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Covid, il bollettino di venerdì 18 giugno

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 58nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 2 dopo test antigenico), pari allo 0,3% di22.097tamponi eseguiti, di cui 16.907 antigenici. Dei 58 nuovi casi, gli asintomatici sono 31(53,4%).

I casi sono così ripartiti: 12 screening, 39 contatti di caso, 7 con indagine in corso; per ambito: 1 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 5 scolastico, 52 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 366.525così suddivisi su base provinciale: 29.539 Alessandria, 17.469 Asti, 11.517 Biella, 52.889 Cuneo, 28.226 Novara, 196.169 Torino, 13.721 Vercelli, 12.968 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.501 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.499 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 36(1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 233(12rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 1.636

I tamponi diagnostici finora processati sono 5.241.464(22.097rispetto a ieri), di cui 1.715.230risultati negativi.

I DECESSI SONO 11.686

Sono 2 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui nessuno verificatosi oggi. Il totale è quindi di 11.686deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 713 Asti, 432 Biella, 1.454 Cuneo, 940 Novara, 5.585 Torino, 525 Vercelli, 373 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 98 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

352.934 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 352.934(+210rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 27.841 Alessandria, 16.694 Asti, 10.988 Biella, 51.204 Cuneo, 27.132 Novara, 189.583 Torino, 13.097 Vercelli, 12.555 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.433 extraregione e 2.407 in fase di definizione.

La scomparsa di Antonio Forni, l’unico presidente con cui Torino ha vinto qualcosa nel basket

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È purtroppo mancato il presidente dell’Auxilium Torino di basket.

In questi momenti chi ha buona e sana educazione sa che deve solo comprendere il dolore dei famigliari e compatirne il lutto.
Ma, anche in queste occasioni, è bene ricordare cose belle delle persone che non sono più con noi.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo e di conoscerlo bene, fuori e dentro al campo da gioco. E posso solo dire che è sempre stato una persona emotiva, passionale e come tutti coloro che vivono con questo stato d’animo, pronti alla gloria come all’errore, ma sempre in prima linea.
A parlare con i tifosi ai cancelli di ingresso così come a spiegare loro i motivi di decisioni “impreviste” ma mai dietro una vetrina e sempre mettendoci faccia e anima.
Folle il giusto per portare Torino a vincere l’unico trofeo nazionale nel basket contro tutto e tutti, in quel miracolo sportivo di quella finale di Coppa Italia del 2018.
Sognatore e disposto a spese proprie pur di portare in alto quell’amore per il basket che tutta la famiglia aveva.
Non tutti erano con lui, ma tanti gli volevano bene.
Il momento finale della storia Auxilium non farà mai parte di questo articolo.
Questo è solo un saluto per te Antonio, ricordando i momenti a cena e i momenti belli vissuti insieme a te e alla tua famiglia a cui va il mio cordoglio e di tutti i tifosi veri del basket a Torino.
In quegli anni, sono pochi ma sembra già passato un secolo, Torino ha gioito, ha vinto, ha sognato e ha sofferto vedendo il basket delle tue squadre.
Ma ha vissuto emozioni uniche. Grazie Presidente, grazie Antonio e, ovunque tu sia, segna da tre per noi…

Paolo Michieletto

I Civich sequestrano 27 targhe di provenienza furtiva

E’ stato un sopralluogo effettuato dagli agenti del Reparto Specialistico dell’Abusivismo Edilizio della Polizia Municipale, in esecuzione di un normale provvedimento di confisca ordinato dal Tribunale di Torino tramite l’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata (ANBSC), a fare emergere, all’interno dell’area oggetto del provvedimento, oltre a 56 veicoli in stato di abbandono, numerose targhe di auto e motocicli, nonché 83 carte di circolazione e 75 certificati di proprietà.

Il provvedimento di confisca riguardava una ex autodemolizione, un’area interamente recintata in Via Pietro Cossa sulla quale insistono sia fabbricati adibiti a ufficio e officina che terreni utilizzati per il deposito e lo stoccaggio di attrezzature e di veicoli dismessi.  

Durante il controllo ispettivo gli agenti hanno trovato alcune delle auto abbandonate sotto una fitta coltre di vegetazione, mentre le targhe e i documenti erano depositati in parte all’interno di cassoni in plastica, posizionati nel cortile adiacente agli uffici e in parte abbandonate in ordine sparso sul suolo. Per poter identificare le auto, gli agenti hanno dovuto liberarne alcune dalla vegetazione che le ricopriva fino a occultare quasi completamente.

I ‘civich’ hanno quindi trasferito i documenti e le targhe negli uffici del Comando per  effettuare approfonditi accertamenti. 27 targhe, delle 610 rinvenute, sono risultate di provenienza furtiva. Per ogni targa risulta infatti  presentata, presso varie stazioni di Polizia e Carabinieri, una denuncia di furto. Pertanto, gli agenti, trattandosi di corpo del reato, hanno posto le targhe sotto sequestro giudiziario probatorio.

Il proprietario dell’area, un uomo di 57 anni di nazionalità italiana, è stato indagato  per il reato di ricettazione ai sensi  dall’art. 648 del Codice Penale.

A seguito del provvedimento definitivo di confisca e del successivo sopralluogo, l’area e gli immobili siti in via Pietro Cossa sono stati acquisiti al patrimonio dello Stato.

Le altre 583 targhe, non poste sotto sequestro, così come i documenti rinvenuti, verranno restituiti agli enti emittenti.

Rifondazione: “Basta uccisioni sui luoghi di lavoro. Protestiamo in tutta Italia”

Dolore  e indignazione  per l’uccisione di Adil

Non più solo forza lavoro da sfruttare fino al midollo ma carne da macello. Questa è sempre più la sorte riservata ai lavoratori  tanto più se osano alzare la testa, rivendicare dignità e diritti.  Stamattina è toccato ad Adil Belakhdim, coordinatore del Sicobas di Novara nel corso di una manifestazione dei lavoratori nell’area logistica di Biandrate, a pochi chilometri da Novara. Le prime agenzie di stampa parlano di incidente. In realtà, secondo le testimonianze dirette dei lavoratori,  Adil è stato ucciso. Il camion, dopo aver forzato il presidio, ha investito e trascinato il corpo  il sindacalista fino ad ucciderlo.  Altri due lavoratori  sono stati feriti dopo di che il camionista ha proseguito la sua corsa in autostrada, prima di essere fermato dalle forze dell’ordine.  Un episodio terribile che dà il senso del clima di profondo disprezzo della vita dei lavoratori che sono in lotta per affermare i propri sacrosanti diritti. Nell’esprimere il nostro dolore e indignazione,  la nostra vicinanza ai famigliari, ai lavoratori  in lotta, al sindacato di appartenenza di Adil Rifondazione Comunista parteciperà alle manifestazioni di protesta che si svolgeranno nelle prossime ore.

 Ezio Locatellisegretario Rifondazione Comunista di Torino

Boniperti, 90 anni in bianconero

Vi riproponiamo un articolo di Paolo Maria Iraldi pubblicato tempo fa dal “Torinese” in occasione dei 90 anni di Boniperti

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Giampiero Boniperti nasce il 4 luglio 1928 a Barengo, un borgo arroccato sulle prime ondulazioni delle colline novaresi dominate dal massiccio del Monte Rosa. Il padre Agapito, podestà del paese, gli dà questo nome come esige la moda del momento

Il pallone tra i piedi è presto suo, ma il fratello Gino pare portato per il calcio più di lui. Il destino deciderà altrimenti. A diciassette anni Giampiero fa un primo provino con una squadra dilettantistica di Novara. i genitori tentennano: prima gli studi, dicono, e lui sta faticando a diplomarsi come geometra. Il ragazzino è però consapevole dei propri mezzi e ritenta con la Juventus. Si mette al centro dell’attacco di una formazione giovanile ed entusiasma i talent scout: dribbling, stop, tiro con entrambi i piedi. Il trasferimento a Torino è cosa fatta.Nel 1947, a diciotto anni, esordisce in serie A contro il Milan e viene subito convocato in Nazionale. Il giovanotto è tanto fortunato quanto talentuoso. Intorno a lui gli Agnelli costruiscono una grande squadra che ha l’obiettivo di ripetere le imprese dei cinque campionati consecutivi vinti tra il 1930 e il 1935. Quello che si conclude nel 1950 ricuce lo scudetto sulla casacca bianconera dopo qualcosa come quindici anni. È la Juventus degli scandinavi John Hansen e Praest, di Parola e Muccinelli. Boniperti, poco più che ventenne, è già un idolo indiscusso. Si narra – ma pare sia storia vera – che quando Gianni Agnelli parla di premi, lui non chieda denaro, ma di poter scegliere alcune vacche frisone di proprietà della Famiglia. Vacche, vedi caso, sempre giovani e gravide.

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Il ciclo è tuttavia breve, le milanesi prendono a vincere per buona parte del decennio. Quando gli Agnelli decidono di tornare a fare sul serio, gli acquisti si chiamano John Charles e Omar Sivori. È il 1957: Boniperti smette i panni del centravanti, arretra e nasce il grande regista che i vecchi tifosi bianconeri ancora ricordano. Ma anche chi non l’ha mai visto calcare i campi da gioco ha sentito descrivere almeno una volta il suo innato senso del gol, la classe purissima, il carattere forte e risoluto. La palla passa inesorabilmente tra le sue scarpette bullonate e va a Sivori, estroso opportunista d’area o a Charles, colpitore di testa micidiale. Quando oggi si nominano grandi attaccanti quali Messi, Neymar e Ronaldo, bisognerebbe conservare la memoria storica di quel trio che segnò un’epoca. La Juventus torna a dominare il campionato italiano: dal 1957 al ’61 ne mette in fila tre. Boniperti è il capitano, la bandiera. L’ennesima sequela di successi termina quando il Nostro, giunto a trentatré anni, sente che la carriera sta imboccando la fase discendente. Ha chiuso in bacheca cinque scudetti, un paio di Coppe Italia, e dopo 443 presenze e 178 reti decide di smettere. Si dice che abbia fatto voto di non toccare più un pallone e manterrà la parola. La Juventus ha, però, ancora bisogno di lui. Nel 1971 viene eletto presidente e, in queste vesti, sarà l’artefice di una lunghissima stagione di trionfi che durerà quasi ininterrottamente fino alla prima metà degli anni Novanta.

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Nell’Era Boniperti la Juventus vince tutti i trofei cui una squadra di calcio può ambire: nove scudetti, coppe nazionali ed internazionali (Uefa, Coppa delle Coppe, dei Campioni, Supercoppa Europea e Intercontinentale). Una squadra che, indossata la maglia azzurra della Nazionale, sarà il blocco su cui erigere il monumentale titolo mondiale del 1982 in Spagna. I nomi dei calciatori che la composero restano scolpiti a caratteri d’oro nella memoria di ogni tifoso: Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli, Paolo Rossi. E lui è sempre in prima linea, competente come pochi, a dettare le regole di uno stile sobrio ed educato, dedito interamente al lavoro, dentro e fuori dal campo di gioco. Per tutti i tifosi bianconeri Boniperti resta il Presidente per antonomasia. Quello che si allontanava dallo stadio durante l’intervallo e ascoltava alla radio il resto della partita. Quello che, di fronte alle avversità, stirava un sorriso a salvadanaio e scuoteva il capo con aria sorniona. Quello che, prima che il calcio prendesse la piega commerciale ed affaristica che sappiamo, prima che la Juventus provasse l’onta dello scandalo Calciopoli e la serie B, scelse di ritirarsi a vita privata. Stavolta per sempre.Giampiero Boniperti ha fatto il suo tempo, non prima di aver fatto la storia del calcio.

Paolo Maria Iraldi

Volt distribuisce cannabis al Valentino

Domani, sabato 19 giugno dalle ore 16.20 al Parco del Valentino di fronte al locale Imbarchino (viale Virgilio) Volt distribuisce cannabis gratuitamente. 

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO –  Volt spiegherà il vero valore della canapa, i modi in cui può contribuire al rilancio della città ed i motivi per cui estendere la legalizzazione alle varietà ad uso ricreativo è una battaglia di buon senso e civiltà.

Torino – Per ridare energia al dibattito e stimolare l’attenzione pubblica sul tema della legalizzazione della cannabis, Volt Torino intende regalare piantine e prodotti light ai cittadini e cittadine che lo vorranno.

 

L’iniziativa mira a invitare i più scettici a familiarizzare con una pianta che, nonostante le numerosissime applicazioni utili in industria e medicina, continua ad essere demonizzata più di tutte le altre. Ed il tema resta attualissimo, considerata la recente ripresa dei lavori al Parlamento sul DDL Magi.

Nella cornice verde del Valentino, Volt proverà a spiegare il vero valore della canapa, dei modi in cui può contribuire al rilancio della città ed i motivi per cui estendere la legalizzazione alle varietà ad uso ricreativo è una battaglia di buon senso e civiltà.

 

Appuntamento a domani, sabato 19 giugno, dalle ore 16:20 alle 17.30 circa di fronte al locale Imbarchino (viale Virgilio)

È morto Giampiero Boniperti, simbolo della Juventus

Torino. Nella notte è morto per una insufficienza cardiaca Giampiero Boniperti

Il presidente onorario della Juventus negli ultimi tempi si era ritirato a vita privata.

Vera anima, leggenda e storia bianconera è stato calciatore immenso e grande dirigente della squadra con cui ha vinto praticamente tutto.

Il prossimo 4 luglio avrebbe compiuto 93 anni. I funerali si svolgeranno in forma privata nei prossimi giorni.Questa è la volontà della famiglia

Vincenzo Grassano

“A Picciridda”: la Sicilia è in piazza Carducci

Nella sconfinata letteratura che racconta di Sicilia e di cibi siciliani la pagina del Gattopardo – forse il più bel romanzo italiano di sempre, scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa – nella quale è descritto il timballo di maccheroni, è davvero sublime: in poche righe ti fa pensare all’isola con la “I” maiuscola, ai suoi sapori, ai suoi profumi, ai suoi colori.

Se anche a Torino volete immergervi in un’atmosfera “gattopardesca” dal punto di vista gastronomico, allora andate in piazza Carducci.

E’ proprio dove non immaginereste, a due passi dalla fermata Molinette del Metrò,  che potrete  scoprire i veri sapori di Trinacria in un ampio locale aperto da poco.

 

Là, dove per decenni ebbe casa la Mela stregata, punto di riferimento per i nottambuli torinesi di più generazioni.

Stiamo parlando di A Picciridda, caffetteria, ristorante, gastronomia e ancor più, dove ritroverete la bella isola siciliana.

Ad accogliervi con simpatia, efficienza ed autorevole esuberanza sarà la signora Laura, pronta a farvi scegliere tra brioche col “tuppo” e non, cannoli, cassate, pasta di mandorle e altri dolci tipici.

E che dire del salato di antipasti come le panelle e i buonissimi primi come la pasta alla Norma? E le arancine?  O la pasta alle sarde catanesi con alici, finocchietto e uvetta?

Oppure il pesce ottimo (Puppu cu a sassa, Tonno alla messinese, un freschissimo crudo e tante altre proposte) accompagnato da una ricca scelta di vini.

Tra questi prevalgono i bianchi profumati di etichette che sono una garanzia, come Planeta, Donnafugata e lo “champagnoso” brut Duca di Salaparuta.

La professionalità e la gentilezza della Sig.ra Laura e di tutto il personale vi accompagnerà in questo tuffo nel mare di Sicilia con tutti i suoi colori e sapori dove riscoprire in città un piccolo angolo di prelibatezze accompagnate dal sorriso e buon umore che vi darà A Picciridda.

Potrete consumare i piatti anche con l’asporto scegliendo dal ricco menu pronto a soddisfare ogni esigenza portando con voi un assaggio di Sicilia, l’isola più bella del mondo.

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“A Picciridda”, Piazza Carducci, Torino. Tel. 011 6634365

Allasia: su Lombroso un plauso a Dario Franceschini

“I musei vanno aperti e non chiusi”

I musei vanno aperti e non chiusi. Un plauso al ministro della Cultura Dario Franceschini che rispondendo al question time al Senato ha espresso la sua netta contrarietà a chiudere il Museo Lombroso di Torino. Ho trovato sconcertante che in questo ultimo mese un senatore della Repubblica ne abbia chiesto la chiusura a più riprese con argomentazioni denigranti e prive di senso. Il Museo rappresenta un’istituzione riconosciuta per il suo ruolo storico e scientifico in tutto il mondo, unica nel suo genere. Le sue sale espositive fanno conoscere al visitatore le discusse teorie dello scienziato spiegando i presupposti culturali e scientifici da cui nacquero e quali furono gli errori di metodo scientifico. Questa vicenda ha evidenziato tutta la miopia del senatore De Bonis, perché il compito della politica è anche quello di fare conoscere la storia e non di cancellarla.