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Incendi, revocato lo stato di massima pericolosità

La Regione Piemonte revoca a partire dal giorno 24 aprile, lo stato di massima pericolosità incendi boschivi su tutto il territorio regionale, in considerazione delle condizioni meteorologiche attuali e previste, dal Centro funzionale Arpa Piemonte.

Si raccomanda sempre e comunque la massima attenzione e responsabilità, da parte dei cittadini piemontesi, nel non compiere azioni che possano innescare incendi e favorirne la propagazione.

Si ricorda in caso di avvistamento di incendio boschivo, di chiamare sempre il 112 fornendo informazioni il più possibile precise per contribuire in modo determinante a limitare i danni all’ambiente.

Anarchici in corteo ma la polizia li circonda

In  corso a Torino le operazioni della polizia per identificare una trentina di anarchici e antagonisti che si sono radunati in strada, senza autorizzazione, per  dare vita a un corteo in borgo  Aurora

Nel quartiere domenica scorsa si erano avute tensioni con le forze dell’ordine, aggredite per aver arrestato un rapinatore. I partecipanti saranno soggetti a una sanzione per la violazione delle disposizioni anti Coronavirus. Sul posto alcune  camionette della polizia hanno creato una barriera attorno ai manifestanti.

Mascherine in tessuto “made in Piemonte”? Per il Poli non sono adeguate

Le mascherine in tessuto prodotte in Piemonte dalla maggior parte delle aziende che hanno riconvertito la produzione non sarebbero adeguate per proteggere malati, medici e infermieri dal covid – 19

È quanto sostiene il Politecnico di Torino che osserva come le mascherine in questione non siano   certificate e dotate di un adeguato un filtraggio. I dispositivi più sicuri sono le mascherine chirurgiche, con un filtraggio del 95%. Queste, però, sono disponibili in quantità ridotta, mentre ne servirebbero milioni per poter soddisfare le necessità di tutta la popolazione piemontese in vista della Fase 2, quando si potrà tornare a lavorare e circolare, purché dotati di copertura di naso e bocca.

 

Rapinatore con machete e mascherina in Borgo Vittoria

Era  in coda al supermercato In’s di via Borgaro, come gli altri clienti. Ma all’improvviso ha preso un  machete dalla sporta della spesa e si è fatto consegnare i contanti  dalla cassiera.

Non gli è bastato. Soltanto poche ore dopo è andato in farmacia, in corso Potenza,  con tanto di mascherina chirurgica. Ha finto di essere invalido, munito di stampella e con il solito machete nello zaino. Qui ha rubato mille euro. L’uomo, 48 anni, con diversi precedenti penali , è stato rintracciato  dagli agenti del commissariato Madonna di Campagna grazie alle immagini delle telecamere di sicurezza.

Quando il furto non vale l’impresa. Arrestato per 5 euro

Nella notte gli agenti del commissariato Centro hanno arrestato un cittadino italiano di 54 anni per furto aggravato.
L’uomo, con il volto travisato da una mascherina chirurgica, si era introdotto in un bar di via San Tommaso e
dopo aver messo a soqquadro il locale, è uscito dalla porta finestra con un contenitore di vetro al seguito. Al
passaggio degli operatori, il cinquantaquattrenne tenta la fuga. Bloccato pochi attimi dopo, viene
identificato e perquisito. Nella tasca destra dei jeans gli agenti trovano un cacciavite, utilizzato
verosimilmente per forzare le serrature dell’attività, mentre il fondo cassa asportato dal relativo registratore
conteneva appena 5 euro. Il reo, con precedenti specifici di Polizia, è stato arrestato per furto aggravato e
denunciato in quanto allontanatosi dal comune di residenza senza comprovato motivo.

CAAT, accessi posticipati: “La sicurezza è prioritaria”

La sicurezza delle persone è la priorità del CAAT. In questo rientra il differimento dell’orario nelle contrattazioni

“La Direzione Generale del CAAT, nell’ambito dei suoi poteri – spiega il suo Presidente l’ingegner Marco Lazzarino – ha assunto la decisione di posticipare l’accesso agli acquirenti al Centro Agroalimentare alle ore 5 del mattino, a partire dal 22 aprile”.

“Questa misura – aggiunge il Direttore Generale Avv. Gianluca Cornelio Meglio –  che rimarrà in vigore fino a tutto il protrarsi dell’emergenza Covid 19, è  finalizzata a separare la presenza fisica dei trasportatori che conferiscono la merce e che accedono al Centro fino alle 5 del mattino, da quella degli acquirenti. In questo modo viene ridotta l’interferenza tra le due categorie e viene, così, contenuto il picco di presenze all’interno del Centro Agroalimentare di Torino. Questo provvedimento rientra, infatti, nell’ambito delle misure necessarie di scaglionamento previste dalla normativa vigente. In chiave temporanea ed emergenziale l’orario di contrattazione viene differito alla fascia oraria 5 am-11 am”.

“Tale variazione di orario – precisa il Direttore Generale  – è stata frutto di un sondaggio sottoposto ai Titolari di Stand ed è stata poi presentata e discussa nell’ambito del Comitato operativo del CAAT, in cui siedono i rappresentanti delle varie categorie, tra cui qualche quelli degli acquirenti, che hanno condiviso la decisione della modifica dell’orario. La comunicazione circa il cambio di orari è poi stata trasmessa a Regione e Comune di Torino, ed anche alle Associazioni di categoria per una condivisione sul merito”.

“Tale variazione di orario – prosegue il Presidente del CAAT Marco Lazzarino – risponde all’esigenza di garantire la sicurezza dei lavoratori, scopo primario da sempre perseguiti dal CAAT, tanto che, dall’inizio dell’emergenza Covid 19, è stato dato ampio mandato al Direttore Generale affinché adottasse ogni misura ritenuta necessaria ed utile per perseguire questa finalità. A tal fine sono state implementate tutta una serie di operazioni, quali la sanificazione tri-settimanale di tutti gli spazi del Centro, l’introduzione dell’obbligo di indossare mascherine e guanti, accanto a quello di mantenere le distanze di sicurezza, ed il rafforzamento  del personale dedicato a vigilare sulla corretta osservanza delle norme”.

“Sicuramente – osserva Lazzarino – sono consapevole che ogni tipo di cambiamento possa generare disagio nelle categorie che ne sono interessate ma, in questo tempo di emergenza sanitaria, tutti i cittadini sono chiamati a modificare le proprie abitudini per mettere in atto comportamenti responsabili volti alla salvaguardia della salute propria ed altrui. Confido che la comunità degli ambulanti darà prova del senso di responsabilità  e comprenderà  la necessità di adattarsi ai nuovi orari, allo stesso modo in cui i cittadini hanno dimostrato senso di responsabilità nell’adattarsi ai nuovi stili di vita e di lavoro, necessari per la prevenzione in tempi di emergenza sanitaria”.

“Come presidente del CAAT – conclude l’ingegner Marco Lazzarino – supporto, insieme a tutto il Consiglio di amministrazione, con determinazione le scelte che la Direzione Generale assume a tutela della salvaguardia della salute e dell’incolumita’ delle persone che frequentano il Centro Agroalimentare. La sicurezza è e rimarrà sempre la priorità che il CAAT intende perseguire, nella prosecuzione della sua attività essenziale, in linea con i provvedimenti assunti dal governo centrale e regionale in questo periodo di emergenza Covid 19”.

Giovane in monopattino investito da auto. E’ in gravi condizioni

Un giovane di 22 anni è ricoverato in gravi condizioni al Cto

E’ stato investito mentre era a bordo di un monopattino elettrico: percorreva via Rosolino Pilo verso il centro quando è stato investito da un’auto,  che viaggiava in corso Lecce  all’altezza di un incrocio con semaforo. Il ragazzo, ecuadoriano, è stato portato in ambulanza  all’ospedale Cto con prognosi  riservata. La  squadra antinfortunistica della polizia municipale di Torino è intervenuta per i rilievi, ed è  ancora da chiarire la dinamica dell’incidente.

“Grandi magazzini” di marijuana a Mirafiori

Quartiere Mirafiori, è  pomeriggio e la volante in servizio di controllo del territorio si imbatte in due giovani appena usciti da un magazzino che, alla vista degli agenti, cambiano repentinamente direzione, affrettando il passo in direzione opposta a quella dell’autovettura di servizio.

Gli agenti decidono di controllarli: i due non sanno motivare il perché si trovano in strada e mostrano un contegno che insospettisce gli operatori di polizia; fanno quindi ingresso nel magazzino da cui sono appena usciti i due giovani. Lì trovano una vasta serra adibita alla coltivazione e produzione di marijuana: ben 527 piantine di piccole, medie e grandi dimensioni.

I due cittadini italiani – classe 1986 e 1990 – avevano allestito un laboratorio professionalmente adibito alla coltivazione di marijuana, composto da ben cinque stanze, ciascuna con una specifica funzione.

La “nursery”: un piccolo ripostiglio contenente esclusivamente i vasi con i semi che, una volta sbocciati, venivano spostati in due stanze più grandi con un microclima ideale per favorire la crescita. Al loro interno, una sofisticata tecnologia di illuminazione e ventilazione: l’impianto elettrico era completamente autosufficiente, grazie a decine di trasformatori di energia che alimentavano le singole lampade alogene. La struttura di ventilazione, invece, aveva la duplice funzione di mantenere la temperatura ideale per far crescere gli arbusti rigogliosi e forti ma anche di isolare il magazzino, impedendo al forte odore di marijuana di insospettire i numerosi abitati della zona.

La quarta stanza era un vero e proprio laboratorio contenente concimi, prodotti chimici antiparassitari, sostanze per l’essiccazione delle piantine ma anche strumenti per la riparazione “in house” degli impianti di illuminazione e ventilazione (decine di ricambi per i trasformatori di energia e per le lampade alogene). Non solo attrezzature tecniche ma anche materiale per confezionare e termosaldare le buste contenenti le infiorescenze.

Infine, l’ultima stanza contenente i trasformatori di energia per l’alimentazione degli impianti.  Gli agenti di polizia hanno arrestato i due giovani coltivatori per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Sequestrate 527 piante di marijuana, oltre 5 kg di fogliame (da analizzare) e diverse buste termosaldate contenenti oltre 1,6 Kg di sostanza stupefacente già essiccata e pronta per la consegna mercato al dettaglio. A casa di uno dei due spacciatori sono stati inoltre rinvenuti quasi 3.000 euro, verosimilmente provento dell’attività delittuosa.

Spaccio sotto casa. Scoperti 6 chili di hashish

Usciva dall’abitazione soltanto per spacciare velocemente sotto casa, dopo aver dato appuntamento ai clienti

L’ennesimo trucco messo in atto per smerciare droga non è però passato inosservato ai carabinieri in borghese del nucleo operativo della compagnia Torino San Carlo, che hanno documentato in diretta lo scambio stupefacente-denaro.
Un italiano di 36 anni è stato così arrestato nel quartiere cittadino “Parella”, mentre l’acquirente è stato segnalato alla Prefettura come assuntore. Nell’abitazione dell’uomo i militari dell’Arma hanno inoltre rinvenuto quasi 6 kilogrammi di hashish e 50 grammi di marijuana, nascosti in una sacca all’interno  dell’armadio della camera da letto, un bilancino di precisione e 160 euro in contanti. Nelle ultime settimane sono numerosi i servizi antidroga disposti su tutto il territorio metropolitano dal comandante provinciale dei carabinieri di Torino, al fine di contrastare le nuove tecniche utilizzate dagli spacciatori per sfuggire alle misure anti-Covid che limitano inevitabilmente gli spostamenti, come quella di un rider 42enne finito in trappola il 25 marzo scorso, che si spostava nel capoluogo piemontese in moto con la scusa del cibo a domicilio, consegnando invece cocaina e marijuana oppure quella dei due pusher italiani, di 18 e 22 anni, che qualche giorno fa sono stati sorpresi mentre calavano le dosi di droga dal balcone di casa al quarto piano di un palazzo nell’hinterland di Torino.
(foto archivio)

Pensionato ucciso in casa a coltellate a San Salvario

Ha telefonato  alla sorella ed è scappato  di casa dove il padre ormai morto, ucciso a coltellate, è stato trovato dai carabinieri.

Il figlio del pensionato, 43enne, sofferente di disturbi psichici,  è stato rintracciato alcune ore dopo nei pressi del Gran Madre. L’uomo viveva con il padre nell’appartamento di San Salvario dove è avvenuto il delitto. I carabinieri stanno svolgendo le indagini.