ilTorinese

Il backstage di “Dalla parte degli animali”

Qualche immagine delle riprese del programma Dalla parte degli animali, rubrica  condotta dall’on. Michela Vittoria Brambilla andata in onda domenica su Rete 4 e in replica lunedì alle 15.30 su Rete4. Coinvolte le Residenze Reali Sabaude Palazzina di Caccia di Stupinigi Reggia di Venaria VisitPiemonte. A cura di  Turismo Torino e Provincia.

Ciclismo strada, alla Granfondo Valtidone si torna a pensare in grande

Vincono Federico Pozzetto e Aime Lisa nella granfondo e Daniel Pellegrinelli e Eleonora Calvi di Coenzo nella mediofondo

26 marzo – Oltre 1.000 i ciclisti al via della prima prova del Circuito Coppa Piemonte Drali. Tra le società vince l’asd Rodman Azimut Squadra Corse.

Si torna a pensare in grande alla Granfondo Valtidone, prima prova del prestigioso e storico circuito Coppa Piemonte Drali 2023. Nell’accogliente borgo piacentino, si è finalizzato il grande lavoro dell’ ASD Sant’Angelo Edilferramenta  e  Pedale Santangiolino, capitanati dall’inesauribile Vittorio Ferrante. Tantgli atleti, confluiti dal Piemonte, Lombardia, Emilia, Liguria, Veneto, Toscana e Sicilia, oltre a Germania e Svizzera, mentre l’atleta più giovane in partenza, classe 2004, proveniva da Padova.

Il pacco gara

Pacco gara tematico con le bellissime colline a vista ed i suoi vitigni; a partire dal vino offerto dall’omonima  Cantina Valtidone, ed in particolare 2 bottiglie, una di Gotturgnio, un’ottimo rosso per carni e un Sauvignon, bianco adatto ad aperitivi o pesce, oltre ad una confezione di riso Scotti, integratori Named Sport, borraccia e adesivo Drali.

La partenza

Temperature molto basse e sole nascosto da poche nubi per gli oltre 1.000 ciclisti sulla linea di partenza al via alle 9,30 precise dal centro sportivo, per una giornata da incorniciare. Partenza ad andatura controllata sul nuovo anello all’interno del caratteristico centro di Pianello Val Tidone, per poi dividere immediatamente i percorsi medio fondo e gran fondo dopo il ponte sul torrente Tidone. Il tracciato si preannunciava veloce e da qui ognuno ha dovuto fare i conti con la propria preparazione stagionale e con i primi che hanno iniziato a spingere sui pedali e ad imporre l’andatura..

Gli assoluti

Nella Granfondo, per la maschile, si è imposto Federico Pozzetto (Mg. KVis-Dal Colle- Re Artù), davanti a Riccardo Michiellotto (asd M9 Racing Team) e Paolo Castelnovo (asd Team Mp Filtri)

Nella femminile, vittoria di Lisa Aime (Team De Rosa Santini) si è imposta su  Maria Elena Palmisano (asd Garda Scott Matergia) e terza Mara Manfredi ( Mg. KVis-Dal Colle- Re Artù)

Nella Mediofondo vittoria per Daniel Pellegrinelli (asd Team Seven Club) davanti a Leonardo Viglione (asd Sanetti sport – Vigili del Fuoco) e Matteo Moltoni (Team Mentecorpo)

Tra le donne del medio, vittoria per Eleonora Calvi di Coenzo (Rodman Azimut Squadra Corse) che si è imposta su Olga Cappiello ((Team De Rosa Santini) e Liliana Pillon  (asd Giò N’Dent- Tam Enervit).

Per le società, vittoria dell’asd Rodman Azimut Squadra Corse, capitanata dal sempre presente Marco Pipino, davanti all’asd  Pedale Godiaschese e asd La Orsi Bike.

Premio finale per tutti I partecipanti, un ricco pasta party, con cannelloni ragù, ricotta e spinaci, arista al forno e fagiolini, allestito sotto il tendone che al mattino ospitava le iscrizioni, e preparato grazie al grande lavoro dei volontari

Prossimo appuntamento per il circuito Coppa Piemonte Drali Domodossola con la cicloscalata Domodossola- Lusentino, che si terrà il 2 aprile con partenza ore 9 dalla piazza del mercato. 

Le classifiche della manifestazione elaborate da Evodata sono visibili sul sito winningtime.it

In memoria di Bruno Caccia

Martedi  28 marzo alle ore 11.00 a Palazzo civico in Sala Colonne si svolgerà la conferenza stampa di presentazione degli appuntamenti per ricordare la figura del Procuratore della Repubblica Bruno Caccia40 anni dall’uccisione, avvenuta il 26 giugno 1983.

All’incontro con i giornalisti saranno presenti il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, la Vice Sindaca, Michele Favaro e alcuni familiari del Procuratore Caccia.

“Ritratto nel ‘900 piemontese” Opere di 33 grandi artisti esposte al “Collegio San Giuseppe” di Torino

Fino al 1° aprile

Il tema, in arte, si perde nella notte dei tempi. Ma “Cos’è un ritratto? … Se lo chiedete all’artista vero (non quello ‘che bel ritratto: sembra una fotografia!’), vi risponderà che è raccontare un’anima, il suo sentire, la sua personalità. Non è così facile”. E no, non è così facile. Ha ben ragione Donatella Taverna, cui si deve insieme a Francesco De Caria e ad Alfredo Centra la curatela della rassegna, dedicata – in collaborazione con il “Museo Franchetti”, la “Fondazione Gazzera”, le “Collezioni De Caria – Taverna” e altre private – alla “Ritrattistica” piemontese del Novecento. Selezionati con grande oculatezza, sono 33 (per una buona sessantina di opere) gli artisti ospitatifino al prossimo 1° aprile, nelle Sale del torinese “Collegio San Giuseppe”.

Artisti per i quali, sottolinea anche Francesco De Caria “il ritratto è sempre pretesto di meditazione sul destino dell’Uomo e sul senso di esserci”. Formidabile, in tal senso, Romano Gazzera (Cirié, 1908 – Torino, 1985) – il pittore dei “fiori giganti, parlanti e volanti”, nonché delle sarcastiche “scimmie (o cani) in costume” – di cui il “Collegio” di via San Francesco da Paola presenta un rigoroso “Autoritratto” con occhiali e un surreale (anch’egli in “beffarda” divisa) “Ritratto di De Chirico” (1950), suo grande amico che di lui diceva essere uno dei pochi artisti “capaci di sentire la bella materia”. Interessante, fra gli “autoritratti”, anche quello materico-grumoso di un gioiso Gigi Morbelli (Orsara Bormida, 1900 – Torino, 1980), in cui l’artista alessandrino – allievo di Luigi Onetti, anche lui presente in mostra con un toccante “Ritratto di giovinetto” – inserisce con gesto pop nel dipinto gli oggetti “costitutivi dell’immagine”: gli occhiali a pince nez e la tavolozza. Piacevolissimo.

Di non minore suggestione la “maniera nera (o a nerofumo) a berceau” (2010) della torinese Luisa Porporato, così come l’“Autoritratto” un po’ maudit di un giovane Michele Tomalino Serra (Cossano Belbo, 1942– Torino, 1997), accanto a quello “dimesso” di Pino Mantovani o ai due piacevolmente autoironici del vignettista Gianni Chiostri. Di amore coniugale ci raccontano  invece l’accademico “gesso” del ’42 dono di nozze di Giovanni Taverna (Alluvioni Cambiò, 1911 – Torino, 2008) alla moglie “Marisa” (Margherita Costantino) – ricambiato dalla stessa, pittrice e ceramista di vaglia, con un penetrante amorevole ritratto  – così come l’olio su tela del ’74, “Grazia…Grazia”, omaggio affettuoso di Pippo Leocata alla consorte, ritratta “in doppio” e in forme volutamente “sfumate”: in primo piano, nell’aggraziata compostezza di giovin fanciulla (indosso un leggero vestito hig style di seta a fiori), alle spalle, in un gioco di sottili velature, la stessa, qualche anno dopo, in corsa con la vita.

Un discorso particolare meritano anche i ritratti, più che mai, poetici ed intensi di bambini: il piccolo “Vittorio”, “diavoletto” dal vestitino rosso con colletto ricamato bianco, realizzato su avorio dalla miniaturista Elisa Tosalli, i teneri “Ritratto di bambino” di Stefano Borelli e la piccola “Chiara” di Guido Bertello. Di misteriosa antica sacralità tradotta in suggestive cifre simboliche ci parlano le magnifiche figure (“Elisa” e “Rossele”) di Luigi Rigorini, così come la “Conchiglia magica per Mara” di Guido De Bonis,  partecipe marginalmente negli anni Sessanta del movimento torinese dei “Surfanta”, verso cui pare simpatizzare anche Eugenio Colmo Golia, nel suo “Venez, mes poissons”. Ritratti come esercizi di nobile “accademia”, dove la puntualità del segno tende a indagare e a privilegiare l’“umanità”, oltre alla pura definizione dell’“essere umano”, troviamo ancora nelle opere di Evangelina Alciati, di Alda Besso (Giò), di Mario Caffaro Rore e di Rosanna Campra, per continuare con Ercole DoglianiLaura MaestriJean-Louis MattanaNini PietrasantaMina PittoreMaria Teresa ProloRita ScotellaroAdriano SicbaldiEnzo Venturelli – “Arcimboldo” novecentesco con le sue “figure-robot” dalle forme geometrizzate.

Fra le sculture, di grande impatto è il “gesso” informalmente “sfaldato” di Sandro Cherchi così come il tormentato “Autoritratto” in blu di Ottavio Mazzonis, accanto alle opere più classiche di Augusto Reduzzi e di Roberto Terracini. Magnifica chicca: il sontuoso ritratto di Anonimo di inizi ‘700 di “Papa Pio V” (al secolo Antonio Ghislieri da Bosco Marengo), Pontefice dal 1566 al 1572, anno della sua scomparsa e fra i principali artefici e promotori della “Controriforma”.

 

Gianni Milani

“Ritratto nel ‘900 piemontese”

Collegio San Giuseppe, via San Francesco da Paola 23, Torino; tel. 011/8123250 o www.collegiosangiuseppe.it

Fino al 1° aprile

Orari: lun. – ven. 10,30/12 e 16/18,30; sab. 10/12

Nelle foto:

–       Romano Gazzera: “Ritratto di De Chirico”, 1950

–       Gigi Morbelli: “Autoritratto”

–       Giovanni Taverna: “Marisa”, 1942

–       Pippo Leocata: “Grazia…Grazia”, 1974

–       Luisa Porporato: “Autoritratto”, 2010

“Presepio pasquale” a Chieri e Moncalieri

Da Facebook – #flashcult. Nel #DuomodiChieri: “Una catechesi plastica sulle fasi finali della vita di Cristo, realizzata da Emilio Parente, rappresentazione degli avvenimenti che hanno caratterizzato l’ultima fase della vita di Cristo, dall’Ultima Cena, al Getsemani, all’arresto, al giudizio, alla flagellazione, alla salita al Calvario, alla morte, alla Risurrezione: praticamente una catechesi a tre dimensioni che ci accompagnerà in tutto il cammino quaresimale.” Rimarrà esposta fino a Pentecoste. (cfr: https://www.100torri.it/2023/03/05/chieri-inagurato-in-duomo-il-presepio-pasquale/) – A #Moncalieri, presso la PARROCCHIA NOSTRA SIGNORA DELLE VITTORIE, Via Maroncelli 11, l’allestimento è visitabile il lunedì dalle 15 alle 19; il martedì e la domenica dalle 8 alle 19, fino a Pentecoste. ” «Per contemplare il Mistero dell’Amore di Dio per noi…
(cfr: https://www.diocesi.torino.it/site/wd-appuntamenti/presepe-pasquale-alla-parrocchia-nostra-signora-delle-vittorie-di-moncalieri-5/)
Duomo di Chieri Diocesi di Torino Centotorri Chieri https://parrocchianostrasignoradellevittorie.com/

L’Orchestra Polledro festeggia dieci anni di attività con il secondo concerto della stagione

Presso  il Teatro torinese Vittoria

 

L’Orchestra Polledro prosegue i festeggiamenti per i primi dieci anni di attività 2012-2022 con il secondo concerto della stagione 2022/23.

Martedì 28 marzo prossimo al teatro Vittoria, in via Gramsci 4, alle 20.30 sul podio il maestro Federico Bisio e oboe solista il maestro Carlo Romano, già primo oboe dell’orchestra Nazionale della RAI.

Il programma prevede la Sinfonia in do maggiore di Marianna Martinez, vissuta negli anni 1744-1812, il Concerto per oboe e orchestra in Sol maggiore di Paul Wranitzky, solista il maestro Carlo Romano, e la Sinfonia in re maggiore op. 3 n.1 B 126 di Ignaz Pleyel, direttore il maestro Federico Bisio.

Marianna Martinez, nata a Vienna il 4 maggio 1744, quinta figlia del maestro di cerimonie della nunziatura apostolica, il napoletano Nicolò, crebbe all’interno di una famiglia agiata che conobbe un’ascesa sociale alla corte degli Asburgo. Se a Vienna una donna apparteneva ai ceti alti, era prassi che si dedicasse ai rapporti sociali e a patrocinare le arti. La famiglia Martinez viveva in un edificio nella Michaelerplatz e, come era frequente prima dell’invenzione degli ascensori, i piani dei palazzi corrispondevano alla classe sociale dei loro abitanti.

Questa convenzione sociale consentì a Marianna di avere uno spazio vitale tale da dedicarsi alla musica con impegno e dedizione. Protetta e seguita nei suoi studi dal celebre vicino di casa Pietro Trapassi detto il Metastasio, poeta cesareo, poté vantare tra i suoi insegnanti il giovane Franz Joseph Haydn e, in particolare, l’anziano maestro italiano Nicolò Porpora, insegnante di canto e compositore molto noto. In un attico freddo e umido, viveva un giovane compositore, Joseph Haydn, che stava tentando di intraprendere la carriera di musicista.

Questa felicissima combinazione fece sì che Marianna potesse diventare, in un breve periodo, la donna compositrice più prolifica della città. Divenuta nel 1773 Accademica Filarmonica onoraria della prestigiosa Accademia Filarmonica di Bologna, per la quale scrisse un Dixit Dominus, la Martinez vide consolidato il suo ruolo nel mondo musicale viennese, grazie a un catalogo di opere comprendenti musica sacra, una Messa e un oratorio.

Dei suoi lavori di più ampia scala ricordiamo la Sinfonia in Do maggiore, di straordinaria vivacità, per un organico di oboi e due corni.

Composta in tre movimenti secondo lo schema dell’Ouverture, il primo e quello finale sono contrassegnati come Allegro Spiritoso e Allegro con spirito, incarnando la vivacità e la grazia dell’autrice.

Il manoscritto rivela il rigore dell’autrice e l’orgoglio che ne traeva.

Marianna dimostrò di avere un buon talento per la composizione, quindi iniziò a prendere lezioni con Johann Adolf Hasse e con il compositore della corte imperiale Giuseppe Bonno.

Ricevette un’ottima educazione, di molto superiore a quella che veniva offerta a donne della sua classe sociale.

Era madrelingua italiana e tedesca e, in una lettera autobiografica scritta a Padre Martini, riferiva di avere una buona conoscenza della lingua francese.

Il programma prevede anche il concerto per oboe e Orchestra in Sol maggiore, di Paul Wranitzky, solista il maestro Carlo Romano e la Sinfonia in Re maggiore op.3 n.1 B. 126 di Ignaz Pleyel.

Pleyel nasce a Ruppersthal in Austria, figlio di Martin, maestro di scuola, e studiò musica prima presso il compositore Johann Baptist Vanhal e, a partire dal 1772, fu allievo di Joseph Haydn ad Eisenstadt.

Trasferitosi in Francia dove assunse il nome francese di Ignace, lavorò a partire dal 1797 come editore musicale e a lui si deve la prima edizione dei quartetti per archi del suo maestro Haydn.

In seguito divenne uno dei maggiori e più famosi costruttori di pianoforti francesi del XIX secolo, facendo concorrenza anche ad altri grandi artigiani quali Sebastien Erard.

La Sinfonia in Re maggiore fu composta quando il maestro Haydn era già impegnato nella prima delle sue tre Sinfonie di Parigi.

Pubblicata per la prima volta nello stesso anno, esiste in varie copie manoscritte nelle biblioteche dall’Italia alla Svezia.

A differenza di Haydn che, a partire dalla metà del Settecento, aggiunse i fagotti e poi i flauti agli strumenti orchestrali richiesti per le sue Sinfonie, nella Sinfonia in re maggiore nel 1785, quando il suo maestro Haydn era impegnato nella prima delle tre Sinfonie di Parigi Pleyel rimase fedele alla strumentazione con archi, oboi e corni, che era la forma consolidata sin dalla metà del Settecento.

Fu pubblicata per la prima volta nello stesso anno e esiste in copie manoscritte nelle biblioteche dall’Italia alla Svezia.

A differenza di Haydn che, a partire dalla metà degli anni Settanta del Settecento, aggiunse i fagotti e poi i flauti agli strumenti orchestrali richiesti per le sue Sinfonie, nella Sinfonia in re maggiore e nella maggior parte delle sue Sinfonie Pleyel rimase fedele alla strumentazione standard con archi, oboi e corni che era la forma consolidata sin dalla metà del Settecento.

Questa Sinfonia rivela già una fantasia formale e una perfezione nel trattamento delle tecniche compositive sinfoniche tali da rendere comprensibile la popolarità di cui godono le sue Sinfonie presso il pubblico contemporaneo.

Il primo movimento, Allegro assai, inizia senza un’introduzione lenta; il suo tema principale si sviluppa in due sequenze fino a un possente tutti orchestrale.

Questo tema principale è seguito da due temi sussidiari nella tonalità dominante di La maggiore, il secondo dei quali si espande con un tono in scherzando.

Un ulteriore tutti dell’Orchestra con una reminiscenza del tema principale e una formulazione cadenzale che si dissolve nel piano del primo e del secondo violino, concludono la presentazione del tema nell’esposizione del movimento.

La sezione di sviluppo inizia con un forte all’unisono degli archi e conduce il movimento iniziale del tema principale nelle tonalità più lontane, in discesa cromatica.

Passaggi poco specifici dal punto di vista tematico enfatizzano il processo di modulazione, avventurandosi fino alle regioni di fa maggiore e fa diesis minore, per poi esaurirsi in un esteso pedale sul fa diesis.

La ricapitolazione del tema principale inizia nella tonalità sottodominante di sol maggiore e la sua brusca interruzione da parte di una serie di cadenze per quinte su larga scala porta al ritorno finale della tonalità principale di re maggiore.

Dal punto di vista tematico la ripresa inizia con il secondo tema sussidiario e, nelle misure successive, guida il tema principale nel basso verso un climax dinamico analogo al primo orchestrale.

Il secondo movimento riserva anch’esso delle sorprese con i suoi elementi formali insoliti.

Un tema iniziale di ampio respiro narrativo e una sezione minore carica di emozione sono seguiti da un Allegro 3/8 che ristabilisce la tonalità principale in sol maggiore del tema in scherzando.

Il tema del minuetto (Minuetto, Allegretto) si presenta con una frase iniziale musicale rustica che ricorda un Landler e una conseguente frase che sfuma verso il piano, molto simile al modello di Haydn. Il trio con due violini solisti si contrappone al minuetto nel tono e nel carattere della melodia.

Il tema del finale, Rondò Allegro, ricorda il tema principale del quarto movimento della Sinfonia n. 39 di Mozart. Il tema del ritornello che si sente tre volte nel corso del movimento è contrastato da due episodi.

Il primo ha un tema leggero nella tonalità dominante in la maggiore, il secondo entra con l’incedere emotivo di un episodio minore e poi, nella tonalità parallela in fa maggiore, ritorna al tema leggero del primo episodio.

Il maestro Carlo Romano nasce a Roma nel 1954 e compie gli studi presso il Conservatorio di Santa Cecilia, studiando pianoforte, armonia e diplomandosi in oboe con il massimo dei voti nella prestigiosa scuola di Giuseppe Tommasini.

Il maestro Federico Bisio ha seguito un doppio percorso di studi, sia universitario sia frequentando i corsi di Composizione sperimentale presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.

 

Mara Martellotta

 

Alpini. Ruffino: A Chivasso uno sfregio, responsabili siano individuati

Torino, 26 mar. – “Che sia stata una bravata, un atto vandalico o un’azione simbolica, coloro che hanno bruciato le bandierine tricolore appese in occasione del centenario degli Alpini di Chivasso non solo hanno commesso un reato punito dal codice penale, ma hanno pure oltraggiato la storia di un Corpo che ha dato tantissimo all’Italia, con coraggio, spirito di solidarietà, dedizione, impegno sociale. Basti pensare da ultimo al grande lavoro svolto durante la pandemia. Mi auguro che i responsabili di questo sfregio siano individuati e che possano capire la gravità di quanto hanno fatto”. Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione-Italia Viva.

Ai confini della libertà Quasi 50 mila presenze a Biennale Democrazia

Oltre 220 relatori dal mondo per più di 100appuntamenti

180 volontari, 75 collaborazioni con enti e organizzazioni; 17 sedi in città;
5 mostre e installazioni.
Oltre 48000 presenze, 700 giovani per Torino Futura,
200 ospitati nel Campus Residenziale di Democrazia Futura.

Oltre 220 tra ospiti e relatori arrivati a Torino da tutto il mondo per Ai confini della libertà, l’VIII edizione di Biennale Democrazia, tornata a svolgersi interamente in presenza. Lezioni, dialoghi, letture, ma anche immagini e momenti di alleggerimento hanno riempito la città con oltre 100 incontri ospitati in 17 sedi, tra le più prestigiose della città. Un’edizione, appunto, dedicata alla libertà, che, insieme all’uguaglianza, costituisce il valore fondante stesso della democrazia.

Con un programma che ha toccato i più vari e importanti campi del sapere, Torino si è trasformata in un vero e proprio laboratorio di democrazia. La manifestazione è stata inaugurata giovedì 22 con il dialogo, subito sold out, fra la giornalista Francesca Mannocchi e l’attivista Ece Temelkuran, Come nasce una dittatura, anticipato dalla lettura di una lettera inviata a Biennale Democrazia dalla senatrice Liliana Segre, che ha affermato “Possono esistere individui liberi ed eguali in quanto esiste la società”.

Dialoghi, incontri di parola, lectio e letture sono disponibili sul canale YouTube di Biennale Democrazia e nell’archivio multimediale della manifestazione stessa sul sito.

Oltre 48000 visitatori, torinesi e non, hanno animato la città, confermando una grande risposta di pubblico e una viva attenzione al tema. Più di 15 eventi sono andati subito esauriti, tra cui – oltre al dialogo inaugurale – In auto, in doccia in palestra. L’informazione al tempo del podcast, con Annalisa Camilli e Francesco Costa, La solitudine delle bolle. Polarizzazione e informazione, con Luca Bottura e Concita De Gregorio, Il mondo nella lente dell’informazione, con Cecilia Sala e Simone Pieranni, e lo spettacolo Songs of Freedom, di e conCarlo Roncaglia a cura di Accademia dei folli.

Le scuole e i giovani hanno rinnovato il loro coinvolgimento: i giorni della manifestazione hanno registrato la partecipazione di oltre 25 classiquasi 100 docenti e oltre 525 studentesse e studenti – delle scuole secondarie di Torino e provincia, a cui si aggiungono i giovani del Campus residenziale di Democrazia Futura. Grazie alla partnership con Combo, il Campus ha ospitato 200 ragazze e ragazzi provenienti da tutta Italia, il doppio rispetto all’edizione 2019. Inoltre per la prima volta Biennale Democrazia ha dedicato una sezione del programma – Democrazia Futura – alle scuole e alle nuove generazioni.

Fortissimo anche il coinvolgimento del territorio: Democrazia Diffusa, sezione partecipata del programma, ha visto oltre 40 realtà culturali protagoniste, coordinate da Torino Social Impact, Tavolo delle Circoscrizioni, Biblioteche Civiche e ARCI Torino. Il risultato è un palinsesto diffuso sul territorio, che conta oltre 30 eventi tra mostre, spettacoli e dibattiti che hanno contribuito ad ampliare la proposta di Biennale Democrazia.

Centrale in questa edizione l’impegno che Biennale Democrazia ha mostrato nel coinvolgere anche chi vive in un regime di detenzione, portando all’interno della Casa Circondariale Lorusso e Cotugno la giornalista Francesca Mannocchi e al Polo universitario per studenti detenuti lo scrittore Matteo Nucci. All’interno del ciclo dedicato alle carceri, molto seguiti anche gli incontri rivolti al pubblico: dal podcast original Raiplay Sound Io ero il milanese – live di con Mauro Pescio, agli appuntamenti che hanno visto come protagonisti i rapper Kento e Lucariello.

Biennale Democrazia si chiude questa sera alle ore 21.00 alle OGR Torino con Mosca 1966. Processo alla letteratura, spettacolo di e con Ezio Mauro, che racconta la storia di due scrittori russi che sfidarono il regime sovietico usando la più sottile delle armi: la parola. Diverse iniziative continueranno però a tener viva la fiaccola della democrazia nelle prossime settimane: sarà visitabile fino al 16 luglio presso le Gallerie d’Italia la prima mostra personale di JR organizzata da Intesa Sanpaolo; fino all’11 aprile sarà possibile visitare presso la Biblioteca civica Centrale Lavoro in bianco e nero, una mostra a cura di Associazione Tra Me; e Ritratti dal Futuro. Illustrazioni di Francesco Lopomo, a cura di Minollo APS, presso lo Spazio giovani Alkadia, resterà aperta fino al 16 aprile.

Biennale Democrazia è un progetto della Città di Torino, realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, che si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica in collaborazione con Polo del ’900, Università di Torino, Politecnico di Torino.
Main Partner: Intesa Sanpaolo; con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e di Fondazione CRT; con il contributo della Camera di commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino e Unione Industriali Torino.
Partner: Smat e Reale Mutua; con il sostegno delle OGR Torino, Torino Social Impact, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano.
Media Partner: Rai Cultura, Rai Radio 3, La Stampa, Limes.
Partner Tecnico: Combo – Torino.
Charity Partner: Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus.

Muore donna travolta da un treno

Tra Alpignano e Avigliana questa mattina una donna è stata travolta  da un treno ed è morta. La circolazione ferroviaria tra Torino e Modane è stata sospesa per per consentire l’intervento dell’Autorità Giudiziaria. Si sono verificati disagi alla circolazione ferroviaria con ritardi, cancellazioni o limitazioni per i treni Alta Velocità, InterCity e Regionali. Trenitalia ha  attivato il servizio sostitutivo con navette bus tra Collegno e Avigliana.
(foto di repertorio)

Nuovo Statuto regionale, Accossato: “Grave forzatura per i soliti politici trombati”

Liberi Uguali Verdi contro l’istituzione dei due nuovi sottosegretari.

“Non condividiamo la proposta di istituire una nuova figura politica, il sottosegretario, che si affianca agli assessori” – dichiara la Presidente del gruppo LUV in Consiglio regionale, Silvana Accossato, dopo la maratona che ha visto impegnato il Consiglio Regionale giorno e notte per modificare lo Statuto prevedendo la figura di 2 sottosegretari.

“Non è dato sapere a cosa servano, se non a dare un ruolo a qualche politico trombato o a qualche forza politica di coalizione rimasta a bocca asciutta” – rincara la dose la Presidente di LUV che già nei giorni scorsi aveva sottolineato come “le priorità di questa maggioranza siano quelle di creare posti di sottogoverno invece di occuparsi del Bilancio regionale la cui non approvazione sta mettendo in difficoltà la macchina amministrativa e i servizi che questa eroga a cittadini ed Enti”.

La maggioranza di centrodestra si è presa la responsabilità di forzare il regolamento, presentando un emendamento canguro per far cadere molti dei circa 8000 emendamenti presentati dall’opposizione, chiudendo di fatto il dialogo e il confronto con le minoranze. In questi giorni purtroppo più volte la maggioranza ha preferito cercare escamotage per mettere a tacere le opposizioni piuttosto che cercare un confronto nel merito, fino ad arrivare a questa grave forzatura.

“Unica nota positiva è che grazie al lavoro di tutte le opposizioni in Consiglio, anche attraverso l’ostruzionismo ad oltranza, abbiamo costretto la maggioranza a ridimensionare i suoi appetiti, accontentandosi di due posti rispetto ai 4 della proposta originaria. Si tratta comunque di un tentativo maldestro di aggirare la legge nazionale che fissa il tetto massimo del numero di assessori” – conclude Accossato.

Silvana Accossato

Capogruppo Liberi Uguali Verdi

Consiglio regionale del Piemonte