ilTorinese

Ragazzina di 16 anni investita da auto

DAL PIEMONTE

Ad Acqui Terme (Al) una ragazzina di 16 anni  è stata investita mentre attraversava in via Mariscotti, una delle arterie più trafficate del centro cittadino.

La giovane è stata soccorsa dall’ambulanza del 118 e trasferita in codice giallo all’ospedale infantile Cesare Arrigo di Alessandria.

Tanta paura ma la ragazza non è fortunatamente in pericolo di vita.

Tragedia della gru, in Regione un minuto di silenzio per le vittime: “Più sicurezza, prevenzione, formazione”

Il Consiglio regionale del Piemonte, all’inizio della seduta odierna, ha ricordato le tre vittime del grave incidente sul lavoro a Torino, verificatosi in via Genova sabato 18 dicembre.

“Quanto accaduto conferma che è necessario intensificare i controlli. Troppo spesso purtroppo la sicurezza, la prevenzione, la formazione sono considerati costi e impedimenti di cui fare a meno. Le vittime sui luoghi di lavoro, in Piemonte come in Italia, hanno raggiunto livelli inaccettabili per un paese moderno e civile” ha ribadito il presidente Stefano Allasia.

“Il nostro pensiero va alle famiglie di Filippo Falotico, Roberto Peretto e Marco Pozzetti che hanno perso la vita, e ai feriti, comprendendo che nulla può alleviare un dolore così grande” ha concluso.

L’Aula ha poi osservato un minuto di silenzio.

Made in Italy, “Parlaconme” torna in onda

In onda su Radiovidanetwork mercoledì 15 dicembre la puntata di PARLACONME dedicata ai paladini e difensori del made in Italy. Ospiti Gian Giacomo Centinaio e Ettore Prandini

 


E’ andata in onda mercoledì 15 dicembre  sulla Radio web Radiovidanetwork, dalle 18 alle 19, la puntata registrata della trasmissione PARLACONME condotta da Simona Riccio, Agrifood & Organic Specialist, Social Media Marketing del CAAT, Centro agroalimentare di Torino.

Ospiti della trasmissione dedicata al tema ‘I paladini del “made in Italy” e della filiera agroalimentare’ Gian Giacomo Centinaio, Sottosegretario di Stato delle Politiche agricole, alimentari e forestali dal primo marzo 2021, già Ministro dell’Agricoltura negli anni 2018/-19, e Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti dal 2018.
Il primo giugno 2018 il senatore Gian Marco Centinaio veniva nominato Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e giurava davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La grossa novità relativa alla struttura del “nuovo governo del cambiamento” era rappresentata dal fatto che il Ministero dei Beni Culturali avrebbe preso in carico il Turismo, che sarebbe stato affiancato dal comparto dell’agroalimentare. Il Senatore aveva maturato una lunga e forte esperienza nel settore turistico e ha sempre sostenuto che: “Gli stranieri vengono in Italia sia per le sue bellezze storiche, architettoniche, naturalistiche, sia per l’enogastronomia”.
Il suo mandato terminava l’anno successivo, ma il suo lavoro per il settore turistico e enogastronomico non si è mai fermato, anzi, si è sempre più concentrato e rivolto a dare valore ai prodotti che rappresentano le eccellenze italiane riconosciute in Italia e nel mondo, tanto che dal 1° marzo scorso è stato nominato Sottosegretario di Stato delle politiche agricole, alimentari e forestali. Con l’ospite Gian Marco Centinaio sono stati discussi alcuni temi inerenti il distretto del cibo, dato che da qualche giorno è stato sottoscritto lo Statuto della Consulta dei Distretti del Cibo, una realtà importante del nostro Paese, che ha il duplice scopo di valorizzazione dei territori e del settore agroalimentare italiano. Valorizzare un prodotto significa, infatti, anche valorizzare le aree interne, in quanto dietro ogni prodotto sono presenti storia, arte e cultura, che è necessario saper raccontare. Sono state discusse le possibili strategie vincenti e quali possano essere le aziende in grado di investire nelle attività di piccole realtà territoriali quali musei, botteghe, fabbriche storiche, squadre sportive.
Il secondo tema affrontato riguarda il nutriscore, rischi e difesa, alla base del confronto con Centinaio, che ha risposto ad alcune domande relative alla presenza o meno di una task force di professionisti individuati dal settore al fine di supportare il settore agroalimentare. Il nutriscore rappresenta il sistema di etichettatura a colori e talora rischia di essere fuorviante e tale da indurre i consumatori a esprimere valutazioni sbagliate sulla salubrità dei prodotti. Sono state anche espresse alcune riflessioni sulla tematica dei vini, che rappresentano il motore trainante del turismo enogastronomico italiano. Ultimo tema affrontato con Centinaio quello della comunicazione digitale, già in parte anticipato in occasione del Festival del Giornalismo Alimentare, tenutosi a Torino, in cui è emerso come questo tipo di comunicazione sia alla base della trasmissione dei valori del prodotto e dell’intera filiera agroalimentare.

 

Insieme al Sottosegretario, unito nella difesa del nostro Made in Italy e delle nostre eccellenze Italiane in Italia ed all’estero, e’ intervenuto il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini che, in realtà, è anche imprenditore agricolo e conosce molto bene la realtà di ciò che è presente dietro un prodotto. Solo pochi giorni fa egli ha ribadito che il valore economico che l’agricoltura muove oggi è pari a 570 mld di euro. Questo dato conferma che si tratta assolutamente di un settore strategico per il sistema Paese. Con il Presidente Prandini si è parlato dello stato del settore agroalimentare in tempi di pandemia; della consapevolezza che deve acquisire il consumatore nei confronti dei prodotti che acquista e dell’importanza della collaborazione e dell’introduzione di una sinergia tra distribuzione e agricoltura. Il secondo tema affrontato, quello delle pratiche sleali. Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 4 novembre scorso, ha finalmente approvato il decreto sulle pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese della filiera.
Fortemente voluta da Coldiretti, rappresenterà il nuovo punto di partenza per la formazione dei prezzi a garanzia del reddito degli agricoltori. Con questa norma si auspica che gli agricoltori possano essere giustamente retribuiti ed avere la giusta redditualita’, perché venga riconosciuto il lavoro svolto in modo adeguato. Esiste, infatti, purtroppo un caporalato che riguarda le imprese agricole: il non riconoscere il giusto prezzo. Così si sottopaga il lavoro.
Altro tema trattato quello dell’italian sounding e della lotta per contrastarlo. Da anni il Presidente Prandini e Coldiretti combattono a favore della difesa del nostro Made in Italy in Italia e nel mondo, evidenziando il fatto che sui mercati mondiali ci sono oltre 100 miliardi di falso Made in Italy, mentre sarebbe necessaria la presenza di 100 miliardi di vero prodotto italiano.
La trasmissione viene trasmessa in diretta web-radio da Radio Vida Network sul sito www.vidanetwork.it e tramite app Radio Vida Network.

Mara Martellotta

Per collegarsi ed ascoltare la trasmissione:

– collegarsi al sito www.vidanetwork.it
–  app ufficiale RADIO VIDA NETWORK scaricabile gratuitamente per IOS e ANDROID
– nei maggiori aggregatori di radio
– su speaker Alexa e Google Home

–  REPLICA la domenica successiva – alle ore 9.00 

 

Attimi di paura a Torino: ragazza armata di tronchese minaccia i passanti

Un uomo sente suonare il citofono della propria abitazione in Barriera di Milano. Si tratta di una donna che chiede di entrare nel palazzo per imbucare alcune lettere.

L’uomo apre ma dallo spioncino vede una giovane  dirigersi verso le cassette della posta con una tronchese al seguito e numerosa corrispondenza nella tasca  dei pantaloni. L’uomo avverte il 112  e inizia a seguire la ragazza , che intanto aveva già abbandonato l’atrio.

E’ stata denunciata inoltre per sottrazione di corrispondenza per le missive asportate, indirizzate alle famiglie di uno stabile della zona.

Principesse, Draghi e cavalieri

IL PUNTASPILLI  di Luca Martina  

L’autorevole settimanale britannico “The Economist” ha incoronato nel suo ultimo numero l’Italia quale Paese dell’anno.  

 

A noi italiani è venuto immediatamente da pensare agli allori sportivi (dai titoli olimpici e paraolimpici agli europei di calcio, pallavolo femminile e maschile e del football americano, dalla finale di Berrettini  Wimbledon, il tempio del tennis, ai successi del nuoto, del ciclismo e della ginnastica ritmica), musicali (con il trionfo del gruppo dei Måneskin all’Eurovision e a quello di un violinista italiano al Premio Paganini) e gastronomici (con la vittoria della Coupe du Monde de la Pâtisserie 2021).

 

Nulla di tutto ciò.

 

Il titolo ci è stato attribuito (parole e musica del giornale britannico, raramente tenero nei nostri confronti) perché “ha acquisito un primo ministro rispetttato e competente e con lui ha raggiunto un alto tasso di vaccinazione contro il Covid nella popolazione, tra i più elevati d’Europa, e la sua economia si sta riprendendo più rapidamente rispetto ai paesi limitrofi».

 

Il Belpaese aspettava da molto tempo, come una Principessa nella torre più alta e remota del castello, uno stuolo di cavalieri (uno non sarebbe certo sufficiente) che lo liberassero dalle pastoie di una politica (e di una burocrazia) che da molti decenni ne ha arrestato lo sviluppo economico.

 

La crisi politica che si era scatenata all’inizio del 2020, in piena crisi pandemica, sembrava avere confermato il nostro atavico vizio ad autoinfliggerci dolori in aggiunta a quelli già riservatici dalle difficili condizioni esterne.

 

L’ inaccessibile torre rischiava davvero di crollare rovinosamente.

 

Cavalieri coraggiosi ed abili non se ne era riusciti a radunare ed in loro assenza era scoccata l’ora dei Draghi.

 

La testata londinese ha inteso premiare il Paese che ha attuato, grazie all’ex governatore della BCE, il miglioramento più significativo nel corso del 2021

Il nostro cammino rimane però molto lungo e difficile.

 

L’enorme debito accumulato non potrà certamente essere incenerito ma trasformarlo (con il tempo) da “cattivo” (non rimborsabile) a “buono” (Draghi dixit) sarebbe un enorme risultato.

Solo allora la nostra storia potrebbe avere un lieto fine e potremo così essere certi che non si tratta solamente di una favola e di una missione impossibile.

Al via il master in Virologia ambientale

 Marnati: “Risposta straordinaria ad una esigenza” L’inaugurazione ieri nella sede di Arpa Piemonte

L’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati, ha partecipato  all’inaugurazione del master in Virologia Ambientale, che si è tenuta nella sede di Arpa Piemonte a Torino.

Il master, ideato e proposto dall’Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche in collaborazione con l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (Arpa) Piemonte, è diretto dal  professor David Lembo, dell’Università di Torino e coordinato da Angelo Robottodirettore generale di Arpa Piemonte.

Si tratta di un master unico in Italia che nasce per rispondere all’esigenza sociale di formare una nuova figura professionale, ad oggi assente, ma di cruciale utilità per affrontare i rischi pandemici presenti e futuri, il virologo ambientale, figura che non solo sarà in grado di campionare l’ambiente, ma saprà utilizzare metodi molecolari sviluppati ad hoc per rilevare i virus nelle diverse matrici ambientali.

“Il master in Virologia Ambientale – ha affermato l’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati – è il risultato di un lavoro sinergico tra Arpa e Regione iniziato tempo fa, nel pieno della pandemia quando era emersa l’esigenza di avere nuovi laboratori per processare i tamponi ed Arpa mise a disposizione uno spazio abbandonato da tempo – ha sottolineato l’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati – E Regione ed Arpa stanno tutt’ora lavorando insieme per mettere a punto studi e ricerche che permettano da un lato di colmare quelli che oggi sono ancora “vuoti di conoscenza” e dall’altro migliorare la vita delle persone. Questo master è il risultato del lavoro che stiamo facendo. È una risposta straordinaria ad una esigenza”.

All’inaugurazione erano presenti anche il professor Giovanni Di Perri, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’università di Torino, e Silvana Dalmazzone, professoressa di Economia ambientale e gestione delle risorse naturali dell’Università degli Studi di Torino.

Il master ha durata di un anno e si concluderà a dicembre 2022.

Quel vàire che non scorderò mai

“La trappola dei ricordi”

La mamma mi aveva istruito alla lettera. E, in quegli anni, del resto si poteva ancora lasciare uscire da soli i bambini per fare qualche piccola compera. Una cinquantina di metri. Non di più. Tutto diritto, sempre sul marciapiedi, nessun rischiosissimo (?) attraversamento stradale e (parola d’ordine) non dare mei retta agli sconosciuti!

Dal vecchio portone di casa alla vicicinissima bottega del Droghiere. Dieci minuti, andata e ritorno e compere in borsa. Botteghe, le drogherie, dove allora si trovava un po’ di tutto, dallo zucchero alla carta igienica agli alimentari alle stringhe per le scarpe. Botteghe ormai scomparse. O rarissime. Oggi reinventate in stile vintage che va tanto di moda e molto molto cult. Avrò avuto sette anni, da poco arrivato a Torino. Io con la mamma per ricongiungerci al papà. Immigrati piacentini. Ricordati bene – mi aveva straraccomandato mamma Giulia, che sarebbe stata in ansia da ricovero fino al mio ritorno – devi chiedere ‘per favore due etti di fontina e due di prosciutto cotto’! Capito? Certo che sì. E la richiesta me l’ero memorizzata alla parfezione in testa per tutto il “lungo” tragitto. Ragazzino sveglio fin d’allora! Due etti di fontina… No, prima, per favore. Per favore, due etti di fontina e due di prosciutto cotto; per favore, due etti di fontina e due di prosciutto cotto; per favore,due etti di…Ero arrivato ed entrato trafelato, gridando a squarciagola …fontina e due di prosciutto cotto. Il gelo. Silenzio assoluto. Sguardo minaccioso dell’omaccione (a me tale sembrava) che stava dietro al bancone e di stizzito e indispettito rimprovero dalla madamin tutta in ghingheri che l’omaccione stava servendo. Avevo decisamente sbagliato i tempi. Calma gàgno, t’las nèn vist che servu madamin? Bofonchiò il gigante droghiere. Che vergogna! Le guance di fuoco. Mi sentivo piccolo picolo. E tale ero. E maldestro e maleducato. Servita la madamin arriva finalmente il mio turno. Du..du..no, (prima) per favore, due etti di fontina e due di prosciutto cotto. Il gigante mi guarda ancora un po’ stizzito. Ed è allora che dalla sua bocca esce quella (per me) terribile, imprevista  parola. Vaire? Sudori. Mi guardo intorno in cerca di aiuto. Co..co..come? “Oh gàgno – replica terribile il droghierone – mi l’hai nén temp da pèrde, l’hai ciamate ‘vaire’. Che tonto (io)! Avrei potuto arrivarci da solo. Vaire come dire quanto. Ma ero da poco arrivato a Torino e parlavo solo (e male) l’italiano, mentre in casa (benissimo) quel dialetto della bassa piacentina che ancora oggi con orgoglio mi ostino a parlare con quanti dei miei famigliari hanno resistito all’onda lunga del tempo. Vaire – mi venne in aiuto una deliziosa nonnina o fatina – in piemontese vuol dire ‘quanto?’Ah, quanto! Le sorrisi, con gratitudine. E mi co’ l’hai dite?, s’innervosì ancora di più quell’omaccione-omicciatolo del droghiere. Finalmente arrivarono i due etti di fontina e di prosciutto cotto. Ero impaurito, ma anche arrabbiato e indispettito. A quell’omaccione (che non m’avrebbe visto mai più) avrei ficcato volentieri due dita negli occhi. Tanto più che uscendo, dopo aver ringraziato la nonnina, lo sentii brontolare ‘Sti Napuli! Eh già, per la sabauda torinesità di allora tutti quelli che arrivavano da appena un po’ al di sotto di Asti erano tutti “terroni” o meglio “Napuli”. Corsi a casa, con una rabbia in corpo da far preoccupare la mamma. Quel maledetto vaire me lo porto dietro da oltre sessant’anni. E mai lo scorderò. Proprio oggi me l’ha fatto tornare in mente un maleducatissimo e un tantino razzista (la parola ci sta) signore in là con gli anni e dall’italiano fortemente sicilianizzato che ho colto a sgridare un ragazzo di colore, davanti ad un noto supermercato cittadino, semplicemente perché aveva “osato” salutarlo. Ciao papà, l’aveva apostrofato come il giovane è solito rivolgersi a tutte le persone di una certa età, il sottoscritto compreso. Un ragazzo bravo, gentilissimo, negli occhi la tristezza e il ricordo di un villaggio lontano. E di chissà quale viaggio infernale! Minchia, quante volte devo dirti di non salutarmi! Lo aveva rimbrottato l’anziano malamente piemontesizzato. Io alla tua età andavo a spalare la neve e al mattino presto a scaricare i camion ai mercati generali! Cazzolina. La frase mi bastò per farmi tornare alla mente quel dannato vaire! I “Napuli” (nel senso lato di “migranti”) ci sono ancora. E sono tanti tanti  Come tanti sono anche purtroppo i “Napuli” (quelli nostrani – e sempre nel senso di “migranti”- settentrionali e meridionali di prima, seconda, terza…generazione) che danno tristemente segno d’aver perso la dolorosa memoria del loro passato. Le sole differenze fra gli uni e gli altri: la lingua e il colore della pelle.

Gianni Milani 

 

In gita al Museo Craveri

Mentre i lavori al Museo delle Scienze Naturali di Torino continuano a protrarsi tardando così la tanto attesa riapertura, a meno di un’ora dal capoluogo piemontese c’è una chicca che merita la gita: è il Museo di Storia Naturale Craveri di Bra, un museo unico e sorprendente che sa restituire a grandi e piccini tutto il fascino delle esplorazioni d’oltreoceano dell’Ottocento.

Nel centro storico della cittadina, all’interno di un suggestivo palazzo ottocentesco, il Museo Craveri è composto da 11 sale dedicate a coloro che amano la scienza ma soprattutto a famiglie e bambini, permettono ai visitatori di immergersi nella natura alla scoperta delle sue meravigliose creature.

 

Fossili, minerali, rettili, farfalle, piante, mammiferi e soprattutto uccelli, al Museo Craveri c’è un intero mondo da scoprire, nuovo come doveva apparire nuovo e stupefacente il Messico agli occhi di Federico Craveri e del fratello Ettore che, nella prima metà dell’800, partirono da Bra per esplorarlo.

Dai viaggi avventurosi, dei quali ci restano numerosi diari, Federico Craveri spedì e riportò a Bra tantissimo materiale da studiare che oggi trova posto nelle sale del museo che egli stesso iniziò ad allestire. Non solo, di quasi ogni specie di volatile trovata in Messico e California, gli studiosi erano soliti donarne un esemplare proprio al Museo di Scienze Naturali di Torino, che ancora oggi conta, nella sua collezione, diversi reperti provenienti dalle esplorazioni dei due fratelli braidesi. Un esempio: l’olotipo dell’Uria Craveri, specie di uccello simile a un piccolo pinguino, si trova proprio nel museo di Torino, dove venne studiato e riconosciuto come esemplare di nuova specie, scoperta proprio da Federico (di cui prende il nome) durante uno dei suoi viaggi oltreoceano.

 

Visitare il museo è un viaggio che parte dalla sala storica – che conserva il modellino della nave che Federico condusse nell’esplorazione delle coste della Bassa California; il suo binocolo, il suo sestante, i suoi strumenti scientifici che lo hanno accompagnato nei viaggi in Messico, Canada, Cuba e Stati Uniti; le sue ricerche e le sue invenzioni realizzate dopo il rientro in patria.

 

I fossili della Sala di Scienza della Terra raccontano di un tempo lontanissimo nel quale buona parte del Piemonte era ricoperto dal mare. Fra gli oltre 100 reperti esposti spiccano i resti del cranio e di una costola del Sirenio di Bra l’ultimo “dugongo” vissuto nel Mediterraneo e ormai estinto da 3 milioni di anni.

Il museo custodisce animali di un mondo tutto da esplorare, quello che si svelava agli occhi dei pochi esploratori temerari che nell’Ottocento partivano per studiarlo.

 

Alle collezioni americane dei Craveri si sono aggiunti nel tempo molti animali provenienti da altri continenti. Grandi mammiferi, come tigre, puma, orso, canguro, formichiere, ed uccelli esotici, come struzzi, tucani, pappagalli, colibrì; e poi ancora coccodrilli, serpenti, scorpioni, farfalle… Centinaia di animali conservati al museo affascinano i visitatori e li guidano in un percorso che unisce lo stupore alla didattica.

 

Da non perdere la Sala degli Uccelli europei – dove, dei circa 300 esemplari esposti, è possibile ascoltarne il canto, dal gufo reale al pulcinella di mare, dal gallo cedrone al pellicano – e la Sala degli Habitat dei Braidese, dove 4 diorami ricostruiscono la fauna e la flora degli ambienti naturali del circondario, dalle zone umide fra Tanaro e Stura di Demonte all’ambiente collinare del Roero. Diorami che, all’ombra di salici, querce, castagni e pini silvestri, ospitano cinghiali, caprioli, volpi, tassi, nutrie, aironi, poiane, salamandre, libellule e molte altre specie, permettendo al visitatore di osservare uno spaccato del territorio con le sue piante ed i suoi animali.

 

Da qualche mese il museo ha messo a disposizione gratuita delle famiglie che lo visitano un gioco divertente e interattivo, scaricabile tramite un QR code su tablet e smartphone, nel quale, di sala in sala, genitori e figli devono rispondere a domande e cercare oggetti, in un gioco di squadra che permette a tutti di imparare divertendosi. Non solo, attraverso una nuova estensione della app, grazie al QR code sarà anche possibile usufruire gratuitamente di un’audioguida in tre lingue (IT, ENG, DH) che permetterà di ascoltare le informazioni direttamente dal proprio cellulare in modalità privata (tenendo il telefono poggiato all’orecchio) o in audio diffuso in condivisione con amici e famiglia

 

Il museo dispone anche di un laboratorio didattico, nel quale vengono organizzate attività per le scuole e per le famiglie e di un bel giardino che al suo interno, in un’apposita serra, ospita una ricca collezione di piante grasse, che prende origine proprio da alcuni cactus e fichi d’India riportati a Bra dal Messico da Federico Craveri.

 

Come molti naturalisti dell’800, Federico Craveri, oltre che per l’esplorazione, era interessato a molte delle discipline scientifiche che studiano il mondo della natura. Fu chimico, geologo, alpinista, botanico e zoologo, ma soprattutto fu uno dei primi meteorologi italiani. A lui si deve l’invenzione dell’Eliofotometro, che storicamente fu il primo strumento in grado di misurare l’irraggiamento solare. Fu fondatore dell’Associazione Meteorologica Italiana così come lo era stato del Club Alpino Italiano, La sua collezione d’erbario, insieme alle altre conservate nel museo, è oggi iscritta nell’Index Herbariorum del New York Botanical Garden, indice mondiale che raggruppa le collezioni botaniche di pregio, accessibili agli studiosi e ai ricercatori. Il Museo Craveri è il racconto di tutti questi mondi meravigliosi.

 

MUSEO CRAVERI

Via Craveri 15. Bra (CN)

Orario: da lunedì a giovedì 15-18 |Domenica 10-00-12.30 e 14.30-17.30

Biglietto: € 3. La domenica visita guidata gratuita.

Gratuito per disabili e accompagnatore, minorenni e over 65.

Visite didattiche su prenotazione.

www.museidibra.it/museocraveri

 

Il Museo Craveri fa parte dei Musei Civici di Bra insieme a Palazzo Traversa, Museo del giocattolo, La Zizzola.

Green pass: controlli e sanzioni sui mezzi pubblici

L’assessora con delega ai Trasporti, Chiara Foglietta, ha risposto, in Consiglio Comunale, ad una richiesta di comunicazioni da parte della consigliera Paola Ambrogio (Fratelli d’Italia), in merito ai controlli previsti dalle normative nazionali, introdotte dal 6 dicembre scorso, relative al possesso del green pass per l’accesso sui mezzi pubblici.

Le attività di controllo, ha spiegato l’Assessora, sono state svolte a campione, contestualmente alla verifica dei biglietti di viaggio, congiuntamente dagli assistenti della clientela Gtt con agenti della Polizia municipale, secondo le indicazioni operative comunicate dal Prefetto di Torino.

Gli assistenti alla clientela Gtt, ha ricordato Foglietta, non hanno poteri sanzionatori relativi alle violazioni delle norme sul green pass.

Nella prima giornata di entrata in vigore del provvedimento, ha illustrato l’Assessora, a partire dall’orario di ingresso scuole e sino alla tarda mattinata, sono stati effettuati 120 controlli alle fermate XVIII Dicembre, Orvieto e Mortara, da parte di 6 agenti Gtt e 7 agenti della Polizia municipale che non hanno riscontrato violazioni. Alla data del 17 dicembre, sono state complessivamente 1400 le persone controllate con l’effettuazione di una decina di sanzioni.

Dopo la comunicazione dell’assessora Foglietta è intervenuta la consigliera Paola Ambrogio che ha evidenziato come il mezzo di trasporto pubblico continui a rappresentare un luogo di possibile contagio. Ha evidenziato come la difficoltà nel garantire un distanziamento, comporti la necessità o di aumentare il numero dei mezzi o di renderli sicuri attraverso i controlli.

20 dicembre 2021

Autismo, si potenzino i programmi cognitivo-comportamentali

“Per garantire a tutti terapie davvero efficaci”


Lo chiedo alla Giunta Regionale con un’interpellanza: servono più risorse economiche e un incremento del personale per ottenere livelli di assistenza finalmente adeguati alle esigenze delle famiglie piemontesi.



Disturbo dello spettro autistico: le tecniche cognitivo-comportamentali sono unanimemente riconosciute, alla luce di chiare evidenze scientifiche, come le più efficaci; le stesse linee guida adottate dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità le raccomandano. Da numerose segnalazioni, tuttavia, sembrerebbe emergere che, sul territorio piemontese, questa tipologia di terapia sia raramente fornita dalle ASL. Altre generiche terapie psicomotorie e di logopedia erogate, per poche ore settimanali, in sostituzione delle tecniche cognitivo-comportamentali garantiscono un’efficacia decisamente ridotta rispetto a queste ultime. Una situazione penalizzante per tutti, soprattutto per le famiglie che dispongono di più limitate risorse economiche e che dunque non possono rivolgersi ai costosi centri privati. Chiederò alla Giunta Cirio, con un’interpellanza, se vi sia l’intenzione di investire per incrementare il personale necessario a garantire livelli di assistenza adeguati in favore dei soggetti con disturbo dello spettro autistico e di incrementare le risorse economiche trasferite alle ASL per l’erogazione di programmi cognitivo-comportamentali. La tempestività dell’intervento è fondamentale, alla luce dei tempi rapidissimi di crescita nei primi anni di vita: più il tempo passa, meno trattabile risulta il disturbo e meno efficaci gli interventi.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.