ilTorinese

Nonno ubriaco al volante: livello di alcol 4 volte superiore al limite

Ritiro della patente, sequestro del veicolo, denuncia e multa per il 75 enne fermato dalla polizia municipale di Chieri. Gli agenti di una pattuglia hanno visto un’auto che procedeva a zig zag. Fermato il veicolo hanno appurato con alcoltest che l’anziano conducente era ubriaco. Il livello alcolico era superiore di ben 4 volte il limite di legge.

L’intelligenza emotiva

STARE BENE CON NOI STESSI

Le cinque competenze e abilità principali che nascono dalla nostra intelligenza emotiva sono 1) la consapevolezza di sé, collegata alla capacità di riconoscere le nostre emozioni e i punti di forza a queste legati, nonché la piena contezza delle varie abilità che possediamo.

E di essere consci delle nostre debolezze e dei limiti personali. 2) l’autoregolazione, collegata all’abilità nel gestire nel modo migliore sia le emozioni che i punti di forza e le debolezze, e di adattarli alle diverse situazioni in cui ci veniamo a trovare.

3) L’abilità sociale, che ci permette di gestire adeguatamente le relazioni con tutte le altre persone, nei vari contesti, familiari, sociali e lavorativi, e di indirizzare armoniosamente le loro decisioni e i loro comportamenti nella direzione del raggiungimento dei nostri obiettivi.

4) La motivazione, che ci aiuta a riconoscere i nostri pensieri negativi e a riuscire a trasformali, razionalmente ed emozionalmente, in corrispondenti e realistici pensieri positivi, attraverso i quali possiamo motivare noi stessi e le altre persone.

5) L’empatia, che ci permette di comprendere appieno e addirittura di percepire istintivamente e di sentire lo stato d’animo delle altre persone. E di comportarci, conseguentemente, in modo appropriato nelle varie situazioni.

La buona notizia è che tutte queste competenze, innate negli individui con spiccata e naturale intelligenza emotiva, possono essere da tutti noi apprese, migliorate, implementate e sviluppate, partendo dalla consapevolezza dell’importanza dell’intelligenza emotiva.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
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Le storie del calcio e l’America del Sud di Eduardo Galeano

 

Eduardo Galeano, scrittore uruguaiano, è stato uno degli autori più letti e amati della letteratura sudamericana moderna. Con Le vene aperte dell’America Latina (1971) disegnò un ritratto incredibilmente efficace della realtà del subcontinente americano. Nato nel 1940 in una famiglia alto borghese e cattolica di Montevideo, Galeano debuttò nel giornalismo a 14 anni come disegnatore satirico ma siccome “c’era un abisso fra quello che immaginavo e quello che tracciavo” si orientò successivamente verso la scrittura. Poco più che ventenne diventò una delle firme principali e poi capo redattore di Marcha, settimanale politico e culturale legato alla sinistra che diventò un punto di riferimento ben al di là dei confini uruguaiani. Dopo una serie di libri dedicati a reportage e analisi della situazione in vari paesi, nel 1971 pubblicò il già citato Le vene aperte dell’America Latina, in cui ricostruiva la spoliazione delle ricchezze del subcontinente da parte delle potenze coloniali, e il suo proseguimento attraverso le strutture del post-colonialismo capitalista. Tradotto in più di venti lingue, best seller internazionale, quando apparve fu per molti una vera e pro­pria fol­go­ra­zione tanto che Hein­rich Böll, scrit­tore tede­sco Pre­mio Nobel per la Let­te­ra­tura nel 1972, disse: “Negli ultimi anni ho letto poche cose che mi abbiano com­mosso così tanto”. Un reportage che attraversa cinque secoli di storia del continente latinoamericano per raccontare il saccheggio delle sue preziose risorse: l’oro e l’argento, il cacao e il cotone, il petrolio e la gomma, il rame e il ferro. Tesori depredati sistematicamente: fin dai tempi della conquista spagnola, le potenze coloniali hanno prosciugato le ricchezze di questa terra rigogliosa, lasciandola in condizioni di estrema povertà. Un testo illuminante che intrecciando l’analisi storica ed economica con il racconto, suggestivo e incalzante, delle passioni di un popolo sfruttato e sofferente, è diventato un vero e proprio classico della letteratura latinoamericana. A dire il vero, in tempi più recenti, Galeano prese una certa distanza da quello che è stato  il suo libro più noto. E disse: “Non mi pento di averlo scritto, ma non lo rileggerei: volevo scrivere un saggio di economia politica e non avevo la formazione necessaria“, aggiungendo che considerava “superata” una “certa prosa di sinistra, che ora trovo pesantissima“. Quando i militari presero il potere con un colpo di stato in Uruguay nel 1973, Galeano fu messo in carcere e poi fuggì in Argentina. Quando il generale Jorge Rafael Videla salì al potere in Argentina, il suo nome fu aggiunto alla lista delle persone condannate dagli squadroni della morte e lui fuggì in Spagna (tornò a Montevideo all’inizio del 1985) dove proseguì la sua carriera letteraria creando un stile personale, a metà fra la documentazione storica e la riflessione poetica, che lo portarono al successo internazionale con Memoria del Fuoco, una trilogia pubblicata dal 1982 al 1986. Alla critica internazionale quest’opera piacque molto e il Times Literary Supplement la paragonò a quelle di Dos Passos e Garcia Marquez. Militante di sinistra e sostenitore, seppur critico, dei governi progressisti dell’America Latina, Galeano dopo aver denunciato la “decadenza di un modello di potere popolare” e la “rigidità burocratica” della Cuba castrista (era il 2003) , tornò nell’isola caraibica nel 2012, sottolineando che “un vero amico ti critica in faccia e ti elogia dietro le tue spalle“. Ma l’altra grande passione dello scrittore uruguaiano è stata il calcio. Eduardo Galeano, tifoso appassionato e calciatore mancato (“Come tutti gli uruguagi, avrei voluto essere un calciatore. Giocavo benissimo, ero un fenomeno, ma soltanto di notte mentre dormivo e sognavo; durante il giorno ero il peggior scarpone che sia comparso nei campetti del mio paese”), con il suo Splendori e miserie del gioco del calcio (El fútbol a sol y sombra, nella versione originale), ha scritto pagine memorabili sul mondo del football. Il calcio per sognare, inteso come arte, religione e bellezza. Il calcio come linguaggio comune, modo per riconoscersi e ritrovarsi. Il calcio, figlio del popolo, che non deve cedere alle lusinghe dei potenti, di chi vuole trasformarlo in strumento per produrre denaro, uccidendo la fantasia e l’innocenza. “Grazie per aver lottato a centrocampo come un mediano e per aver segnato contro i potenti come un attaccante con il numero 10. Grazie anche per avermi compreso. Grazie, Eduardo Galeano: in squadra ne servono tanti come te. Mi mancherai”. Non è un caso che così venne salutato da Diego Maradona quando morì a 74 anni, il 13 aprile del 2015. A comunicare la notizia della scomparsa di Galeano all’ex capitano del Napoli che si trovava a Bogotà era stato un reporter suo amico al quale un Maradona commosso confidò che “lui (Galeano, ndr) mi ha insegnato a leggere di calcio”, come riportò il giornale argentino La Nacion. Galeano aveva citato Maradona in alcune sue opere tra le quali il celebre Splendori e miserie del gioco del calcio, scrivendo che El Pibe de Oro “si era trasformato in una specie di Dio sporco, il più umano degli dei, e questo spiega la venerazione universale che ha conquistato, più di qualsiasi altro giocatore. Un Dio sporco, che ci assomiglia: donnaiolo, bevitore, spericolato, irresponsabile, bugiardo, fanfarone. Però gli dei per quanto siano umani non si ritirano mai”. Per questo e per molto altro Galeano rimane, con i suoi libri e le sue storie, un maestro di vita.

Marco Travaglini

“Le Mille e una notte. Personaggi, profumi, colori, delizie di un Oriente mitico”

Si è inaugurata ieri, sabato 24 agosto, presso la ex Chiesa di Santa Croce in Piazza Conte Rosso ad Avigliana (To) la mostra collettiva “Le Mille e una notte – Personaggi, profumi, colori, delizie di un Oriente mitico”

Trentacinque artisti (Franca BARALIS, Gesebel BARONE, Tiziana BERROLA, Ines Daniela BERTOLINO, Susanna BIANCHI, Cetty BONIELLO, Ivo BONINO, Nadia BRUNORI, Luisella COTTINO, Mara COZZOLINO, Giuliana CUSINO, Monica DE MARTIN, Piero DELLA BETTA,

Lorenzo DI LAURO, Francesco DI MARTINO, Sara DUDINO, Maria José ETZI, Francesca FINELLO, Silvana GAVAZZA, Sonia GIROTTO, Elisabetta GRANDI, Beppe GROMI, Pippo LEOCATA, Gianmatteo LOPOPOLO, Davide MAZZETTO, Marina MONZEGLIO, Mahtab Fereshte MOOSAVI, Patrizia MORETTI, Patrizia PIGA, Guido ROGGERI, Valeria TOMASI, Mara TONSO,
Anna TOSI,
Nino VENTURA, Serena ZANARDO) espongono oltre 70 opere dipinti, acquerelli, ceramiche, fotografie professionali (stampa fine art) sculture in vetro e opere realizzate con grafica digitale e intelligenza artificiale.

La mostra, organizzata dall’Associazione culturale “Arte per Voi” di Avigliana (To) a cura di Giuliana Cusino e Luigi Castagna e con la collaborazione della dott.ssa Donatella Avanzo, sarà visitabile il sabato e la domenica pomeriggio dalle 15:00 alle 19:00 fino a domenica 6 ottobre

Sito web: https://artepervoi.it/


Il magico libro

Le Mille e Una Notte” non sono un libro, sono piuttosto un mondo, un enigma infinito.

Sono una raccolta complessa e magmatica di racconti, le cui intricatissime vicende restano ancora da esplorare e da scrivere.

L’assemblaggio delle storie all’interno del racconto cornice, di origine indo-persiana, costituisce la griglia di tutta l’opera. La bella Shahrazàd – che si dice avesse letto e raccolto mille libri di storie delle genti antiche, delle gesta dei re e dei loro poeti – fa della narrazione lo strumento per distogliere il re Shahriyàr dal funesto progetto di unirsi ogni sera a una vergine e di ucciderla il giorno successivo per vendicarsi del tradimento della moglie e di tutte le donne. Non solo egli stesso e suo fratello Shahzamàn sono vittime dell’infedeltà delle rispettive spose, lo sono persino all’avvicinarsi di un essere sovrannaturale, quel genio “alto, dalla testa grossa, dal largo petto” che incute loro terrore facendo “ribollire” il mare. La prima notte di nozze, con la complicità della sorella Dunyazàd, Shaharazàd riesce, praticando abilmente l’arte dell’interruzione del racconto, ad affascinare e a incuriosire il re al punto da fargli sospendere l’esecuzione. Il racconto acquisisce così potere salvifico per innumerevoli notti, fino a quando, per un potente rovesciamento, la rabbia e il risentimento lasciano la mente e il cuore del re per far posto all’affetto e al rispetto per Shaharazàd, che nel frattempo gli ha dato tre figli.

Grazie all’arte affabulatoria di Shaharazàd, al suo saper incatenare una storia all’altra e nel sapersi interrompere al momento giusto, scopriamo il segreto del ritmo, della narrazione in prosa, ciò che tiene vivo il desiderio di ascoltare il seguito.

La Mille duesima notte

La sposa preferita

Da alcune settimane, anche Hasib Karim aveva due mogli. Erano gelose e litigavano di continuo. Dalla mattina alla sera, si udivano le loro grida nel cortile della casa. Nonostante minacciasse di ripudiarle, Hasib Karim non riusciva mai a calmarle.

Un giorno, le sue due spose gli chiesero quale preferisse.

Rifletterò sulla vostra domanda e vi risponderò fra qualche giorno”, disse loro.

L’indomani, si recò nella via dei gioiellieri.

Guardò le vetrine, entrò in vari negozi, contrattò a lungo e se ne tornò a casa con due begli anelli. Attese di essere da solo con la prima moglie per offrirle uno dei gioielli.

Costei si impegnò, come le chiedeva il marito, a non parlarne con la rivale.

Hasib Karim procedette nello stesso modo con la seconda sposa, che promise anche lei di serbare il silenzio.

Lasciati passare alcuni giorni, Hasib Karim le riunì.

La mia preferita, disse loro, è colei alla quale ho offerto segretamente un anello”.

Soddisfatte della risposta del marito, le due spose si ritirarono avendo ciascuna la certezza di essere la favorita.

Donatella Avanzo

archeologa e storica dell’arte

Nave Amerigo Vespucci, i vini del Piemonte partecipano al tour

Protagonisti i vini in occasione del decennale del riconoscimento Unesco di Langhe Roero e Monferrato

La Regione Piemonte partecipa insieme al Consorzio Piemonte Land of Wine al tour mondiale di Nave Amerigo Vespucci, lo storico veliero e nave scuola della Marina Militare, ambasciatore del Made in Italy nel mondo, che sosterà nel porto di Tokyo, dal 25 al 30 agosto.

Accanto al Vespucci, ci sarà il Villaggio Italia, l’“Esposizione Mondiale Itinerante Pluriennale” delle eccellenze italiane, progetto fortemente voluto dal Ministro della Difesa Guido Crosetto al quale hanno aderito ben 11 Ministeri, che offrirà ai visitatori un’esperienza unica per conoscere la bellezza dell’Italia attraverso la sua arte, la sua cultura, la sua musica, il patrimonio enogastronomico, il cinema, la tecnologia e la ricerca scientifica. Tra le bellezze in mostra anche il Piemonte e i suoi vini, in occasione del decennale del riconoscimento UNESCO, in una serie di eventi organizzati, in collaborazione con ICE e con Vinitaly. Per tutta la durata della manifestazione la Ministry Lounge di Villaggio Italia ospiterà un corner dedicato al Piemonte dove sarà possibile degustare una selezione di vini provenienti dalle zone UNESCO di Langhe-Roero e Monferrato. Il re dei vini del Piemonte, il Barolo, sarà poi protagonista il 27 agosto dalle 16:00 alle 17:00 della “Masterclass Vinitaly – Iconic wines of Italy: tasting six legends” presso il “Ristorante Italia” organizzato da Veronafiere/Vinitaly insieme ad altre etichette piemontesi. Tanto Piemonte anche alla cena di gala del 27 agosto. I piatti della cucina italiana saranno infatti accompagnati da Alta Langa, Roero, Barolo e Moscato d’Asti in rappresentanza dei territori UNESCO di Langhe-Roero Monferrato, a dieci anni dal riconoscimento di patrimonio mondiale dell’umanità.

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, sarà a Tokyo nei giorni dell’evento e parteciperà il 26 agosto all’apertura del Villaggio Italia e alla visita a bordo di Nave Amerigo Vespucci insieme al Ministro della Difesa Guido Crosetto. Il Presidente sarà anche ospite della cena di gala del 27 agosto insieme al presidente del Consorzio Piemonte Land of Wine Francesco Monchiero.

La partecipazione del Piemonte alla tappa di Tokyo del Vespucci si inserisce nelle iniziative per il decennale del riconoscimento Unesco che ha contribuito ad accrescere in tutto il mondo la fama e la conoscenza delle nostre bellissime terre di Langhe-Roero e Monferrato – dichiara il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio -. Il Tour del Vespucci rappresenta un importante veicolo di promozione del nostro Paese e in questo contesto il Piemonte intende promuovere le eccellenze vitivinicole e la sua offerta in termini enogastronomici, per quanto riguarda l’export, e turistici per portare sempre più visitatori, anche dall’estremo Oriente, a scoprire il nostro territorio. Una tappa di avvicinamento all’Expo di Osaka 2025 – conclude il presidente Alberto Cirio – a cui il Piemonte sta lavorando per partecipare con una serie di iniziative e appuntamenti dedicati al pubblico internazionale”.

«La tappa di Tokyo della Nave Amerigo Vespucci è una vetrina straordinaria per promuovere e celebrare nel mondo il Piemonte e i paesaggi Unesco di Langhe, Roero e Monferrato anche attraverso i loro grandi vini e cibi – aggiunge l’Assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni – È un’occasione che si inserisce nella nuova strategia di valorizzazione dell’agroalimentare piemontese cui stiamo lavorando, che punta alla nascita di una vera e propria filiera corta e che vedrà fra i prossimi appuntamenti Terra Madre e il Salone del Gusto, il G7 dell’Agricoltura a Ortigia e il Vinitaly 2025».
«La presenza del Piemonte con le sue eccellenze all’interno di questo contesto meraviglioso è come una perla custodita in uno scrigno più grande, che è il Vespucci – ha sottolineato l’assessore al turismo, Marina Chiarelli – Questa nave, con il suo ruolo di ambasciatore del Made in Italy nel mondo, oggi aumenta la sua dote per far brillare il nostro territorio, mostrando al mondo la ricchezza e la bellezza che il Piemonte ha da offrire. La nostra regione – ha aggiunto l’assessore – sta vivendo un periodo di grande vivacità turistica, con un crescente interesse soprattutto verso i nostri siti UNESCO. Partecipare a questo tour significa celebrare il passato, ma anche proiettare il nostro territorio verso nuovi mercati e verso un futuro di ulteriore crescita e sviluppo».
Con oltre 6 milioni di arrivi e 16 milioni di presenze, il Piemonte si afferma come una delle destinazioni turistiche più dinamiche d’Europa. Gli stranieri hanno superato gli italiani, rappresentando il 52% degli arrivi contro il 48% degli italiani. La crescita dei visitatori internazionali ha registrato un aumento del 15%, con Germania e Francia in testa e gli Stati Uniti al sesto posto. Anche nei primi sei mesi di quest’anno, il trend positivo è proseguito, con un incremento degli arrivi e delle presenze che varia dal 2,2% al 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2023.

È un grande onore per il Consorzio Piemonte Land of Wine essere stato incaricato di realizzare la carta vini per gli eventi più importanti legati al viaggio intorno al mondo del Vespucci, in quanto consorzio rappresentante tutte le 61 denominazioni piemontesi – conclude il presidente di Piemonte Land Francesco Monchiero- Un invito che è stato prontamente accettato data la già proficua presenza dei vini piemontesi sul mercato giapponese da alcuni decenni. Ci è sembrata un’occasione molto importante per rafforzare il sodalizio del Piemonte vinicolo con i consumatori giapponesi iniziato negli anni 90 grazie all’arrivo sul nostro territorio di molti aspiranti cuochi che si sono appassionati alla nostra cucina per poi riproporla fedelmente ai loro connazionali nei tanti ristoranti che popolano il Giappone e promuovono la tradizione culinaria piemontese. Sarà per me un grande piacere presenziare a questo gemellaggio per promuovere le nostre eccellenze vinicole”.  

Artissima 24: “Daydreaming – sognare ad occhi aperti”, dall’1 al 3 novembre al Lingotto

 

 

La prossima edizione di Artissima 24 si terrà dall’1 al 3 novembree avrà per titolo “The Era of Daydreaming”, che significa “sognare a occhi aperti”.

“Sognare a occhi aperti ha un potenziale creativo immenso  – spiega il direttore artistico Luigi Fassi – ed è quello di cui si servono primariamente gli artisti per infrangere le barriere di ciò che è noto e prevedibile, oltre a tracciare nuovi sentieri nell’esplorazione del nostro tempo”.

La 31esima Fiera internazionale d’arte contemporanea, Artissima2024, aprirà i battenti all’Oval Lingotto venerdì 1 novembre e fino a domenica 3 sarà l’unica fiera in Italia dedicata esclusivamente alla creatività dei giorni nostri.

Il format della fiera è quello ormai consolidato, con la presenza di quattro sezioni, Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue, Art Spaces & Editions, e le tre sezioni curate, Present Future, Back to the Future, Disegni. Per la selezione delle gallerie che parteciperanno alla Main Section, che è quella dedicata alle realtà più affermate in campo internazionale, è stato confermato il team composto da Paola Capata (galleria Monitor di Roma, Lisbona e Pereto), Philippe Charpentier (galleria di Parigi e Bogotà), Raffaella Cortese (galleria Raffaella Cortese di Milano), Guido Costa (galleria Guido Costa Projects di Torino), Antoine Levi (galleria Ciaccia Levi di Parigi e Milano), Nikolaus Oberhuber(della galleria Kow di Berlino) ed Elsa Ravazzolo Bottner(galleria a Gentil Carioca di Rio de Janeiro e San Paolo). Viene invece rinnovato il team curatoriale per le altre tre sezioni. I progetti monografici dei talenti emergenti sono riuniti nella sezione Present Future, e saranno seguiti da Leon Kruijswijk, curatore del KW Institute for Contemporary Art di Berlino, e Joel Valabrega, curatrice di performance and moving image al Mudamdi Lussemburgo. Alla curatela del Back to the Future, sezione dedicata ai progetti monografici dei pionieri dell’arte contemporanea, sono stati chiamati alla curatela Heike Munder, scrittrice e curatrice indipendente a Zurigo, e Jacopo Crivelli Visconti, curatore indipendente a San Paolo. La sezione Disegni, che rappresenta un unicum nel panorama delle fiere italiane, sarà curato da Irene Zucca Alessandrelli.

MARA MARTELLOTTA

Obbliga i familiari a bere 5 litri di una sostanza “contro i demoni”. Arrestato

La sera del 17 agosto, un equipaggio della Polizia di Stato di Novara – nello specifico della Squadra Volante della Questura – interveniva su indicazione della Centrale Operativa in via Calvari, in quanto una donna straniera faceva intendere su linea telefonica di emergenza che il marito, marocchino classe 1976, stesse forzando il figlio a ingerire una soluzione liquida.

Gli agenti, giunti immediatamente sul posto, trovavano la donna ed i due figli minori, uno dei quali, pallido e dolorante, riferiva di avere appena vomitato in quanto appena costretto dal padre a bere 5 litri di liquidi. All’interno della camera da letto, gli agenti rinvenivano due taniche di acqua da 5 litri, una delle quali completamente piena di un liquido ed un’altra vuota ma con residui di fondo della medesima sostanza.

Ai fini di poter esperire le dovute attività l’uomo veniva accompagnato in Questura mentre un altro equipaggio si portava presso il pronto soccorso pediatrico dove il minore era stato trasportato per accertamenti.

Presso il presidio sanitario si ascoltava la figlia, l’unico membro della famiglia nelle condizioni linguistiche di riferire qualcosa di utile, dal cui racconto emergevano episodi di violenza subita da lei, dal fratello e dalla madre anche risalenti fino a dieci anni prima. Si apprendeva quindi che l’uomo aveva avuto un ulteriore declino comportamentale a partire dall’estate del 2020, in quanto maturava la convinzione dell’esistenza di demoni dai quali tutti i componenti del nucleo famigliare sarebbero posseduti e dai quali avrebbero dovuto essere liberati. Da qui la pratica di sottoporre con cadenza mensile di far bere 5 litri di quel liquido a testa che causerebbe in loro attacchi di vomito, diarrea ed inappetenza per tempo prolungato. Tale pratica sarebbe certamente coercitiva in quanto la mancata assunzione veniva punita con violenze fisiche sino a che non veniva terminata la bevanda.

Per questi motivi l’uomo veniva tratto in arresto per il reato di maltrattamenti in famiglia e associato presso la casa circondariale di Novara. In sede di udienza di convalida, l’Autorità Giudiziaria ha disposto per lui la misura cautelare in carcere.

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Dubbi sullo ius scholae, netta contrarietà allo ius soli – La cucina italiana – La Regina Elena – Lettere

Dubbi sullo ius scholae, netta contrarietà allo ius soli
Se lo ius soli mi ha sempre trovato nettamente contrario anche per le motivazioni politiche dei suoi sostenitori, lo ius scholae voluto da Tajani suscita perplessità per l’uso strumentale che ne vuole fare, creando un problema al suo Governo e godendosi gli elogi sospetti  dell’opposizione. E’ cosa vecchia sostenuta anche da Fini che ritorna a parlarne mentre uno come lui  dovrebbe stare in silenzio. Per 15 anni l’argomento è rimasto in salamoia perché rischiava di far saltare il Governo Gentiloni e il Governo Draghi. Anche a sinistra al momento del voto erano freddi perché capivano che quelle posizioni “facevano perdere dei voti” nelle barriere dominate da immigrati. Da 15 anni e ‘ rimasto tutto fermo : essi dimostrano  la nessuna urgenza del problema, avanzato tra i primi dal ministro Andrea Riccardi, della Comunità di Sant’ Egidio, ma anche presidente della “Dante Alighieri”, che ha tutt’altra storia. È un problema catto – comunista estraneo alla cultura liberale che Tajani dice di rappresentare. Lo storico Federico Chabod, che scrisse pagine magistrali sull’identità nazionale, rifiuterebbe ambedue questi finti ius. Il primo problema italiano è la perdita di cittadini italiani che va affrontata con una  forte politica di sostegno alle famiglie. Se guardiamo gli immensi problemi della Francia, dobbiamo essere cauti nel favorire immigrati che possono rivoltarsi contro perché l’integrazione è volontaristica, come diceva Chabod, e può cambiare dopo la cittadinanza che implica  anche il voto. Perché il problema è anche quello di avere un alto numero di stranieri votanti che possono determinare la politica italiana. Possibile che Tajani non capisca? Passi per il fatto che non sappia nulla di cosa scrisse Chabod. Politici colti oggi quasi non ne esistono più.

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La cucina Italiana
Per capire l’importanza storica dell’Accademia italiana della cucina, fondata da Orio Vergani nel 1953 ,basterebbe leggere la sua Rivista “Civiltà della tavola” e gli editoriali del suo presidente Paolo Petroni, un maestro libero e competente non legato alle cordate affaristiche delle guide o delle lobby tipo quella di  Carlin Petrini, un politicante che ha avuto grande notorietà giungendo perfino alla cattedra universitaria per chiara fama. Petroni nell’editoria le di luglio 2024 afferma che anche il mondo dell’alta ristorazione sta cambiando: non bastano più nuove parole o ingredienti esotici o creatività estetica. Il “fine dining” è sul viale del tramonto. L’impiattamento, cioè la disposizione di una vivanda nel piatto “tramite virgole di salsa verde, puntini rossi, stelline gialle, granelli argentati, elementi  decorativi, che hanno fatto la fortuna di Gualtiero Marchesi, e’ ormai una moda in declino. “Certi aspetti della cucina cosiddetta di alto livello – scrive Petroni – stanno stancando molti appassionati frequentatori di ristoranti” perché rivelano il trucco: stupire ed aumentare i prezzi.
L’Accademia è il luogo giusto per far crescere la nostra cultura del cibo oltre le mode.
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La regina Elena
È stato creato il comitato internazionale per la causa di beatificazione della Regina d’Italia Elena di Savoia, già avviata a Montpellier dove la regina morì nel 1952. L’associazione internazionale Regina Elena si è fatta promotrice di una causa benemerita volta a proclamare la beatificazione di una donna di straordinarie virtù umane e cristiane che nel corso della sua vita si è dedicata con generosità assoluta agli altri a partire dal terremoto di Messina.  Durante la  Grande Guerra trasformò il Quirinale in ospedale per i feriti, agendo in prima persona. Fu la promotrice della ricerca contro il cancro e tentò anche di lanciare con altre regine europee un appello per la pace in alternativa alla devastante seconda guerra mondiale. C’è stato chi ha sbagliato a volerla far seppellire a Vicoforte per mettere se stesso in luce. Oggi il comitato appena creato, al quale ho dato subito la mia adesione, e’ la grande occasione per rilanciare la figura di Elena di Savoia regina della carità e rosa d’oro della Cristianità nella giusta dimensione, liberandola dal cono d’ombra di Vicoforte.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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Gli omicidi  di donne e uomini sono sicuramente aumentati perchè quella in cui viviamo è una società  sempre più cinica e violenta. Gli uxoricidi accadono per cause che rivelano la crescita di un odio selvaggio nelle coppie anche di coniugi nella versione più frequente ,ma non esclusiva, del femminicidio. Ma io noto che in  Tv le notizie e le immagini – sempre le stesse – passano e ripassano nei tg senza che ci siano ulteriori notizie. Perché tutto questo insistere con la ripetitività ? Per riempire i tg ? Per creare ulteriore allarme  sociale? Se fa attenzione, gli stessi fatti tengono banco per tanti giorni.      Maria Pia Regis
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Anch’io ho notato questa informazione insistita e ripetitiva. E’ cosa riprovevole, che crea paure sociali nelle persone e vuole insistere su una follia collettiva e una  criminalità destinata ad allarmare. Certo essa  non manifesta una capacità di indagine rapida perchè siamo sempre agli stessi punti di partenza o quasi. Sarebbe interessante sentire un sociologo e uno psicologo per poi  pensare l’esatto opposto delle loro spiegazioni condite di assolute certezze. Quante sciocchezze da questi interpreti della società odierna che sembrano i nuovi oracoli del nostro millennio dispensatori di verità scientifiche da quattro soldi causa dell’ impazzimento della nostra cultura!