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Torna Torino Design City per tutto il mese di ottobre

Per tutto il mese di ottobre, Torino si anima con una serie di iniziative dedicate al design. Torna Torino Design City, seconda edizione della manifestazione nata lo scorso anno in occasione del decennale della nomina di Torino a Città Creativa UNESCO del Design. Il calendario 2025 raccoglie eventi promossi da istituzioni, università, enti e soggetti del territorio che operano nei diversi ambiti del design — dall’arte alla rigenerazione urbana, dalla formazione all’impresa.

“Con Torino Design City – dichiara l’assessora alla Cultura Rosanna Purchia – riaffermiamo l’impegno nel valorizzare il titolo di Città Creativa UNESCO del Design, riconoscimento che da più di dieci anni racconta un’identità capace di unire le radici industriali della nostra città e le nuove vocazioni legate all’innovazione, alla formazione, alla cultura e alla creatività. Il programma 2025 riflette l’energia di una comunità del design viva, sostenuta da istituzioni, università, enti formativi, professionisti e imprese. Intrecciando percorsi che vanno dal turismo alla formazione, dall’impresa alla ricerca, Torino Design City è l’occasione di riconoscere nel design una chiave per interpretare il presente e costruire insieme nuove prospettive”.

Tra le iniziative della Città di Torino, sostenute dai fondi del Ministero del Turismo nell’ambito del progetto Torino. Dire Fare Vedere Design. Una Città Creativa UNESCO, il riallestimento della mostra “We design”, allestita sotto i portici di via Po, che invita cittadini e visitatori a riscoprire il volto creativo della città attraverso una narrazione diffusa tra le arcate del centro, e i sei nuovi itinerari turistici del design, studiati da Circolo del Design e Urban Lab e organizzati da Turismo Torino, che nei fine settimana di ottobre accompagneranno il pubblico alla scoperta dei luoghi e delle storie che intrecciano cultura del progetto, architettura e innovazione.

Sabato 18 ottobre alle ore 14.30, in collaborazione con la startup Stendhapp, la Caccia all’icona coinvolgerà cittadini e visitatori nella ricerca e scoperta dei simboli e delle icone del design torinese. Mercoledì 22 ottobre alle ore 16.30 al Polo del ’900 si terrà invece il dialogo pubblico “Torino, una città due capitali: il ruolo dei riconoscimenti tra innovazione e smart tourism”, con la partecipazione degli assessori alla Cultura Rosanna Purchia, al Verde pubblico Francesco Tresso, all’Innovazione Chiara Foglietta e al Turismo e Grandi eventi Domenico Carretta, con il direttore della candidatura di Torino a Capitale Europea della Cultura 2033 Agostino Riitano. Giovedì 23 ottobre alle 17.30, sempre al Polo del ’900, il Politecnico di Torino promuove infine l’incontro “Open Systems ed Exclusive Brands Torino: il progetto sistemico tra formazione e imprese”, in collaborazione con Exclusive Brands Torino, la rete di Unione Industriali Torino che riunisce ventinove eccellenze imprenditoriali, che sarà dedicato al rapporto tra accademia e mondo produttivo.

Il programma di Torino Design City 2025 si è aperto con il workshop rivolto ai soggetti del settore, dal titolo “Design Together 2026”, ospitato al MAcA – Museo A come Ambiente e organizzato in collaborazione con il Politecnico di Torino, che ne ha curato il coordinamento e la realizzazione. L’iniziativa nasce come azione di coinvolgimento e co-progettazione con i soggetti del territorio attivi nei diversi ambiti del design torinese – dall’automotive all’architettura, passando per l’industria, l’artigianato, la grafica e la comunicazione e includendo i settori della formazione, della ricerca e della cultura d’impresa – al fine di favorire il confronto e raccogliere prospettive e contributi per delineare le prossime tappe del progetto Torino Design City.

Torino Design City 2025 è un progetto della Città di Torino, realizzato da Urban Lab e Turismo Torino e Provincia, con il sostegno di Camera di Commercio di Torino, Fondazione CRT, Fondazione Compagnia di San Paolo, con il supporto del Politecnico di Torino e il contributo del Ministero del Turismo.

Il calendario aggiornato di tutti gli appuntamenti è disponibile sul sito www.torinodesigncity.it.

Strade più sicure a Gravere

Su richiesta dell’amministrazione comunale di Gravere, l’Ufficio Pianificazione e realizzazione opere pubbliche della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali della Città metropolitana di Torino ha redatto il Documento di fattibilità delle alternative progettuali per la messa in sicurezza della viabilità nelle località Colfacero e Arnodera. Gli interventi hanno un costo complessivo stimato in 87.795 euro e riguardano in borgata Arnodera il tornante di via Belvedere in direzione di Susa e in località Colfacero il tratto di via Oulx appena a valle del bivio da cui si diramano le viabilità locali per Susa e per Meana di Susa.

In borgata Arnodera nel tratto oggetto di progettazione la carreggiata di via Belvedere è larga circa 5 metri, ma si riduce ad appena 3 metri e mezzo sul ponticello che scavalca via San Rocco. La strada è sorretta da muri di contenimento che originariamente erano in pietra. A valle del ponticello la carreggiata torna ad essere larga circa 4 metri. Successivamente alla costruzione della strada, la carreggiata è stata allargata di circa 1 metro, con la realizzazione di un solettone in cemento armato, sostenuto da contrafforti a valle. Il lato della carreggiata esposto verso valle è protetto da semplici parapetti, non idonei al contenimento di un eventuale veicolo che dovesse sbandare. L’amministrazione comunale ha iniziato a provvedere alla sostituzione di 12 metri di barriera infissa. La nuova barriera è stata posata su di un banchettone in cemento armato fondato su micropali. Ora il Comune intende completare l’intervento, con la sostituzione del parapetto di valle con una barriera stradale idonea. Considerato il maggior ingombro della barriera rispetto al parapetto e per non restringere ulteriormente la stretta carreggiata sul ponticello, i tecnici della Città metropolitana hanno previsto la demolizione dell’attuale cordolo in cemento armato, da sostituire con un altro cordolo rinforzato con mensole metalliche sulla parte inferiore. Il costo dell’intervento è stimato in 980 euro al metro da moltiplicare per gli 11 metri di lunghezza del ponticello. La realizzazione di un nuovo banchettone lungo 7 metri in cemento armato al di sotto della pavimentazione stradale costerebbe 810 euro al metro. Il banchettone sarebbe solidarizzato al muro di valle e potrebbe ospitare la nuova barriera stradale, da installare al posto dell’attuale parapetto pedonale. Il nuovo elemento collegherebbe la soletta del ponticello e il banchettone esistente più a monte. L’intervento prevede la rimozione del parapetto pedonale esistente e il ripristino della zona di ancoraggio di una platea in cemento armato esistente, su cui verrebbe collocata la nuova barriera stradale. Si prevede una leggera demolizione del calcestruzzo del muro esistente e la conservazione delle armature in opera del muro e del banchettone, l’inghisaggio di nuove barre e il ripristino del cordolo che ospiterà la nuova barriera stradale, che dovrà essere raccordata a quella esistente a monte, recentemente installata. Il costo del ripristino del banchettone lungo 14 metri e mezzo è di 870 euro al metro.

Lo studio di fattibilità prevede inoltre la realizzazione di un nuovo banchettone su micropali per una lunghezza di 20 metri e con un costo di 2.920 euro al metro. L’intervento consisterebbe nella rimozione della barriera infissa esistente sulla scarpata e la realizzazione di un nuovo banchettone fondato su una palificata di micropali. Il nuovo banchettone dovrebbe ospitare una nuova barriera stradale del tipo tassellato “bordo ponte”, per il contenimento di un eventuale urto da parte di un veicolo in sbandamento. La nuova barriera su banchettone dovrà essere raccordata a quella posta sul banchettone di valle esistente.

In località Colfacero l’incrocio tra via Susa, via Meana e via Oulx è stato messo in sicurezza con la recente installazione di una barriera infissa. L’amministrazione intende proseguire l’installazione di un’ulteriore barriera infissa lunga a 40 metri sul lato di valle di via Oulx, con un costo stimato in 150 euro al metro.

Forza Italia, il centro in movimento

Si è appena svolto presso la Sala Consiliare del Comune di Moncalieri il Congresso Istituzionale “Il Centro in Movimento”, presieduto dal Senatore Roberto Rosso, Vice Capogruppo al Senato e Vice Segretario Regionale del partito, nonché Membro della Commissione Vigilanza Rai. Un evento importante e atteso, teso a creare le basi per un confronto costruttivo e producente in vista dell’appuntamento elettorale della Città alle urne per il 2026. “L’unita del Centrodestra è la più grande Eredità di Silvio Berlusconi, e siamo tutti chiamati a farne tesoro. La più grande vittoria è quando c’è rispetto per le idee politiche. Quello che conta è proseguire uniti sul cammino intrapreso perchè anche i territori siano sempre più espressione di un’Italia moderata e liberale, capace di guardare con rinnovato slancio e altrettanto impegno alle sfide che è chiamata a vincere per il bene dei territori e delle comunità”, chiosa il Senatore Roberto Rosso innanzi a una sala gremita di partecipanti attenti. Presente anche Maurizio Scandurra, noto opinionista de ‘La Zanzara’ di ‘Radio24″, che aggiunge: “Le parole piene di speranza e risultato del Senatore Roberto Rosso sono l’espressione di un equilibrio imprescindibile perchè l’elettorato comprenda le istanze di buonsenso di governo, intese quali principi i eludibili certi e funzionali al rilancio di una nazione che ha bisogno di guardare avanti su basi solide per crescere e prosperare”, afferma il giornalista radiotelevisivo.

Rivoli più inclusiva: nuovo Servizio di Interpretariato LIS 

A partire da martedì 14 ottobre 2025, il Comune di Rivoli attiverà il nuovo Servizio di Interpretariato LIS (Lingua dei Segni Italiana ), un’iniziativa pensata per facilitare la comunicazione tra le persone sorde o con disabilità uditive e gli uffici comunali.

Lo sportello sarà operativo due martedì al mese, con orario dalle 13.30 alle 16.00, e offrirà ai cittadini la possibilità di usufruire della presenza di un interprete LIS qualificato, che li assisterà nella gestione delle pratiche amministrative o nella richiesta di informazioni.

Il servizio, completamente gratuito, rappresenta un passo concreto verso una maggiore accessibilità e inclusione all’interno della comunità. Per accedervi è necessaria la prenotazione obbligatoria, da effettuare entro 48 ore prima dell’appuntamento tramite l’agenda online disponibile sul sito istituzionale del Comune di Rivoli.

Oggi facciamo un nuovo passo verso una Rivoli più inclusiva. – dichiara l’Assessore all’Inclusione Sociale Silvia Romussi – Vogliamo garantire pari opportunità di comunicazione per tutti i cittadini e rendere il Comune un luogo in cui ogni persona si senta accolta e ascoltata.  L’Amministrazione continuerà a investire su accessibilità e partecipazione, perché una città è più forte quando è davvero di tutti.

Con questo progetto, l’Amministrazione comunale conferma il proprio impegno nel rimuovere barriere comunicative e culturali, promuovendo una città aperta, equa e solidale, dove il diritto all’informazione e alla partecipazione è garantito per tutti.

Per prenotazioni al servizio di Interpretariato LIS è sufficiente accedere a questo link sul sito del Comune di Rivoli, mettere un flag sulla lettura dell’informativa sulla privacy e procedere con la scelta della data disponibile:
https://tinyurl.com/ynm6dea6

Trasporti: Cgil in piazza davanti alla Regione

La Cgil ieri ha organizzato una manifestazione davanti al grattacielo della Regione Piemonte. Il sindacato ha consegnato  un documento realizzato con altre associazioni: Legambiente, Fridays For Future, Unione degli Universitari, Federconsumatori, Arci, Libera e Comis. hanno preso parte al l’iniziativa Pd, Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle. Nel documento ci sono i dati di un questionario, lanciato durante la mobilitazione. Emerge che  l’1,6% definisce il servizio di trasporti ‘ottimo’ , il 14,2% lo considera ‘buono’, ma  oltre il 53% lo giudica scarso o pessimo”.

La nona stagione di Vitamine Jazz

CON LA 474° VITAMINA SI APRE DANZANDO CON “BALLA TORINO” 

Le “Vitamine Jazz”, varate nel settembre 2017 dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna, in accordo con la Direzione dell’AOU Città della Salute e della Scienza e l’Università degli Studi di Torino, sono il più articolato, ampio e longevo programma al mondo di esecuzioni di jazz realizzate in un ospedale. La Fondazione ha mobilitato, con la Direzione Artistica di Raimondo Cesa, le istituzioni culturali del territorio e la comunità degli artisti che hanno messo a disposizione della causa tempo e competenze in modo gratuito.
Il progetto si colloca nel percorso strategico sull’alleanza virtuosa tra “Cultura e Salute” varato dalla Fondazione nel 2011 che vede coinvolti istituzioni culturali, medici, esperti nelle scienze sociali, economisti della cultura per portare in Ospedale esperienze pilota esportabili in altri contesti.
All’Ospedale Sant’Anna di Torino, il più grande d’Europa dedicato alle donne, hanno partecipato oltre 350 jazzisti di fama nazionale e internazionale.
Le note del jazz hanno dato il benvenuto alle nuove vite nei reparti maternità, accompagnato le pazienti durante le cure chemioterapiche nel Day Hospital oncologico, ingannato il tempo dell’attesa nelle sale d’aspetto e al pronto soccorso.
Il programma si sviluppa in dialogo con il personale dei reparti coinvolti ed è stato valutato molto positivamente da pazienti e operatori sanitari che hanno partecipato a focus group condotti dalla dott.ssa Catterina Seia, Responsabile progetto “Cultura e Salute” della Fondazione Medicina a Misura di Donna, insieme al team del prof. Pier Luigi Sacco, Economista della Cultura.
Attendiamo gli appuntamenti con curiosità e meraviglia. La musica ci stimola e ci ha aperto nuovi mondi” affermano le infermiere intervistate. Gli stessi musicisti definiscono l’ospedale “un grembo armonico” e considerano l’esperienza dell’esecuzione ad personam un arricchimento personale e professionale.

L’arte di far star bene: Torino e la forza dei suoi volontari

SCOPRI – TO ALLA SCOPERTA DI TORINO
Torino è una città che sa prendersi cura. Lo fa con discrezione, con quella riservatezza che la contraddistingue, ma anche con una profonda umanità. In mezzo ai suoi viali eleganti e ai portici antichi, esiste un cuore che batte per chi soffre. È il cuore delle associazioni che dedicano tempo, energie e sorrisi ai bambini e alle persone malate, rendendo la città un laboratorio quotidiano di solidarietà.
Tra queste realtà, un posto speciale lo occupa La Mole del Sorriso, un’associazione ODV nata a Torino nel marzo del 2004, “il primo giorno di una primavera”, come amano ricordare i suoi fondatori. Tutto è cominciato da un piccolo gruppo di persone unite da un’idea semplice ma potente: portare un sorriso dove la vita si fa più difficile. Con il tempo, quella scintilla è diventata una fioritura colorata, proprio come i fiori in primavera.
Oggi i volontari della Mole del Sorriso – che si fanno chiamare affettuosamente “Molini” – sono più di ottanta. Uomini e donne tra i 18 e i 75 anni, studenti, lavoratori, pensionati, persone comuni con una passione fuori dall’ordinario: regalare leggerezza. Ogni settimana si trasformano in “claun di corsia”, sì, con la “a” e non con la “o”, perché il loro non è un mestiere, ma un volontariato del cuore. Non sono artisti professionisti né medici, ma volontari che, armati di un naso rosso, abiti sgargianti e una dose inesauribile di empatia, portano nelle stanze degli ospedali di Torino e dintorni un po’ di allegria, di gioco e di normalità.
Il loro camice, a prima vista, può ricordare quello dei dottori, ma basta uno sguardo per capire che è un camice speciale: colorato, vivace, impossibile da confondere. È la loro divisa del sorriso, quella che apre porte e cuori, che riesce a trasformare un pomeriggio difficile in un momento di luce. Ogni volta che entrano in una stanza, i Molini lasciano da parte la loro vita quotidiana per diventare “supereroi del sorriso”, pronti a condividere un po’ di spensieratezza con chi ne ha più bisogno.
La loro forza sta nel gruppo: un insieme di persone diverse ma unite dallo stesso desiderio, quello di mettersi in gioco, di regalare un frammento di felicità anche a chi sta affrontando una malattia o un momento di disagio. Ogni incontro è un piccolo miracolo di empatia. Non si tratta solo di far ridere: è un modo per ricordare ai bambini e agli adulti che dietro una stanza d’ospedale continua a esserci la vita, con la sua bellezza, i suoi colori, e la sua possibilità di meravigliarsi ancora. E quando li vedi all’opera, capisci che dietro quei sorrisi non c’è improvvisazione, ma una profonda attenzione alla persona, alla sua sensibilità, al momento che sta vivendo. Ogni gesto è misurato, ogni parola è scelta con cura: è un linguaggio fatto di leggerezza, ma anche di profondo rispetto per la fragilità.
Accanto alla Mole del Sorriso ci sono altre realtà torinesi che condividono la stessa missione. Casa UGI, che accoglie e sostiene i bambini malati di tumore e le loro famiglie, o VIP Torino, con i suoi clown volontari che portano leggerezza e vicinanza in ospedale. Tutte queste associazioni sono diverse tra loro, ma legate da un filo invisibile: la convinzione che l’aiuto, per essere efficace, debba essere prima di tutto umano. In ognuna di esse si respira la stessa energia: quella di chi sceglie di donare tempo e presenza, consapevole che a volte un sorriso sincero può cambiare il corso di una giornata, e forse, anche di una vita.
Il potere delle parole e dell’energia che trasmettiamo
Chi si avvicina al mondo del volontariato scopre presto che non bastano le buone intenzioni: serve attenzione, rispetto e consapevolezza anche nel linguaggio. Come ricorda Paolo Borzacchiello, esperto di linguaggio e comunicazione, le parole non sono neutre. Hanno il potere di cambiare lo stato emotivo di chi le ascolta e di chi le pronuncia. Alcune frasi, anche se dette con affetto, possono evocare immagini di sforzo o di dolore — come “supererai questa battaglia” o “vedrai la luce alla fine del tunnel”. Queste espressioni, spiegano gli studi, attivano inconsciamente risposte di stress nel cervello, aumentando il cortisolo e abbassando le difese immunitarie.
Per questo, quando si parla con una persona fragile è importante scegliere parole che creino serenità, che accendano speranza e non paura. È ciò che fanno ogni giorno i volontari della Mole del Sorriso, che comunicano con leggerezza ma anche con grande responsabilità. Un linguaggio gentile può cambiare il modo in cui una persona vive la propria malattia, perché, in fondo, ogni parola è una piccola dose di energia che doniamo agli altri.
Lo stesso principio vale anche nella vita quotidiana. Troppo spesso ci parliamo male, ci sminuiamo, ci raccontiamo con parole che non ci aiutano: “sono un disastro”, “non ce la faccio”, “scusa se disturbo”. Ma il cervello, per sua natura, tende a confermare ciò che pensa: se gli diciamo che non possiamo, troverà il modo di renderlo vero. Per questo è così importante cambiare linguaggio, dentro e fuori di noi. Non per fingere che tutto vada bene, ma per costruire una realtà più equilibrata, più consapevole, più nostra.
Torino, con i suoi volontari e le sue associazioni, ci insegna che la cura comincia da un sorriso, da una parola, da un gesto semplice perché aiutare gli altri è anche un modo per aiutare se stessi. E che, forse, il segreto per stare davvero bene è imparare a vivere ogni giorno con la stessa leggerezza e gratitudine con cui i Molini varcano la soglia di una stanza d’ospedale. Perché, come loro ricordano, la vita non va aspettata: va vissuta, fino in fondo, con gentilezza, coraggio e amore.
NOEMI GARIANO