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Grippo presidente dei presidenti dei Consigli comunali

Maria Grazia Grippo, presidente del Consiglio Comunale di Torino, è stata eletta Presidente dei Presidenti dei consigli comunali del Piemonte. L’elezione è avvenuta questa mattina, nel corso dell’Assemblea Regionale dell’Anci che si è svolta nella sede della Città Metropolitana.

L’elezione dà seguito alla mozione approvata nell’Assemblea congressuale del 4 ottobre, presentata dalla stessa Grippo, nella quale si chiedeva di riattivare il Coordinamento regionale dei Presidenti dei Consigli comunali e la nomina, su proposta della conferenza delle assemblee elettive, di un Coordinatore regionale.

Obiettivo della mozione, ha ricordato la Presidente, era quello di garantire l’adeguata rappresentanza della nostra regione dentro gli organismi nazionali che in sede Anci danno evidenza al ruolo dei Consigli Comunali, valorizzando il protagonismo delle elette e degli eletti a livello locale.

Un’attività, ha evidenziato, già iniziata da parte mia attraverso la collaborazione fra le presidenti dei Consigli comunali di Torino, Bologna, Roma, Napoli, Milano, Bolzano e Venezia volta a favorire una fase di rilancio di questi organismi che apparivano un po’ appannati rispetto alla sovraesposizione degli organismi governati dai sindaci e che ha posto l’accento sull’esigenza, da parte di tutte le Assemblee, di individuare modelli di lavoro e organizzativi sempre più condivisi, anche agendo sul quadro normativo con lo scopo da un lato di ridurre le incertezze rispetto alle nostre prerogative di presidenti e, a seguire, rispetto alle prerogative delle consigliere e dei consiglieri e, dall’altro, armonizzare gli strumenti a nostra disposizione”.

La Presidente ha proposto la costituzione di un tavolo di lavoro per dar vita ad un regolamento regionale capace di caratterizzare la realtà territoriale del Piemonte.  Molti gli interventi dei presidenti che hanno partecipato all’assemblea, alcuni da capoluoghi di Provincia come Vercelli e Cuneo, altri da molti comuni della Città metropolitana.

Personale sanitario, i dati della Regione

Si è riunito nei giorni scorsi nella Sala Trasparenza del Grattacielo Piemonte di Torino l’Osservatorio sulle assunzioni del personale sanitario: alla presenza dei nuovi Direttori Generali delle Azienda Sanitarie Regionali e le organizzazioni del comparto FP Cgil, Cisl FP, Uil FPL, Fials, Nursind, Nursind UP, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, hanno presentato l’aggiornamento dei dati a inizio dicembre 2024.

«Nel 2023 abbiamo assunto l’impegno di incrementare di 2 mila unità il personale sanitario della nostra Regione, al netto del turn over. In base ai dati di inizio dicembre 24, l’aggiornamento ci dice che, rispetto a quando abbiamo iniziato, nella sanità piemontese lavorano 1455 unità di personale in più, 342 medici e 1.113 personale del comparto.

Si tratta un buon numero che ci consente di arrivare a centrare l’obiettivo dei 2 mila entro il primo semestre del 2025 e che conferma lo sforzo del Piemonte che nel 2024 ha incrementato la percentuale di spesa sul personale sanitario del 4,5% rispetto alla media nazionale del 3,2%, per una cifra che vale 2,4 miliardi nel 2024 rispetto ai 2,3 miliardi del 2023 per le assunzioni, come certificato dal Mef per primi 9 mesi del 2024. Ora l’Osservatorio deve fare un’analisi di dettaglio nelle varie aziende sanitarie e nelle varie categorie professionali – aggiunge il presidente – con l’obiettivo di individuare il percorso che consenta di raggiungere l’obiettivo assunzionale, in particolare per quanto riguarda gli infermieri. A questo proposito – annuncia il presidente – Azienda Zero sta finalizzando la nuova graduatoria di un concorso per infermieri da 60 posti ed è pronta a bandire un nuovo concorso ad aprile per intercettare i nuovi laureati».

«Da fine febbraio – ha annunciato l’assessore Riboldi – avvieremo una serie di incontri tra le organizzazioni di comparto e le aziende sanitarie, suddivise per quadranti. Sarà l’occasione per un confronto operativo per condividere gli elementi positivi e affrontare, in uno spirito di piena collaborazione, le criticità. Da parte della Regione Piemonte, infatti, c’è la piena disponibilità a lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi prefissati nel 2023».

80° Liberazione: aprire le porte dei Municipi del Piemonte ai cittadini

L’invito in una lettera rivolta a tutti i primi cittadini del Piemonte in vista degli 80 anni della Liberazione.

 

«Il prossimo mese di aprile celebreremo l’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo: sarebbe un segnale importante se il 27 aprile tutti i Comuni del Piemonte aprissero le porte dei Palazzi comunali ai cittadini, per una visita durante la quale far conoscere la storia di quegli edifici, rendendo omaggio con una breve cerimonia, nonché con la consegna di una pergamena o di un presente, a tutti i Sindaci e le Sindache dal dopoguerra ad oggi, per ringraziare loro o i loro famigliari, quali “sentinelle” della nostra Repubblica»: questo l’invito rivolto a tutti i primi cittadini dei 1180 Comuni del Piemonte che in questi giorni hanno ricevuto una lettera firmata da Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, da Davide Nicco, Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, e da Domenico Ravetti, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione.

«La lotta resistenziale da sempre riveste una particolare importanza per la nostra comunità piemontese – spiegano i firmatari della lettera – In quei venti mesi, dall’8 settembre del 1943 al maggio del 1945, non c’è valle, collina, borgata o frazione in cui non siano state scritte pagine di sofferenza e coraggio. Non c’è famiglia che non sia stata attraversata dalle vicende di quel periodo della nostra Storia. A quei sacrifici il Presidente Mattarella ha reso omaggio, nel 2016, conferendo alle genti del Piemonte la medaglia d’oro al valor civile. In questi 80 anni la democrazia e la libertà hanno trovato la giusta custodia tra le mura dei nostri Municipi, che sono il luogo in cui l’istituzione e la politica si fanno prossime ai cittadini».

Bologna – Torino 3-2

Il Bologna vince contro i granata per  per 3-2. I padroni di casa rimontano sul  Torino per un autogol al 90′ di Biraghi,  su tiro di Castro. Erano in vantaggio  con Ndoye, ma il Toro fa il ribaltone con Vlasic ed Elmas. Poi il rigore di Ndoye e l’autorete sul finale. Per il Torino è al prima sconfitta dell’anno.

Trovato 35enne senza vita in un appartamento

Un uomo di 35 anni è stato trovato senza vita in un alloggio per affitti brevi in via Italia a Chivasso.

I genitori, preoccupati perché  non riuscivano da ore a mettersi in contatto con il figlio hanno dato l’allarme. Il 118 è intervenuto ma non è stato possibile salvare il trentacinquenne. L’uomo potrebbe essere morto per un’overdose.

“Amazon Women in Innovation” al Politecnico di Torino

Amazon annuncia l’apertura dei bandi per la candidatura alla settima edizione di “Amazon Women in Innovation”, il progetto che assegna borse di studio a sette studentesse universitarie in altrettante Università italiane in ambito STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).
Per il settimo anno consecutivo anche il Politecnico di Torino è tra gli atenei coinvolti nell’iniziativa: la vincitrice del bando beneficerà di un finanziamento di €6.000 all’anno per 3 anni e di un percorso di mentorship dedicato, che prevede l’affiancamento di una manager Amazon.

Fino al 7 marzo 2025, potranno presentare la propria candidatura tutte le studentesse immatricolate per la prima volta all’a.a. 2024/2025 al Corso di laurea in Ingegneria elettronica, informatica e delle telecomunicazioni che abbiano conseguito almeno 20 CFU – con una media ponderata non inferiore a 24/30. Per ulteriori informazioni visitare questa pagina.

“Il Politecnico è lieto di aderire all’Amazon Women in Innovation, un’iniziativa che pone al centro le studentesse impegnate in percorsi universitari in ambito STEM. Una delle principali missioni del nostro Ateneo è infatti quella di promuovere e incentivare le pari opportunità nello studio delle materie tecnico-scientifiche, data la vocazione tecnologica del Politecnico di Torino. Questa collaborazione con Amazon rappresenta quindi un’occasione concreta per fornire supporto a chi sceglie di seguire, con successo e profitto, un iter formativo in questa direzione”, commenta Stefano Corgnati, Rettore del Politecnico di Torino.

Dal 2018, “Amazon Women in Innovation” ha supportato 26 studentesse e, oltre al Politecnico di Torino, il progetto vede coinvolte altri sei atenei: l’Università degli Studi di Cagliari, l’Università di Catania, il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e l’Università degli Studi di Palermo.

“Attraverso Amazon Women in Innovation, riaffermiamo il nostro impegno per promuovere l’istruzione nelle discipline STEM”, afferma Rita Malavasi, Responsabile delle Relazioni Istituzionali per Amazon.it. “Siamo pienamente consapevoli delle sfide che persistono in questo campo e dell’importanza cruciale che i percorsi professionali tecnico-scientifici rivestono per lo sviluppo e la crescita del nostro Paese. Per questo motivo, ci dedichiamo con determinazione a rendere queste competenze più accessibili, con un’attenzione particolare alle giovani donne. Il nostro obiettivo è contribuire a ridurre il divario di genere in settori che continuano a registrare una partecipazione femminile limitata”, aggiunge Malavasi.

Amazon Women in Innovation è una delle numerose iniziative supportate da Amazon con l’obiettivo di formare 200.000 studenti e studentesse in ambito STEM entro il 2026. Annunciato a settembre dello scorso anno, questo impegno vede coinvolte le scuole secondarie di primo grado, di secondo grado, le università, i corsi post-diploma e formazione professionale.
Maggiori info: https://www.aboutamazon.it/creare-valore-per-il-paese/impatto-sulla-comunita/educazione-stem

Insediato il nuovo Comitato Diritti Umani e Civili

 Nicco: “Ruolo determinante in questo periodo storico”

 

Si è insediato  il nuovo comitato dei Diritti Umani e Civili, organismo di consultazione e partecipazione del Consiglio regionale istituito con legge nel 2020, che ha l’obiettivo di promuovere la cultura della pace, della solidarietà e del riconoscimento dei diritti umani e civili.
“Viviamo in un periodo storico in cui la violenza, l’odio e l’intolleranza sembrano riaffiorare con forza, minacciando equilibri sociali consolidati, aumentando divisioni e differenze e persino mettendo in discussione il valore stesso della vita umana – ha spiegato in apertura il presidente del Consiglio regionale e presidente del Comitato, 
Davide Nicco – in questo contesto, il nostro ruolo è ancora più determinante. Con le sue proposte direttamente al Consiglio regionale, e collaborando attivamente con enti, associazioni e organizzazioni nazionali e internazionali l’obiettivo primario resta quello di salvaguardare i diritti umani e civili, di combattere ogni ingiustizia, ogni sopruso che mette a repentaglio la sopravvivenza di donne, uomini e bambini”.
Come previsto dalle norme, in questa prima seduta sono stati eletti vicepresidenti 
Sara Zambaia e Giampiero Leo .Entrambi sono stati eletti a larga maggioranza e – in particolare nel caso di Leo – con un voto trasversale.

Sara Zambaia ha ricordato il grande lavoro svolto nella scorsa legislatura regionale e sottolineato il fatto che il “Comitato per i diritti” della Regione Piemonte rimane l’unico organismo ufficiale e istituzionale di questo tipo in Italia. Giampiero Leo ha ringraziato anche a nome del Coordinamento interconfessionale, del Comitato Interfedi e di altre realtà della società civile impegnate nella difesa dei diritti umani, il Presidente Nicco per la sensibilità e l’impegno dedicati a far ripartire rapidamente e con forza il succitato Comitato. Inoltre, rifacendosi alle parole del Presidente Nicco e a quelle di altri interventi, ha evidenziato che in un mondo in cui l’attacco ai diritti umani e civili delle persone è in crescita esponenziale, si rende non solo auspicabile ma necessaria la massima collaborazione e unità fra tutte le forze politiche, culturali, sociali, religiose ecc. che hanno realmente a cuore i valori fondanti di una democrazia reale, come quelli espressi dalla nostra Costituzione e dalla Carta delle Nazioni Unite.
Nelle prossime settimane il Comitato darà il via alla fase di programmazione delle iniziative pubbliche, ma da un primo confronto durante la seduta sono già emersi diversi temi di lavoro, in particolare l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla nostra società e la tutela dei minori.
Sono intervenuti durante la discussione i consiglieri regionali 
Gianna Pentenero (Pd), Silvio Magliano (Lista Cirio), Valentina Cera (Avs), e i componenti Giovanni BoggeroElena FerraraLorenzo MarchettiWalter Nuzzo, Younis Tawfik.

 

 

Comunque vada sarà un successo

Dopo il rapper Piotta, fu Piero Chiambretti a usare questa frase durante il Festival di Sanremo del 2011.

Come ad ogni edizione molti, anche tra chi non guarda mai la televisione, si trasformano in critici televisivi o musicali realizzando una propria classifica, decretando l’insuccesso di questo o quel cantante, prevedendo addirittura quando arriverà il primo disco di platino e a chi.

La tecnologia da un lato, che ci permette di rimanere sintonizzati sul pianeta Sanremo (ma non solo) ventiquattr’ore su ventiquattro e la rinuncia volontaria ad azioni differenti (leggere un libro, meditazione, uscite con amici, cinema, ecc.) fanno sì che oltre 11 milioni di spettatori (pari a oltre il 64% di chi stava guardando la TV) si sia sintonizzato sul festival.

Al di là su ogni considerazione sul diritto di svagarsi, rilassarsi, stare in casa (soprattutto nelle regioni dove si sono verificati eventi atmosferici devastanti), è palese che moltissimi utenti tv amino ancora un festival giunto quest’anno alla 75° edizione.

Molte le critiche su questo o quel cantante, su canzoni che non ricordi cinque minuti dopo averle ascoltate, ma soprattutto non ne ricordi né il contenuto né l’autore, su abbigliamento di dubbia coerenza con il luogo, sul fatto che ormai non si canta ma si parla o si sbadiglia sottovoce.

Se Faber fosse ancora tra noi sicuramente direbbe che “non è vero che i giovani non abbiano valori, siamo noi ancora molto attaccati ai nostri a non riconoscere i loro. Occorre attendere di storicizzarli.”

Occorre però analizzare un altro aspetto della questione: mai come negli ultimi anni la discografia è stata orientata all’aspetto economico; non dico che Guccini, Battisti, Bertoli, Lauzi o altri abbiano lavorato per la gloria, sicuramente essendo il loro mestiere rendeva loro guadagni in linea con le loro aspettative; ma, mentre, nel loro caso, dietro al guadagno c’era un lavoro di creazione, di composizione del testo e della musica, ore di sessione in studio, ora si massimizza l’utile minimizzando i tempi.

Con la tecnologia attuale chiunque può creare musica, incidere il brano in casa, inviarlo all’editore e cinque minuti dopo teoricamente essere in classifica. L’importante è fare, non importa se il giorno dopo nessuno si ricorderà di te, se nessuno ti chiederà l’autografo per strada, se nessuno riuscirà a cantare la canzone perché con una metrica impossibile: hai guadagnato, ti pagano per qualche comparsata qua e là, ti illudi di essere qualcuno ma faresti bene a ricordare le parole del Marchese del Grillo.

Dress code inesistente, rispetto degli spettatori neppure, esagerazioni dovute in alcuni casi a stimoli sintetici hanno trasformato una passerella dei migliori artisti della canzone italiana in un coacervo di personaggi che di italiano hanno solo il testo della canzone e, spesso, neppure il nome d’arte.

Quando poi qualche vecchia gloria si riaffaccia alla ribalta, anche in compagnia di nuove leve, ecco che il suo brano diventa un tormentone dell’estate e lo si riascolta volentieri anche qualche anno dopo. Forse sarebbe il caso di analizzare, extra festival, come si siano modificati i gusti degli italiani (e non solo, visto che la trasmissione è in Eurovision) e capire se quegli artisti siano antesignani di un’epoca o solo schegge impazzite di un mondo che attira molti ma ne scontenta altrettanti.

Personalmente, questa è la mia forma mentis, non giudico e non critico non possedendo gli strumenti culturali per farlo: analizzo il fenomeno, soprattutto quello di chi critica, e osservo ma mi piacerebbe capire: è l’artista che si rivolge al produttore o il produttore che crea l’artista? E’ il cantante che propone il suo lavoro o l’editore che glielo commissiona?

Forse così riuscirei a capire meglio cosa accada prima, durante e dopo.

Sergio Motta

Furio Colombo che insegnò a raccontare New York

Se oggi si racconta New York, come Federico Rampini o Antonio Monda, lo si deve soprattutto a lui: Furio Colombo.
È giusto precisare New York, perché le corrispondenze dalla Grande Mela, prevalevano su quelle dal resto degli Stati Uniti. Si che ormai da decenni, ogni rete Rai o Mediaset ha il suo inviato dal Nuovo Mondo. Lo ricordo da universitario aggirarsi a Torino, ‘visiting professor’ per le aule di Palazzo Nuovo, col suo andare dinoccolato e un po’ snob. Classe 1931, nativo di Chatillon in Val d’Aosta, da una famiglia ebraica laica e assimilata, laurea in giurisprudenza. Iniziai a leggere le sue corrispondenze americane sulla “Terza Pagina” della Stampa. Nel suo “Mille Americhe” sempre per i tipi della casa editrice del quotidiano di Torino, uscito nel lontano 1988, racconta l’America da curioso indagatore, raccogliendo proprio gli elzeviri, scritti negli anni per quella rubrica. Sapeva porre domande al lettore, suggerendo che non tutte aspettano una risposta. Allargava lo sguardo alla società italiana, con la lente di ingrandimento americana, si che sovente intercettava un fenomeno a ‘stelle e strisce’, che poi poco tempo dopo si sarebbe riverberato in Italia e in Europa, con maggiore o uguale pervasività. Conosceva come pochi il macrocosmo giovanile, lui che rimase sempre con spirito giovane nell’ interpretarlo. Indicando strade da percorrere, idee, ma anche pericoli e insidie che questo universo di riferimento poteva nascondere ai suoi fruitori, nel mondo professionale, nel costume, nella cultura e nella morale corrente.

Sodale di Umberto Eco e Gianni Vattimo, con loro militando nell’Azione Cattolica del conservatore Luigi Gedda, fu con Angelo Guglielmi fondatore dell’avanguardia letteraria che prese il nome di Gruppo 63. Scrisse anche sotto lo pseudonimo di Marc Saudade, alcuni romanzi di spionaggio, anticipando di qualche decennio la moda del ghost writer. Diresse le Edizioni di Comunità con il sociologo Franco Ferrarotti alla Olivetti di Ivrea. Ma tutte queste cariche di rappresentanza industriale alla Olivetti e successivamente alla Fiat, non obnubilarono mai la sua vera passione, il giornalismo. Lo insegnò alla Columbia University di New York. Ricordo un bell’ articolo per la Stampa, che narrava la storia di una vecchietta, tale Olive Freud, che nei lontani anni ottanta, non si fece espropriare da Donald Trump della sua piccola casa in Amsterdam Avenue a Manhattan. Subendo pressioni legali e minacce fisiche dai suoi sgherri, impedì al tycoon di edificare nel suo quartiere, il grattacielo dei grattacieli. Vincendo la causa. Negli anni successivi fondò un associazione, contro l’abusivismo edilizio che stava facendo della Big Apple sempre più, un unica giungla di asfalto e cemento. Facendo ridurre di molti piani, edifici che violavano palesemente i piani regolatori, la intrepida nonnina, divenne un eroina americana a cavallo dei due secoli. Anticipatrice del movimento Occupy Wall Street. Furio Colombo prese anche posizioni in difesa di Israele durante la Guerra del Golfo in Iraq. Fu primo firmatario e promotore in Parlamento da Onorevole , della legge sulla Giornata della Memoria. Riposa a Roma accanto a Antonio Gramsci. Giornalista di cui oggi si è persa la stoffa, capace come pochi a dare una lettura a volte forse faziosa, ma comunque sempre puntuale per qualunque punto di vista ideologico, alla crisi di valori e alle tensioni del nostro tempo.

Aldo Colonna

Nascondeva droga nel vano motore (e nel servizio da tè)

Risale a qualche giorno fa l’arresto operato dai Carabinieri del Radiomobile di Ivrea nei confronti di un quarantatreenne residente nel canavese, trovato in possesso di una corposa quantità di sostanza stupefacente mista tra hashish, crack e cocaina.
I militari hanno trovato l’uomo alla guida della sua utilitaria ad Albiano d’Ivrea (TO), all’altezza di Piazza Assone. Un regolare controllo alla circolazione si è poi tramutato in un accertamento più approfondito, vista l’evidente agitazione dell’uomo senza apparentemente alcun motivo.
Aperto il cofano dell’auto, ben ancorata con due potenti calamite, i Carabinieri hanno trovato vicino al vano motore una scatoletta metallica con dentro diverse dosi di cocaina e crack. Naturale è stata poi la successiva perquisizione domiciliare, dove i nascondigli utilizzati dal quarantatreenne per occultare denaro e droga sono stati tra i più disparati: dal servizio da te in porcellana finemente decorato, al frigorifero, dentro il quale è stato trovato il quantitativo più ingente di sostanza stupefacente: 3 kilogrammi di hashish, suddivisi in panetti marchiati con loghi di bevande energetiche e di famose case automobilistiche. Anche le banconote, pari a circa 4000 euro, sono state trovate nascoste dentro un vaso.
I Carabinieri hanno infine sequestrato il cellulare del giovane, così da appurare e chiarire eventuali attività di spaccio di sostanze stupefacenti in essere nel canavese e nel torinese.