ilTorinese

Giornata del cane: Pet therapy in rsa

Tra cani e uomini c’è un feeling che dura da 15mila anni e in occasione della Giornata Mondiale del cane, che ricorre ogni 26 agosto, riparte un nuovo ciclo di Pet Therapy, anzi di Dog Therapy, nelle rsa Residenza Richelmy Residenza Giardino degli Aironi del gruppo emeis Italia.

Coccole, carezze ed empatia: si tratta di incontri di gruppo organizzati dalla struttura per alcuni suoi ospiti. Il progetto viene svolto grazie alla collaborazione con un team di professionisti qualificati nello sviluppo e nel riequilibrio della persona attraverso l’attività referenziale, osservativa e interattiva con animali.

Riconosciuta come cura ufficiale con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2003, la pet therapy si è dimostrata infatti estremamente efficace, in abbinamento ad altri trattamenti sanitari, nella cura delle persone anziane, anche affette da demenza, per la sua funzione equilibratrice e di sostegno. Il rapporto con gli animali genera stimoli sensoriali e innalza il buon umore, richiama ricordi piacevoli, ne crea di nuovi, migliora le capacità relazionali e comunicative e accresce l’autostima, facendo sentire l’anziano utile nella presa in cura di un altro essere vivente.

 

Il progetto, aperto a tutti, è particolarmente indicato per gli ospiti con maggiori difficoltà cognitive, comportamentali e relazionali, ed è stato pensato per dedicare loro un intervento individualizzato.

Fin dai primi incontri gli anziani coinvolti nell’iniziativa hanno instaurato un rapporto speciale con i simpatici amici a quattro zampe: abbracci e giochi hanno favorito un clima di distensione e apertura verso l’esterno, anche da parte degli ospiti più restii alla comunicazione.

 

www.emeisitalia.it

Tifosi granata in piazza

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Dopo la cessione di Bellanova e le mai sopite tensioni con la presidenza i tifosi del Torino sono scesi in piazza contro Urbano Cairo. Hanno iniziato con le proteste i Resistenti Granata e successivamente  La Maratona che hanno organizzato il corteo oggi  al Filadelfia alle 14.30, con arrivo allo stadio Grande Torino, sotto la Maratona alle ore 17, punto di ritrovo dei “contestatori”.

Il turismo in Piemonte parla straniero, boom di arrivi da Germania e Francia

Boom turistico con oltre 6 milioni di arrivi e 16 milioni di presenze per  il Piemonte che si afferma, commenta la Regione, “come una delle destinazioni turistiche più dinamiche d’Europa”.

La notizia in occasione dell’annuncio della presenza di una delegazione alla tappa di Tokyo del tour mondiale della nave scuola della marina militare italiana Amerigo Vespucci.
“Gli stranieri – si legge nella nota della Regione- hanno superato gli italiani, rappresentando il 52% degli arrivi contro il 48% degli italiani.

I visitatori internazionali hanno registrato un aumento del 15%, con Germania e Francia in testa e gli Stati Uniti al sesto posto”. La Regione informa che “anche nei primi sei mesi di quest’anno, il trend positivo è proseguito, con un incremento degli arrivi e delle presenze che varia dal 2,2% al 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2023.

 

+Europa solidale con Marco Taradash

“Giù le mani da Marco Taradash, storico dirigente radicale e nostro candidato alle elezioni europee 2024 per la lista Stati Uniti d’ Europa circoscrizione Nord-Ovest” dichiara così in una nota Andrea Turi, portavoce di +Europa Torino, che prosegue: “le vostre schifose liste che trasudano antisemismo, perché di questo si tratta e neanche avete il coraggio di ammetterlo, le rispediamo con forza al mittente. Non ci fate paura, siete stati sepolti dalla Storia e non avete niente di “nuovo” perché la vostra vigliaccheria e il vostro vittimismo sono quelli di sempre”. Conclude: “la vostra lista tradisce solo l’intento di gettare benzina sul fuoco e portare il conflitto mediorientale in Occidente. Fallirete anche in questo”.

Il Piemonte Documenteur Film Fest nella cornice delle Langhe

Dal 24 al 31 agosto

Dal 24 al 31 agosto torna il PDFF, Piemonte Documenteur Film Fest, una manifestazione pronta a dare il ciak ai nuovi aspiranti registi provenienti da tutta Italia per girare le loro storie nella splendida cornice delle Langhe.

Si tratta del primo festival europeo sul genere del falso documentario, nato nel 2009 da un’idea di Carlotta Givo e realizzato grazie al contributo dei cinque Comuni ospitanti (Monforte d’Alba, Murazzano, Novello, Roddino e Treiso), oltre a quello di RECTV Produzioni srl, della Fondazione Sviluppo e Crescita CRT e co- finanziato attraverso il portale di crowdfunding eppela e Banca Azzoaglio e patrocinio della Regione Piemonte.

“Abbiamo messo a disposizione dei partecipanti uno sceneggiatore e uno scrittore, Pino Pace – spiega la direttrice Ilaria Chiesa – e ci piaceva l’idea di aiutare chi non avesse mai partecipato al PDFF per evitare di uscire troppo dal genere del falso documentario, e per questo abbiamo scelto un ex vincitore come supporto”.

A giudicare l’operato degli aspiranti filmmakers sarà una giuria composta da Sergio Troiano (Cinema Ambrosio), Fabrizio Dividi ( Corriere della Sera, Torino), Daniela Scavino ( La Stampa, Cuneo) , Elena Ciofalo ( Centro Nazionale del Corto) e Lucilla Riggio ( ShortsFit Distribucion).

 

Mara Martellotta

Nonno ubriaco al volante: livello di alcol 4 volte superiore al limite

Ritiro della patente, sequestro del veicolo, denuncia e multa per il 75 enne fermato dalla polizia municipale di Chieri. Gli agenti di una pattuglia hanno visto un’auto che procedeva a zig zag. Fermato il veicolo hanno appurato con alcoltest che l’anziano conducente era ubriaco. Il livello alcolico era superiore di ben 4 volte il limite di legge.

L’intelligenza emotiva

STARE BENE CON NOI STESSI

Le cinque competenze e abilità principali che nascono dalla nostra intelligenza emotiva sono 1) la consapevolezza di sé, collegata alla capacità di riconoscere le nostre emozioni e i punti di forza a queste legati, nonché la piena contezza delle varie abilità che possediamo.

E di essere consci delle nostre debolezze e dei limiti personali. 2) l’autoregolazione, collegata all’abilità nel gestire nel modo migliore sia le emozioni che i punti di forza e le debolezze, e di adattarli alle diverse situazioni in cui ci veniamo a trovare.

3) L’abilità sociale, che ci permette di gestire adeguatamente le relazioni con tutte le altre persone, nei vari contesti, familiari, sociali e lavorativi, e di indirizzare armoniosamente le loro decisioni e i loro comportamenti nella direzione del raggiungimento dei nostri obiettivi.

4) La motivazione, che ci aiuta a riconoscere i nostri pensieri negativi e a riuscire a trasformali, razionalmente ed emozionalmente, in corrispondenti e realistici pensieri positivi, attraverso i quali possiamo motivare noi stessi e le altre persone.

5) L’empatia, che ci permette di comprendere appieno e addirittura di percepire istintivamente e di sentire lo stato d’animo delle altre persone. E di comportarci, conseguentemente, in modo appropriato nelle varie situazioni.

La buona notizia è che tutte queste competenze, innate negli individui con spiccata e naturale intelligenza emotiva, possono essere da tutti noi apprese, migliorate, implementate e sviluppate, partendo dalla consapevolezza dell’importanza dell’intelligenza emotiva.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
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Le storie del calcio e l’America del Sud di Eduardo Galeano

 

Eduardo Galeano, scrittore uruguaiano, è stato uno degli autori più letti e amati della letteratura sudamericana moderna. Con Le vene aperte dell’America Latina (1971) disegnò un ritratto incredibilmente efficace della realtà del subcontinente americano. Nato nel 1940 in una famiglia alto borghese e cattolica di Montevideo, Galeano debuttò nel giornalismo a 14 anni come disegnatore satirico ma siccome “c’era un abisso fra quello che immaginavo e quello che tracciavo” si orientò successivamente verso la scrittura. Poco più che ventenne diventò una delle firme principali e poi capo redattore di Marcha, settimanale politico e culturale legato alla sinistra che diventò un punto di riferimento ben al di là dei confini uruguaiani. Dopo una serie di libri dedicati a reportage e analisi della situazione in vari paesi, nel 1971 pubblicò il già citato Le vene aperte dell’America Latina, in cui ricostruiva la spoliazione delle ricchezze del subcontinente da parte delle potenze coloniali, e il suo proseguimento attraverso le strutture del post-colonialismo capitalista. Tradotto in più di venti lingue, best seller internazionale, quando apparve fu per molti una vera e pro­pria fol­go­ra­zione tanto che Hein­rich Böll, scrit­tore tede­sco Pre­mio Nobel per la Let­te­ra­tura nel 1972, disse: “Negli ultimi anni ho letto poche cose che mi abbiano com­mosso così tanto”. Un reportage che attraversa cinque secoli di storia del continente latinoamericano per raccontare il saccheggio delle sue preziose risorse: l’oro e l’argento, il cacao e il cotone, il petrolio e la gomma, il rame e il ferro. Tesori depredati sistematicamente: fin dai tempi della conquista spagnola, le potenze coloniali hanno prosciugato le ricchezze di questa terra rigogliosa, lasciandola in condizioni di estrema povertà. Un testo illuminante che intrecciando l’analisi storica ed economica con il racconto, suggestivo e incalzante, delle passioni di un popolo sfruttato e sofferente, è diventato un vero e proprio classico della letteratura latinoamericana. A dire il vero, in tempi più recenti, Galeano prese una certa distanza da quello che è stato  il suo libro più noto. E disse: “Non mi pento di averlo scritto, ma non lo rileggerei: volevo scrivere un saggio di economia politica e non avevo la formazione necessaria“, aggiungendo che considerava “superata” una “certa prosa di sinistra, che ora trovo pesantissima“. Quando i militari presero il potere con un colpo di stato in Uruguay nel 1973, Galeano fu messo in carcere e poi fuggì in Argentina. Quando il generale Jorge Rafael Videla salì al potere in Argentina, il suo nome fu aggiunto alla lista delle persone condannate dagli squadroni della morte e lui fuggì in Spagna (tornò a Montevideo all’inizio del 1985) dove proseguì la sua carriera letteraria creando un stile personale, a metà fra la documentazione storica e la riflessione poetica, che lo portarono al successo internazionale con Memoria del Fuoco, una trilogia pubblicata dal 1982 al 1986. Alla critica internazionale quest’opera piacque molto e il Times Literary Supplement la paragonò a quelle di Dos Passos e Garcia Marquez. Militante di sinistra e sostenitore, seppur critico, dei governi progressisti dell’America Latina, Galeano dopo aver denunciato la “decadenza di un modello di potere popolare” e la “rigidità burocratica” della Cuba castrista (era il 2003) , tornò nell’isola caraibica nel 2012, sottolineando che “un vero amico ti critica in faccia e ti elogia dietro le tue spalle“. Ma l’altra grande passione dello scrittore uruguaiano è stata il calcio. Eduardo Galeano, tifoso appassionato e calciatore mancato (“Come tutti gli uruguagi, avrei voluto essere un calciatore. Giocavo benissimo, ero un fenomeno, ma soltanto di notte mentre dormivo e sognavo; durante il giorno ero il peggior scarpone che sia comparso nei campetti del mio paese”), con il suo Splendori e miserie del gioco del calcio (El fútbol a sol y sombra, nella versione originale), ha scritto pagine memorabili sul mondo del football. Il calcio per sognare, inteso come arte, religione e bellezza. Il calcio come linguaggio comune, modo per riconoscersi e ritrovarsi. Il calcio, figlio del popolo, che non deve cedere alle lusinghe dei potenti, di chi vuole trasformarlo in strumento per produrre denaro, uccidendo la fantasia e l’innocenza. “Grazie per aver lottato a centrocampo come un mediano e per aver segnato contro i potenti come un attaccante con il numero 10. Grazie anche per avermi compreso. Grazie, Eduardo Galeano: in squadra ne servono tanti come te. Mi mancherai”. Non è un caso che così venne salutato da Diego Maradona quando morì a 74 anni, il 13 aprile del 2015. A comunicare la notizia della scomparsa di Galeano all’ex capitano del Napoli che si trovava a Bogotà era stato un reporter suo amico al quale un Maradona commosso confidò che “lui (Galeano, ndr) mi ha insegnato a leggere di calcio”, come riportò il giornale argentino La Nacion. Galeano aveva citato Maradona in alcune sue opere tra le quali il celebre Splendori e miserie del gioco del calcio, scrivendo che El Pibe de Oro “si era trasformato in una specie di Dio sporco, il più umano degli dei, e questo spiega la venerazione universale che ha conquistato, più di qualsiasi altro giocatore. Un Dio sporco, che ci assomiglia: donnaiolo, bevitore, spericolato, irresponsabile, bugiardo, fanfarone. Però gli dei per quanto siano umani non si ritirano mai”. Per questo e per molto altro Galeano rimane, con i suoi libri e le sue storie, un maestro di vita.

Marco Travaglini

“Le Mille e una notte. Personaggi, profumi, colori, delizie di un Oriente mitico”

Si è inaugurata ieri, sabato 24 agosto, presso la ex Chiesa di Santa Croce in Piazza Conte Rosso ad Avigliana (To) la mostra collettiva “Le Mille e una notte – Personaggi, profumi, colori, delizie di un Oriente mitico”

Trentacinque artisti (Franca BARALIS, Gesebel BARONE, Tiziana BERROLA, Ines Daniela BERTOLINO, Susanna BIANCHI, Cetty BONIELLO, Ivo BONINO, Nadia BRUNORI, Luisella COTTINO, Mara COZZOLINO, Giuliana CUSINO, Monica DE MARTIN, Piero DELLA BETTA,

Lorenzo DI LAURO, Francesco DI MARTINO, Sara DUDINO, Maria José ETZI, Francesca FINELLO, Silvana GAVAZZA, Sonia GIROTTO, Elisabetta GRANDI, Beppe GROMI, Pippo LEOCATA, Gianmatteo LOPOPOLO, Davide MAZZETTO, Marina MONZEGLIO, Mahtab Fereshte MOOSAVI, Patrizia MORETTI, Patrizia PIGA, Guido ROGGERI, Valeria TOMASI, Mara TONSO,
Anna TOSI,
Nino VENTURA, Serena ZANARDO) espongono oltre 70 opere dipinti, acquerelli, ceramiche, fotografie professionali (stampa fine art) sculture in vetro e opere realizzate con grafica digitale e intelligenza artificiale.

La mostra, organizzata dall’Associazione culturale “Arte per Voi” di Avigliana (To) a cura di Giuliana Cusino e Luigi Castagna e con la collaborazione della dott.ssa Donatella Avanzo, sarà visitabile il sabato e la domenica pomeriggio dalle 15:00 alle 19:00 fino a domenica 6 ottobre

Sito web: https://artepervoi.it/


Il magico libro

Le Mille e Una Notte” non sono un libro, sono piuttosto un mondo, un enigma infinito.

Sono una raccolta complessa e magmatica di racconti, le cui intricatissime vicende restano ancora da esplorare e da scrivere.

L’assemblaggio delle storie all’interno del racconto cornice, di origine indo-persiana, costituisce la griglia di tutta l’opera. La bella Shahrazàd – che si dice avesse letto e raccolto mille libri di storie delle genti antiche, delle gesta dei re e dei loro poeti – fa della narrazione lo strumento per distogliere il re Shahriyàr dal funesto progetto di unirsi ogni sera a una vergine e di ucciderla il giorno successivo per vendicarsi del tradimento della moglie e di tutte le donne. Non solo egli stesso e suo fratello Shahzamàn sono vittime dell’infedeltà delle rispettive spose, lo sono persino all’avvicinarsi di un essere sovrannaturale, quel genio “alto, dalla testa grossa, dal largo petto” che incute loro terrore facendo “ribollire” il mare. La prima notte di nozze, con la complicità della sorella Dunyazàd, Shaharazàd riesce, praticando abilmente l’arte dell’interruzione del racconto, ad affascinare e a incuriosire il re al punto da fargli sospendere l’esecuzione. Il racconto acquisisce così potere salvifico per innumerevoli notti, fino a quando, per un potente rovesciamento, la rabbia e il risentimento lasciano la mente e il cuore del re per far posto all’affetto e al rispetto per Shaharazàd, che nel frattempo gli ha dato tre figli.

Grazie all’arte affabulatoria di Shaharazàd, al suo saper incatenare una storia all’altra e nel sapersi interrompere al momento giusto, scopriamo il segreto del ritmo, della narrazione in prosa, ciò che tiene vivo il desiderio di ascoltare il seguito.

La Mille duesima notte

La sposa preferita

Da alcune settimane, anche Hasib Karim aveva due mogli. Erano gelose e litigavano di continuo. Dalla mattina alla sera, si udivano le loro grida nel cortile della casa. Nonostante minacciasse di ripudiarle, Hasib Karim non riusciva mai a calmarle.

Un giorno, le sue due spose gli chiesero quale preferisse.

Rifletterò sulla vostra domanda e vi risponderò fra qualche giorno”, disse loro.

L’indomani, si recò nella via dei gioiellieri.

Guardò le vetrine, entrò in vari negozi, contrattò a lungo e se ne tornò a casa con due begli anelli. Attese di essere da solo con la prima moglie per offrirle uno dei gioielli.

Costei si impegnò, come le chiedeva il marito, a non parlarne con la rivale.

Hasib Karim procedette nello stesso modo con la seconda sposa, che promise anche lei di serbare il silenzio.

Lasciati passare alcuni giorni, Hasib Karim le riunì.

La mia preferita, disse loro, è colei alla quale ho offerto segretamente un anello”.

Soddisfatte della risposta del marito, le due spose si ritirarono avendo ciascuna la certezza di essere la favorita.

Donatella Avanzo

archeologa e storica dell’arte