Nell’ambito della mostra fotografica multimediale “Memoria e Accoglienza-storie di mondi in cammino”, in corso a Villa Lascaris, a Pianezza, fino al 26 ottobre prossimo, lo spazio talk di domenica 19 ottobre, a partire dalle ore 16, nella citroniera ottocentesca, racconta le vicende degli italiani che emigrano e le nuove generazioni che rimangono. Nella prima parte dell’incontro vi saranno le testimonianze dirette di Meryem Lemaaoui, arrivata in Italia dal Marocco a 7 anni, studentessa di Giurisprudenza e attiva nella associazione ASAI, che racconta la vita di migliaia di ragazzi e ragazze che, pur studiando vivendo e studiando in Italia, non hanno ancora ottenuto la cittadinanza; Andrea Casacci, trentenne laureato in graphic design che, dopo esperienze professionali a Londra è tornato in Italia, è che racconterà la vita all’estero e le differenze tra due mondi: Londra e Torino. Insieme a Marco Fracon, direttore di Villa Lascaris, il talk sarà un’occasione per ascoltare veramente le nuove generazioni, spesso raccontate attraverso luoghi comuni. Nella seconda parte dell’incontro, condotta da Silvia Mercuriati, direttrice artistica di Progetto Zoran, il focus si sposterà sull’arte, con due interlocutori: Marco Monfredini, direttore artistico, regista e attore della Compagnia Anticamera Teatro, che parlerà di come far teatro nei luoghi in cui la guerra è realtà, condividendo l’esperienza di bordermindproject nei territori occupati palestinesi, da cui è nato il libro “Il teatro nei luoghi di conflitto”; Chiara Benetton, illustratrice, che racconterà la sua esperienza artistica a Bristol tra una lingua diversa, gli affetti lontani e le sfide quotidiane, che le hanno aperto gli occhi sul mondo.
“Memoria e Accoglienza – Storie di mondi in cammino” è inserito nel programma delmFestival dell’Accoglienza, promosso dalla Pastorale Migranti dell’Arcidiocesi di Torino e dall’Associazione Generazioni migranti, organizzato a Villa Lascaris insieme associazioni pianezzesi, Pianezza Protagonista e gli Amici dell’Arte. L’iniziativa si avvale del contributo della Pastorale Migranti, Associazione Generazione Migranti, Fondazione CRT, del Patrocinio della Città Metropolitana di Torino e del Comune di Pianezza, del sostegno di Turismo Torino e Provincia, oltre alla collaborazione di molte realtà legate al territorio, quali l’Associazione Nazionale Alpini, Gruppo di Pianezza, Club Alpino Italiano, Progetto Zoran, Unecon, UniTre di Alpignano, Caselette, Pianezza e il Progetto sociale Materiali di scARTo.
Appuntamento domenica 26 ottobre, alle ore 16, “Storie di esperienze e racconti”.
Accesso alla mostra e agli incontri è libero. Sarà gradito un contributo volontario a sostegnomdell’iniziativa.
Orari: venerdì e sabato 17-19 / domenica 15-19
Mara Martellotta



Poi tutto esplode, al di là della tristezza e della sperata rigenerazione tutto esplode, un tumore al quarto stadio – con tutto il panorama autobiografico che ne consegue, le pagine e gli ultimi incontri della Murgia hanno insegnato -, le terapie che hanno la faccia d’aiutare ma che non faranno nulla, per cui sarà inevitabile andare verso una morte, lasciando agli altri, agli amici agli ex a chi forse poteva costruire una nuova storia, una casa ormai vuota. Nel tentativo di renderci complici della storia, ma non arriviamo mai a esserlo – e non per cuore indurito – e di costruire la vita (e le vite) che scorrono attorno alla protagonista, nel proprio grande arrembaggio alle storie che compongono l’omonimo romanzo della scrittrice scomparsa, Coixet ha pasticciato e truccato malamente il mondo scolastico e giovanile, la solitudine, la ragazzina che non è ancora pronta a sapere cosa esattamente vuole negli affetti e nella vita, la rabbia e le piccole tappe che maldestramente sono mantenute qui come riempitivi, a cominciare da quella che è vista come l’intrusione più vistosa, i sospetti e la scoperta, guardandole dall’alto, in un cesso scolastico, di due ragazze con l’abitudine di tagliarsi le braccia. Un’occasione imposta, alla spicciolata, gettata lì alla rinfusa, che non ha affatto il tempo per essere sviluppata. Imbarazzante, inconcludente, spropositata. D’intralcio. Troppe cose si rivelano scontate o estremamente deboli e se di una cosa siamo sicuri è che la regista (con gli attori) non ha reso un buon servizio alla scrittrice e alla sua dolorosa pagina scritta.

