultanze acquisite, ha richiesto al GIP del Tribunale di Cuneo l’adozione di provvedimenti cautelari a carico degli indagati. Il GIP, concordando con il quadro investigativo prodotto, ha emesso la misura di applicazione dell’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico dei due coniugi. I provvedimenti sono stati eseguiti nello scorso mese di luglio dai Carabinieri del NIL,supportati nella fase esecutiva dai militari dell’Arma territoriale del Comando Compagnia Carabinieri di Cuneo. A distanza di circa tre mesi dalla loro esecuzione, il GIP ha revocato le misurecautelari ad entrambi gli indagati.

L’illecita attività di sfruttamento oggetto dell’indagine ha comportato che gli indagati realizzassero anche un’evasione tributaria e previdenziale quantificabile, secondo i dati emersi, in oltre 190.000 euro; cifra che, costituendo profitto del reato, è stata sottoposta a sequestro preventivo con ordinanza emessa dal GIP di Cuneo su richiesta del PM ed eseguita dai Carabinieri del NIL, vincolando tra l’altro un immobile sito a Savona ed intestato agli arrestati.

Per quanto riguarda le accertate violazioni in materia di lavoro, verranno contestate sanzioni ancora da quantificare con precisionema ammontanti a diverse migliaia di euro, mentre risulta già accertata l’omissione dei versamenti contributivi per un importo di oltre 52.000 euro

Assaltano due bancomat. Messi in fuga dai Carabinieri

Intorno alle 1:30 circa di questa notte, in Vische Piemonte e nella vicina Tonengo di Mazzè, nel torinese, 4 o 5 persone in rapida successione hanno fatto saltare mediante la cosiddetta “marmotta” due bancomat della Banca d’Alba e del Canavese. A Tonengo, due pattuglie dei carabinieri in servizio di perlustrazione in zona, allertate da residenti che avevano sentito il forte boato, hanno subito intercettato la banda di criminali, prima ancora che riuscissero a smurare completamente i contenitori delle banconote ed a impossessarsi del denaro. Ne è scaturito un lungo inseguimento che si concludeva sull’autostrada TO-MI all’altezza di Rondissone, dove i fuggitivi hanno abbandonato intenzionalmente, nonché alquanto pericolosamente, nella corsia di sorpasso il proprio Land Rover Evoque poi risultato rubato, e sono fuggiti a piedi nei campi limitrofi.

I Carabinieri della Compagnia di Chivasso, a quel punto, hanno abbandonato l’inseguimento, e hanno preferito deviare il traffico autostradale così da scongiurare possibili gravi incidenti ai veicoli in transito. Contestualmente due militari della Stazione Carabinieri di Caluso hanno spostato a mano il Suv, liberando la carreggiata.
Si è alzato in volo anche un elicottero dell’Arma per le ricerche dei fuggitivi, che sono tuttora in corso con diversi posti di blocco nell’area interessata.

Tenta di sgozzare la compagna, Siulp: ”carnefici restino in carcere”

Riceviamo  e pubblichiamo

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È incredibile constatare come un assassino, dopo pochi anni, possa ritornare in libertà e agire nuovamente secondo la sua indole di criminale”. Così Eugenio Bravo, segretario generale del Siulp di Torino, sul caso dell’uomo che, in permesso lavoro dal carcere, ha cercato di sgozzare la fidanzata in strada a Torino. “Sicuramente assisteremo a frasi sconvolte, a stati d’animo perturbati, a dichiarazioni di rabbia da parte di tutti – aggiunge Bravo – È inconcepibile che ancora oggi questo Paese è assolutamente immobile in merito alla certezza della pena. Grazie alle leggi premiali o alle attenuanti, il criminale resta in carcere meno della metà della pena e, ai cittadini, resta la mera indignazione. Occorre mettere mano subito alla legge penale e rivedere tutte quelle misure o condizioni che agevolano i delinquenti che hanno commesso reati, soprattutto gravi. Uno Stato di diritto deve salvaguardare innanzitutto la credibilità delle leggi che equivale al rispetto delle vittime; i carnefici devono restare in carcere”

 

 

(Foto archivio: il Torinese)

Minorenne ruba moto e tenta di venderla online

Non solo ha raggirato il proprietario della moto, si è impossessato del veicolo e ha pure cercato di venderlo online. Questa l’impresa di un minorenne torinese denunciato dagli agenti del Commissariato Barriera Milano e dagli agenti della Sottosezione della Polizia Stradale di Bra.

La storia ha inizio quando un uomo, residente nel cuneese, dopo aver messo in vendita online una moto su un sito specializzato, a fine settembre viene contattato da un acquirente, un giovane che si mostra interessato al mezzo. Nella circostanza viene anche pattuito il prezzo: 950 euro.

Sabato scorso, il venditore si reca a Torino per concludere l’affare e in via Scialoja incontra il giovane compratore. Questi chiede di provare la moto ma, una volta in sella, si allontana a forte velocità facendo perdere le proprie tracce.

Dopo la denuncia, sul caso iniziano a indagare gli agenti del Commissariato Barriera Milano e gli uomini della Sottosezione della Polizia Stradale di Bra, che grazie al numero telefonico risalgono al giovane. La vittima, in più, viene a conoscenza che la sua moto è stata inserzionata online per essere venduta. Alla luce di ciò, i poliziotti organizzano un incontro per l’acquisto del veicolo e danno appuntamento al giovane per la compravendita in via ReissRomoli. Al suo arrivo, il ragazzo viene fermato e denunciato in stato di libertà per furto aggravato. Nella circostanza, i poliziotti lo denunciano anche per il possesso di una pistola a salve priva di tappo rosso, armata e con cartucce inserite con la quale andava in giro. Nel corso della perquisizione domiciliare, i poliziotti troveranno poi anche una bicicletta ritenuta di illecita provenienza, fatto che farà scattare pe il minore anche la denuncia per ricettazione.    

Bimbo di tre anni muore schiacciato da un vaso

È’ morto al Regina Margherita di Torino il bimbo di tre anni che, ieri, a Caramagna Piemonte, giocando nel giardino della nonna è rimasto schiacciato da un grosso vaso di marmo. Trasferito all’ospedale è stato sottoposto ad alcuni interventi chirurgici, ma i medici non hanno potuto salvarlo.

Compro-oro truffa una coppia

L’uomo è stato denunciato dalla Polizia di Stato
Sabato scorsa una coppia di cittadini italiani si è recata presso un comprooro di via Reiss
Romoli e ha chiesto la valutazione di alcuni gioielli al dipendente presente nel negozio. Questi,
come prima cosa, faceva firmare alla coppia un foglio in bianco asserendo trattarsi della
dichiarazione di legale provenienza e l’autorizzazione per la privacy. Avuta la stima dei preziosi,
i coniugi decidevano che non conveniva loro concludere l’affare in quanto presso un altro
negozio era stata effettuata loro una valutazione superiore di 150 €. Pertanto, chiedevano la
restituzione dei preziosi. Il dipendente, però, li informava che ormai avevano firmato e si
sarebbe proceduto con la compravendita. Iniziava a preparare infatti un assegno postale
dell’importo di 850 € e nonostante le vibrate rimostranze fatte dalla controparte, a scrivere
sul registro il passaggio dei preziosi. Pertanto, la coppia contattava il 112 NUE, che inviava sul
posto personale della Squadra Volante. Gli agenti sequestravano a carico del comprooro
l’assegno già compilato, l’atto di vendita con relativa ricevuta, la fotocopia del registro acquisti;
l’uomo, un trentunenne italiano, è stato denunciato per truffa.

Incidente sul lavoro: morto un operaio

Dal Piemonte

E’ deceduto  dopo il ricovero in ospedale a Cuneo l’operaio di 33 anni, di Boves  colpito in mattinata da un macchinario nello stabilimento della Merlo di Cervasca, sede principale di un’azienda leader nel settore dei sollevatori telescopici e macchine movimento terra, dove  lavorano  400 dipendenti. Da gennaio 2019 sono state 19 le morti sul lavoro denunciate in provincia di Cuneo, 3 solo negli ultimi 10 giorni.

La polfer salva uomo dal suicidio

La Polizia Ferroviaria di Torino Porta Nuova ha salvato un uomo italiano di 39 anni con
intenti suicidi. I Carabinieri della Stazione di Nichelino, lunedì scorso, hanno notiziato gli
operatori della presenza in stazione di un uomo con propositi suicidi, fornendo
una dettagliata descrizione. La segnalazione era pervenuta al personale dell’Arma dagli
anziani genitori, che preoccupati, si erano rivolti presso quel Comando. Gli agenti della
Polfer hanno individuato immediatamente la persona descritta, all’interno dei locali del “Mc
Donalds” dello scalo. Lo stesso, in forte stato di agitazione, manifestava apertamente la
volontà di togliersi la vita con un coltello. Grazie al senso di autocontrollo e alla
professionalità, gli operatori sono riusciti ad instaurare un dialogo proficuo con l’uomo
riportandolo alla calma ed a farsi seguire nei Uffici di Polizia. Una volta dentro, però, la
persona si innervosiva, inveendo contro gli agenti e dicendo che per colpa loro non era
riuscito nell’intento suicidario. Gli operatori, dopo aver allertato personale 118, hanno
continuato l’’opera di dissuasione per ridurre la tensione manifestata dall’uomo, che
successivamente, è stato preso in cura da personale medico e trasportato in ospedale per
accertamenti.

Ricercato arrestato a Porta Nuova

Un cittadino albanese di 34 anni è stato bloccato dalla Polizia Ferroviaria all’interno dello
scalo di Porta Nuova, poiché destinatario di un mandato d’arresto europeo.
Gli Agenti, in servizio di vigilanza e prevenzione dei reati in ambito ferroviario, hanno
notato un soggetto che alla vista delle divise, cercava di eludere l’eventuale controllo,
allontanandosi repentinamente verso l’uscita.
Prontamente raggiunto dagli operatori, l’uomo è stato fermato e controllato in banca dati.
L’interrogazione ha dato esito positivo; a carico della persona è risultato un mandato di
arresto europeo per scontare una pena di anni 15, emesso dall’Autorità Giudiziaria
francese lo scorso luglio; infatti il soggetto si era reso protagonista, in territorio francese ed
in concorso con altre persone, di una serie di furti e rapine in residenze private.
La banda di cui faceva parte aveva come obiettivi privilegiati persone facoltose, che
venivano pedinate, anche tramite l’uso di dispositivi gsm applicati alle autovetture, al fine di
poter entrare direttamente nelle loro lussuose abitazioni.
Al termine degli atti di rito, lo straniero è stato portato in carcere a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria.