ilTorinese

La Reggia di Venaria chiude un mese per lavori

CHIUSURA DELLA REGGIA DI VENARIA, DEI GIARDINI E DELLE MOSTRE

DA  LUNEDÌ 13 FEBBRAIO A SABATO 11 MARZO COMPRESO.

ALLA RIAPERTURA, IL 12 MARZO, I VENARIESI POTRANNO VISITARE I GIARDINI TUTTO L’ANNO CON UN ABBONAMENTO A 5 EURO

La Reggia di Venaria con i suoi Giardini e le mostre chiude i battenti per un mese per eseguire lavori di manutenzione straordinaria e si trasforma, nel contempo, in un set cinematografico.

Alla sua riapertura, domenica 12 marzo, i residenti venariesi potranno avvalersi dell’abbonamento annuale, valido per i Giardini, ad un costo agevolato di 5 euro, usufruibile dal martedì alla domenica (compresi le festività ed eventuali aperture straordinarie), valido per tutto il 2023.

L’iniziativa è frutto della mozione presentata nella seduta del Consiglio comunale del 21/03/2022 e votata all’unanimità dall’assemblea consiliare.

L’abbonamento è acquistabile presso la biglietteria della Reggia di via Mensa negli orari di apertura, presentando la carta d’identità o il certificato di residenza.

Si ricorda, inoltre, l’iniziativa “La Reggia e la Città ti fanno gli auguri”. Nel giorno del proprio compleanno i cittadini venariesi residenti (insieme ad 1 solo eventuale accompagnatore) potranno beneficiare di ingresso gratuito al complesso della Venaria (Reggia e Giardini), mostrando la carta d’identità, sempre alle casse della biglietteria, che attesti data di nascita e luogo di residenza (qualora il giorno del compleanno dovesse coincidere con un giorno di chiusura, si potrà fruire della promozione esclusivamente il primo giorno utile successivo a tale giornata di chiusura).

Per altre informazioni: www.lavenaria.it – tel. +39 0114992333

Dichiara Guido Curto, Direttore generale del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude «La conferma anche per il 2023 dell’accordo con il Comune che prevede l’ingresso ai Giardini della Reggia per i venariesi tramite abbonamento dedicato con un costo simbolico, rientra in una serie di azioni congiunte volte alla valorizzazione reciproca dell’unicum Reggia-Città di Venaria Reale, in questo caso per consentire di apprezzare tutto l’anno le bellezze dei nostri Giardini rafforzando anche il sentimento di identità e appartenenza dei cittadini nei confronti del loro straordinario patrimonio storico e paesaggistico. Per questi motivi non posso che essere soddisfatto per aver colto la proposta del sindaco Fabio Giulivi e dell’assessore Marta Santolin, auspicando che possa essere fruita dal maggior numero possibile di venariesi».

“Gli spiriti dell’isola” di Martin McDonagh, una matura opera da vedere

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Una sceneggiatura e una regia perfette, due attori pronti per gli Oscar

C’è un’immagine suggestiva quanto emblematica ad aprire “Gli spiriti dell’isola” di Marrtin McDonagh – nato a Londra ma di origini irlandesi, drammaturgo, cui già lo Stabile genovese prestò negli anni a cavallo del nuovo millennio una precisa attenzione, prima che sceneggiatore e regista ormai consacrato che qui rischia di appropriarsi delle maggiori statuette ai prossimi Oscar (sono ben nove le candidature), ma già premiato per la miglior sceneggiatura originale ai Golden Globe, come era accaduto per “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” ormai cinque anni fa. Una tavolozza dove campeggia un bel verde compatto, una distesa di terreno ripresa dall’alto, immersa in un paesaggio quasi irreale di scogliere e rocce e sentieri impervi, un unicum che potrebbe dare al primo sguardo il senso della singolarità se non fosse per quella spezzettatura, per quei solchi neri e avvallati che la attraversano e che la rendono lo specchio della frammentarietà. Come frammentario è quel minuscolo villaggio sparso a guardare il mare della immaginaria isola di Inisherin, di fronte a quell’Irlanda del 1923 da cui arrivano come una eco le ultime esplosioni e gli spari della guerra civile; come frammentari, disuniti, lontani gli uni dagli altri sono quei personaggi (una bellezza di raffinata scrittura) che vivono nel chiuso delle proprie case, il cui unico ritrovo è il pub per una pinta di birra e un po’ di musica, che aspettano come la proprietaria della drogheria i pettegolezzi e le notizie che possono arrivare dai simili e dal mondo esterno.

C’è in questo rarefatto alveare il mandriano Pàdraic, uomo semplice e buono, che vive con la sorella Siobhàn pronta a sognare la fuga da quell’angolo scomposto di mondo, c’è il violinista Colm pronto a rivelarsi avaro di gesti e di parole, ci sono gli animali che vivono quelle case e quelle stesse strade, l’asina e il cane, le vacche e i vitellini che negli occhi sembrano commentare la stupidità dell’uomo, come pure i gabbiani che arrivano in volo. Senza dispute o fattacci che facciano presagire una tempesta, all’improvviso, Colm cessa quell’amicizia che da sempre nutre con Pàdraic, non vuole avere più a che fare nulla con lui, si chiude in un mutismo assoluto, motivando la decisione con la noia derivata dalle chiacchiere e dall’andazzo superficiale di ogni giorno e il tempo da utilizzare nel migliore dei modi, per esempio nella composizione di musiche nuove. Motivi futili, inspiegabili, che soprattutto non riportano il sorriso. Ci sono i dialoghi scarni, reiterati, le frasi stupidamente raddoppiate ma anche ripronunciate per darsi una ragione se possibile di quanto sta succedendo, le parole calibrate, dette con severità, a tratti rimbalzando contro un’ironia che McDonagh controlla con rara bravura. Colm minaccia di tagliarsi un dito della mano se Pàdraic gli rivolgerà ancora la parola: mentre il racconto, esempio chiarissimo di un assurdo che solo in una Irlanda patria di Samuel Beckett poteva trovare le proprie radici, continua a scavare nei silenzi che soltanto il cocciuto e amareggiato Pàdrain tenta di scardinare. Sino ad avanzare in una tragedia che vede altre mutilazioni, incendi, uccisioni.

Un fatto minimo e un’evoluzione sconcertante, addirittura un’opera quasi concepita e costruita nel nulla ma che al contrario, scena dopo scena, offre una vita più che convincente ai sentimenti, alla ricerca di amicizia e di solidarietà, al rifiuto degli altri e alla noia che con un cammino opposto dà spazio alla solitudine, alla volontà di guardare essenzialmente al presente o di gettare lo sguardo verso un futuro in cui lasciare qualcosa di se stessi: la guerra non è soltanto quella che si combatte là dove si perde l’orizzonte, è qui in mezzo a noi, ormai incapaci – e non è soltanto un discorso morale, parliamo anche di necessità fisica – di costruire rapporti duraturi, lontani del tutto dal rancore e dalla raddolcita franchezza umana.

Colin Farrell e Brendan Gleeson (bravissimi entrambi, per entrambi preparate le candidature che potrebbero portarli alle agognate statuette: del primo da sottolineare il lavoro sul corpo, la poesia e la rabbiosa determinazione, i piccoli gesti del quotidiano, il rapporto con gli animali che lo accompagnano, la perdita di ogni certezza nell’abbandono dell’amico, la scena nel pub con la tirata intorno alla bellezza antica della “gentilezza” per eleggerlo immediatamente a miglior attore dell’anno, dell’altro tutta l’asprezza, contrapposta alla dolcezza delle musiche e delle canzoni che l’attore stesso ha composto per il film) tornano a lavorare con McDonagh a circa quindici anni da “In Bruges”, storia di due sicari diversamente colpiti dalla noia e dai percorsi artistici della città belga. “Gli spiriti dell’isola” è una favola aspra e grottesca da segnare convintamente tra le pellicole da vedere in questo periodo, è una favola di insano realismo ai bordi della magia. Il titolo originale suona “The Banshees of Inisherin”, laddove le “banshees” sono le streghe che circolano tra quella nature, pronte ad apparire quando qualcuno deve morire.

FFF, Sciopero Globale per il Clima il 3 Marzo

Riceviamo e pubblichiamo 


“La nostra rabbia è energia rinnovabile”

Anche in Italia, in tutte le città, Fridays For Future chiama una giornata di mobilitazione per la giustizia climatica.

Fridays For Future lancia per venerdì 3 marzo un nuovo sciopero globale per il clima in tutto il mondo. <la crisi climatica è arrivata nelle nostre città, dobbiamo gridare nelle piazze di tutto il mondo che l’azione per la giustizia climatica non è rimandabile>> spiega il movimento nato nel 2019 e divenuto famoso per gli scioperi oceanici organizzati in questi anni.

Nel 2022 in Italia si sono verificati 310 eventi estremi, per la maggior parte siccità, grandinate, trombe d’aria e alluvioni. Sono morte 29 persone a causa dei disastri ambientali. Quella del 2022 è stata l’estate più calda della storia Europea, che nel sud Italia ha fatto registrare temperature record.

A novembre 2022 la media di CO2 nell’atmosfera si aggirava attorno a 420 ppm (parti per milione). Soli 10 punti sotto il limite indicato dagli esperti (climatewatchdata.org) per mantenere l’aumento della temperatura globale sotto gli 1.5°C.

Mentre nella maggior parte dei comuni italiani aumenta il costo dei trasporti pubblici con nuove tariffe record, le compagnie energetiche vantano miliardi in extra-profitti.

Aumentano anche le bombe climatiche, progetti di esplorazione ed estrazione di combustibili fossili ad alte emissioni che da soli basterebbero a far surriscaldare il pianeta oltre il limite.

Mai come oggi si sente forte la necessità di dare nuova voce alla scienza.

<> denuncia Marco Modugno, portavoce di Fridays For Future Italia: <

Dati scientifici, energia e partecipazione sono le loro sostitute.

Le politiche climatiche italiane sono gravemente insufficienti e si manifestano con totale incoerenza: tempistiche tardive, mancanza di un legame tra visione di lungo periodo e obiettivi di medio termine, scarsa implementazione e monitoraggio degli obiettivi raggiunti e disallineamento delle politiche nei diversi livelli dell’amministrazione pubblica.>>

Nonostante il costo degli impianti rinnovabili diminuisca di anno in anno, l’Italia sceglie di soddisfare l’80% della propria energia primaria con le fonti fossili, creando ostacoli burocratici alle alternative sostenibili e partecipative, come le comunità energetiche.

In un panorama di generale sfiducia verso le istituzioni rispetto alla capacità di affrontare la sfida climatica, Fridays For Future invita chiunque senta l’urgenza di agire a scendere in piazza, per una nuova giornata mondiale di mobilitazione.

<prima che la situazione diventi irreversibile>> afferma Michela Spina, portavoce del movimento: <rinnovare la nostra rabbia ancora e ancora, e manifestare insieme Venerdì 3 marzo. Scenderemo nelle piazze di tutto il mondo per trasformare quella rabbia in proposte concrete verso un mondo decarbonizzato.>>

La nostra rabbia è energia rinnovabile.

 

Per maggiori informazioni sullo sciopero, le rivendicazioni e le richieste contattare l’ufficio stampa di Fridays For Future Italia

Italia@fridaysforfuture.it

Addominoplastica: l’intervento lo valuta la struttura chirurgica

Questa la replica dell’assessore regionale Maurizio Marrone all’interpellanza della consigliera Francesca Frediani (M4o-Up)  “Diastasi dei retti addominali: patologia, diagnosi e interventi risolutivi” , rivolta all’assessore alla Sanità, Luigi Icardi.

Marrone ha spiegato che “non vengono presi in considerazione criteri esclusivamente quantitativi, come l’ampiezza in valore assoluto della diastasi (2 cm) ma si richiede una valutazione clinica rapportata al singolo caso, essendo il danno proporzionato alla costituzione della paziente. Quando la patologia risulta di grado elevato – ha infine specificato –  le strutture chirurgiche della Regione Piemonte possono effettuare regolarmente, tra le varie terapie, l’intervento di addominoplastica.

Frediani ha replicato che “manca nella risposta la parte della presa in carico del paziente e delle informazioni alle donne sulle conseguenze che può avere una maternità. Queste informazioni potrebbero essere inserite nell’Agenda di gravidanza, su questo farò magari delle proposte in merito”.

Quel Carnevale indimenticabile di tanti anni fa tra via Po e piazza Vittorio

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTÀ

Febbraio, dunque carnevale. Il Carnevale è pagano per eccellenza. Addirittura affonda le radici negli antichi Egizi. Per noi era tre cose.

Il Gianduia. Lecca lecca di varie dimensioni con coriandoli annessi. Le giostre di piazza Vittorio e soprattutto i costumi. Così carnevale alle elementari e medie o all’oratorio Michele Rua. Io ero “sfortunato” perché avendo la madre sarta e  i primi costumi erano fatti in fai da te. All’età di 10 anni mi ribellai e mi venne in soccorso zia Teresina, sorella di mio padre. Ero l’unico nipote. Non aveva figli e viziarmi era quasi un atto dovuto.
Il costume fu comprato al Nido dei bimbi, via Po. Teresina aveva una predilezione per il centro. Erano originari  di Vanchiglietta e quando si era sposata era andata a vivere in via Timavo, pieno San Paolo quasi dietro a San Bernardino. In quell’occasione venne anche mio zio, Roberto Sereno era stato sommergibilista e, buon per lui fatto prigioniero nel 1941 dagli inglesi così per lui la guerra durò poco. Essere stato marinaio lo inorgogliva e al polso sinistro aveva un ” bernoccolo ” figlio di una scheggia di missile che si portò dietro tutta la vita. Diceva sempre: la marina era la sola fedele al Re ed antifascista. Tornando al Nido dei bimbi il seminterrato era carico di giochi e di costumi.
Difatto fui banale nella scelta. Costume da cowboy. Grande capello di cartone e soprattutto la pistola con relativo cinturone.
Per simulare gli spari c’erano apposite cartucce decisamente innoque.
Bene,  arrivò il giorno prestabilito per le giostre di piazza Vittorio. Incontro con gli amici al Michele Rua. 50 lire per il biglietto di andata e ritorno, il 57 passava in via Cherubini e fermava in via xx settembre quasi angolo via Garibaldi. E poi giù per via Po, che freddo faceva. Fortunatamente i miei mi avevano convinto nel mettermi sotto il costume la calzamaglia. Orecchie a sventola congelate e mani ghiacciate. Ma nulla poteva fermare un provetto pistolero come il sottoscritto.
Pochi soldi da saper centellinare per le giostre. Dunque la prima cosa da fare per scegliere erano ampi giri per farsi un’idea.
L’ultima volta fu nel 1986. Alice non aveva ancora 2 anni compiuti. Anche allora faceva freddo. Lei era tutta imbacuccata.
Ed ero felice per essere lì. Per mia figlia Alice e per il ricordo di quegli anni. Sempre freddo, tanto freddo ma non lo sentivamo manco più.
Era quel misto di di allegra felicità che ci faceva superare quel freddo. Ed adesso? Unica possibilità diventare nonno. Ma non dipende dal sottoscritto… questa è un’altra storia.

PATRIZIO TOSETTO

Sanità, Azienda Zero. Pd: “Aumenta il caos”

 SI AGGIUNGONO NUOVE FUNZIONI MENTRE LA SANITA’ VA A PICCO NELLA GIUNTA CIRIO REGNA LA CONFUSIONE PIU’ TOTALE”

6 febbraio 2023 – “Abbiamo ribadito più volte che la nuova Azienda sanitaria, fortemente voluta dalla Giunta Cirio, avrebbe creato inefficienza e confusione, generando nuovi costi. La sanità piemontese avrebbe dovuto essere riformata profondamente e la stessa legge di istituzione di Azienda Zero prevedeva, al comma 13, che, entro un anno dalla sua istituzione, venisse approvato il nuovo Piano sociosanitario regionale. Ma di questo nessuna traccia, anzi si è presentato un provvedimento per aggiungere nuove funzioni a Azienda Zero, aumentando, così, il caos” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Con una DCR, inserita all’ultimo momento all’ordine del giorno della Commissione Sanità, che revoca la proposta di legge targata Lega – prosegue l’esponente dem – vengono aggiunte altre funzioni a Azienda Zero, gonfiandola di ulteriori competenze, senza che ci sia un quadro d’insieme complessivo. Si accentrano più funzioni, ma non ci si preoccupa di dare risposte concrete ai tanti problemi che affliggono la nostra sanità: affollamento dei pronto soccorso, liste d’attesa infinite, personale medico e infermieristico insufficiente e gravato da turni insostenibili, incertezze e dubbi sulla realizzazione delle nuove strutture ospedaliere delle quali la nostra regione ha un grande bisogno. Mentre la sanità va a picco in Giunta regna la confusione più totale!”.

“Oggi Azienda Zero é ancora in fase di start up e di formazione della pianta organica e non ha alcun senso incrementarne le funzioni senza un disegno complessivo. Avrebbe, invece, molto più senso un Piano sociosanitario per sapere dove andare e come salvare la sanità pubblica, ma ormai siamo alla fine della legislatura e, purtroppo non si riuscirà a fare. Alla Giunta Cirio non rimane che annunciare l’ennesimo tavolo con le parti coinvolte” conclude Gallo.

Un bacio, un mito. Dall’amor cortese a Doisneau. Gymnasium di Camera

I baci più famosi nella Storia dell’Arte

9 febbraio| ore 18.30 | Gymnasium di CAMERA

 

Giovedì 9 febbraio alle 18.30 è in programma a CAMERA – Centro Italiano per la Fotografial’ultimo incontro del ciclo de “I giovedì in CAMERA”, appuntamenti aperti al pubblico dedicati alla mostra di grande successo che racconta lo sguardo e la sensibilità di Robert Doisneau, uno dei padri della fotografia del Novecento.

Nell’incontro si parlerà dei più conosciuti e interessanti baci della Storia dell’Arte, dall’amor cortese a Doisneau, attraverso le riflessioni del direttore di Palazzo Madama di Torino, Giovanni Carlo Federico Villa.

Si inizierà l’excursus proprio dal 9 marzo 1950, data in cui è stata scattata l’iconica fotografia di Doisneau Le baiser de l’Hotel de Ville: una costruzione quasi teatrale creata su misura per un reportage sugli innamorati parigini commissionato da “Life”. Si passerà poi attraverso un altro scatto di Doisneau di vent’anni dopo, 25 ottobre 1967, dove la Rivoluzione russa viene vista da Akademgorodok e non si capisce letteralmente cosa sia – il perfetto equilibrio tra uomo, natura e scienza nella città giardino – a illustrare un numero speciale de “La Vie Ouvrière”.

Robert Doisneau si rivela autore capace di cogliere la spontaneità dell’utopia in simbiosi con la natura e di costruire un’immagine rispettando le regole auree del perfetto equilibrio compositivo, rivelandosi, così, l’erede della grande tradizione iconografica europea, capace di saldare in uno scatto le suggestioni del Gotico internazionale con il Bacio di Hayez.

Protagonista dell’incontro è Giovanni Carlo Federico Villa, Direttore di Palazzo Madama, Torino e Professore associato di Storia dell’Arte Moderna Università degli Studi di Bergamo e Udine, in dialogo con Walter Guadagnini, direttore di CAMERA.

Intervengono:
Giovanni Carlo Federico Villa, Direttore di Palazzo Madama e Professore associato dell’Università degli Studi di Bergamo e Udine
Walter Guadagnini, Direttore di CAMERA

Ingresso a 3 Euro.

Per prenotazioni, www.camera.to.

Il bullismo non è un gioco da ragazzi. L’impegno della Regione

“Il bullismo non è un gioco da ragazzi, troppo spesso si è sottovalutata la gravità del bullismo, o perché affiora in luoghi a torto ritenuti al riparo da certi comportamenti, oppure perché si è tentati di confondere tali atteggiamenti con la casistica di scherzi e derisioni che fanno parte della memoria scolastica di ciascuno”.

Con queste parole, il presidente Stefano Allasia ha aperto la seduta pomeridiana di ieri del Consiglio regionale. A prevedere un momento dedicato in aula al tema del bullismo la stessa legge regionale del 2018 “”Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo”. “Il bullismo è violenza cerebrale, è libertà senza obblighi e doveri, è isolamento. In quest’ottica – ha concluso Allasia –  la scuola e in generale il mondo degli adulti, deve svolgere un ruolo di cerniera.  La qualità della vita di una città, di un paese, si misura in grande parte sulla normalità della vita quotidiana dei cittadini, quindi su quei piccoli gesti e conflitti che, apparentemente insignificanti, possono in realtà essere fattori determinanti per la crescita di una persona”.

Secondo i dati citati in aula dal presidente Allasia, elaborati dall”Osservatorio (in)difesa” del ministero dell’istruzione,  su 6.000 adolescenti, dai 13 ai 23 anni,  emerso che il 68% di loro ha  assistito ad episodi di bullismo, o cyberbullismo, mentre ne è vittima il 61%. La violenza psicologica è quella più diffusa da parte di coetanei (42,23%) e in particolare il 44,57% delle ragazze ha segnalato il forte disagio procurato dal ricevere online commenti non graditi di carattere sessuale”.

Alle parole del presidente del Consiglio sono seguite quelle dell’assessore all’Istruzione Elena Chiorino – “”Bullismo e cyberbullismo sono violenze che vanno contrastate con fermezza per ripristinare la cultura del rispetto in classe: senza di esso non può esistere nessun sistema scolastico degno di questo nome. Il dilagare di entrambe i fenomeni rappresenta la fotografia di una deriva della desertificazione valoriale che non distingue più la differenza tra forza e violenza. Bisogna restituire forza ai nostri valori cercando di abbandonare il concetto di una società che avanza diritti e rimanda agli altri i doveri. Dal 2020 a oggi oltre 350 mila euro sono stati investiti in centinaia di progetti rivolti sia agli studenti che ai docenti delle scuole piemontesi. Tra le varie sfide legate al mondo della scuola – ha concluso Chiorino – vi è anche quella di restituire autorevolezza ai docenti”.

Al dibattito hanno preso parte anche il consigliere Domenico Rossi (Pd) che ha ribadito come non sia solo una questione di educazione etica, ma di un cambiamento che riguarda la relazione tra pari e tra generazioni diverse. Francesca Frediani (M40.UP) ha suggerito di tornare ad aprire le porte di Palazzo Lascaris ai giovani per entrare nel loro mondo e farli sentire ascoltati, capiti e restituire loro una prospettiva. Per Andrea Cane (Lega) “siamo tenuti a rispondere ai segnali d’allarme, come adulti e come eletti,  e atrattare il bullismo con un problema di salute pubblica. Secondo Mario Giaccone (lista Monviso) il 7 febbraio non è semplice ricorrenza ma giornata di impegno educativo, una presa di coscienza di tutti gli attori in campo. Riccardo Lanzo (Lega) rivolge un appello alle piattaforme social che devono fare la loro parte in termini di tutela e segnalazioni. Per Ivano Martinetti (M5S) “non è accettabile che ragazzi arrivino a perdere la vita, come adulti e rappresentanti delle istituzioni abbiamo il dovere di proteggerli e metterli in guardia”.  Giorgio Bertola (M4o.UP) ricorda Carolina Picchio che nel 2013 ha scelto di togliersi la vota per sottrarsi ai continui episodi di bullismo e invita a non adagiarsi sul fatto che esista una legge nazionale e regionale. Per Paolo Bongioanni (FDI) “la pandemia ha azzerato socialità accrescendo il ricorso ai social, serve che nella scuola i ragazzi possano trovare personale a cui segnalare  eventuali episodi di violenza”.

“Siccità, i bacini idroelettrici devono soccorrere l’agricoltura”

 E devono partire subito i piccoli invasi sul territorio

Il cambiamento climatico si affronta con misure strutturali e con l’uso plurimo della acque. Oggi l’acqua invasata per l’uso idroelettrico in pochissimi casi viene utilizzata anche per scopi idropotabili e irrigui. «Se cambia il clima occorre cambiare anche l’approccio all’utilizzo della risorsa idrica – osserva Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino – L’acqua invasata per concessioni idroelettriche deve poter essere utilizzata anche per venire in soccorso alle coltivazioni nei periodi di grave siccità. Proprio come è accaduto l’estate scorsa con l’accordo tra Coldiretti Torino e IREN grazie al quale la società ha rilasciato dalla sua diga di Ceresole una quantità di acqua sufficiente a superare il momento critico delle coltivazioni. Ora apprendiamo, con interesse, che, anche quest’anno, IREN avrebbe intenzione di venire in soccorso alle coltivazioni nel caso non bastasse l’acqua normalmente captata dai consorzi irrigui dell’Orco. Pensiamo che questo atteggiamento di attenzione per il mondo agricolo sia un esempio da seguire in tutto il territorio torinese visto che tutti i segnali ambientali ci dicono che la prossima estate potrebbe essere nuovamente calda e secca».

Coldiretti Torino chiede l’apertura di un confronto con i gestori delle 23 Grandi Derivazioni esistenti in provincia di Torino compresi gli invasi alpini, dalla valle Orco alla val Chisone, passando per la valle di Viù e la valle di Susa, proprio per sancire l’uso plurimo delle acque anche in considerazione dei rinnovi delle concessioni.

Ma attuare il principio dell’uso plurimo delle acque non basta. «Serve partire al più presto con la progettazione di grandi opere idriche come l’invaso di Combanera in val di Viù e di piccoli invasi sparsi sul territorio. I piccoli invasi sono opere che possono essere realizzate in tempi relativamente brevi, per questo sono le opere che possono rappresentare una svolta nella difesa dagli attuali cambiamenti climatici. Inoltre, dobbiamo rendere più facile la trivellazione di pozzi e pianificare tutte le opere che possono servire al riutilizzo agricolo delle acque. Se non ci sbrighiamo rischiamo di trovarci impreparati se dovesse ripetersi quanto già visto nell’estate 2022 con la siccità che potrebbe nuovamente minacciare seriamente le produzioni di cibo».

Andrea Cane (Lega): “Bullismo e Cyberbullismo, un problema di salute pubblica”

Ieri in occasione della Giornata Mondiale contro il Bullismo e Cyberbullismo, il Consiglio regionale del Piemonte ha aperto i lavori pomeridiani con spunti e riflessioni sul fenomeno.
“I dati del 2022 sui fenomeni di bullismo e al cyberbullismo – ha indicato rivolgendosi all’aula il vicepresidente canavesano della commissione Sanità Andrea Cane della Lega – hanno tinte davvero fosche che ci richiamano all’urgenza di azioni correttive. In questa assemblea siamo tenuti a rispondere due volte a questi segnali di allarme: come adulti e come eletti. E su tre dimensioni: le misure per la prevenzione, quelle per la rilevazione e quelle della gestione delle problematiche relative al bullismo e al cyberbullismo”.
“Dobbiamo uscire da quest’aula con un messaggio chiaro – ha esortato il leghista Andrea Cane -, che alzi l’asticella del nostro operare. Questi fenomeni sono dopo la pandemia un problema di salute pubblica cui deve dare risposta corale il sistema economico, sociale, educativo e giudiziario piemontese”.