



Il sindaco Chiara Rossetti sulla pagina Facebook del Comune:
A meno di una settimana dalla ripresa della circolazione ferroviaria tra Italia e Francia, Bardonecchia attende ancora una risposta sul ripristino della fermata del Frecciarossa Milano-Parigi.
“Ho scritto a Trenitalia France per avere delle risposte – dice il sindaco Chiara Rossetti – ma, al momento, tutto tace. Per quanto ci riguarda non arretriamo sulla questione: Bardonecchia ha tutte le carte in regola per continuare a mantenere la fermata del Frecciarossa verso la Francia. Dall’essere cittadina di confine ad avere un ruolo molto importante come località turistica nazionale ed internazionale. Dagli ultimi dati resi noti dalla regione Piemonte, Bardonecchia ha registrato una crescita di presenze estere del 25% rispetto all’anno precedente. Uno dei dati maggiori tra quelli realizzati dalle località turistiche della regione “.
“Non vorremmo – conclude il sindaco Rossetti – che questa decisione fosse il sintomo di un progressivo disinteresse verso Bardonecchia. A vedere lo stato in cui è lasciata la stazione ferroviaria di Bardonecchia qualche dubbio viene. E anche questo è un tema, che non lasceremo ingestito”.
La piscina Stadio Monumentale di Torino è pronta ad accogliere i tuffatori di tutta Italia in occasione dei campionati assoluti indoor open Unipol da venerdì 28 a domenica 30 marzo. La storica piscina di Corso Galileo Ferraris è diventata negli anni “la casa” degli assoluti invernali dei tuffi e sede delle principali manifestazioni nazionali ed internazionali delle discipline acquatiche; ultima in ambito temporale l’edizione 2024 dell’Otto Nazioni Youth che si è svolta nel marzo scorso.
A fare gli onori di casa, come ogni anno, ci sarà il Presidente della FIN Piemonte Gianluca Albonico. Nella giornata d’apertura, venerdì pomeriggio, in occasione delle finali è previsto l’intervento della vice presidente federale Tania Cagnotto, etoile dei tuffi italiani, europei e mondiali. E’ attesa la partecipazione alla manifestazione anche del presidente del CONI Piemonte Stefano Fabio Mossino, dell’assessore allo sport del comune di Torino Domenico Carretta e di altri rappresentanti delle istituzioni politiche e sociali territoriali.
Le gare maschili e femminili da uno e tre metri e della piattaforma prevedono eliminatorie e finali con otto italiani ed eventuali stranieri, le gare saranno valide come test di valutazione e qualificazione/convocazione per i prossimi campionati europei di specialità, programmati dal 22 al 28 maggio ad Antalya, in Turchia e campionati del mondo, che si volgeranno a Singapore dal 26 luglio al 3 agosto.
In gara i grandi nomi del Piemonte: sui trampolini Eduard Timbretti Gugiu (CS Esercitio/Blu 2006) e Matilde Borrello (Blu 2006) che alla Coppa Los Angeles di Trieste, anche questo appuntamento valido per la qualificazione/convocazione per i prossimi campionati europei e mondiali, concludeva le gare con la doppietta d’oro.
Le finali verranno trasmesse in diretta su Ray Play e differita su Rai Sport (telecronaca di Nicola Sangiorgio e commento tecnico di Massimiliano Mazzucchi). Sono iscritti 60 atleti: 52 italiani e 8 stranieri; partecipano 16 società: Carlo Dibiasi, Bergamo Tuffi, Blu 2006 Torino, CS Esercito, Canottieri Milano, CC Aniene, Fiamme Gialle Nuoto, Fondazione M. Bentegodi, GS Marina Militare, MR Sport F.lli Marconi, GS VV F Fiamme Rosse, Trieste Tuffi Edera 1904, US Triestina Nuoto, Bolzano Nuoto, CS Carabinieri, AQA Cosenza. Le altre nazioni rappresentate sono Finlandia, Svezia e Svizzera. Giovedì 27 marzo, alle 18:30, la riunione tecnica.
(foto archivio)
PROGRAMMA GARE
Venerdì 28 marzo
10:00 Eliminatorie
trampolino 1 metro M (6 tuffi)
trampolino 3 metri F (5 tuffi)
piattaforma M (6 tuffi)
16:30 Finali – Diretta Rai Play e Rai Sport HD
trampolino 1 metro M (6 tuffi)
trampolino 3 metri F (5 tuffi)
piattaforma M (6 tuffi)
Sabato 29 marzo
10:00 Eliminatorie
trampolino 1 metro F (5 tuffi)
trampolino 3 metri M (6 tuffi)
piattaforma F (5 tuffi)
16:30 Finali – Diretta Rai Play e differita Rai Sport HD
trampolino 1 metro F (5 tuffi)
trampolino 3 metri M (6 tuffi)
piattaforma F (5 tuffi)
Domenica 30 marzo
10:00 Eliminatorie
piattaforma sincro M/F (6/5 tuffi)
trampolino 3 metri sincro F (5 tuffi)
trampolino 3 metri sincro M (6 tuffi)
11:30 Finali – Diretta Rai Play e differita Rai Sport HD
piattaforma sincro M/F (6/5 tuffi)
trampolino 3 metri sincro F (5 tuffi)
trampolino 3 metri sincro M (6 tuffi)
La Regione Piemonte introduce “Rafforza Cultura”, un’iniziativa volta a sostenere il settore culturale semplificando l’accesso ai finanziamenti e riducendo i tempi burocratici per l’erogazione dei contributi regionali.
“Con questa misura innovativa manteniamo una promessa: le associazioni e gli istituti culturali non dovranno più attendere mesi per l’erogazione dei contributi regionali, ma potranno ottenerli in tempi rapidi dopo l’assegnazione, attraverso questa iniziativa che vede il supporto diretto della Regione la semplificazione delle procedure di rendicontazione e un intervento delle banche e delle fondazioni – dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – Siamo partiti dalle sollecitazioni che in questi mesi sono arrivate dalle realtà culturali e dal Comitato Emergenza Cultura con cui abbiamo definito i dettagli dell’operazione, per cui ringraziamo anche Finpiemonte, le banche e le fondazioni, e che ci auguriamo possa davvero rispondere alle esigenze di questo settore e delle tante realtà che con il loro impegno e la loro attività arricchiscono l’offerta culturale del nostro territorio”.
Per agevolare l’accesso al credito degli enti culturali privati che beneficiano di contributi regionali attraverso bandi pubblici, la Regione Piemonte ha stanziato ulteriori 400 mila euro, suddivisi in 200 mila euro per ciascuna delle annualità 2025 e 2026. Questa somma servirà a compensare i costi bancari derivanti dall’anticipo delle spese. Ad esempio, un’associazione che riceve un contributo di 20 mila euro per un festival potrà ottenere un’integrazione fino a 400 euro per coprire gli interessi bancari.
Per il 2024, i contributi già assegnati saranno liquidati entro il 15 aprile. Inoltre, a partire dal 2025 e fino al 2027, saranno introdotte nuove modalità semplificate di rendicontazione, alleggerendo il carico burocratico per gli enti più piccoli e garantendo al contempo il controllo sull’uso corretto delle risorse pubbliche.
L’iniziativa è resa possibile grazie alla collaborazione con gli istituti bancari. Finpiemonte ha avviato una call a cui hanno risposto Intesa Sanpaolo e Banca Alpi Marittime, offrendo condizioni di credito agevolate. Intesa Sanpaolo, insieme alla Fondazione Compagnia di San Paolo, ha sviluppato uno strumento finanziario che consente di ottenere finanziamenti senza garanzie personali e con un rating migliorato, riducendo così gli oneri finanziari. Anche Banca Alpi Marittime presenterà prossimamente la propria proposta.
“Con questo provvedimento – aggiungono gli assessori alla Cultura Marina Chiarelli, al Bilancio Andrea Tronzano e il sottosegretario Claudia Porchietto – manteniamo la parola data e diamo un segnale a un comparto che consideriamo strategico per lo sviluppo del territorio. Siamo intervenuti su due leve decisive: da un lato, un contributo integrativo per ridurre gli effetti degli oneri finanziari; dall’altro, una semplificazione vera delle pratiche, che libera tempo e risorse per la progettazione culturale. Sostenere la cultura significa anche renderla sostenibile”.
Questa misura si inserisce nel quadro della Legge regionale 11/2018 e anticipa le linee guida del Programma Triennale della Cultura 2025-2027, attualmente in fase di approvazione, con l’obiettivo di promuovere una cultura diffusa, inclusiva e radicata sul territorio.
“Quella di oggi è una giornata che oserei definire storica per il Piemonte e non solo. Dopo quindici anni di battaglie a salvaguarda della cultura viene messo un punto importante per il futuro del settore. Il percorso che ha portato agli Stati Generali della Cultura e alla conseguente nuova legge del 2018, taglia un traguardo fondamentale per la sopravvivenza e il rilancio delle imprese culturali. Ringrazio il Presidente Alberto Cirio per aver tenuto fede all’impegno preso, tutta la Giunta nelle persone di Marina Chiarelli, Andrea Tronzano e Claudia Porchietto e tutti i dirigenti e funzionari regionali. Un ringraziamento particolare a Compagnia di San Paolo e alle banche che parteciperanno al bando di interesse. Il risultato ottenuto oggi per noi non è la fine di un percorso ma un nuovo inizio. Continueremo a essere le sentinelle della cultura, perché, come si dice, una rondine non fa certo primavera, ma speriamo, come ci ha chiesto il Presidente di poter un giorno cambiare il nostro nome da Comitato Emergenza Cultura a Comitato Progetto Cultura. Perché l’esperienza di questi anni ci dice che istruirsi, agitarsi e organizzarsi permette a tutti noi di essere cittadini attivi nei confronti delle istituzioni e di poter dare il nostro contributo alla risoluzione dei problemi. Questo continueremo a fare, oggi più che mai, in un mondo dove i venti di guerra soffiano impetuosi e rischiano di spazzare via le risorse destinate al bene comune”, dichiara Alessandro Gaido, presidente del Comitato Emergenza Cultura.
“Questa misura cambia l’intera prospettiva per noi associazioni e in particolare per le realtà più piccole nell’intraprendere iniziative senza il timore di rischi per la propria impresa”, sottolinea Gimmi Basilotta, presidente di AGIS – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo.
All’evento di presentazione al Grattacielo Piemonte hanno partecipato numerose associazioni culturali, tra cui il Comitato Emergenza Cultura, AGIS, ANBIMA, ARBAGA, ANAI, AIB, Associazione Forum Editoria ETS, Associazione CEP, CNA Piemonte, AIE, ADEI, ALI, SIL e il Coordinamento degli Istituti Culturali di rilevanza regionale.
Il progetto sviluppato alla Città della Salute e della Scienza di Torino
Monitorare in modo oggettivo e in tempo reale i sintomi motori nei pazienti affetti da malattia di Parkinson: è questo il progetto dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino che si avvale di dispositivi digitali minimamente invasivi e a basso costo, assistiti da algoritmi di Intelligenza artificiale, sviluppati dall’equipe della professoressa Gabriella Olmo.
L’utilizzo di tali tecnologie consente una rilevazione e una quantificazione dei sintomi più accurata e continua rispetto alla visita neurologica periodica. L’uso di un normale smartphone posizionato sul paziente è in grado di rilevare e quantificare in modo accurato aspetti importanti della malattia, quali la bradicinesia, alcuni parametri del cammino (ad esempio la velocità e la lunghezza del passo), l’equilibrio, e quindi comprendere in modo oggettivo se il paziente si trova in una condizione di buon controllo dei sintomi con la terapia in corso.
Questo è possibile proprio in virtù dello sviluppo di algoritmi di Intelligenza artificiale che, adeguatamente “addestrata” dal clinico nella fase di sviluppo, risulta in grado di analizzare i segnali provenienti dai sensori presenti negli smartphone e di imparare a distinguere le varie misure di interesse clinico.
In modo analogo, con altri sensori di movimento indossabili e di piccole dimensioni, è stato possibile distinguere i momenti della giornata in cui il paziente, al proprio domicilio, manifesta movimenti involontari, una frequente e invalidante complicanza delle fasi più avanzate di malattia, che richiede un’accurata revisione del trattamento farmacologico.
Il progetto è frutto di una proficua collaborazione scientifica tra un gruppo di professionisti della Neurologia universitaria 2 della Città della Salute e della Scienza di Torino ospedale Molinette (diretta dal professor Leonardo Lopiano), con il coinvolgimento dei dottori Carlo Alberto Artusi, Gabriele Imbalzano e Claudia Ledda e dei professori Alberto Romagnolo, Mario Rizzone e Maurizio Zibetti, e un gruppo di ingegneri afferenti al Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino, rappresentato dalla professoressa Gabriella Olmo e dal dottor Luigi Borzì. Il gruppo di ricerca sta lavorando sulla valutazione clinica e sulla gestione della malattia di Parkinson attraverso metodiche e algoritmi di Intelligenza Artificiale.
Altri studi in corso sono focalizzati invece sull’analisi della voce per sviluppare algoritmi di Intelligenza artificiale che siano in grado di estrarre elementi rilevanti. In tal modo, dalla registrazione di una lettura standardizzata sarà possibile comprendere lo stato clinico delle persone con Parkinson.
L’utilizzo di algoritmi di Intelligenza artificiale permette pertanto di ottenere e analizzare in modo preciso e automatizzato un numero elevato di segnali provenienti da sensori o da registrazioni vocali, rendendo così l’utilizzo di tale tecnologia fondamentale per sviluppare nuovi sistemi di diagnosi precoce e monitoraggio della malattia.
L’obiettivo finale di questi studi è quello di offrire una migliore gestione della malattia, adattando le terapie alle problematiche specifiche di ciascun paziente, in modo personalizzato e nell’ottica della medicina di precisione. Una personalizzazione che punta a migliorare la qualità di vita non solo dei pazienti, ma anche dei loro caregivers, grazie ad un monitoraggio costante che permette interventi tempestivi e mirati.
L’impiego dell’Intelligenza artificiale in ambito neurologico, quindi, rappresenta una svolta innovativa che apre nuove prospettive nel trattamento delle malattie neurodegenerative, offrendo un supporto prezioso al lavoro dei clinici ed un significativo beneficio per chi vive ogni giorno con la malattia di Parkinson.
«Il campo dell’innovazione in sanità è fondamentale nella Città della Salute e della Scienza – spiega il commissario Thomas Schael – E lo sarà ancora di più nel futuro Parco della salute, della scienza, della ricerca e dell’innovazione. Questa collaborazione con il Politecnico di Torino permette un grande passo avanti per il personale sanitario e soprattutto per i pazienti».
«Innovazione, ricerca, nuove tecnologie e intelligenza artificiale sono alla base della sanità del futuro – sottolinea Federico Riboldi, Assessore alla Sanità della Regione Piemonte – Per avere cure e assistenza sempre più all’avanguardia e a misura di paziente, è ormai imprescindibile investire in questi aspetti della medicina e nel caso specifico, l’azienda ospedaliero – universitaria Città della Salute e della Scienza si conferma ancora una volta come eccellenza non solo piemontese, ma anche nazionale ed internazionale».
La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dalla perdita di cellule neuronali, in particolare delle cellule dopaminergiche (essenziali per la corretta esecuzione del movimento), che porta a sintomi motori (bradicinesia, rigidità muscolare, tremore) ed a vari sintomi non-motori che riguardano varie funzioni corporee (sonno, apparato cardio-vascolare, gastro-enterico, genito-urinario; inoltre, sono frequentemente presenti anche depressione, apatia e deficit cognitivi).
In Italia sono coinvolte almeno 300.000 persone (in Piemonte si calcola dai 15 ai 20 mila) e, una discreta percentuale di persone affette (15-20%) manifesta un esordio precoce, prima dei 50-55 anni. Meno frequentemente la malattia può esordire prima dei 40 anni e, più raramente, prima dei 30 anni.
Da un punto vista epidemiologico la malattia di Parkinson è la malattia neurodegenerativa che ha mostrato negli ultimi anni la maggiore crescita in termini di incidenza e prevalenza e si calcola che nel giro di pochi anni il numero di persone affette possa raddoppiare, soprattutto nei Paesi Occidentali. Pertanto è assolutamente prioritario individuare nuove metodiche per la diagnosi precoce, l’utilizzo di terapie neuroprotettive in grado di rallentare la progressione della malattia e quindi per ridurre la disabilità che le persone affette accumulano durante l’evoluzione della malattia. Lo scopo finale è quello di migliorare la qualità di vita delle persone affette e dei caregivers e ridurre l’impatto socio-assistenziale della malattia.
La mostra al Circolo del Design, sino al 9 maggio
“Il martedì di giugno in cui fu assassinato, l’architetto Garrone guardò l’ora molte volte.” Ricordate? E poi si andava (era il 1972, all’uscita del libro) a toccare con mano i luoghi in cui la premiatissima ditta Fruttero&Lucentini (classe 1926 e classe 1920, torinesissimo il primo, romano trapiantato con moglie francese il secondo, un’amicizia forte ed eterna) aveva ambientato i tanti episodi del romanzo, scoprendo magari che lo studio – “quella chiavica della sua stanza”, dove si infierì sul poveretto con quel “coso”, “una scultura oscena in pietra”, un’altezza di 29 cm circa e un peso di chilogrammi due e mezzo – del famigerato architetto (“un fallito, un falso invalido di guerra, uno scroccone mantenuto dalla madre e dalla sorella” nell’alloggio di via Peyron, lo stigmatizzano gli autori in una sintesi del romanzo, un unico foglio dattiloscritto appena ritrovato, infilato in uno dei bloc-notes che contengono le prime stesure del romanzo, materiale in corso di riordino nell’archivio di Carlo Fruttero), sporcaccione e perenne intrallazzatore, era sì al fondo di via Mazzini ma che il civico 57 era inesistente.
E poi si andava (era il 1975, all’uscita natalizia del film, da noi la sala dello scomparso Cristallo di via Goito) a ri-toccare con mano in che modo, con l’aiuto di un’altra coppia, i navigatissimi Age&Scarpelli, il lombardo/romano Luigi Comencini avesse riscritto – con la carovana popolata di Marcello Mastroianni, Pino Caruso, Claudio Gora, Aldo Reggiani, una impareggiabile Lina Volonghi con il suo lavatoio e il suo “prato” e l’intera proprietà delle “Buone pere”, insomma il suo “Eden di val Pattonera”, allargata con gli stranieri Jean-Louis Trintignant e Jacqueline Bisset – per il cinema quelle 503 pagine dell’edizione Mondadori, parte interna di quella sovracoperta rossa di mattoni disegnata da Ferenc Pintér. “La donna della domenica” ci regalava, nella doppia veste, escursioni prima di tutto al Balôn (“This is Balôn”, avrebbe sentenziato il mattino insanguinato del sabato l’americanista Bonetto, e altresì guida più o meno da seguire per il proprio guardaroba, “uno dice: “Ha dei calzini alla Bonetto” e l’altro capisce subito come sono”, un Franco Nebbia dietro cui si nascondeva lo studioso Claudio Gorlier, prof d’Università e un tempo compagno di scuola di Fruttero), allo stabile che sta alle spalle di palazzo Lascaris ed era gli uffici del commissario e soci, a quel sedile in riva al Po su cui pensosa siede la prima vittima e a quella balconata della galleria Subalpina in cui trova ancora il tempo di mostrare ad una signora la sua lingua oscena, alle strisce pedonali di via Pietro Micca sulle quali ginocchioni Lello dichiara dinanzi ai passanti tutta le sua passione all’amante Massimo Campi, a quel cubo modernissimo d’acciaio progettato nel 1969 da Sergio Hutter e Toni Cordero che affaccia su corso Stati Uniti (dove le lettere appallottolate e buttate nel cestino lasciano trasparire quella parola “Boost’n” che avrebbe dato il via alle indagini), ben diverso dalla villa sulla collina di Mongreno che Carlo Emanuele I volle per sua figlia Margherita, una selva d’ippocastani e tigli ambientati in un progetto curato dal paesaggista britannico Russell Page, sulla metà del secolo scorso, e ai tempi di Massimo Campi luogo ideale e molto glamour per colazioni e pettegolezzi, ambiente buona e alta borghesia tutta torinese, con Anna Carla Dosio e il commissario Santamaria: per finire, nella dissoluzione dell’enigma della “cativa lavandèra”, balza in tutta fretta giù dal letto del Santamaria, nell’appartamento di corso Galileo Ferraris 75, vista monumento a re Vittorio, la bella signora (ma il lato B, assicurarono, non era quello della Bisset, per evidenti clausole di contratto) al grido di “oh, mipovradona”: e “mipovradona” si sarebbe dovuto intitolare il romanzo – “titolo che per un po’ circolò” dice oggi Carlotta Fruttero, recente autrice di “Alice ancora non lo sa”, mentre per qualche attimo chiacchiera simpaticamente in questa sera di fine marzo e cerca in una valigia piena di ricordi – se l’editore non lo avesse animosamente rifiutato, troppo torinese, troppo invendibile.
Sarà visitabile sino al 9 maggio al Circolo del Design di via San Francesco da Paola 17 (orari lunedi/venerdì dalle 14 alle 19) la mostra, che attorno al romanzo e attorno al film è costruita, “La donna della domenica: una signora città”, in collaborazione con la Fondazione Mondadori, quarto appuntamento di “Archivi d’Affetto”, dedicato “all’amore incondizionato di F&L per Torino”, progetto curato da Maurizio Cilli e Stefano Mirti. La mostra è curata da Domenico Scarpa, grande conoscitore del duo, uno sguardo a due scrittori “visionari e artigiani” e certamente “visivi”, capace di approfondire e scandagliare e trascrivere la realtà di quegli anni, una visuale viva e precisa su vizi privati e pubbliche virtù, i primi “ad affrontare uno spaccato di una città e a farne grande letteratura”. I sette anni di gestazione del romanzo, cresciuta tra Fruttero che scrive rigorosamente a biro e il collega che lo segue o lo anticipa con la macchina da scrivere (se chiedete a Carlotta se sia una favola o no che i due autori si alternassero nella scrittura dei dieci capitoli vi risponderà “sì, non sempre ma tante volte sì, poi discutevano, correggevano, anche si infervoravano, ma mai bisticci, erano piuttosto confronti”), la fila dei cinque foglietti di F. scritti in un alternarsi di biro blu e rossa, una grafia concitata, “tutto viene eseguito in velocità e con parecchie abbreviazioni, a colpi di elenchi e promemoria più che con frasi compiute”, appunti e brevi stesure che si discostano spesso da quello che poi il lettore avrà sotto gli occhi. C’era una impalcatura da costruire, c’era da dare uno sviluppo ai singoli episodi: era lì che interveniva L., “dotato di grande talento per le architetture narrative, a stendere le scalette”: in un suo foglio manoscritto, con tanto di numerazione delle pagine, il visitatore vedrà la struttura e le progressive ristrutturazioni dal secondo al sesto capitolo.
“C’è qualcosa di marcio a Taurinopoli”, titolò Marialivia Serini il suo lungo articolo sull’Espresso, 23 gennaio 1972, per sole lire 250 (“Torino – riportando parole della ‘Donna’ – è pronta a captare il male da ogni angolo della terra e la sua funzione è quella di spargerlo in giro per tutto il resto della penisola. Se uno ci fa caso, in ognuno dei flagelli che opprimono la patria ci trova sempre sotto la mano torinese. A cominciare dall’Unità Nazionale”, e via elencando, l’automobile, la radio, la televisione, gli intellettuali di sinistra…), raccogliendo saggiamente personaggi curiosità situazioni impressioni, arrivando a quella data che vedeva la parola fine alla stesura: “il romanzo è venuto su con una scaletta spietata che prevedeva fin dall’inizio come, dove, quando e perché; e il 26 agosto del ’71 sul prato vicino al canale di Loin, gli è stata messa di prepotenza la parola…”. La fine dei personaggi, della protagonista Torino fatta di poche luci e troppe ombre, delle vagonate d’ironia che sono state usate per raccontarcela, la città “lugubre e folle” con le sue piazze alla De Chirico e i suoi viali ampi e ripetitivi, “una città travestita” nelle parole di Anna Carla. L’elenco dei 17 titoli pensati prima che s’arrivasse al definitivo (“Morte per/da scultura”, poteva avere forse un certo suo sapore artistico, ma non tutta la più o meno percettibile ambiguità della “Donna della domenica”), riportato sulla controcopertina di un bloc-notes che contiene svariati episodi dei capitoli VI e VII, tentativi a penna di Fruttero sotto appunti personali e frettolose addizioni e moltiplicazioni, copertine di edizioni straniere – gli spagnoli molto prude che in luogo del fallo di pietra si trincerano dietro un indifferente pestello macchiato di sangue o l’editore di Zagabria che mostra in copertina chissà perché un signore a torso nudo e calvo che occhieggia attraverso un binocolo, pistolone infilato nella cintola -, immagini di una Torino di cinquant’anni fa, con via Garibaldi soffocata da tram e vetture, con piazza Bodoni o piazzetta Reale che rigurgitavano automobili. Una vetrina antica, come quella a cui s’affacciava lo sfacciato architetto Garrone, nella giornata di quell’ultimo martedì.
Elio Rabbione
Nelle immagini: Jacquiline Bisset nella “Donna della domenica” di Luigi Comencini; alcune pagine dei taccuini di Fruttero e Lucentini; i due scrittori con l’attrice.
Le ipotesi dell’incidente di ieri a Torino sono un malore dell’autista mentre stava facendo retromarcia verso i Murazzi o una manovra sbagliata.
Il bus aveva portato in città gli alunni di una scuola elementare di Milano.
C’era solo il conducente Nicola Di Carlo, 64 anni, a bordo del mezzo. L’uomo, morto durante i soccorsi, era originario della provincia di Campobasso e titolare della ditta di trasporti.
Sono attesi i risultati dell’autopsia per fare chiarezza sull’accaduto.
A cura di piemonteitalia.eu
Un triangolo eccezionale esaltato in un’accezione speciale: quella dei giardini e delle ville che li ospitano. È quanto intende promuovere “Soul Gardens”, progetto del Distretto turistico dei laghi (Lago Maggiore, Lago d’Orta, Lago di Mergozzo, Valli dell’Ossola). Esempio piemontese del moderno garden tourism, Soul Gardens intende portare i visitatori alla scoperta delle ville e dei giardini che puntellano il Lago Maggiore, il Lago d’Orta e le Valli dell’Ossola in alto Piemonte. Questo, oltre che un viaggio con gli occhi, è un percorso del cuore. Il progetto contempla grandi dimore storiche e giardini botanici, già noti al grande pubblico. Oltre a questo, però, porta alla scoperta di giardini nascosti, parchi secolari e patrimoni UNESCO, meno noti e, a maggior ragione, degni di essere ammirati nel loro volto naturalistico e culturale. Il percorso si snoda, quindi, tra fioriture tipiche, architettura, opere d’arte, storia e, soprattutto, emozioni. Non resta che partire.
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