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Associazione Regina Elena, commemorazione a Farigliano

Domenica 26 ottobre 2025 l’Associazione Internazionale Regina Elena Odv ha organizzato a Farigliano (CN) una commemorazione del Marchese di Saluzzo Manfredo II, della Marchesa Isabella Doria, consorte del Marchese Manfredo IV e della famiglia Occelli, originaria di Farigliano.

Hanno concesso il patrocinio all’evento il Consiglio Regionale del Piemonte, la Provincia di Cuneo, il Comune di Farigliano e l’IRCS.
Alle ore 9,30 Don Marco Sciolla, Parroco di Farigliano, Dogliani e Belvedere Langhe ha celebrato la S. Messa nella Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, durante la quale si è pregato per la Regina Elena, per il Marchese Manfredo II, per la Marchesa Isabella e per i defunti della famiglia Occelli.

Successivamente i gruppi storici hanno sfilato fino alla Biblioteca Civica, nel cui piazzale antistante i rievocatori del Gruppo Storico Conte Occelli di Nichelino hanno deliziato il pubblico esibendosi in danze seicentesche.
All’interno della biblioteca si è tenuta una solenne cerimonia, aperta dai saluti di Marco Giachello, Vice Sindaco di Farigliano, con la fascia tricolore, in rappresentanza del Sindaco Ivano Airaldi, impossibilitato a presenziare per motivi di salute.
Il Dott. Giachello ha fatto scoprire ai numerosi presenti la figura di Isabella Doria, nata a Genova nel 1291 dall’unione tra Bernabò Doria ed Eleonora Fieschi. Il padre era cugino di primo grado di Nicolò Doria, colui che il 30 gennaio 1298 acquisì la Signoria di Oneglia dalla Diocesi di Albenga e fu il capostipite del primo Ramo dei Doria di Oneglia, dal quale proveniva il celebre ammiraglio Andrea Doria, mentre la mamma era figlia di Federico Fieschi dei Conti di Lavagna, a sua volta fratello di Beatrice, consorte di Tommaso II, Signore del Piemonte e di Ottobono, salito al Soglio Pontificio l’11 luglio 1276 con il nome di Papa Adriano V.
Isabella nel 1307, all’età di sedici anni, venne data in sposa al Marchese di Saluzzo Manfredo IV, rimasto vedovo di Beatrice di Sicilia. Dalla loro unione nacquero quattro figli, tra i quali Manfredo V, che fu il capostipite dei Saluzzo-Cardé. Il Marchese Manfredo IV, che nel 1332 aveva abdicato a favore del figlio Federico I, l’11 febbraio 1337 nel Castello di Dogliani nominò Isabella Doria Marchesa di Farigliano, con facoltà di trasmissione del titolo al proprio figlio Manfredo V.
Isabella si trasferì subito nel maniero fariglianese e con la popolazione fu amore a prima vista.
Una leggenda racconta che una sera, durante un banchetto in suo onore, un gatto bianco saltò sul tavolo e urtando le bottiglie rimase macchiato del rosso del vino. Tutti i gatti che nacquero in seguito furono rossi, così che Farigliano passò alla storia come il “paese dei Gatt Ross”.
Nel 1338 seppe riappacificare gli abitanti dei due borghi storici del paese, da sempre in lotta tra di loro: i “Gesian”, che vivevano a destra della piazza principale, nel borgo delle chiese e i “Craciot”, che abitavano nella zona del fiume e della campagna, più povera. I giovani delle due fazioni erano soliti sfidarsi a sassate, cosa che venne interdetta in un capitolo degli Statuti fariglianesi.
La Marchesa convocò al castello le donne dei due borghi ed accolse la loro richiesta di potersi sfidare con il “Gioco dei birilli – Bijè” che viene praticato ancora oggi. Protagoniste sono le donne, un tempo solo quelle più anziane, in quanto le più giovani erano ritenute prive della necessaria esperienza, ma l’arbitro è sempre stato un uomo.
Questa tradizione è oggi perpetuata nei momenti solenni, come nel caso della Festa di San Nicola, celebrata la prima domenica di dicembre, quando si tiene la Fiera dei Puciu e seguendo una tradizione introdotta da Isabella Doria, la vigilia, gli uomini, per lasciar riposare le mogli, cucinano una minestra di trippa, ceci e verdure, chiamata “minestra degli uomini”.

Sono seguiti i discorsi di Fabio Mottinelli, Sindaco di Ceva (CN); Bruno Terreno, Sindaco di Clavesana (CN), con la fascia tricolore; Silvia Molino, Assessore alla Cultura di Castelvecchio di Rocca Barbena (SV), con la fascia tricolore e Christian Rocco, Consigliere di Novello (CN), con la fascia tricolore.

Successivamente ha preso la parola lo scrivente, il quale ha fatto scoprire al pubblico la storia del Marchesato di Saluzzo e dei suoi sovrani, focalizzandosi in modo particolare sulla figura del Marchese Manfredo II. Nel 1142, diciassette anni dopo la morte del Marchese di Savona Bonifacio del Vasto, gli otto figli avuti dalla seconda moglie Agnese di Vermandois si spartirono i possedimenti paterni: Manfredo fu il capostipite dei Marchesi di Saluzzo, il cui territorio aveva come confini le Alpi e i fiumi Po e Stura di Demonte. Alla sua morte nel 1175 gli succedette il figlio Manfredo II, che fu il primo Sovrano saluzzese a venire qualificato ufficialmente come tale. Egli prima del 1173 sposò Alasia del Monferrato, figlia del Marchese Guglielmo V. Dalla loro unione nacquero cinque figli, tra i quali l’erede al trono Bonifacio, che premorì al padre. Manfredo II fece costruire il Castello di Cardé, dimorava non solo a Saluzzo, ma anche a Carmagnola, città sede della zecca, Racconigi e Dogliani e nel 1210 stipulò un documento in cui veniva attestata la presenza di un maniero a Farigliano, paese strappato in quegli anni ai Marchesi di Clavesana. Nel 1215 acquistò il feudo di Revello; lo stesso anno si spense a Saluzzo e il trono passò al nipote Manfredo III, di appena dieci anni, figlio di Bonifacio, sotto la reggenza della nonna paterna Alasia. Il nuovo sovrano nel 1235 sposò Beatrice di Savoia, primogenita del Conte di Savoia Amedeo IV e della sua prima consorte Margherita di Borgogna. Il Marchese Gabriele, suo discendente alla nona generazione, fu l’ultimo Sovrano di Saluzzo e morì a Pinerolo il 29 luglio 1548, mangiando un melone molto probabilmente fatto avvelenare dai francesi, i quali dopo la sua dipartita annessero il marchesato ai loro possedimenti. Saluzzo passò ai Savoia con il Trattato di Lione del 1601.
Ha quindi preso la parola Marilena Sema, Presidente del Gruppo Storico “Conte Occelli” di Nichelino, la quale ha raccontato la storia della famiglia Occelli, originaria di Farigliano, che nel Cinquecento si trasferì a Torino. Il 2 maggio 1619 l’avvocato Manfredo Occelli comprò il vecchio borgo di Nichelino, composto da diverse cascine ed una casaforte, nella quale in seguito si trasferì suo nipote Niccolò Manfredo Occelli, con la moglie Maria Margherita Carron Della Torre, il figlio Giacomo Luigi e la sua piccola corte.
Il 22 giugno 1694 Niccolò Manfredo ricevette dal Duca di Savoia Vittorio Amedeo II la Regia Patente per l’istituzione del “Feudo di Nichelino” e il relativo titolo comitale. Il 21 agosto seguente la popolazione e l’appena convocato Consiglio per Capi di Casa presenziarono all’infeudazione ufficiale separandosi dalla città di Moncalieri. Niccolò Manfredi Occelli morì nel 1742 e suo figlio Giacomo Luigi, poco interessato al suo feudo nichelinese, spostò la residenza di famiglia sulla collina moncalierese.

Il Comitato per la tutela del patrimonio e delle tradizioni piemontesi dell’Associazione Internazionale Regina Elena Odv ha conferito uno speciale attestato di benemerenza al Comune di Farigliano, a Beppino Occelli e a Alessandra Pellegrino titolare della Cremeria “La Fontana” di Farigliano.

La delegazione del Sodalizio intitolato ad Elena del Montenegro è stata guidata dal Vice Segretario Amministrativo Nazionale, accompagnato dal Fiduciario di Chivasso Silvano Borca con la consorte e da soci.

Erano presenti i rappresentanti delle seguenti associazioni locali: AVIS; Banda musicale “I Giovani”; Gruppo Volontari del Soccorso di Clavesana; ProLoco Farigliano; Circolo CRAL; Nonni Vigili; Comitato Biblioteca e Gruppo Alpini.
La giornata è stata impreziosita dalla presenza dei seguenti gruppi storici: “Conte Occelli” di Nichelino; “Gruppo Storico di Clavesana”, ricostituito dopo vent’anni la settimana precedente in occasione della commemorazione del Marchese di Savona Bonifacio del Vasto organizzata dall’Associazione Internazionale Regina Elena Odv a Clavesana e  “Antico Castello dei Parpaglia” di Candiolo.

ANDREA CARNINO

“365”… e c’è un perché!

Gli spazi di “515” di Torino dedicano una ricca esposizione di opere al fotografo torinese Tullio Deorsola, a due anni dalla scomparsa

Fino a sabato 1° novembre

Una foto al giorno. Dai più banali soggetti della più semplice quotidianità al rigoroso soffermarsi su angoli urbani di particolare suggestione storica e culturale fino alla sacralità di immagini raccontate con intensa toccante compartecipazione emotiva. In tutto sono “365” (di qui il titolo della mostra), le foto scattate nel 2011 per la figlia lontana, residente allora negli Usa. 365 foto scattate, una al giorno, da Tullio Deorsola, scomparso prematuramente nel 2023 (quest’anno avrebbe compiuto 60 anni) raccolte ed esposte dalla sua Torino, nella “Settimana dell’arte contemporanea”, presso l’originale location degli spazi di “515”, l’“Agenzia Creativa” (in passato “fabbrica di flipper” e poi “galleria d’arte”) di via Mazzini, che alcuni torinesi avranno avuto modo di scoprire in questi anni in occasione di “Open House”, il “Format” internazionale nato nel 1992 a Londra dall’idea dell’architetto Victoria Thornton che permette di visitare case, palazzi e luoghi abitualmente non accessibili per scoprire la ricchezza dell’architettura e del paesaggio urbano e che a oggi conta più di quaranta città aderenti, distribuite in ogni continente.

Inauguratasi lunedì 27 ottobre, la retrospettiva, ad ingresso gratuito, si protrarrà per pochi giorni fino a sabato 1° novembre, aderendo alla “Notte delle Arti Contemporanee”, con apertura speciale dalle 17 alle 22.

 Tra i 365 scatti, ci sono molti scorci di Torino, ma anche – per Deorsola attrattive quisquiglie! – un particolare delle caramelle “Grether’s Pastilles” o dettagli come un caffè espresso o una “metafisica” pera o i medicinali assunti quella mattina, ma anche paesaggi di montagna e una testa con aureola di una toccante Madonna.

“Tullio scattava ciò che catturava la sua attenzione quel giorno: questo è dunque un racconto di vita, una testimonianza” spiega Barbara Brondi, che gestisce l’“Archivio Deorsola”. Il titolo dalla mostra, “365”, è quello che Deorsola aveva scelto per salvare sul suo “pc” l’intero lavoro: ogni giorno scattava una foto, ogni sera la mandava alla figlia. Di “365”, nel 2012, aveva emotivamente scritto lui stesso: “È per ora l’unica cosa tangibile con la quale lascio un modo per essere interpretato e per cercare di penetrare l’interesse di una figlia alla quale voglio un bene immenso ma della quale sono all’oscuro di tutto”.

Negli spazi di “515”, la mostra, la seconda dedicata a Deorsola da Torino, dopo la sua morte (nel 2024 già “CAMERA” aveva infatti raccolto e presentato 24 sue fotografie appartenenti alla serie “Night Shift”) si prefigge anche uno scopo benefico: chiunque potrà infatti acquistare una copia di una delle immagini esposte, del giorno che preferisce, ed il ricavato servirà a valorizzare, organizzare e digitalizzare tutto l’immenso patrimonio dell’“Archivio Deorsola”.

La rassegna segna anche il varo del sito www.tullio-deorsola.com che sarà, poi, implementato nei prossimi mesi.

Torinese, classe ’65, Deorsola si trasferì, appena ventenne, in California, dove studiò fotografia e si diplomò all’ “Academy of Art” di San Francisco, definendo una personale grammatica espressiva e producendo diversi progetti originali, come la serie di scatti dedicata alle architetture urbane della “West Coast” statunitense“originata da lunghe esposizioni notturne e distintiva del suo linguaggio d’autore, teso a privilegiare scorci non convenzionali resi mediante colori delicatamente poetici”. Ma Deorsola è degno di essere ricordato non solo come raffinato versatile fotografo nel senso più comune del termine, ma anche come operatore “specialista” nel mondo cinematografico. Quando, infatti, nel 2005, si trasferì in Italia per stabilirsi a Roma, ebbe modo di lavorare assiduamente per la “settima arte” come “fotografo di scena” per diversi produttori e registi italiani, tra i quali Carlo VerdoneNeri Parenti e Giovanni Veronesi. Dopo alcuni anni, fece ritorno a Torino, alternando i suoi impegni per il cinema alla realizzazione di diversi progetti fotografici originali.

Gianni Milani

“365”

Spazio “515”, via Mazzini, 40, Torino; tel. 011/0371483 o www.515.it

Fino al 1° novembre

Orario: da mart. 28 a ven. 31 ottobre 10,30/13,30 e 15/20. Sab. 1° novembre 17/22

Nelle foto: Tullio Deorsola, immagini da “365”

ASL TO4, Nursing Up Piemonte: “Gli straordinari non si toccano!” 

Soldi per gli straordinari usati per coprire i contenziosi. Il sindacato Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta denuncia con forza la decisione dell’ASL TO4 di sottrarre ai lavoratori i fondi destinati al pagamento degli straordinari 2024 per coprire le spese dei contenziosi sulla vestizione e svestizione. Una scelta che, secondo il sindacato, rappresenta un vero e proprio attacco ai diritti dei professionisti sanitari, un comportamento arbitrario e inaccettabile, totalmente contrario agli obblighi contrattuali.

«È inaccettabile pensare di utilizzare i soldi dei lavoratori, guadagnati per garantire con responsabilità la continuità dei servizi, per coprire le spese dei contenziosi dell’Azienda. Gli infermieri, gli OSS e tutti i professionisti sanitari hanno già garantito la continuità dei servizi in condizioni difficili, con organici ridotti e turni stressanti. Non riconoscere economicamente il loro impegno è un vero affronto», dichiara Claudio Delli Carri, segretario regionale Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta.

L’ASL TO4, in una nota del 14 ottobre 2025, comunicava che i residui dei fondi contrattuali dell’anno 2024 si sarebbero potuti rivelare insufficienti per soddisfare il pagamento concordato degli straordinari, nonostante le ore fossero già state regolarmente documentate, autorizzate e prestate dai lavoratori. La stessa Azienda annunciava il posticipo dei pagamenti in attesa di chiarire la partita aperta riguardante i contenziosi relativi alla vestizione e svestizione. Con una seconda nota, inviata il 23 ottobre, l’ASL TO4 specificava che le ore straordinarie che dovevano essere pagate sarebbero state restituite ai rispettivi lavoratori.

Il Nursing Up ricorda che in data 21 ottobre 2025 tutti i sindacati, congiuntamente con l’amministrazione dell’ASL TO4, hanno sottoscritto un verbale in cui si stabiliva che la questione dei pagamenti legati ai contenziosi sulla vestizione e svestizione sarebbe stata affrontata a un tavolo regionale con la partecipazione dell’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte.

Il sindacato sottolinea come la carenza di personale e la necessità di garantire i livelli assistenziali abbiano reso il ricorso agli straordinari una misura indispensabile per assicurare la sicurezza dei pazienti e la continuità dei servizi. L’utilizzo dei fondi contrattuali per coprire spese legate ai contenziosi, ribadisce il Nursing Up, è contrario a quanto stabilito dai contratti collettivi nazionali e dagli accordi aziendali, come già evidenziato nel tavolo sindacale del 7 ottobre 2025.

«Il comportamento dell’ASL TO4 mina la dignità dei professionisti e mette a rischio le relazioni sindacali», aggiunge Delli Carri.

Il sindacato chiede il ripristino immediato del pagamento degli straordinari già maturati, la convocazione urgente di un tavolo regionale con la partecipazione dell’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte e della Direzione Generale dell’ASL TO4 per discutere in modo trasparente l’uso dei fondi contrattuali, il rispetto pieno dei contratti e degli obblighi giuridici come base imprescindibile della collaborazione tra azienda e lavoratori, e l’impegno a non adottare più scelte unilaterali lesive dei diritti dei dipendenti.

La mancata retribuzione degli straordinari, sottolinea il Nursing Up, non solo colpisce economicamente centinaia di lavoratori, ma mina la fiducia nei confronti dell’amministrazione. Il sindacato annuncia che, in assenza di un intervento immediato, saranno attivate tutte le azioni sindacali, legali e pubbliche necessarie a tutela dei professionisti sanitari e degli OSS.

«Il diritto a essere retribuiti per il lavoro già svolto è un principio basilare di giustizia, oltre che di civiltà amministrativa. Non accetteremo che questo principio venga calpestato», conclude Delli Carri.

Ufficio stampa NURSING UP – PIEMONTE

Scoperti dai carabinieri gli spacciatori dei boschi

I carabinieri di Biella hanno portato a termine l’operazione “Khoya” coordinata dalla Procura, realizzata per contrastare lo spaccio di stupefacenti nei boschi. Grazie al controllo degli acquirenti e degli spacciatori, gli inquirenti hanno scoperto i fornitori  nell’hinterland milanese. Sono scattate cinque misure cautelari.

Oltre 100 detenuti in azione con i volontari Plastic Free 

Una giornata all’aperto per oltre cento detenuti in permesso premiodedicata all’ambiente e al riscatto sociale. Insieme a loro, dodici affidati in prova al servizio sociale e più di 230 volontari hanno unito le forze per ripulire parchi, spiagge e aree urbane in tredici città. Una grande mobilitazione collettiva che ha portato alla rimozione complessiva di 5.580 chili di plastica e rifiuti, pari a quasi sei tonnellate.

Nello scorso weekend, dopo il successo dell’edizione di maggio, Plastic Free Onlus, organizzazione impegnata nel contrastare l’inquinamento da plastica, e Seconda Chance, associazione che promuove il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti, sono tornate a collaborare per una nuova giornata di impegno condiviso, unendo due mondi solo in apparenza distanti: la tutela dell’ambiente e il reinserimento sociale.

L’iniziativa ha coinvolto detenuti provenienti da 15 istituti penitenziari – Torino, Ivrea, Varese, Padova, Prato, Viterbo, Frosinone, Vasto, Teramo, Pescara, Secondigliano, Locri, Laureana di Borrello, Caltagirone e Cagliari – che hanno operato fianco a fianco con i volontari Plastic Free nelle rispettive città. L’appuntamento previsto a Marina di Massa è stato rinviato a causa del maltempo, ma sarà recuperato prossimamente.

Ogni raccolta è diventata un’occasione di incontro e fiducia, dove cittadini e detenuti hanno condiviso gesti concreti di rispetto e solidarietà. L’ambiente si è trasformato in un terreno neutro e inclusivo, capace di abbattere barriere, creare relazioni e generare cambiamenti reali e duraturi.

Questo nuovo risultato si inserisce nel percorso avviato tre anni fa tra Plastic Free e Seconda Chance, una sinergia che continua a rafforzarsi grazie alla collaborazione con l’Amministrazione Penitenziaria, la Magistratura di Sorveglianza, i Comuni, le aziende di igiene urbana, le associazioni locali e centinaia di volontari in tutta Italia. Un impegno concreto che unisce ecologia, legalità e inclusione sociale, per costruire comunità più pulite, solidali e coese.

Una factory dove si respira arte e storia e, soprattutto, si producono tele monumentali

 

L’artista Marison Ray apre le porte dello studio dove dipinge le sue tele di grandi dimensioni, durante la Settimana dell’Arte Torinese.

Il Luogo in cui lavora un’artista può essere immaginato in mille modi: ognuno di noi può avere un’idea diversa di dove gli artisti trascorrono il loro tempo, immersi nella creatività, a riempire tele di sogni, visioni e colori.

Ma durante la Settimana dell’Arte Torinese, in concomitanza con Paratissima, sarà possibile ammirare una vera e propria factory creativa: da giovedì 30 ottobre a domenica 2 novembre, l’artista Marison Ray apre le porte del suo studio, mostrando i frutti della sua produzione nel tempo. Non si tratta di una semplice mostra, ma di un’esplorazione del luogo in cui lavora, quasi una retrospettiva: dai barattoli di colore ai pennelli, fino alle opere prodotte nel tempo, tutto immerso in un ambiente nella zona industriale di Moncalieri, che riflette un tratto distintivo dell’artista.

L’arte si fa anche nei luoghi dell’industria, e lei lo sa bene: proviene dal mondo del design industriale, con un passato in Italdesign di Giorgetto Giugiaro, dove ha ricoperto il ruolo di responsabile della linea di abbigliamento del marchio Giugiaro Uomo, ma soprattutto dove ha potuto sviluppare il suo lato artistico, che oggi esprime nella sua produzione.

L’Open Factory è l’occasione per vedere dal vivo un luogo che dall’esterno appare industriale, ma che, una volta varcato il cancello, immerge il visitatore in un turbinio di colori, luci e capolavori di grandi dimensioni: dalle tele di 2 metri per 2 a opere che superano i 10 metri di altezza. Tra queste spicca Le Nozze, che sarà svelata in anteprima proprio per questa occasione: un’opera di 10 metri di larghezza e 6 metri di altezza, probabilmente unica nel suo genere nel panorama contemporaneo.

Ingresso gratuito
Orari di apertura:

30 | 31 ottobre: 14:30 — 18:00

1 | 2 novembre: 10:00 — 12:00, 14:00 — 18:00

Factory
Via Guido Rossa 28, Moncalieri (TO)

Al castello di Miradolo iniziative per grandi e piccini nel weekend di Halloween

Al castello di Miradolo, da venerdì 31 ottobre a domenica 2 novembre,  è in programma un lungo fine settimana dedicato alla magia d’autunno e ai misteri di Halloween tra laboratori per famiglie, passeggiate nel parco e appuntamenti gastronomici.

Venerdì 31 ottobre avrà luogo un escape game immersivo nelle stanze segrete dal titolo  “Giallo al Castello. L’enigma di Miradolo”, con indizi  nascosti, enigmi da risolvere e una storia avvincente legata alla famiglia Cacherano di Bricherasio, che riporterà alle atmosfere dell’epoca.
L’attività di scoperta e gioco  è stata curata dallo Young Board della Fondazione Cosso a partire dai documenti archivistici e dalla storia delle famiglie che hanno abitato il castello.

Sabato 1 novembre, alle ore 15, i visitatori saranno i protagonisti di “Masche, incantesimi e controincantesimi” un’attività curata dalla naturalista e guida escursionistica Emanuela Durand. Un viaggio nel mondo delle maschere, per costruire insieme il proprio “libro del comando” e scoprire storie, leggende piemontesi, misteri e riti magici.
Dopo il laboratorio il pomeriggio proseguirà con la “Merenda delle Streghe”, un dolce momento di condivisione con succo di frutta e biscotti, e con la Castagnata di Halloween, organizzata dalla Pro Loco di Prarostino, che porterà nel cortile del castello l’atmosfera più autentica dell’autunno. In serata, alle ore 20, sarà la volta della “Cena delle Zuppe”, a cura del rifugio Gardetta, con un viaggio tra i sapori della tradizione e tocchi creativi, in cui ogni zuppa racconterà una storia fatta di ingredienti, stagioni e territori.
Domenica 2 novembre il castello aprirà le porte ai più piccoli con “Ragnetto trova dolcetti”, un’attività per bambini dai 2 ai 5 anni, curata da Elena Tortia e Greta Zamboni. I piccoli partecipanti, tra forbicine, colori e risate, realizzeranno il loro ragnetto di carta e si avventureranno nel parco, alla ricerca di dolcetti nascosti, tra alberi e foglie d’autunno.
Nel pomeriggio tornerà la Castagnata di Halloween,  seguita dalla visita guidata “La magia del foliage”, condotta da Emanuela Durand, una passeggiata tra i colori caldi dell’autunno per osservare le trasformazioni del parco storico, accompagnati da un bicchiere di vin brulé o di cioccolata calda.

Mara Martellotta

Due musei a Scuola d’impresa

 

Il Museo e Archivio Storico Reale Mutua e il Museo Officina della Scrittura – Aurora Penne cercano studenti per dare voce alla memoria aziendale

L’iniziativa nazionale ideato da Museimpresa e Università LIUC torna con la terza edizione per promuovere la cultura industriale e lo sviluppo delle competenze personali tra gli studenti

 

Torino, ottobre 2025 – Con l’obiettivo di avvicinare le nuove generazioni alla storia dell’industria italiana e di favorire lo sviluppo di competenze trasversali, prende il via la terza edizione di “A scuola d’impresa”, il progetto promosso da Museimpresa (Associazione Italiana degli Archivi e dei Musei d’Impresa) e Università LIUC, con il contributo dell’Archivio Nazionale del Cinema Impresa di Ivrea.

La terza edizione del progetto, rivolto agli studenti del triennio delle scuole secondarie di secondo grado, si svolgerà durante l’anno scolastico 2025/2026 e vedrà la partecipazione di 45 musei e archivi d’impresaassociati a Museimpresa. Il percorso si propone di far conoscere l’evoluzione del sistema industriale italiano e il ruolo culturale dei musei e archivi d’impresa, offrendo al contempo un’occasione concreta per sviluppare abilità utili nel mondo del lavoro e nella scelta del proprio futuro professionale.

 

Un’esperienza formativa tra cultura industriale e crescita personale

Il progetto si articola in due fasi: una prima parte teorica online, con contenuti multimediali e attività interattive, dedicata all’approfondimento della storia industriale italiana e dei suoi settori economici; una seconda fase esperienziale in presenza, durante la quale gli studenti saranno coinvolti in attività pratiche presso musei e archivi d’impresa.

Il percorso culmina con la realizzazione di un project work finale, che rappresenta un’opportunità per confrontarsi con sfide organizzative e operative reali, stimolando la creatività, il lavoro di squadra e la capacità di problem solving.

 

I project work proposti agli studenti dai musei e archivi d’impresa a Torino

Il Museo e Archivio Storico Reale Mutua propone due project work. Il primo “I semi dell’innovazione” prevede la realizzazione di una locandina promozionale che sarà pubblicata sul sito. Verranno svolti degli incontri dedicati ai ragazzi, durante i quali comprenderanno come ogni oggetto abbia un valore storico e culturale, come cogliere le diverse narrative racchiuse in un documento, come familiarizzare con i diversi metodi narrativi, come scegliere un allestimento, quali priorità darsi, e come definire cos’è un museo. Inoltre, approfondiranno le figure dell’archivista e le nuove figure professionali legate all’archiviazione digitale con i rischi e le opportunità dei diversi metodi conservativi.

Il secondo progetto, invece, “Il saper fa-re”, prevede la creazione di un video o un podcast che riassuma i temi trattati arricchiti dal punto di vista degli studenti, che potranno comprendere cosa significa proteggere e qual è il valore storico e culturale delle polizze assicurative, cogliere quanto i valori sani e condivisi siano alla base della longevità di un’azienda, familiarizzare con i concetti di mutualità, sostenibilità e società benefit.

 

Il Museo Officina della Scrittura – Aurora Penne, propone un project work intitolato “Scrivere il futuro. Raccontare la storia, immaginare l’impresa” per coinvolgere gli studenti in un percorso volto alla realizzazione di contenuti video originali dedicati al tema della scrittura, del suo valore emozionale e storico. Questo progetto nasce con l’obiettivo di far conoscere ai ragazzi la storia di un’eccellenza italiana come Aurora, e di promuovere una riflessione sul significato della scrittura come atto culturale, creativo e identitario.

 

All’iniziativa “A scuola d’impresa” hanno aderito anche altri cinque musei e archivi d’impresa torinesi: l’Archivio Storico Intesa Sanpaolo, l’Associazione Archivio Storico Olivetti, il Centro Storico Fiat, il Mu-Ch Museo della Chimica, il Museo Lavazza e Archivio Storico Lavazza.

 

Un progetto riconosciuto per l’orientamento scolastico

“A scuola d’impresa” è gratuito e riconosciuto come percorso valido per l’Orientamento e per i PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento), coinvolgendo discipline come storia, lingua e letteratura italiana, cittadinanza e costituzione. Nella precedente edizione ha coinvolto oltre 1.250 studenti in 12 regioni italiane, confermando l’interesse crescente verso la cultura industriale come strumento educativo.

 

Come iscriversi alla terza edizione

I docenti interessati possono iscrivere le classi entro il 31 ottobre, indicando il museo o archivio d’impresa scelto, anche se ubicato in una regione diversa da quella dell’istituto scolastico.

Per consultare l’elenco completo dei musei e degli archivi d’impresa che partecipano per l’anno scolastico 2025-2026 e la brochure del progetto con le modalità d’iscrizione si può fare riferimento al sito di Museimpresa (sezione “per le scuole”).

 

Museimpresa

Museimpresa, l’Associazione Italiana degli Archivi e dei Musei d’Impresa, fondata nel 2001 per iniziativa di Assolombarda e Confindustria, riunisce musei e archivi di oltre centoquaranta imprese italiane, accomunate dall’idea che le aziende, le fabbriche, le società di servizi siano luoghi dove il passato e il futuro s’incontrano e in cui la cultura d’impresa, tra testimonianza e innovazione sia un asset fondamentale di competitività.