CRONACA- Pagina 102

PoliTo e UniTo con ADMO per la donazione di midollo osseo

“Sei unico fino al midollo  ”

 

15 e 16 maggio – Via Pier Carlo Boggio, 71/A – Torino

21 e 22 maggio – C.so Duca degli Abruzzi, 24 – Torino

24 maggio – Castello del Valentino – Viale Mattioli, 39 – Torino

 

AL POLITECNICO DI TORINO

NUOVO APPUNTAMENTO CON LA SOLIDARIETÀ

 

Tre appuntamenti di reclutamento per iscrivere nuovi potenziali donatori al Registro Nazionale Donatori Midollo Osseo

 

 

Sei unico fino al midollo torna al Politecnico di Torino con tre appuntamenti dedicati alla sensibilizzazione sul tema della donazione di midollo osseo. Il progetto, promosso da Politecnico e Università di Torino con ADMO PiemonteCentro Regionale Trapianti del Piemonte e della Valle d’Aosta, e la partecipazione della Città della Salute e della Scienza di Torino, ha contribuito ad arricchire di nuovi potenziali donatori il Registro Nazionale dei donatori di midollo osseo (IBMDR).

Dalla sua nascita, nel 2012, ad oggi, il progetto ha contribuito a portare il numero delle persone iscritte al Registro Nazionale a 5.361 – dato aggiornato al 2023 – raggiungendo l’importante risultato di 46 donazioni effettive di CSE. Tra gli iscritti, 2858 provengono dal Politecnico, il 27% del totale degli studenti e del personale che hanno aderito all’iniziativa.

Nell’edizione 2024 aumentano le giornate informative: sono cinque, organizzate in tre appuntamenti che si terranno in tre diverse sedi dell’Ateneo, nella Cittadella Politecnica in Via Pier Carlo Boggio 71/A, nella Sede Centrale in Corso Duca degli Abruzzi 24 e al Castello del Valentino in Viale Mattioli 39. Le persone interessate potranno recarsi ai punti informativi e rivolgere domande agli operatori acquisendo conoscenze approfondite sul tema della donazione di cellule staminali emopoietiche (CSE), progenitrici del sangue.

“Questo progetto evidenzia quanto sia straordinaria la forza positiva della nostra comunità, che sa mettersi in gioco e restituire speranza alle persone. Iniziative di questo tipo sono fondamentali per la formazione dei nostri studenti, che saranno soprattutto donne e uomini ai quali nel futuro sarà affidata la responsabilità di una società più solidale e attenta ai bisogni di tutti. La possibilità di fare esperienze importanti come questa, quindi, arricchisce indubbiamente il percorso degli studenti, formandoli a tutto tondo come persone – commenta il professor Giuseppe Quaglia, referente per il Politecnico dell’iniziativa, che conclude – La capacità di dare continuità nel tempo è un aspetto fondamentale per ottenere gli straordinari risultati esposti e in qualche modo si contrappone alla mutevolezza e all’incertezza che contraddistingue il nostro tempo. La Rete di enti, istituzioni e persone che sostiene l’iniziativa di ‘Sei unico fino al midollo’ è lo strumento che ha reso possibile l’incredibile”.

Avere un Registro ampio, eterogeneo e giovane per età degli iscritti è fondamentale perché consente di ricercare un donatore compatibile non consanguineo per tutti quei pazienti che non ne trovano uno all’interno della propria famiglia. La compatibilità tra non consanguinei è 1 su 100.000 e servono migliaia di tipizzazioni (test per verificare la compatibilità tra donatore e ricevente) al fine di trovare il donatore adatto per la trasfusione di cellule madri del sangue.

All’appello sono chiamati tutti i giovani in età compresa tra i 18 e i 35 anni  range di età entro il quale ci si può iscrivere al Registro  in buona salute e con peso superiore ai 50 kg: sono questi i requisiti per poter tipizzare il midollo osseo e donare le cellule madri del sangue in caso di compatibilità. Un piccolo quanto importante gesto di solidarietà che potrebbe ridare la speranza di vita a tutti quei pazienti che ogni giorno combattono per sconfiggere la malattia.

Guida alle radici italiane

Al Salone del Libro di Torino la presentazione del IV volume

La Guida nasce dalla collaborazione tra la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del MAECI e l’Associazione Raiz Italiana. Appuntamento domani alle 16

Sabato 11 maggio 2024, al Salone del Libro di Torino, presso lo stand del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, si terrà la presentazione del quarto volume della “Guida alle radici italiane: un viaggio sulle tracce dei tuoi antenati”, realizzata dall’Associazione di Promozione Sociale Raíz Italiana con il sostegno della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano nell’ambito del progetto Italea sul turismo delle radici, parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

L’appuntamento è alle ore 16:00 presso lo Spazio MAECI del Salone, Padiglione Oval.

Interverrano: Marina Gabrieli, progetto Italea; Paolo Monea, MAECI; Davide Gandolfi, Regione Piemonte; Rosanna Romano, Regione Campania; Attilio Ardito e Giorgia Salicandro, Raiz Italiana. Le Regioni coinvolte in questo quarto volume sono Campania, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Trentino-Alto Adige.

«Attraverso questa Guida vogliamo aprire una finestra sui tesori nascosti di queste Regioni – dichiara Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del MAECI – invitando il lettore a esplorare le radici che legano le nostre comunità in tutto il mondo alle proprie terre d’origine. È anche un’occasione per dare il meritato risalto ai piccoli Comuni e borghi all’origine dell’emigrazione».

«Il nostro obiettivo, con il progetto Italea – dichiara Giovanni Maria De Vita, responsabile del progetto Italea Turismo delle radici della Dgit del MAECI – è di offrire un viaggio indimenticabile, ricco di esperienze autentiche e di incontri significativi, che lasci un’impronta duratura nel cuore di chi decide di riabbracciare le proprie origini».

IL VOLUME La Guida si propone di catturare l’essenza di ciascuna Regione e di accompagnare il “viaggiatore delle radici” in un’esperienza appassionante di scoperta delle proprie origini. Non è solo un compendio di informazioni turistiche ma un invito, rivolto a tutti gli italiani e agli italodiscendenti nel mondo, a esplorare le connessioni profonde con il Bel Paese. Ogni pagina è concepita per guidare il lettore attraverso luoghi intrisi di storia, tradizioni autentiche, prelibatezze enogastronomiche e memorie tangibili delle generazioni passate.

Tra le peculiarità di questa pubblicazione, la possibilità per chi legge di tracciare in autonomia il proprio itinerario di viaggio, seguendo gli interessi e la storia della propria famiglia e i luoghi che la raccontano. Una Guida unica nel suo genere, ricca di contenuti e scritta in uno stile empatico e coinvolgente, che riporta nel cuore della vita delle comunità offrendo un’esperienza di viaggio personalizzata e autentica. Uno strumento straordinario per esplorare un’Italia insolita e ricca di storia.

Diego Bianchi al circolo Risorgimento Arci

 

Sabato 11 maggio alle 20,30 arriva allo storico Circolo Risorgimento, nato nel 1975, pochi mesi dopo la Liberazione, nel cuore della Barriera di Milano, Diego Bianchi, noto anche con lo pseudonimo di Zoro, conduttore televisivo, blogger, youtuber e regista italiano.

 

Sarà ospite del Circolo Arci di via Poggio 16 per un talk a ruota libera sul suo lavoro: i reportage, gli inizi come blogger e youtuber, le collaborazioni con i quotidiani e, poi, la partecipazione a “Parla con me” di Serena Dandini su Rai 3 (si tratta del primo caso in Italia di un prodotto nato sul web e riprodotto in televisione mantenendo inalterato il format iniziale). E, ancora, il suo primo programma, “Gazebo“, e poi “Propaganda Live“, che conduce, su La7, dal 2017. Non mancherà il racconto di come, settimanalmente, prova a fotografare e analizzare l’Italia e il mondo attraverso le immagini, l’ironia e la musica.

 

Attesa una foto di rito davanti alla panchina gialla del Circolo, dedicata ai diritti umani e posizionata nel dicembre scorso, alla presenza dei genitori, per ricordare Giulio Regeni e continuare a chiedere verità e giustizia per il ricercatore friulano sequestrato, torturato e ucciso al Cairo nel 2016.

 

L’ingresso è libero, riservato ai soci Arci, fino ad esaurimento dei posti.
La tessera si può sempre sottoscrivere, in qualsiasi momento dell’anno. Prenotazioni sulla piattaforma Eventbrite.

Lupus, la facciata delle Molinette illuminata di viola

Ieri, venerdì 10 maggio, era il WORLD LUPUS DAY, la Giornata mondiale del Lupus.
Si tratta di un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa malattia, per la quale ancora molto c’è da fare in termini di assistenza e di ricerca. Per questo motivo la Reumatologia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretta dal dottor Enrico Fusaro) ha organizzato un evento per la serata del 10 maggio, per celebrare in modo simbolico questa giornata, in collaborazione con il Gruppo LES italiano ODV: la facciata dell’ospedale Molinette si illuminerà di viola, il colore simbolo del LES.
Sarà un modo per “fare luce” su una patologia ancora poco nota, che necessita di essere maggiormente conosciuta per migliorarne l’assistenza e per svilupparne la ricerca.
Il Lupus eritematoso Sistemico, questo è il nome completo della malattia, abbreviato in LES, è una malattia sistemica, ovvero che interessa tutto l’organismo, di cui non si conosce ancora la causa, sebbene se ne riconosca la natura autoimmune.
Il LES presenta una prevalenza intorno ai 50 casi ogni 100.000 abitanti, il che permette di stimare che ne siano affette circa 500 persone a Torino, 1100 nella città metropolitana e 2100 nella regione Piemonte.
Il LES è una patologia prevalentemente femminile con un rapporto 9:1 tra femmine e maschi. Colpisce in particolar modo le donne in età fertile tra i 18 ed i 45 anni, ma può essere riscontrato anche nell’età infantile.
Il Lupus Eritematoso sistemico è una patologia cronica e complessa, le cui manifestazioni cliniche presentano elevata variabilità da individuo a individuo ed anche in momenti diversi della storia di uno stesso paziente. I principali bersagli sono rappresentati da cute, reni, articolazioni, sistema nervoso, cuore e dall’interessamento ematologico. La malattia si caratterizza per fasi di minore attività e fasi di riacutizzazione (i cosiddetti flares).
La diagnosi si basa sui dati clinici e sulle alterazioni di esami strumentali. Tra questi, gli esami di laboratorio evidenziano alterazioni immunologiche tipiche del LES, utili sia alla diagnosi sia nei controlli successivi per valutare l’attività della malattia.
Il trattamento del LES si pone più obiettivi:
    • evitare le riacutizzazioni tramite terapie di mantenimento;
    • indurre la remissione dell’attività di malattia, nelle fasi di riattivazione;
    • trattare le comorbidità e ridurre il rischio di effetti collaterali delle terapie (diabete, ipertensione, glaucoma, osteoporosi, etc);
    • migliorare la qualità della vita e consentire alla persona ammalata di realizzare tutti i progetti di vita al pari di una persona sana, tra cui il compimento regolare della gravidanza.
La terapia deve essere personalizzata su ogni paziente, anche se le raccomandazioni delle società scientifiche pongono dei punti fermi. La terapia farmacologica prevede la combinazione o l’uso sequenziale di cortisonici, farmaci immunosoppressori o immunomodulanti e dei farmaci cosiddetti antimalarici, in quanto quella fu la loro prima applicazione.
Per favorire l’approccio multidisciplinare nella cura del LES, è attiva presso la Reumatologia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, una Lupus Clinic, nata in collaborazione e con il sostegno del  Gruppo LES Italiano ODV,. La prima finalità della Lupus Clinic consiste in una precoce presa in carico del paziente sin dalle prime fasi di sospetto diagnostico e quindi in tutte le fasi successive di malattia, quindi favorendo la diagnosi precoce, la gestione multidisciplinare, la collaborazione con il medico di medicina generale, garantendo l’accesso a terapie innovative, e sviluppando attività di ricerca, con possibilità di poter usufruire di terapie sperimentali.

La città è di tutti, incontro Uici al Salone del Libro

Al Salone Internazionale del Libro l’Unione italiana ciechi e ipovedenti ha promosso il convegno “La Città è di tutti: strategie e strumenti per l’autonomia delle persone con disabilità visive”. Durante l’evento si è parlato di come trasformare le  città in spazi accessibili per tutti, affrontando tematiche cruciali come le barriere architettoniche, la progettazione universale, l’accessibilità dei trasporti pubblici, l’educazione alla cittadinanza e le tecniche di comunicazione efficace. “Questo è stato un momento significativo di collaborazione tra istituzioni, aziende di trasporto e associazioni. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato e contribuito a rendere il convegno un successo”, hanno detto i promotori. Al convegno ha portato il saluto della Regione l’assessore Maurizio Marrone.

Disabilità, al Salone del libro SuperAbile Inail ‘Particolari al centro’

“L’arte non genera differenze, le esalta”. Ecco le voci degli autori
Torino – “L’arte non genera differenze, le esalta”. Con queste parole si è aperta ieri la presentazione al Salone internazionale del libro di Torino di ‘Particolari al centro’, il numero speciale allegato alla rivista SuperAbile Inail che raccoglie dieci progetti artistici realizzati da persone con disabilità. Un libro per immagini che parla di trasformazione, cambiamento, rinascita, umanità, amore, e rispetto. Una rivoluzione culturale prima che sociale che guarda alla pluralità dell’essere umano attraverso le arti: la pittura, il teatro, il cinema, la danza e la fotografia.
L’Inail con il suo contact center integrato SuperAbile, dedicato al mondo delle disabilità, “vuole dare forza all’articolo 3 della Costituzione che ci parla di uguaglianza sostanziale tra le persone per consentire a tutti una piena partecipazione alla vita sociale- afferma Pamela Maddaloni, dirigente della direzione centrale Prestazioni sociosanitarie dell’Istituto- questa rivista è uno strumento per diffondere la cultura sulla disabilità”. L’arte “non genera differenze perché genera arte, trasmette idee, messaggi e rispecchia le emozioni e i sentimenti degli autori- continua Fabio Lo Faro, direttore regionale Inail Piemonte- così abbatte tutti i confini. L’arte trascende le barriere linguistiche e culturali ed è un potente veicolo della cultura dell’inclusione. Noi oggi con questo Speciale vogliamo sfidare tutte le costruzioni sociali predefinite e presentiamo gli artisti con le loro opere per provare e generare dubbi sui preconcetti e fare la differenza”.
Le opere contenute in questo libro spaziano dai quadri del pittore autodidatta e assistito Inail Ivan Lorenzo Frezzini a quelle degli artisti neurodivergenti e neurotipici del laboratorio Ultrablu, dalle foto di Roberto Biggio e Thomas Quintavalle alla danza di Ivan Cottini, dal cinema degli attori con sindrome di Down del Coordinamento Coordown ai laboratori sulle relazioni che curano della Fondazione Don Luigi Di Liegro e a quelli sui sogni di Angelo Azzurro Onlus, fino all’arte meditativa e allo ‘Yoga per tutti’ con l’atleta paralimpica Patrizia Saccà. “Ci sono tanti modi di fare, appunto ‘particolari’, come il fare poesia- spiega Roberto Boccalon, psichiatra e presidente dell’International association for art and psychology- e nella prospettiva psicodinamica la parola è considerata un agente di possibili maturazioni trasformative. Ma dove non arriva la parola arrivano il sogno e la relazione empatica con gli altri, che ci aiutano ad accedere all’inconscio, ai livelli più profondi dell’essere, per creare un ponte tra l’esperienza del mondo e la sua pensabilità. L’arte è un punto di riferimento- conclude lo psichiatra- che ci aiuta ad affrontare gli emisferi altri”. E’ un “veicolo importante per superare le diversità senza stereotipi standardizzati- aggiunge Vincenzo Falabella, presidente della Fish- Di solito la condizione di disabilità prevale nella persona, ma in Italia stiamo cercando di superare lo stigma per mettere le persone al centro, perché quelle con disabilità vogliono vivere indipendentemente dalla propria condizione. Negli anni il concetto di disabilità si è evoluto proprio come quello di arte, lo posso dire perché vivo con una disabilità e uso la sedia a rotelle che deve essere considerata come uno strumento di cittadinanza. Mettere il particolare al centro significa porre ogni persona al centro dell’ambiente. Più l’ambiente esterno è ostile e più sarà elevata la sua difficoltà a vivere- ricorda Falabella- se invece l’arte ci aiuta a creare un ambiente più inclusivo, allora sarà possibile annullare la condizione di disabilità. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ci richiama al valore della dignità della persona umana che deve essere messa in condizione di esprimere tutte le sue potenzialità”.
Una delle varie possibilità di essere è raccontata proprio da Patrizia Saccà, autrice del metodo ‘Yoga a raggi liberi‘: “Ho tradotto le 12 posizioni asana e il saluto al sole per far partecipare tutti, anche le persone in carrozzina. Sono consigliere nella giunta del Comitato italiano paralimpico (Cip) e so quanto l’Inail fa nel mondo sportivo. Arrivo dallo sport dopo una caduta accidentale a 13 anni che mi ha fatto perdere l’uso delle gambe. Il nostro motto è ‘dove non arriva il corpo arriva la mente, e dove non arriva la mente arriva lo spirito’.
Dopo tanti anni di attività sportiva la rabbia di non camminare l’ho messa su un tavolo da Ping pong partecipando alle Paralimpiadi, ai mondiali e agli europei, ma non ho mai abbandonato lo yoga. Nel 2017 sono diventata insegnante di questa disciplina e per me è iniziato un lungo cammino. Domani, qui al Salone del Libro di Torino presento il mio ultimo libro ‘Il saluto alla luna”. Ma c’è anche chi guarda il mondo dall’altezza di un bambino di 10 anni, dice sorridendo Quintavalle, in sedia a rotelle dopo un incidente stradale. “Mi sono laureato in legge e ho avuto una vita normale fino al 2011, poi la disabilità mi ha creato dei problemi di salute importanti che mi hanno fatto stare in disparte. Avevo bisogno di bellezza per dare significato alla mia vita e la fotografia è diventata una compagna“. Una passione che dopo 12 anni si è trasformata in un lavoro. “La disabilità è una figura attiva ed essere persone con disabilità- sottolinea il fotografo- significa poter dire molto di più rispetto a 30 anni fa. Ogni persona a prescindere dalle proprie condizioni rappresenta un valore aggiunto per la società”, conclude.

Inchiesta sul fritto misto alla piemontese: cinque indagati

Presunti favori in cambio dell’affidamento di un incarico di promozione del fritto misto alla piemontese. Questo il succo di un’inchiesta della procura di Torino sfociata in cinque iscrizioni nel registro degli indagati. Coinvolti nelle indagini due funzionari di Visit Piemonte, società della Regione, un consigliere comunale a Baldissero Torinese e il direttore della testata IlGusto, sito web di enogastronomia del gruppo Gedi, Luca Ferrua, che sarebbe indagato per la sua partecipazione a una società di eventi con un socio. I reati ipotizzati sono corruzione e turbata libertà di scelta del contraente. Il faro della procura sarebbe puntato su un incarico da 48mila euro di fondi pubblici, per promuovere  un piatto tipico di Baldissero, il Fricassè, variante del fritto misto.

Si sente male e muore mentre cammina per strada

Ieri a Rivoli in via Susa angolo via Tenda un uomo di 79 anni, residente in zona, si è sentito male mentre camminava, si è accasciato  ed è morto. I soccorsi hanno tentato invano  le manovre di rianimazione. Sul posto la  polizia locale, che ha constatato il decesso per un malore improvviso.

Al Salone parte l’audio di “Faccetta nera”. Forse attacco hacker

Ieri dall’impianto audio del Salone del Libro a un certo punto è partita la canzone fascista Faccetta Nera  nel corso dell’ incontro  «La scuola come principale strumento di vita e di legalità». Proprio quando la presidente del Consiglio comunale, Maria Grazia Grippo del PD stava intervenendo. I tecnici non sono riusciti a bloccare l’audio fino all’arrivo della DIGOS che ha avviato una indagine. Si è trattato probabilmente di un attacco hacker.

Il Salone del Libro per la Fondazione di Candiolo

Anche quest’anno la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro è Charity Partner del Salone Internazionale del Libro di Torino, la più importante manifestazione italiana dedicata all’editoria. Tante le iniziative organizzate a favore delle attività di cura e ricerca sul cancro che si svolgono all’Istituto di Candiolo – IRCCS.

Si comincia oggi, giovedì 9 maggio, alle 18.30 con l’incontro dal titolo La musica può fare, che porterà sul Palco Live, Piazzale 5 del Salone, musica e solidarietà insieme a Cristina Chiabotto, madrina della Fondazione, Davide D’Urso e gli Eugenio in Via di Gioia.

Presso la Lounge Circolo dei Lettori e il Caffè Letterario Lavazza si volge, poi, l’iniziativa Un caffè per la ricerca: ogni caffè offerto da Lavazza potrà trasformarsi in una donazione a favore dell’Istituto di Candiolo – IRCCS. Un sorso di energia per i nostri ricercatori.

Infine, sarà attivo il torneo di Calcetto Letterario”: in palio per i vincitori due TOH  rossi da 12 centimetri, l’iconica statuetta simbolo della rinascita di Torino, e libri offerti dagli espositori del Salone. Questa speciale iniziativa si terrà nello stand della Fondazione, sul Piazzale 3 del Lingotto Fiere, davanti al Padiglione 4.