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Assaltano portavalori a colpi di kalashnikov

Come in un’azione di guerra, armati di kalashnikov hanno dato l’assalto a un furgone portavalori sull’autostrada  A5 Torino-Aosta.  Dopo un breve conflitto a fuoco con le guardie giurate, finito senza feriti, i banditi sono fuggiti. Il commando, che non è riuscito a portare via il denaro, era formato da almeno 5 persone,ha bloccato il mezzo della ‘All System’ collocando sulla carreggiata strisce chiodate. Il veicolo è stato costretto a fermarsi nello svincolo tra Volpiano e San Giorgio Canavese Avvicinatisi al furgone le guardie giurate hanno iniziato a sparare e i malviventi sono scappati a bordo di due auto poi ritrovate dalla polizia nei pressi del casello di San Giorgio. Una donna in auto si è dovuta fermare a causa delle gomme forate dai chiodi. E’ stata portata all’ospedale in stato di shock. La polizia sta conducendo le indagini.

Scontri a Torino, l’altra faccia del fascismo

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Lavinia Flavia Cassaro con una sola fotografia e con i suoi insulti ha meravigliosamente sintetizzato la sgradevolezza di una certa sinistra antagonista.  E noi insistiamo:  questi  personaggi sono un problema di ordine pubblico, non espressione di opinioni politiche. Vale anche per loro la definizione data del fascismo che non è un opinione,  è una organizzazione a delinquere. E per appartenere ad una organizzazione si deve essere con altri, è qui il reato oltre la violenza, anche da parte di chi, conoscendoli, non prende le distanze e ne diventa complice. Prendere le distanze vuol semplicemente dire ammettere l’errore politico di averli legittimati essendo “compagni di strada”. Ma qui andiamo oltre. Diverse autorevoli fonti di informazione sostengono che da insegnante non aveva cattedra perché rimossa dopo le lamentele dei genitori per il suo atteggiamento e linguaggio rispetto  agli alunni. Se  è vera la notizia non solo lei deve essere licenziata, ma anche chi l’ ha coperta non rimuovendola. Delle due l’ una. O i genitori hanno detto cose non vere, o l’ insegnante doveva essere immediatamente sospesa per accertamenti. Difesa del posto di lavoro? Ma non dite stupidaggini. Basta con questa  perniciosa pretestuosità. Nel giustificarli, poi è “sicuramente rivoluzionario” insultare i poliziotti con la birra in mano. Non è la prima volta.Come dopo i provvedimenti pentastellati di Torino per limitare l’uso di alcolici. Anche in Vanchiglia al grido rivoluzionario “ubriacarsi è un diritto” ci sono stati disordini contro polizia, colpevole di essere presente. Ed anche lì novelli rivoluzionari accusarono le forze dell ordine d’ essere gli unici responsabili dei disordini. Proprio cosi. Perentori chiedono l’applicazione della legge Scelba per lo scioglimento di organizzazioni fasciste. D’ accordissimo.  Sui centri sociali? Analogo trattamento.  Al ministro Minniti hanno chiesto:  desiderare sicurezza per sé   e per gli altri è  di sinistra? Risposta : è un bene comune. E i ministri, il governo,  sono di tutti i cittadini. Ricordiamo l’inizio anni ’70 a Reggio Calabria. Un cittadino su due votò  Msi e  al grido “boia chi molla” in molti furono protagonisti di disordini di piazza contro le forze dell’ordine, contro lo Stato. A Milano  urlavano minacciosi “Reggio,  Reggio, Milano sarà peggio”.  Fascisti minaccia per la democrazia. Ora si sono aggiunti questi oramai famigerati centri sociali. Una minaccia per se stessi, oltre che per la democrazia. E per una sinistra che non deve più coprire. Centri sociali che sono l’altra faccia del Fascismo.

“Operazione antighiaccio” in corso. Treni regionali ridotti fino al 50% per le nevicate

Treni  regionali “decurtati” fino al  50%  sul territorio piemontese a causa del maltempo che  ha fatto scattare il livello  di “emergenza grave” del’Piano neve e gelo di Rfi – Rete Ferroviaria Italiana- E’ stato invece confermato l’80% dei treni ad alta velocità Torino-Milano-Napoli e il 90% dei servizi a lunga percorrenza sulla linea Torino-Venezia. Il servizio regionale viene ridotto su  21  tratte, con servizi al solo al 20% sulla Ivrea-Chivasso-Novara. Intanto a Torino, dopo la nevicata della notte scorsa che ha lasciato un manto di qualche centimetro sulle strade è in corso l’azione dei mezzi antineve e lo spargimento di sale. Nei magazzini del Comune erano conservate da tempo 4 mila tonnellate di sale pronte all’uso.

 

(foto: il Torinese)

La vecchia Porta Susa ha ospitato 35 senzatetto nella notte gelida

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In 35 la scorsa notte si sono potuti riparare  dal freddo nella vecchia stazione di Porta Susa. Come abbiamo già scritto il Comune  ha allestito un punto temporaneo di accoglienza notturna per i senza dimora, rafforzando il sistema dei servizi per  contrastare il freddo. Nel vecchio edificio è stato potenziato l’impianto di riscaldamento. Il centro offre 40 posti letto e generi di conforto, dalle 20 alle 8. La struttura e’ gestita da Protezione Civile comunale e Croce Rossa Italiana, in collaborazione con gli assessorati al Welfare, all’Ambiente, alla Mobilità e alla Sicurezza urbana della Città e Gtt.

NASCE L’INTERPELLANZA DEL CITTADINO

 

Una volta al mese le risposte in Sala Rossa durante il Consiglio comunale

 

La Città di Torino introduce un nuovo strumento per i cittadini titolari dei diritti di partecipazione: l’Interpellanza del cittadino.

 

Il Consiglio comunale ha approvato oggi pomeriggio con 22 voti favorevoli una delibera che introduce l’articolo 11 bis al Regolamento 297, il testo unico delle norme regolamentari sulla partecipazione, il referendum, l’accesso, il procedimento, la documentazione amministrativa e il difensore civico.

 

Tale articolo è composto da quindici punti e, al primo di essi, prevede – per cittadini e residenti che abbiano compiuto 16 anni di età – la facoltà di rivolgere al sindaco e alla giunta interpellanze per conoscere le motivazioni dell’azione della Città o i suoi intendimenti su questioni di interesse generale, o le posizioni della medesima su argomenti di rilievo cittadino.

 

Le richieste dovranno essere presentate in forma scritta e con una sola domanda (se necessario articolata) e inviate con posta certificata alla presidenza del Consiglio comunale, oppure consegnate all’U.R.P (Ufficio relazioni con pubblico) del Comune.

 

Ogni cittadino potrà presentarne sino a un massimo di quattro per anno solare e l’ufficio di presidenza del Consiglio comunale avrà facoltà di decidere in merito all’ammissibilità delle istanze presentate.

 

Una volta al mese la risposta è fornita in Sala Rossa, prima dell’inizio dei lavori del Consiglio comunale, da parte del sindaco o dall’assessore competente. Alla discussione è dedicato un tempo massimo di dieci minuti e le relative risposte saranno pubblicate sul sito istituzionale dell’Ente.

Dipendente Luxottica denunciato: aveva 42 occhiali in casa

I carabinieri hanno denunciato per ricettazione un dipendente della Luxottica. L’uomo ha di 51 anni ed è residente a Torino. Durante  una perquisizione a casa dell’operaio, i militari della compagnia di Chivasso hanno trovato 42 paia di occhiali di diverse marche appartenenti al gruppo Luxottica, oltre a contenitori con componenti di occhiali e 160 lenti. Nel  2016 i carabinieri scoprirono una banda, poi finita in carcere,  costituita da dipendenti ed ex dipendenti infedeli, che rubarono occhiali per più di un milione di euro.

Tumore al polmone, il robot “DaVinci” opera alle Molinette

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Primo intervento di asportazione robotica presso la Chirurgia toracica dell’ospedale torinese

E’ stato effettuato il primo intervento chirurgico mininvasivo di asportazione di un tumore polmonare con l’utilizzo del sistema robotico DaVinci Xi, presso la Chirurgia Toracica universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Alberto Oliaro). Il rivoluzionario intervento, effettuato su una paziente di 49 anni di Torino, affetta da cancro al polmone sinistro, è stato eseguito dall’équipe di Chirurgia Toracica universitaria dell’ospedale Molinette, composta dai professori Alberto Oliaro ed Enrico Ruffini e dai dottori Paris Lyberis e Francesco Guerrera. “La paziente – dichiara il dottor Lyberis, che ha eseguito l’intervento – oltre ad essere affetta da un adeno Ca del polmone, è in lista d’attesa per un trapianto renale in dialisi quotidiana, e tale comorbidità ha reso l’intervento più complicato dal punto di vista gestionale e logistico”. “Con quattro piccole incisioni sul torace di circa un centimetro – precisa Lyberis – abbiamo portato a termine l’intervento di lobectomia polmonare, che è tra gli interventi più complessi, e che con le tecniche tradizionali avrebbe richiesto un taglio di circa dodici centimetri sul torace, e con un decorso post operatorio più lungo e doloroso”. Tale intervento mini-invasivo rispetto a quello tradizionale riduce sensibilmente i rischi di emorragie ed altre complicanze chirurgiche, tra cui in particolare il dolore postoperatorio, garantisce una più rapida dimissione e, non ultimo, ha un impatto estetico minimo. Questi interventi in passato erano effettuati con accessi chirurgici tradizionali, e quindi gravati da maggior rischio di complicanze, come la sezione parziale o totale dello sterno, con degenze post-operatorie più lunghe e più dolorose. Il sistema robotico Da Vinci XI consente più precisione, più flessibilità e controllo e più sicurezza, e minore invasività e minor trauma anche per interventi molto complessi come quello dell’asportazione del tumore del polmone. Sono queste le parole chiave per descrivere il processo in atto in ambito chirurgico. Un cambiamento che non è ancora molto conosciuto, ma che vede, in particolare, le Molinette di Torino a livelli di eccellenza nel Servizio Sanitario pubblico. “Usando la chirurgia robotica – conclude Lyberis – si riescono ad eseguire procedure delicate e complesse che, invece, potrebbero essere difficili, o addirittura impossibili, con l’applicazione di altri metodi”. La paziente ora sta bene e verrà dimessa nei prossimi giorni.

 

 

Il professor Claudio Raviolo, grande umanista scomparso prematuramente

Generazioni di studenti del Liceo scientifico Faa’ di Bruno si sono formati alla sua “scuola” umanista, perché di scuola si trattava. Le lezioni di Italiano, Latino e Storia del professor Claudio Raviolo, grande grecista, formatosi ancora prima che all’Università di Torino, al mitico liceo Cavour, già vicepresidente del liceo scientifico torinese, ricordavano più delle lezioni universitarie che liceali. Recavano una ricchezza di approfondimenti che non erano mai pedissequi, anzi sempre molto vivi e legati alla modernità, coniugati ad un amore infinito per la classicità che egli è stato sempre capace di trasmettere ai suoi allievi. Ha reso vicino a noi ex allievi di decenni passati, come ai più recenti, le poesie dell’amore tormentato di Catullo dedicate a Lesbia, quali ” Odi et amo”, come Le Catilinarie di Cicerone che tanto amava, per l’integrità morale che riconosceva in questo grande oratore romano, oggi dote purtroppo sempre più rara. E la Gerusalemme Liberata, l’Orlando Furioso, i Promessi Sposi, e su tutti Dante, suo maestro di vita, che attraverso di lui, è diventato anche un po’ il nostro.

Mara Martellotta

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Lo vogliamo ricordare attraverso le parole di un suo ex allievo, Andrea Rubiola:

“Qualche tempo fa, per tirarlo su di morale, avevo fatto al professor Raviolo una battuta; gli avevo detto: “Professore, tenga duro ché, ora che non c’è più Umberto Eco, ci resta solo lei!”. Ora, esattamente due anni dopo, mentre il mondo della cultura commemora la scomparsa di Eco, per una tragica ironia anche il professor Raviolo ci ha lasciati. Era infinitamente meno noto dell’altro professore, certo, ma per tutti noi che lo conoscevamo, che differenza c’era? Ammiravamo tutti, allo stesso modo in cui il mondo ammirava Eco, la sua cultura enciclopedica, la sua levatura intellettuale, la sua ironia e la sua missione: insegnare.Le parole che dirò, scritte a mano come sarebbe piaciuto a lui, non sono e non vogliono essere una preghiera: se un Dio c’è, avrà sicuramente un posto per lui, sono convinto che non ci sia neanche da chiedersi se sarà misericordioso; se non c’è, queste parole sono un’inutile consolazione detta tra di noi, sapendo che prima o poi tutti noi non saremo più.

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Voglio ricordare il professore per l’umanista che era, un uomo che si muoveva nella storia e

attraverso la letteratura con l’agio di un bambino nell’acqua, che praticava gli antichi con affabilità e profonda amicizia. Insegnava, e certamente amava, il latino e l’italiano, ma, su tutto, venerava la lingua e la cultura greca; le conosceva a menadito e non gli sarò mai abbastanza grato per avermi insegnato, per anni, il greco, in un corso opzionale che forse faceva più bene a lui che a me. Sperava di potersi dedicare un giorno al più genuino ozio letterario di sapore antico: il suo amore per i classici gli aveva fatto formulare il desiderio di dedicarsi, una volta giunto alla pensione, alla traduzione dell’opera di Pindaro, il poeta dello spirito olimpico e del καιρός (kairòs), dell’istante che l’uomo ispirato sa cogliere; erano questi i suoi desideri, così come avrebbe voluto imparare, e si sarebbe cominciato, aveva già i libri, l’antico egiziano.

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Non ha potuto realizzare nessuno di questi sogni: la vita, negli ultimi quattro anni, gli ha giocato tiri sempre peggiori, sempre più imprevedibili, fino a questa conclusione, ingiusta, prematura e oscena. Sì, oscena: per una persona così non c’è un altro aggettivo adatto a descrivere questo suo ultimo rovescio. Non tutti sappiamo però che il professore non era solo un erudito, un dotto nella sua torre d’avorio. Il suo vero mestiere, la sua vera missione, era insegnare: sempre, comunque, testardamente, devotamente e pazientemente: non si poteva perdere un allievo, era dovere del professore buttarsi al suo salvataggio, sfinirlo per indurlo al recupero. Ognuno di noi capisce come la fine del Liceo Faà di Bruno sia stata per lui lo sgretolarsi di un mondo. Certamente, purtroppo, nessuno ha potuto restituirgli a sufficienza tutto quello che lui ha dato a tutti noi; forse, abbiamo in questo qualche colpa: di sicuro tutti noi abbiamo un poco, sia pure inconsciamente, approfittato della sua pazienza e bontà; qualcuno lo avrà pure ritenuto inadeguato nei metodi, superato, vecchio; il fatto che noi studenti siamo tutti qui riuniti, con il cuore gonfio di dolore, ma anche di riconoscenza, è la prova che chi ha pensato questo si sbagliava.

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È vero, la domanda era sempre nell’aria: a che cosa servirà una perifrastica al giorno d’oggi? Il professore prestava fin troppo facilmente il destro a questa retorica ma, se ben guardiamo, Claudio Raviolo era consapevole anche di questo, e avrebbe saputo dare la propria risposta. Non amava la tecnologia, ma sapeva stare al gioco di questo mondo, con le orecchie e gli occhi bene aperti; e sapeva parlarci del mondo, che certamente non gli andava. Se c’era da dire “non ci sto”, lo faceva, con consapevolezza, ironia e, ancor più importante, autoironia: scoprire questo, dopo qualche mese di scuola, era la cosa più bella. Non era un passatista, il professor Raviolo: amava i

classici come i fumetti e i cartoni della Disney, adorava il fantasy, apprezzava , sicuramente perché aveva capito più di noi, il Signore degli Anelli e il Commissario Montalbano; era buono ma soprattutto era tollerante, aperto e lungimirante, a suo modo ribelle; tutti noi, almeno una volta, lo abbiamo sentito dire con sguardo furbetto e birichino: ” Baffoni a torciglione”, un modo di dire che celava testardaggine e indipendenza.E sapeva trasformare questa sua indole, ancora una volta, in cultura: amava i personaggi anticonformisti, prova ne sia il suo interesse per l’Imperatore Giuliano, ultimo pagano in un impero romano ormai cristiano, che lui, puntualmente, ci faceva studiare quando la Storia o la Letteratura ci portavano alla Tarda Antichità.

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La forza di attualizzare, di parlare del passato come se fosse presente, è una delle doti dell’intelligenza storica, è modernità.Ho saltato, dimenticato, ho omesso tante cose: ognuno ha il suo professor Raviolo, ognuno ricorda qualcosa di diverso e bello della sua persona, che riuniva i coltivatori della più autentica humanitas con le figure di buoni maestri del libro Cuore.C’è un ultimo amico che il professore amava sopra ogni altro, un amico che, riteneva, andasse letto in chiesa; oggi noi lo accontenteremo, perché è un amico che non può mancare, è Dante.Si sarebbe potuto scegliere tra tanti brani, dai più ricchi di spiritualità ai più celebri; non ritengo di conoscere così a fondo la Commedia da aver scelto il passo più significativo, e di ciò vi domando scusa, io ho semplicemente scelto dei versi che parlano di maestri, del maestro di Dante, Brunetto Latini; ancorché all’Inferno, sentite che cosa gli dice Dante:

 

” Ché ‘n la mente m’è fitta, e or m’accora,

la cara e buona imagine paterna,

di voi quando nel mondo ad ora ad ora

mi insegnavate come l’uom s’etterna”

 

Inferno, XV, 82-85

 

Andrea Rubiola

 17-21/2/2018

 

Le Olimpiadi del Patrimonio

Anche quest’anno la Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino ha ospitato la selezione regionale delle Olimpiadi del Patrimonio proposte da A.N.I.S.A. – Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte. Il tema del 2018 è “Dalle Collezioni al Museo: storia, furti, recuperi, educazione alla legalità e all’inclusione”. Hanno partecipato per Torino e Piemonte cinque Istituti Superiori: Liceo Classico D’Azeglio di Torino, Liceo Classico Monti di Chieri, Liceo Linguistico Monti di Chieri, Liceo Artistico Pinot Gallizio di Alba e Primo Liceo Artistico di Torino. Il vincitore parteciperà alla gara nazionale.

Foto di Lucia Piana – Squadra Report Accademia Albertina di Belle Arti di Torino

Ragazzi ubriachi prendono a calci e pugni coppia di anziani

Due ragazzi, ieri sera verso le 19 a Venaria, ubriachi, hanno aggredito a calci e pugni una coppia di anziani. I due giovani aggressori – poi arrestati dai carabinieri – Loris, 26 anni di Torino, e Roberto, 29 anni di Venaria, dopo aver bevuto parecchio vino, si sono recati in corso Matteotti e senza alcuna ragione hanno assalito due sessantaduenni malmenandoli. Gli anziani hanno riportato ferite al volto, alle mani e al torace. I medici del pronto soccorso dicono che guariranno in dieci giorni.